I treni che vanno a Madras, A. Tabucchi

Materie:Riassunto
Categoria:Antologia
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Testo

Riassunto di:
I treni che vanno a Madras
Il racconto è narrato da un viaggiatore, che seguendo il consiglio di un fascicoletto turistico, ha preferito il treno al viaggio in aereo per giungere a Madras da Bombay.
Il fascicoletto infatti consiglia il viaggio in treno per attraversare l’India, perchè solo in quel modo si può vivere la “vera” India pur viaggiando comodamente .
Altri motivi però spingono l’uomo a intraprendere il viaggio , infatti il treno è per l’uomo anche un modo per cullare e assaporare una misteriosa speranza che spinge il protagonista a Madras.
A Mangalore (o Bangalore) il treno si ferma in stazione , in modo da far salire i passeggeri , tra i quali vi è anche un uomo piuttosto soprappeso , sui 60 anni, che si accomoda nello scompartimento del protagonista .
I due in breve tempo fanno conoscenza , il nuovo passeggero sembra un esperto della cultura indiana e delle usanze locali ; inoltre è un viaggiatore attento perché sa quali cibi è meglio evitare in treno e consiglia a riguardo anche il narratore.
Anche dopo cena i due continuano la conversazione , finché non vanno a dormire.
Durante la notte il treno si ferma per un controllo dei documenti di tutti passeggeri ; anche al narratore e al suo compagno di viaggio viene chiesto il passaporto , quest’ultimo però , sul suo passaporto israeliano, ha un nome sicuramente fittizio: Peter Shlemihl che è il protagonista di una celebre opera letteraria.
Il controllore indiano non si accorge di nulla ma il narratore si insospettisce e chiede il perché di quel nome falso; Peter allora , messo alle strette , decide di raccontare la sua storia : durante la seconda guerra mondiale , dato che è ebreo, era stato deportato in un campo di concentramento nazista , ove avrebbe dovuto fungere da cavia per qualche esperimento; nel campo di concentramento aveva conosciuto un medico nazista , che dopo averlo visitato , aveva spiegato a Peter che la dea Shiva (divinità indiana) , la cui statua era collocata sulla scrivania del dottore , rappresenta il circolo vitale in cui tutte le impurità devono confluire per raggiungere la bellezza ; con questa frase il nazista voleva augurare a Peter che è ebreo, e quindi un essere inferiore, una vita migliore di quella che aveva qualora si fosse reincarnato.
In seguito però Peter è riuscito in qualche modo a scampare alla morte nel campo di concentramento, portando però dentro di sé la ferita causata dall’affermazione del medico , tanto che durante la sua vita ha continuato a cercare di dare alla statuetta un’altra interpretazione: la vita è un cerchio che un giorno si chiude , ma noi non sappiamo quando .

Il giorno seguente il treno arriva a Madras , lì i due si separano , ma Peter chiede al narratore di visitare il museo di Madras e di lasciargli la sua impressione alla sede dell’American Express .
Il narratore ,troppo impegnato dalle sue commissioni , non ha il tempo per visitare il museo ; il giorno della sua partenza acquista il giornale della città: sulla prima pagina vi è la notizia di un misterioso omicidio: la vittima è un cittadino di nazionalità argentina (nel dopoguerra molti nazisti si erano rifugiati in america latina), esperto di arte Dravidica che aveva collaborato col museo di Madras.
L’omicidio appare inspiegabile , infatti niente è stato rubato dalla casa della vittima, l’unico indizio è una statuetta di Shiva lasciata accanto al cadavere. A quel punto il narratore ha un’intuizione: l’assassino è Peter Shlemihl: l’uomo si è probabilmente vendicato dell’uomo che quarant’ anni prima lo aveva fatto sentire come un rifiuto dell’umanità.
In un primo momento il protagonista decide da chiamare l’American Express per lasciare un messaggio a Peter, ma cambia idea , indeciso se la sua intuizione sia esatta o meno.
Il racconto si conclude con la speranza che Peter possa leggere questo scritto.
Shlemihl ha quindi realizzato la sua vendetta uccidendo l’ex-nazista che con le sue affermazioni aveva condizionato tutta la sua vita ; il cerchio della vita per il suo aguzzino si è concluso .

Esempio