Materie: | Appunti |
Categoria: | Agraria |
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Data: | 10.07.2001 |
Numero di pagine: | 9 |
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IL MAIS
GENERALITÀ
Scoperto a Cuba, diffuso in Italia nel 1600 – 1700. In Italia è coltivato su 800.000 ettari di terreno, con una resa media di 7,5 t (75q). Le regioni più diffuse di mais sono: Veneto, Lombardia, Piemonte, Friuli. Nel centro e nel Sud è poco coltivato. Del tutto assente nelle isole. Alcune tendenze sono l’abbandono della coltura asciutta, intensificazione della tecnica colturale con l’impiego di varietà + produttive, irrigazione, concimazioni abbondanti, diserbo. La destinazione del prodotto è per alimenti zootecnici. La quantità per l’alimentazione umana è molto ridotta. Gli altri impieghi della granella di mais: pop-corn, mais zuccherino, l’industria lo lavora per produrre amido (per la plastica), alcool (come benzina verde), olio, amido di mais.
BOTANICA
Fa parte della famiglia delle graminacee (nome: zea mays). La cariosside è formata dal 13% dall’embrione, 77% dall’endosperma, 10% dall’involucro. L’embrione è costituito da una foglia (piumetta) e una piccola radichetta che scende. L’endosperma è costituito da uno strato alleuronico esterno e da una parenchima graminaceo esterna. Gli involucri contengono più fibre. Le cariossidi di mais mostrano un accentuato polimorfismo. Per quanto riguarda il colore possiamo avere dei granelli gialli, violetti, bianchi, rossi. Riguardo la forma può essere tondeggiante, schiacciata, appuntita. La pannocchia si chiama TUTOLO. Peso dei 1000 semi………50g.
Sottospecie di mais:
- Eberta (mais da pop-corn) ( spighe e cariossidi piccole, endosperma vitreo, se riscaldati scoppiano e, aumentano di volume e di colore.
- Indentata (forma di dente di cavallo) ( presenta una parte cornea solo ai lati, al centro risulta più farinoso (specie + diffusa per gli ibridi). La sua destinazione sono gli alimenti zootecnici.
- Saccarato (mais zuccherino)
CICLO DEL MAIS
Il seme germina formando un apparato radicale che resta in funzione per tutto il ciclo della pianta. Le temperature minime per la germinazione sono di 12° C. le radici arrivano fino ad 1 m di profondità se il terreno è soffice. La levata inizia circa 1 mese dopo la semina. Non accestisce. I nodi sono pieni, le foglie sono alterne (da 12 a 24 nodi e parallelinervi). Nel periodo di siccità, la lamina fogliare tende a arrotolarsi su se stessa per ridurre la traspirazione. Circa 2 mesi dopo la semina inizia la fioritura.
FIORITURA
Il fiore maschile si chiama PENNACCHIO (in cima alla pianta) ed è una spiga dove i fiori sono portati da spighette. La parte femminile è una spiga ascellare ed è chiamata PANNOCCHIA. La spiga è composta da poche spighette che si attaccano al rachide centrale (TUTOLO). Ci sono delle foglie trasformate alla base della spiga femminile che si chiamano CARTOCCIO. Quasi tutte le varietà hanno solo una spiga per pianta caratteristica della fioritura è la PROTERANDRIA fiorisce prima il maschio e poi la femmina. La fecondazione è incrociata solo l’1%. Per il miglioramento genetico vanno ad asportare le parti maschili e femminili. La maturazione avviene dopo circa 40 giorni dalla fecondazione. 1° maturazione lattea con ben il 40% di acqua. Proseguendo abbiamo la maturazione cerosa, il mais è ottimo per l’insilamento. L’acqua scende al 30% e poi si fanno essiccare al 13% di umidità.
