Materie: | Appunti |
Categoria: | Diritto |
Voto: | 2 (2) |
Download: | 268 |
Data: | 21.06.2007 |
Numero di pagine: | 3 |
Formato di file: | .doc (Microsoft Word) |
Download
Anteprima
elezioni-partecipazione-democratica_1.zip (Dimensione: 4.88 Kb)
trucheck.it_elezioni-e-partecipazione-democratica.doc 27 Kb
readme.txt 59 Bytes
Testo
7. LE ELEZIONI E LE ALTRE FORME DI PARTECIPAZIONE DEMOCRATICA
I sistemi elettorali in Italia
I seggi della camera dei deputati sono così suddivisi:
- 617 seggi agli elettori residenti in Italia, che votano con un sistema proporzionale corretto;
- 1 seggio alla Valle d’Aosta, che vota con un sistema uninominale;
- 12 seggi agli italiani residenti all’estero.
Per quanto riguarda i 617 seggi, il territorio nazionale è suddiviso in circoscrizioni elettorali, in ognuna delle quali ogni partito presenta una propria lista di candidati e l’elettore vota indicando il simbolo di un partito, senza però indicare una propria preferenza per uno o più candidati. I voti ottenuti da ogni partito sono sommati a livello nazionale e a questo punto si procede alla ripartizione dei seggi in modo proporzionale, ma con le seguenti correzioni:
- sbarramenti, i seggi vengono ripartito soltanto tra:
- le coalizioni che hanno ottenuto almeno il 10% dei voti;
- i partiti facenti parte di una coalizione che hanno ottenuto almeno il 2% dei voti;
- i partiti che non fanno parte di alcuna coalizione, che hanno ottenuto almeno il 4% dei voti.
- premio di maggioranza: la coalizione che ha ottenuto il maggior numero di voti riceve automaticamente 340 seggi ed ha quindi la maggioranza assoluta.
Il sistema elettorale per il senato è simile a quello della camera dei deputati, l’unica differenza è che i seggi non sono assegnati sul piano nazionale, ma sul piano regionale. In ogni regione, la coalizione che ottiene più voti riceve automaticamente il 55% dei seggi assegnati alla regione. Gli sbarramenti sono più alti, infatti per partecipare alla ripartizione dei seggi una coalizione deve aver ottenuto almeno il 20% dei voti; un partito facente parte di una coalizione almeno il 3%; un partito non facente parte di nessuna coalizione almeno l’8%. Infine, 6 senatori sono eletti dagli italiani all’estero.
Il primo scopo che la legge elettorale si proponeva era quello di mantenere in vita il bipolarismo, ossia il raggruppamento dei partiti politici in due sole coalizioni, una di destra e una di sinistra. Il secondo scopo era quello di assicurare la governabilità del paese: il meccanismo del premio di maggioranza doveva fare sì che la coalizione più votata potesse disporre di una solida maggioranza parlamentare. Il terzo scopo era quello di contenere la frammentazione dei partiti mediante le soglie di sbarramento, che essendo molto basse hanno permesso ad un numero alto di partiti di entrare in parlamento.
Il referendum abrogativo
Il referendum è una votazione in cui il popolo è chiamato a pronunciarsi su una singola questione con un si o con un no. La costituzione ha voluto ammettere la possibilità di ricorrere al referendum popolare soltanto per l’abrogazione di leggi già esistenti, e quindi non si può togliere l’efficacia ad una legge, ne modificarla e ne introdurne una nuova. Non tutte le leggi possono essere oggetto di referendum.
La richiesta di referendum può essere effettuata da:
- 5 consigli regionali;
- 500.000 elettori.
In questo secondo caso, i promotori del referendum devono presentare la richiesta presso la corte di cassazione e hanno 3 mesi di tempo per raccogliere 500.000 firme. Se questa fase viene conclusa con successo, subentrano due tipi di controllo:
- la corte di cassazione, che controlla il numero e la regolarità delle firme;
- nel caso che il controllo della corte di cassazione dia esito positivo, la richiesta di referendum passa alla corte costituzionale che deve valutarne l’ammissibilità.
Una volta superato positivamente il controllo della corte costituzionale, il presidente della repubblica fissa la data del referendum. Perché la votazione sia valida devono partecipare alla votazione la maggioranza degli aventi diritto.
Altre forme di democrazia diretta e di partecipazione
Il referendum popolare è il principale, ma non l’unico, istituto di democrazia diretta previsto dalla costituzione; infatti esistono:
- referendum locale e regionali;
- iniziativa popolare delle leggi, con la quale 50.000 elettori possono inviare al parlamento una proposta di legge;
- petizioni.