L' AGRICOLTURA BIODINAMICA

Materie:Tesina
Categoria:Agronomia
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Data:16.06.2005
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Testo

Collegio San Giorgio
Opera don Orione
Titolo
L’agricoltura Biodinamica
Candidato
Cartesegna Marco
Relatrice
Alessandra Taverna
Introduzione all’Agricoltura Biodinamica
L’Agricoltura Biodinamica nacque formalmente nel 1924 a seguito di un meeting organizzato da agricoltori tedeschi i quali invitarono Rudolf Steiner, filosofo, ricercatore e fondatore dell’atroposofia, a divulgare le prime sperimentazioni con le quali veniva cercata una
risposta ai problemi emergenti all’agricoltura
chimica allora incipiente.
Emersero in quella occasione nuovi punti di vista attraverso cui guardare ai fenomeni della natura e, in particolare, a quelli relativi all’attività produttiva umana. Il limite e la parzialità di una tecnologia agraria fondata sull’applicazione di schemi di natura fisico-chimica emersero con forza tra gli agricoltori.
Furono dunque gettate le basi per una concezione, diremmo oggi,
“olistica” dell’azienda agricola.
Una azienda in relazione con l’ambiente circostante, con la terra intera e infine con il cosmo i pianeti e le costellazioni.
Nulla doveva essere lasciato solo a se stesso, tutto interconnesso in una complessità di relazioni che travalicavano gli aspetti puramente casuali.
In biodinamica si parla dunque di agricoltura organica intendendo con questo l’attenzione verso tutti quei sistemi compiuti di relazioni viventi che individuano nella nostra osservazione, non solo materiale.
Una pianta è un organismo vivente così come il sistema humus-terreno, il compost, l’animale, l’azienda agricola, il pianeta, il sistema planetario.
Riconoscere questa realtà, operare non solo a seguito di pensieri di causa- effetto ma osservando alla maniera di Johann Wolfgang Goethe, significa sperimentare un pensare diverso, mobile, artistico.
L’agricoltura biodinamica non è quindi una metodologia ma un metodo, un percorso che, anche attraverso raffinate metodiche e tecniche, a misura dei singoli casi, porta l’agricoltore ad essere creatore di un organismo aziendale denso di vita e diffusore di prodotti sani e di vitalità.

1 Scopi
Quali sono gli scopi dell’Agricoltura Biodinamica?
Proviamo qui di seguito a suggerirne alcuni.
La fertilità della terra
Accrescere e mantenere la fertilità della terra, attraverso le cure del suo fattore fondamentale l’HUMUS.
La qualità come compimento
produrre piante e animali che non solo sono sani, ma che abbiano al massimo grado sviluppate le loro qualità tipiche.
Rigenerazione delle sementi
Migliorare la vitalità delle sementi affinché le piante da esse derivate possano dialogare con efficienza con i componenti dell’organismo aziendale e planetario in cui si trovano.
La sana alimentazione
Produrre alimenti che rafforzino il metabolismo umano in modo tale che lo sviluppo fisico-animico e spirituale dell’uomo avvenga in modo armonico e sano.
Una visione globale della vita del pianeta consente al biodinamico di poter operare con gli elementi minerali, vegetali e animali in maniera da inserirsi nei fenomeni della natura in modo mirato e rispettoso. La conoscenza delle funzioni non solo materiali, ma anche delle forze che muovono tali funzioni, consente all’agricoltore di regolare ciò che opera in natura senza danneggiare, impoverire o inquinare ma, anzi, vitalizzando l’ambiente.
Una delle prerogative della biodinamica è il superamento di una visione meccanicistica dei fenomeni per acquisirne una più complessa ma anche più fondata sull’uso dei nostri sensi.
L’uso delle nostre percezioni acquista un posto di rilievo poiché i processi che sono tipici della nostra azienda possono essere sperimentati ed elaborati nel tempo, in un’immagine organica con cui l’agricoltore troverà le soluzioni ai problemi tecnici e pratici.
L’applicazione di concetti ed esperienze e intuizioni derivate dall’approccio sperimentale della chimica e della fisica di laboratorio, ha il limite di dare un
solo punto di vista parziale della vita nell’ambito del sistema ecologico terra, poiché li si rende dipendenti solo dalla componente,per così dire, minerale. Il minerale tuttavia non è sufficiente agli organismi viventi, ciò che vive ha bisogno di ciò che è vivo.
Dunque occorre ed è possibile trovare vie nuove per operare con piante e animali. L’agricoltura biodinamica è un’importante tentativo di governo della natura attraverso strumenti nuovi generati dai processi di vita della natura stessa.
2 Fondamenti
Un esempio di dinamizzazione
rivitalizzazione dell’acqua
attraverso le Flow Form.
Paradossalmente il quanto di sostanza presente in una vasca e nella terra che la sostiene è pressoché lo stesso. Ciò nonostante ad ogni osservatore pare evidente la differenza tra i due soggetti. Un problema della stessa natura sorgerebbe qualora si chiedesse a un chimico di analizzare e comparare i valori di un piccolo quadro di Raffaello e di una grande crosta di pessimo gusto.
Ancora paradossalmente, il chimico che si cimentasse in una tale analisi, dovrebbe dichiarare che i valori maggiori di colore sono presenti nel dipinto più grande. Simile avventura accadrebbero al biologo che volesse analizzare, comparandone gli organi, due esseri umani. Molto dovrebbero dire delle affinità di struttura tra i due soggetti e poco sella loro identità. Da ciò pare legittimo pensare che spesso la pratica tecnologica, che si esprime con analisi quantitative e con soluzioni empiriche dagli apprezzabili risultati, non riesce ad andare di pari passo con la scienza e la stessa conoscenza. Sulla scorta di queste riflessioni un nucleo di ricercatori, agricoltori e allevatori diede vita, nei primi anni Venti del Novecento, a un diverso approccio alla produzione agricola, applicando la teoria gnoseologica elaborata alla fine del XIX secolo da Rudolf Steiner, scienziato ed epistemologo austriaco. Quello che di pregnante è dato esprimere sull'Agricoltura Biologico dinamica è connesso strettamente alla comprensione di questa teoria della conoscenza espressa in testi quali “La filosofia della libertà” (Rudolf Steiner 1894, edito in Italia dall'Editrice Antroposofica). I processi, le pratiche, i preparati, che pure costituiscono parte caratterizzante del metodo agricolo biodinamico, sono l'applicazione di un sistema di conoscenza scientifica, che è indispensabile anche per la comprensione piena di tale metodo. Ciò detto è necessario conoscere "filosoficamente" l'Agricoltura Biodinamica per praticarla? Molti agricoltori biodinamici potrebbero dimostrarvi di no. Se infatti è vero che si può giungere alla conoscenza attraverso il pensiero astratto,è anche vero che l'osservazione e l'esperienza ne costituiscono un momento fondamentale. Molti agricoltori biodinamici hanno semplicemente cominciato a sperimentare ed osservare gli effetti di un metodo e via hanno contribuito a mantenerlo vivo col loro apporto
conoscitivo.
I risultati della pratica agricola mostrano la validità stessa dei fondamenti di pensiero.
2 . 1 Cos’è dunque l’Agricoltura Biodinamica?
