tesina d'esame completa 69 pagine tutte le materie

Materie:Tesina
Categoria:Tutte
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Testo

Della Porta Giovanni V Bp 2005/2006 I.T.C Matteo Della Corte Tesina D’esame

Materie:
Economia aziendale – Le Banche e il conto corrente di corrispondenza
Pagina 3
Informatica – Le reti
Pagina 8
Inglese - Le Banche
Pagina 18
Diritto - La costituzione italiana
Pagina 20
Scienze delle finanze – Il Bilancio
Pagina 27
Italiano – Gabbriele D’annunzio
Pagina 54
Storia – Prima Guerra mondiale
Pagina 57
Matematica – Ricerca operativa ( Problemi sulle scorte)
Pagina 66

LE BANCHE (u.d. 6)
• Dal 1994 le banche operano in REGIME DI DESPECIALIZZAZIONE del credito e possono concedere prestiti a breve, medio e lungo termine, servizi parabancari…
• Alla fine degli anni ’80 le banche erano soprattutto di proprietà pubblica.
• Inizio ‘900 non \c’erano controlli. Le banche erano soprattutto sottocapitalizzate e la raccolta era soprattutto a breve.
• Fallimenti: Le banche finanziarono con prestiti a medio-lungo termine le industrie belliche=difficoltà a restituire i prestiti.
RIFORMA 1926: introdotte autorizzazioni, obblighi e divieti ma c’era ancora troppa libertà alle banche quindi altri fallimenti. Lo Stato diede vita all’IMI (Istituto Mobiliare Italiano) e IRI (Istituto per la Ricostruzione Italiana).
FUNZIONI DELLA BANCA D’ITALIA sono:
• cura emissione dei biglietti di banca
• gestisce le stanze di compensazione
• gestisce il servizio di Tesoreria provinciale dello Stato
• contribuisce della parità dell’euro
• tiene l’albo delle aziende di credito.
LA BANCA ITALIANA NEL 1936 era:
• prevalentemente pubblica x la forte presenza dello Stato
• specializzata
• poco concorrenziale per la rigidità di gestione. Il mercato era una specie di “serra” chiusa
• poco trasparente
• non del tutto efficiente nel contenimento dei costi
• sottocapitalizzata ossia con mezzi propri scarsi
• standardizzata
Entrata nel mercato dello Stato-Banchiere ossia del Tesoro che emetteva moltissimi titoli come BOT, CCT, BTP. Tali strumenti finanziari rastrellavano notevoli volumi di risparmio, che di fatto erano sottratti alla raccolta bancaria. Questo fenomeno è chiamato DISINTERMEDIAZIONE CREDITIZIA (nascevano altre compagnie che operavano come la banca).
Maggiore Operatività
• Direttiva 73/183: aboliva le limitazioni che impedivano alle banche di aprire sportelli all’estero.
• Direttiva 77/780:
LEGGE AMATO: ha permesso alle banche pubbliche di diventare delle società x azioni. Si poteva fare in 2 modi:
1. Trasformazione diretta dell’ente pubblico
2. Scorporo dell’azienda bancaria.
Le banche hanno creato i GRUPPI BANCARI PLURIFUNZIONALI (svolgevano indirettamente le nuove operazioni). Il modo è il seguente:
• L’ente creditizio (banca-madre) svolgeva le operazioni consentite nel credito a breve.
• Le nuove operazioni (credito medio-lungo) venivano svolte dalle succursali, cioè dalle società specializzate autonome, ma di fatto controllate dalla holding creata dalla banca-madre.
PRIMA

Banche Istituti di Credito

Raccolta Impieghi
Finanziamenti a medio-lungo

Finanziamento solo a breve termine
Il ruolo della banca è quello di interporsi tra i risparmiatori e le imprese. Svolge, quindi, una funzione di intermediazione creditizia e viene a creare il credito indiretto.
A seconda dei casi a cui viene erogato si ha:
• CREDITO ALLA PRODUZIONE concesso alle imprese per consentire di espandere gli investimenti
• CREDITO ALLA PRODUZIONE concesso alle famiglie e ai consumatori, sotto forma di prestiti personali da restituire.
Il ruolo di intermediazione creditizia svolto dalla banca risulta trasforma qualitativamente e quantitativamente il risparmio in credito.
Le imprese i risparmiatori

Hanno sempre trovato nel credito bancario fino agli anni ’70 trovavano naturale
l’unica possibilità di utilizzare capitali affidare alla banca i loro capitali in
complementari ai mezzi propri per finanziare quanto c’erano dei vantaggi:
investimenti. 1. Essa raccoglie ogni tipo di
capitale
2. Essa trasforma il risparmi
o in investimenti a
sostegno dell’econ.
3. C’è remunerazione
Adesso però c’è la DISINTERMEDIAZIONE CREDITIZIA determinata da questi fattori:
• Continua emissione di valori mobiliari (rendimenti + elevati)
• Maggiore conoscenze e informazioni
• Ricerca di investimenti + creditizi
Tutto ciò portò a una DOPPIA DISINTERMEDIAZIONE in quanto molti risparmiatori investivano direttamente i loro capitali nel mercato mobiliare anziché depositarli in banca.
FUNZIONI DELLE BANCHE:
• Funzione Creditizia: trasforma il risparmio in credito
• Funzione di investimento: il credito erogato dalle famiglie e dalle imprese va a sostenere la domanda interna di beni e gli investimenti.
• Funzione di politica economica
• Funzione sociale: azione educativa a sostegno del risparmio
• Funzione monetaria: agevola il regolamento degli scambi e dei pagamenti in genere. La moneta bancaria può essere:
• Moneta cartacea
• Moneta scritturale
• Moneta di plastica
• Moneta elettronica
• Funzione di servizi
Le banche devono stabilire la quantità di mezzi monetari che assicura l’equilibrio nel sistema economico. Il Governo e le autorità creditizie lo fanno attraverso:
1. La politica monetaria, alzano e abbassano il tasso per contrarre o espandere l’economia
2. La politica del credito che punta a: favorire la concorrenza fra le banche
Rendere + autonoma la banca.
E’ il modo con cui lo Stato controlla il sistema bancario di un paese
La Bce (Banca centrale Europea) ha sede a Francoforte. Il suo compito è di fissare il tasso di sconto, ossia il costo del denaro quando esse gli ne vanno a chiedere.
• Sistema bancario italiano è concorrenziale. Questo porta benefici alla clientela. La concorrenza si manifesta attraverso:
1. La gamma dei servizi, infatti + è estesa + è la maggior probabilità di aumentare gli affari
2. Fattore prezzo, i clienti scelgono chi pratica prezzi inferiori sui servizi offerti o tassi d’interesse + convenienti.
3. Concessione del fido
La privatizzazione del sistema bancario, l’aumento di concorrenza e l’affermarsi del carattere d’impresa
Uffici marketing
Gli uomini di marketing segnalano:
1. Dove conviene localizzare nuovi sportelli
2. Quali sevizi e prodotti hanno un maggior contenuto promozionale al fine di conquistare nuovi clienti
3. Verso quale tipo di clientela è meglio rivolgere l’azione pubblicitaria
4. Il tipo di formazione del personale + idonea
5. Soddisfazione del cliente tramite questionari, interviste…
6. Studio e progettazione delle iniziative + efficaci per migliorare l’immagine della banca all’esterno.

LE OPERAZIONI BANCARIE si distinguono in :
1. Operazioni di intermediazione creditizia attraverso le quali la banca si interpone fra risparmiatori e imprese. Si suddividono in 2 gruppi:
OPERAZIONI DI RACCOLTA FONDI (passive) OPERAZ. DI IMPIEGO FONDI
La banca si costituisce debitrice verso chi le fornisce Per mezzo delle quali la banca
I mezzi monetari necessari per effettuare le utlizza i mezzi raccolti per
operazioni di impiego. Esse possono essere: concedere prestiti o per effettuare
investimenti.
O. di RACCOLTA O. di RACCOLTA FINANZIAMENTO INVESTIMENTI
ORIGINARIA DERIVATA ALLE IMPRESE FINANZIARI
Compiute dalla clientela Le banche che hanno acquisto in conto
Possono essere operaz. Molta liquidità cedono proprio di valori
Rimborsabili a breve, capitali a breve scadenza mobiliari…
medio-lungo agli istituti che li richiedono.
O. di RACCOLTA INDIRETTA
Emissione di assegni circolari. FINANZIAMENTI A MEDIO-LUNGO

FINANZIAMENTI A BREVE

2. Operazioni di intermediazione in valori mobiliari, in valute estere
3. Prestazione di servizi, vengono effettuate per soddisfare le esigenze specifiche e sempre + sofisticate della clientela acquisita , per conquistare nuovi clienti. I servizi si suddividono in 2 categorie:

SERVIZI SERVIZI
TIPICI PARABANCARI
La banca è un’azienda a produzione indiretta e svolge un ruolo di intermediazione del credito.
Il CAPITALE PROPRIO degli istituti di credito viene utilizzato per lo + per gli investimenti. I fondi prestati alla clientela è costituita dal CAPITALE DI TERZI.
OBIETTIVI DELLA BANCA sono:
• REDDITIVITA’ che discende dal margine lordo di interesse, ossia dalla differenza fra il tasso di interesse attivo sugli impieghi e quello di interesse passivo sulla raccolta.
• LIQUIDITA’ c’è l’hanno se hanno riserve
• SOLVIBILITA’ ossia la capacità di far fronte in ogni momento aale richieste di rimborso dei risparmiatori
• CONTENIMENTO DEI RISCHI ECONOMICI ossia perdite parziali o totali dei
crediti concessi
FINANZIARI che peggiorano la liquidità della banca perché i crediti vengono rimborsati ma in ritardi rispetto alla scadenza pattuita.
I COSTI E I RICAVI NEL SISTEMA BANCARIO SONO RAPPRESENTATI DAGLI INTERESSI PASSIVI SULLA RACCOLTA E DAGLI INTERESSI ATTIVI SUGLI IMPIEGHI.
MARGINE LORDO DI INTERMEDIAZIONE è: la differenza fra gli interessi attivi sugli impieghi e gli interessi passivi sulla raccolta.
I CONTI CORRENTI DI CORRISPONDENZA
Il c/c di corrispondenza è il contratto con cui la banca assume il mandato di compiere per conto del cliente e dietro il suo ordine pagamenti e riscossioni (di assegni, cambiali, fatture, imposte, bollette, ecc), fornendo quindi al cliente il cosiddetto servizio di cassa.
PROFILO GIURIDICO
Sotto il profilo giuridico, il c/c di corrispondenza si qualifica come un contratto innominato atipico a contenuto misto; questo contratto è riconducibile nella disciplina del mandato, che per il codice è il contratto con il quale una parte si obbliga a compiere uno o più atti giuridici per conto dell’altra.
Il contratto ha per oggetto l’incarico, assegnato alla banca, di effettuare per conto del correntista una molteplicità di pagamenti e riscossioni, in quanto il cliente trasferisce all’ente creditizio il proprio servizio di cassa.
Le operazioni bancarie in conto corrente sono disciplinate dagli artt. 1852/1857 della sezione V del Codice Civile.
Nel c/c di corrispondenza il correntista ha diritto in ogni istante di disporre delle somme che risultano a suo credito.
PROFILO TECNICO
La caratteristica principale dei c/c di corrispondenza è quella di essere alimentati da operazioni della più varia natura.
Gli accrediti possono derivare non solo da versamenti effettuati in denaro contante, ma anche da liquidazioni di stipendi e pensioni, da incassi di assegni ed effetti, da vendite di titoli e di valute estere, da maturazione di cedole, da sconto di cambiali, da giroconti, ecc.
Gli addebiti non derivano solo dall’emissione di assegni bancari a favore proprio o di terzi, ma anche da prelievi di banconote dagli sportelli automatici, da acquisti regolati ai POS o mediante carte di credito, da scadenze di rate di mutui o di premi di assicurazione, da acquisti di titoli e di valute estere, da ordini di bonifico a favore di terzi, da pagamenti di cambiali domiciliate, da giroconti, ecc.
La seconda caratteristica dei c/c di corrispondenza consiste nella possibilità di utilizzare a vista le somme disponibili, senza limitazioni di tempo per i clienti.
La terza caratteristica è quella di prestarsi sia alla raccolta sia all’impiego dei fondi.
Nei c/c sui quali le somme depositate sono costantemente superiori a quelle utilizzate, i correntisti hanno la possibilità di effettuare sconfinamenti temporanei per valuta; inoltre, se la banca accorda al cliente un fido, è possibile che il conto presenti non solo scoperti per valuta, ma anche scoperti in linea capitale.
I c/c di corrispondenza, a seconda dell’andamento del saldo che ne deriva, si classificano in:
• C/c passivi => Generalmente presentano saldi di segno avere, cioè creditori, e costituiscono pertanto un’operazione di raccolta fondi; gli interessi che su essi maturano sono quindi passivi per l’istituto di credito.
• C/c attivi => Sono accesi in occasione della concessione alla clientela, rappresentata prevalentemente da operatori economici, di un fido utilizzabile nella forma tecnica di apertura di credito in c/c. Questi conti rientrano tra le operazioni di impiego fondi e presentano normalmente saldi di segno dare, cioè debitori.
• C/c per elasticità di cassa => Presentano alternativamente saldi creditori e saldi debitori. Sono generalmente intestati a imprese che in determinati periodi producono una liquidità sufficiente o in esubero rispetto alla necessità, mentre in altri avvertono il bisogno di una liquidità superiore a quella disponibile. Questi c/c rappresentano per l’azienda di credito un’operazione sia di raccolta sia di impiego.
Riportando il discorso verso un carattere più generale, va ricordato che tutti i servizi bancari, sia elettronici che non, sono resi possibili, dall’utilizzo di sistemi di reti che permettono la condivisione di grandi quantità di dati tra le varie sedi delle banche, rendendole così in grado di fornirci agevolmente ogni tipo di servizio. Come già detto in precedenza le comunicazioni telematiche tra le filiali di una stessa banca o di banche diverse avvengono tramite l’utilizzo di una rete chiamata ATM che appartiene al gruppo delle WAN e in alcuni ristretti casi al gruppo LAN.
Le reti:
Il periodo storico che stiamo vivendo viene spesso indicato come “ l ’ era dell’informatica ’’. La produttività e la redditività di organizzazioni e di singoli individui dipendono sia dagli strumenti per un ’ elaborazione efficace e veloce delle informazioni , cioè dai computer, sia dagli strumenti per la comunicazione di queste informazioni ,cioè dalla rete comunicativa. L ’ utilizzo contemporaneo della tecnologia dei computer e della tecnologia delle telecomunicazioni ha permesso la nascita delle reti informatiche, usate non solo all’interno di singole organizzazioni, ma anche tra consorzi di organizzazioni. Le transazioni giornaliere nei supermercati , nei grandi magazzini , nelle banche ,nelle agenzie di viaggio, nelle società di servizi e in innumerevoli altri tipi di organizzazione dipendono dal corretto funzionamento delle reti di computer.
Ma cos’è una rete di computer ?
E’ un insieme di computer collegati tra loro.
I computer possono essere i più vari ,di marche diverse tra di loro e con diverse capacità elaborative, dal personal al mainframe ,cui si collegano le stazioni d’utente, dette terminali.
RETI GEOGRAFICHE E RETI LOCALI
Possiamo suddividere le reti in due grandi famiglie con caratteristiche, architettura e risorse fisiche diverse:
• Reti geografiche (WAN) :vengono utilizzate su aree geografiche molto estese ,per le quali si parla di comunicazioni anche dell’ordine di migliaia di chilometri. Il tipo di canale di trasmissione utilizzato, per motivi di costo, diventa rilevante per cui si dovranno effettuare delle scelte che garantiscono una trasmissione affidabile. Al problema delle lunghe distanze è collegata la presenza di dispositivi che hanno lo scopo di rigenerare o ampliare il segnale che sta viaggiando lungo la rete.
• Reti locali(LAN): vengono utilizzate su distanze brevi tra luoghi in uno stesso edificio o edifici
adiacenti .Il loro impiego richiede che esse vengano installate all’interno di una superficie privata, senza alcuna attraversamento di suolo pubblico, utilizzando esclusivamente apparecchiature e canali privati.
LE LAN
Una LAN è un sistema di comunicazione che permette ad apparecchiature indipendenti di comunicare tra di loro, entro un’area delimitata, utilizzando un canale fisico a velocità elevata e con
basso tasso d’errore. La “risorsa LAN” viene equamente ripartita tra tutti i sistemi ad essa connessi. Non conta la dimensione: per una LAN un mainframe è importante come un PC; non conta la funzionalità: per una LAN un server è importante come un client. Inoltre, il funzionamento della LAN non dipende da alcun sistema particolare. Essa continua a mantenere inalterate le sue funzionalità anche in presenza di guasti delle stazioni o dei mainframe, oppure nel caso in cui questi vengano collegati o scollegati. Il progetto delle LAN tiene conto che esse possono coprire solo un’area delimitata, cioè essere adibite ad uso esclusivo di determinata persona o ente e posate all’interno di uno o più fondi contigui o collegati da opere aventi carattere permanente. Una caratteristica principale delle LAN è che esse utilizzano un unico mezzo trasmissivo il quale, sebbene possa sembrare un handicap, ne è uno dei punti di forza. Le LAN hanno quindi un unico mezzo trasmissivo ad alta velocità condiviso nel tempo da tutti i sistemi collegati. Quando un sistema trasmette diventa proprietario contemporaneamente dell’intera capacità trasmissiva della rete. La metodologia di trasmissione è la seguente: un utente trasmette e tutti gli altri ricevono. Tale organizzazione ha enormi vantaggi, ma anche alcune complicazioni: è necessaria la presenza di indirizzi per stabilire il reale destinatario e il mittente della trasmissione e occorre arbitrare l’informazione all’unico mezzo trasmissivo tra tutti i sistemi che hanno necessità di trasmettere.
L’unico canale trasmissivo presente deve anche essere caratterizzato da un basso tasso di errore. Questo è ottenibile abbastanza facilmente in un’area abbastanza limitata di mezzi trasmissivi di buona qualità. La Lan (Local Area Network) è una rete locale generalmente di proprietà di una singola organizzazione ed è quindi interamente gestita da questa . Con la connessione in rete, gli utenti sono posti immediatamente in grado di svolgere le proprie mansioni, accedere alle informazioni aziendali, compilare e inoltrare ordini , mandare messaggi , utilizzare periferiche , ecc.. Una LAN utilizza il modo di trasferimento a PACCHETTO ( anche se oggi esistono delle lan basate sulla trasmissione nella banda 2,4 Ghz, quindi funzionante senza sistemi a fili ),ed è costituita da un unico mezzo trasmissivo ( realizzato con cavi a coppia intrecciata, cavi coassiali o a fibre ottiche )che è in grado di garantire una capacita' trasmissiva relativamente elevata (fino a 20 Mbps) con un basso tasso di errore. Il funzionamento di una Lan è basato sull'assegnazione dell'intera capacità del canale trasmissivo al terminale che, in un certo istante, abbia un'unità informativa da trasmettere. Affinché l'assegnazione delle capacità del canale trasmissivo ai terminali avvenga in modo ordinato al fine di evitare e/o controllare eventuali conflitti tra due o piu' terminali che richiedono di emettere UI nel medesimo istante, sono definite opportune procedure denominate PROTOCOLLO D'ACCESSO; per tale caratteristica, le Lan sono anche riferite in letteratura come reti multi accesso. Una LAN tipica è formata da alcuni mini computer, PC o workstation, vari dispositivi periferici condivisi (come stampante laser ecc.) stazioni di lavoro e uno o più processori specializzati che danno accesso ad altre reti ; inoltre spesso prevedono un mainframe ed includono anche un processore di front - end programmato per sostituire la CPU in particolari compiti. Quando il front - end viene impiegato nei processi commessi alla telecomunicazione, tra l'altro riceve i messaggi in arrivo, memorizza le informazioni trasmesse, invia l' input alla CPU in accordo con eventuali priorità prefissate. Da un punto di vista realizzativo, una rete locale si basa su due componenti fondamentali : lo hardware di collegamento e il software di rete. L’hardware di collegamento e' costituito di una SCHEDA circuitale che, inserita nel calcolatore personale, gli consente di essere collegato con gli altri membri della rete locale, il collegamento viene effettuato mediante cavo elettrico o fibra ottica. Il software di rete è costituito da una estensione al sistema operativo (installato in ogni calcolatore della rete) e un certo numero di comandi aggiuntivi. Infine non bisogna dimenticare che l'esigenza di scambiarsi messaggi ed informazioni sia strutturati che non, all'interno di un'organizzazione è una delle motivazioni che stanno alla base dello sviluppo prima e della diffusione poi delle reti locali; in questo senso il secondo motivo della diffusione delle reti, dopo la condivisione di file e di stampanti, è la possibilità di inviare la POSTA ELETTRONICA che viene fatto in modo efficiente ed economico.
Attributi di una LAN
Gli attributi che deve possedere una LAN sono quelli classici di una rete di calcolatori e cioè:
• affidabilità: oggi la tecnologia delle LAN è assolutamente consolidata e consente di ottenere affidabilità elevatissime, tali da permettere a molti costruttori di produrre schede di rete locale con garanzia illimitata;
• flessibilità: oggi le LAN sono utilizzate per applicazioni molto disparate, dalle LAN di soli PC all’integrazione PC-Mainframe, fungendo da supporto unificato per più architetture di rete, tra loro incompatibili ai livelli superiori del livello OSI;
• modularità: le LAN possono essere realizzate utilizzando componenti di molti costruttori diversi, perfettamente intercambiabili;
• espandibilità: le LAN sono strutture appositamente concepite per fornire una crescita graduata nel tempo, secondo le esigenze dell’utente;
• gestibilità: la maggior parte delle componenti delle LAN prodotti negli ultimi anni sono concepiti per essere gestiti mediante accessi remoti
Affinché queste ed altre proprietà vengano soddisfatte è comunque indispensabile un accurato progetto a priori che tenga conto delle esigenze attuali dell’utilizzatore e delle possibili evoluzioni.
Client-Server
In un mondo in continua e inesorabile evoluzione anche l'informatica vive i propri mutamenti. Piattaforme potenti e veloci, sistemi operativi sempre più' versatili, il contrarsi delle distanze e le comunicazioni sempre più' fitte hanno fatto emergere esigenze e realtà rinnovate. Tra queste l'architettura client/server si pone come arbitro nella contesa delle risorse, nella gestione delle attività multiuser e si configura come una delle soluzioni per il futuro. Client/Server" ha cominciato come aggettivo usato per descrivere un processo di elaborazione ma si è poi evoluto in un sostantivo vero e proprio. Molti prodotti sono stati etichettati come nuovi, grazie ai miglioramenti ottenuti con l'impiego di questa tecnologia che stabilisce i rapporti tra l'elaboratore " Cliente " e l'elaboratore " Servitore. Una delle idee sbagliate in riferimento a questo tipo di elaborazione è che questa riguardi esclusivamente i sistemi di gestione delle basi di dati e il loro accesso, e in particolare SQL, il linguaggio per le basi di dati relazionali. E' indubbio che la funzionalità relativa alle basi di dati rappresenti una notevole realizzazione pratica di questo modello, ma essa non costituisce una definizione dell'elaborazione " Client/Server ", e le due nozioni non sono affatto dei sinonimi. Infatti qualsiasi processo che possa essere ripartito in una richiesta ed in un'intervento può essere incluso nel modello " Client/Server. E' difficile sintetizzare in una definizione che cosa sia e su quali principi si fondi il concetto di tale architettura . Si potrebbe dire che quella client/server e' una configurazione nella quale parte delle applicazioni viene gestita su due o più elaboratori (workstation intelligenti) collegati in rete. Il client, semplificando, e' il lato al quale si rivolge e con cui interagisce l'utente finale, pertanto accoglie gli applicativi e gli strumenti di produttività individuale, mentre il server e' il lato sul quale si riversano i dati e si incarica della condivisione dei file, della gestione della rete, assolve a funzioni di gateway verso il sistema aziendale o servizi pubblici di posta elettronica, governa procedure batch, trasmissioni facsimile e l'organizzazione generale dell'architettura. Volendo sottolineare i punti in comune si può riassumere dicendo che l'architettura client/server prevede l'utilizzo di più macchine connesse tra loro, in modo che cooperino sinergicamente, e che per sfruttare appieno le potenzialità elaborative vanno sviluppate applicazioni ad hoc
TOPOLOGIE DI RETE
Tutti gli elementi che compongono una rete di calcolatori possono esseri connessi fisicamente tra loro in moltissimi modi ,secondo le necessità reali. La topologia della rete è configurazione geometrica dei collegamenti tra i vari componenti di rete .Ci sono vari tipi di topologie ,la scelta di ciascuno dei quali è legata è legata al conseguimento dei seguenti obiettivi:
1. Assicurare la massima affidabilità complessiva della rete, rispettando alcuni vincoli economici .Affidabilità di rete significa buona qualità della trasmissione, con il numero di errori più basso possibile e la presenza di strumenti e procedure per risolvere le situazioni di errore.
2. Consentire un alto rendimento complessivo della rete e soddisfacenti tempi di risposta alla transazione. Il rendimento complessivo si misura in transazioni elaborate nell’unità di tempo e dipende dal numero e dal tipo di sistemi ,dalla loro capacità di parallelismo(cioè di elaborare più transazioni nello stesso tempo),dalla portata, dal numero di linee e dalla capacità di parallelismo di trasmissione in rete. Il tempo di risposta(somma dei tempi di input ,di trasmissione in un senso ,di elaborazione, di trasmissione nel senso opposto e di output) dipende dalle caratteristiche dell’applicazione dal tipo di terminale , dalla portata e dal carico delle linee usate e dal numero di componenti di rete attraversate.
3. Minimizzare i costi di rete ,facendo in modo che il numero totale delle linee sia minimo.
Le più comuni topologie di rete sono :
• A STELLA
• AD ANELLO
• AD ALBERO O GERARCHICA
• A BUS O DORSALE
• A MAGLIA
Topologia a stella: La topologia a stella è la topologia più antica usata nella trasmissione dati. Questa tipologia prevede un nodo centrale al quale sono direttamente connessi tutti gli altri. Tale punto comune è generalmente un concentratore di cablaggio da cui si diramano tutti i cavi che collegano le stazioni. Dato che le stazioni di rete sono collegate punto a punto al concentratore di cablaggio ,i costi ed il numero di cavi necessari potrebbero essere maggiori. Tuttavia considerando il tipo di cavo utilizzato ,il costo totale è all’incirca uguale a quella delle altre tipologie. Anche i costi di comunicazioni sono ridotti, in quanto il trasferimento di dati da un nodo a un qualsiasi altro richiede l’attraversamento di non più di 2 collegamenti e il passaggio obbligatorio al nodo centrale. Nel caso in cui il traffico lungo la rete diventi particolarmente intenso, la velocità di trasmissione può diminuire, in quanto tutte le informazioni devono passare dal nodo centrale; il pericolo è che all’interno della stazione centrale si crei un collo di bottiglia. In molti sistemi, per questi motivi, il nodo centrale viene dedicato unicamente allo smistamento delle informazioni lungo la rete.
La topologia a stella presenta 2 importanti vantaggi. Il primo vantaggio è che un eventuale guasto su un singolo punto di cablaggio non compromette il funzionamento dell’intera rete. Nel caso in cui si verifichi un problema a uno dei cavi ,verrà disattivata solo la stazione collegata tramite quel cavo, mentre tutte le altre continueranno a funzionare normalmente .Il secondo vantaggio è che tale topologia consente una migliore gestione della rete.

