Saggi alla fiamma

Materie:Appunti
Categoria:Chimica
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Data:08.02.2006
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Testo

Riva Francesco
Scopo: Dimostrare che si può riconoscere una sostanza dai colori emessi durante il contatto con la fiamma azzurra del becco Bunsen.
Gli atomi delle sostanze utilizzate nei saggi alla fiamma possiedono nel “guscio” più esterno un elettrone che viene riscaldato dalla fiamma, e quindi acquistando più energia si sposta su “gusci” più esterni. Quando gli elettroni tornano alla loro posizione originale liberano l’energia prima acquisita emettendo colori diversi che consentono la loro identificazione, questi colori variano da elemento ad elemento e sono diversi a seconda della frequenza d’onda emessa così ogni atomo emette luce di colori diversi e tramite questa luce si può capire di che elemento si tratta.
Se un elettrone compie un grandesalto tra i due livelli occupati, cede tanta energia e quindi avrà una grande frequenza emettendo un colore che si avvicinerà al violetto. Se la luce è rossa, invece, la sua frequenza è bassa quindi avrà ceduto poco energia e il salto tra i due livelli sarà stato più piccolo.
La luce visibile dal nostro occhio ha proprio come limiti di visibilità la luce rossa e quella violetto; radiazioni con una maggiore o minore lunghezza d’onda non sono visibili dal nostro occhio se non con particolari strumenti.
Materiale utilizzato:
- Composti di alcuni elementi da riconoscere
- Becco Bunsen
- Bacchetta in vetro in cui inserire il filo di acciaio (o platino)
- Acqua distillata
- Provetta
- Vetrino Blu
Si preleva con l'ansa una piccola quantità di un
Per l’ esecuzione del nostro esperimento si accende il bunsen poi si bagna nell’acqua distillata il filo di acciaio quest'operazione, che andrà ripetuta dopo ogni prova, serve per eliminare dal filo eventuali tracce di materiali che possono falsare i risultati dei test, si prende un po’ di sostanza con il filo di acciaio e si mette questo sopra la fiamma azzurra del bunsen. A questo punto si deve osservare i colori prodotti dalle sostanze sia ad occhio nudo che attraverso il vetrino blu. Si pulisce il filo d’acciaio e si ripete da capo tutta l’operazione con una diversa sostanza.
Qui c’e una tabella con i dati sperimentali, cioè il modo per decifrare i colori della fiamma e capire di che elementi si tratta.
Sostanza
Colore
Colore attraverso il vetro blu
Sodio
Giallo persistente
Bianco
Potassio
Viola pallido
Viola
Litio
Rosso persistente
Non si vede nessun colore
Calcio
Rosso mattone
Azzurrino
Rame
Verde smeraldo
Azzurro
Stronzio
Rosso a sprazzi
Azzurrino
Bario
Verde pisello
Bianco
Una volta effettuato l’esperimento possiamo notare che quando noi scaldiamo il filo di metallo con l’elemento, forniamo energia e gli elettroni degli atomi passano da un livello all’altro; sul livello superiore rimangono per un istante per poi tornare in quello di partenza perdendo una certa quantità di energia (livello basso - fornisco energia sotto forma di calore – livello più alto per un istante – perde energia – livello più basso). L’energia ceduta dagli elettroni è sotto forma di luce ed è pari alla differenza tra il livello più basso e quello più alto occupato progressivamente dagli elettroni.
Le possibili fonti di errore: Non sono molte il principale è il fatto che non usiamo acido cloridrico per pulire il filo ma acqua distillata che finisce per falsare i nostri test.I tipi di sali o minerali erano sostanzialmente due ma essi si sono combinati fra loro formando altri tipi di sali.
Conclusioni:
Il nostro compito principale era di analizzare dei sali e di scoprire tramite il colore quali fossero noi abbiamo scoperto che erano calcio e rame.
In base al materiale che si mette sopra la fiamma il colore prodotto cambia e le sostanze producono colori diversi perché gli elettroni nel tornare alla loro posizione originale liberano diverse quantità di energia.
Riva Francesco

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