L' Agricoltura Biodinamica è una metodologia agricola fondata su solide conoscenze scientifiche, anziché su accidentali constatazioni tecnologiche. Ha elaborato perciò procedimenti produttivi del tutto innovativi rispetto a qualsiasi pratica agricola, procedimenti i cui risultati dimostrano la infondatezza di taluni assiomi della tecnica agricola convenzionale. Infatti conoscenze tecnologiche che di volta in volta apparivano efficaci si sono dimostrate nel tempo imprecise o del tutto infondate. Ricordiamo che la teoria nutrizionale ignorava in questo stesso secolo l'esistenza delle vitamine o dei microelementi e,
non molto prima, l'apporto quantitativo di proteine necessario alla sussistenza umana veniva giudicato secondo valori che oggi sono ritenuti dannosi alla salute.
Le stesse conoscenze tecnologiche che hanno sostenuto in questo secolo l'agricoltura convenzionale si sono rivelate, in rapporto ad una conoscenza più ampia dei processi in atto, non esatte. Il grande apporto di concimi azotati e di pesticidi hanno determinato un danno ambientale dai costi non previsti e ancora difficilmente quantificabili.
Lo stesso aumento progressivo delle rese quantitative delle produzioni ha determinato un crollo dei
prezzi e dunque un impoverimento dei produttori, in luogo dell'iniziale emancipazione della miseria.
Anche qui un esempio di Flow-forms in un parco pubblico
La tecnologia dunque difetta a volte della conoscenza più estesa, che una corretta visione scientifica può dare. Le leggi che governano i processi naturali, come quelli economici e sociali, necessitano di essere conosciuti ben al di là della prima immediata percezione tecnologica, lo stesso sapere tecnologico, si trova a dover sostenere la difficile contraddizione della progressiva distruzione delle risorse che sono sotto il suo dominio. Una visione scientifica imprecisa della terra, delle piante, degli animali e dell'uomo va corretta progressivamente attraverso un ampliamento delle conoscenze ed una libera ricerca scientifica. Per far ciò occorre una pratica sperimentale emancipata dai gravami del pregiudizio, pratica che è stata intento costitutivo della scienza moderna, ma anche rivedere il metodo dell'osservazione e pensare il pensiero. Le ricerche condotte nell'ambito della biodinamica consentono sia di liberare l'attuale produzione agricola da molti dei suoi limiti strutturali, sia di costituire un rimedio a molti dei problemi economici ad essa connessi.
3 Strumenti dell’Agricoltura Biodinamica
Gli strumenti operativi più importanti dell'agricoltore biodinamico sono: - le rotazioni agricole, - i preparati biodinamici, - il compostaggio sia in cumuli con i preparati biodinamici o con trattamenti di superficie, - il calendario lunare e planetario per le semine e per le operazioni colturali, - le lavorazioni non distruttive del terreno, - la concimazione di qualità attraverso sovesci particolari e concimazione con compost biodinamici.
3.1 Preparati biodinamici
Il modo di completare la visione del mondo dei fenomeni della natura con una lettura complessiva sintetica che consenta di cogliere aspetti che l’analisi dei singoli particolari non coglie, è una tipicità della cultura biodinamica.
In particolare il rapporto tra materia e forze che la organizzano è visto in una prospettiva del tutto peculiare: non è la sostanza inorganica in grado in alcun modo di strutturarsi generando esseri viventi organici a partire dalla propria natura. L’osservazione di tutti i fenomeni della natura insegna che la vita nasce laddove è già presente la vita. Una pietra non è in grado di generare in alcun modo una pianta.
Un essere vivente può trovare la propria genesi soltanto da un altro essere vivente. Tuttavia le sostanze hanno la capacità di poter essere afferrate dai processi del vivente se sono in un determinato stato, in un preciso rapporto con le altre sostanze e in luoghi e momenti definiti. Ecco quindi che le qualità delle sostanze divengono un fattore importante per poter operare con gli esseri viventi, condizionandone i processi interni e modificandone i comportamenti e le caratteristiche finali che possono essere utili all’uomo.
L’agricoltura è tutta intrisa
della continua e incessante opera dell’uomo per modificare i rapporti tra le piante, gli animali, il territorio, il terreno coltivabile, in modo da raggiungere degli scopi precisi:
una produzione costante e abbondante, con qualità nutrizionali elevate di alimenti. Il primo scopo in particolare è stato maggiormente tenuto in conto rispetto alle qualità alimentari. Uno dei punti fondamentali su cui vi è stata una ricerca intensa è stata quella della concimazione del terreno. Nel tempo l’evoluzione della concimazione ha portato a trascurare la cura della sostanza organica nel terreno. Questa cura è sempre stata un impegno faticoso degli agricoltori fino all’inizio del secolo scorso, perché vi era la consapevolezza dell’importanza dell’HUMUS per garantire la fertilità dei terreni e quindi la sopravvivenza delle generazioni successive. Da esso, infatti, trae la sua fertilità ogni suolo agricolo. L’avvento della concimazione chimica ha sostituito il lavoro umano per il mantenimento dell’humus nel suolo, con l’uso di sostanze chimiche che attraverso la soluzione circolante del suolo rendessero immediatamente disponibili alla pianta gli elementi minerali necessari. L’ affermazione fondamentale dell’agricoltura chimica è quella per la quale un elemento chimico non muta la sua natura né mantiene alcuna memoria dei processi che lo hanno afferrato e immerso in una catena di reazioni e trasformazioni. L'idea era quindi fornire questo elemento prodotto industrialmente direttamente alla pianta, risparmiamole uno "spreco" di energie per trarre gli elementi
terreno. La concimazione chimica consente inoltre di spingere i processi produttivi della pianta a limiti che da sola difficilmente raggiungerebbe. La concimazione chimica in sostanza guarda e valorizza al massimo la sostanza con una
concezione unilaterale e limitata della stessa.
L’agricoltura biodinamica invece ritiene di dover lavorare con le forze che afferrano le sostanze e le organizzano, di dover quindi tenere conto maggiormente dei processi e dell'aspetto più finemente qualitativo delle sostanze . E lo fa anche attraverso i preparati biodinamici.
Questi vengono prodotti a partire da sostanze naturali quali letame, corna bovine, quarzo, fiori di Tarassaco, Achillea, Camomilla, Valeriana, piante quali Ortica e parti di piante quali la corteccia di Quercia. Altre essenze quali l'equiseto forniscono ulteriori strumenti operativi che affiancano l'agricoltore nel suo lavoro.
I ritmi della natura hanno molta importanza perché divengono anch'essi degli strumenti operativi che l'agricoltore può usare per governare l'azienda ed il territorio.
I preparati, come abbiamo visto, sono costituiti in gran parte da fiori che esistono solo in certi momenti dell'anno. Le forze che governano lo sviluppo delle piante hanno infatti una intima connessione con i ritmi in cui è immerso il nostro pianeta. L'arte dell'agricoltura significa osservare ed inserirsi nella vita del nostro pianeta a partire dal microcosmo di un'azienda agricola.
