Filosofia politica

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Testo

Filosofia politica:
Tommaso Moro Tommaso Moro,statista e scrittore del XVI secolo,nella sua opera Utopia critica la società e i costumi dell’Inghilterra cinquecentesca e fa il resoconto della vita nell’isola immaginaria di Utopia. Ogni proposta utopica di Moro nasce per rispondere ad una precisa situazione storica inopportuna. Utopia è un isola che non c’è,dove vive una popolazione che non conosce né la proprietà privata né il denaro.I 3 concetti fondamentali che stanno alla base di una società perfetta come Utopia e che portano alla felicità comune dei cittadini sono il comunismo,la giustizia e la tolleranza religiosa.Il comunismo poiché abolisce la proprietà privata e permette l’esistenza dell’uguaglianza tra i cittadini;la giustizia xkè permette di stabilire delle leggi giuste;la tolleranza religiosa xkè permette di far convivere tra loro diverse realtà religiose.Qui non ci sono classi sociali.Tutti lavorano 6 ore al giorno;solo alcune persone particolarmente dotate appartengono ad un’élite del sapere e della ricerca alla quale si viene ammessi per meriti.Le cariche pubbliche sono tutte elettive:c’è un principe,eletto a vita,ma soggetto a rimozione se tenta di trasformarsi in tiranno ed un senato che si riunisce con il principe almeno una volta ogni 3 giorni.In Utopia la guerra è considerata un male,ma talvolta si rivela necessaria per difendere la propria indipendenza;così i cittadini si esercitano nell’uso delle armi.Vi è una grandissima tolleranza religiosa:tutti possono praticare liberamente il loro culto ed anzi è punito chi non crede nell’esistenza di Dio.E’ però proibito propagandare la propria religione con violenza o troppa passionalità.Tutti sono convinti che la vera religione finirà poi x prevalere.La città ha un suo culto pubblico volto ad onorare non un dio in particolare,ma l’essenza stessa del divino.
Locke
Nei suoi scritti politici Locke teorizzò quella forma di costituzionalismo liberale x cui si era battuto in Inghilterra.X lui la monarchia non si fonda sul diritto divino.La società e lo Stato nascono dal diritto di natura,che coincide con la ragione,la quale dice che,essendo tutti gli uomini uguali e indipendenti,nessuno deve recar danno ad altri.Il fondamento della genesi dello Stato è quindi la ragione.Riunendosi in una società,i cittadini rinunciano al solo diritto di difendersi ciascuno x conto proprio e con ciò rafforzano gli altri diritti. Lo Stato ha il potere legislativo ed esecutivo.I limiti del potere dello Stato sono stabiliti da quegli stessi diritti dei cittadini x la difesa dei quali esso è nato.Pertanto,i cittadini mantengono il diritto di ribellarsi al potere statale,quando questi operi contrariamente alle finalità x cui è nato.X Locke lo Stato non deve intromettersi nelle questioni di religione e poiché la fede non è una cosa che si può imporre, bisognerà avere rispetto e tolleranza x le varie fedi religiose. --- Le leggi cui gli uomini riferiscono comunemente le loro azioni sono di 3 tipi diversi:quelle divine(divise in peccati o doveri),quelle civili(divise in delittuose o innocenti) e quelle della pubblica opinione o reputazione(divise in virtù o vizi).

Hobbes
I presupposti che stanno a base della costruzione di Hobbes della società e dello Stato sono principalemente 2:egoismo e convenzionalismo.La nuova concezione di Hobbes costituisce il rovesciamento + radicale della classica posizione aristotelica.Aristotele sosteneva che l’uomo è “animale politico”;Hobbes contesta vivacemente questa espressione,ciascun uomo x lui,è profondamente diverso dagli altri uomini.Pertanto ciascun uomo non è affatto legato agli altri uomini da un consenso spontaneo come quello degli animali per molte ragioni,quali l’invidia,le offese,il disaccordo e l’uso improprio della parola.Lo Stato dunque,non è naturale,ma artficiale. Nello Stato di natura l’uomo si trova,secondo Hobbes,in uno stato di lotta permanente,poiché tende egoisticamente a conquistare ciò che serve alla sua sopravvivenza.L’uomo è nemico dell’altro uomo(“homo homini lupus).In questo stato di guerra di tutti contro tutti(bellum omnium contra omnes),ciascuno è esposto al pericolo di una morte violenta.Da questa situazione si esce solo facendo leva su alcuni istinti(il desiderio di evitare la guerra e il bisogno di procacciarsi ciò che è necessario alla sussistenza)e sulla ragione(intesa come strumento che serve a realizzare i desideri).Nascono così le “leggi di natura”,che non sono se non la razionalizzazione dell’egoismo,le norme che permettono di realizzare l’istinto dell’autoconservazione.Hobbes nel Leviatano ne elenca ben 19,di cui le prime 3(riguardanti la pace,l’autolimitazione e l’adempire ai patti fatti)sono le principali. Nella Bibbia viene descritto il “Leviatano” come un mostro invincibile.Hobbes prende questo nome x designare sia lo Stato,sia un “Dio mortale”(il sovrano visto come un Dio che però,al contrario del Dio supremo,può morire),al quale dobbiamo la pace e la difesa della nostra patria.Hobbes fu accusato di aver scritto il Leviatano x accattivarsi le simpatie di Cronwell,legittimandone la dittatura.