Topologia ad anello: in una topologia ad anello ,ogni nodo è fisicamente connesso con altri 2 in modo da costruire una struttura circolare. L’anello può essere bidirezionale o unidirezionale.
Per quanto riguarda un anello unidirezionale, i costi iniziali restano bassi ,i costi di comunicazione subiscono un notevole incremento e la sicurezza dei dati resta inalterata. In questo caso, il messaggio viaggia dalla sorgente verso il nodo destinatario seguendo l’anello: non esiste un nodo prevalente sugli altri , per cui non si crea un concentramento del lavoro in un unico nodo . La rete unidirezionale risulta molto sensibile ai guasti, se si verifica un’interruzione lungo un canale il nodo in questione resta isolato e gli altri nodi non potranno effettuare alcune connessioni ad altri nodi.
I nodi di una rete a stella bidirezionale hanno la possibilità di scegliere il percorso da far eseguire al proprio messaggio per raggiunge il nodo desiderato: la scelta è quindi limitata a due sole possibilità e avviene principalmente in base al numero dei nodi che vanno attraversati.

topologia ad anello
Topologia ad albero o gerarchica: Una rete a topologia gerarchica è rappresentata da una struttura ramificata dei nodi che la compongono: ogni nodo (esclusa la radice) è figlio di un nodo padre, avrà eventualmente dei nodi fratelli e dei nodi figli . Molto veloci e diretti sono i collegamenti locali (tra nodi figli e padri), mentre restano lenti e laboriosi i collegamenti su lunghe distanze ,con un affollamento delle richieste tanto maggiore quanto più ci si avvicina al nodo radice della gerarchia. Il pregio maggiore è la relativa semplicità della gestione. Una tale topologia presenta alcuni inconvenienti: il sistema principale, se sovraccarico di lavoro, può diventare un collo di bottiglia per l’intera rete e provocare il rallentamento dei servizi per tutti gli utenti.

WAN
LAN LAN
LAN LAN LAN
LAN LAN
Tipologia a BUS o dorsale: Questa struttura è molto semplice, utilizza un unico tratto di cavo (mezzo trasmissivo) al quale sono collegate le stazioni rete. Tutte le stazioni condividono questo cavo e i dati trasmessi da una qualsiasi di esse vengono ricevuti da tutte le stazioni collegate a tale cavo . Le estremità del segmento di cavo sono terminate da dei punti di terminazione. Data la semplicità di tale topologia ,il costo dell’implementazione è generalmente contenuto. Il cavo unico può tuttavia comportare un problema di notevole entità, in quanto nel caso in cui si guasti, nessuna delle stazioni potrà trasmettere.

Topologia a maglia: In questa architettura ogni nodo della rete è connesso direttamente a tutti gli altri. I costi dei collegamenti non sono minimi e la gestione della struttura è abbastanza complessa, infatti il numero delle connessioni aumenta in modo quadratico rispetto ai nodi. Il vantaggio fondamentale riguarda la velocità della comunicazione tra i nodi poiché ogni messaggio riesce a trovare il proprio destinatario attraversando una sola linea, senza dover decidere il percorso da seguire. Molto alta è anche la resistenza ai guasti in quanto un’interruzione lungo una linea non causerà mai un isolamento del nodo ma, al massimo un rallentamento del traffico poiché i suoi messaggi dovranno seguire dei percorsi alternativi. Un sistema di questo genere offre delle prestazioni molto elevate, ma anche dei costi notevolissimi: per questo una rete a maglia viene realizzata solo in alcuni casi.

I mezzi di trasmissione dei dati
Le tecniche di trasmissione dati sono state sviluppate per consentire il trasferimento di informazioni,sotto forma codificata, tra terminali periferici ed elaboratori o tra elaboratori posti a notevole distanza tra loro. I tipi di canali disponibili per realizzare le connessioni tra loro possono essere assai numerosi e molto diversi tra loro per natura fisica e costo.
Doppino telefonico: Il doppino è costituito da una coppia di fili di rame isolati e intrecciati dello spessore di circa 1 mm ed è utilizzato nella rete telefonica. E’ usato sia per trasmissioni analogiche sia digitali con una larghezza di banda che dipende dalla sezione del filo e dalla distanza da attraversare. Nel caso di trasmissioni a lunghe distanze possono essere usati dei ripetitori in grado di rigenerare le caratteristiche del messaggio originale.

Cavo coassiale: Il cavo coassiale è composto da un nucleo di rame, circondato da materiale isolante; un’ulteriore protezione è fornita da un involucro più esterno, costituito generalmente da un conduttore intrecciato e infine da un ultimo rivestimento protettivo di plastica. Questa struttura del cavo fornisce un ‘alta larghezza di banda e ottima resistenza al rumore .
Fibra ottica: I recenti sviluppi nella tecnologia ottica hanno reso possibile la trasmissione di dati mediante impulsi di luce. La presenza di un impulso di luce può servire per segnalare un bit a 1,mentre la sua assenza indicherebbe un bit a 0. Un sistema ottico di trasmissione ha tre componenti: il mezzo di trasmissione , la sorgente di luce e il rivelatore .
Il mezzo di trasmissione è una fibra ultra sottile composta di vetro oppure di silicio fuso . La sorgente luminosa invece può essere un semplice led o comunque un dispositivo in grado di generare impulsi luminosi quando viene attraversato da corrente elettrica .Il rilevatore del segnale è un fotodiodo che emette un impulso elettrico quando viene attraversato da radiazione luminosa. Se un solo raggio viene intrappolato, poiché qualunque raggio luminoso incidente sul confine al di sopra dell’angolo critico sarà riflesso internamente ,saranno presenti molti raggi distinti che ‘rimbalzano’ ad angoli diversi. Una fibra ottica operante in questo modo è nota come fibra multimodale. Tuttavia, se il diametro della fibra viene ridotto ad una lunghezza d’onda della luce la fibra agirà come una guida d’onda e la luce si propagherà in linea retta ,senza rimbalzare: in questo caso , si ha, la cosiddetta fibra monomodale. Le fibre monomodali richiedono (costosi) diodi laser per il loro pilotaggio, anziché (economici) led, ma sono più efficienti e possono coprire distanze maggiori.
Satellite o etere: I satelliti di comunicazione possono essere considerati dei grossi ripetitori galleggianti nel cielo. Ogni satellite contiene dei trasponditori che recepiscono i segnali provenienti da una porzione dello spettro e provvedono ad amplificarli e a rispedirli su un’altra frequenza.
Più semplicemente il satellite riceve il segnale ,trasmesso su una certa frequenza ,da una stazione a terra, lo trasla su una frequenza diversa e lo ritrasmette verso altre stazioni a terra. L’uso di due diverse frequenze per le trasmissioni da e verso il satellite è necessario per evitare interferenze reciproche. Il segnale ritrasmesso verso terra può essere ricevuto da ogni stazione che si trovi all’interno del cono d’azione del satellite e che sia sintonizzata sulla frequenza usata . Il segnale può trasmettere voci ,immagini ,dati o segnali TV. Oltre alla banda trasmissiva molto ampia, il satellite presenta altre caratteristiche vantaggiose: assicura un’ampia copertura geografica e permette di raggiungere luoghi isolati e difficilmente collegabili con altri mezzi. L’ampiezza della copertura geografica presenta anche l’inconveniente che ogni stazione di terra nell’area servita dal satellite può ricevere i segnali trasmessi ,con grave rischio di intercettazioni di informazioni riservate. I satelliti presentano degli enormi vantaggi rispetto agli altri mezzi trasmissivi in quanto il costo è indipendente dalla distanza di trasmissione e i segnali non sono soggetti alle normali barriere naturali o architettoniche.
The bank
Bank is an organization that receive money from general public and either hold it in deposit, making it available to the person who has deposited it or lend at interest to people who wish to borrow .
The bank offers services to the general public :
1) Statement account: (estratto conto)to a current account holder recording all payment into and from his current account for a given period of time
2) They exchange money from one currency to another

3) They advice customers on the best way of investing their money
4) They allow the bank account holders to pay by standing holders(ordini permanenti) and direct debits
.
5) Standing orders is used when a person authorises the bank to make regular payments of a fixed amount from his current account.
6) Direct debit money can be taken directly out of a customer’s current account for payments of varying amounts
7) They provide cash cards or switch cards
8) They lend money through loans , mortgages and overdrafts ( fidi)
The bank in addition offers some services to companies:
Leasing: is a contract by which the owner of a lend to propriety gives another to use it for a specified period of return of rent. The part are :
Lesson: is a person who leases propriety of lend to someone
Lessive : is a person who sold and is a price of lend or holding of lease.
Factoring: (cessione di crediti da recuperare) whit this service the exporter sells all is trade debts to a bank .This arranges for the debts to be collected and for the exporter to be paid.
The bank of England
Is the central bank of the UK it was founded in 1694 and has functions :
-it is banker to the British Government
-it exercises general authority and supervision other banks
-it controls the issue if coins
-it fixes excange rates
-it handles UK’s debts
-it protects the national gold
- it fixses interest rates
Savings Banks(casse di risparmio)this type of bank encourages small savers to invest their money offer two forms of account :
-ordinary accounts : low interest rate , are virtually tax –free
-investment accounts : much higher taxable rate of interest

Merchant banks(banche d’affari) commercial organisation specialises also in providing services to companies.
Commercial banks (banche commerciali) are Lloyds , barclays ,national Westminster and midland, are also called joint stock banks , and are owned by shareholders. Are clearing banks which means they are authorises to exchange cheques other means of payment .
Building societies(istituti di credito finanziario ) are specialised in loans and mortgage to people who wished to buy houses .

La Costituzione
La Costituzione è la legge fondamentale dello Stato, in quanto rappresenta la base della convivenza civile.
Nella Costituzione vengono fissati i principi ed i fini che lo Stato si pone e vengono regolati i rapporti con e fra i cittadini.
Tutte le altre leggi di un Paese devono ispirarsi alla Costituzione, formando l'insieme dell'ordinamento giuridico.
Il termine “costituzione” è adoperato in quattro sensi fondamentali:
• Costituzione in senso materiale: indica la struttura effettiva del potere;
• Costituzione in senso sostanziale: è l’insieme delle regole di base che stabiliscono a chi spetta l’autorità e in che modo essa è organizzata;
• Costituzione in senso formale: è un particolare atto normativo con cui viene stabilito un nuovo ordine politico, fissando in una forma scritta e solenne le sue regole più importanti;
• Costituzione in senso storico-ideologico: è una costituzione scritta ispirata a principi liberali o liberal-democratici.
La Costituzione può presentare caratteristiche diverse. Può essere:

• statutaria (o formale);
• consuetudinaria;
• votata;
• elargita;
• ottriata;
• concessa;
• breve;
• lunga
Una Costituzione è statutaria o formale quando è racchiusa in un documento scritto fondamentale ed unitario, come ad esempio avviene per quella italiana;
è invece consuetudinaria quando è rappresentata dall'insieme di testi, consuetudini, usi e interpretazioni, nati in epoche diverse (è questo il caso della Costituzione britannica).
La Costituzione è votata quando il popolo viene chiamato per votarla; è elargita quando viene decisa dal re.
Nella Costituzione ottriata, il monarca concede la costituzione per non perdere il potere; mentre nella Costituzione concessa, il monarca concede la costituzione per spirito di libertà, rinunciando al suo potere.
Le Costituzioni brevi si limitano all’organizzazione dell’autorità e ai diritti fondamentali, mentre le Costituzioni lunghe dettano principi anche sui rapporti sociali e economici.
In base alla possibilità di revisionarla o derogarla, la Costituzione può essere:
• flessibile;
• rigida.
La Costituzione flessibile può subire modifiche tramite leggi ordinarie ed è quindi facilmente rivedibile.
La Costituzione rigida può essere modificata solo da una legge costituzionale.
Con il termine di legge costituzionale si indica una particolare fonte del diritto, che si colloca nella stessa posizione gerarchica della Costituzione, potendo quindi - entro certi limiti - derogarla o modificarla (si parlerà, in questo caso, di legge di revisione costituzionale).
La differenza tra le leggi di revisione costituzionale e le leggi costituzionali è che quelle di revisione costituzionale vanno a modificare il testo preesistente della Costituzione, mentre quelle costituzionali si inseriscono fra gli articoli già presenti senza modificarli.
La funzione di Revisione Costituzionale, viene affidata al Parlamento, il quale però non può esplicare questo potere se non attraverso procedimenti speciali.
Il procedimento di questa funzione e' contenuto nell'art. 138 della Costituzione, il quale svolge una funzione di duplice garanzia, poiché tale disposizione oltre a tutelare la rigidità costituzionale nei confronti della legge ordinaria, assicura una maggiore stabilità, nel tempo, alle disposizioni costituzionali.
L'articolo 138 prevede che le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali (cioè gli emendamenti alla costituzione) siano adottate da ciascuna camera con due successive deliberazioni a intervallo non minore di tre mesi e approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna camera nella seconda votazione: durante la quale non e' lecito introdurre emendamenti, perché non si tende a rimettere in discussione il testo, ma solo la convenienza della legge nel suo insieme.
Quindi, in primis, occorrerà che le due camere raggiungano il consenso sullo stesso testo; in un secondo tempo ciascuna di esse dovrà riproporlo in una votazione finale.
Il procedimento prosegue quando le leggi di revisione sono sottoposte a referendum popolare se entro tre mesi dalla loro pubblicazione ne abbiano fatto richiesta un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque consigli regionali.
Il referendum costituzionale è valido indipendentemente dal raggiungimento di un quorum, cioè, contrariamente ai referendum abrogativi, non è necessario che voti la maggioranza degli aventi diritto.
Solo nel caso in cui la legge di revisione sia stata approvata nella seconda votazione da ciascuna delle Camere a maggioranza di due terzi dei suoi componenti, il referendum non avrà luogo.
Perché la legge possa essere sottoposta a referendum essa deve essere pubblicata prima di essere promulgata, ma l'entrata in vigore di essa resta sospesa fino all'esito del referendum.
Schema
La revisione della Costituzione
(e l’approvazione di altre leggi costituzionali)
(
richiede due successive approvazioni da
Camera e Senato a distanza di almeno 3 mesi
Se viene approvata a maggioranza di due terzi nella seconda votazione

