La profilassi delle malattie

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Testo

I DIVERSI TIPI DI PREVENZIONE:
La prevenzione è un insieme di azioni e di comportamenti con il fine d’impedire l’insorgenza e la progressione delle malattie e il determinarsi di danni irreversibili quando la patologia è in atto.
La prevenzione è possibile se se realizza una larga diffusione dell’informazione sanitaria. Gli interventi di prevenzione si dividono in:
- primaria;
- secondaria;
- terziaria.

PREVENZIONE PRIMARIA:
Comprende tutti gli interventi destinati ad ostacolare l’insorgenza della malattia nella popolazione, combattendo le cause e i fattori predisponenti.
Si attua attraverso:
- progetti mirati di ed. alla salute;
- profilassi immunitaria;
- interventi sull’ambiente per eliminare o correggere le possibili cause delle malattie;
- interventi sull’uomo per rilevare e correggere errate abitudini di vita (es. fumo);
- individuazione e correzione delle situazioni che predispongono alla malattia (es. obesità).

PREVENZIONE SECONDARIA:
Comprende tutte le misure destinate ad ostacolare l’aumento del numero di casi di una malattia nella popolazione, riducendone la durata e la gravità.
Ha come obbiettivo l’individuazione precoce dei soggetti ammalati o ad alto rischio per poter ottenere la guarigione o impedirne l’evoluzione. Lo strumento essenziale è la diagnosi precoce rivolta a persone ritenute a rischio. Gli interventi di prevenzione secondaria rivolti a gruppi di popolazioni sono definiti screening. L’esempio più significativo è costituito dagli screening condotti per la diagnosi precoce dei tumori alla mammella tra la popolazione femminile fra i 40 ed i 70 anni.
La diagnosi precoce è fondamentale perché rende ancora attuabili interventi terapeutici in grado di condurre alla guarigione. Screening: es. mammografia.

PREVENZIONE TERZIARIA:
Comprende tutte le misure che hanno lo scopo di controllare l’andamento di malattie croniche per evitare o limitare la comparsa di complicazioni e di esiti invalidanti. Viene applicata quando la patologia è già in atto per evitare complicazioni e la cronicizzazione della malattia. Richiede un insieme di interventi e strutture molto diversi. Gli strumenti fondamentali della prevenzione terziaria sono la terapia e soprattutto il recupero e la riabilitazione negli aspetti medico, psicologico, sociale e professionale. Es. somministrazione di cure e farmaci, attività riabilitative fisioterapiche con lo scopo di:
- ottimizzare le capacità residue dell’anziano;
- migliorare la qualità di vita del paziente;
- prevenire ulteriori complicazioni.

GLI SCREENING:
Sono una serie di controlli e accertamenti su cui si basano i programmi della sanità pubblica nel campo della prevenzione secondaria. Con screening si intende una ricerca ,mirata di una patologia in una popolazione. È sempre un’operazione di massa che deve essere condotta con razionalità e precisi obbiettivi. Un programma di screening è giustificato solo se:
- deve interessare un numero elevato di persone e deve provocare dei danni molto gravi;
- la patologia deve essere preceduta da uno stadio precoce;
- il test utilizzato deve essere applicabile in questo periodo di reversibilità;
- deve esistere la possibilità di un efficace intervento terapeutico praticabile sui malati;
- il test deve essere ad elevata specificità, alta attendibilità, di facile e rapida esecuzione e di costo ragionevole.

A volte con lo screening si vuole invece mettere in evidenza solo una disposizione ad ammalare o un carattere ereditario importante da conoscere per la prevenzione. Ad es. individuare le donne portatrici di emofilia. In molti paesi lo screening di massa è stato applicato per svelare casi di diabete iniziale attraverso la ricerca e la quantità di glucosio.

LA PREVENZINE DELLE MALATTIE INFETTIVE:
Ha lo scopo di prevenire l’insorgenza e la diffusione di malattie infettive nella popolazione. Studia da un lato gli strumenti e i mezzi per combattere gli agenti eziologici e dall’altro lato i provvedimenti rivolti al risanamento dell’ambiente fisico e sociale. L’organizzazione degli interventi prevede:
- profilassi diretta: insieme delle misure di prevenzione che mirano ad impedire la diffusione dei germi attraverso l’isolamento del malato e l’uccisone dei germi;
- profilassi specifica: comprende l’insieme delle attività volte a potenziare le difese dei soggetti sani per renderli resistenti alle infezioni.
- Profilassi indiretta: insieme delle operazioni di carattere generale destinate a risanare l’ambiente e a irrobustire i singoli individui.