EMERGENZA = Da 5 giorni a 20 giorni;
ATTESA = Da 45 giorni (dopo emergenza) a 70 giorni;
MATURAZIONE = Da 50 giorni a 70 giorni;
PROCESSO PRODUTTIVO
Inizia con la cariosside che pesa circa 0,3g, finisce 150 giorni dopo con 1 pianta che pesa 500g. Questa pianta è uno degli organismi viventi con il + elevato tasso di sviluppo di accrescimento. La produzione ad ettaro è data da circa 20 – 25 tonnellate di sostanza secca epigea. Circa la metà di questa sostanza di granella, cioè 10 – 12t a ettaro. Mediamente si hanno 40.000 t a ettaro e ogni pianta 250 cariossidi.
La massima efficienza produttiva si ha con forte radiazione solare e alte temperature (non + di 30°C). il mais si sviluppa bene alle latitudini alte (tropicali, subtropicali), però con disponibilità idrica. La massima intensità assimilatoria (fotosintesi), inizia con l’emissione del PENNACCHIO e prosegue fino alla granigione (formazione della granella). Siamo a fine luglio, inizio agosto. Influenzano sul ciclo produttivo diversi fattori:
1. Apparato assimilatorio (radicale) A funzionale e ben sviluppato, questo avviene se sono state eseguite lavorazioni profonde e concimazioni organiche.
2. Apparato assimilatore + ampio A devo avere delle semine senza fallanze, deve essere anche precisa; inoltre si stanno applicando dei tipi con delle foglie a comportamento eretto;
3. Apparato assimilatore deve essere efficiente e longevo i questo si raggiunge con la concimazione, irrigazione, eliminazione delle infestanti e dei parassiti.
4. Magazzini capaci (cariossidi);
5. Lunghezza del ciclo L in particolare dopo la fioritura, occorre che la granigione inizi il più presto possibile per sfruttare al meglio la temperatura e la lunghezza del giorno.
ESIGENZE AMBIENTALI
Pianta di origine tropicale, quindi è macroterma. Originariamente brevi diurna, poi neutro diurna. Grazie all’elevata variabilità genetica e all’opera dell’uomo, si è estesa al 50° grado di latitudine nord. Riguardo la temperatura le esigenze sono: la minima termica 10 – 12 ° C, la ottimale per l’accrescimento 23°C, per la fioritura 26°C. Con + di 32° C il mais soffre, riguardo all’acqua risulta il principale fattore limitante della produzione. Le zone migliori le chiamano corn – belt. Le zone migliori sono quelle con 60ml al mese, alternate a tempo sereno ed elevata umidità, quindi in Italia durante l’estate occorre ricorrere all’irrigazione. Riguardo al terreno, il mais molto adattabile, eccetto quello asfittico.
AVVERSITÀ METEORICHE
I ritorni di freddo (di tarda primavera) e le precipitazioni prolungate, limitano la crescita; il vento forte, anche, può sradicare la pianta oppure può spezzarla se indebolita dai parassiti.
PARASSITI ANIMALI : piralide, sesammia (danneggia le foglie e il culmo e anche le spighe); mentre invece attaccano le radici agrotidi, elateridi e gli afidi radicali, grillo talpa e larve di maggiolino.
PRASSITI VEGETALI : fusarium (marciume dello stocco, cioè il culmo), elmintosporiosi (macchie necrotiche sulle foglie), carbone.
MIGLIORAMENTO GENETICO
Nel mais il miglioramento genetico ha portato a spettacolari miglioramenti di produzione. Gli obbiettivi sono stati:
massima produttività: è il risultato di altre caratteristiche morfologiche e fisiologiche o dipende dall’aumentare la capacità di assimilazione (foglie + verticali) o potenzialità di immaganizzamento;
giusta precocità : anticipo nella fioritura, consentendo una lunga fase di riempimento; inoltre, consente una rapida essiccazione dopo la maturazione fisiologica;
resistenza al freddo : consente di seminare il mais sempre + a Nord;
resistenza alla siccità;
resistenza alle malattie fogliari;
resistenza ai marciumi;
aumento della lisina (aminoacido): il mais ha maggior valore biologico;
riduzione della lignina.
