Materie: | Appunti |
Categoria: | Economia Politica |
Voto: | 2.5 (2) |
Download: | 384 |
Data: | 07.03.2007 |
Numero di pagine: | 4 |
Formato di file: | .doc (Microsoft Word) |
Download
Anteprima
analisi-costi_1.zip (Dimensione: 5.6 Kb)
readme.txt 59 Bytes
trucheck.it_analisi-dei-costi.doc 29 Kb
Testo
Visto che l’uomo, come singolo, non è in grado di soddisfare i propri bisogni da solo si crea l’esigenza di scambiare beni e servizi con altri soggetti.
Lo scambio, quindi, è l’atto che permette all’uomo di procurarsi i beni e i servizi di cui necessita.
Questo fatto è regolato da un istituto giuridico chiamato contratto.
Il contratto è l’accordo tra due o più parti per costituire, regolare ed estinguere un rapporto giuridico patrimoniale.
L’accordo è una manifestazione di volontà che può essere tacita, comportamento concludente (salita su un autobus. Dal momento della mia salita, faccio un contratto con il conducente che mi obbliga a pagare e timbrare il biglietto.), o espressa (gesto, parola, scrittura…).
Le parti sono i soggetti interessati, i quali hanno interessi diversi (compra e vendita. Ad una parte interessa vendere il bene o servizio che produce, all’altra parte interessa comprare e usufruire di quel bene o servizio).
Per costituire si intende la nascita di un contratto (contratto di lavoro)
Regolare significa rinnovare un contratto già esistente (rinnovo del contratto di lavoro).
Estinguere, invece, vale a dire cancellare gli effetti del contratto stabilito (dimissioni o licenziamento)
Il rapporto giuridico è un rapporto riconosciuto dal diritto.
Patrimoniale vale a dire che il contratto ha una rilevanza economica.
I due pilastri che reggono l’economia di mercato sono la proprietà privata, che è la possibilità di godere e disporre di un bene o di un altro diritto in modo pieno ed esclusivo, e il principio di libertà, che è la facoltà che un soggetto ha di usufruire di un bene come meglio crede.
Grazie a questi istituti ha un’economia di tipo capitalista, cioè, sono i privati a decidere quanto, come e che tipo di prodotto immettere sul mercato, senza l’intervento dello stato.
Esiste anche un altro tipo di economia di mercato, cioè l’economie pianificate, che a differenza e opposte all’economia di mercato di natura capitalista, è lo stato a decidere cosa, come e quanto produrre, esentando la presenza del privato.
L’ultimo tipo di economia di mercato è l’economia di stato, la quale richiede sia l’intervento del privato che dello stato.
Per domanda di un bene si intende la quantità domandata dai soggetti. Questa domanda viene influenzata dal prezzo del bene. Per misurare il rapporto che c’è tra la quantità e il prezzo gli economisti usano un concetto chiamato elasticità.
L’elasticità della domanda di un bene rispetto al su prezzo indica il rapporto tra la variazione percentuale della quantità domandata e del relativo prezzo.
Ci sono due tipi di domanda:domanda elastica e domanda rigida.
La domanda elastica varia notevolmente a secondo del prezzo del prodotto, poche è un bene di seconda necessità si possono acquistare beni alternativi.
La domanda rigida, invece, non si sposta molto perché in questo caso si tratta di beni di prima necessità quindi si desume che anche ad un aumento notevole del prezzo la domanda non si abbasserà più di tanto perché non sono a disposizione molti beni alternativi.
La domanda dei beni non varia solo dal prezzo ma anche da altri fattori che possono essere di natura soggettiva (gusti, moda…) o di natura oggettiva (reddito).
Lo spostamento della curva di domanda, quindi, è influenzata dal reddito e dai gusti del consumatore. Se il reddito del consumatore si alza e i suoi gusti non cambiano, questo sarà disposto ad acquistare quel determinato prodotto anche se il prezzo non varia. Se invece accade il contrario, cioè un calo del reddito o perdita di interesse per quel prodotto, la domanda diminuisce.
Comunque il prezzo non è l’unico fattore ad influenzare la scelta del consumatore, ma anche il suo reddito e i suoi gusti possono modificare i suoi consumi.
Oppure, detto in modo più rigoroso, i mutamenti del reddito non hanno gli stessi effetti per tutti i beni. In breve, possiamo enunciare che all’incremento del reddito la quantità di un bene aumenta, ma, esaminando l’andatura in aumento della domanda è necessario tener presente il tipo di bene:
beni normali, beni di lusso e beni inferiori. Se è un bene normale l’aumento del reddito provoca un incremento di consumo in modo proporzionale, per poi stabilizzarsi. Se è un bene di lusso l’aumento del reddito porta il consumatore ad eliminare man mano i beni inferiori, quindi portando la quota di consumo ad aumentare in modo più che proporzionale. Per quanto riguarda i beni inferiori, come già accennato, con l’aumento del reddito, il consumatore tende ad eliminarli sostituendoli con beni di migliore qualità portando un diminuzione del consumo.
L’offerta è l’insieme dei beni e dei servizi prodotti dalle imprese. l’imprenditore ha il compito di decidere quanto, come, a che prezzo e cosa produrre; quest’ultimo però non è a sua completa discrezione in quanto influenzata dalla domanda.
L’attività imprenditoriale consiste nell’organizzazione della produzione , cioè trasformare input in output. Il processo di trasformazione implica un’ aumento di valore del bene. La trasformazione può essere: fisica, spaziale o temporale. Per attivare il processo produttivo il l’imprenditore ha bisogno di diversi input che sono: fattore natura (beni immobili), fattore lavoro(capitale umano) e fattore capitale (finanziamenti). Per decidere a quale prezzo immettere il prodotto sul mercato, l’imprenditore non considera solo il prezzo dell’imput, ma anche un altro fattore: il profitto.
I costi che l’azienda deve sostenere possono essere divisi in due categorie: i costi fissi e i costi variabili.
I costi fissi sono i costi che l’azienda sostiene sempre, anche se non produce (es. l’affitto del fabbricato), i costi variabili invece sono i costi che l’azienda sostiene solo nel caso di produzione (es. riscaldamento dell’edificio).
Oltre ai costi fissi e quelli variabili abbiamo anche i costi medi. Il costo medio è il costo che l’azienda mediamente deve sostenere.
Nel processo produttivo il costo medio è in principio influenzato dal costo fisso e a man mano che la produzione aumenta, questo riuscirà ad ammortizzare il costo fisso, andando in seguito ad essere influenzato dal costo variabile
sto cercando appunti di filosofia università studi milano