• preparato 500 cornoletame
• preparato 501 cornosilice
• preparato 502 achillea
• preparato 503 camomilla
• preparato 504 ortica
• preparato 505 quercia
• preparato 506 tarassaco
• preparato 507 valeriana
3.1.1. Il preparato 500° Cornoletame
E' il preparato principale. E' stato elaborato da Rudolf Steiner personalmente e stimola e armonizza i processi di formazione dell'humus nel suolo. Gli elementi di partenza sono costituiti da letame freschissimo senza alcuna lettiera o fibra esterna e da corna di vacca che abbia figliato almeno una volta. Questi elementi vengono sottoposti a processi naturali lunghi una stagione invernale. Verso la fine di settembre-fine ottobre il letame freschissimo viene messo dentro le corna; queste vengono poi sotterrate in un luogo adatto. Intorno al periodo pasquale vengono dissotterrate. Il letame posto internamente alle corna è completamente trasformato in humus inodore, scuro, colloidale: l'esempio di humus allo stato puro. Tutto il preparato derivante dalla raccolta delle corna a primavera viene conservato in contenitori costruiti appositamente che consentano la traspirazione e che nello stesso tempo lo proteggano dall'esterno. Una volta creato il giusto ambiente di conservazione possiamo procedere quando occorre alla distribuzione del preparato sul suolo agricolo. La sua distribuzione avviene dopo aver effettuato la fondamentale operazione di miscelazione e dinamizzazione con acqua tiepida di sorgente, pozzo o piovana. Tale operazione ha una durata di circa un'ora e può essere effettuata sia manualmente che tramite macchine speciali. Le quantità di preparato usate per un ettaro di terra, non è molta: va da 80 grammi a 250, a seconda della qualità del preparato. La distribuzione al suolo deve essere fatta con macchine apposite o, se fatta manualmente, con la pompa a spalla. Il liquido contenente il "500" deve cadere a goccia sul suolo. L'operazione di dinamizzazione e distribuzione deve avvenire in concomitanza di lavorazioni del terreno, concimazioni, trapianti, semine, piantagioni etc. , secondo modalità diverse a seconda dei casi. Effettuare queste operazioni più volte l'anno e regolarmente tutti gli anni, facendo particolare cura ad ogni fase dalla produzione alla conservazione e distribuzione, consente un miglioramento netto dei processi di umificazione del terreno. Tali risultati si raggiungono contestualmente ad una "politica" di gestione dei terreni che miri a non stravolgere le stratigrafia del suolo agrario, a mantenere sempre coperto il suolo con la vegetazione, ed a effettuare rotazioni agrarie e concimazioni organiche sia animali che sovesci vegetali.
Le fasi di preparazione del “500”
Il riempimento delle corna.
Esempio della posizione sul fondo della
buca di ogni corno prima di essere interrate.
Il dinamizzatore e miscelatore modello australiano
Il vortice dell'acqua dove è stato sciolto il preparato deve avere una forma armoniosa ed equilibrata....
la rottura continua e ritmica del vortice attiva il preparato.
Per le aziende professionali
l'irroratore speciale per i preparati
da spruzzo può essere usato
e attivato sul trattore
Dinamizzare a mano è possibile per le aziende di piccola estensione, per i giardinieri , gli hobbysti. Può essere usato un contenitore di legno non resinoso e di un bastone a capo del quale può essere strutturata una scopa naturale o quanto serve per dare la giusta potenza al bastone centrale che verrà appeso in alto
e sospeso a pochi centimetri dal fondo del bidone. Il ritmo deve essere dato dall'osservazione del vortice e dalla sua trasformazione lungo l'intero tempo di dinamizzazione. L'esperienza e l'allenamento percettivo rende nel tempo il lavoro più preciso. La distribuzione dei preparati da spruzzo nei campi avverrà in questo caso con la classica pompa a spalla .
Le condizioni di umidità del terreno devono consentire al preparato che viene distribuito sopra di trasmettere le forze attivanti all'intero strato coltivabile.
La distribuzione viene fatta di pomeriggio-sera e con terreno umido o in tempera.
3.1.2 Il preparato 501 o cornosilice
Il preparato 501 è il secondo preparato da spruzzo. Costituisce il secondo strumento fondamentale dell'agricoltura biodinamica dopo il preparato 500. La Silice costituisce la sostanza della crosta terrestre più abbondante: ne costituisce il 60%, mentre l'ossigeno si attesta intorno al 45%. Le piante in generale sono piuttosto avide di silice.
Il Quarzo bianco è il minerale di silice più puro e quindi adatto per allestire un preparato che possa distribuire sulle piante le qualità della silice. Attraverso questo preparato vengono concentrate e potenziate le forze luminose proprie della silice. Tale concentrazione ha un effetto notevole sulle piante sia erbacee che arboree: potremmo dire che le avvolge di luce e quindi stimola tutto quello che la luce provoca nella fisiologia vegetale e quindi in modi diversi a seconda della fase fonologica della pianta. Un errore nella scelta del momento della spruzzatura del preparato sulle piante può provocare danni anche di una certa gravità. Viene usato per migliorare tutto quello che ha a che fare con le qualità organolettiche e nutritive dei prodotti agricoli. E' importante per regolare l'eventuale scarsità di luce delle zone di pianura o male esposte. Per contrastare gli eccessi delle forze di umidità che portano parassiti e decomposizione. Nella rigenerazione delle sementi rafforza il polo nutrizionale, quello della qualità dei frutti e delle parti che interessano il consumo umano e animale. La qualità dei foraggi diviene nettamente migliore.
Le piante cresciute all'ombra e irrorate con preparato 501 si comportano come quelle cresciute in piena luce.
Il 501 si prepara frantumando, triturando e setacciando cristalli di quarzo bianco con mortaio e setaccio…. e in seguito la polvere finissima che se ne ottiene viene inumidita a fare un pastone e inserite in corna di mucca e messe sotto terra, da Pasqua a fine aprile fino all'autunno.
Dopo aver dissotterrato le corna si preleva la polvere bianca della silice e si conserva alla luce pronta ad ogni uso. Quando serve viene mescolata all'acqua dinamizzandola per circa un'ora e distribuita il mattino presto sulle piante.
3.1.3 Il preparato 502 di achillea
ACHILLEA MILLEFOLIUM
E' una pianta appartenente alla famiglia delle Asteracee - Composite ed è presente in tutta Europa. Cresce in ogni luogo purché vi sia sole. Non soffre né la siccità né il freddo. Teme però i ristagni idrici e l'eccesso di umidità . Riesce a crescere bene sui terreni argillosi e poveri di potassio. Ha un apparato radicale diffuso e ha un effetto benefico sulle piante e sull'ambiente circostante. E' una pianta erbacea perenne. Nel complesso ha una notevole vitalità e al contempo ha una forma piuttosto complessa e ordinata che si esprime in una conformazione sottilmente differenziata. Dalla rosetta basale iniziano a crescere le infiorescenze che si apriranno verso S.Giovanni (24 giugno) e continueranno a fiorire fino all'autunno. Le sommità fiorite si raccolgono all'inizio dell'estate . I fiori si raccolgono a pieno sole quando la maggior parte dei fiorellini dell'ombrella fiorita sia aperta.
L'Achillea è ricca di zolfo e potassio ed ha una particolare capacità di regolare i processi legati a queste due sostanze nel terreno e nel compost una volta trasformata nel preparato 502. Lasciati leggermente appassire i fiori si mettono dentro una vescica di cervo maschio fino a formare un sacchetto ben pieno che viene chiuso con un legaccio e appeso in aria all'aperto in modo che sia inaccessibile a uccelli e roditori .
Il sacchetto rimane al sole e all'aria per tutta l'estate fino a metà ottobre e poi si sotterrano in una buca a circa 30 cm di profondità.
A primavera da Pasqua a fine aprile il preparato viene dissotterrato e conservato in recipienti di cotto, vetro o rame dentro una cassa imbottita di torba. Al dissotterramento avremo un materiale completamente trasformato che avrà una consistenza scura e umica. Questo preparato viene messo poi all'interno del cumulo o compost in piccole dosi e presiederà ai processi legati allo zolfo e al potassio.