IBRIDI DI MAIS
Il mais ha una vegetazione incrociata, quindi le piante sono tutte eterozigote, da questo abbiamo diversi punti:
le piante sono ibridi complessi di genealogia ignota; inoltre, non si può dedurre il genotipo sulla base del fenotipo (manifestazione visiva);
con l’autofecondazione, ripetuta per + generazioni, il mais tende a diventare sempre – produttivo; si raggiunge un livello (linea pura). Se si incrociano 2 linee pure si ottiene un ibrido F1 (quello + produttivo), vengono definiti vigorosissimi con un’elevata produzione e + fotosintesi.
Questo processo viene fatto dalle grandi industrie di sementi. Per abbassare i costi di produzione, si è ricorso a degli incroci su 4 vie fino a 16. Sono meno produttivi, costano molto meno, però possono essere seminati. Gli ibridi vengono classificati in 9 classi di precocità decrescente da 100 a 900 comunicato la durata del ciclo.
AVVICENDAMENTO
In passato il mais, entrava in rotazione con il frumento, ed era una coltura miglioratrice perché si eseguivano delle lavorazioni profonde e letamose. Oggi invece, il mais viene coltivato in aziende irrigue e a monosuccessione. Per evitare le manifestazioni si intervalla con la soia (3 anni di mais e 3 anni con la soia). Nella Pianura Padana risulta estremamente valido il mais di 2° raccolta.
PREPARAZIONE DEL TERRENO
Nei terreni compatti la lavorazione dovrà essere fatta a 45 – 50cm; invece per i terreni leggeri la lavorazione è fatta a 30 – 35cm.
Si fa in autunno, poi si fanno le erpicature in inverno e poi in primavera la semina.
CONCIMAZIONI
La coltura cresce nel periodo di massima mineralizzazione della sostanza organica. Si avvantaggia molto della concimazione con il letame. Molte aziende non lo usano più. Gli asporti del mais per 1 q di granella sono 2,5g di azoto, 1,5g di fosforo, 2g di potassio. Per una produzione di 10t a ettaro senza considerare il letame, l’apporto è: 250 di azoto, 120 di fosforo, 70 di potassio. Nel caso della coltura asciutta occorre ridurre la metà delle dosi. La letamazione e la concimazione fosfopotassica vengono fatte prima della semina, mentre l’azoto sotto forma di urea, viene fatto tutto alla semina.
SEMINA
Occorre aspettare che la temperatura del terreno sia stabile e cioè di circa 12°C e quindi, 15 a nascere. Se è seminato in seconda raccolta (giugno oppure a luglio) ci mette solo 10 giorni per nascere.
DENSITÀ DI SEMINA
7 è il numero di piante al m2 in caso di coltura irrigua, se la coltura è asciutta 3 al m2. Nel caso di foraggio si fa fino a 40 al m2. La semina è fatta con la seminatrice di precisione, si stima quante piante vogliamo avere e quindi quanti semi per la macchina. Si considera il 10% di fallanze. (nel caso di densità di 7% e fallanza 15% quanti semi dovrò avere?? 80.500)
DISTANZA DI SEMINA
È circa 75cm fra le file, mentre la distanza sulla fila è 17cm.
Per ottenere il numero di piante al m2: 1m2 \ distanza tra le file x distanza sulla fila. La quantità dipende dalla fittezza di semina e dal peso medio di un seme. La profondità è 4 cm per il terreno umido e 6cm per quello asciutto.
TECNICA COLTURALE
VARIETÀ
Gli ibridi a 2 vie sono + produttivi se l’ambiente è favorevole, però risultano poco adattabili e molto costosi. Risultano convenienti solo dove sono raggiungibili rese adeguate. Gli ibridi a 4 vie, producono meno (circa 80%), però sono molto adattabili e – costosi. Sono + adatti quelli in condizioni marginali di collina.
PRECOCITÀ
Per la semina primaverile in coltura asciutta devo usare degli ibridi precocissimi (classe 200 – 300). Per le semine normali in coltura irrigua si usano le classi 600 e 700 (nel Nord) nel centro 400 e 500.