Se viene approvata a maggioranza assoluta nella seconda votazione

È promulgata dal Capo dello Stato

È pubblicata sulla Gazzetta ufficiale

È pubblicata sulla Gazzetta ufficiale
Può essere richiesto il referendum

Entra in vigore dopo la Vacatio legis di quindici giorni

Se non viene richiesto il referendum o se questo ha esito favorevole

È promulgata ed entra in vigore dopo la Vacatio legis di quindici giorni


Le caratteristiche della Costituzione Italiana
Per quanto riguarda l'Italia, si può parlare di Costituzione vera e propria solo a partire dallo Statuto Albertino, concesso da Carlo Alberto al Piemonte e alla Sardegna ed esteso in seguito a tutto il Regno d'Italia (1861). Questa Costituzione, però, era flessibile, quindi facilmente modificabile, e ciò aveva reso più volte possibile l'emanazione di leggi che limitavano le libertà fondamentali.
La Costituzione della Repubblica Italiana presenta due caratteristiche principali: è un documento scritto, quindi formale, ed è una Costituzione rigida.
I principi fondamentali che la caratterizzano sono cinque: libertà, uguaglianza, autonomia, democraticità, partecipazione.
Nel suo complesso, la Costituzione italiana si presenta come una Costituzione «lunga», nel senso che contiene molte affermazioni di principio e di impegno, finalizzate alla trasformazione della società in senso democratico.
La Costituzione è composta da 139 articoli, divisi in quattro sezioni:
• principi fondamentali (artt.1-12);
• parte prima, dedicata ai diritti e ai doveri dei cittadini (artt.13-54);
• parte seconda, concernente l'ordinamento della Repubblica (artt.55-139);
• 18 disposizioni transitorie e finali, riguardanti situazioni relative al trapasso dal vecchio al nuovo regime e destinate a non ripresentarsi.
I principi fondamentali e la prima parte della Costituzione contengono, innanzitutto, un ampio riconoscimento dei principi fondamentali su cui si fonda la repubblica, che vengono garantiti nella loro immodificabilità. Accanto ai diritti civili e politici la Costituzione stabilisce dei diritti sociali che hanno valore di programma politico-sociale per guidare la società italiana verso obiettivi di uguaglianza sostanziale. Un'altra peculiarità della Costituzione consiste nell'elencazione, oltre che dei diritti, dei doveri dei cittadini.
La seconda parte della Costituzione definisce la struttura dell'ordinamento della Repubblica e i suoi organi.
Gli Organi Costituzionali sono:
• Il Parlamento;
• Il Presidente della Repubblica;
• Il Governo;
• La Corte Costituzionale;
• Il Consiglio Superiore della Magistratura.
Il Consiglio Superiore della Magistratura si divide in:
• Consiglio di Stato: organo costituzionale di ordine amministrativo;
• Corte dei Conti: organo costituzionale di ordine contabile;
• Corte di cassazione: organo costituzionale di giustizia penale e civile)
I Principi Fondamentali:
Art. 1 principio democratico: afferma che il popolo ha la sovranità, ma pone anche il lavoro sopra tutto.
Art. 2 principio pluralista: garantisce la tutela dei diritti del singolo, ma anche delle formazioni sociali, ogranizzazzioni, associazioni, partiti, sindacati.
Art. 3 principio di uguaglianza: non solo formale, ma anche sostanziale.
Art. 4 diritto al lavoro: il lavoro quindi è un diritto del cittadino.
Art. 5 principio del decentramento: stabilisce l’unità d’Italia, ma riconoscendo poteri anche agli enti pubblici.
Art. 6 tutela delle minoranze linguistiche: con delle apposite leggi tutela le minoranze linguistiche.
Art. 7 libertà religiosa: chiarisce che lo stato e la chiesa cattolica sono dipendenti fra di loro.
Art. 8 libertà religiosa: sancisce poi la pari libertà di fronte alla legge delle confessioni religiose diverse da quella cattolica.
Art. 9 sviluppo della cultura e della ricerca, tutela ambientale.
Art. 10 principio internazionalista: lo Stato si proclama aperto a tutte le comunità internazionali.
Art. 11 ripudio alla guerra: ripudia la guerra come strumento d’offesa.
Art. 12 il tricolore: la bandiera dello Stato è il tricolore verde, bianco, rosso simbolo dell’unità di tutto il popolo.
DIRITTO-ART.COSTITUZONE 1-25.
ARTICOLO 1
- L’ Italia è una repubblica. Non ha quindi un sovrano, bensì un capo dello stato.
La forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale secondo l’art. 139.
- L’Italia è una repubblica democratica, ciò comporta che sia il popolo a decidere le sorti dello stato, manifestando liberamente per un miglior governo del paese. E’ evidente che il potere del popolo si realizza tramite la votazione di rappresentanti.
Si assisterà, durante le votazioni, ad una divisione in maggioranza e in minoranza, e la vera democrazia si realizzerà quando la maggioranza permetterà alla minoranza di poter esercitare liberamente la sua attività.
- Chiunque può farsi portavoce d’idee politiche diverse da quelle della maggioranza, basta che non sia né violente né criminose.
- La sovranità popolare legittima ogni potere dello stato. Nessuno può esercitare poteri che non gli sono stati legittimati dal popolo.
ARTICOLO 2
- Nella nostra società, tutti gli uomini sono uguali, possono esprimere i loro pensieri e le loro idee. Non sempre però è stato così. Oggi i diritti come la dignità, il rispetto di ognuno, la vita, sono definiti inviolabili dalla costituzione. Una volta non era così.
Questi “inviolabili”, sono diritti fondamentali. La costituzione li riconosce e li garantisce anche se non li crea. Questi diritti, sono definiti preesistenti e quindi sono classificati sopra la costituzione stessa.
- L’articolo 2 (il suo contenuto), è definito principio personalista, perché esso garantisce il primato della persona.
- L’uomo, appartenendo ad una società, riconosce anche dei doveri. Questi doveri sono chiamati inderogabili perché nessuno può sottrarsi ad esso.
ARTICOLO 3
- L’articolo 3, sancisce il principio di uguaglianza, definendola come non differenze all’interno di una società. La costituzione, oltre che a definirla, obbliga lo stato ad eliminare ogni barriera che va contro la democrazia.
Il primo comma dell’articolo 3, sancisce l’uguaglianza sociale di tutti. Il secondo comma, sancisce che lo stato deve eliminare ogni barriera al fine di eliminare la discriminazione sociale.
L’uguaglianza di fronte alla legge, permette a tutti lo stesso trattamento da parte della legge, ma la legge non deve conservare alcuna discriminazione.
ARTICOLO 4
- L’articolo 4, sancisce il diritto-dovere al lavoro. Il diritto al lavoro, non deve essere inteso come l’obbligo dello stato a dare lavoro a tutti. Lo stato cerca di potenziare le strutture al fine di raggiungere la piena occupazione. Inoltre lo stato deve intervenire con norme che permettano a tutti piene possibilità di entrare nel mondo del lavoro.
Oltre a ciò, lo stato cerca di stimolare i cittadini al lavoro che, comunque, non è obbligatorio (secondo comma).
ARTICOLO 5-6
- L’Italia è uno stato unitario. Che non consente separazioni del territorio. Uno solo sarà il governo, una sola pubblica amministrazione. Tuttavia tale principio è temperato dai principi d’autonomia e decentramento.
- Autonomia: parola greca che significa ”stabilire le regole da solo”, nel nostro ambito, significa tenere conto delle diversità culturali ecc….
- Decentramento: consente allo stato di creare propri uffici su tutto il territorio italiano, consentendo così una maggior velocità dello scambio di cose.
- Lo stato italiano è diviso in regioni alle quali lo stato da dei lavori amministrativi.
- La creazione delle regioni, è per la creazione di una solida repubblica democratica.
- Ci sono delle regioni con origine diversa da quell’italiana (sudtirolo), ma che convivono con noi nel territorio italiano. Lo stato deve assicurare loro tutto quello che è stato precedentemente detto nell’articolo 3. Per questo motivo ma anche per altri, nel territorio italiano, persistono 5 regioni a statuto speciale che sono: Sicilia, Veneto, Friuli-Venezia-Giulia, Sardegna e Valle d’Aosta.
ARTICOLO 7-8
- I diritti fondamentali d’ogni uomo, sia come singolo individuo sia come membro di una collettività, sono anche estesi alle comunità religiose.
- I rapporti tra le comunità religiose e molti stati, non sono mai stati ottimi. Basti pensare allo stato pontificio.
- In Italia, i rapporti chiesa-stato non sono mai stati ottimi, perché di tempo in tempo mutavano. La costituzione fa distinzione anche in base alle religioni.
- Articoli 7-8 trattano così i rapporti tra la chiesa e lo stato.
- Primo comma dell’articolo 7 parla della separazione dei poteri, per i quali lo stato italiano e la chiesa cattolica sono 2 ordinamenti diversi ed indipendenti.
- Nel 1948, sono stati firmati i patti lateranensi, mentre nel 1984 è stato firmato il nuovo concordato.
PATTI LATERANENSI
NUOVO CONCORDATO
La religione cattolica è la religione di stato.
La religione cattolica non è più religione di stato.
Roma è detta città sacra.
Roma non è detta città sacra.
Religione cattolica obbligatoria a scuola.
Religione cattolica non obbligatoria a scuola.
Stipendio ai parroci e esenzioni fiscali.
No stipendio ai parroci e no esenzioni fiscali.
- Orientamento dello stato è laico tra unità d’Italia e l’avvento del fascismo, confessionale dopo la scrittura dei patti lateranensi e ora incerto!!!!!!!!!!!!!.
ARTICOLO 8
- Conseguenza all’articolo 2 e 3. Se è vero che la libertà di coscienza è un diritto inviolabile, allora tutte le professioni religiosi sono libere, basta che non violino la legge!!!!!!!!!.
ARTICOLO 9
- L’articolo 9 sancisce la promozione, molto importante, e la diffusione della cultura e della ricerca, quali indici delle radici della nazione.
- Altro principio molto importante, è la tutela del paesaggio e delle forme di vita dall’aggressione dello smog e dell’inquinamento, nonché la tutela del patrimonio artistico e storico del nostro paese.
ARTICOLO 10
- Parla del principio internazionalista. Questo articolo e quello dopo trattano i rapporti con paesi extra nazionali.
- Il primo comma dell’articolo 10 sancisce i rapporti del nostro stato con gli altri stati. Lo stato italiano è deciso a eliminare tutto quello che contrasti la comunità internazionale.
- Il secondo comma viene analizzata la condizione dello straniero che viene in Italia, al quale si riconoscono i diritti di asilo e il diritto a non essere estradato per motivi politici. Può così chiedere l’asilo politico.
ARTICOLO 11
- L’Italia, si fa promotore della pace anche se subisce uno sgravo di potere.
- La pace è il presupposto di tutti quei paesi che sono democratici. La pace non è solo quella di guerra bensì anche quella in base alla quale tutte le persone vivono armoniosamente.
Statuto Albertino
Costituzione
fu elargito dal re con atto sovrano, fu concesso(frutto di un compromesso monarchico costituzionale) diede vita ad un regime costituzionale parlamentare esteso nel 1861 a tutta la penisola.
fu discussa e approvata dai rappresentanti del popolo liberamente eletti attraverso i partiti.E’ stata votata.
ammette solo l’elezione della camera dei deputati (non del Senato) e non a naufragio universale.
ammette l’elezione delle due camere e suffragio universale
riunisce nelle mani del re tutti i poteri.
divide i poteri
era detto “flessibile” perché poteva essere modificato facilmente a discussione del re.
è detta “rigida” perché può essere modificata non da leggi ordinarie ma da una complessa procedura
E’ breve assenza dello stato di diritto, solo diritti per il sovrano solo doveri per il popolo.
E’ lunga siamo in presenza di uno stato di diritto tutti sono soggetti alla legge in egual maniera.
E’ precettiva da dei principi
E’ programmatica prevede dei completamenti. Con una riserva di legge che può essere assoluta (rinvio ad una legge per meglio specificare) o relativa (rinvio ad un’altra fonte del diritto che non sia una legge).
Politica di bilancio
CAPITOLO 1: IL BILANCIO: FUNZIONE E STRUTTURA – LE TEORIE SUL BILANCIO
1☺ LA FUNZIONE DEL BILANCIO___________________________________
Per il conseguimento di qualunque obiettivo di politica economica é necessario un sistema di conti che consenta di programmare, all’inizio di ogni periodo di gestione, le attivitá che daranno luogo ad acquisizione o erogazione di mezzi finanziari (bilancio di previsione) e di verificare, alla fine, come esse sono state effettuate e i risultati che ne sono derivati (rendiconto consuntivo).
Lo stumento che permette di impostare in modo unitario la politica finanziaria é il bilancio di previsione, ossia il documento giuridico-contabile nel quale sono esposte le entrate e le spese che lo Stato intende attuare in un determinato periodo di tempo.
Riassume, in un quadro completo, l’azione dello Stato e ha una fondamentale funzione di indirizzo, sia dal punto di vista giuridico-amministrativo sia da quello economico.
FUNZIONE GIURIDICA E AMMINISTRATIVA
II bilancio dello Stato é approvato con legge, mediante la quale il Parlamento autorizza il Governo a percepire le entrate ed erogare le spese entro limiti prestabiliti e per oggetti determinati.
II diritto di approvare il bilancio dello Stato, esercitato dal popolo tramite i suoi rappresentanti (“diritto al bilancio”), é il fondamento del Governo costituzionale e dello Stato di diritto;
La prima funzione del bilancio é quella di limite all’erogazione del pubblico denaro.
Esso pone alla spesa limiti qualitativi e quantitativi, determinando in modo vincolante l’oggetto e l’importo massimo degli stanziamenti; deve specificare l’oggetto e l’ammontare delle entrate che dovranno finanziare la spesa pubblica.
II bilancio si presenta quindi come un piano di attivita politiche e amministrative, coordinate in base alla scelta dei fini da conseguire e alla valutazione dei mezzi corrispondenti.
La predisposizione del progetto di bilancio da parte del Governo vuole assicurare che la gestione politico-amministrativa dello Stato sia svolta secondo un piano organico e coerente; l’approvazione parlamentare assicura che tale piano sia conforme alla volontá popolare secondo il principio di rappresentativitá.
FUNZIONE ECONOMICA
II contenuto del bilancio rispecchia la complessa attivitá dello Stato intesa a realizzare le finalitá dell’intervento pubblico. Nel predisporre il proprio piano di azione il Governo tiene conto degli effetti economici che dovrebbero conseguirne, in relazione all’entitá e alla natura delle entrate e delle spese, e fissa l’oggetto e l’importo degli stanziamenti in conformitá agli obiettivi di politica economica che intende realizzare.
La funzione del bilancio pubblico si manifesta sotto profili diversi, strettamente connessi fra loro:
• dal punto di vista politico il bilancio mette gli elettori in grado di conoscere le scelte degli organi di governo e di valutare se esse corrispondono effettivamente alla volontá popolare;
• sotto il profilo giuridico il bilancio ha forza di legge e vincola il potere esecutivo all’osservanza dei limiti finanziari in esso contenuti;
• sotto l’aspetto tecnico-amministrativo il bilancio dá un quadro organico della situazione dello Stato e pone le basi per un’ordinata gestione;
• come strumento economico il bilancio consente di programmare organicamente gli obiettivi e gli interventi della finanza pubblica nei confronti dell’economia nazionale.
2☺ NORME SULLA CONTABILITA’ DELLO STATO E ALTRI ENTI PUBBLICI
Le disposizioni di legge che regolano il bilancio e, piú in generale, il sistema dei conti statali prendono, nel loro insieme, il nome di norme sulla contabilitá dello Stato.
L’ordinamento fínanziario e contabile degli entí locali é disciplinato dal Testo unico sull’ordinamento degli enti locali (d. Igs. 18 agosto 2000, n. 267).
3☺ I PRINCIPI DEL BILANCIO______________________________________
Il bilancio deve corrispondere ad alcuni principi fondamentali.
Essi sono:
* l’annualitá, l’universalitá, l’integritá, l’unità, la specificazione, la veridicitá, la pubblicitá.
* Annualitá. “Le Camere approvano ogni anno i bilanci e il rendiconto consuntivo presentati dal Governo”. L’approvazione del bilancio anno per anno garantisce la frequenza del controllo del Parlamento sull’azione del Governo.
* Universalitá. II bilancio deve comprendere tutte le entrate e tutte le spese statali dell’anno cui si riferisce, anche se di modesta entitá, in modo che nessuna operazione finanziaria sia sottratta al controllo preventivo e consuntivo del Parlamento.
* Integritá. Tutte le entrate e tutte le spese devono risultare in bilancio per l’intero importo, al lordo, rispettivamente, delle spese e delle entrate cui possono dare origine.
* Unitá. II bilancio deve costituire un tutto unitario: le entrate devono affluire a un unico fondo, con il quale si provvede a finanziare tutte le spese; non si possono assegnare determinati proventi per spese o erogazioni speciali.
* Specificazione. Ciascuna voce di entrata e di spesa deve essere specificata con la maggior precisione, cosi che risulti ben definito il margine di discrezionalitá lasciato alla Pubblica amministrazione nella gestione finanziaria.
* Veridicitá. Dal bilancio deve apparire in modo chiaro ed esatto la situazione finanziaria in cui lo Stato verrá a trovarsi durante l’esercizio considerato. Si deve quindi evitare il ricorso ad artificiose sottovalutazioni della spesa o sopravvalutazioni delle entrate, che ne alterino la reale entitá.
* Pubblicitá. Il bilancio deve essere portato a conoscenza di tutti i cittadini con mezzi idonei, al fine di dare a essi la possibilitá di controllare la gestione della finanza pubblica.
4☺ PROFILI TECNICI DEL BILANCIO_________________________________
L’attivitá finanziaria e amministrativa si svolge nel tempo senza soluzione di continuitá. Tuttavia, per esigenze di un’ordinata gestione, essa viene suddivisa in periodi prestabiliti, aventi ciascuno propha individualitá contabile.
* L’anno fínanziario é il periodo di tempo, della durata di dodici mesi, al quale si riferiscono le entrate e le spese riportate in bilancio.
In ciascuno Stato i termini iniziale e finale dell’anno finanziario sono stabiliti dalla legge secondo le esigenze del controllo politico-giuridico e della programmazione economica.
Nel nostro Paese l’anno finanziario comincia con il 1° gennaio e termina il 31 dicembre dello stesso anno coincide, quindi, con l’anno civile.
* L’esercizio finanziario é il complesso delle operazioni amministrative per la gestione delle entrate e delle spese previste nel bilancio di un determinato anno finanziario.
La gestione delle entrate passa attraverso le fasi dell’accertamento, della riscossione e del versamento, e quella delle spese attraverso l’impegno, la liquidazione, l’ordinazione e il pagamento.
Molto difficilmente tutta la procedura di gestione riesce a essere espletata nel corso dell’anno al quale si riferiscono le previsioni; é frequente il caso che, alla fine dell’anno finanziario, vi siano ancora delle operazioni in sospeso, le quali prendono il nome di residui:
* residui attivi, cioé le entrate accertate ma non ancora riscosse;
* residui passivi, ossia le spese impegnate ma non ancora pagate.
I residui vengono iscritti nel bilancio di previsione dell’anno successivo in relazione alle singole voci di entrata e di spesa cui si riferiscono.
BILANCIO Dl PREVISIONE E RENDICONTO
Rispetto all’anno finanziario cui si riferisce, il bilancio si distingue in preventivo e consuntivo.
Il preventivo (o bilancio di previsione) fa riferimento all’anno che sta per iniziare, del quale prevede entrate e spese.
Il consuntivo (o rendiconto) si riferisce a un anno giá compiuto ed espone i risultati finanziari conseguiti nell’anno stesso.
Piú importante é senza dubbio il bilancio di previsione, sia come strumento di autorizzazione e vincolo per l’attivitá della Pubblica amministrazione, sia come strumento di programmazione degli interventi di politica economica.
II rendiconto é principalmente uno strumento di verifica; consente di accertare se la gestione amministrativa e finanziaria é stata svolta regolarmente e se gli obiettivi previsti sono stati raggiunti.
BILANCIO Dl COMPETENZA E Dl CASSA
Rispetto al contenuto, il bilancio puó essere di competenza o di cassa.
* II bilancio di competenza comprende le entrate che sono accertate e le spese che sono impegnate nell’ambito di un esercizio finanziario, prescindendo dal fatto che le riscossioni e i pagamenti si verifichino effettivamente nello stesso anno finanziario oppure in esercizi successivi.
* II bilancio di cassa comprende le entrate e le spese che durante l’anno finanziario entrano, rispettivamente, nella fase della riscossione e del pagamento, prescindendo dall’epoca del rispettivo accertamento o impegno.
Esso quindi espone anche le entrate giá accertate e le spese giá impegnate in anni precedenti, ma che non si erano ancora realizzate.
Ai fini del controllo politico-giuridico é importante il bilancio di competenza, in quanto mette in evidenza il momento in cui la Pubblica amministrazione assume obblighi o esercita diritti nei confronti dei cittadini.
Il bilancio di cassa é importante sotto il profilo economico perché rileva il movimento dei flussi di denaro materialmente prelevati ed erogati nell’anno dalla Pubblica amministrazione, e consente di individuame gli effetti sulla circolazione monetaria, sulla domanda e sull’offerta globale.
In Italia il bilancio annuale di previsione sia redatto in termini di competenza e di cassa.
Anche il rendiconto é di competenza e di cassa al tempo stesso, poiché riporta sia la gestione delle entrate e delle uscite rispettivamente accertate e impegnate nell’ anno, sia quella delle somme incassate e pagate, compresa la gestione dei residui degli esercizi precedenti.
BILANCIO ANNUALE E BILANCIO PLURIENNALE
Rispetto al periodo di contabilizzazione, il bilancio puó essere annuale e pluriennale, a seconda che si riferisca a un solo anno finanziario o a un periodo della durata di piú anni.
* II bilancio annuale corrisponde alle esigenze tecniche di un’ordinata contabilitá e a quelle politiche e giuridiche di un frequente controllo del Parlamento nei confronti del Govemo.
Sotto il profilo economico, tuttavia, ha una funzione limitata, in quanto prevede soltanto misure di breve periodo.
Le manovre di politica economica, invece, si svolgono nel tempo mediante una serie di interventi che si susseguono nell’arco di piú anni; é opportuno perció che le previsioni di entrata e di spesa facciano riferimento a tutto il periodo di tempo che é necessario per la realizzazione degli obiettivi considerati.
➢ A queste esigenze corrisponde la redazione del bilancio pluriennale, quale strumento di programmazione per gli interventi di politica economica a medio termine.
In Italia il bilancio di previsione pluriennale copre un periodo di tempo non inferiore a tre anni ed é elaborato soltanto in termini di competenza;
II bilancio pluriennale é aggiornabile per scorrimento: le previsioni in esso contenute non sono rigidamente definite per tutto il periodo considerato, ma, ogni anno, vengono adeguate all’evolversi della situazione economica nazionale e proiettate di un anno in avanti.
5☺ CLASSIFICAZIONE DELLE ENTRATE E DELLE SPESE__________________
Le entrate e le spese del bilancio statale vengono classificate secondo criteri stabiliti dalla legge.
In passato, la classificazione si basava su un criterio patrimoniale-aziendalistico, che rispondeva soprattutto all’esigenza di conoscere se vi fosse un miglioramento o un peggioramento nella situazione patrimoniale dello Stato, considerato come azienda di erogazione.
Nel 1964 la struttura del bilancio fu riformata in modo da inquadrare la finanza pubblica in una visione unitaria del sistema economico nazionale.
La classificazione delle entrate e delle spese fu impostata secondo un criterio di analisi economico-funzionale, mettendo in rilievo, da un lato, l’incidenza e la natura economica delle entrate e delle spese e, dall’altro, i fini generali cui le spese erano destinate.
Infine, nel 1997, la struttura del bilancio é stata ulteriormente riformata per rendere piú efficace la programmazione della spesa pubblica e il controllo sull’impiego delle risorse.
II nuovo sistema si basa sulla individuazione dei centri di responsabilitá amministrativa, e sulla determinazione di un budget assegnato a ciascuno di essi per la realizzazione degli obiettivi e dei programmi di sua competenza.
L’elemento centrale del bilancio é l’unitá previsionale di base, definita dal legislatore come l’insieme delle risorse affidate alla gestione di un unico centro di responsabilitá amministrativa.
I centri di responsabilitá fanno capo agli uffici di livello dirigenziale presso i vari ministeri. II dirigente generale, titolare dell’ufficio, ha poteri autonomi nella gestione delle risorse assegnategli, é tenuto a impiegarle secondo cnteri di efficienza e produttivitá ed é responsabile dei risultati che ne derivano.
L’articolazione del bilancio in unitá previsionali consente, quindi, di programmare razionalmente la destinazione delle risorse, ripartite fra le varie aree di attivitá.
CLASSIFICAZIONE DELLE ENTRATE
Le entrate dello Stato si ripartiscono in unitá previsionali di base, titoli, categorie e capitoli.
Le unitá previsionali di base sono costituite dall’insieme delle entrate che ciascun centro di responsabilitá ha il compito di accertare.
Le cifre stanziate non sono vincolanti, ma hanno il carattere di una semplice previsione
Le unitá previsionali sono raggruppate in quattro titoli, secondo il tipo di fonte da cui derivano:
I. entrate tributarie, costituite dal gettito delle imposte e tasse;
II. entrate extratributarie, costituite da altri proventi
III. entrate per alienazione e ammortamento di beni patrimoniali e riscossione di crediti;
IV. entrate per accensione di prestiti, provenienti dall’emissione di titoli del debito pubblico
Questo criterio di classificazione pone in risalto l’incidenza economica dell’entrata:
le entrate dei primi due titoli sono entrate correnti in quanto hanno come fonte il reddito (rispettivamente, prelevato ai cittadini o prodotto dallo Stato), mentre quelle del terzo e quarto titolo attingono alla ricchezza precedentemente accumulata (rispettivamente, al patrimonio dello Stato o al risparmio dei cittadini).
Nell’ambito di ciascun titolo le unitá previsionali si articolano in categorie, secondo la natura economica del cespite (imposte sul reddito, imposte sul patrimonio ecc.), e in capitoli, secondo l’oggetto (imposta sul reddito delle persone fisiche, imposta sul reddito delle persone giuridiche ecc.).
CLASSIFICAZIONE DELLE SPESE
Le spese sono ripartite in funzioni-obiettivo, unità previsionali di base e capitoli.
La ripartizione in funzioni-obiettivo rappresenta l’analisi funzionale della spesa e fa riferimento ai concreti obiettivi che sono stabiliti in sede politica e che l’amministrazione deve realizzare a breve, medio o lungo termine.
Le unitá previsionali rappresentano l’ammontare delle spese che si riferiscono ad aree omogenee di attivitá e sono assegnate alla gestione dei singoli centri di responsabilitá.
Ai fini dell’approvazione del Parlamento, le unitá previsionali vengono distinte a seconda che riguardino la spesa corrente, la spesa in conto capitale o la spesa per rimborso di prestiti.
• Le unitá di spesa corrente riguardano il funzionamento degli uffici e dei servizi, gli interventi, i trattamenti di quiescenza e gli oneri comuni.
• Le unitá di spesa in conto capitale riguardano gli investimenti, le partecipazioni azionarie e conferimenti, le concessioni di crediti a enti e imprese.
• Le unitá per il rimborso dei prestiti riguardano le spese per rimborsare i possessori di titoli del debito pubblico giunti a scadenza.
Le somme stanziate per ciascuna unita di spesa hanno valore vincolante. I titolari dei centri di responsabilitá, nella gestione delle spese, non possono superare i limiti del budget loro assegnato.
Ai fini della gestione amministrativa, le singole unitá previsionali sono suddivise in capitoli, secondo il contenuto economico e l’oggetto della spesa, e a seconda che si tratti di spese obbligatorie o discrezionali.
A differenza di quanto avviene per le unitá previsionali, le somme stanziate per i singoli capitoli non hanno un carattere rigidamente vincolante. Per le spese discrezionali, infatti, i ministri possono operare variazioni compensative fra un capitolo e l’altro, nell’ambito di una stessa unitá previsionale.
6☺ RISULTATI DIFFERENZIALI_____________________________________
II risultato differenziale del bilancio é dato dalla somma algebrica fra le entrate e le spese.
Vengono cosi individuati 4 risultati differenziali:
* fra il totale delle entrate tributarie ed extratributarie e il totale delle spese correnti.
Questo saldo, se positivo, rappresenta il risparmio pubblico da destinare alle spese in conto capitale. Se negativo, indica che la spesa corrente (e cioé il flusso di reddito erogato) non é coperta dalle entrate correnti (e cioé dal flusso di reddito prelevato o prodotto dallo Stato) e quindi dovrá essere fronteggiata incidendo sul risparmio nazionale;
* fra il totale dei primi tre titoli di entrata (entrate tributarie, extratributarie e patrimoniali) e il totale delle spese correnti e in conto capitale.
Vengono cosí messe a raffronto le entrate ottenute senza ricorrere all’indebitamento (entrate finali) e le spese destinate al soddisfacimento dei fini pubblici (spese finali).
II risultato rappresenta il saldo netto da fínanziare (o, se positivo, da impiegare) e, con riferimento alla gestione di cassa, evidenzia il fabbisogno finanziario;
* fra il totale delle entrate finali e il totale delle spese finali, con esclusione di tutte le operazioni di finanziamento:
Questo saldo si riferisce quindi soltanto alle operazioni di natura economica ed esprime il risultato della gestione statale in senso stretto, senza tener conto dell’attivitá di intermedia-zione e di sostegno a favore di altri enti. Rappresenta quindi, se negativo, il grado di indebitamento netto dello Stato;
* fra il totale di tutte le spese (comprese quelle per rimborso di prestiti) e il totale delle entrate finali (escludendo, quindi, le entrate per accensione di prestiti).
II saldo, se negativo, rappresenta il disavanzo di bilancio che dovrá essere coperto mediante il ricorso al mercato, attingendo cioé al mercato del risparmio con l’emissione di prestiti.
7☺TEORIE SUL BILANCIO_________________________________________
L’equilibrio del bilancio e, la funzione e i limiti della politica di bilancio sono temi di fondamentale importanza nello studio dell’economia pubblica.
Sono state formulate in proposito varie teorie:
➢ La teoria piú antica é quella del bilancio neutrale e si lega alla concezione classica della finanza pubblica come sistema a sé stante, senza interferenze con il sistema economico di mercato.
II contenuto del bilancio si caratterizza come semplice esposizione contabile delle operazioni connesse al mantenimento delle funzioni pubbliche essenziali (difesa, ordine pubblico, giustizia ecc.); le spese e le entrate sono previste in modo da ridurre al minimo gli effetti sull’attivitá economica dei privati e sulla distribuzione della ricchezza.
II bilancio deve chiudersi ogni anno in pareggio: l’avanzo non é mai giustificato perché non si ammette che lo Stato prelevi risorse senza impiegarle in spese per servizi pubblici; il disavanzo e il ricorso all’indebitamento sono situazioni straordinarie, giustificate solo in caso di circostanze eccezionali (guerre, calamitá ecc.).
Alla teoria tradizionale si sono contrapposte successivamente altre concezioni, dovute principalmente a Keynes e ai suoi continuatori, le quali considerano preminente, rispetto all’esigenza del pareggio, quella di coordinare il bilancio con le condizioni dell’economia nazionale.
➢ La teoria del bilancio ciclico considera il bilancio come strumento per una politica di stabilizzazione congiunturale. Sostiene l’opportunitá di mirare a un pareggio non giá nei singoli anni, bensi nell’arco di un intero ciclo economico comprendente anni di crisi e di prosperitá.
o Nei periodi di crisi, i quali provocano una riduzione delle entrate per la diminuita attivitá economica, non si dovrebbe tendere a diminuire le spese, ma anzi ad aumentarle mediante piani di lavori pubblici e altri interventi atti a creare occupazione e favorire la ripresa della produzione.
o Nei periodi di prosperitá, per contro, si dovrebbe far sì che le entrate superino le spese, e destinare l’avanzo alla creazione di fondi per l’ammortamento del debito pubblico contratto negli anni di crisi e alla costituzione di riserve da impiegare nei periodi di crisi future.
➢ La teoria del doppio bilancio tiene conto delle esigenze di una politica di sviluppo e afferma la necessitá di conseguire il pareggio limitatamente a una parte delle spese e delle entrate di bilancio. Essa muove dalla distinzione fra bilancio corrente e bilancio in conto capitale.
o II primo dovrebbe essere annualmente in pareggio, in quanto le spese correnti, che esauriscono i loro effetti nell’anno, vanno mantenute nei limiti delle entrate tributarie ed extratributarie, che attingono al reddito prodotto nello stesso periodo annuale.
o Invece l’esigenza del pareggio non si presenta per il bilancio in conto capitale:
per le spese di investimento, infatti, il ricorso al debito pubblico viene giustificato con la considerazione che tali spese concorrono a incrementare il reddito nazionale e, quindi, ad assicurare la base di maggiori entrate future.
➢ La teoria del bilancio funzionale é, rispetto alla concezione tradizionale, la piú innovatrice.
Essa abbandona il concetto di pareggio del bilancio e concepisce il bilancio stesso esclusivamente in funzione dei suoi effetti sull’economia nazionale.
Le spese e le entrate pubbliche sono viste soltanto come mezzi per conseguire obiettivi economici di carattere generale: si espande la spesa per ridurre la disoccupazione e risvegliare l’economia nazionale, si manovrano le imposte per scoraggiare certi consumi e favorirne altri o per influire sulla produzione, si ricorre al debito pubblico per raccogliere il risparmio inoperoso e cosi via.
II disavanzo é concepito quindi come strumento di politica economica. Questa concezione puó essere assai pericolosa, e la sua applicazione richiede massima saggezza e fermezza.
Non sorretta da queste virtú, la politica del deficit di bilancio porta facilmente a conseguenze disastrose. La politica del disavanzo viene adottata nei periodi di recessione economica e incontra facili consensi, in quanto tutte le forze politiche e sociali richiedono l’intervento dello Stato per stimolare l’occupazione e la produzione.
Piú difficile e impopolare é la manovra opposta da attuare nei periodi di prosperitá, quando si dovrebbe ridurre la spesa e aumentare la pressione fiscale per portare il bilancio in avanzo.
Accade cosi che, anche nelle fasi di espansione economica, il bilancio rimane in deficit e lo Stato, per finanziare le spese, continua a contrarre prestiti sottraendo risparmio agli investimenti privati.
Puó derivarne un’ondata di sfiducia che determina un rallentamento delle attivitá produttive e incide negativamente sullo sviluppo economico.
In ogni caso, i prestiti contratti per coprire il deficit comportano un’ulteriore spesa per il pagamento degli interessi e per il rimborso: se la situazione fínanziaria non viene riequilibrata, tale spesa a sua volta viene coperta mediante il ricorso a nuovi prestiti. In tal modo il defícit si aggrava e si autoalimenta fino a diventare difficilmente controllabile.
D’altronde, quando il disavanzo ha raggiunto un’entitá notevole, il risanamento diventa assai difficile perché richiede tagli alle spese e aumenti dell’imposizione in misura tale da cagionare effetti negativi sulla produzione e sull’occupazione, disagi per i cittadini e tensioni sociali.
Per queste ragioni molti studiosi hanno rivalutato il principio tradizionale secondo il quale la tendenza al pareggio del bilancio deve ritenersi il fondamento di una sana finanza pubblica.
A differenza della vecchia concezione del bilancio neutrale, le moderne teorie del pareggio attribuiscono pur sempre alla finanza pubblica un ruolo attivo in funzione dell’equilibrio economico generale e considerano il bilancio come essenziale strumento di politica economica.
Si propongono, tuttavia, di dimostrare come sia possibile intervenire sul sistema economico mantenendo il bilancio in pareggio e modificando soltanto la composizione qualitativa delle entrate e delle spese.
➢ Piú realistiche sono le posizioni assunte recentemente dagli studiosi di tendenza neoliberista. Secondo la teoria delle scelte pubbliche, gli organi politici possono ridurre i deficit di bilancio ma mai eliminarli, per la riluttanza degli elettori ad accettare politiche di restrizione della spesa o di aumento della pressione fiscale; si suggerisce, pertanto di vincolare i poteri del legislatore mediante apposite norme di carattere costituzionale che stabiliscano limiti definiti alla possibilitá di creare disavanzi.
8☺ LA SITUAZIONE ITALIANA______________________________________
II bilancio dello Stato italiano a partire dagli anni Ottanta e fino alla metá degli anni Novanta registrava disavanzi continui e crescenti fino ad assumere livelli patologici.
L’indebitamento aumentava in modo assai grave, con un tasso di incremento superiore a quello del reddito nazionale. L’entitá complessiva del debito del settore statale, che nel 1973 rappresentava il 60% del prodotto intemo lordo e nel 1983 era pari al 70%, nel 1989 raggiungeva la proporzione del 100,17 e nel 1994 quella del 125,43.
Mentre negli anni Sessanta il deficit era dovuto soprattutto alla spesa per investimenti, successivamente il bilancio cominció a registrare un forte disavanzo di parte corrente: ció vuol dire che per finanziare le spese correnti (ossia i consumi pubblici) non erano sufficienti le entrate tributarie ed extratributarie, ma bisognava ricorrere alla contrazione di prestiti sottraendo capitali alle attivitá produttive private.
L’incremento del disavanzo corrente era dovuto in gran parte alla spesa per il pagamento degli interessi maturati sui debiti contratti in precedenza: era necessario, cioé, contrarre nuovi prestiti per pagare gli interessi dei prestiti precedenti, sicché l’indebitamento si autoalimentava di continuo.
II dissesto del bilancio statale ha prodotto effetti gravemente negativi sul mercato monetario e finanziario, alterando le condizioni della domanda globale e incidendo pesantemente sull’equilibrio del sistema economico.
II risanamento dei conti pubblici si é posto dunque come un obiettivo di primaria importanza, ma il suo perseguimento si é rivelato irto di difficoltá. E noto infatti che una riduzione troppo drastica delle spese pubbliche o un eccessivo aumento dei tributi possono provocare una caduta dei consumi e degli investimenti, con effetti negativi sulla produzione e sull’occupazione.
Nonostante la complessitá dei problemi da affrontare, la politica di risanamento é stata una scelta obbligata in vista della partecipazione dell’Italia all’Unione monetaria europea. Gli accordi di Maastricht, istitutivi dell’Unione, hanno infatti posto come condizione il rispetto di determinati parametri (criteri di convergenza) da parte dei Paesi partecipanti, per assicurare un certo equilibrio dei sistemi economici e finanziari m sede europea. In particolare, il fabbisogno del settore pubblico non deve superare il 3% del Pil, e il rapporto fra il debito pubblico complessivo e il prodotto intemo lordo non deve essere superiore al 60%.
La strategia di risanamento del bilancio é partita dalla constatazione che la spesa per gli interessi é ineliminabile, data l’enorme entitá del debito pubblico accumulatosi negli anni precedenti. Pertanto, per ottenere una graduale riduzione del defícit é stato necessario agire sulle altre voci del bilancio, e cioé migliorare il saldo fra entrate e spese al netto degli interessi (saldo primario).
Fino al 1991 tale saldo era negativo, poiché sul fabbisogno complessivo non pesava soltanto l’onere degli interessi del debito pubblico, ma anche un’effettiva eccedenza delle spese finali rispetto alle entrate finali.
A partire dal 1992 il saldo primario é diventato positivo; ció vuol dire che il totale delle spese correnti e in conto capitale, con esclusione della spesa per gli interessi, é inferiore al totale delle entrate tributarie, extratributarie e patrimoniali. In pratica, se non si considera il gravosissimo onere degli interessi, il saldo netto fra entrate finali e spese finali registra un avanzo (avanzo primario).
L’obiettivo é stato quello di aumentare, anno dopo anno, questo avanzo primario e destinarlo a compensare in misura sempre maggiore la spesa corrente per gli interessi; in tal modo il disavanzo corrente é stato gradualmente ridotto fino a essere eliminato.
Nel 1998, per la prima volta, é stato registrato un avanzo di parte corrente (risparmio pubblico positivo), da destinare al finanziamento della spesa per investimenti.
Con il raggiungimento di tale obiettivo il bilancio puó dirsi sostanzialmente risanato perché il deficit che viene ancora registrato é dovuto alla spesa in conto capitale, cioé agli investimenti pubblici, che correttamente possono essere finanziati mediante la contrazione di prestiti, per l’ammontare che non é coperto dall’avanzo corrente.
L’obiettivo é ora quello di ridurre gradualmente tale deficit, fino ad arrivare al pareggio nel 2007.
Le misure di risanamento riguardano sia la riduzione delle spese (principalmente nei settori del pubblico impiego, della sanitá e della previdenza, che rappresentano le voci di spesa piú onerose) sia l’incremento delle entrate (non con l’introduzione di nuovi tributi, ma con la lotta all’evasione e il riordino del sistema di esenzioni e agevolazioni).
Gli interventi correttivi sono stabiliti ogni anno in sede di programmazione economico-finanziaria e costituiscono il contenuto essenziale della manovra annuale e pluriennale di bilancio.
CAPITOLO 2: IL BILANCIO E LA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA
1☺ LA PROGRAMMAZIONE DELLE SCELTE PUBBLICHE___________________
Negli Stati che seguono una linea di ampio intervento la necessitá di un coordinamento organico é fondamentale. In mancanza di regole precise, le molteplici manovre di politica economica e sociale possono dar luogo a inefficienze e sprechi, squilibri nel sistema del mercato o situazioni di grave disavanzo per la finanza pubblica.
Negli Stati che adottano un indirizzo tendenzialmente liberista, l’attuazione di criteri di assoluta neutralitá non é né pensabile né, al contempo, realistica. II prelievo delle entrate e l’erogazione delle spese non sono mai “neutri”, ma producono inevitabili modificazioni nel comportamento economico dei privati.
Di conseguenza, l’attivitá economica del settore pubblico deve necessariamente svolgersi mediante scelte coordinate e programmate, in modo da rendere razionale la scelta dei fini pubblici e far sí che la loro realizzazione implichi il minor costo e il maggior beneficio per la collettivitá.
II bilancio, come puro e semplice prospetto contabile e finanziario, non é uno strumento sufficiente a razionalizzare le scelte pubbliche. Esso deve innestarsi m un piú ampio contesto di atti legislativi e politici affinché le entrate e le spese della finanza pubblica siano coerenti con il piano generale degli interventi dello Stato nell’economia. Questo risultato si ottiene mediante la program-mazione economico-finam.iaria (detta anche programmazione di bilancio).
2☺ LE FASI DELLA PROGRAMMAZIONE DI BILANCIO____________________
La programmazione di bilancio puó essere effettuata con vari metodi.
➢ II piú diffuso é quello introdotto fin dai primi anni Sessanta negli Stati Uniti e denominato
Planning, Programming, Budgeting System (PPBS)

