Materie: | Appunti |
Categoria: | Filosofia |
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Data: | 14.11.2001 |
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Testo
ESTETICA
Estetica trascendentale: (dal gr., “che concerne la sensazione” deriv. di ::::::::::: “sentire, percepire”). È la “scienza di tutti i principi a priori della sensibilità” (C.R.P.), ovvero la sezione della Ragion pura in cui Kant studia lo spazio e il tempo, mostrando come su di essi si fondi la matematica.
Trascendentale (transzendental): nella terminologia scolastica erano denominate “trascendentali” (o “trascendenti”) quelle priorità universali – l’essere, l’uno, il bene ecc. – che tutte le cose hanno in comune e che perciò eccedono o trascendono, per generalità, le categorie in senso aristotelico. Kant si collega a questa tradizione linguistica, anche se connette il concetto di trascendentale con quello di forma a priori, la quale non esprime una qualità ontologica della realtà in sé, ma solo una condizione gnoseologica che rende possibile la conoscenza realtà fenomenica. Con tutto ciò il trascendente non si identifica, a rigore, con le forme a priori, ma piuttosto con lo studio filosofico delle medesime: “Chiamo trascendentale ogni conoscenza che si occupi, in generale, non tanto di oggetti quanto nel nostro modo di conoscere gli oggetti nella misura in cui questo deve essere possibile a priori” (C.R.P.; cfr. il testo della 1 edizione “Chiamo trascendentale ogni conoscenza che si occupi, in generale, non tanto di oggetti, quanto dei nostri concetti a priori degli oggetti”). Da questo punto di vista si dovrebbero chiamare trascendentali soltanto le conoscenze che hanno per oggetto elementi a priori (estetica trascendentale, analitica trascendentale, ecc…) e non questi stessi elementi.
N. B. Kant non è sempre coerente con quest’uso, perché egli, talora, chiamo trascendentali sia le forme a priori, sia le idee, sia l’unità che costituisce l’io penso. In certi casi, in palese contraddizione con la terminologia critica, usa persino il concetto di trascendentale come sinonimo di trascendente. Questa fluttuazione terminologica (qualche studioso ha rilevato l’esistenza, nella sola Critica della ragion pura, di ben tredici accezione diverse di trascendentale!) non esclude la presenza di un significato più preciso, che è quello che abbiamo messo in luce.
Puro (Rein): termine che indica sia l’a priori in generali sia una particolare sottospecie di esso. In questa seconda accezione allude a ciò che risulta assolutamente a priori: “Dalle conoscenze a priori si chiamano poi pure quelle a cui non è mescolato nulla di empirico. Ad esempio la proposizione: “Ogni mutamento ha la sua causa” è una proposizione a priori, ma tuttavia non pura, perché il mutamento è un concetto che può derivare soltanto dall’esperienza” (C.R.P.).
Fenomeno: è la realtà quale ci appare tramite forme a priori che sono proprie della nostra struttura conoscitiva. In altri termini, il fenomeno è, in generale, l’oggetto della conoscenza in quanto condizionato dalle forme dell’intuizione (spazio e tempo) e delle categorie dell’intelletto: “Ciò che non è mai possibile riscontrare nell’oggetto in se stesso, ma che tuttavia sempre si riscontra nei suoi rapporti con il soggetto e che risulta inseparabile dalla rappresentazione di quest’ultimo, è il fenomeno” (C.R.P.). di conseguenza, il fenomeno è sempre qualcosa che risulta al nostro modo di conoscere. Tant’è che “sopprimendo il nostro soggetto o anche soltanto la disposizione soggettiva dei sensi in generale, ne seguirebbe la dissoluzione di ogni qualificabilità e di ogni relazione degli oggetti nello spazio e nel tempo, anzi dello spazio e del tempo stessi, perché, in quanto fenomeni, essi non possono esister in sé, ma soltanto in noi” (C.R.P.).
N. B. Ciò non significa che il fenomeno sia una realtà ingannevole o illusoria. Infatti, il fenomeno ha una sua specifica oggettività (= universalità o illusoria), consistente nel fatto che esso vale allo stesso modo per tutti gli intellettuali conformati come il nostro.
Sensibilità (Sinnlichkeit): facoltà mediante cui gli oggetti ci sono dati attraverso i sensi, in modo immediato o intuitivo: “La capacità di ricevere (recettività) rappresentazioni , mediante il modo in cui siamo affetti dagli oggetti, si chiama sensibilità. Quindi gli oggetti ci sono dati per mezzo della sensibilità ed essa soltanto ci fornisce intuizioni” (C.R.P.). le forme a priori della sensibilità sono lo spazio e il tempo.
Intuizione (Anschauung): conoscenza alla quale l’oggetto risulta direttamente presente. Kant distingue fra un’intuizione sensibile, ed un’intuizione intellettuale.
Intuizione sensibile: è l’intuizione propria di un essere pensante finito, a cui l’oggetto è dato. Coincide con la reattività della sensibilità.
Kant distingue fra intuizioni empiriche (= l’immediato riferirsi all’oggetto mediante le sensazioni) ed intuizione pure (= le forme a priori delle sensazioni). “L’intuizione, che si riferisce all’oggetto mediante una sensazione, dicesi empirica” (C.R.P.); “Chiamo pure (in senso trascendentale) tutte le rappresentazioni in cui nulla è riscontrabile che appartenga alla sensazione. Di conseguenza, la forma pura delle intuizioni sensibili in generale si troverà a priori nell’animo […]. Questa forma pura delle sensibilità prenderà […] il nome di intuizione pura” (C.R.P.). Le intuizioni pure sono lo spazio ed il tempo.
Spazio (Raum) e tempo (Zeit): lo spazio è la forma del senso eterno, cioè quella “rappresentazione a priori, necessaria, che sta a fondamento di tutte le intuizioni esterne” e del disporsi delle cose “l’una accanto all’altra”. Il tempo è la forma del senso interno, cioè quella rappresentazione a priori che sta a fondamento dei nostri stati interni e del loro disporsi secondo un ordine di successione. Tuttavia, poiché è unicamente attraverso il senso interno che giungono a noi i dati del senso esterno, il tempo si configura anche, indirettamente, come la forma del senso esterno, cioè come la maniera universale attraverso la quale percepiamo tutti gli oggetti (per l’articolazione di questa dottrina e per i suoi rapporti con dottrine precedenti).
Forma: si intende l’insieme delle modalità fisse attraverso cui la mente ordina, secondo determinate relazioni, la materia sensibile.
Il binomio materia –forma corrisponde il binomio a posteriori – a priori: “Poiché ciò in cui le sensazioni si ordinano e possono eseere poste in una determinata forma, non può, a sua volta, essere sensazione, ne viene che la materia di ogni fenomeno ci è data soltanto a posteriori, ma la fora relativa deve trovarsi per tutti i fenomeni a priori nell’animo”