Materie: | Altro |
Categoria: | Tecnica |
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Data: | 05.01.2006 |
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Testo
IL VETRO
Il vetro è un materiale costituito da una miscela omogenea di varie sostanze, che assume una consistenza pastosa se riscaldata a una temperatura variabile fra i 1300 e i 1400 °C e che diventa lavorabile intorno ai 1500 °C. Componente essenziale della miscela è la silice, impiegata nella forma di sabbia silicea, mentre le altre sostanze vengono aggiunte per facilitare la fusione (fondenti), per rendere stabile la struttura del vetro, cioè per impedire la cosiddetta "devetrificazione" (stabilizzanti), e per conferire particolari caratteristiche al materiale stesso (affinanti, coloranti, opacizzanti); allo scopo di facilitare l'avvio del processo di fusione si aggiungono anche rottami di vetro.
Il fondente usato per il vetro comune è l'ossido di sodio, nella forma di carbonato (vedi Soda), mentre per i vetri di maggior pregio, più brillanti, si usa il carbonato di potassio, anch'esso nella forma di carbonato (potassa). Per ottenere il "vetro al piombo", noto commercialmente come "cristallo", particolarmente brillante e adatto alla produzione artistica, al carbonato di potassio si aggiunge ossido di piombo, nella forma di litargirio o di minio. Come stabilizzanti si usano ossidi di alluminio (allumina), di bario (barite) o di calcio (calce).
Se tutti i componenti della miscela fossero puri il vetro sarebbe incolore e trasparente, ma normalmente alcuni di essi, specialmente gli ossidi, contengono impurità, costituite spesso da ossidi di ferro, che conferiscono un caratteristico colore verde più o meno intenso; per attenuarlo si aggiunge alla miscela un decolorante (fra i più usati, il biossido di manganese). L'aggiunta di quantità minime di talune sostanze conferisce un colore omogeneo a tutta la massa vetrosa.
CICLO PRODUTTIVO
LA FORMATURA
Allo stato fuso il vetro può essere modellato ricorrendo a metodi differenti: colaggio, soffiatura, pressatura e stiramento.
IL COLAGGIO
Questo procedimento, di origini antichissime, prevede che il vetro fuso venga versato in uno stampo e lasciato solidificare e raffreddare.
LA SOFFIATURA
La possibilità di soffiare il vetro per conferirgli la forma desiderata fu scoperta sul finire del I secolo a.C. in Medio Oriente e in particolare lungo la costa fenicia. La tecnica conobbe rapida diffusione e rappresentò fino al XIX secolo il metodo più comune per la produzione di recipienti; è tuttora usata per produrre pezzi pregiati o di forma che non consente la pressatura. Utilizzando un tubo di ferro, detto "canna", le cui dimensioni possono variare da 10 a 45 mm di diametro e da 125 a 175 cm di lunghezza, l'artigiano preleva dal forno a crogiolo ("padella") la quantità di vetro fuso sufficiente alla formatura. Poiché il materiale è allo stato pastoso, la porzione prelevata assume l'aspetto di una grossolana goccia, chiamata in vario modo secondo l'uso locale: bolo, pera o, con termine francese usato anche in Italia, paraison. Il bolo appena tolto dalla padella è troppo fluido e tende a colare, per cui viene parzialmente raffreddato facendolo rotolare su una piastra metallica, con la canna in posizione orizzontale: questa operazione serve anche a regolarizzare la superficie del bolo, facendogli assumere una forma pressappoco cilindrica. A questo punto il soffiatore pone la canna in posizione verticale e comincia a insufflare aria dentro il bolo, che gradualmente si gonfia mentre le pareti dell'oggetto in formazione si assottigliano. L'abilità del soffiatore consiste principalmente nel far coincidere il momento in cui il vetro si solidifica con quello in cui ha insufflato tutta l'aria
necessaria a far assumere all'oggetto le dimensioni volute. Per ottenere la forma desiderata è spesso necessario procedere in più tempi, riscaldando fino al punto di plasticità solo la parte dell'oggetto che deve essere ulteriormente allargata.
Talvolta la soffiatura avviene dopo che il bolo è stato introdotto fra le due parti incernierate di uno stampo metallico, così che gonfiandosi il vetro vada ad accostarsi alle sue pareti interne, assumendone la forma. Dopo la soffiatura si può procedere all'aggiunta di altri elementi (manici, piedi, beccucci ecc.), utilizzando piccoli boli che, appoggiati allo stato pastoso sulla superficie solidificata, vi si saldano e possono essere sagomati prima che solidifichino anch'essi.
LA PRESSATURA
Nell'antichità questo metodo veniva praticato soprattutto per fare aderire perfettamente il vetro allo stampo. Gli artigiani islamici ricorrevano a semplici torchi con cui realizzavano pesi e sigilli. I produttori europei riscoprirono la pressatura sul finire del Settecento e la sfruttarono per fabbricare i tappi dei decantatori e le basi del vasellame a stelo. All'inizio dell'Ottocento negli Stati Uniti ebbe grande sviluppo la pressatura meccanica, processo in cui il bolo veniva introdotto nello stampo e schiacciato da un controstampo che gli conferiva la forma definitiva; stampo e controstampo recavano talvolta decori in rilievo o in cavo da imprimere sul pezzo.
