Economia aziendale:le immobilizzazioni tecniche

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Categoria:Economia
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Testo

LE IMMOBILIZZAZIONI TECNICHE
Le immobilizzazioni tecniche sono formate da tutti i beni materiali che sono impiegati durevolmente nella gestione caratteristica dell’azienda, cioè quei beni impiegati nell’attività tecnico produttiva, distributiva e amministrativa (come fabbricati, immobili, impianti, macchinari ecc..).
Le immobilizzazioni tecniche insieme alle immobilizzazioni immateriali vanno a creare tutti i beni strumentali cioè gli strumenti destinati a essere utilizzati nello svolgimento della gestione caratteristica. Le immobilizzazioni tecniche sono fattori a fecondità ripetuta, in quanto cedono la loro utilità al processo produttivo, non in un breve periodo,bensì in un periodo medio – lungo, questo consente di poterli utilizzare nell’azienda per più cicli amministrativi e produttivi.
I costi delle immobilizzazioni tecniche sono piuttosto elevati, e sono di competenza di più esercizi e perciò rappresentano costi che partecipano, con quote di ammortamento, alla formazione dei risultati economici; Questi costi vengono chiamati costi pluriennali.
Sotto il profilo finanziario, le immobilizzazioni tecniche sono caratterizzate da un ciclo di disinvestimento, ciò vale a dire che il tempo di recupero ha una durata pluriennale, infatti la reintegrazione finanziaria dei mezzi usati è indiretta, in quanto avviene tramite i ricavi delle vendite della produzione a cui tali mezzi hanno partecipato; questo ciclo di disinvestimento dei beni strumentali si può concludere con un realizzo indiretto quello che si ricava da un eventuale cessione a titolo oneroso.
L’acquisizione delle immobilizzazioni tecniche può avvenire in proprietà e in uso temporaneo. Il processo decisionale è costituito da una progettazione dell’investimento ed infine dalla realizzazione dell’investimento.
Ci sono tre modalità di acquisire le immobilizzazioni tecniche:
1. quella di acquistare da terzi fornitori, dove il costo è misurato dal debito creato nei confronti del fornitore, ma a seconda dei beni acquistati abbiamo anche dei costi accessori di acquisto che vengono patrimonializzati, e quindi si vanno a sommare al costo delle immobilizzazioni tecniche facendoli affluire ad una attività del patrimonio
2. Il secondo metodo di acquisizione è la produzione interna o costruzione in economia, in linea generale le immobilizzazioni tecniche costruite internamente vanno inscritte in contabilità valutandone il costo di produzione, tuttavia per il principio della prudenza se il prezzo di mercato fosse inferiore al costo di produzione la valutazione dovrà essere effettuata sul prezzo di mercato.
3. Il terzo metodo di acquisizione è l’apporto da parte dei soci, questo si ha quando determinate immobilizzazioni tecniche sono apportate nel ciclo aziendale da un socio.