Esso si svolge in tre fasi:
• il piano degli obiettivi da realizzare;
• il programma degli interventi da organizzare per il conseguimento degli obiettivi prefissati;
• il budget, ossia il piano finanziario e la determinazione degli stanziamenti da iscrivere in bilancio.
➢ L’individuazione degli obiettivi deve essere effettuata tenendo conto che in molti casi le finalitá dell’intervento pubblico sono fra loro incompatibili. Ad esempio, una politica antinflazionistica richiede misure restrittive che limitano la capacitá di spesa dei privati ed é quindi in contrasto con il fine di promuovere gli investimenti o l’occupazione.
Occorre quindi stabilire con chiarezza quali obiettivi si ritengono prioritari, in modo da evitare scelte che si contraddicono a vicenda.
➢ La scelta degli interventi ha lo scopo di individuare gli strumenti idonei al conseguimento di un dato obiettivo e scegliere, fra essi, quelli che risultano piú favorevoli. Ad esempio, l’obiettivo di incrementare l’occupazione si puó raggiungere mediante un incremento della spesa per lavori pubblici, mediante un sistema di sgravi fiscali a favore delle imprese che creano nuovi posti di lavoro, o mediante una combinazione di entrambi gli strumenti. In questa fase si ricorre a varie tecniche per quantificare i vantaggi e gli svantaggi delle varie alternative e individuare quella ottimale; i principali metodi sono l’analisi costi-benefici e l’analisi dei sistemi.
➢ La determinazione del budget é la fase in cui il programma di intervento economico si traduce in termini finanziari, con lo stanziamento delle somme necessarie alla sua realizzazione. Così il bilancio di previsione pluriennale e quello annuale diventano strumenti per conseguire razionalmente i fini prescelti. II primo proietta le previsioni di spesa e di entrata nel futuro, per tutto il periodo corrispondente al programma; il secondo definisce le somme da gestire anno per anno secondo gli indirizzi programmati e autorizza la Pubblica amministrazione a compiere le relative operazioni.
3☺ LA PROGRAMMAZIONE DEL FABBISOGNO E DEL RICORSO AL MERCATO__
Poiché la pressione tributaria non puó essere aumentata oltre certi limiti, il ricorso ai prestiti pubblici é inevitabile e, anche negli Stati a indirizzo neoliberista, non ha piú carattere straordinario, ma ricorrente.
Per evitare che ne derivino conseguenze gravemente negative per gli equilibri del mercato o che il deficit vada fuori controllo é indispensabile porre dei limiti alla possibilitá di espandere la spesa pubblica e di finanziarla con l’accensione di prestiti. II limite entro il quale é consentita la creazione di disavanzi viene determinato mediante la programmazione del fabbisogno e del ricorso al mercato.
Come giá si é osservato nell’analizzare i risultati differenziali di bilancio, il fabbisogno (o saldo netto da finanziare) indica in quale misura la spesa per i consumi e gli investimenti pubblici programmati (spese correnti e in conto capitale) non é coperta dalle entrate di bilancio (tributarie, extratributarie e patrimoniali) e deve essere finanziata mediante prestiti.
II ricorso al mercato, a sua volta, rappresenta l’entitá complessiva del disavanzo e, quindi, l’ammontare dei prestiti da contrarre sul mercato del risparmio. La cifra corrispondente al ricorso al mercato é piú elevata di quella corrispondente al fabbisogno perché, oltre alle spese correnti e in conto capitale, considera anche quelle per il rimborso dei prestiti pubblici precedentemente contratti e giunti a scadenza.
Sia il fabbisogno sia il ricorso al mercato non possono essere considerati puri e semplici risultati contabili, derivanti da un calcolo matematico fra entrate e spese giá determinate; al contrario, sono elementi da prevedere e programmare in via preliminare per adeguare a essi le previsioni di spesa, tenendo conto delle entrate che é possibile acquisire nel periodo considerato.
4☺ L’INDIVIDUAZIONE DEI CENTRI Dl RESPONSABILITA’________________
Un’importante funzione della programmazione di bilancio é quella di assicurare l’efficienza economica delle singole operazioni di spesa.
La realizzazione di questo obiettivo presuppone che sia adottato un sistema di programmazione dei risultati, costi e rendimenti, basato sull’individuazione dei centri di responsabilitá ai quali é affidata la gestione delle risorse finanziarie.
L’ammontare complessivo della spesa viene ripartito per funzioni e programmi, e frazionato in quote percentuali assegnate ai singoli uffici di livello dirigenziale competenti a emanare provvedimenti di spesa.
Ciascun dirigente, cosí, é responsabile di un budget, da gestire con criteri di produttivitá per la realizzazione degli interventi programmati.
Questa forma di programmazione presuppone un adeguamento delle strutture amministrative e dei procedimenti di gestione e richiede altresí una razionale aggregazione delle voci di spesa nel bilancio statale, che renda possibile una lettura per progetti e programmi.
5☺ IL CONSOLIDAMENTO DEI BILANCI DEL SETTORE PUBBLICO___________
Il bilancio dello Stato dá un quadro organico e completo delle entrate e delle spese statali, ma non esaurisce la realtá della finanza pubblica.
Alla realizzazione dei fini di pubblico interesse provvedono, infatti, oltre allo Stato, numerosi altri enti: anzitutto gli enti territoriali (Regioni, Province e Comuni) e inoltre i diversi enti ausiliari, come gli enti previdenziali, le Aziende sanitarie locali e altri enti che operano in campo nazionale (enti di ricerca) o a livello locale (Camere di commercio).
In molti casi, gli enti del settore pubblico dispongono di fonti di finanziamento proprie (tributi degli enti locali, contributi previdenziali ecc.). In gran parte, peró, essi traggono i necessari mezzi finanziari da trasferimenti a carico del bilando dello Stato: esiste dunque uno stretto collegamento fra la loro finanza e quella statale.
Essendo fornito di propria personalitá giuridica, autonoma e distinta rispetto a quella dello Stato, ogni ente pubblico ha un proprio bilancio, il quale non é soggetto all’approvazione del Parlamento, ma é approvato dagli organi deliberativi dell’ente stesso.
Se il principio della separazione dei bilanci corrisponde alla posizione di autonomia degli entí pubblici, é pur vero che esso ostacola l’attivitá di programmazione economico-finanziaria, la quale, per essere efficace, deve fare riferimento alla situazione complessiva dell’intero settore pubblico così da poterne determinare in modo organico gli indirizzi e la portata.
Lo strumento che fornisce un quadro unitario dell’attivitá finanziaria pubblica é il Conto consolidato delle pubbliche amministrazioni.
Il Conto consolidato é un quadro contabile che si forma fondendo i bilanci di tutti gli enti del settore pubblico, compreso quello statale, con l’eliminazione delle partite che si compensano in quanto costituiscono spese per un ente ed entrate per un altro (ad esempio, i trasferimenti dello Stato a favore degli enti locali).
Ai fini del consolidamento é necessario che i bilanci dei vari enti corrispondano agli stessi requisiti (unitá, universalitá, integritá ecc.) e abbiano gli stessi caratteri in modo da poter aggregare i rispettivi dati secondo criteri uniformi.
In Italia il Conto consolidato delle pubbliche amministrazioni é redatto dalla Ragioneria generale dello Stato.
L’Istat, inoltre, provvede a elaborare un Conto economico consolidato delle pubbliche amministrazioni, ai fíni delle statistiche sull’economia nazionale.
6☺ IL COORDINAMENTO FRA I CONTI PUBBLICI E I CONTI DELL’ECONOMIA NAZIONALE
Ai fini di una razionale attivitá di programmazione il sistema dei conti del settore pubblico deve essere opportunamente coordinato con quello dei conti relativi all’economia nazionale.
Questi sono redatti secondo il sistema uniforme adottato dalla Comunitá europea e descrivono le strutture e l’evoluzione del sistema produttivo del Paese.
II piú importante é il Conto economico delle risorse e degli impieghi, il quale riguarda tutta la ricchezza effettivamente prodotta o importata nell’intera nazione nel corso di un anno, e gli impieghi che di questa ricchezza si fanno.
Questo documento offre, una sintesi espressiva dell’andamento dei fenomeni economici della nazione.
Esso viene elaborato ufficialmente, sulla base dei calcoli che compie annualmente l’INSTAT, e apre la Relazione generale sulla situazione economica del Paese che il Ministro dell’Economia e delle Finanze ha l’obbligo di presentare al Parlamento entro il 31 marzo di ogni anno.
Il conto economico nazionale, come ogni prospetto contabile, ha una parte attiva, costituita dalle risorse, e una parte passiva, costituita dagli impieghi.
Le sue voci, molto numerose, si possono ridurre alle seguenti grandi poste.
RISORSE
Costituiscono le risorse:
➢ Il prodotto interno lordo, ossia il complesso di tutti i beni e servizi prodotti all’interno della nazione:
➢ Le importazioni di beni e servizi.
IMPIEGHI
Fanno parte degli impieghi:
➢ consumi, distinti in consumi delle famiglie e consumi collettivi, distinti a loro volta in consumi delle istituzioni sociali private e consumi delle Amministrazioni pubbliche.
➢ gli investimenti lordi, ossia ricchezza destinata alla produzione di nuova ricchezza;
➢ le esportazioni di beni e servizí.
L’inserimento dei dati relativi all’attivitá della Pubblica amministrazione comporta qualche problema di valutazione, per il fatto che i beni e i servizi pubblici non sono destinabili alla vendita.
II criterio generalmente adottato consiste nel valutare le prestazioni della Pubblica amministrazione “al costo
dei fattori”, cioé sulla base del loro costo di produzione. Tale criterio differisce da quello utilizzato per i beni e servizi privati, i quali sono valutati secondo il loro prezzo di mercato.
CAPITOLO 3: IL BILANCIO ITALIANO E ALTRI DOCUMENTI DI POLITICA EC-FIN.
1☺ IL BILANCIO DELLO STATO PRINCIPI COSTITUZIONALI______________
Come stabilisce l’art. 81 co. 1 Cost., «le Camere approvano ogni anno i bilanci e il rendiconto consuntivo presentati dal Governo».
Sono affermati, in questa disposizione, il principio del controllo politico-finanziario del Parlamento nei confronti del Governo e il principio dell’annualitá del bilancio
Ogni anno, pertanto, il Governo deve presentare al Parlamento:
➢ il rendiconto generale dell’esercizio finanziario scaduto il 31 dicembre precedente;
➢ il bilancio di previsione annuale, che contiene le previsioni di entrata e di spesa per l’anno finanziario che inizierá il 1° gennaio successivo;
➢ il bilancio di previsione pluriennale, che ogni anno viene aggiomato per scorrimento.
L’art. 81 co. 2 Cost. dispone che con “la legge di approvazione del bilancio non si possono stabilire nuovi tributi e nuove spese”. Ciò vuol dire che il bilancio non ha contenuto innovativo, ma contiene soltanto previsioni a legislazíone vigente, limitandosi a tradurre in termini finanziari operazioni di entrata o di spesa che hanno il loro fondamento in una legge preesistente.
La ragione del divieto é di impedire che, attraverso una semplice modificazione delle poste contabili del bilancio, si allarghino i campi di intervento della spesa pubblica e le forme del prelievo fiscale senza un’adeguata e specifica discussione.
L’approvazione del bilancio, pur avendo forma di legge, non ha la funzione di creare nuove norme giuri-diche: sia, cioé, una legge soltanto in senso formale, e abbia sostanzialmente la natura di un atto amministrativo di autorizzazione o di un atto di indirizzo politico.
La legge di bilancio, pur se non puó modificare la legislazione vigente, ha effetti sostanziali particolarmente importanti:
➢ rende operative le norme che possono dare luogo a un’entrata o a una spesa.
Infatti il Governo puó accertare e riscuotere le entrate, e impegnare e pagare le spese, solo se sono previste e approvate in bilancio; pertanto, senza la legge di bilancio le norme che disciplinano l’attivitá amministrativa dello Stato non potrebbero ricevere esecuzione;
➢ condiziona la validitá di tutta l’attivitá della Pubblica amministrazione:
qualunque atto amministrativo, sia esso a contenuto generale sia a contenuto specifico, non é legittimo se si pone in contrasto con la legge del bilancio.
L’art. 81 co. 3 Cost. fissa i limiti entro i quali puó essere consentito il ricorso all’esercizio provvisorio qualora il bilancio di previsione non sia approvato dal Parlamento in tempo per l’inizio del nuovo anno finanziario.
Per evitare l’arresto della vita amministrativa dello Stato, il Parlamento puó condedere al Governo l’autorizzazione ad applicare provvisoriamente il bilancio in attesa dell’approvazione e, quindi, a riscuotere le entrate e pagare le spese sulla base delle cifre del progetto di bilancio.
L’esercizio provvisorio deve essere autorizzato con apposita legge.
Non puó essere concesso per un periodo superiore a quattro mesi, e perció puó protrarsi al massimo fino al 30 aprile. Il potere di spesa del Govemo é limitato a tanti dodicesimi della somma prevista da ciascun capitolo quanti sono i mesi della durata dell’esercizio provvisorio, sia riguardo all’impegno sia al pagamento.
L’art. 81 co. 4 Cost. infine, stabilisce che dopo l’approvazione del bilancio, ogni altra legge che importi nuove e maggiori spese deve indicare i mezzi per farvi fronte. Questa disposizione tende a salvaguardare il rapporto fra entrate e spese previsto in bilancio e limita il potere del legislatore di espandere ulteriormente la spesa pubblica.
2☺ FORMAZIONE E APPROVAZIONE DEL BILANCIO_____________________
La redazione tecnica dei bilanci é compito della Ragioneria generale dello Stato sulla base dei dati forniti dagli Uffici centrali del bilancio dei vari Ministeri.
Le somme da stanziare vengono determinate in base alle concrete esigenze di ogni Amministrazione. Pertanto i singoli ministri, nel proporre il rispettivo stato di previsione, devono indicare gli obiettivi, i programmi e il livello di servizi e di interventi che intendono realizzare nell’ambito del proprio ministero.
II bilancio annuale di previsione é redatto sia con il criterio di competenza sia con quello di cassa e comprende:
➢ un unico stato di previsione dell’entrata,
➢ distinti stati di previsione della spesa per ciascun Ministero e per la Presidenza del consiglio, con allegati i bilanci delle aziende autonome;
➢ il quadro generale riassuntivo che espone i dati essenziali delle entrate e delle spese e i risultati differenziali.
I singoli stati di previsione sono accompagnati da una relazione illustrativa, che indica i criteri adottati, e da un allegato tecnico, che espone i contenuti di ciascuna unitá previsionale.
Lo stato di previsione dell’entrata e gli stati di previsione della spesa, con gli allegati bilanci delle Amministrazioni autonome e con il quadro generale riassuntivo, formano oggetto di un unico disegno di legge, che viene predisposto dal ministro dell’Economia e delle Finanze.
Dopo la deliberazione del Consiglio dei ministri, che esprime collegialmente la volontá del Governo, il disegno di legge del bilancio è presentato alle Camere entro il 30 settembre; la presentazione é autorizzata dal Capo dello Stato, come é richiesto per tutti i disegni di legge governativi.
In Parlamento il bilancio segue il procedimento legislativo ordinario. L’esame viene dapprima compiuto, in ciascuna Camera, da un’apposita commissione permanente (Commissione bilancio) che prepara cosi alla discussione in assemblea. Alla discussione segue il voto, che ha luogo per unitá previsionali; ne deriva il carattere vincolante di ciascuna unitá con il conseguente divieto di effettuare variazioni compensative delle rispettive somme nella esecuzione del bilancio.
La votazione é separata per la previsione di competenza e per quella di cassa.
All’approvazione segue la promulgazione da parte del Capo dello Stato e la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
3☺ GLI ALTRI DOCUMENTI Dl POLITICA ECONOMICO-FINANZIARIA________
Ai fini di un’organica manovra economico-finanziaria é necessario che le previsioni di bilancio siano impostate in base a un progetto unitario, che stabilisca in modo organico:
➢ gli obiettivi da perseguire e gli interventi idonei a realizzarli;
➢ le modifiche della legislazione vigente necessarie per l’attuazione degli interventi programmati;
➢ la definitiva determinazione degli stanziamenti nel bilancio annuale e in quello pluriennale.
L’impostazione delle previsioni di entrata e di spesa del bilancio dello Stato Italiano é ispirata al metodo della programmazione economico-finanziaria.
Gli strumenti di programmazione finanziaria che si accompagnano al bilancio annuale di previsione sono:
➢ il documento di programmazione economico-finanziaria
➢ il bilancio pluriennale a legislazione vigente
➢ il bilancio pluriennale programmatico
➢ la relazione previsionale e programmatica
➢ la legge finanziaria
➢ i disegni di legge collegati con la manovra di finanza pubblica
• II documento di programmazione economico-finanziaria costituisce la base su cui si fonda la manovra di bilancio. Deve essere presentato al Parlamento entro il 30 giugno dal ministro dell’Economia e delle Finanze, e fa riferimento a tutto il periodo corrispondente a quello compreso nel bilando pluriennale (attualmente, tre anni).
Esso stabilisce, per ciascuno degli anni considerati:
» gli obiettivi di politica economica e gli obiettivi di bilancio
» l’articolazione degli interventi necessari ad attuare i suddetti obiettivi, con la
valutazione degli effetti economici e finanziari attribuiti a ciascun tipo di obiettivo;
» i criteri e i parametri per la formazione del bilancio annuale e pluriennale.
• Il bilancio di previsione pluriennale é elaborato in coerenza con gli obiettivi indicati nel documento di programmazione. É redatto soltanto in termini di competenza e si riferisce a un periodo non inferiore a tre anni.
• Esso espone separatamente:
» l’andamento delle entrate e delle spese previste in base alla legislazione vigente
(bilancio pluriennale a legislazione vigente);
» la previsione dell’andamento delle entrate e delle spese tenendo conto degli effetti degli interventi programmati (bilancio pluriennale programmatico).
II bilancio pluriennale a legislazione vigente e il bilancio programmatico sono presentati al Parlamento entro il 30 settembre con lo stesso disegno di legge del bilancio annuale. Il bilancio pluriennale, nella versione a legislazione vigente e m quella programmatica, é approvato con la stessa legge che approva il bilancio annuale. L’approvazione non comporta autorizzazione a riscuotere le entrate né a eseguire le spese in esso contemplate.
A differenza di quello annuale, dunque, non é un atto vincolante sul piano giuridico, ma un documento che impegna il Governo, solo sul piano politico, a una corretta osservanza dei programmi in esso fissati
• La relazione previsionale e programmatica é presentata anch’essa al Parlamento entro il 30 settembre dal ministro dell’Economia e delle Finanze. Indica le prospettive e le linee d’azione che il Governo intende seguire in tutti i settori economici e formula le valutazioni preventive sul presumibile andamento che avrá l’economia, sia nel settore pubblico sia in quello privato. Puó contenere anche integrazioni o modifiche degli obiettivi indicati nel documento di programmazione.
• La legge fínanziaria é lo strumento legislativo che permette di adeguare il bilancio agli obiettivi programmati.
Sulla base dei criteri stabiliti dal documento di programmazione, essa fissa i parametri essenziali per la realizzazione della manovra di finanza pubblica, con riferimento a tutto il periodo considerato nel bilancio pluriennale.
Per ciascuno degli anni in esso compresi (attualmente tre) stabilisce:
• il livello massimo del saldo netto da finanziare e quello del ricorso al mercato; viene assicurata cosi la compatibilitá fra gli obiettivi da realizzare e la quantitá massima di risorse che puó essere assorbita dalla finanza pubblica;
• le quote di spese pluriennali o permanenti da imputare a ciascuno degli anni considerati; in tal modo le previsioni di spesa a medio e lungo termine vengono raccordate con le risorse disponibili in ciascun anno finanziario;
• altre modifiche alle leggi vigenti, secondo gli obiettivi della manovra. Le modificazioni apportate alle leggi vigenti riguardano principalmente:
o a variazione di aliquote, detrazioni o scaglioni delle imposte vigenti;
o l’importo dei fondi speciali da iscrivere m bilancio;
o il livello massimo dell’importo da destinare al rinnovo dei contratti del pubblico impiego;
o gli stanziamenti di spesa per il rifinanziamento di norme in vigore;
o regolazioni di carattere quantitativo
o norme che comportano aumenti di entrata o diminuzione di spesa;
o norme che comportano aumenti di spesa o riduzioni di entrata, a condizione che siano finanziate direttamente al sostegno o al rilancio dell’economia.
La legge finanziaria non puó contenere norme di delega al Governo né disposizioni di carattere organizzativo.
II disegno di legge finanziaria deve essere presentato al Parlamento dal ministro dell’Economia e delle Finanze, entro il 30 settembre di ogni anno.
II Parlamento non puó procedere all’approvazione del bilancio se non dopo aver approvato la legge finanziaria. Infatti, per assumere valore definitivo, le previsioni di entrata e di spesa contenute nel disegno di legge del bilancio devono essere integrate o modificate con apposite variazioni per adeguare gli stanziamenti alle disposizioni della legge finanziaria e delle leggi collegate che siano giá state approvate dal Parlamento.
• I disegni di legge collegati alla manovra finanziaria hanno la funzione di trasformare in norme di legge i vari punti del programma del Governo che richiedono una regolamentazione separata e analitica. In caso di urgenza gli interventi inerenti alla manovra possono essere adottati mediante decreti legge e presentati al Parlamento per la conversione.
La presentazione dei disegni di legge relativi alla manovra di finanza pubblica avviene entro il termine del 15 novembre, in collegamento con la legge finanziaria. Un eventuale ritardo della loro approvazione non impedisce l’approvazione della legge finanziaria e del bilancio.
4☺ LE VARIAZIONI E L’ASSESTAMENTO DEL BILANCIO__________________
Gli organi della Pubblica amministrazione, nell’adottare i provvedimenti di spesa di loro competenza, sono vincolali a mantenersi entro i limiti delle somme stanziate in bilancio per ciascuna unita previsionale.
Per consentire un minimo di elasticitá alla gestione nel caso che gli stanziamenti previsti si rivelino insufficienti, o che si debbano affrontare operazioni non previste, sono istituiti nello stesso bilancio degli accantonamenti di fondi che assicurano in via preventiva la copertura di determinati tipi di spese.
I principali fondi sono:
• il fondo di riserva per le spese obbligatorie e d’ordine, che ha lo scopo di aumentare, se necessario, gli stanziamenti per determinate spese di natura inderogabile (stipendi, pensioni, interessi dei prestiti ecc.) e per gli oneri connessi con l’accertamento e la riscossione delle entrate;
• il fondo di riserva per le spese impreviste, che serve a fronteggiare oneri di carattere imprevedibile, cui occorre prowedere necessariamente e tempestivamente e che non impegnano il bilancio in futuro con carattere di continuitá;
• i fondi speciali, destinati a far fronte alle spese derivanti da progetti di legge che si prevede possano essere approvati nel corso degli esercizi compresi nel bilancio pluriennale. Sono iscritti nello stato di previsione della spesa del Ministero dell’Economia e delle Finanze e il loro importo é indicato ogni anno dalla legge finanziaria;
• il fondo di riserva per le autorizzazioni di cassa.
Nuove e maggiori spese, alle quali non si possa provvedere con i fondi di bilancio, debbono essere autorizzate per legge e inserite nel bilancio con apposito provvedimento di variazione.
Per adeguare le previsioni alla reale situazione finanziaria, la citata la legge prevede che, entro il 30 giugno, il ministro dell’Economia e delle Finanze presenti un disegno di legge al fine dell’assestamento degli stanziamenti del bilancio.
In tal modo vengono sottoposte all’approvazione del Parlamento tutte le variazioni di bilancio che si rendono necessarie in relazione alle nuove esigenze emerse nel primo semestre e tenendo conto anche della consistenza dei residui attivi e passivi accertati nel rendiconto dell’esercizio precedente.
Dopo l’assestamento del bilancio il Governo puó proporre al Parlamento ulteriori variazioni, con riferimento sia alle previsioni di competenza, sia alle previsioni di cassa; la presentazione dei relativi progetti di legge deve avvenire entro il 31 ottobre, in modo che l’approvazione possa avere luogo prima della chiusura dell’esercizio.
5☺ ESECUZIONE DEL BILANCIO E CONTROLLI_________________________
Approvato il bilancio di previsione, la sua esecuzione é compito del Governo.
Le risorse stanziate per ciascuna unitá previsionale vengono assegnate dai ministri ai titolari dei centri di responsabilitá e questi, a loro volta, stabiliscono i limiti entro i quali i funzionari dirigenti dei vari uffici possono effettuare impegni di spesa.
L’attivitá amministrativa che si svolge in esecuzione del bilancio é soggetta a controlli interni e a controlli esterni.
I controlli interni sono esercitati:
➢ dagli Uffici centrali del bilancio, che esaminano gli atti sotto il profilo della regolaritá e legalitá;
➢ dal Servizio interno di controllo, che verifica la corretta ed economica gestione delle risorse, anche in base alla valutazione dei costi e dei rendimenti.
II controllo esterno é esercitato dalla Corte dei conti e ha lo scopo di verificare se l’attivitá della Pubblica amministrazione si svolge nel rispetto delle norme di legge (controllo di legittimitá) e in osservanza dei principi costituzionali di imparzialitá e buon andamento.
II controllo esercitato dalla Corte dei conti é di due specie:
» controllo preventivo, che consiste nella registrazione dei decreti conformi alla legge e nel rifiuto di registrazione di quelli illegittimi;
» controllo successivo, che si compie principalmente mediante l’esame del rendiconto generale.
IL CONTROLLO PREVENTIVO
II controllo preventivo della Corte dei conti ha per oggetto determinate categorie di atti amministrativi indicate dalla legge; si svolge prima che l’atto abbia esplicato i suoi effetti.
L’atto é esaminato dall’ufficio di controllo della Corte dei conti, che ne verifíca la conformitá alle leggi e ai regolamenti e, prima di tutto, alla legge di approvazione del bilancio, per accertare che le spese non superino gli stanziamenti.
Se il consigliere riconosce l’atto legittimo vi appone un visto e ne ordina la registrazione: l’atto, in tal modo, acquista efficacia. In caso contrario puó chiedere chiarimenti al ministro e, se questi non sono soddisfacenti, rimette l’esame dell’atto alla sezione di controllo, che potrá, a sua volta, accordare o rifiutare il visto e la registrazione.
Gli atti trasmessi alla Corte per il controllo diventano in ogni caso esecutivi qualora siano trascorsi 60 giomi senza che sia intervenuta una pronuncia della sezione di controllo (silenzio-assenso).
Se la sezione di controllo rifiuta la registrazione il ministro puó sottoporre la questione al Consiglio dei ministri, il quale, qualora deliberi che l’atto debba avere corso, ne puó ordinare la registrazione alla Corte dei conti.
La Corte delibera sull’atto, questa volta, a sezioni unite e, qualora nuovamente lo riconosca illegittimo, procederá alla registrazione con riserva, sotto la responsabilitá del Governo.
L’atto diventa esecutivo se le Sezioni unite non si pronunciano entro 30 giorni dalla ricezione dell’atto.
Ogni 15 giorni la Corte dei conti trasmette al Parlamento l’elenco dei decreti registrati con riserva, affinché esso valuti il comportamento del Governo e ne tragga le eventuali conseguenze di ordine politico.
Nessuna influenza puó avere invece il giudizio del Parlamento sul provvedimento amministrativo registrato con riserva che é oramai esecutivo. Vi sono peraltro dei casi in cui la registrazione con riserva non é ammessa e il rifiuto della Corte di registrare l’atto é assoluto, assumendo il carattere di controllo repressivo: il provvedimento é senz’altro annullato.
Questo accade quando si tratta di provvedimenti che:
➢ violano la legge del bilancio (come ordini di pagamenti per somme eccedenti quelle stanziate nel bilancio);
➢ dispongono nomine o promozioni di impiegati statali oltre i limiti fissati dalla legge;
➢ mettono a disposizione di funzionari delegati al pagamento di spese somme che eccedono i limiti di legge.
IL RENDICONTO GENERALE DELLO STATO E IL CONTROLLO SUCCESSIVO
II controllo successivo é anch’esso un controllo di legittimitá ed é attuato dalla Corte dei conti sul Rendiconto generale dello Stato, presentato dal Governo al termine dell’esercizio.
II Rendiconto comprende due documenti:
➢ il conto del bilancio, cioé il consuntivo relativo alla gestione effettuata nell’anno,
➢ il conto generale del patrimonio, che espone la situazione patrimoniale dello Stato al 31 dicembre.
É formato in base ai dati forniti dagli Uffici centrali del bilancio e coordinati dalla Ragioneha generale, che lo sottopone entro il 31 maggio alla Corte dei conti.
La Corte ne verifica la conformitá alla legge del bilancio e, riconosciutane la regolaritá, delibera, a sezioni unite, la parificazione del Rendiconto.
II Rendiconto generale, accompagnato da una relazione della Corte, viene quindi restituito al ministro dell’Economia e delle Finanze che, entro il 30 giugno, lo presenta alle Camere mediante apposito disegno di legge.
In tal modo, al controllo giuridico-amministrativo esercitato dalla Corte dei conti si aggiunge il controllo del Parlamento, che valuterá in che modo sia stato realizzato il programma politico del Governo.
II rendiconto viene approvato dal Parlamento nelle stesse forme seguite per il bilancio di previsione.
Altro controllo é svolto dalla Corte dei conti mentre l’esercizio finanziario é ancora in corso e ha per oggetto la gestione del bilancio e del patrimonio di tutte le Amministrazioni pubbliche; ha anch’esso carattere successivo in quanto si esplica dopo che gli atti amministrativi hanno ricevuto esecuzione.
Tale controllo, a differenza di quello sul rendiconto dello Stato, ha lo scopo di verificare, oltre alla legittimitá, anche l’efficienza dell’azione amministrativa e il conseguimento degli obiettivi programmati.
6☺ LA GESTIONE Dl CASSA - IL SERVIZIO Dl TESORERIA_________________
II Tesoro é quel ramo dell’amministrazione statale che sovrintende alla gestione del pubblico denaro e provvede all’esecuzione del bilancio per quanto riguarda le previsioni di cassa.
II servizio di cassa in Italia é gestito dalla Banca d’Italia e si articola in una tesoreria centrale, con sede in Roma, e nelle sezioni di tesoreria provinciale, con sede presso le filiali della Banca d’Italia nei capoluoghi di provincia. Vi sovrintende il dipartimento del Tesoro, presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Spetta anzitutto alla Tesoreria di provvedere agli incassi e ai pagamentí dipendenti dalla gestione del bilancio.
Tuttavia, per poter assicurare il regolare servizio di cassa dello Stato, e quindi essere sempre in grado di effettuare nei momenti dovuti e nelle localitá stabilite i pagamenti richiesti, la Tesoreria deve compiere numerose altre operazioni, che non sono previste dal bilancio.
II servizio comprende, due distinte gestioni:
➢ la gestione del bilancio e la gestione di tesoreria extrabilancio.
➢ La gestione del bilancio include tutte le operazioni di riscossioni e pagamenti in esecuzione del bilancio di previsione.
➢ La gestione di tesoreria extrabilancio include principalmente operazioni di credito per far fronte a eventuali deficienze di cassa: da ció ha origine la formazione del debito fluttuante.

