Materie: | Appunti |
Categoria: | Arte |
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SAN GIOVANNI DEGLI EREMITI
In questo luogo all’incirca nel 6°sec vi fu edificato un monastero gregoriano dedicato a San Ermete. Allungo andare il monastero cadde in rovina, allorché Ruggero II decise di riedificarlo, donandolo ai benedettini, e decise inoltre di dotarlo di cospicui beni.
La chiesa, quindi, fu costruita poco prima del 1148; durante i secoli fu assai manomessa, fino a quando nel 1882 fu restaurata radicalmente dal Patricolo.
Presenta una giustapposizione di corpi cubici cupolati, sistemati secondo una pianta a croce commissa; ciò lo notiamo guardando semplicemente l’edificio dove possiamo individuare perfette figure geometriche piane, quadrate o rettangolari. Ciò attesta chiaramente che la struttura può ascriversi ad architetti e maestranze islamiche, che allora lavoravano in Sicilia a servizio dei re cristiani (ciò lo notiamo anche dalla “qubba” ovvero cupole, di cui a Palermo si trovano altri elementi architettonici).
Le mura, accuratamente squadrate, non hanno ne rincassi né decorazioni d’alcun tipo, fatto ad eccezione delle finestre fortemente sagomate, nell’ultimo ordine del campanile. Il campanile si eleva sul braccio sinistro del transetto, ed ha una struttura severa e culmina in una vivace cupoletta.
La navata è suddivisa trasversalmente da un arco ogivale poi vi è un secondo arco ogivale che limita anteriormente il transetto.
Il transetto a tre absidi semicircolari, e solo quella centrale si pronunzia all’esterno, quindi oltre la struttura del muro.
Vi sono dunque cinque cupole, che coprono la chiesa, una per ciascuna campata; il loro raccordo ai muri perimetrali è dato dal tamburo e da archetti digradanti e da nicchie angolari. “le aperture erano chiuse da transenne in gesso di prezioso traforo e tutt’oggi una di queste esiste, quindi le altre sono solo copie”.
Il convento e stato totalmente distrutto e la parte meglio conservata è il chiostro, costruito in tarda età normanna, dove sono stati riproposti, in scala ridotta, la forma architettonica e gli ornati scultorei già presenti nel chiostro di Monreale, però qui non vi sono assolutamente scene figurate.
Quindi, il chiostro presenta archetti a tutto sesto, sorretti da armoniose colonne binate, e vi è inoltre, una cisterna araba, appartenete all’originario convento benedettino.
A destra della chiesa vi sono degli avanzi di un prezioso edificio inidentificato, questo incorpora l’ala destra del transetto della chiesa di San Giovanni Degli Eremiti.
La sua costruzione si data tra il Xsec e la data di costruzione della chiesa; la funzione che aveva quest’edificio è un po’ in certa, mentre Patricolo pensava che si trattasse di una moschea. Alle pareti vi sono tracce d’affreschi sacri tardo-medievali. Infine diciamo che in età normanna quest’area era un cimitero per le persone di corte, con esclusione di re e principi ereditari, che venivano seppelliti alla cattedrale palermitana.