LA PROFILASSI INDIRETTA: (Ed. sanitaria)
Comprende tutti i provvedimenti indirizzati al risanamento dell’ambiente di vita per creare condizioni sfavorevoli alla divulgazione degli agenti patogeni aumentando la resistenza dell’individuo. Non viene attuata in relazione alla presenza di un certo numero di casi di una malattia ma al rilevamento dell’incidenza di determinate malattie. La prevenzione indiretta si basa su:
- l’adeguata disponibilità di risorse economiche da dedicare alla tutela della salute;
- l’individuazione di parametri sanitari per valutare lo stato sanitario di base del paese;
- il raggiungimento di condizioni socio-economiche adeguate;
- l’estensione delle vaccinazioni dell’infanzia a tutti i bambini.

LA PROFILASSI DIRETTA:
Comprende sia la profilassi immediata che specifica e si divide nei provvedimenti relativi alle sorgenti, ai veicoli, ai vettori di infezione e all’uomo sano.

DENUNCIA O NOTIFICA DELLE MALATTIE INFETTIVE:
Quando un medico diagnostica ad un paziente una malattia infettiva ha l’obbligo della denuncia della stessa alle autorità sanitarie. L’obbligo non riguarda però tutte le patologie ma comprende quelle che comportano una facile propagabilità degli agenti eziologici all’interno della collettività. L’obbligo riguarda il medico ma si estende anche agli altri operatori sanitari e alle autorità scolastiche e sanitarie delle istituzioni pubbliche. La denuncia viene raccolta dal servizio di medicina preventiva della ASL e viene poi inviata all’ufficio regionale competente e da qui al Ministero della salute. Per alcune malattie (es. colera, vaiolo, febbre gialla) sono previsti dall’OMS protocolli di scambio di informazioni a livello internazionale.

ACCERTAMENTO DIAGNOSTICO:
Ha lo scopo di confermare la diagnosi clinica attraverso indagini di laboratorio condotte sul siero del paziente, o attraverso l’isolamento dal sangue, dalle feci, dalle urine ecc. dell’agente infettivo responsabile della malattia. Le analisi saranno applicate gratuitamente presso i laboratori provinciali d’igiene e profilassi. La denuncia deve essere fatta anche per casi sospetti ed è preferibile isolare subito il paziente in attesa dei risultati delle analisi che richiedono alcuni giorni.

INCHIESTA EPIDEMIOLOGICA:
Ha lo scopo di individuare le fonti d’infezione, il meccanismo attraverso il quale l’infezione si è propagata e tutte le situazioni che hanno favorito l’evento infettivo. È importante per riconoscere per es. un episodio di una tossinfezioni alimentare che colpisce i partecipanti ad un pranzo a cui sono stati serviti cibi contaminati.

ISOLAMENTO:
Misura di profilassi decisa dall’autorità sanitaria come conseguenza della denuncia ed ha lo scopo di circoscrivere il focolaio infettivo, isolando il malato o il portatore. È compito dell’autorità sanitaria utilizzarla solo in casi di reale pericolo. L’isolamento può essere sia domiciliare (scelta utilizzata maggiormente) che ospedaliero. Quest’ ultimo offre una serie di garanzie per evitare la propagazione dell’infezione soprattutto quelle molto diffuse e molto gravi. Un’altra forma di sorveglianza è il piantonamento che è una sorveglianza stretta al domicilio del malato affidato a persone dell’autorità sanitaria con la presenza della forza pubblica. Si ricorre raramente a questo ma solo con persone venute a contatto con un ammalato od un portatore di una malattia infettiva molto grave o fortemente diffusiva come le malattie esotiche.

DISINFEZIONE:
E’ la procedura per eliminare i microrganismi patogeni. Si distinguono una disinfezione artificiale (operata dall’uomo) e naturale (costituita dal complesso di fattori naturali che influiscono negativamente sulla vita dei germi). La disinfezione artificiale può essere effettuata con mezzi chimici e fisici ed è continua (se uccide i germi man mano che vengono eliminati dal paziente), terminale (se attuata alla fine del processo infettivo. La sostanza utilizzata prende il nome di disinfettante. Un buon disinfettante deve essere efficace nell’eliminare, non tossico, facile da utilizzare e deve costare poco. La sterilizzazione si propone di uccidere, in un determinato materiale, tutti i microrganismi presenti, quindi non solo i patogeni ma anche batteri e funghi. Il risultato finale ottenuto varia in base al tempo di esposizione, alla quantità, alla concentrazione di disinfettante utilizzato.