Tali operazioni sono principalmente:
➢ la gestione dei Buoni del tesoro (ordinari), che é la parte piú importante del debito fluttuante. Mediante detti titoli il Tesoro attinge alle disponibilitá provvisorie di cassa di privati e di istituti di credito, rilasciando ai creditori delle promesse di pagamento a breve scadenza (tre, sei o dodici mesi), dette, appunto, “buoni”.
➢ L’emissione di biglietti di Stato e di monete metalliche. Accanto al biglietto di banca, con potere liberatorio illimitato, possono esservi in circolazione biglietti di Stato, con funzione di moneta sussidiaria, cioé destinata a essere impiegata nei piccoli pagamenti: anche questi biglietti costituiscono titoli del debito fluttuante (peró infruttiferi).
➢ l’accensione di prestiti a breve termine con la Cassa Depositi e prestiti, con l’INPDAP e con istituti finanziari.
Il Trattato di Maastricht vieta alle Banche centrali la concessione di scoperti di conto o altre facilitazioni creditizie alle Amministrazioni pubbliche.
É importante notare che, quando il bilancio presenta costantemente gravi deficit, le operazioni di tesoreria perdono la loro funzione istituzionale di fronteggiare momentanee esigenze di cassa, per diventare vere e proprie fonti di entrata destinate a coprire il disavanzo di bilancio.
IL CONTO DEL TESORO E LE RELAZIONI Dl CASSA
I risultati della gestione di tesoreria, quali emergono dalla relativa contabilitá, vengono mensilmente esposti e pubblicati in un documento che prende il nome di conto del Tesoro.
Esso consta di una serie di prospetti, i principali dei quali hanno per oggetto:
➢ il movimento generale di cassa, il quale é la sintesi del movimento di denaro, indicando gli incassi e i pagamenti verificatisi nel mese considerato, sia in conto bilancio sia per cause extrabilancio
➢ la situazione del Tesoro, che riassume i crediti e i debiti e indica il fondo di cassa disponibile
➢ la situazione dei debiti e crediti di tesoreria
➢ gli incassi per entrate di bilancio, confrontati con quelli del precedente anno finanziario;
➢ i pagamenti per spese di bilancio, ripartiti per Ministeri.
La situazione di cassa é sottoposta al controllo del Parlamento. A tal fine il ministro dell’Economia e delle Finanze ha l’obbligo di presentare, entro il mese di febbraio, una Relazione annuale sul fabbisogno di cassa del settore statale e, entro i mesi di maggio, agosto e novembre, una Relazione trimestrale sui risultati della gestione di cassa del bilancio statale.
7☺ ORDINAMENTO FINANZIARIO E CONTABILE DEGLI ENTI LOCALI________
L’ordinamento finanziario e contabile degli enti locali é regolato nel testo unico 18 agosto 2000, n. 267.
Tali norme hanno lo scopo di assicurare che i procedimenti di gestione finanziaria e i bilanci degli enti locali corrispondano a principi e criteri uniformi, anche ai fini della formazione del bilancio consolidato del settore pubblico; rimane ferma, tuttavia, l’autonomia dei singoli enti, ciascuno dei quali, nel rispetto dei principi stabiliti dal decreto, provvede a disciplinare con apposito regolamento le modalitá organizzative del proprio sistema di contabilitá, secondo le esigenze locali.
I bilanci degli enti locali sono redatti in termini di competenza e devono corrispondere ai principi di unità, annualità, universalitá, integritá, veridicitá, pubblicitá e pareggio finanziario.
Ai fini del pareggio finanziario, é ammesso il ricorso all’indebitamento solo per finanziare le spese di investimento, invece le spese correntí, comprese le quote di ammortamento dei mutui e dei prestiti obbligazionari, devono essere mantenute nei limiti delle entrate correnti (tributarie, extratributarie, e derivanti da contributi e trasferimenti correnti) e non possono essere finanziate in altri modi.
Il criterio di classificazione delle entrate e delle spese, corrisponde alla funzione del bilancio come strumento di programmazione.
Le entrate sono classificate, nell’ordine, in:
➢ titoli, secondo fonte di provenienza (entrate tributarie, extratributarie, per contributi e trasferimenti)
➢ categorie, secondo la tipologia (le entrate tributarie si distinguono in categorie a seconda che si tratti di tasse, imposte, tributi speciali);
➢ risorse, secondo lo specifico oggetto (imposta comunale sugli immobili, tassa per la rimozione dei rifiuti solidi urbani ecc.).
Le spese sono ordinate in:
➢ titoli, secondo i principali aggregati economici (spese correnti, in conto capitale, per accensione di prestiti, per servizi conto terzi);
➢ funzioni, secondo le funzioni degli enti (amministrazione generale, istruzione, cultura, trasporti e comunicazioni ecc.);
➢ servizi, secondo gli uffici che gestiscono un complesso di attivitá (segreteria comunale, centro elettronico, scuola elementare ecc.);
➢ interventi, secondo la natura economica dei fattori produttivi impiegati in ciascun servizio.
In un apposito quadro di sintesi del bilancio le spese sono aggregate anche per programmi.
Al bilancio annuale di previsione sono allegati la relazione previsionale e programmatica e il bilancio pluriennale.
La procedura di approvazione per di bilancio pluriennale e la relazione previsionale programmatica sono predisposti dall’organo esecutivo dell’ente locale (Giunta) e da questo presentati all’organo deliberativo (Consiglio) che lo approva entro il 31 dicembre.
II bilancio deve essere approvato entro il 31 dicembre. In mancanza, é consentita esclusivamente una gestione provvisoria, sulla base degli stanziamenti di spesa dell’ultimo bilancio approvato limitata alle sole operazioni necessarie per evitare che siano arrecati danni patrimoniali certi e gravi all’ente.
Il bilancio dello Stato
I bilancio dello Stato consiste in un conto in cui vengono indicati gli elementi attivi e passivi relativi ad un determinato periodo di tempo.
Si tratta di un documento contabile che rappresenta, sotto forma di previsione i risultati di una serie di operazioni che saranno effettuate in un determinato periodo di tempo; ma è anche la trascrizione in termini contabili dell'indirizzo del programma politico dello Stato. Attraverso l'analisi del bilancio è possibile verificare in che modo il governo interviene nel campo degli obiettivi generali della politica economica e in che misura vengono attuate le scelte operate dal potere esecutivo.
Funzione dei bilancio dello Stato:
~ funzione di controllo politico: la sua approvazione da parte del Parlamento costituisce un'autorizzazione data dai rappresentanti dei cittadini al governo per realizzare il suo programma politico, mediante la riscossione delle entrate e l'erogazione delle spese previste;
~ la funzione di controllo finanziario: poiché mediante tale documento si controlla che il denaro pubblico sia effettivamente speso per le attività previste nell'ambito degli stanziamenti autorizzati dal bilancio;
~ la funzione di controllo operativo: poiché tale documento contabile è utilizzato come strumento atto a stabilire le modalità più convenienti per raggiungere gli obiettivi della politica economica.
Anno finanziario ed esercizio finanziario
L'anno solare va dal 1 gennaio al 31 dicembre ed è il periodo di tempo considerato quale misura per l'individuazione temporale dei bilancio dello Stato e degli enti pubblici.
L'anno finanziario è lo spazio di tempo entro il quale si svolge un determinato ciclo di gestione e in cui viene ripartita l'attività dell'ente pubblico.
L’esercizio finanziario è invece un concetto economico giuridico inerente al complesso degli atti di gestione compiuti dallo Stato, cioè al complesso delle operazioni amministrative che si riferiscono a un determinato anno finanziario.
Tipologie di bilancio
Per quanto riguarda il contenuto i bilancio può essere di due tipi:
~ Il bilancio economico: che individua i costi sostenuti e i ricavi acquisiti nell'ambito di una certa attività, allo scopo di accertare un utile di gestione;
~ il bilancio finanziario: che rappresenta i movimenti di denaro in entrate in uscita che possono comportare tanto aumenti o diminuzioni del patrimonio aziendale quanto lasciarlo invariato.
Gli enti pubblici per lungo tempo hanno adottato il solo bilancio finanziario fino a quando il decreto legislativo del 7 agosto 1997 numero 279 ha stabilito che anche per il bilancio dello Stato l'adozione di una contabilità analitica per centri di corso che consente la valutazione economica dei servizi e delle attività prodotti attraverso il collegamento tra le risorse umane e finanziarie strumentali con i risultati conseguiti dai vari centri di responsabilità amministrativi.
Tale sistema si realizza monitorando i costi, i rendimenti e l'attività di ogni amministrazione.
L'esigenza di questa contabilità è quella di interpretare economicamente e non soltanto finanziariamente i fatti di gestione dell'attività delle varie amministrazioni pubbliche e di consentire di evidenziare non solo le spese relative all'acquisto delle risorse, ma anche il costo nel senso di sacrificio economico correlato all’effettivo utilizzo delle risorse ed espresso monetariamente.
I bilanci preventivi e consuntivi
I bilanci si distinguono in:
Bilanci preventivi: si riferiscono all’ esercizio finanziario successivo a quello in cui essi vengono redatti. Indicano le entrate che si prevede di realizzare e le spese che si prevede di sostenere nell'esercizio successivo. Il governo redige questo tipo di bilancio prima dell'inizio dell'anno finanziario.
Bilanci consuntivi o rendiconti: sono inerenti a un esercizio finanziario già concluso. Indicano le entrate realizzate e le spese sostenute in tale periodo.
I bilancio preventivo si distingue in:
~ Bilancio di competenza o giuridico: qui sono riportate le entrate che si ha diritto a riscuotere e le spese che si è impegnati a erogare nel periodo considerato, indipendentemente dal fatto che le entrate siano riscosse e le spese siano effettivamente erogate. Questo tipo di bilancio ha come vantaggio che fissa limiti rigorosi, che consentono a Parlamento di controllare l'azione economica del governo in modo più efficace; individua l'esercizio a cui si riferiscono le previsioni, tenendo separate, anno per anno le responsabilità degli amministratori e dei governanti; consente di conoscere il costo reale dei servizi pubblici e di comparare le risultanze dei vari esercizi.
~ Bilancio di cassa o materiale sono indicate le entrate effettivamente riscosse e le spese effettivamente pagate nel periodo considerato, indipendentemente dal fatto che il diritto a riscuotere le entrate o l'impegno a effettuare le spese siano sorti nel periodo di tempo considerato o in quello precedente. Il bilancio di cassa mostra solo le entrate riscosse e le spese pagate, ma non considera né gli accertamenti e gli impegni assunti nell'anno precedente e addebitate al presente, né le entrate e le uscite impegnate nel corso dell'esercizio successivo.
In Italia il bilancio di previsione è stata redatto esclusivamente in termini di competenza fino alla legge 468/ 88, che ha introdotto un doppio sistema, nel quale sono previsti entrambi i bilanci di previsione.
Tale soluzione è stata introdotta per soddisfare le seguenti esigenze:
~ conservare gli aspetti positivi e sistema della competenza;
~ avere un quadro dei movimenti finanziari, derivante da sistema della cassa
Principi dei bilancio
I principi dei bilancio sono i requisiti essenziali al cui rispetto il bilancio deve essere improntato.
Tali requisiti sono:
1. L'integrità: tutte le entrate e le uscite devono essere iscritte in bilancio al lordo, cioè comprensibile di qualsiasi onere o provento ad essi è collegato. Le compensazioni sono vietate perché nasconderebbero l'onere effettivo delle imposte e la dimensione reale della spesa.
2. La veridicità: per cui le previsioni di bilancio devono essere formulate in modo da rispecchiare i veri valori che si prevede di conseguire nell'esercizio futuro
3. l'universalità secondo il quale tutte le entrate e tutte le spese devono essere iscritte in bilancio, con divieto di contabilizzare evenienze finanziarie al di fuori di quelle stabilite in bilancio.
4. La pubblicità per cui bilancio deve essere divulgato e portato a conoscenza di tutti i cittadini con formalità idonee, cioè pubblicato sulla gazzetta ufficiale.
5. La chiarezza: secondo il quale la stesura dei bilancio deve risultare di facile lettura e comprensione da parte dei cittadini, nel rispetto dei limiti imposti dalle regole contabili.
6. L'unità: che prescrive l'unicità del documento contabile del bilancio, nel quale devono essere presentate tutte le entrate e tutte le spese riguardanti l'attività finanziaria statale. A tale principio si deroga ampiamente nell'ordinamento italiano, a causa dei numerosi bilanci allegati o annessi che pur essendo delle propaggini del bilancio dello Stato, ne sono distinti contabilmente e logicamente. Questi due tipi di bilanci sono detti anche bilanci speciali.
7. La specializzazione: il quale richiede che le entrate e le spese previste in bilancio siano rappresentate in modo sufficientemente analitico, senza voci onnicomprensive e poco significative che non consentirebbero al Parlamento un controllo efficace sulla successiva azione amministrativa del governo.
8. Il pareggio che prevede almeno in prospettiva un livellamento tra le entrate e le spese.
9. L'annualità che indica il periodo temporale di riferimento delle cifre esposte bilancio. Nel sistema della contabilità pubblica questo principio è rimasto nonostante l'introduzione del bilancio pluriennale formulato per fini di programmazione economica, che si affianca al bilancio annuale senza sostituirlo.
Il nuovo bilancio di previsione
Entrate spese
Titoli funzioni obiettivo
unità previsionali di base unità previsionali di base
categorie capitoli capitoli
la legge 421/ 92 ha avviato la riforma amministrativa delegando al governo il compito di razionalizzare e controllare la spesa per il pubblico impiego, ha stabilito:
~ separazione tra i compiti di direzione politica e di direzione amministrativa
~ maggiore autonomia di direzione, di vigilanza e controllo, soprattutto per la gestione di risorse finanziarie, anche con il ricorso a idonee tecniche di bilancio.
Il governo ha risposto alla delega con il decreto legislativo 29/ 93.
Successivamente con la legge del 3 aprile 1997 numero 94, il Parlamento ha delegato al governo, la ristrutturazione dei bilancio statale; la delega è stata attuata con la legge 279/ 97, che ha cambiato la struttura dei bilancio ripartendo le entrate in:
~ titoli: a seconda che siano di natura tributaria, extra tributaria o provenienti dalla vendita e dall'ammortamento di beni patrimoniali, da crediti riscossi o da prestiti accesi;
~ unità previsionali di base: fissate in modo tale che a ciascuna unità corrisponda un unico centro di responsabilità amministrativa, al quale è attribuita la relativa gestione. Esse raggruppano aree omogenee di attività che rientrano nelle competenze di ciascun ministero;
~ categorie: a seconda della natura dei cespiti;
~ capitoli: a seconda dell'oggetto rispettivo, ai fini della gestione e rendicontazione.
Le spese sono articolate in:
~ funzioni-obiettivo: stabilite in modo tale da definire le politiche pubbliche di settore e misurare il prodotto delle attività amministrative, quando è possibile anche in termini di servizi finali resi al cittadino;
~ unità previsionali di base: le quali saranno suddivise in unità di spesa corrente e in unità di spesa in conto capitale, al momento dell'approvazione da parte del Parlamento;
~ capitoli: secondo l'oggetto, il contenuto economico e funzionale della spesa riferito a categorie e funzioni, nonché secondo il carattere obbligatorio e discrezionale della spesa.
Le unità elementari per gestire le spese e rendicontarle sono dunque costituite dai capitoli. Esse rappresentano una delle misure tese a favorire un sistema di contabilità di tipo economico per i seguenti due motivi:
~ non prevedono erogzioni per materie astratte, ma evidenziano il significato economico del proprio rapporto giuridico a essi sotteso;
~ sono possibili variazioni compensative fra capitoli della stessa unità previsionale, che avvengono con decreto del Ministro competente, su proposta del dirigente responsabile. Sono escluse le variazioni delle unità di spesa oggetto della deliberazione parlamentare.
La legge 94/ 97 autorizza infine il governo a emanare un decreto legislativo riguardante la procedura di formazione dei bilancio, basato sull'esame delle esigenze funzionali e degli obiettivi perseguibili concretamente nel periodo cui il bilancio si riferisce, non considerando il criterio della spesa storica incrementale.
UNITA’ 4
DPEF, LEGGE FINANZIARIA
E DISCIPLINA GIURIDICA
IL DPEF
Il documento di programmazione economico finanziaria è un importante strumento di programmazione finanziaria introdotto dall'articolo 3 della legge 362/ 88.
La legge 208/ 99 ha successivamente cambiato sia il termine di presentazione del Dpef sia suo contenuto.
Il governo deve presentare il Dpef al Parlamento entro il 30 giugno di ogni anno e non entro 15 maggio, come previsto in precedenza.
Il Dpef ha una parte introduttiva che contiene una valutazione motivata sulla realizzazione degli obiettivi previsti nei precedenti documenti di programmazione economica e l'evoluzione economico finanziaria internazionale, in particolare dell’ Unione Europea, cui fa seguito l’illustrazione dei criteri e dei parametri adottati.
Per la programmazione finanziaria sono importanti anche altri due documenti:
~ La relazione previsionale e programmatica: che è uno strumento di programmazione degli interventi pubblici previsti nel bilancio pluriennale dello Stato o dell'intero settore pubblico allargato. È accompagnata da una serie di relazioni programmatiche di settore e da osservazioni sulle leggi pluriennali di spesa, delle quali è allegato un quadro riassuntivo. Il ministro dell'economia e delle finanze deve presentare al Parlamento entro il 30 settembre di ogni anno;
~ La relazione generale sulla stima del fabbisogno del settore statale: illustra i dati relativi all'economia del paese per l'anno precedente, con particolare riferimento allo sviluppo del reddito e dell'occupazione. Il ministro dell'economia e delle finanze deve presentarla alle camere entro il 31 marzo di ogni anno.
Contenuto del Dpef
Il documento di programmazione economico finanziaria, che ha lo scopo di permettere al Parlamento di conoscere, con congruo anticipo, le linee di politica economica e finanziaria del governo, indica, a norma dell'articolo3 della legge 468/ 78, così come modificato dalla legge 208/ 99:
I parametri economici essenziali utilizzati e le previsioni tendenziali, per grandi comparti, dei flussi di entrata e di spesa del settore statale e del conto consolidato delle pubbliche amministrazioni basate sulla legislazione vigente, ivi compreso il flusso di risorse destinate al Mezzogiorno, con l'indicazione dei fondi nazionali addizionali, e, per la parte discrezionale della spesa, sull'invarianza dei servizi e delle prestazioni offerte.
Il bilancio annuale di previsione
Il bilancio annuale di previsione, redatto in termini di competenza e di cassa e coerente al bilancio pluriennale, è il documento portante della gestione finanziaria statale.
Esso è articolato per le entrata e per la spesa, in una quantità previsionali di base, ciascuna delle quali indica i seguenti elementi:
~ L'ammontare presunto dei residui attivi e passivi alla chiusura dell'esercizio precedente a quello cui si riferisce il bilancio;
~ il preventivo di competenza, cioè l'ammontare delle entrate che si prevede di accertare e delle spese che si prevede di impegnare nell'anno cui bilancio si riferisce;
~ il preventivo di cassa, cioè l'ammontare delle entrate che si prevede di incassare e delle spese che si prevede di effettuare nell'anno cui il bilancio si riferisce, senza distinzione tra operazioni in conto competenza e in conto residui.
Le somme di ciascuna unità revisionale di base riferite alla parte spesa sono suddivise in :
~ spese correnti: in cui sono evidenziate le spese di personale;
~ spese di investimento: in cui vengono enucleati gli investimenti destinati alle regioni poco sviluppate.
Il bilancio annuale di previsione è composto:
~ da uno stato di previsione dell’ entrata;
~ da stati di previsione della spesa, corrispondenti ai diversi dicasteri e alla presidenza del consiglio;
~ da un quadro generale riassuntivo.
Agli Stati di previsione della spesa di alcuni dicasteri sono legati come appendici i bilanci delle aziende e amministrazioni autonome che fanno capo ad essi e sono annessi i consuntivi degli enti cui contribuisce in via ordinaria lo Stato.
Il bilancio annuale è contenuto in un unico disegno di legge.
Esso è composto da distinti articoli che prevedono l'approvazione dello Stato di previsione dell’ entrata, del totale generale della spesa e del quadro generale riassuntivo; tutto ciò con riferimento alle dotazioni di competenza e di cassa.
Quadro generale riassuntivo
Il quadro generale riassuntivo contiene le risultanze complessive del bilancio in base all'articolo 6 della legge 468/ 78, ed è riferito sia alle dotazioni di cassa sia alle dotazioni di competenza.
Esso deve indicare i seguenti saldi o risultati differenziali:
~ Risparmio pubblico:(entrate tributarie+extratributarie-spese correnti) è uguale alla differenza tra il totale delle entrate tributarie ed extra tributari e il totale delle spese correnti. Se il risultato differenziale è positivo, esso misura la quota di risorse correnti destinabili al finanziamento delle spese in conto capitale; se è negativo esprime la quota delle spese correnti da soddisfare ricorrendo all'indebitamento.
~
~ Saldo netto da finanziare o fabbisogno: (entrate finali – spese finali) è uguale alla differenza tra entrate finali di e spese finali. Nel calcolo non vi entrano le spese per il rimborso dei prestiti, dato che tali spese servono a rimborsare, ai possessori di titoli del debito pubblico, prestiti che lo Stato si è obbligato a restituire in anni precedenti, per finanziare, quindi, disavanzi pregressi. Il fabbisogno indica in quale misura l'operazione dello Stato determinano il ricorso al mercato monetario e finanziario.
~ Indebitamento o accreditamento netto: (totale entrate - totale spese – operazioni finanziarie)è uguale alla differenza tra il totale di tutte le entrate e il totale di tutte le spese, sia correnti sia in conto capitale, escluse le operazioni finanziarie, come accensione e rimborsi di prestiti, concessioni e riscossioni di crediti ecc. Le operazioni di intermediazione finanziaria iscritte a bilancio, nelle quali o Stato agisce come banchiere, sono dunque eliminate.
~ Ricorso al mercato: è uguale alla differenza tra il totale delle entrate e il totale di tutte le spese aumentate dei prestiti da rimborsare. Considerato che le spese includono in questo caso anche il titolo III costituito dalle spese per rimborso dei prestiti, il ricorso al mercato è dato da fabbisogno più le spese per il rimborso dei prestiti. Il ricorso al mercato indica il totale lordo del finanziamento necessario per coprire il totale complessivo delle spese.
Il bilancio pluriennale
In bilancio di previsione pluriennale è stato introdotto, accanto al bilancio di previsione annuale, dalla legge 468/ 78. È redatto per unità previsionali di entrata e di spesa.
In bilancio pluriennale è elaborato dal ministero dell'economia e delle finanze e presenta i caratteri che seguono:
~ è predisposto in termini di competenza, cioè si riferisce alla fase dell'accertamento delle entrate e dell'impegno delle spese ed è coerente con le regole e gli obiettivi del Dpef;
~ ha una proiezione pluriennale, in quanto copre un periodo non inferiore a tre anni;
~ è un bilancio finanziario di competenza, ma non ha la natura di atto giuridico formale di autorizzazione alla riscossione delle entrate e all'esecuzione delle spese che esso prevede;
~ è approvato con un articolo apposito del disegno di legge del bilancio e viene aggiornato ogni anno;
~ non è un bilancio scorrevole, cioè non inserisce automaticamente le previsioni del terzo anno al posto di quelle del primo. Le previsioni pluriennali sono difatti riviste annualmente;
~ è uno strumento di programmazione di medio termine.
Nel bilancio pluriennale sono esposti separatamente:
~ il bilancio pluriennale a legislazione vigente, che riguarda l'andamento delle entrate delle spese in base alla legislazione vigente, cioè a prescindere dalle decisioni prese con la legge finanziaria. È presentato dal governo alle camere entro il 30 settembre di ogni anno. Questa parte del bilancio pluriennale è integrata in un secondo momento con gli effetti della legge finanziaria e dei provvedimenti collegati alla manovra di finanza pubblica eventualmente già provati;
~ il bilancio pluriennale programmatico che riguarda le previsioni sull'andamento delle entrate e delle spese considerando gli effetti degli interventi previsti dal Dpef. È presentato alle camere entro il 30 settembre di ogni anno.
Legge finanziaria e leggi collegate
Il bilancio è un atto legislativo di indirizzo e perciò non può introdurre elementi innovativi di carattere sostanziale al quadro legislativo vigente. La crescita delle spese correnti e il forte indebitamento da parte dello Stato hanno ridotto la possibilità di decisioni effettive da adottarsi in sede di bilancio.
La legge finanziaria introdotta dalla legge 468/ 78 ha tuttavia creato diversi problemi, come l'espansione della spesa pubblica e l'ingorgo decisionale, tanto che si è provveduto a una sua riforma, prima tramite la legge 362/ 88 in seguito dalla legge 208/ 99.
Dopo gli interventi del legislatore, gli scopi della legge finanziaria sono quelli di:
~ disporre ogni anno il quadro di riferimento finanziario per il periodo compreso nel bilancio pluriennale in coerenza con gli obiettivi del Dpef;
~ regolare ogni anno le grandezze previste dalle disposizioni di legge, per adeguare gli effetti finanziari agli vi obiettivi.
Il contenuto della legge finanziaria non può riguardare norme di delega, ora gli ordinamentali o organizzatorie, ma solo norme con effetti finanziari a partire dal primo anno considerato nel bilancio pluriennale. Le legge finanziaria può predisporre per ciascun anno nuove o maggiori spese correnti, riduzione di entrate e nuovi interventi da finanziare ricorrendo al fondo speciale di parte corrente. In questo fondo l'iscrizione può avvenire solo nei limiti delle nuove e maggiori entrate tributarie, extra-tributarie e contributive e delle riduzioni permanenti di autorizzazioni di spesa corrente. Le nuove o maggiori spese disposte quella legge finanziaria non possono far lievitare la spesa in maniera non compatibile con quanto previsto dal Dpef.
Per agevolare il processo di approvazione degli strumenti impiegati per la politica di finanza pubblica la legge 208/ 99 ha abolito il collegato di sessione inglobando parte del suo contenuto nelle leggi finanziarie e lo ha sostituito con i collegati fuori sessione, contenenti disposizioni omogenee per materia che il governo deve presentare al Parlamento entro il 15 novembre di ogni anno. I collegati fuori sessione, costituiti da norme ordinamentali e leggi delega escluse dalla finanziaria, non essendo sottoposti al vincolo della sessione di bilancio, servono ad alleggerire la manovra finanziaria. Essi infatti, pur dovendosi presentare alle camere entro 15 novembre, possono essere approvati dalle stesse anche dopo il 31 dicembre.
La legge 208/ 99 integrando la legge 468/ 78 ha stabilito che le amministrazioni competenti devono corredare con una relazione tecnica i disegni di legge, gli schemi di decreto legislativo e gli emendamenti di iniziativa del governo da cui scaturiscono effetti finanziari. L'attendibilità della relazione e dei suoi dati deve essere verificata dal ministro dell'economia delle finanze. L'obbligo di stendere la reazione tecnica di accompagnamento riguarda sia i provvedimenti che comportano nuovi maggiori oneri, sia quelli da cui scaturiscono riduzioni di spesa o aumenti di entrata.
Preparazione e approvazione del bilancio
Il processo di costruzione dei bilanci annuali e di quello pluriennali, i quali devono essere presentati dal governo alle camere a norma dell'articolo 21 comma 1 della Costituzione, inizia:
1. con una circolare della ragioneria generale dello Stato, predisposta entro marzo di ogni anno. Questa circolare, inviata ai ministeri e alle amministrazioni autonome, indica le modalità di redazione delle previsioni di spesa, effettuate sulla base della legislazione vigente.
2. In un allegato apposito le amministrazioni espongono le modifiche che, secondo il loro parere, dovrebbero essere apportate alla legislazione vigente dalla legge finanziaria, nonché gli obiettivi e i programmi di ciascun ministero, sulla base di quello che hanno proposto i dirigenti responsabili della gestione delle singole unità previsionali.
3. Il ministero dell'economia e delle finanze, cui tali previsioni sono sottoposte, valuta gli oneri delle funzioni, dei servizi istituzionali, dei programmi dei progetti presentati dall'amministrazione interessata. Si cerca, in questa maniera, di assicurare che in ciascun capitolo siano incluse sono le spese della stessa categoria, e che ciascun capitolo corrisponda a un unico centro di responsabilità. Allo stesso tempo si esamina uno stato di attuazione dei programmi in corso e si valuta l'opportunità di conservare in bilancio come residui le somme già stanziate per spese in conto capitale e non impegnate
4. da ultimo il progetto di bilancio di previsione predisposto dal ministro dell'economia e delle finanze è sottoposto alla deliberazione del Consiglio dei Ministri
5. il bilancio annuale di previsione, che deve essere presentato entro il 30 settembre di ogni anno, è formulato sulla base dei decreti e dei parametri del Dpef, come deliberato dalle camere. Il disegno di legge di approvazione del bilancio viene trasmesso anche alle regioni.
6. Entro il 15 ottobre di ogni anno la conferenza Stato-regioni-autonomie locali esprime un proprio parere, che viene comunicato al governo e al Parlamento, sui criteri di ripartizione del fondo per il finanziamento dei programmi regionali di sviluppo.
ESAME E DISCUSSIONE
Ogni commissione parlamentare esamina lo stato di previsione di cui è competente. La commissione bilancio esamina lo stato di previsione in generale. Ciascuna commissione riferisce poi la propria relazione all'aula in cui si svolge la discussione generale in assemblea. L’esame e la discussione della legge di bilancio e della legge finanziaria avvengono in modo congiunto, considerata l'interconnessione fra i due provvedimenti. Prima viene votato lo stato di previsione dell’ entrata, poi i diversi Stati di previsione della spesa. Nel bilancio di previsione il totale delle entrate deve corrispondere al totale delle spese, perciò stabilire l'ammontare delle entrate equivale a determinare le spese complessive. I soli emendamenti ammessi sono quelli che compensano le spese tra i diversi dicasteri o all'interno degli stessi.
Approvazione
Il bilancio pluriennale è approvato attraverso un articolo apposito del disegno di legge di bilancio. I disegni di legge seguono lo stesso iter in entrambe le camere. Politicamente l'atto che approva il bilancio rappresenta un voto di verifica annuale obbligatorio dell'omogeneità delle forze politiche che governano il paese.
Le legge di bilancio con gli Stati di previsione, dopo l'approvazione del Parlamento, è presentato al presidente della Repubblica per la promulgazione e per la controfirma del presidente del Consiglio dei Ministri e dei ministri responsabili. In seguito è pubblicata nella gazzetta ufficiale.
I dirigenti generali titolari di centri di responsabilità delle rispettive amministrazioni ricevono le risorse dai ministri, entro 10 giorni dalla pubblicazione della legge di bilancio. I dirigenti generali sono responsabili della gestione delle risorse e dei risultati che da essa conseguono.
Il governo, una volta approvata dal legge di bilancio, ha la facoltà e il dovere di gestire dei beni, senza superare gli stanziamenti del bilancio per le spese. In questo senso la legge di bilancio è legge di autorizzazioni.
In bilancio non incide sulle diverse leggi preesistenti riguardanti i tributi e le entrate in genere e le spese, ma permette al governo di avvalersi della legislazione finanziaria per svolge la sua attività.
Il bilancio approvato non può essere rivisto nel potere legislativo, né da quello esecutivo e deve essere attuato nel rispetto della legislazione vigente in materia.
Esercizio provvisorio
L’esercizio provvisorio del bilancio è concesso dalle camere al governo, con legge e per periodi non superiori complessivamente a quattro mesi, qualora il bilancio non venga approvato entro 31 dicembre. Il bilancio di previsione, infatti deve essere approvato in tempo utile per gestire le entrate e le spese, dal momento in cui inizia esercizio al quale esso si riferisce.L’ Esercizio provvisorio serve dunque a evitare la paralisi che la mancanza di autorizzazioni a realizzare le entrate e a eseguire le spese provocherebbe nell’ attività finanziaria e in tutta l'amministrazione statale dal 1 gennaio.
La legge stabilisce dei limiti al esercizio provvisorio, costituiti da:
~ Il tempo: in quanto esso non può essere concesso per periodi superiore complessivamente a quattro mesi;
~ la necessità: in quanto la sua durata non può durare oltre ai termini necessari per evitare la paralisi dello Stato;
~ la natura legislativa della concessione dell'esercizio provvisorio: in quanto può essere concesso solo con la legge, allo scopo di assicurare anche il controllo della corte costituzionale su questo importante atto dello Stato.
Le previsioni del nuovo esercizio devono essere considerate così come risulta dalla bilancio presentato e non a un
Rendiconto generale dello Stato
In rendiconto generale dello Stato è il documento contabile nel quale vengono riassunti e dimostrati i risultati della gestione dell'anno finanziario. Esso da atto dell'esattezza dei conti presentati dall'esecutivo e riporta eventuali rilievi mossi nel corso dell'esercizio finanziario.
Il rendiconto consuntivo deve essere presentato dal ministro dell'economia e delle finanze alle camere per l'approvazione entro il mese di giugno di ogni anno. L'approvazione del Parlamento garantisce un controllo annuale sulle modalità di esecuzione della legge di bilancio dell'anno precedente da parte del governo. Il rendiconto è composto da due parti:
1. Il conto del bilancio
2. il conto generale del patrimonio a valore.
1. Conto del bilancio
Il conto del bilancio dimostra i risultati conseguiti, confrontando le previsioni del bilancio con le operazioni e gli impegni relativi all'esercizio scaduto.
Il conto del bilancio è stato recentemente adeguato alla nuova struttura di bilancio di previsione. È costituito sulla base di una classificazione incrociata per funzioni obiettivo è l'unità previsionali di base, suddivise per capitoli.
In questa maniera è possibile controllare le politiche di settore e valutare economicamente e finanziariamente le risultanze delle entrate e delle uscite alla luce degli obiettivi fissati, degli indicatori di efficacia e di efficienza e degli scopi delle leggi di spesa.
Il conto del bilancio contiene:
~ Le entrate di competenza dell'anno, accertate, riscosse o rimaste da riscuotere;
~ le spese di competenza dell'anno, impegnate, pagate o rimaste da pagare;
~ della gestione dei residui attivi e passivi degli esercizi anteriori;
~ le somme versate in tesoreria e quelle pagate per ciascun capitolo dei bilancio distintamente in conto competenza e in conto residui;
~ il conto totale dei residui attivi e passivi che si trasmettono dell'esercizio precedente.
2. Conto generale del patrimonio a valore
Il conto generale del patrimonio a valore indica la consistenza delle attività e passività dello Stato all'inizio e al termine dell'esercizio.
È preceduto da una nota preliminare ed è composto dalle seguenti parti:
~ dimostrazione della consistenza patrimoniale;
~ dimostrazione dei punti di concordanza tra il conto del bilancio è quello del patrimonio;
~ conto generale le rendite delle spese;
~ attività e passività classificate in relazione ai ministeri;
~ un documento contabile, che permette di analizzare l'economicità della gestione dei beni, nel quale sono rappresentate le componenti positive e negative, nonché gli indici di redditività della gestione stessa.
All'interno del rendiconto generale ci sono anche dei conti speciali, che riguardano le attività economiche delle aziende autonome.
Iter del rendiconto generale
Il rendiconto generale dell'esercizio finanziario scaduto il precedente 31 dicembre deve essere presentato al Parlamento dal ministro dell'economia e delle finanze entro il mese di giugno di ogni anno.
In ministro dell'economia e delle finanze predispone il rendiconto sulla base dei vari conti dei ministeri, trasmessi entro il 30 aprile di ogni anno alla ragioneria generale dello Stato.
Il rendiconto, entro 31 maggio di ciascun anno, è trasmesso solo alla corte dei conti che lo parifica, quindi lo trasmette il ministro dell'economia e delle finanze per la presentazione alle camere.
Il Parlamento esprimere una valutazione politica sulla gestione dei bilancio. La corte dei conti controlla preventivamente la legittimità degli atti del governo e successivamente la gestione del bilancio.
Il controllo del rendiconto è un controllo tecnico successivo.
Il rendiconto generale finanziario deve essere trasmesso alla corte dei conti che lo restituisce, insieme a una relazione, alle camere.
Al Parlamento spetta dunque un giudizio politico, mentre alla corte dei conti compete un controllo di legittimità.
Controllo sulla gestione del bilancio
Il controllo sulla gestione del bilancio è previsto affinché vi sia la garanzia che il bilancio sia eseguito nel modo stabilito.
Il potere di controllo spetta:
~ agli uffici centrali del bilancio dei singoli ministeri;
~ alla ragioneria generale dello Stato;
~ alla corte dei conti.
La Ragioneria generale dello Stato durante la gestione del bilancio, svolge il controllo sugli atti di entrata e di spesa per assicurare la conformità degli stessi alla legge di bilancio e agli eventuali provvedimenti modificativi. Questo controllo è di tipo interno.
La corte dei conti opera, invece, un controllo di legittimità; tale controllo può essere preventivo o successivo.
Il controllo preventivo viene esercitato mediante le forme del visto e della registrazione dei decreti del capo dello Stato e dei ministri i cui dicasteri comportano spese. Se il decreto è ritenuto legittimo dalla corte, questa vi apporre il visto e lo registra. Prima di tale registrazione il decreto non ha efficacia giuridica e non può quindi essere eseguito. Se il decreto è ritenuto invece illegittimo dalla corte, questa rifiuta il visto e rimanda il decreto al ministro che lo ha emesso, insieme al rifiuto debitamente motivato. Il ministro, qualora reputi giusti i rilievi della corte, modifica il decreto, altrimenti lo sottopone al consiglio dei ministri, che delibera su di esso.
Se l'esecuzione del decreto è ritenuta necessaria dal consiglio, questo rimanda il decreto alla corte dei conti per la registrazione con riserva. Entro 15 giorni dalla registrazione il decreto deve essere presentato al Parlamento per l'approvazione della spesa contestata.
Il controllo successivo è attuato attraverso l'esame del rendiconto generale. La corte dei conti verifica il rendiconto e ne confronta il risultato con il bilancio preventivo. Il rendiconto generale e una relazione contenente le osservazioni della corte sulla gestione finanziaria del governo vengono inviati al ministro dell'economia e delle finanze che li deve presentare, entro che il 30 giugno, alle camere.
Residui
La formazione del bilancio secondo il principio della competenza finanziaria da luogo a residui, ovvero a entrate accertate che non sono state riscosse e spese impegnate che non sono state pagate alla data del 31 dicembre, termine dell'esercizio finanziario.
Nell'ambito del bilancio di cassa, che riguarda le previsioni di effettive entrate ed effettive uscite finanziarie, i residui non hanno ragione di essere considerati. In questo sistema è più opportuno parlare di minori entrate e di minori spese, che non di residui attivi e passivi.
I residui attivi esprimono entrate accertate ma non ancora riscosse, nonché entrate riscosse ma non ancora versate. Rappresentano i crediti dello Stato nei confronti di terze economie.
I residui passivi esprimono spese già impegnate e non ancora ordinate, ovvero ordinate ma non ancora pagate. Rappresentano debiti dello Stato nei confronti di terze economie. Anche somme che non corrispondono a debiti sorti nei confronti di terzi, come i residui per impegni latenti e quelle di stanziamento, rientrano tra i residui passivi:
~ i residui per impieghi latenti riguardano spese deliberate dagli organi amministrativi o previste per legge, ma non ancora impegnate;
~ i residui di stanziamento riguardano spese previste in bilancio non ancora accertate.
Riscossione versamento per i residui attivi o liquidazione, ordinazione e pagamento per i residui passivi si effettuano negli anni successivi a quello in cui i residui si sono formati.
I residui sono accertati alla chiusura dell'anno finanziario e sono iscritti nel rendiconto generale.
Sono riportati nella contabilità dell'esercizio successivo, ma tenuti distinti dalle somme relative alla competenza del nuovo esercizio finanziario.
In questo modo si hanno due gestioni finanziarie:
~ la gestione dei competenza, relativa alle somme previste per l'anno finanziario in corso;
~ della gestione dei residui che riguarda l'esazione e il pagamento dei residui. A seconda della natura dei residui varia il tempo di mantenimento in bilancio degli stessi.
La gestione dei residui costituisce un problema per la pubblica amministrazione. Problema che non è stato risolto neppure con l’introduzione del bilancio di cassa accanto a quello di competenza, soprattutto perché non sono state eliminate le cause che avevano portato a questo fenomeno il precedente sistema, come ad esempio la dissociazione tra decisioni legislative in materia di spesa e possibilità concrete della pubblica amministrazione o la tardività dei provvedimenti legislativi di variazione del bilancio ecc.