DISERBO
La sarchiatura non è sufficiente perché opera tra le file. Si sono usati l’ATRAZINA (ottima l’efficacia e la selettività)
Inconvenienti:
azione residuale prolungata;
scarsa efficacia in terreni organici;
resistenza di alcune malerbe;
pericolo di percolazione nelle falde.
Limite di impiego L 0,8kg a ettaro di principio attivo di atrazina
EPOCA DI DISERBO
Viene fatto in pre – emergenza e certe volte in post – emergenza. L’infestante + pericolosa si chiama SORGHETTA che è pericolosa quando il mais è in monocoltura. Si propaga per rizomi, ma anche per seme. La lotta agronomica prevede l’interruzione della monosuccessione con il frumento. L’aratura e l’estirpatura estiva dopo la raccolta del frumento, devitalizza i rizomi della sorghetta.
DIRADAMENTO
Per raggiungere la fittezza (densità), si fa su piante con 3 – 4 foglie, dopo 3 – 4 settimane dalla nascita. Un tempo si faceva manualmente, adesso non è + utilizzata perché le semine sono di precisione.
SARCHIATURA
È utile se il diserbo chimico è stato efficace perché serve a ridurre l’evaporazione del terreno e ad arieggiare la rizosfera. Si può fare la sarchiatura fino a 70cm di altezza circa.
RINCALZATURA
Operazione combinata alla sarchiatura. Come tecnica favorisce la radicazione delle piante e permette l’irrigazione per infiltrazione laterale del solco. Oggi poco usata.
IRRIGAZIONE
Il consumo idrico del mais è di circa 300l di acqua per kg di sostanza secca. Per una produzione totale di 20t a ettaro, l’acqua è 6000m3 a ettaro. In Italia, solo con l’irrigazione si può soddisfare questo consumo. I danni da stress idrico si verificano in particolare alla fioritura. In questo periodo le perdite sono il 50%. Il periodo + importante è quello da 2 settimane prima della fioritura a circa a 2 mesi dopo. I turni, ogni 10 giorni. Le modalità irrigue sono:
- ASPERSIONE (a pioggia);
- PER INFILTRAZIONE LATERALE = si devono fare i solchi.
CIMATURA
Tagliare lo stelo sopra la spiga.
RACCOLTA
Le possibilità di raccolta sono 4:
1. DISTACCO DALLA SPIGA;
2. SFOGLIATURA (scartocciatura);
3. SGRANATURA;
4. ESICCAZIONE
L’umidità ottimale per la conservazione è il 25%; l’epoca va da metà settembre a fine ottobre.
ESICCAZIONE E CONSERVAZIONE
La raccolta viene in 1 periodo (estate – autunno) periodo che diventa umido.
Abbiamo 2 metodi:
1. Mettere le pannocchie in dei gabbioni (con pareti metalliche) larghi 1m e alti 4m e consentono maggiore ventilazione.
2. Si usa l’insilamento che ha varie possibilità:
- farina umida nel silos;
- si usa la granella intera in silos metallici senza aria;
- la granella in silos a trincea con trattamento con acido propionico.
Per poter immagazzinare la granella secca senza pericolo di ammuffimento deve avere il 13% di umidità (obbligatoria l’essiccazione con aria calda con strutture apposta aziendali.
PRODUZIONI
Il record di granella è 20t a ettaro. La resa media italiana è 7t a ettaro. Ogni 10t a ettaro di granella, si producono 12t di steli, foglie, cartocci e tutoli. Questo materiale va interrato, però prima si trincia; oppure viene utilizzato per il foraggio e si produce lettiera per animali e combustibile.
UTILIZZAZIONE
La maggior parte del mais, viene usato come mangime, mentre per l’alimentazione umana è molto meno impiegato. Qualunque sia la destinazione, occorre separare l’embrione, la crusca, l’endosperma, ottenendo diversi prodotti: SPEZZATURA GROSSA (metà del chicco); invece la SPEZZATURA FINE (semola per la polenta). Il germe serve per produrre olio, sottoprodotti (pannelli), diverse trasformazioni industriali……dove otteniamo sciroppo di glucosio, amidi (uso alimentare, carta o plastica)