Materie: | Altro |
Categoria: | Biologia |
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Data: | 13.02.2006 |
Numero di pagine: | 4 |
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Testo
Padova 06-II-2006
Capodaglio Matteo
Piva Enrico
D’Amico Davide
Verificare l’azione della ptialina e della catalasi.
Materiale usato:
• Bunsen. Il becco di Bunsen brucia un flusso continuo di gas senza rischio che la fiamma abbia un ritorno nel tubo e giunga fino alla bombola. Tipicamente il bruciatore usa gas naturale (sostanzialmente metano con piccole quantità di propano e butano). Il becco di Bunsen è composto da uno zoccolo con il tubo di adduzione nel combustibile gassoso, che presenta all'estremità finale un beccuccio; l'apparecchio è formato anche da un tubo (forato in due punti per l'accesso dell'aria), all'imboccatura del quale viene acceso il gas e di un manicotto, anch'esso munito di due buchi che possono coincidere con quelli del tubo oppure chiuderli. La regolazione del manicotto permette di ottenere una fiamma di diversa natura, ossidante o riducente, a seconda della maggiore o minore quantità di aria aspirata e miscelata al gas. La portata del gas è regolata invece da un'apposita vite. Il calore serve per velocizzare i processi chimici come nelle reazioni viste in laboratorio e altre volte perché determinate sostanze non si sciolgono a freddo ma soltanto somministrando calore.
• Provette
• Ossido di manganese (MnO2). Sostanza avente l’enzima catalasi che permette di scindere il perossido di idrogeno in acqua e ossigeno secondo la seguente reazione 2H2O2 → 2H2O + O2.
• Ptialina. Enzima digestivo contenuto nella saliva: esso ha la funzione di rompere le molecole dei polisaccaridi complessi in catene più semplici, come per l'amido che viene trasformato in maltosio.
• Biscottino.
• Fegato.
• Fehling. Quando si scalda il reattivo di Fehling con una sostanza che contiene zuccheri riducenti cambia colore dal blu, al verde, al giallo e al rosso, questo avviene in base alla quantità di zucchero riducente presente.
• Quando la sostanza assume una colorazione arancione/rossa indica che la concentrazione di zucchero riducente è molta.
• Mortaio.
• Pestello.
Scopo dell’esperienza:
• Verificare che l’azione dell’enzima catalasi sia quella di scindere due molecole di perossido di idrogeno in due molecole di acqua e liberare ossigeno che si nota per la presenza di bollicine all’interno della provetta.
• Verificare che l’azione dell’enzima ptialina sia quella di scindere macromolecole come i polisaccaridi quali l’amido in molecole più semplici come il maltosio. Così si capisce come avvenga il primo stadio dei processi digestivi.
Procedimento
PTIALINA
Provetta n°1
Provetta n°2
1
Sbriciolare ½ di biscottino nel mortaio con il pestello.
Masticare ½ di biscottino con molta saliva.
2
Immettere nella provetta n°1 il biscottino sbriciolato aggiungendo 2 cl di fehling (reagente).
Immettere nella provetta n°2 il biscottino masticato aggiungendo 2 cl di fehling (reagente).
3
Inserire la provetta n°1 nel beker pieno d’acqua (che precedentemente deve essere portata all’ebollizione con l’ausilio del bunsen e con la protezione della retina per far si che il beker non sia a diretto contatto con la fiamma).
Inserire la provetta n°2 nel beker pieno d’acqua (che precedentemente deve essere portata all’ebollizione con l’ausilio del bunsen e con la protezione della retina per far si che il beker non sia a diretto contatto con la fiamma).
4
Estrazione dal bagnomaria della provetta n°1 dopo 10’.
Estrazione dal bagnomaria della provetta n°2 dopo 10’.
5
Osservazioni e conclusioni sugli sviluppi dell’esperienza.
Osservazioni e conclusioni sugli sviluppi dell’esperienza.
CATALASI
Provetta n°1
Provetta n°2
Provetta n°3
Provetta n°4
Provetta n°5
1
Immettere un piccolo quantitativo di sabbia nella provetta n°1.
Immettere un piccolo quantitativo di ossido di manganese nella provetta n°2.
Immettere un piccolo quantitativo di fegato nella provetta n°3.
Immettere un piccolo quantitativo di fegato sminuzzato nel mortaio con il pestello misto a sabbia nella provetta n°4.
Immettere un piccolo quantitativo di fegato bollito nella provetta n°5.
2
Aggiungere 2 cl di perossido di idrogeno (H2O2) alla provetta n°1.
Aggiungere 2 cl di perossido di idrogeno (H2O2) alla provetta n°2.
Aggiungere 2 cl di perossido di idrogeno (H2O2) alla provetta n°3.
Aggiungere 2 cl di perossido di idrogeno (H2O2) alla provetta n°4.
Aggiungere 2 cl di perossido di idrogeno (H2O2) alla provetta n°5.
3
Osservazioni e conclusioni sugli sviluppi dell’
esperienza.
Osservazioni e conclusioni sugli sviluppi dell’
esperienza.
Osservazioni e conclusioni sugli sviluppi dell’
esperienza.
Osservazioni e conclusioni sugli sviluppi dell’
esperienza.
Osservazioni e conclusioni sugli sviluppi dell’
esperienza.
Conclusioni:
Ptialina:
• Il contenuto della provetta n°1 assume solo una leggera variazione del colore verso il rosso/arancione. Questo perché il biscottino, essendo stato solamente sbriciolato, non ha subito la scissione degli zuccheri composti.
• Il contenuto della provetta n°2 assume una colorazione decisamente tendente al rosso/arancione poiché le macromolecole del biscottino, scomposte dalla saliva, hanno reagito con il fehling dando origine, appunto, a questa colorazione.
Catalasi
• Nella provetta n°1 non avviene niente in quanto la sabbia è un composto inorganico e non può, come tale, in nessun modo generare ossigeno.
• Nella provetta n°2 si libera ossigeno in quanto l’ossido di manganese è una delle sostanze in grado di scomporre il perossido di idrogeno in acqua e ossigeno.
• Nella provetta n°3 è avvenuta una reazione nel fegato crudo con acqua ossigenata: è presente la schiuma perché l’acqua ossigenata ha dato 2H2O + O2 e l’ossigeno ha reagito velocemente con il fegato crudo.
• Nella provetta n°4 gli enzimi nel fegato crudo tagliuzzato sono ancora presenti; inoltre la velocità di reazione aumenta perché aumenta la superficie e gli enzimi entrano meglio in contatto con il loro substrato.
• Nella provetta n°5 non avviene nessuna reazione con il perossido di idrogeno perché le proteine che compongono il fegato, essendo state bollite, sono state denaturate e perciò non contengono più nessun enzima.