Reazioni chimiche

Materie:Appunti
Categoria:Chimica

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Testo

TRASFORMAZIONI CHIMICHE
di Martinelli Alessandro 2^bs 17-10-2000 relazione n.° 5
breve premessa teorica e scopo dell’esperienza
L’atomo è una piccola parte di una sostanza. Quando dobbiamo studiare le sostanze, usiamo l'atomo in quanto esso contiene le informazioni di tutta la sostanza in questione. Nei composti, invece, esaminiamo gli atomi dei singoli elementi che li compongono.
All'inizio si pensava che l'atomo fosse indivisibile ma in realtà non è così. Intorno al nucleo abbiamo degli spazi che si chiamano orbite, in cui ci sono gli elettroni (carica negativa). Ci sono poi i protoni (carica positiva) e i neutroni (non hanno carica) che si trovano nel nucleo. La massa dell'atomo è determinata proprio da questi ultimi due detti anche nucleoni. La massa dell'elettrone è 1840 volte più piccola di quella del neutrone e del protone. Quando l'atome perde un elettrone diventa uno ione. Se lo ione perde elettroni diventa positivo, altrimenti, se ne acquista, diventa negativo.

MODELLI TEORICI DELL'ATOMO
Modello di Thompson: è il primo modello dell'atomo ed è chimato a cocomero. Il volume è occupato da particelle grandi con carica positiva e da particelle piccole con carica negativa. Questo modello ci dà l'idea di un atomo pieno di materia, senza spazi liberi.
Modello di Rutherford: l'atomo non ha volume pieno. All'interno c'è un nucleo e attorno vi ruotano gli elettroni. L'elettrone gira con forza centrifuga molto velocemente.
Modello di Bohr: L'atomo ha 7 orbite, ognuna con un diverso quantitativo di energia fisso e preciso. Sono detti livelli energetici. I livelli più lontani dal nucleo sono più grandi e ricchi d'energia.

Disegno schematico

Elenco degli strumenti e dell’attrezzatura usati
Becco bunsen, provette in vetro, porta provette, pinza di legno
Dettagliata procedura operativa
Abbiamo preso dal ferro e dello zolfo e abbiamo provato la loro reazione con l’acido cloridrico e con il solfuro di carbonio.
L’acido cloridrico,formula HCl, è incolore, corrosivo e non infiammabile, con odore pungente e soffocante; il solfuro di carbonio è un composto incolore, estremamente volatile, infiammabile, di formula CS2, con odore fastidioso e penetrante, viene spesso indicato anche come disolfuro di carbonio, facendo riferimento esplicito alla composizione chimica. Eseguiamo tutti gli esperimenti sotto la cappa aspirante e lontano a fonti di calore perché le sostanze sono tossiche e infiammabili.
Successivamente prendiamo una piccola quantità di zolfo e la versiamo in una provetta ( che tappiamo con un batuffolo di cotone). Accendiamo il becco Bunsen e riscaldiamo la provetta con il suo contenuto fino a quando non osserviamo più alcun cambiamento. Facciamo lo stesso anche con la polvere di ferro.
Sul ferro e lo zolfo riscaldati eseguiamo le stesse prove con l’acido cloridrico e il solfuro di carbonio e annotiamo i dati in tabella.
Poi abbiamo preso 0,40 g di zolfo e 0,56 g di ferro e li abbiamo scaldati insieme in una capsula fino a formare un miscuglio omogeneo che dividiamo in 2 provette e siamo andati alla cappa di aspirazione e abbiamo rieseguito gli esperimenti con acido cloridrico e solfuro di carbonio.
Risultati ottenuti
Ferro con hcl prima del riscaldamento: si sviluppano gas e puzza di patate marce
Ferro con hcl dopo il riscaldamento: non succede niente
Ferro con cs prima del riscaldamento : non succede nienteniente
Ferro con cs dopo il riscaldamento:si sviluppano gas, odore e poco calore
Zolfo con hcl prima del riscaldamento: non succede niente
Zolfo con hcl dopo il riscaldamento:
Zolfo con cs prima del riscaldamento: reagisce gas puzza poco calore
Zolfo con cs dopo il riscaldamento:
Zolfo + ferro con hcl: niente
Zolfo + ferro con cs:
Analisi dei dati ottenuti e osservazioni
L’esperimento è riuscito alla perfazione.

Esempio