3.1.4. Il preparato 503 di camomilla
MATRICARIA CHAMOMILLA
Presente in tutta Europa la Matricaria Chamomilla o Chamomilla Recutita, costituisce uno dei componenti del preparato biodinamico 503. Appartiene alla famiglia delle Asteracee - Composite. Dopo la germinazione del seme forma una rosetta che attraversa tutto l'inverno per cominciare a fiorire all'inizio dell'estate. Fiorisce per tutto il periodo estivo.
La pianta ha un particolare legame col metabolismo del calcio e dello zolfo. Dopo la formazione dei semi muore. Per l'allestimento del preparato 503 vengono raccolti i capolini la mattina quando sbocciano con tempo soleggiato.I capolini vengono lasciati essiccare all'ombra in modo che ne abbiamo una certa quantità.
In autunno inumidiamo i fiori raccolti con infuso di camomilla e li inseriamo nell'intestino medio fresco di bovino.
Tale intestino viene prelevato dalla macelleria in giornata e pulito e riempito a formare dei salsicciotti di fiori di camomilla.
Successivamente sempre in giornata viene sotterrato in una buca di terra profonda intorno ai 30-40 cm. Il tutto attraversa l'inverno sotto terra e verso l'inizio della primavera tra Pasqua a e la fine di aprile viene dissotterrato e l'interno dei salsicciotti, completamente trasformato viene conservato in appositi contenitori posti all'interno di una cassa imbottita di torba.
Quando allestiamo il cumulo o compost all'interno di esso metteremo una piccola dose di questo preparato che agirà nel metabolismo del calcio trattenendo l'azoto che altrimenti verrebbe perso.
3.1.5. Il preparato 504 di ortica
URTICA DIOICA
Appartiene alla famiglia delle Urticacee
è presente in tutta Europa, prolifera su
terreni abbandonati e ricchi di sostanze
azotate .
La si trova laddove c'è un certo disordine (macerie, depositi di ferraglie) oppure dove c'è una certa attività di decomposizione naturale di materiale organico.
La sua presenza migliora i processi di formazione dell'humus nel suolo e sottrae l'eccesso di azoto e ferro. E' utilizzabile sulla pianta come macerato di 24 ore per respingere gli afidi o macerato per alcuni giorni come concime pronto.
Nel tempo ha avuto usi più diversi da quello come fibra sostitutiva del cotone durante la guerra in Germania fino all'uso per l'alimentazione del pollame e dei cavalli con effetto vivificante generale. Contiene molto ferro e acido formico. E' una pianta erbacea perenne.
Quando l'Ortica inizia a fiorire (verso giugno) viene falciata l'intera pianta e interrata in una buca non troppo profonda.
La raccolta è bene farla al mattino presto. Le piante tagliate vengono lasciate ad appassire fino al pomeriggio e successivamente interrate in una buca anch'essa intorno ai 30-40 cm a seconda del tipo di terreno. Dopo un anno viene prelevata l'ortica trasformata in una massa scura di humus e conservata in appositi contenitori. Il preparato così ottenuto ha la capacità di ordinare i processi del compost in particolare riguardo quelli dell' azoto, del ferro e del potassio e del calcio. Ne verrà inserita nel compost una piccola quantità assieme agli altri preparati.
3.1.6 Il preparato 505 di quercia
La specie di quercia che viene usata in questo preparato è la Quercus Robur o Farnia che appartiene alla famiglia delle Fagacee.
Non ama i ristagni idrici, cresce su terreni fertili. Ricca di calcio (77% della corteccia). Per i preparati si usa la corteccia esterna dei rami giovani, che viene raccolta dalla fine primavera a settembre.
Si raccoglie da rami di alberi che abbiano almeno 30-40 cm di diametro del tronco, ma si tratta di raccogliere solo la parte esterna (scorza) senza danneggiare l'albero.
Poi vengono sminuzzati i pezzi raccolti nella dimensione massima di un chicco di grano. Verso la fine di settembre la polvere di corteccia viene messa in un cranio di animale domestico (vacca, pecora, capra, ecc..) e il tutto ben legato viene messo dentro una pozza di acqua che
scorra sempre ma lentamente. In particolare sono adatte le piccole
insenature dei ruscelli nella cui fanghiglia del fondo si immerge il
cranio. A primavera, da Pasqua a fine aprile prendiamo il cranio e ne preleviamo il preparato che sarà anch'esso trasformato e pronto per essere conservato in appositi recipienti e usato per il compost insieme agli altri preparati. Il ruolo di questo preparato è quello di contenere l'eccesso dei processi metabolici del compost e quindi, attraverso la concimazione con compost anche del terreno.
3.1.7. Il preparato 506 di tarassaco
TARAXACUM OFFICINALIS
Il Taraxacum Officinalis, della famiglia delle Asteracee- Composite, si trova pressoché in tutto il mondo. Vegeta nei prati incolti, nei fossi, e si adatta a una gran varietà di ambienti. Erbacea perenne molto vitale. Continua a produrre foglie e fiori pressoché per tutto l'anno.
A maggio, nelle nostre latitudini, ha il massimo della fioritura.
La sua capacità di instaurare un rapporto equilibrato al suo interno tra silice e potassio risulta preziosa per correggere e coordinare i processi legati a questi elementi del compost.
I capolini che stanno sbocciando vengono prelevati all'inizio della
primavera prima che arrivino a fiorire completamente in una mattina di sole. Li lasciamo asciugare e seccare in modo da poterne avere la quantità che ci serve. Li bagneremo poi in autunno (da S. Michele fino alla fine di ottobre) con un infuso, oppure con il succo di tarassaco, pianta intera, . Poi li mettiamo nel mesentere di bovino
( sacco che avvolge l'intestino del bovino) e facciamo una sacco pieno
di fiori di tarassaco. Se il clima ce lo permette possiamo avere anche i fiori freschi e appena appassiti che metteremo subito nel mesentere formandone delle palle singole piene di fiori. Subito dopo lo interriamo in una buca simile a quella fatta per gli altri preparati. A primavera (da Pasqua a tutto maggio) possiamo dissotterrare il preparato che sarà quindi pronto per essere conservato in appositi contenitori e messo in piccole quantità nel compost.
3.1.8. Il preparato 507 di valeriana
VALERIANA OFFICINALIS
La VALERIANA OFFICINALIS, della Famiglia delle Valerianacee, cresce in tutta Europa nei prati, ai margini dei boschi, lungo i torrenti, in penombra su suolo umido e calcareo. Pianta erbacea perenne.
Stimola i processi del fosforo e quindi ha un effetto sui processi di produzione di energia nel metabolismo vegetale.
Si colgono i fiori appena sbocciati a partire da maggio ,si tritano e se ne fa una spremuta che può essere diluita con acqua e imbottigliata.
Oppure si può far fermentare in bottiglia chiusa con tappi di gomma , mettendola in piedi e al buio. L'aria non deve entrare ma i gas di fermentazione devono uscire. All'inizio non conviene tappare sigillando perché la bottiglia potrebbe scoppiare. Questo preparato viene spruzzato diluendolo con acqua tiepida o calda sul compost.
4. Analisi per immagini: la storia
4.1. Analisi Dei Terreni
Una delle peculiarità dell’agricoltura biodinamica è quella di mantenere un costante controllo della qualità dei prodotti attraverso regolari verifiche della qualità del terreno lavorato. E’ opportuno non affidarsi ad un laboratorio che si limiti a determinare il contenuto quantitativo delle sostanze nel terreno. Considerando ogni sostanza organica come il risultato dell’attività di organizzazione integrata tra organismi viventi, abbiamo preferito affidarci ad un sistema d’analisi che tenesse conto anche della qualità del terreno, ovvero della capacità degli organismi viventi di cambiare forme e strutture durante il proprio ciclo vitale. Il metodo utilizzato per le nostre ricerche è quello dall’analisi morfologica (picture-forming method), che tiene conto simultaneamente delle nozioni di sostanza e di attività organizzativa, affiancata ad un’analisi chimica delle sostanze.