Spinoza
In politica il fine di Spinoza è quello di difendere il singolo cittadino dall’oppressione delle istituzioni sociali e religiose.Lo Stato che egli delinea è dunque uno Stato non assolutistico;l’ordinamento democratico è ciò che a lui sembra il + naturale e il + adatto a rispettare quelle libertà che la natura a ciascuno concede.Spinoza argomenta in favore di uno Stato il cui fine è la libertà di pensiero e di parola degli uomini.Egli fu uno strenuo difensore dello Stato di diritto;infatti parla di diritto e di leggi naturali,nel senso che ogni individuo è x natura determinato a esistere e a operare in un certo modo e questo comportamento è necessario. X il desiderio di vivere e di essere il + possibile al riparo da continui conflitti,gli uomini stipulano il patto sociale;esso trae origine dall’utilità che ne consegue e su essa si fonda.Lo Stato cui vengono trasferiti i diritti nella costituzione del patto sociale non potrà essere lo Stato assolutistico;alcuni diritti sono inalienabili e rinunciando a essi l’uomo rinuncia ad essere uomo.Il fine dello Stato non è la tirannide,ma la libertà

Montesquieu
Per Montesquieu esistono 3 specie di governo:il repubblicano,il monarchico e il dispotico.Il governo repubblicano è quello in cui il popolo possiede il potere sovrano; il monarchico è quello in cui uno solo governa,ma in base a leggi fisse e immutabili;in quello dispotico governa uno solo, ma senza legge e regola,decidendo ogni cosa in base alla sua volontà e al suo capriccio.Queste 3 forme di governo sono tipicizzate da rispettivi principi etici che sono la virtù x la forma repubbli cana;l’onore x quella monarchica;la paura x quella dispotica.Queste 3 forme di governo possono corrompersi e la corruzione di ogni governo comincia quasi sempre con quella del suo principio .Il principio della democrazia si corrompe non solo quando si perde lo spirito dell’eguaglianza,ma anche quando si diffonde uno di eguaglianza estrema e ciascuno pretende di essere uguale a coloro che egli ha scelto x comandarli. Mont. elabora il valore della libertà politica stabilendo quelle che sono le condizioni effettive che permettono la fruizione della libertà. Montesquieu analizza e teorizza la divisione dei poteri che è un fulcro inestirpabile della teoria dello stato di diritto e della pratica della vita democratica.Le leggi anziché limitare la libertà, l’assicurano ad ogni cittadino e questo è il fondamento costitutivo dello Stato di diritto moderno.In ogni Stato,dice Monte. esistono 3 tipi di potere:il potere legislativo,quello esecutivo e quello giudiziario. Nel 1 il magistrato o il principe fa le leggi e corregge o abroga quelle già fatte;in forza del 2 fa la pace o la guerra e garantisce la sicurezza;in forza del 3 punisce i delitti o giudica le cause fra privati.Stabilito ciò, Montesquieu dice che la libertà politica in un cittadino è quella tranquillità di spirito che deriva della persuasione che ciascuno ha della propria sicurezza e x godere di tale libertà bisogna che il governo sia in condizione di liberare ogni cittadino dal timore degli altri.Quindi se lo scopo è proprio la libertà,nel caso che una sola persona esercitasse insieme i 3 poteri,andrebbe perduta.

