Aristotele

Materie:Appunti
Categoria:Filosofia

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Testo

ARISTOTELE
IL CONTESTO STORICO:
Vive durante la battaglia di Cheronea, in cui le poleis greche sono state sconfitte da Filippo il Macedone: viene meno la libertà dei cittadini.
Educa il figlio di Filippo, Alessandro detto poi il Magno.
Tutto questo cambia l’idea di filosofia; in Platone aveva una finalità politica; venendo meno la libertà, non conta più il problema politico.
Il fine della filosofia aristotelica è la conoscenza disinteressata della realtà (per conoscere in quanto tale).
VITA:
Aristotele nasce Platonico, rimane in accademia per 20 anni (fino alla morte di Platone). Ha modo di sviluppare una critica della dottrina platonica, fondando una propria scuola, chiamata Liceo. Svolgeva le sue lezioni all’aperto lungo il porticato passeggiando (nel corridoio esterno, detto anche peripatos).
Per un po’ di tempo Aristotele è stato fedele al maestro, ma dopo ne sviluppa la critica nella maturità:
A. Essoterici (destinati al pubblico) → dialoghi in cui riprende le teorie platoniche (vengono alla luce solo alcune critiche). I più importanti sono “Protetrico” (invito alla filosofia).
C’è però un “giallo”, perché sono stati pubblicati e ne sono rimaste solo poche righe.
B. Esoterici (o acromatici, destinati all’ascolto e agli iniziati) → scritti che contengono la sua teoria. Non sono stati pubblicati, però ad un certo punto sparirono dal liceo, finché nel 82 - 79 sono stati ritrovati e raggruppati in 4 gruppi.
Non sono dei dialoghi, bensì sono dei trattati.
Leggendo i testi, vengono alla luce delle incongruenze. Sono infatti cresciuti su se stessi, sono appunti di Aristotele quando teneva delle lezioni.
I libri sono stati ordinati secondo il tema trattato:
- Logica;
- Metafisica (termine nato con la collocazione dei testi);
- Scienze (fisica e biologia);
- Etica e politica;

L’ENCICLOPEDIA DEL SAPERE
Per Aristotele la realtà non si dà a due livelli, ma c’è né un’unica (dimensione orizzontale, non più verticale).
Tutte le scienze, quindi, hanno a che fare con l’essere, con la stessa dimensione di esso. Sono perciò tutte “uguali”, o meglio non ce en sono né superiori, né inferiori. Studiano, infatti, aspetti diversi dello stesso essere (Es.: matematica → quantità; fisica → movimento).
Aristotele ha una tendenza enciclopedica per evidenziare come le diverse scienze si trovino collocatele le une idealmente accanto alle altre.
METAFISICA / FILOSOFIA DELL’ESSERE:
Inizialmente Aristotele distingueva due gruppi di scienza (oppure tre).

TEORETICHE:
PRATICO - POLITICHE:

Hanno a che fare con il necessario Hanno a che fare con il possibile
(non fanno a meno di essere così) (potrebbe essere diverso da quello che è)
Sapere teoretico: il fine è il sapere stesso (conoscenza disinteressata della realtà).
Scienza pratica: ha a che fare con il sapere in vista del raggiungimento della perfezione morale (è in vista dell’agire → azione).
Sapere poietico: è in vista del fare → ciò che porta alla produzione di qualcosa.
SCIENZA TEORETICA:
La filosofia ha a che fare con l’essere in quanto tale. Nel concetto di filosofia (metafisica), Aristotele esprime quattro punti di vista:
A.
A. La filosofia, o metafisica, studia le cause o i principi primi;
B. Studia l’essere in quanto essere;
C. Studia la sostanza;
D. Studia Dio, la sostanza immobile.