VITA
Gabriele D’ Annunzio nacque a Pescara da una famiglia medio -borghese ha quindi la possibilità di studiare in un collegio prestigioso in cui rimarrà fino alla licenza liceale. Nonostante avesse un atteggiamento indisciplinato, ottiene ottimi risultati negli studi e a soli sedici anni compone la prima raccolta di poesie, PRIMO-VERE, che ottiene meriti da alcuni intellettuali.
Desideroso di primeggiare si trasferisce a Roma, che ,però, abbandona per collaborare con diverse riviste (“Capitan Fracassa”, “Tribuna”, ecc…) e in seguito pubblica CANTO NOVO e TERRA VERGINE. Dopo diverse esperienze amorose sposa la Duchessa Maria Hardoun dalla quale ebbe tre figli. Il matrimonio durò poco in seguito ai continui tradimenti del poeta. In questo periodo scrive “INTERMEZZO DI RIME”, una raccolta poetica, due romanzi , IL PIACERE, GIOVANNI EPISCOPO e ELEGIE ROMANE, componenti del POEMA PERADISIACI.
Trasferitosi a Napoli scrive su alcuni giornali come “IL MATTINO” e inizia una relazione, con la principessa Maria Gravina Cruyllas dalla quale ebbe due figli. Dopo un po’, ritorna in Abruzzo seguito da Maria Gravina. Compone poi IL TRIONFO DELLA MORTE e L’ INNOCENTE.
In seguito intraprende diversi viaggi: una crociera in Grecia ( per cui compone Maio, primo libro delle LAUDI), più volte a Venezia dove conosce Eleonora Duse con la quale inizia una relazione. Più in là viene eletto tra le file della Destra e compone un altro romanzo , LE VERGINI DELLE ROCCE. In seguito si trasferisce con la Duse nella villa La Cappuccina, in cui si circonda di oggetti preziosi e lussuosi. Ritornato in Italia dopo aver seguito la Duse in Egitto per tour appoggia sorprendentemente la Sinistra e si candida per le nuove elezioni.
Dopo il romanzo ,IL FUOCO, compone la tragedia “LA FIGLIA DI IORIO” e il romanzo “FORSE CHE SI FORSE CHE NO”.
Assillato dai creditori, con i quali ha contratto diversi debiti per avere oggetti lussuosi, fugge in Francia dove compone alcune opere in francese come “ Il Martirio di San Sebastiano”.
Tornato in Italia partecipa alla Guerra Mondiale arruolandosi nei Lancieri di Novara. Durante uno scontro aereo, viene ferito ad un occhio e durante il periodo di convalescenza compone il “NOTTURNO”. Una volta ripreso , partecipa all’ incursione marina nella Baia di Buccari ( la beffa di Buccari) e al volo su Vienna, lanciando volantini tricolori sulla città.
In seguito, con un gruppo di volontari, occupa la città di Fiume, in cui instaura la sua amministrazione ma viene poi cacciato dalle truppe governative.
In seguito a ciò si ritira nella villa Cargnacco , dove trascorre gli ultimi anni della sua vita,circondato dalle donne ed oggetti preziosi. Nel 1938 muore in seguito ad una emorragia celebrale.
IL PROFILO
D’ Annunzio aveva un carattere energico, istintivo, egocentrico e fin da giovane sente il bisogno di distinguersi, di affermarsi, di primeggiare.
Nelle sue opere l’ autore tende ad auto-citarsi, come nel CANTO NOVO e TERRA VERGINE.
L’ attenzione verso ciò che lo circonda, le novità che interessano e incuriosiscono il pubblico borghese, che compre riviste, assiste spettacoli, ecc…,lo portano a sfruttare la situazione per garantirsi notorietà e prestigio e quindi si comporta da “pubblicitario di se stesso” curando la sua immagine creando scoop sul suo conto, in modo da accattivarsi l’ interessi dell’ opinione pubblica .
Lo scrittore, inoltre, esalta la “macchina” e si immerge nel mondo degli aeroplani, delle automobili, del cinema (scrive la sceneggiatura del film Cabiria).
D’ Annunzio è un estete e vede la vita “come opera d’ arte”(parnassianesimo).
Esalta i valori della bellezza, dell’ arte; anche la figura del Super-uomo, ispirato a quello di Nietzsche, appare adottato alle nuove situazioni. Per il potere del Super-uomo è un essere eccezionale che deve affermare sé stesso, è dunque un affermazione dell’ IO.
Mentre Pascoli si rifugia nella campagna, nella famiglia e nella poesia, D’Annunzio non sceglie la fuga, ma si immerge in questo universo.
L’ interpretazione del super-uomo di D’ Annunzio è influenzata dal carattere dell’ autore, affascinato dagli aspetti esteriori delle cose, piuttosto che alla loro essenza profonda.
Nietzshe invece crea il super-uomo per combattere le negatività del mondo.
D’ Annunzio crea il super-uomo volto alla realizzazione di sé anche attraverso l’ uso della forza animalesca; propone il suo “vivere inimitabile” che come un “divo” vero e proprio, inaugura nuove mode e atteggiamenti.
Successivamente D’ Annunzio oltre all’ estetismo e al superomismo, accoglie anche il panismo, ossia la particolare concezione della natura in rapporto con l’ IO, il proprio essere. La natura è vista come un tutto animato in cui il poeta, abbandonandosi all’ istinto, si immerge per partecipare alla vita cosmica.
Anche il panismo pian piano viene modificato dall’ autore, finchè non scopre nella realtà naturale , il divino: abbandona una vegetazione lussureggiante e poi si dedica alla ricerca di un dimensione superiore, la natura si carica quindi di religiosità , intesa in senso laico e non cristiano . In Alcyone il panismo si intreccia con il superomismo solo un individuo eccezionale, può immedesimarsi nel tutto e approdare ad una condizione divina.
Le opere del poeta si popolano di ninfee, fauni, sirene, tutte figure mitologiche, la cui introduzione avviene in modo spontaneo, indotto dalla concezione panica, fino a giungere alla creazione di un mito, immedesimandosi egli stesso nelle sue opere. Nel Notturno si manifesta in pieno il significato del panismo: il mondo non viene visto più con la razionalità ma con i sensi e l’ istinto. In conclusione il panismo si sviluppa nel poeta in seguito alla crisi del Positivismo e poi anche perché viene visto come strumento di conoscenza della realtà e dell’ uomo attraverso la ragione e la scienza.
D’ Annunzio apporta alla letteratura italiana nuove innovazioni, come la libertà nell’ uso delle rime.

