autonomia finanziaria

Materie:Tema
Categoria:Economia Aziendale

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Testo

Alessia Roberto 5B I.G.E.A.
TEMA DI ECONOMIA AZIENDALE
(Es. B16)
Difesa dell’autonomia finanziaria
Correlazione tra tempi di rientro monetario e scadenza fonti di finanziamento
Analisi generale
Perché un’azienda sia in condizione di equilibrio, occorre analizzare le diverse situazioni secondo l’aspetto finanziario e quello economico. Secondo l’aspetto finanziario possiamo individuare: la struttura patrimoniale finanziaria, costituita dagli indici di composizione degli impieghi, necessari per rilevare il grado di elasticità del capitale investito; di composizione delle fonti, necessari per la rilevazione del grado di indebitamento e di rigidità dei finanziamenti e la correlazione tra impieghi durevoli e fonti permanenti, diretti a esaminare il grado di solvibilità dell’azienda;e la situazione di liquidità, costituita dalla correlazione tra impieghi circolanti e passività correnti, per determinare l’equilibrio finanziario nel breve periodo, e gli indici di rotazione e di durata per determinare il rinnovamento del capitale investito e degli elementi che lo compongono e il tempo medio di giacenza dei beni in magazzino o la durata dei debiti o dei crediti.
L’equilibrio di un’azienda si determina da tutti questi indici, e l’andamento positivo o negativo si può evincere dal suo complesso: ogni indice svolge una specifica funzione ed agendo su un singolo elemento si producono effetti a catena su tutti gli altri indici.
La migliore situazione di un’azienda è la capitalizzazione, rilevata dagli indici di composizione delle fonti, ossia il suo grado di autonomia finanziaria, la capacità, cioè, di essere indipendente dalle fonti di finanziamento e di conseguenza da altre aziende, mostrando il contributo del capitale proprio al finanziamento degli investimenti aziendali. Il grado di elasticità o rigidità dell’azienda è espresso dagli indici di indebitamento e di composizione degli impieghi. Analizzando il leverage, invece, possiamo evincere la prevalenza del ricorso al capitale proprio o a quello di terzi. Per affermare che il capitale proprio sia in grado oppure no di coprire gli investimenti fissi sono necessari gli indici di correlazione degli impieghi. Un altro rilevante aspetto della struttura finanziaria è l’analisi della situazione di liquidità, che mira ad accertare in che misura la combinazione impieghi-fonti è in grado di produrre, nel breve periodo, flussi monetari equilibrati, cioè tali da consentire di far fronte in ogni momento agli impegni di uscita che la gestione richiede. Come già detto, è composta dagli indici di correlazione, di rotazione e di durata. Gli indici di correlazione sono composti dal quoziente di disponibilità e dal quoziente di liquidità. Il quoziente di disponibilità esprime la capacità dell’azienda di far fronte agli impieghi finanziari a breve utilizzando i mezzi liquidi già disponibili e con i recuperi monetari prossimamente provenienti dagli impieghi correnti. Un quoziente minore di 1 segnala che non è presente questa capacità. Il quoziente di liquidità invece riflette la capacità dell’azienda a fronteggiare i propri impegni finanziari a breve con le sole liquidità disponibili, e può assumere valori minori a 1, uguali o maggiori. Analizzando sempre la liquidità è necessario calcolare gli indici di rotazione, che segnalano quante volte nel corso dell’anno il capitale investito e gli elementi che lo compongono si rinnovano, tornando cioè alla forma liquida. Questi si possono contraddistinguere in: indice di rotazione del capitale investito, quante volte il capitale investito torna in forma liquida mediante i ricavi di vendita; indice di rotazione dell’attivo circolante, che esprime la velocità di ritorno in forma liquida del capitale impiegato nei cicli di breve durata; indice di rotazione del magazzino, che indica la velocità di trasformazione in denaro del capitale investito in scorte; indice di rotazione dei crediti commerciali, che esprime quante volte si rinnovano nel corso dell’esercizio i crediti derivanti dall’attività aziendale. Vi sono inoltre gli indici di durata, che si contraddistinguono in: giacenza media di magazzino, che indica il tempo di permanenza delle scorte in magazzino; durata media dei crediti commerciali, ossia ogni quanto tempo l’azienda riscuote i crediti; e la durata media dei debiti commerciali, ossia la dilazione dei pagamenti a terzi. Analizzando principalmente questi ultimi due indici espressi in giorni, possiamo evincere la situazione favorevole riguardante l’azienda: se questa, ad esempio, riscuote i crediti ogni 60 giorni ma paga i fornitori ogni 50, questa non avrà equilibrio, e presenterà dei problemi di liquidità e difficoltà a far fronte ai pagamenti, come invece non succede ad un’azienda che riscuote i suoi crediti ogni 30 giorni e paga ogni 60 giorni. L’azienda deve quindi ricercare l’equilibrio debiti-crediti, per evitare il sorgere di problemi e quindi di difficoltà.

Costruisci un progetto sintetico di Stato Patrimoniale finanziario dal quale risulti una corretta relazione tra fonti e impieghi, sapendo che il capitale investito ammonta a 86 milioni di euro e l’incidenza percentuale delle immobilizzazioni sul totale degli impieghi è pari al 56%.

STATO PATRIMONIALE RICLASSIFICATO
Ac 37.840.000,00 Pb 20.427.000,00
Ai 48.160.000,00 Pc 30.573.000,00
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Ct 51.000.000,00
Cp 35.000.000,00
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Ci 86.000.000,00 Tf 86.000.000,00

Esempio