MEZZI NATURALI:
- Luce solare grazie ai raggi uva;
- Temperatura, 100° battericida mentre il freddo è batteriostatico;
- Essiccamento all’esterno dell’organismo ospite perdono acqua e muoiono;
- Competizione con altri microrganismi.

La disinfezione naturale non è comunque molto efficace perché i germi sporigeni riescono a sopravvivere a questi tipi di interventi.

MEZZI ARTIFICIALI:
Si dividono in fisici e chimici.
MEZZI FISICI:
- Calore: fondamentale e può avvenire attraverso incenerimento, calore secco e calore umido. Incenerimento utilizzato per distruggere bende, siringhe e materiale d’uso medico. Nel calore secco si utilizzano speciali apparecchiature dove si espongono all’aria calda gli oggetti di laboratorio. Il calore umido è il mezzo più efficace e si ottiene sotto forma di vapore o acqua a temperatura di ebollizione. Gli oggetti non vengono alterati e la disinfezione è più energica.
- Le radiazioni.
- La filtrazione: consiste nel far passare liquidi contenenti microrganismi attraverso speciali filtri sottilissimi in modo che le parti microbiche sono trattenute sul filtro e la soluzione (filtrato) passi al recipiente sottostante. Questo è usato per sterilizzare sieri, soluzioni ecc.

MEZZI CHIMICI:
Sono tra i più usati per l’estrema praticità e l’elevato potere battericida. Alcuni sono dannosi per l’uomo ma generalmente vengono venduti in forma diluita per ridurre il rischio. Ricordiamo:
- Cloro e i suoi derivati: utilizzato per rendere potabile l’acqua o aggiunto alle piscine per la sua azione antibattericida. Tra i derivati troviamo le candeggine per la disinfezione della biancheria e l’amuchina per la disinfezione di posate, bicchieri ecc.;
- Alcool etilico: antisettico disidratante in grado di denaturare le proteine del germe ma attualmente è poco usato per la sua scarsa attività antimicrobica e perché sulle ferite ne ritarda la guarigione;
- Acqua ossigenata: utilizzata per la disinfezione delle ferite grazie alla sua azione sporicida;
- Composti del mercurio: il più importante è il mercurocromo, soluzione rossa utilizzata per disinfettare le ferite, ha un’ intensa attività antibatterica;
- Lisoformio: soluzione saponosa usata come disinfettante delle mani, dei pavimenti ecc.

LA STERILIZZAZIONE:
Mezzi chimici e mezzi fisici.
Mezzi fisici: la sterilizzazione ha il compito di uccidere, in un determinato materiale, tutti i microrganismi presenti, non solo i patogeni ma anche i saprofiti. Sterile è diverso da disinfezione perché un oggetto sterilizzato saranno tali solo se presentano un’assenza di microrganismi patogeni e non patogeni.

DISINFESTAZIONE:
E’ l’insieme delle pratiche con l’obbiettivo di eliminare o ridurre tutti i macroparassiti, possibili vettori o serbatoi di malattie. I più dannosi e invadenti che possono parassitare l’uomo o l’ambiente sono: le mosche, i pidocchi, le pulci, le zanzare, le cimici, gli acari, gli scarafaggi, i ratti ecc. Quando questi sono presenti in un edificio o in una zona si ha un intervento di disinfestazione realizzati dalla ASL che ha il compito di informare gli abitanti sul motivo, sulla data e sulle cautele da prendere. I prodotti utilizzati per la disinfestazione si dividono in fisici e chimici. Tra i fisici ricordiamo il calore, le trappole per topi, li ultrasuoni le lampade che attraggono gli insetti e poi trasmettono delle scariche elettriche. I disinfestanti chimici sono più numerosi e rappresentano una “guerra chimica” con tutti i macroparassiti. Agiscono per inalazione, ingestione o per contatto.
Un buon disinfettante deve essere: efficace, innocuo per l’uomo e gli animali domestici, economicamente vantaggioso e deve uccidere le larve e le uova e non solo le forme adulte.

INTERVENTI RELATIVI ALL’UOMO SANO:
Profilassi specifica: mira a rendere l’uomo sano più resistente verso i parassiti. I tipi di misure che vengono adottati sono: vaccinoprofilassi, sieroprofilassi e chemioprofilassi.