L’idea di questi nuovi metodi di analisi nasce per impulso dello stesso Rudolf Steiner, che elabora questi nuovi procedimenti dopo un attento studio delle attività di ricerca dello scienziato e poeta tedesco Wolfgang Goethe.
Gli studi scientifici di Goethe sul divenire delle forme della natura avevano, già alla fine del Settecento, prodotto interessanti scoperte in campo biologico. È seguendo questi metodi di osservazione che Rudolf Steiner ha successivamente pensato di mettere in relazione le forme create dalle sostanze inorganiche (cristalli) con le forme determinate da qualunque tipo di sostanza organica (piante, frutti, suolo, compost, latte, sangue, ecc.) per verificare la vitalità di quest’ultima. In seguito, ha affermato che se mescoliamo una sostanza organica ad una soluzione salina inorganica, quest’ultima sarà influenzata dalla prima. In questo modo otterremo delle indicazioni sulle forze formatrici della sostanza organica in questione. Sotto questo impulso la ricercatrice Lily Kolisko effettua, negli anni Venti, le prime analisi di laboratorio sulle forme di cristallizzazione, con le quali era possibile riscontrare la veridicità del metodo suggerito da Steiner. Subito dopo, il Dr. Ehrenfried Pfeiffer cominciò parallelamente altre ricerche, giungendo a pubblicare i primi lavori, nel 1930 (Cristalli) e nel 1931 (Studio su Cristallizzazione e forze formatrici), con i quali sottolineava la fecondità di questo nuovo metodo d’analisi descrivendone il procedimento. A questi fecero presto seguito i lavori di altri ricercatori, quali quelli di O. C.Gruner e di W. Krebs che confermarono la validità del metodo e quelli di A. Selawry, di F. Bessenich e di H. Krüger intesi a proseguire in modo fecondo la ricerca, per approdare a nuovi risultati scientifici. I metodi morfologici per l’analisi elaborati in questi anni, ed oggi comunemente usati, sono di tre tipi: la cristallizzazione sensibile con cloruro di rame secondo il metodo del Dr. Pfeiffer, la dinamolisi secondo il metodo dei laboratori Wala, con filtro rotondo.
Il primo tra questi, il sistema della cristallizzazione sensibile, prevede l’utilizzo del cloruro di rame come reagente da mescolarsi ad acqua ed alla sostanza biologica che si vuole analizzare.
Si pone, poi, una quantità specifica del composto così ottenuto su una lastra di vetro:si pone, poi, il tutto in una camera di cristallizzazione perché non subisca ne vibrazioni, ne variazioni di temperatura o di umidità. Dopo alcune ore il composto si asciuga lasciando un immagine creata dai cristalli essiccati, la forma risultante sarà dipendente dalle proprietà qualitative dell’estratto organico aggiunto.
Il metodo della dinamolisi capillare riprende i primi esperimenti della Kolisko. Si esegue servendosi di una carta cromatografica assorbente, la si arrotola a cilindro e la si pone in verticale sopra un contenitore a piattino. A questo punto viene fatto salire lungo la carta, per assorbimento, l’estratto della soluzione biologica e lo si lascia asciugare per un paio d’ore. Successivamente, si fa assorbire sulla stessa carta una soluzione di nitrato d’argento fino a un centimetro più in alto della posizione raggiunta dalla sostanza già essiccata. Dopo qualche ora di asciugatura si procede all’assorbimento di una soluzione di solfato di ferro che raggiungerà circa 12 centimetri d’altezza. Questa ultima essiccazione mostrerà un’immagine, ottenuta dalle linee di risalita dei due tipi di cristalli, influenzate dalla sostanza campione.
Infine, per i cromatogrammi con filtro rotondo si utilizza una carta cromatografica rotonda e posta in orizzontale, imbevuta di nitrato d’argento per un diametro di otto centimetri. La soluzione chimica viene fatta assorbire partendo dal centro per andare verso la periferia. Raggiunta l’essiccazione completa dei sali d’argento (dalle due alle tre ore), si procede all’assorbimento della sostanza organica da analizzare, per un diametro di dodici centimetri.
Anche in questo caso si delineerà un’immagine dei cristalli essiccati, direttamente dipendente dalla sostanza organica del campione.
Per ogni immagine che si compone sulla carta, il laboratorio fornisce una lettura della forma creatasi. Nel caso di analisi dei terreni, questa forma ci indica il contenuto di sostanza organica, quello di sostanza inorganica, la quantità di aerazione del terreno…. In ogni caso il metodo garantisce una riproducibilità molto alta e le valutazioni risultano essere molto attendibili.
4.2. Metodi di analisi
Strumenti sofisticati sono oggi in grado di analizzare con una precisione notevole le sostanze che compongono la materia inorganica e quella organica. E' possibile sapere quali sostanze sono presenti in un campione di materia ed anche la loro quantità. Nel mondo inorganico possiamo dire che non vi sono ostacoli particolari alla determinazione della quantità e della specie di sostanze presenti in un campione. Nell'analisi della sostanza organica vivente le cose si fanno più complesse ma certamente anche qui non vi sono ostacoli insormontabili tali che ci impediscano di determinare quali e quante sostanze sono presenti in una pianta, in un campione di suolo o in in un corpo animale. Il punto di vista biodinamico pone un problema di tipo qualitativo: una sostanza chimicamente identica che sia generata in un corpo animale è, nella sua natura, identica alla stessa sostanza, per esempio, prodotta in una pianta oppure in un batterio? Se noi analizziamo chimicamente la sostanza non rileviamo differenze. Come conoscere la qualità di una sostanza o di un insieme di sostanze? I processi viventi che afferrano una sostanza (come anche i processi fisici inorganici) lasciano una traccia nella sostanza stessa? Ne influenzano la natura? Una prima risposta ha iniziato a essere posta sin dagli anni '30 ed ha seguito una evoluzione che fino ad oggi ha elaborato tre metodi fondamentali: Cristallizzazione sensibile, Dinamolisi Capillare e Cromatografia.
4.2.1. La cristallizzazione sensibile
Avviene per mezzo di una soluzione predeterminata di Cloruro di Rame (CuCl2) e acqua, mescolata ad un estratto della sostanza da analizzare. Una porzione standard della miscela così ottenuta viene messa su una piastra di vetro in una camera di cristallizzazione priva di vibrazioni e con ambiente controllato (temperatura ed umidità relativa costanti).
Dopo diverse ora si ottiene come risultato un'immagine cristallizzata specifica del campione. Il cloruro di rame cristallizza, quando è puro in un modo tipico del cloruro di rame; quando è unito, per esempio, ad una soluzione contenente latte, in un modo tipico del latte. E con l'esperienza di molte cristallizzazioni fatte con il latte, il ricercatore riconosce la forma tipica della cristallizzazione del latte; le differenze che si riscontrano nelle forme che si discostano dalla forma-tipo del latte costituiscono un elemento di giudizio per la qualità di ciascun campione.
Il cloruro di rame allo stato puro
cristallizza con queste forme tipiche, a parità di condizioni fisiche, nell'apposita camera di cristallizzazione che impedisce che variazioni di temperatura e di umidità, oltre che le vibrazioni possano alterarne i processi di cristallizzazione.
