JOHN MAYNARD KEYNES

Materie:Altro
Categoria:Economia Politica
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Testo

JOHN MAYNARD KEYNES

Nacque a Cambridge nel 1883. Studiò dapprima ad Eton, poi a Cambridge, dove si era laureato in matematica nel 1905. Due anni dopo iniziò a lavorare al Ministero per l’India e studiando i rapporti monetari tra Inghilterra e India elaborò in una sua opera del 1913 un sistema monetario teorico internazionale molto più avanzato. Nel 1923 sposò una ballerina russa, Lydia Lopokova.
Keynes divenne un importante ed influente funzionario del Ministero del Tesoro, professore d’economia a Cambridge, nel 1941 fu nominato governatore della banca d’Inghilterra, consigliere della corona e nel 1944 lord.
Keynes era un letterato, editore, mecenate, militante pacifista, amante del teatro e dell’arte, collezionista di libri e di quadri, non poteva sopportare la guida di nessuno e non si fece mai sedurre dalla politica. Egli non concepiva l’Economia come una scienza pura slegata dalle vicende economiche e dalle questioni politiche; era un economista illuminista, non conservatore che glorificava Malthus. Keynes credeva limitatamente nel mercato e molto nel ruolo dello stato, la cui azione era necessaria per sconfiggere le distorsioni del sistema economico e per superare le crisi che colpivano le società capitalistiche. Egli come Marx e Smith, rispecchiava la società in cui viveva e operava; di fronte ad una crisi come quella del 1929 che aveva provocato milioni di disoccupati in tutto il mondo, proponeva un intervento dello stato nel governo dell’economia, senza però distruggere il sistema capitalistico.
Nella prima opera di Keynes, edita nel 1919, si trovavano gia alcuni spunti sviluppati meglio nella sua opera più nota, quali la fine del capitalismo, la “previsione” che non sarebbero più esistite negli anni a venire le stesse condizioni di sviluppo e di progresso che si erano create nei decenni precedenti alla prima guerra mondiale, per effetto dell’aumento della popolazione e delle innovazioni tecnologiche.
L’opera per cui Keynes divenne il più famoso e influente economista del suo secolo, fu “la teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta, edita nel 1936. Essa sancì la fine della teoria neoclassica e in particolare delle capacità del mercato di autoregolamentarsi e di trovare al suo interno le forze per arrivare alla piena occupazione.
La teoria generale è stata il centro di quella che fu chiamata rivoluzione keynesiana, ed ebbe un gran successo perché analizzò le cause e indicò i rimedi della più grave crisi che colpì l’economia mondiale. La teoria keynesiana venne influenzata dalla Grande depressione del 1929, perché era stata causa di un’imprevedibile e inarrestabile deflazione, cioè di una riduzione generale dei prezzi, a cui non era corrisposto un aumento della domanda a causa di un crollo dei redditi.
Keynes spiegò che per superare la depressione e rimediare ai suoi effetti occorreva sostenere la domanda, favorendo la spesa privata e, se questa era insufficiente espandere quella pubblica. Ma soprattutto invitava i governi ad elevare il livello degli investimenti al fine di utilizzare le risorse produttive disoccupate, anche ricorrendo ad ingenti prestiti.
Il mercato del lavoro e di tutti i fattori produttivi in genere non era in grado di riequilibrarsi automaticamente, come avevano sempre sostenuto i neoclassici; era quindi necessario l’intervento esterno da parte dello stato di sostenere la domanda globale.
Il grande merito di Keynes fu quello di provocare un profondo rinnovamento non solo della scienza economica ma anche della politica economica. Il raggiungimento del benessere generale per Keynes doveva essere il risultato di una continua e pacifica evoluzione della società, fino a giungere alla fine dell’economia di mercato.
Questo grande economista con le sue teorie di fatto rafforzò il capitalismo perché riuscì a trovare i rimedi della crisi del sistema, cosa di cui era stata incapace l’economia tradizionale.
Quando Keynes morì, le sue idee ed il suo pensiero si erano ormai diffusi in tutto il mondo. Tuttora non esiste un manuale di macroeconomia che non sia stato elaborato e sviluppato sulla base delle sue teorie.

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