Dopo aver trattato l’acquisto in senso proprio esaminiamo quello in uso temporaneo, che si divide in due forme la locazione ed il leasing:
1. Il primo di questi si verifica quando un’azienda prende in affitto un’immobilizzazione tecnica da un locatore al quale cede un corrispettivo, cioè un canone di locazione per il tempo da quest’ultimo utilizzato.
2. Per il secondo metodo cioè quello del Leasing le cose sono diverse anche se non di molto, infatti è un contratto con il quale prendiamo in locazione un’immobilizzazione tecnica o qualsiasi altro bene che però al termine della locazione, versando un prezzo di riscatto ne acquisteremo la proprietà.
Come abbiamo già detto le immobilizzazioni tecniche cedono la loro utilità in più cicli produttivi e fanno parte del risultato economico attraverso le quote di ammortamento.
L’ammortamento è un processo con cui si esegue la ripartizione del costo delle immobilizzazioni tecniche a utilizzazione limitata a più cicli produttivi nei quali erogano i propri servizi. Per creare un piano di ammortamento dobbiamo tenere conto di molti elementi:
1. Il valore da ammortizzare (costo storico – presunto valore di recupero)
2. Durata dell’ammortamento (cioè il periodo che il mezzo sarà usato economicamente dall’impresa
3. Tipo di ammortamento (matematico a quote costanti o decrescenti, elastico cioè senza quote rigidamente stabilite e può essere anche economico nel quale le quote si determinano in base alla residua possibilità di utilizzazione).
L’ammortamento inoltre deve essere fatto secondo delle normative quella civilistica e quella fiscale:
1. L’ammortamento nella normativa civilistica deve servire alla corretta redazione del bilancio d’esercizio; questo deve essere sistematico, cioè va operato secondo un preciso piano tecnico economico che assicuri una razionale ripartizione del costo dell’immobilizzazione tecnica tra gli esercizi della sua vita utile; va effettuato in ogni esercizio, e inoltre va eseguito in relazione con la residua possibilità di utilizzazione dei beni, ossia con riferimento alla loro vita economica utile su cui gravano i fenomeni dell’obsolescenza, il deperimento fisico e l’inadeguatezza.
2. Passiamo ora a descrivere l’ammortamento sotto la normativa fiscale. Questo ha inizio a partire dall’esercizio nel quale il bene entra in funzione, il valore ammortizzabile è dato dal costo di acquisizione più oneri accessori di diretta amputazione, ci sono diversi tipi di ammortamento fiscale:
• Ordinario, fatto nei limiti dei coefficienti miniseriali i quali sono ridotti alla metà per il primo esercizio di utilizzo dei beni;
• Intensivo, fondato sul più intenso sfruttamento dei beni rispetto a quello normale;
• Anticipato, consiste nell’aumentare la quota di ammortamento di un’ulteriore quota pari ad una volta quella ordinaria e può essere fatto per i primi 3 esercizi in cui è entrata in funzione;
• Inadeguato, consisterebbe nell’effettuare una quota inferiore alla metà di quella ordinaria;
• A Mannaia, che consisterebbe all’imputazione dell’intero costo residuo dei beni eliminati dal processo produttivo.
Per quanto riguarda la quota di ammortamento anticipato, se non viene imputata all’ammortamento dei beni deve essere accantonata in un’apposita riserva, che ai fini fiscali è parte integrante del fondo d’ammortamento.
Dopo aver preso in esame i metodi di cessione dell’immobilizzazioni tecniche dei propri servizi al processo produttivo, prendiamo adesso in atto la dismissione dal processo produttivo di quest’ultime, che consiste nell’estromissione delle immobilizzazione tecniche o di qualsiasi altro bene strumentale dai processi produttivi dell’azienda. I beni dimessi possono essere poi oggetto di cessioni a titolo oneroso quali la vendita, la permuta, ecc…ma possono essere ceduti a titolo gratuito come la donazione, la radiazione cioè quando un mezzo non può partecipare più per la sua obsolescenza e per il suo logorio fisico al processo produttivo, e che in un secondo tempo verrà demolito; la perdita è anch’essa gratuita e si può verificare per cause naturali o per furto.
Però dalle cessioni a titolo oneroso delle immobilizzazioni tecniche e dei beni strumentali in generale si possono avere plusvalenze o minusvalenze; Avremo plusvalenze quando il prezzo di vendita sarà maggiore del valore contabile (costo storico – Fondo ammortamento), avremo minusvalenza quando la situazione sarà opposta.
Le plusvalenze e le minusvalenze possono essere ordinarie o straordinarie:
1. Ordinarie quando il bene ha esaurito la funzione nell’impresa.
2. Straordinaria se la cessione avviene in circostanze straordinarie.
Fiscalmente le plusvalenze e le minusvalenze partecipano alla formazione del reddito d’esercizio.

Esempio



  


  1. NIKITA

    Ciao, per cortesia se potete farmi qualche esempio di esercizi per le immobilizzazioni tecniche.. una cosa breve grazie mille!