Gli insetti

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GLI INSETTI

Gli insetti sono molto numerosi, ne sono state classificate un milione di specie e si calcola che ve ne siano almeno 2/3 milioni da classificare. Inoltre comparvero sulla Terra molto prima dell’uomo: circa 400 milioni di anni fa contro i 2/3 milioni di anni fa dei primi antenati dell’uomo.
Gli insetti vivono ovunque: preferiscono gli ambienti caldi e umidi, ma si trovano anche nella tundra durante il disgelo.
Hanno il corpo diviso in tre parti: capo, torace e addome.
La forma del capo varia molto a seconda delle specie: gli insetti che succhiano il nettare, ad esempio, hanno una specie di proboscide, mentre altri hanno le madibole molto sviluppate. Nel capo vi sono gli organi di senso, tra cui due occhi composti da numerosi ommatidi (fino a 30.000), ed un cervello abbastanza evoluto, soprattutto negli imenotteri, insetti sociali. Sulla testa vi sono due antenne.
Nel torace si trovano fasci muscolari. Ad esso sono legate le ali, che in genere sono quattro, con l’eccezione degli insetti dell’ordine dei dipteri, che hanno due ali e due bilancieri, ali modificate fino a diventare sottili bastoncini, senza i quali però non possono volare, e dell’ordine dei coleotteri, in cui le ali anteriori si sono trasformate in una sorta di astuccio con funzione protettiva delle ali posteriori. Al torace sono inoltre attaccate le zampe, sempre sei.
L’addome contiene tutti i visceri. L’apparato circolatorio è aperto, ma ciò non rappresenta uno svantaggio in quanto gli insetti sono molto piccoli. Il sangue veicola solo le sostanze nutritive, non l’ossigeno: l’apparato respiratorio è formato infatti da “tubi” chiamati trachee che attraversano tutto il corpo.
Gli insetti hanno, come tutti gli artropodi, uno scheletro esterno (esoscheletro), formato per la maggior parte da chitina. Esso dà buona protezione, ma limita i movimenti e, non crescendo col corpo, fa sì che l’animale debba attuare una muta. Perché il nuovo scheletro si indurisca, però, sono necessarie, a seconda della specie, alcune ore o alcune settimane, e l’animale è, in questo periodo, vulnerabile. Alcuni insetti tentano di risolvere questo problema mimetizzandosi, altri cercando di incutere paura, altri ancora si armano di lunghi peli semi-rigidi che producono irritazione.
Il bruco, ad esempio, che compie la muta all’interno di un bozzolo che tesse con la propria bava, tesse i peli urticanti all’interno del bozzolo. All’interno del bozzolo il bruco compie una metamorfosi completa, in quanto il suo corpo diventa una brodaglia, e si risvegliano cellule finora inattive che ricostruiscono il corpo, ma in maniera completamente diversa: il bruco diventerà infatti una farfalla. La farfalla, a differenza del bruco, il cui unico compito è mangiare, ha le lai in quanto il suo compito è quello di riprodursi: le ali permettono di volare e di trovare un compagno, e i loro vivaci colori hanno la funzione di attirarlo.

GLI INSETTI E I FIORI

Gli insetti impollinatori hanno avuto un importante ruolo nell’evoluzione dei fiori. Infatti, dal momento che gli insetti si cibano del nettare e i fiori si servono degli insetti per trasportare il proprio polline ed impollinare altri fiori, si sono stabilite tra di essi delle specifiche alleanze.
I profumi e i colori dei fiori servono proprio ad attirare gli insetti: ad esempio i fiori impollinati da animali diurni hanno petali più scuri, quelli impollinati da animali notturni hanno petali più chiari e sono più profumati. Inoltre gli occhi degli insetti sono sensibili ai raggi UV, e fotografando un fiore con una pellicola sensibile a questi raggi possiamo notare che esso appare molto diverso: quelle che per noi, ad esempio, sono solo sottili venature, sono per gli insetti linee marcate, che rappresentano ovviamente segnali che indicano dove posarsi.
Le alleanze più evolute si hanno con le orchidee. Una specie, ad esempio, imita la femmina di un insetto, il quale posandosi su di esso è convinto di accoppiarsi. In questo modo il fiore è sicuro che solo quell’insetto si poserà su di lui. Al contrario, un fiore come quello della magnolia può considerarsi molto primitivo, perché ha forma circolare, aperta, e qualunque insetto vi si può posare: non è detto però che successivamente si posi su un altro fiore di magnolia, e, quindi che possa impollinarlo.
Altri tipi di simbiosi avvengono anche con insetti non impollinatori. La mantide, carnivora, imita la forma di un tipo di orchidea, su cui si posa, per poter mangiare le farfalle che vi si posano per succhiare il nettare. L’acacia permette alle formiche di vivere su di sè, anzi, le invoglia a farlo producendo delle bacche solo per loro: le formiche, in cambio, difendono la pianta da altri animali e da tralci rampicanti.

GLI INSETTI SOCIALI

Le api sono insetti sociali. Le api di un alveare rappresentano una colonia, sono cioè tutte figlie della stessa ape regina. Essa è l’unica fertile, le altre sono tutte sterili. Le api operaie producono cellette esagonali all’interno delle quali viene immagazzinato il polline per l’inverno e avviene la metamorfosi completa della larva. Esse inoltre puliscono l’alveare e accudiscono le larve; dopo aver svolto queste attività per circa un mese vengono “promosse” ad api bottinatrici, e vanno in giro a procurarsi il nettare. L’ape regina impartisce ordini alle operaie per mezzo di sostanze chimiche che il suo corpo secerne. Essa ad un certo punto ordina di allevare una larva con pappa reale invece che con nettare: quest’ape diventerà un’ape regina, e, divenuta adulta, si allontanerà per fondare un nuovo alveare: compirà un “volo nuziale” con alcune operaie e con alcuni fuchi. L’ape regina sceglierà un maschio, con cui si accoppierà, e gli altri dovranno allontanarsi, senza però tornare all’alveare di provenienza, dove verrebbero uccisi. La regina può scegliere di fecondare le proprie uova, e in questo caso nascerà un’ape, o di non farlo, e in questo caso nascerà un fuco. In ogni alveare i fuchi sono in netta minoranza e servono solo alla riproduzione.
Le formiche legionarie hanno un nido (generalmente nel tronco cavo di un albero) in cui la regina produce le uova e la colonia attende la nascita delle larve. Dopodiché, tutte le formiche si mettono in marcia (trasportando le larve e la regina) per trovare un altro nido. Lungo il loro cammino, per procurarsi il cibo, le formiche legionarie sono capaci di uccidere piccoli rettili, cani o bovini.
Molto evolute sono le formiche dette tagliafoglie o portaombrelli, che praticano una vera e propria forma di agricoltura: tagliano con le mandibole brandelli di foglie, che portano in un luogo per preparare il terreno su cui nascerà il fungo di cui si nutriranno.

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