PRIMA GUERRA MONDIALE
INTRODUZIONE
Prima Guerra Mondiale combattuta tra il 1914 e il 1918 da ventotto nazioni, raggruppate negli appositi schieramenti delle Potenze alleate ( comprendente tra le altre Gran Bretagna, Francia, Russia, Italia e Stati Uniti) e degli Imperi Centrali ( Germania, Austria – Ungheria, Turchia e Bulgaria). Causa immediata della guerra fu l’ assassino, il 28 giugno 1914 a Sarajevo, dell’ arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono austroungarico, per mano del nazionalista serbo Gavrilo Princip; le cause fondamentali del conflitto vanno tuttavia ricercate nelle contrastanti mire imperialistiche delle potenze europee, cresciute in un clima di esasperato nazionalismo.
Soprattutto a partire dal 1968, i contrapposti interessi di Francia, la Gran Bretagna e Germania ( e in misura minore di Austria, Russia e Giappone) alimentarono uno stato di costante tensione internazionale , che spinse i governi a mantenere permanentemente in stato di allerta eserciti sempre più armati e ad accrescere la potenza la potenza delle proprie marine miliari. I tentativi di fermare questa corsa al riarmo (che furono aggetto delle conferenze dell’ Aia del 1899 e del 1907) ebbero scarso effetto, e non riuscirono a impedire lo strutturarsi dell’ Europa attorno a due coalizioni ostili: la Triplice Alleanza tra Germania, Austria- Ungheria e Italia (Carattere Difensivo) e la Triplice Intesa tra Gran Bretagna, Francia e Russia ( Carattere Offensiva ).
CRISI CHE PRECEDETTERO LA GUERRA (1905- 1913)
Tra il 1905 e il 1913 varie crisi e guerre locali portarono la situazione al limite del conflitto generale.
L’ assassino dell’ arciduca austriaco agì perciò da detentore in un’ Europa gia profondamente lacerata da rivalità nazionalistiche , con effetti catastrofici.
DICHIARAZIONI DI GUERRA
Il governo di Vienna, ritenendo l’ assassino opera del movimento nazionalista serbo, assicuratosi l’ appoggio della Germania inviò un ultimatum alla Serbia ritenuta responsabile di un piano antiaustriaco. A quel punto la catena delle alleanze fece precipitare la situazione e in rapida successione si ebbero la dichiarazione di guerra dell’ Austria alla Serbia (28 luglio), la mobilitazione della Russia, le dichiarazioni di guerra della Germania alla Russia (1° agosto) e alla Francia con la conseguente invasione del Belgio (3 agosto), e l’ entrata in guerra della Gran Bretagna a sostegno dei belgi (5 agosto) che provoca la reazione tedesca. Mentre l’ Italia si dichiarava neutrale, anche il Giappone (alleatosi con gli inglesi nel 1902) dichiarò guerra al Reich il 23 agosto, attaccandone subito dopo i possedimenti asiatici. La firma del trattato di Londra, avvenuta il 5 settembre1914, sanciva l’ alleanza tra Francia, Gran Bretagna e Russia.
1914-1915: DALLA GUERRA – LAMPO ALLA GUERRA DI TRINCEA
Le operazioni militari su tre diversi fronti: occidentale, o franco- belga; orientale, o russo; meridionale, o serbo. Nel novembre del 1914 la Turchia entrò in guerra a fianco degli Imperi Centrali, estendendo così il quadro delle operazioni al Medio Oriente. Nel 1915 si aprirono due ulteriori fronti: quello austro- italiano, dopo l’ entrata in guerra dell’ Italia, alleata dell’ Intesa in virtù del patto di Londra firmato il 26 aprile, e quello sulla frontiera greca a nord di Salonicco, a seguito dell’ intervento della Bulgaria a fianco degli Imperi Centrali nell’ ottobre successivo.
IL FRONTE OCCIDENTALE
Il piano strategico tedesco (noto come “piano Schlieffen”, dal nome del capo di stato maggiore che lo aveva elaborato già nel 1905), affidato al generale Helmuth von Molte, prevedeva una rapida guerra di movimento contro la Francia (la cui invasione doveva avvenire attraverso il Belgio) per poi volgersi contro la Russia, ma fu bloccato dall’ esercito al comando del generale Joffre nella prima battaglia della Marna (6 – 9 settembre). I tedeschi, costretti alla ritirata sino al fiume Aisne, estesero il fronte fino alla Mosa, a nord di Verdun. Né seguì una sorta di gara in velocità verso il Mare del Nord, con l’ obiettivo di acquisire il controllo dei porti sulla Manica, che vide i tedeschi frenati nella loro avanzata dall’ inondazione del fiume Yser, provocata nelle regione dai belgi, e da una serie di scontri con le forze inglesi, noti collettivamente come battaglia delle Fiandre. Questa segnò la fine della guerra di movimento sul fronte occidentale e portò alla guerra di logoramento, di cui furono protagonisti la trincea, l’ assalto con la baionetta, l’ artiglieria, e che si ridusse a una sequenza di conquiste e di perdite di pochi lembi di terreno con un costo elevatissimo di vite umane.
Nel marzo del 1915 gli inglesi tentarono, senza esito, di rompere il fronte nemico; in aprile l’ esercito tedesco attaccò Ypres, occupata dalle forze inglesi, usando per la prima volta il gas di cloro, chiamato ufficialmente da allora “iprite”: fu la prima volta che la guerra chimica venne praticata su vasta scala. Successive offensive franco- inglesi portarono allo sfondamento della prima linea delle trincee tedesche, ma i termine generali nel corso del 1915 non si produssero sostanziali modifiche rispetto alle posizioni stabilite alla fine dell’ anno precedente. Il fallimento della guerra – lampo portò alla sostituzione di von Molte con il generale Erich von Falkenhayn al comando supremo delle forze tedesche.
IL FRONTE ORIENTALE
Nell’ agosto del 1915 due armate russe attraversarono il confine orientale della Germania, ma furono fermate dalle divisioni dei generali von Hinderburg e Ludendorff che inflissero agli invasori una sconfitta decideva nella battaglia di Tannenberg (26 – 30 agosto) e in quella dei Laghi Masuri (6- 14 settembre). Nel frattempo altre quattro armate russe, invasero il territorio austriaco, avanzarono in Galizia senza incontrare resistenza sino ai confini con l’ Ungheria (fine marzo 1915); l’ azione venne però bloccata dalla controffensiva austro-tedesca che dai monti Carpazi proseguì in Polonia centrale (maggio), Lituania e Curlandia (settembre), obbligando i comandi russi a richiamare le truppe delle Galizia.
IL FRONTE ITALIANO
L’ Italia stipulò un trattato segreto, il cosiddetto patto di Londra (26 aprile 1915), con Gran Bretagna , Francia e Russia, in base al quale si impegnava a entrare in guerra in cambio di compensi territoriali in Trentino, Alto Adige, Istria, Dalmazia, Albania e nel Dodecaneso. Il 24 maggio dichiarò guerra all’ Austria- Ungheria, impegnando quest’ ultima su un secondo fronte. Le prime quattro battaglie dell’ Isonzo (29 giugno – 7 luglio, 18 luglio – 10 agosto,18 ottobre – 3 novembre, 10 novembre- 10 dicembre) ebbero un esito per le forze italiane, che fallirono l’ obiettivo di spezzare le linee austriache e conquistare Trieste. Come per tutte le potenze belligeranti, anche per l’ Italia la guerra si tradusse in un logorante conflitto di posizioni, per di più affrontato in condizioni sfavorevoli in quanto gli austriaci controllavano le postazioni più elevate nel Trentino, nel Friuli e in Carnia. Gli austriaci allentarono la pressione italiana con una violenta controffensiva in Trentino (la Strafexpedition, spedizione punitiva) i cui effetti risultarono più dirompenti sul piano psicologico e politico che non su quello militare: si spense allora la speranza ancora diffusa in Italia di un’ imminente vittoria.
LA GUERRA DI POSIZIONE
Nel 1916, dopo avere trasferito 500.000 uomini dal fronte orientale a quello occidentale, l’ esercito tedesco al comando del generale von Falkenhayn sferrò un massiccio attacco alla Francia: primo obiettivo fu la cittadina fortificata di Verdun (21 febbraio), ma l’ avanzata tedesca fu contenuta e le forze alleate poterono rispondere con una controffensiva sulle Somme, iniziata il 1° luglio e protrattasi fino al mese di novembre.
Né l’ una né l’ altra operazione furono tuttavia decise: la spaventosa carneficina (1.600.000 morti) risultò inutile ai fine della guerra. Von Falkenhayn fu sostituito dal generale Ludendorff; sul fronte alleato al posto del generale Joffre alla testa degli eserciti francesi impegnati al nord e a nordest fu posto il generale Nivelle.