VACCINOPROFILASSI:
Lo scopo è quello di indurre una risposta immunitaria per prevenire la moltiplicazione di un agente patogeno o virale introdotto nel nostro organismo. È uno strumento di prevenzione applicato nei soggetti sani per renderli immuni ad una specifica malattia. L’obbiettivo viene raggiunto tramite la somministrazione di un preparato, il vaccino, efficace ed innocuo contenente l’agente specifico.

Il vaccino è un preparato di materiale infettivo, ottenuto con batteri, virus o con tossine prodotte dagli stessi trattato in modo da perdere il potere tossico ma non la proprietà antigene ed è somministrato all’individuo per provocare un’immunizzazione artificiale attiva. I vaccini sono dei preparati diversi tra di loro ma che contengono sempre l’antigene per la malattia da prevenire. I tipi di vaccini più diffusi sono:
- V. costituiti da microrganismi viventi usati prevalentemente contro i virus che stimolano i linfociti T. questi preparati determinano un’immunità solida e duratura. Sono di questo tipo per es. il vaccino di Sabin contro la poliomielite.
- V. costituiti da microrganismi uccisi col calore o altre sostanze chimiche prodotti quando non si ha la sicurezza di dare la malattia. Es. vaccino per la pertosse o quello antinfluenzale.
- V. costituiti da anatossine cioè da tossine, perdono il loro potere tossico ma conservano il loro antigene. Utilizzate soprattutto nelle vaccinazioni antitetanica e antidifterica.
- V. costituiti da componenti batteriche purificate con metodiche moderne che consentono la separazione dei diversi costituenti di una cellula batterica;
- Attualmente vengono utilizzate alcuni vaccini ottenute attraverso la tecnica del DNA ricombinante (di ingegneria genetica).

Le caratteristiche di un buon vaccino:
Devono essere efficaci, durevoli, innocui, di facile impiego e economicamente vantaggiosi. Efficace: è in grado di evitare il presentarsi della malattia.
Durevole: varia tra i diversi vaccini; alcuni vaccini proteggono per in anni altri invece per pochi mesi. I richiami consentono di prolungare l’effetto.
Innocuo: non deve dare reazioni collaterali e deve essere pratico d’impiego (somministrato senza personale specializzato).

Vie d’introduzione e di somministrazione:
Via intramuscolare e sottocutanea: vie più importanti perché in grado di assorbire completamente quantità considerevoli di antigene. Attraverso queste vie vengono somministrati vaccini ottenuti da microrganismi uccisi, tossine, componenti batteriche purificate.
Via intradermica: iniezione nel derma con ago sottile vista la piccola quantità di vaccino iniettabile impiegata per vaccini viventi.
Via percutanea: deposizione del vaccino con una piccola ferita, oggi si preferisce il metodo delle punture multiple.
Via orale: utilizzata per la vaccinazione antipoliomielitica, il luogo d’azione è l’intestino. È vantaggioso anche perché non richiede attrezzature particolari.
Via intranasale: per la vaccinazione antirosolia, poco utilizzata per ora in Italia.
Per le vaccinazioni di massa è utilizzato il jet-injector, una siringa senza ago che inserisce la dose di vaccino nel derma.

COSTITUENTI DEI VACCINI:
Un vaccino è una sospensione orale di microrganismi o di anatossine in un mezzo che ne permette la diffusione all’interno dell’organismo. I vaccini posso trovarsi:
- sospesi in soluzione fisiologica, idrovaccini;
- Sospesi in soluzione oleosa, lipovaccini;
- Legati a sali di alluminio;
- Associati in combinazione di anatossine e vaccini batterici.

Idrovaccini: costituiti da microrganismi vivi ed attenuati, capaci di riprodursi nell’organismo e vengono assorbiti rapidamente. Lo stimolo che provocano non è però sufficientemente prolungato nel tempo e si deve ricorrere a dei richiami.
Lipovaccini: validi in quanto diffondono con maggior lentezza ma provocano un buon grado di immunità con una sola somministrazione. Periodo di larga utilizzazione.
I vaccini legati a sali di alluminio: immunità più elevata e duratura, e provocano risposte anticorpali. La presenza del sale di alluminio determina una liberazione del vaccino lenta e graduale che stimola un’immunità di maggior durata.
Vaccini ottenuti dalla combinazione di anatossine con batteri uccisi: es. vaccino associato DTP che richiede però tre dosi successive per l’immunizzazione del soggetto.

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