Goethe-i dolori del giovane Werther

Materie:Traduzione
Categoria:Tedesco

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Testo

10 maggio
Una serenità incantevole avvolge tutta la mia anima, come una di queste dolci mattine di primavera che qui mi godo con tutto il cuore. Sono solo e mi rallegro di vivere da queste parti, che sembrano fatte apposta per anime come la mia. Sono così felice, mio carissimo, così assorto in una sensazione di placida esistenza che la mia arte ne sta soffrendo. Adesso non potrei mai mettermi a disegnare, eppure non sono mai stato pittore così eccelso come in questi momenti. Quando [...] io me ne sto nell'erba alta accanto al ruscello gorgogliante e, più vicino alla terra, mi rendo conto con stupore delle svariate erbette mai notate prima; quando il brulichio del minuscolo mondo fra gli steli, le innumerevoli, indistinguibili forme dei vermi e dei moscerini fanno breccia nel mio cuore e sento in tutta la sua presenza qui l'Onnipotente che ci creò a sua immagine, qui nel respiro dell'amore immenso che ci sostiene e ci culla in una voluttà infinita... quando, amico mio, il mio sguardo s'incupisce e il mondo e il cielo calano nella mia anima sotto forma di una donna amata... allora c'è spesso in me un pensiero struggente, un ardente desiderio: oh, potessi mai dare corpo a tutto ciò, potessi soffiare nella carta tutto quanto vive in me così pieno, così palpitante, tanto da diventare lo specchio della mia anima come la mia anima è lo specchio del riflesso infinito di Dio! amico mio, ecco, io... Ma poi stramazzo, soccombo sotto la violenza della magnificenza di queste visioni.
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18 agosto
Deve proprio andare sempre così, che quel che fa la felicità dell'uomo deve essere anche la fonte della sua miseria?
Quel sentimento caldo e generoso del mio cuore per la viva natura, che mi inondava di tanta voluttà, che trasformava tutto il mondo attorno in un paradiso, adesso si sta trasformando in un carnefice intollerabile, un genio torturatore che mi insegue dappertutto.
Fratello, al solo ricordo di quelle ore mi sento bene. Il solo sforzo di richiamare quelle ineffabili emozioni, di esprimerle di nuovo, innalza la mia anima sopra se stessa, per poi farmi sentire doppiamente l'angoscia del mio stato attuale.
È come se dalla mia anima si fosse scostato un sipario e la scena della vita senza fine si fosse tramutata davanti a me nel precipizio della fossa perpetuamente spalancata. Si può dire: questa cosa è, se tutto passa? se tutto sfreccia via con la velocità del fulmine per quanto raramente l'energia della sua esistenza duri inalterata sino alla fine per poi, ahimè, essere trascinata nella corrente, inabissata e sfracellata contro le rocce? Non esiste attimo che non divori te e i tuoi cari intorno, nessun attimo in cui tu non sia distruttore, in cui lo devi essere; la passeggiata più innocua costa la vita a migliaia di poveri vermi, un passo distrugge la stressante architettura di un formicaio e pigia quel piccolo mondo riducendolo a una tomba ignominiosa. Oh, non sono certo le grandi e intermittenti catastrofi del mondo, le inondazioni che spazzano via i vostri villaggi, i terremoti che inghiottono le vostre città, a impressionarmi: quello che mi logora il cuore è la forza distruttrice insita nell'essenza universale della natura, la quale non ha creato niente che non distrugga ciò che gli sta accanto e se stessa. Una vertigine carica di paura i miei pensieri. Cielo e terra, e il turbinio di queste energie che mi lambisce tutt'intorno: non vedo altro che un mostro che inghiotte eternamente, che eternamente rumina.

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