Scheda colturale dell'Orzo

Materie:Riassunto
Categoria:Agronomia

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Testo

Caratteristiche botaniche
Ciclo biologico
Esigenze pedoclimatiche
Scelta varietale
Gestione della semina
L’orzo è una graminacea.
Per quanto riguarda i caratteri morfologici , l’orzo è molto simile al frumento. Le foglie si differenziano da quelle degli altri cereali per la presenza di grandi auricole, mentre la ligula non è appariscente; la lamina fogliare presenta superiormente dei solchi.
L’infiorescienza a spiga porta inserite ad ogni nodo del rachide 3 spighette.
Ogni fiore è racchiuso in due glumette: quella inferiore, lemma, con una nervatura mediana e termina con una resta, quella superiore avvolta dalla inferiore.
Entrambe aderiscono a maturazione avvenuta, alla cariosside.
Il colore delle cariossidi può essere giallognolo, biancastro o rossastro.
Il ciclo biologico dell’orzo non si discosta molto da quello del frumento; la capacità da accestimento dell’orzo però è maggiore, così come maggiore è anche la velocità di crescita durante la fase di levata.
Il ciclo biologico dell’orzo è più breve di quello del frumento.
La granella dell’orzo giunge a maturazione prima delle alte temperature estive.
L’orzo si adatta bene negli ambienti dove si producono altri cereali vernini, dove però manifesta una resistenza maggiore alla siccità.
In climi aridi e subaridi l’orzo supera come produttività il frumento.
Tollera le alte temperature ma soffre le condizioni di clima caldo-umido, mostrando elevata sensibilità alle malattie.
E’ meno tollerante al freddo dell’avena e della segale.
La temperatura ottimale per lo sviluppo vegetativo è di 15°C.
Le condizioni di caldo asciutto favoriscono la maturazione della granella.
La scelta della varietà deve tener conto di fattori quali l’epoca di semina, le condiìzioni pedoclimatiche della zona, l’utilizzo finale del prodotto.
La semina può essere sia invernale che primaverile.
Le epoche di semina variano molto da regione a regione; in generale si consiglia una anticipazione dell’epoca di semina negli ambienti più freddi, mentre semine più tardive sono indicate per le varietà più precoci e per quelle meno resistenti all’allettamento.

Gestione del terreno
Gestione della fertilità
Gestione del diserbo
Gestione della raccolta
La lavorazione del suolo per la coltura di orzo è simile alla lavorazione attuata per il frumento. Avviene ad una profondità di circa 25-35 cm; si attua inoltre una minima lavorazione (15 cm).
L’intervento azotato si effettua nel periodo che va dall’accestimento alla levata con apporti fino a 100-150 kg/ha.
L’intervento fosfatico si attua al momento della semina con apporti medi di 70 kg/ha.
Il potassio si introduce solo se necessario nel momento in cui vengono attuate delle lavorazioni; il suo apporto è generalmente di 90 kg/ha.
Il diserbo avviene come per il frumento con pratiche agronomiche e erbicidi non avenicidi.
La raccolta dei cereali deve essere effettuata al giusto grado di maturazione delle cariossidi e quando le loro condizioni e quelle dell’ambiente in cui si opera sono tali da garantire la produzione di derivati al maggior livello qualitativo.
La raccolta si esegue a maturazione piena della granella quando l’umidità della stessa è inferiore al 13,5% che è il suo limite massimo per una buona conservazione.
Ritardare la trebbiatura non è mai conveniente per il timore della grandine e per non incorrere in perdite di prodotto dovute agli attacchi di uccelli o fitofagi oppure a sgranatura e rottura delle spighe durante la raccolta e per ridurre le lesioni delle cariossidi causate dagli elementi trebbianti. Per quest’ultimo aspetto risulta determinante una buona regolazione degli elementi trebbianti quali la velocità di rotazione del battitore e la distanza tra battitore e controbattitore quando la rotazione (600-1000 giri al minuto) vanno regolate in funzione dell’umidità della pianta. In particolare passando dalle ore più calde della giornata a quelle più fresche notturne, si deve passare da un basso numero di giri ed una distanza elevata tra gli elementi trebbianti, ad un numero di giri più elevati e delle distanze più contenute. In particolare se la destinazione è la materia, poi, bisogna operare con particolare cura per non compromettere la germinabilità della granella. In fine un ritardo della trebbiatura fa aumentare il rischio di precipitazione piovose, che sulle cariossidi mature provoca la slavatura e con l’abbassamento delle temperature può causare un pre-germogliamento del prodotto, con conseguente scadimento qualitativo del prodotto.

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