Con una soluzione di albumina, il cloruro di rame cristallizza secondo queste forme che possono essere lette osservandole nella loro complessità e seguendone le direzioni e gli intrecci dei cristalli.
Una visione complessiva ed articolata ci consente di "leggere" in queste analisi la qualità dei processi legati a quel campione di albumina. Osservando più
internamente ne cogliamo aspetti di forma importanti.
Una soluzione contenente sangue umano ci consente di integrare le analisi quantitative classiche con aspetti importanti che indicano la qualità dei processi che l'organismo umano o animale ha in atto al momento del prelievo.
4.2.2. La dinamolisi capillare
Con questo metodo si utilizzano tre diversi passaggi su carta speciale da laboratorio, di tre soluzioni differenti..
Un primo passaggio viene effettuato con la soluzione ottimale della sostanza che vogliamo analizzare che viene assorbita dalla carta posta in verticale e poi fatta asciugare per due-tre ore.
Dopo viene fatta assorbire una soluzione di Nitrato d'Argento AgNO3 fino all'altezza di un centimetro sopra il livello massimo raggiunto dalla prima soluzione.
Dopo un altro periodo di asciugatura si fa assorbire dalla stessa carta speciale usata in precedenza del Solfato di Ferro.
Ecco come vengono poste le carte filtro speciali per l'assorbimento delle diverse soluzioni dei campioni da analizzare.
Nella dinamolisi possono essere usate altre soluzioni quali, ad esempio il cloruro d'oro.
Qui accanto gli effetti su una pianta di Elleboro delle due eclissi totali di luna del novembre 1956 e del novembre 1957.
Le stesse eclissi hanno avuto effetti visibili su una piante di iris germanica.
4.2.3. La cromatografia al nitrato d’argento
La tecnica di analisi è la seguente: Un disco di carta speciale da laboratorio viene impregnato di una soluzione acquosa di Nitrato d'Argento e fatto asciugare al buio per 2-3 ore e poi viene appoggiato su una capsula Petri di vetro nel quale è disciolta una soluzione della sostanza da esaminare. Viene fatta assorbire finché raggiunge un raggio di 6 cm. Poi viene fatta asciugare .
Come si legge un cromatogramma? Nel caso dei terreni qui di sotto illustriamo in sintesi le indicazioni di lettura:
Zona centrale: rappresenta la componente più minerale del suolo.
Zona interna: rappresenta la componente inorganica del suolo
Zona mediana: rappresenta la componente organica del suolo.
Zona periferica: rappresenta l'attività della flora batterica.
E' importante osservare attentamente il cromatogramma cercando di coglierne il "gesto" complessivo anche addentrandosi nell'osservazione dei particolari ma poi uscirne leggendolo complessivamente osservando il rapporto tra le zone colorate, i loro spazi vuoti e pieni. Con l'esperienza si arriva a riconoscere fenomeni oggettivi dei suoli agrari connessi con le forme interne del cromatogramma.
5. Il calendario biodinamico delle semine
5.1. Gli elementi
Gli influssi cosmici sono uno degli innumerevoli fattori che influenzano la riuscita o meno delle colture. Se rispettiamo la fertilità del terreno, la qualità delle sementi, il rispetto del ciclo di coltivazione di tutte le varietà allora gli influssi cosmici agiranno (positivamente o negativamente) sulla attività della natura.
Nella sua orbita mensile la luna influenza la terra in quattro fasi corrispondenti ai quattro elementi: terra, acqua, aria-luce, calore. Spesso è influenzata dai pianeti, la cui forza è maggiore di quella della luna. I pianeti trasmettono solo impulsi di calore e luce, oppure di terra e acqua. I più forti effetti si registrano in presenza di congiunzioni, opposizioni o trigoni, la cui frequenza caratterizza il clima nel corso dell'anno. L'attività degli elementi cambia quando Sole, Luna e pianeti si spostano nelle varie case dello Zodiaco, e il loro influsso si diffonde ad ogni angolo del pianeta tra cielo e terra, perché appunto costituita da spazi di aria, luce, acqua e terra. Così sono influenzati in modo uguale sia il seme piantato, sia il tempo atmosferico (tempo armonico o uragani).
5.2. Apogeo e perigeo (lontananza e prossimità)
L'orbita della luna intorno alla Terra è ellittica. Perciò c'è un momento in cui è più vicina ed uno in cui è più lontana. In perigeo sono sfavorite le semine, in apogeo la produzione è abbondante ed i semi saranno più sani.
5.3. La luna siderea
La luna compie una rivoluzione attorno alla Terra di 27 giorni, 12 ore e 43 minuti. La luna passa davanti alle dodici regioni zodiacali e trasmette alla Terra le forze collegate agli elementi. Queste forze operano la maturazione nella pianta in quattro diversi organi. Attraverso i tempi di semina, lavorazione e raccolta favoriamo la crescita e la salute della pianta.
Costellazioni dei Pesci, Cancro e Scorpione > Acqua > Umido > Foglie
Costellazioni dell' Ariete, Sagittario e Leone > Calore > Caldo > Frutto
Costellazioni del Toro,Capricorno,Vergine > Terra > Fresco/Freddo > Radici
Costellazioni della Bilancia, Acquario e Gemelli> Luce> Arioso > Fiori
Ogni impulso influenza la terra per due/quattro giorni, ma spesso eventi particolari alterano questa regola. Opposizioni planetarie o trigoni si sovrappongono con impulsi differenti. Altri effetti di solito negativi (non adatti a semina o raccolto) sono i nodi lunari, quando la luna, in movimento (corso siderale) (ascendente o discendente), taglia la linea dell'equatore celeste nella sua traiettoria attraverso lo zodiaco. Questi effetti possono essere potenziati quando due pianeti si incontrano all'intersecarsi delle loro orbite causando una eclissi o copertura (il pianeta più vicino alla Terra interrompe o modifica l'azione di quello più lontano).
5.3.1. Suddivisione delle piante da orto
Piante da radice: ravanelli, rafani, cavoli navone, barbabietole, rape da foraggio, bietole rosse, sedano, carote, scorzonere e simili, patate e cipolle.
Piante da foglia:cavoli,insalate, spinaci, valerianella, indivia, prezzemolo, erbe aromatiche e piante da foraggio.
Da fiore: lino, colza, papavero, girasole (tutti i fiori se recisi in giorni di fiore aumentano il profumo).
Da frutto:fagioli, piselli, lenticchie, soia, mais, pomodori, peperoni, cetrioli, zucchine, zucchini e cereali.
5.4. Ciclo lunare siderale (luna ascendente e discendente) (inverno e estate lunare)
Da non confondere con il ciclo lunare sinodico (luna crescente o calante).
La traiettoria della luna è differente da quella del sole (eclittica) e in rapporto a quest' ultima, la luna si trova per metà del suo tragitto sopra e per l'altra metà sotto.
Il ciclo lunare periodico è il tempo che impiega la luna a compiere un giro completo attorno alla terra. Per ogni rivoluzione passa per due volte sull'eclittica del sole, questi punti sono detti nodi lunari (è il momento durante il quale possono verificarsi eclissi). La luna, tagliando la linea dell'equatore, sale verso le costellazioni zodiacali estive, poi discende verso quelle invernali. Il sole impiega un anno la luna poco meno di un mese ma entrambi nel loro arco passano attraverso le dodici costellazioni dello zodiaco. Osservando dalla Terra la luna nel corso dell'anno traccia un arco sempre più grande (ascendente) o più piccolo (discendente).
