Patologie e recupero dei laterizi

Materie:Appunti
Categoria:Tecnologia Meccanica

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PATOLOGIE E RECUPERO DEI LATERIZI
L’umidità atmosferica che si insinua nei pori e l’acqua che risale per capillarità sono i maggiori responsabili del degrado dei laterizi e infatti questo appare sempre molto esteso negli scantinati e nei piani terra degli edifici storici. Opportune scelte progettuali possono preservare a lungo il laterizio e quindi prima di parlare di recupero si può parlare di prevenzione, rispettando alcune regole:
➢ Adottare soluzioni progettuali che evitino l’accumulo di umidità nel muro (causata da risalita capillare, e umidità);
➢ Rivestire sempre il laterizio quando si tratta di materiale del tipo non a faccia vista (la scarsa qualità dei laterizi necessita di intonaco);
➢ Scegliere prodotti a qualità certificata per i diversi impieghi (pareti, coperture, pavimentazioni ecc.)
➢ Eseguire manutenzioni e controlli periodici (a gronde e coperture) per impedire l’inumidimento delle facciate.
I problemi tipici dei laterizi messi in opera negli ultimi anni sono le efflorescenze, che sono causate da umidità che condensa all’interno del laterizio e le bullettature (scheggiatura artificiale)che sono causate dalla presenza di granuli di CaO a di CaSO4 anidro, che in presenza di umidità diventano responsabili di questo problema.
L’acqua di risalita capillare e l’umidità ambientale sono le responsabili di quasi tutti i problemi del laterizio e quindi è necessario intervenire per eliminarla prima di pensare al recupero. L’umidità può essere eliminata realizzando una corretta ventilazione, sia naturale (con esalatori) sia forzata, ottenibile mediante ventole con motore elettrico a funzionamento periodico, o collegati all’accensione di lampade. Montando un estrattore automatico è sufficiente controllarne il funzionamento, mentre l’esalatore risulta efficace se riesce a mantenere una corrente d’aria costante; ciò si ottiene realizzando una canalizzazione che sfiati a una quota di 6 m dal foro d’entrata (serve per mettere a contatto atmosfere a temperature e pressioni diverse per cui l’aria umida dello scantinato tende ad uscire richiamando aria più fresca e asciutta. Per eliminare l’umidità esistono delle tecniche, come:
➢ AREATORI DRENANTI Consiste nell’eseguire forature nella parete, tali da funzionare come piccoli esalatori capaci di eliminare l’umidità e drenare la parete. I fori misurano 3-5 cm e, per evitare l’annidamento di insetti vengono applicati dei tappi forellati. Si opera con trapani a punte diamantate eseguendo fori inclinati disposti a distanza orizzontale di 20-30 cm. Il processo di deumidificazione è lento (1 anno), ma il risultato è definitivo.
➢ TAGLIO MECCANICO Con un’apposita sega a motore si produce il taglio dell’intera parete lungo tutta la sua base, contemporaneamente si inserisce nel taglio un impasto di resine sintetiche di tipo impermeabile, a rapido indurimento ed espandente quanto basta per rimettere “in pressione” la muratura ed evitarne le lesioni.
➢ BARRIERA CHIMICA È un procedimento a lenta diffusione di resine siliconiche che riescono a penetrare in tutte le porosità espellendone l’acqua e poi occludendole, indurendo grazie a un processo di polimerizzazione provocato dalla CO2 atmosferica. A intervento concluso tutta la zona trattata diventa totalmente impermeabile.
➢ ELETTRO-OSMOSI Si basa sulla relazione esistente tra il potenziale elettrico e la pressione intercapillare dell’acqua, per cui ionizzando positivamente la parete si crea una corrente elettrica che tende a spostare l’acqua verso il polo negativo. L’impianto prevede l’inserimento di anodi per una profondità di almeno 10-15 cm e distanziati di non oltre 1 m, mentre il catodo è immerso nel terreno e in prossimità delle fondazioni del muro; il tutto funziona con un alimentatore a bassa tensione in corrente continua.
Dopo aver eliminato il problema dell’umidità e dopo aver atteso che il laterizio si sia asciugato, si può procedere con trattamenti conservativi a base di resine impregnanti. Nel caso che il materiale presenti annidamenti o incrostazioni superficiali vanno eliminati prima dei trattamenti, per asportazione con “getto di sabbia”. Se il materiale presenta uno stato di degrado irrecuperabile si procede con la ricostruzione dell’intera parte. Questo procedimento si applica a tutti quei prodotti a elevata usura come i gradini di scale o elementi di pavimentazione. Con sabbiature e trattamenti a penetrazione si ottengono risultati notevoli: le facciate macchiate da efflorescenze o incrostate da polveri e sali causati da inquinamento, tornano nel colore del laterizio originario. Per correggere una cromatura troppo appariscente si possono usare dei pigmenti antichizzanti da mescolare alle resine impiegate per la preservazione della facciata.

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