PERDITE RUSSE E SCONFITTA RUMENA
Sul fronte orientale, i russi lanciarono un offensiva nella regione del largo Narocz per forzare i tedeschi a spostare le truppe da Verdun, ma l’ operazione si risolse in un fallimento che costò loro oltre 100.000 uomini. Maggior successo ebbe invece in giugno la risposta alla richiesta italiana di un’ azione diversiva che alleviasse la precisione dell’ offensiva austriaca in Trentino: l’ avanzata russa da Pinsk verso sud costò tuttavia perdite tali ( quasi un milione di morti) da far precipitare l’ esercito in uno stato di demoralizzazione e scoramento che influì non poco sugli sviluppi politici interni russi. La dimostrazione di forza indusse la Romania a entrare in guerra al fianco degli Alleati (27 agosto 1916), ma le operazioni militari si risolsero in una netta sconfitta a opera delle forze austro- tedesche e bulgaro-turche, che assicurò agli Imperi Centrali il controllo della Romania e delle sue risorse (grano e petrolio).
L’ ITALIA E I BALCANI
Sul fronte italiano il 1916 fu segnato dalla quinta inconcludente battaglia dell’ Isonzo e dall’ offensiva austriaca in Trentino, i cui risultati furono comunque annullati dalla reazione italiana nella campagna estiva. Tra agosto e novembre altre quattro battaglie ebbero luogo sull’ Isonzo, ancora senza risultati a parte la conquista italiana di Gorizia (9 agosto)
Nei Balcani gli Alleati posero sotto controllo politico la Grecia, sostenendo che il re Costantino I favoriva gli Imperi Centrali a dispetto della sua dichiarata neutralità; l’ intervento alleato provocò la costituzione di un governo provvisorio a Salonicco ( 29 settembre) guidato da Eleutherios Venizelos, che fu riconosciuto ufficialmente dalla Gran Bretagna e che il 3 novembre dichiarò guerra a Germania e Bulgaria. Nel frattempo l’ esercito serbo si univa alle truppe russe e italiane per lanciare un’ offensiva congiunta contro le forze bulgare e tedesche, che fu seguita all' inizio di ottobre da un massiccio attacco alleato in Macedonia che si spinse fino ai confini con l’ Albania.

TENTATIVO DI NEGOZIATO
Nel corso del 1916 il presidente degli Stati Uniti (a quel tempo ancora neutrali) Woodrow Wilson cercò di spingere al negoziato le potenze belligeranti sulla base di una “pace senza vittoria”. A fine anno il governo tedesco rese nota la disponibilità in tal senso degli Imperi Centrali , alla quale tuttavia la Gran Bretagna non diede credito.
1917: L’ ENTRATA IN GUERRA DEGLI STATI UNITI E IL RITIRO RUSSO
La posizione di Wilson riguardo alla guerra mutò decisamente nel gennaio del 1917, quando la Germania annunciò che a partire dal successivo 1° febbraio sarebbe ricorsa alla guerra sottomarina indiscriminata contro le imbarcazioni in arrivo in Gran Bretagna o in partenza da essa, contando in questo modo di poterne piegare la resistenza entro sei mesi. Gli Stati Uniti avevano già ammonito in precedenza che questo genere d’ azione violava palesemente i diritti delle nazioni neutrali, così che il 3 febbraio il presidente americano decise di sospendere le relazioni diplomatiche con la Germania, seguito da diverse nazioni dell’ America Latina. Il 6 aprile gli Stati Uniti entrarono in guerra.
LO SBARCO DEGLI AMERICANI
Dopo la dichiarazione di guerra alla Germania, il governo degli Stati Uniti organizzò rapidamente una forza di spedizione in Europa al comando del Generale John Pershing. Entro la fine di maggio 175.000 soldati americani erano gia dislocati in Francia; sarebbero ammontati a quasi due milioni verso la fine della guerra.
LA GUERRA SOTTOMARINA
Sempre nel 1917 i tedeschi dovettero riconoscere fallito il tentativo di spingere la Gran Bretagna alla resa mediante il blocco sottomarino delle sue isole. Inoltre, già dagli inizi del 1918 gli Alleati (grazie soprattutto al contributo degli Stati Uniti) producevano nuove navi più di quante i tedeschi riuscissero a distruggerne.
LA RUSSIA SI RITIRA
La scoppio del marzo 1917 dell’ insurrezione popolare contro il governo imperiale portò all' abdicazione dello zar Nicola II. Appena insediato, il governo provvisorio si impegnò a proseguire la guerra, ma la successiva Rivoluzione bolscevica (6-7- novembre, 24- 25 ottobre secondo il calendario giuliano) avrebbe portato al ritiro della Russia dalla guerra. Sul fronte militare, le forze russe al comando del generale Aleksej Brusilov avanzarono sul fronte della Galizia, perdendo successivamente gran parte del territorio conquistato; la controffensiva tedesca ebbe come risultato la conquista di Riga, difesa dal generale russo Lavr Kornilov, di gran parte della Lettonia e di alcune isole russe del Baltico. Il 20 novembre il nuovo governo offrì alla Germania la sospensione delle ostilità: l’ armistizio, che determinò la fine dei combattimenti sul fronte orientale, fu firmato dai rappresentanti di Russia, Austria e Germania il 15 dicembre.
SCONFITTE ITALIANE
Durante i primi otto mesi dell’ anno, nonostante le carenze in effettivi, artiglieria e munizioni, le forze italiane al comando del generale Luigi Cadorna proseguirono gli sforzi per sfondare le linee austriache sul fiume Isonzo e conquistare Trieste (decima e undicesima battaglia dell’ Isonzo), senza che si produssero risultati di rilievo. L’ ultimo trimestre dell’ anno fu invece segnato da una decisiva offensiva mossa da nove divisioni austriache e sei tedesche, sopraggiunte dall’ ormai inattivo fronte orientale: attaccando sulla parte alta dell’ Isonzo, riuscirono a rompere le linee italiane, costringendo il contingente nemico a ripiegare disordinatamente sul fiume Piave. Nella disastrosa battaglia di Caporetto, oltre alle vittime le truppe italiane contarono 300.000 prigionieri e quasi altrettanti disertori, sfiorando la disfatta. Sull’ estrema linea del Piave venne fermata la controffensiva che avrebbe potuto costringere l’ Italia alla resa definitiva; in novembre truppe inglesi e francesi giunsero di rinforzo, mentre Cadorna veniva sostituito dal generale Armando Diaz.
LA FINE DEL CONFLITTO
LA DISFATTA DEGLI IMPERI CENTRALI
La discesa in campo degli Stati Uniti coincise con un momento critico sul fronte occidentale; proprio nella primavera del 1917 era fallita l’ ennesima offensiva francese e, in maggio, ammutinamenti e ribellioni si erano registrati con preoccupante frequenza. L’ arrivo dei soldati americani (erano un milione nel luglio 1918) capovolse le sorti dello scontro; tra il 21 marzo e il 17 luglio 1918 le truppe tedesche condussero un’ ultima strenua offensiva nelle regioni della Piccardia e della Champagne; il 15 luglio divampò la seconda battaglia della Marna. Grandi spiegamenti di carri armati e aerei costrinsero i Tedeschi a ritirarsi dal Belgio e dalla Francia. Dopo la battaglia di Amiens (8-11 agosto), le speranze tedesche di vittoria si dileguarono definitivamente. Sotto l’ urlo delle sconfitte militari il primo a disgregarsi fu l’ Impero Ottomano. Travolti dagli Anglo-Francesi in Palestina e in Sira, i Turchi firmarono il 31 ottobre 1918 l’ armistizio con le potenze alleate; poi fu la volta dell’ impero asburgico.
Solo la Germania, il cui territorio non era stato ancora invaso e il cui esercito era sostanzialmente intatto, restava quindi ancora in piedi. Furono i rivolgimenti interni, però, a sancire il crollo definitivo: il 30 ottobre 1918 si ammutinarono i marinai della flotta di stanza nella base di Kiel e il moto rivoluzionario si propagò immediatamente; il kaiser fuggì in Olanda e, il 9 novembre, a Berlino fu proclamata la repubblica. Il nuovo governo, guidato dal Partito Socialdemocratico, firmò l’ armistizio l’11novembre 1918.

Matematica : ricerca operativa
La ricerca operativa prende origini dopo la rivoluzione industriale .Lo sviluppo delle macchine e delle tecnologie al servizio dell’industria e della produzione dei prodotti e servizi che diede origine a questo tipo di analisi delle organizzazioni produttive. L’applicazione di un metodo scientifico che permetteva di svolgere vaste e complesse organizzazioni concernenti il lavoro e la produzione industriale. Ovviamente il diffondersi di un metodo scientifico e quindi analitico permetteva e permette di ottenere dei risultati attesi con una precisione matematica elevata. Quindi si può dire che la ricerca operativa è l’applicazione di un metodo scientifico alle operazioni di vaste e complesse organizzazioni allo scopo di individuare i problemi ad essa inerenti e fornire a coloro che le dirigono una base quantitativa sulla quale fondare le proprie decisioni al fine di aumentare l’efficienza e il raggiungimento degli obiettivi prefissati. A tale scopo svolgeremo un problema delle scorte:

Un’impresa edile usa in un anno circa 150000 Kg di cemento per l’approvvigionamento sostiene una spesa fissa di euro 600 per ogni ordinazione, mentre il costo di magazzinaggio è fissato in euro 0.20 all’anno per ogni kg. Determina:
a) il numero di kg da ordinare ogni volta in modo da rendere minimo il costo totale minimo dell’approvvigionamento
b) il costo minimo complessivo
c) Il numero delle ordinazioni da effettuare in un anno
d) La periodicità espressa in giorni dell’ordinazione
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Esempio



  


  1. mary

    mappa concettuale ragioneria

  2. roberto

    tesina sulla crisi del 29

  3. culooo

    mamt com cazz si fasc?? iattand a ten cort

  4. culooo

    mamt com cazz si fasc?? iattand a ten cort

  5. stefano

    fantasticoo, è proprioo quello che cercavo