Partitore di tensione

Materie:Altro
Categoria:Elettrotecnica

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Testo

Partitore di tensione
Scopo della misura:
Verifica sperimentale della legge del partitore di tensione(V2=V1*R1/(R1+R2)) attraverso un reostato con resistenza variabile.
Schemi e apparecchiature:
1. Generatore di tensione variabile (0-510Vcc);
2. n.2 voltmetro analogico da laboratorio;
3. Reostato (3x48Ω, Portata max: 3,2A, Potenza dissipata max: 800W);
4. Reostato avente funzione di zavorra [Rz](95Ω, Portata max: 2A);
Rappresentazione grafica del circuito costruito:
Teoria delle misure:
Il calcolo teorico della tensione ai capi di R1 e cioè V2 è dato dalla formula V2=V1*R1/(R1+R2). Tale formula viene ricavata così:
V1=I*(R1+R2) e I=V2/R1 --> V1=V2*(R1+R2)/R1 --> V2=V1*R1/(R1+R2) c.v.d

Formule e tabelle:
Legge del partitore di tensione:V2=V1*R1/(R1+R2)

Voltmetro2

R1/Rt
V2
K
lettura
Tensione
R (Ω)
V1*R1/(R1+R2)
1
1
6,5
6,5
0,1
7
2
1
14
14
0,2
14
3
1
21
21
0,3
21
4
1
28
28
0,4
28
5
1
35,5
35,5
0,5
35
6
1
43,5
43,5
0,6
42
7
1
50,5
50,5
0,7
49
8
1
58
58
0,8
56
9
2
32
64
0,9
63
10
2
35,5
71
1
70

Voltmetro1

K
lettura
Tensione
1
70
70
K=Portata dello strumento impostata per la misura.
Grafico:
Svolgimento della misura e risultati:
Il montaggio del circuito prevede di inserire due voltmetri: il primo(V1) in parallelo al reostato, il secondo sempre in parallelo ma rispetto alla "spazzola" del potenziometro così che si riesca a misurare la differenza di potenziale ai capi di una determinata porzione di resistenza(R1). Inoltre si dovrà inserire in serie al reostato una resistenza supplementare detta resistenza "zavorra". Azionare il generatore di tensione ed osservare attentamente il voltmetro(V1) leggendovi il numero di divisioni indicate. Lasciando il valore della tensione generata invariato osservare il valore di V2 allo spostarsi della spazzola del potenziometro. Riportare i dati misurati in un apposita tabella (vedi pag. prec.)
Osservando il grafico creato grazie ai dati misurati in laboratorio si può notare evidentemente che all'aumentare della resistenza aumentava proporzionalmente la differenza di potenziale(V2). Naturalmente quando è stata considerata la resistenza intera(10/10) il dato rilevato dallo strumento, come possiamo vedere dalla tabella, è molto simile alla tensione V1. Questo perché entrambi i voltmetri teoricamente sarebbero in parallelo fra loro e misurerebbero la solita tensione.
Conclusioni:
Confrontando i valori di tensione ottenuti teoricamente attraverso la legge del partitore di tensione con quelli misurati sperimentalmente si può ben notare che nell'ambito delle incertezze coincidono e quindi è possibile affermare che lo scopo delle misure è stato raggiunto. Vale a dire che è stata verificata la legge del partitore di tensione.

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