Dalla posizione più bassa in Sagittario comincia ad ascendere, l'arco cresce, il punto in cui sorge si sposta in direzione nord-est, e il punto del tramonto si sposta verso nord-ovest. Raggiunti i Gemelli (punto più alto) comincia a discendere, l'arco si abbassa, sorge sempre più a sud-est e tramonta più a sud-ovest.
Naturalmente avviene il contrario nell'emisfero meridionale. In luna ascendente la pianta è più rigogliosa e forte nelle parti superiori, la linfa sale con più forza. È preferibile tagliare rami da innesto, la frutta raccolta si conserva meglio. In luna discendente è meglio seminare o trapiantare, le piante radicano meglio. La linfa ascende meno ed è meglio tagliare alberi e arbusti e per concimare prati, pascoli e frutteti.
5.5. Ciclo lunare sinodico (novilunio e plenilunio)
Il ciclo lunare sinodico è il ciclo delle fasi della luna riportato sulla maggior parte dei calendari e facilmente osservabile riporta il tempo che occorre alla luna, nella sua rotazione intorno alla terra, per raggiungere il sole,però,, poiché il sole si muove,alla luna occorre più di un giro di eclittica per raggiungerlo, ed esattamente 29 giorni, 12 ore e 44 minuti. È un moto lunare che governa la riproduzione. La tradizione consiglia di fare determinati lavori in luna crescente (semina di cereali, di fiori, di ortaggi da frutto e da foglia, eccetto quelli che vanno in semenza come lattuga e spinaci, taglio di legna da ardere, potatura di alberi deboli, innesto a spacco, raccolta di erbe medicinali e di ortaggi da radice e da frutto) ed altri in luna calante (semina e trapianto di ortaggi da radice e dei bulbi, taglio di legna da costruzione, potatura di alberi vigorosi, innesto a gemma, prelevamento delle marze, sfrondatura, raccolta di frutta e di verdure a bulbo, vendemmia, mietitura). Non esistono studi scientifici approfonditi e particolareggiati sulle lavorazioni relative al ciclo sinodico, mentre gli studi della Thun sono sul ciclo periodico. Da 49 anni si conduce una ricerca sugli effetti dei ritmi delle stelle per seguire le reazioni di piante, animali, terreno e tempo atmosferico. La ricerca si svolge a Dexbach su una superficie di circa 5 ettari.
5.6. Storia del calendario delle semine
Durante il corso per gli agricoltori del 1924 Rudolf Steiner espose come i processi della natura vivente sono il risultato dell'azione congiunta delle forze studiate dalle scienze fisiche e chimiche, con le forze formatrici cosmiche. Egli suggerì ai suoi collaboratori di sperimentare queste relazioni cosmiche, studiando gli influssi della luna e dei pianeti. La novità stava nel verificare gli influssi non come relazione di causa ed effetto, come fatto finora dalla scienza ufficiale, ma osservando le relazioni delle varie forme viventi secondo l'approccio scientifico suggerito da Goethe. Dagli anni Venti sono cominciate le ricerche sull'influenza delle forze cosmiche sulle piante. Lily Kolisko mise subito in evidenza l'influenza positiva della luna piena rispetto alla luna nuova. Più tardi si dimostrò che altre situazioni influenzavano questa azione.
Il passaggio della Luna in perigeo, ovvero della massima vicinanza della Luna alla Terra, ha un effetto indurente e negativo, mentre la Luna in apogeo, ossia la massima lontananza tra i due corpi, ha un effetto contrario. I nodi lunari sono posizioni critiche. Furono fatti altri esperimenti sugli influssi della luna ascendente e discendente. Altri sperimentatori, tra i quali Franz Rulni, Schmidt, Max-Karl Schwarte, Ernst Stegemann, studiarono i ritmi di altri pianeti.
Fino al 1950, l'agricoltura biodinamica si regolava sulle fasi lunari (luna piena e luna calante), pur in mancanza di dati statistici che ne confermassero la veridicità. Nonostante alcuni centri universitari ne deridessero il metodo, in alcune università si proseguirono gli studi. Nel 1973, l'Università del Kazan (URSS) crea una cattedra sulle influenze della luna.
Negli anni Cinquanta, però, nuovi studi portano a basi certe. Maria Thun, che in precedenza aveva studiato l'influenza delle fasi lunari, si accorse che le influenze lunari erano da mettere in relazione alla posizione della luna rispetto allo zodiaco. Queste influenze, inoltre, si esercitavano, a seconda del segno zodiacale, sulle quattro parti costitutive della pianta (radice, foglia, fiore, frutto).
Poté verificare questo osservando semine fatte tutti i giorni dell'anno e non solo dodici volte (per ogni passaggio della luna davanti alle costellazioni). Ogni costellazione zodiacale imprime, nel momento in cui fa da sfondo alla luna, un particolare carattere alla pianta.
Le influenze sono poi maggiori in situazioni di trigono, durante le opposizioni, durante le eclissi di Sole o Luna e con passaggi di pianeti dietro il Sole o la Luna. Le osservazioni furono confermate dall'Istituto di Ricerca Biologico-Dinamica (Svizzera), dall'Istituto di Coltivazioni Erbacee dell'Università di Giessen, diretto dal professore E. v. Boguslawski e dall'Institut Hiscia (istituto di ricerche sul cancro) di Arlesheim in Svizzera.
6. Gli organismi
6.1. L’organismo agricolo
Nelle strutture, nei fenomeni e nei processi del nostro pianeta vi sono profonde analogie con la struttura ed i processi dell'essere umano. Per quel che riguarda l’agricoltura queste analogie sono di assoluto rilievo e utilità.
L'essere umano può essere visto come tripartito sia nella struttura che nei processi di ognuna di queste parti. Qui di seguito schematicamente i rapporti tra le varie parti. Da qui è possibile iniziare una serie di osservazioni della natura che, approfondendo divengono la strada per l'allestimento di strumenti operativi importanti per chi con la natura deve lavorare.
6.2. L’organismo uomo
Osservando l'immagine dell'uomo vediamo che è tripartita:
a) Testa - Sfera dura, ossea, in sé conchiusa, rigida, in sé immobile Sistema neurosensoriale centrale, immobile, sostanza nervosa con scarsa capacità rigenerativa, polo della quiete e dell'assunzione dall'esterno, freddo. Potenza del pensiero e della coscienza. Veglia.
b) Addome e membra - Struttura completamente aperta , col bacino su cui appoggiano gli organi molli dell'addome. Sistema del ricambio, processi del metabolismo forti e sempre presenti, grande forza rigenerativa, calore. Polo dell'eliminazione. Sonno
c) Torace - Struttura elastica, ossea, più aperta, in sé mobile. Sistema Ritmico, incontro gas-liquido (aria-sangue).Polo mediano dove l'espellere e l'assumere è ritmicamente congiunto. Sogno
6.3. L'organismo del suolo
Osservando quanto accade nel sottosuolo, alla superficie del suolo e sopra il suolo, possiamo riscontrare una similitudine rovesciata con l'immagine dell'uomo:
a) Sottosuolo - Sotto la superficie del suolo tanto più si scende in profondità, tanto più tutto diviene immobile e freddo; la roccia dura e quieta. E' la testa dell'organismo agricolo.
b) Sopra il suolo - Sopra la superficie del suolo vi è un'intensa mobilità, dove domina il metabolismo, l'ossidazione, il movimento. E' l'apparato digerente dell'organismo agricolo.
c) Suolo - E' quel sottile diaframma mediano tra atmosfera e sottosuolo, media tra i processi convulsi dell'atmosfera e la quiete del sottosuolo. E' il diaframma dell'organismo agricolo. Il cuore dell'agricoltura.