Ad un primo aspetto queste definizioni cozzano tra loro, ma analizzando il pensiero aristotelico, si scopre che esse sono realmente la stessa cosa.
Aristotele studia l’essere nel suo insieme (B). Interrogandosi su cos’è l’essere, si va alla ricerca di una causa prima (A). Studiando la causa dell’essere, vado a ricercare la prima di tutte: Dio (D). Quando si studia l’essere, per Aristotele, ci s’imbatte nei diversi modi di presenza di esso: dieci particolari categorie fondamentali (modi basilari). Tra questi, solo uno è il più importante, è centro e punto di riferimento per gli altri: la sostanza. Domandandosi cos’è l’essere, quindi, ci si domanda cos’è la sostanza (C).
A → Bisogna togliere l’inessenziale per cogliere il fondamentale (andando alla ricerca dell’essere). Questo perché l’essere si manifesta in una molteplicità inesauribile di situazioni. Tra i vari modi di darsi l’essere, Aristotele ha cercato di mettere in luce quelle basilari:
1
1 L’essere per sé (categoria).
2 L’essere come atto (dinamico), oppure potenza (statico).
3 L’essere come accidente;
4 L’essere come vero.

Parlando delle categorie, Aristotele delinea i 10 (8 + 2 meno essenziali) caratteri dell’essere:
-
- Sostanza;
- Qualità;
- Quantità;
- Relazione;
- Agire;
- Subire;
- Dove (luogo);
- Quando (tempo);
- Stato (avere);
- In certa situazione (giacere).

Tutte queste caratteristiche, eccetto una, si riferiscono a qualcosa: sono in relazione alla sostanza.
Rispondiamo alla domanda: “Quando conosciamo qualcosa?”, solo dopo aver definito: Qual è la causa?
Il sapere aristotelico è per causa. Aristotele individua, infatti, quattro tipi di causa:
1) Causa MATERIALE → il materiale di cui l’essere è composto.
2) Causa FORMALE → qual è la sua forma?
3) Causa EFFICIENTE → (efficere = produrre) chi l’ha prodotto? = causa
4) Causa FINALE → qual è il fine? = fine
Se l’artefatto è artificiale, sarà facile trovarle tutte e quattro.
Se l’oggetto è naturale, spesso le varie cause si sovrappongono ed è difficile distinguerle.
Aristotele è il primo storico della filosofia. Nella “Metafisica” ha riportato le vecchie teorie in merito alla causa., con lo scopo di scoprire se qualcuno la pensava così:
• I naturalisti si domandavano la causa materiale.
• I fisici pluralisti cercavano la causa finale (il fine è il Nous – Anassagora).
• Democrito cercava la causa efficiente (gli atomi).
• Platone andava alla ricerca della causa formale (la forma delle cose è nell’iperu.).
⇒ Si conosce una cosa quando l’individuo scopre tutte quattro le cause.
Anche se il filosofo non distingue le diverse scienze (modo di procedere), il Nostro dice che ciascuna di queste ha i propri principi metodologici (punti di partenza). Pure la filosofia, dunque, avrà i suoi. Aristotele individua, come assioma della filosofia, il principio della non - contraddizione. Quest’ultimo ha due definizioni:
A.
A. Di tipo logico;
B. Di tipo ontologico;

A. È impossibile che lo stesso attributo sia connesso e contemporaneamente non lo sia ad una cosa.
B. È impossibile che la stessa cosa sia ed insieme non sia.
La sostanza e questo principio si legano tra loro, perché con il primo si coglie la natura determinata delle cose (è l’equivalente ontologico) e per il secondo non si può attribuire una natura e il suo opposto alla stessa cosa.
LA SOSTANZA
Ogni cosa che è, è sostanza. Trattando di sostanza, quindi, Aristotele tratta di essere individuale. Cos’è, però, l’essere individuale?
Ogni cosa per essere deve avere una materia. La materia è una caratteristica necessaria, ma non sufficiente. Bisogna fare il conto, infatti, anche con la forma. Una cosa è quindi unione indissolubile della materia e della forma. La forma aristotelica, dunque, coincide con le idee platoniche calate nella realtà.
Teoricamente, cos’è più importante, la forma o la materia? (Realmente tutte le cose sono sempre l’unione di tutte e due).
Ad un primo livello c’è la materia (è essenziale).
Al secondo, c’è l’unione dei due elementi.
Infine, al terzo, c’è la forma (rende specifico una cosa).

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