LO STIRAMENTO
In passato il vetro tirato in lastra e in particolare il vetro per specchi veniva prodotto versando il materiale fuso su una tavola di ghisa e appiattendolo mediante un apposito rullo, per poi passare alla fase di lucidatura. I procedimenti più moderni prevedono invece uno stiramento continuo per mezzo di doppi rulli.
LAVORAZIONE A LUME
Il vetro, generalmente in bacchetta o in tubo, viene portato allo stato pastoso e modellato al calore di una fiamma viva, ad esempio di un becco a gas. La tecnica è utile per la realizzazione di oggetti molto piccoli.
LA RICOTTURA
Dopo la formatura i pezzi in vetro vengono sottoposti a ricottura per alleggerire le tensioni che si generano nel materiale durante il raffreddamento. In questa fase il vetro viene posto in appositi forni a una temperatura sufficiente ad attenuare le sollecitazioni interne e poi lasciato raffreddare lentamente.
LA DECORAZIONE
Il vetro può essere decorato in molti modi: i metodi più diffusi sono l'incisione, l'uso di acidi e la pittura. L'incisione può avvenire secondo varie tecniche: ad esempio, con la molatura si avvicina la superficie a dischi rotanti e abrasivi di dimensioni differenti, capaci della massima precisione, mentre per ottenere effetti diversi i disegni vengono tracciati a mano con l'ausilio di una punta di diamante. L'incisione a retino, in cui il vetro viene bucherellato con minuscoli puntini, permette di creare i motivi delicati che furono tipici della produzione olandese del Seicento. L'azione degli acidi e la sabbiatura danno luogo a un effetto smerigliato e si rivelano adatte soprattutto per oggetti di grandi dimensioni quali i vetri per finestre.
È infine possibile dipingere sul vetro servendosi di smalti, che vengono poi fusi con il vetro in un forno a bassa temperatura. Il vetro dorato si ottiene applicando alla superficie foglie, vernici o polvere d'oro, che vengono poi sottoposte a cottura.
TIPI DI VETRO
L’allegato, l’ antico, l’antiriflesso, l’antirumore, l’armato o retinato, l’artistico, l’atermico, l’avventurina, il bianco, il Biovetro, il vetro di Boemia breve o corto, il cellulare, il vetroceramica, il colorato, il conduttore e semiconduttore, il corrugato, il duplicato o placcato elettronico, il vetro di Falconnier, il vetri in fibre, il filato filigranato, il fotocromatico, il fotosensibili, il vetri di gel, il ghiacciato, il ghiaccio, il vetro di Jena, il lamellare, il laser, il latteo o opalino, il lungo, il madreperla, i multiformi, il neutro, l’olofano, l’opaco, l’organico o sintetico, il vetro d’ottica o ottici, il vetro in perle, i vetri con proprietà meccaniche migliorate, i refrattari, il vetro a reticella, il vetro di rubino, il vetro satinato o seta o veluria, il vetro schiuma, semibianco, il vetro di sicurezza, il sintetizzato, il smerigliato, il vetro solubile, il sonoro, i vetri per specchi e i vetri speciali.
NOTIZIE STORICHE
I reperti archeologici rivelano che il vetro fece la sua comparsa in Medio Oriente fra il 3500 e il 3000 a.C., smentendo la tradizione riferita da Plinio il Vecchio secondo cui sarebbe stato la casuale invenzione di alcuni navigatori fenici.
RACCOLTA DIFFERENZIATA DEL VETRO
Per quanto riguarda il vetro, la forma di riciclaggio più economica ed efficiente è quella del vuoto a rendere, che permette di riutilizzare una bottiglia fino a 50 volte. Il sistema di raccolta differenziata, invece, avviato in Italia alla fine degli anni Settanta, funziona oggi in oltre 5000 Comuni. Anche in questo caso, tuttavia, come per la carta, si pone un problema di qualità dei prodotti ottenuti con il materiale di scarto; questo, infatti, contiene sempre una percentuale non trascurabile di impurità, quali residui di etichette e del metallo dei tappi.
Buoni e cattivi in Europa
I dati pur incompleti danno un quadro utile
Paese
% raccolta
carta
vetro
plastica
Germania
70,20
79
23,60
Svizzera
62,90
91
Olanda
61.90
82
10,30
Spagna
42,00
37
Gran Bretagna
40,50
23
4,80
Francia
40
52
6,00
Italia
30,50
34
7,50
Media Europea
48,70
53
9,70
LA RACCOLTA DEL VETRO A REGGIO EMILIA
ANNO
Tonn/anno
Kg/ab x anno
1997
9.600
21,9
1998
10.538
23,8
1999
11.128
24,9
2000
11.876
26,0
2001
12.325
26,6
2002
12.681
27,0
2003
13.600
28,5
2004
14.588
30,0
La Provincia di Reggio Emilia conferisce il materiale vetroso della raccolta differenziata a:
Emiliana Rottami srl - S.Cesario (MO)
Furlotti Luigi - Torrile ( PR)
La Vetri - Villa Poma (MN)
Sto cercando appunti o ricerche sulla carta.Per verifica Scuola media.