6.4 L’organismo pianta
La pianta può essere vista nella sua tripartizione fisica che corrisponde a quella dell'uomo rovesciato:
a) Radice - Vive nel buio, va verso il buio - E' dura, massiccia, compatta - E' la parte più ferma - E' sensibile [Cercano e "sentono" l'acqua - Cercano l'humus - Selezionano le sostanze] - E' incolore - Accumula sostanze di riserva - Ha forma contratta.
b) Fiore - E' l'opposto della radice, - Vive nella luce, va verso la luce - E' colorato - E' tenero - E' pieno di spazi d'aria - "brucia" subito, ha un metabolismo "calorico" e veloce, emana oli eterei - Tende al calore per formare il frutto - Ha forma espansa.
c) Foglia - Vive tra ombra e luce (un eccesso o una carenza di luce blocca la fotosintesi) - Respirazione e traspirazione - Fotosintesi (costruiscono gli zuccheri a partire dall' anidride carbonica, acqua e luce del sole) - Forma dal contratto all'espanso.
7. La pianta dal punto di vista biodinamico
La vita della pianta si articola in quattro funzioni principali. Esse sono la funzione "radice" legata all'elemento "Terra" , la funzione "foglia" legata all'elemento "Acqua", la
funzione "fiore" legata all'elemento "Aria" e la funzione "frutto/seme" legata all'elemento "Calore".
Terra e Acqua sono elementi centripeti , quindi le 2 funzioni corrispondenti (radici e foglie) tendono alla gravità.
Polarmente Aria e Calore sono elementi centrifughi e tendono alla levità, all'espansione Legato alla funzione radice abbiamo, come azione principale, il deposito dei sali minerali, alla funzione foglia è legato il chimismo della pianta, all'Aria il mondo dei profumi, aromi e sapori, al Calore è legata la maturazione e la serbevolezza.
7.1. Polarità della pianta
Si forma così una polarità nella vita della pianta. Terra e Acqua conformano e danno sostanza al Polo della vitalità, alla corrente dell'ereditarietà, alle forze riproduttive che la pianta sviluppa e trattiene per sé per proseguire di generazione in generazione (L'apparato riproduttivo è cosa ben diversa dalle forze riproduttive: queste ultime si localizzano sulla parte inferiore, il primo in quella superiore).
Aria e Calore rappresentano invece il Polo del valore nutrizionale, cioè del valore alimentare che la pianta ha per altri regni della natura. Tanto più la pianta si collega ad Aria e Calore, maggiore sarà il suo valore come alimento. Con altre parole possiamo anche dire che al polo delle forze riproduttive corrispondono processi di Quantità, processi che creano nella pianta sostanza-peso. Invece alle forze del polo nutrizionale corrispondono i processi di Qualità.
7.1.1. Calcare, Silice, Argilla.
In natura il Polo riproduttivo si appoggia all'azione del Calcare mentre il Polo nutrizionale viene esaltato dall'azione della Silice. Una terza sostanza, l'argilla, ha il compito di equilibrare e far dialogare questi due principi.
8. L’animale nell’azienda agricola
Da quel che avete letto finora, si deduce l'importanza che hanno gli animali in un'azienda biodinamica. Gli effetti della presenza degli animali quali i bovini in primo luogo, in un'azienda sono enormemente benefici e cambiano gli equilibri di forze producendo un forte salto di qualità dell'azienda. Basti pensare alla produzione di letame che consente di poter avere a disposizione un prezioso ingrediente per una concimazione che produca humus. Abbiamo visto che l'unico modo per contrastare la desertificazione in atto in tutto il pianeta è quello di produrre humus nei terreni. Con esso il terreno agrario diviene una "pelle" vera e propria del pianeta.
Un involucro vivente che riesce a rendere nel tempo il terreno capace di maggiore indipendenza dalle condizioni atmosferiche, essendo un terreno umico capace di trattenere acqua e di traspirare in una sorta di autoregolazione così come nella pelle degli animali.
Ecco quindi che il letame trattato con appositi preparati biodinamici che regolano direttamente le forze che intervengono nella compostazione e maturazione della sostanza organica, secondo opportune tecniche e metodi, è lo strumento principe per l'aumento di humus nei terreni agricoli. Naturalmente non tutte le aziende biodinamiche in Italia hanno bestiame, per diversi motivi.
Questo, però, non impedisce a queste aziende di potersi organizzare tra loro in una sorta di "rete" insieme a quelle che hanno animali per ovviare in parte alla loro incompletezza.
Uno dei concetti fondamentali della biodinamica è, infatti, quello di azienda a "circolo chiuso" cioè di organizzazione aziendale in cui minimo è l'apporto di materiali ed energia dall'esterno. Un organismo aziendale completo riesce a ricavare dalla propria organizzazione quasi la totalità dei mezzi di produzione (semi, concimi, sostanze per la difesa delle piante, etc.) riducendo ai minimi termini quello che occorre dall'esterno (energia, mezzi meccanici, etc.).
Se il contesto socio economico oggi non consente ad un'azienda di poter essere pienamente a circolo chiuso si può ricorrere ad una collaborazione territoriale tra aziende che ,nel loro insieme, possano anche parzialmente rendere ovviare alla loro singola carenza.
Naturalmente anche avere una concimazione di letame sparsa per i terreni da animali semibradi costituisce una base di partenza,con opportune tecniche, per utilizzare la forza concimante del loro letame, unitamente ai preparati biodinamici e ai sovesci.
La concezione dell'animale nell'agricoltura biodinamica impedisce che si adottino tecniche di allevamento contrario al benessere globale di ogni animale. Ogni specie, infatti, esige di poter manifestare la propria specificità in un contesto che gli consenta di esprimere le proprie qualità.
Qualità è un leit- motiv che interessa anche gli animali allevati per produrre carne, latte uova o esemplari giovani da crescere quindi è importante comprendere che lo sviluppo delle malattie, ad esempio in un ruminante, è strettamente legato al rapporto che ha col suolo sul quale crescono i vegetali di cui si alimenta.
Un terreno sano produce nel tempo individui sani.
L'alimentazione zootecnica deve riprendere a considerare principi legati non solo alla quantità delle sostanze, ma alla qualità ed alla vitalità degli alimenti. La degenerazione di una specie ha una delle cause più potenti nell'alimentazione, ovvero nelle forze apportate con gli alimenti e nella loro qualità. La qualità della vita di un animale, in definitiva, è determinante per ottenere alimenti che servono all'uomo.

BIBLIOGRAFIA
• Rudolf Steiner - Impulsi scientifico-spirituali per il progresso dell'agricoltura (Corso sull'agricoltura) - Ediz. Antroposofica IV ed. italiana 1995 (327)
• Ehrenfried Pfeiffer - La fertilità della terra - Ediz. Antroposofica II ed. italiana 1997
• Maria e Matthias Thun - Calendario delle semine annuale - Ediz. Antroposofica 1999
• K. v. Heynitz - G. Merckens - L'orto biodinamico - Ediz. Antroposofica II ed. italiana 1992
• E. Podolinsky – lezioni di biodinamica vol. 1 – edito da demeter 1994
• E. e L. Kolisco – l’agricoltura del domani – edito da agribio
• Sito internet – www.agricolturabiodinamica.it
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Esempio



  


  1. Michela Paganelli

    Sono molto interessata all'agricoltura biodinamica