Rousseau L'idea centrale della filosofia di Rousseau è ke ogni uomo nasce buono e giusto e se diventa ingiusto la causa è da ricercare nella società che ne corrompe l'originario stato di purezza.Questo stato originario di purezza è il cosiddetto "stato di natura",ovvero quella condizione propria dell' uomo selvaggio ke vive assecondando le sole leggi naturali.Questi concetti vanno a definire la teoria del "buon selvaggio",ovvero la teoria che la condizione migliore di vita sia propria solamente dell'uomo pre-civile. L'uomo naturale trova in modo innato il giusto equilibrio con il mondo in cui vive,non desidera nulla che non possa avere, guarda il mondo con un'ingenuità benevola ke lo porta necessariamente ad agire secondo principi giusti.Tutta la struttura morale delle società civili è quindi,x Rousseau,imposizione arbitraria e artificiale di un codice di comportamento che va a sovrapporsi ,cancellandolo,ad uno stato di correttezza morale innata.Il buon selvaggio agisce infatti secondo il proprio istinto che si armonizza naturalmente e necessariamente con la realtà ke vive(è in questa armonia che si trova rappresentata la giustezza della sue azioni),mentre la società favorirebbe il pensiero razionale ke porta al freddo calcolo e al cinismo tipico delle civiltà moderne.
“L’uomo è nato libero e tuttavia è ovunque in catene”,così esordisce Rousseau nel Contratto sociale.Sciogliere l’uomo dalle catene e restituirlo alla libertà,è l’obiettivo del nuovo contratto che il filosofo si appresta a delineare.Tale contratto esige la costruzione di un modello sociale,non fondato sugli istinti e sugli impulsi passionali,né sulla sola ragione isolata e contrapposta ai sentimenti o alla voce del mondo pre-razionale,ma sulla voce della coscienza complessiva dell’uomo,aperto alla comunità.Il principio che legittima il potere e garantisce la trasformazione sociale è costituito dalla volontà generale amante del bene comune.La volontà generale è una realtà che scaturisce dalla rinuncia di ognuno ai propri interessi in favore della collettività.Rousseau opera quindi una radicale socializzazione dell’uomo,in quanto ritiene che solo grazie alla completa riduzione dell’individuo alla società si potranno eliminare i germi dei contrasti tra interessi privati e comunitari.Di fatto Rousseau finisce col fondare e giustificare il totalitarismo democratico e col dar vita al mito che la politica è la via regia attraverso la quale l’uomo può essere redento.
Rousseau è contro gli illuministi,non contro l’illuminismo,di cui è interprete e fautore intelligente;è contro i giusnaturalisti,non contro il giusnaturalismo.Rousseau è illuminista xkè considera la ragione lo strumento privilegiato x il superamento e la vittoria sui mali.Rousseau è giusnaturalista xkè ripone nella natura umana la garanzia e le risorse x la salvezza dell’uomo.La strada della salvezza è quella del ritorno alla natura e quindi alla rinaturalizzazione dell’uomo attraverso una reimposizione della vita sociale in grado di favorire il bene bloccando il male.
L’Emilio è la grande opera pedagogica di Rousseau con la quale nasce la pedagogia moderna e contemporanea.Questo capolavoro può essere definito come un romanzo pedagogico sperimentale che ha lo scopo di mostrare in che modo l’uomo sociale deve essere educato alla moralità e alla felicità.Nell’opera sono evidenti due punti fermi del pensiero del Rousseau:1 riguarda la contrapposizione tra natura e cultura già evidenziata nel Discorso sull’origine e i fondamenti della disuguaglianza fra gli uomini:l’uomo naturale vive nell’uguaglianza e nella libertà, mentre l’uomo civile nella disuguaglianza e nella costrizione.Il 2 punto corrisponde alla visione dell’educazione e della pedagogia che ha Rousseau. Secondo il filosofo,infatti,l’educazione deve avere carattere naturale poiché la natura designa l’insieme della potenzialità sensibili ed intellettuali che costituiscono l’uomo prima che le facoltà stesse vengano corrotte dalla società.Da questi due punti importanti nasce la conseguenza che costituisce il carattere fondamentale del pensiero russoniano:l’allievo deve essere educato senza alcuna influenza esterna che devi la crescita naturale.
A proposito della religione,Rousseau,cerca di pervenire a un atteggiamento veramente naturale ,coincidente con la natura umana.Se la preoccupa zione principale è la garanzia della convivenza nel quadro della volontà generale e del bene comune,la religione deve tradurre queste istanze e fortificarle attraverso un connubio stretto con la vita politica. Le linee fondamentali di questa religione sono espresse nel IV capitolo dell’Emilio. Rousseau distingue una religione dell’ uomo da una del cittadino.X quanto riguarda la religione dell’ uomo,le verità da ritenere sono 2:l’esistenza di Dio e l’immortalità dell’anima. Rousseau parla anche del Cristianesimo che,in quanto separa la teologia dalla politica,l’uomo dal cittadino,lo spazio privato da quello pubblico,è da combattere xkè non funzionale al perfezionamento della vita politica, che invece esige una religione che ne conforti la sacralità e ne garantisca la stabilità.Di conseguen za,accanto alla religione dell’uomo, bisogna porre una religione puramente civile,della quale spetta al sovrano fissare gli articoli,come sentimenti di socialità,senza dei quali è impossibile essere un buon cittadino.Tali articoli sono gli stessi della religione dell’uomo con in + la santità del contratto sociale e delle leggi e con l’aggiunta di un dogma negativo,l’intolleranza.X Rousseau è lo Stato e non la Chiesa l’unico organo della salvezza di tutti.

Esempio