Vita e cultura di Sparta

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Testo

SPARTA

Sparta era il capoluogo della Laconia (nel Peloponneso meridionale), terra ricca di cereali, vigne e uliveti, una regione ferlile, che avrebbe potuto dar vita ad una civiltà fìorente. Invece, per il sistema di governo e di vita che vi si formò ( una dittatura militare che assoggettò l'intera popolazione dei contadini) divenne uno dei luoghi più miseri e rozzi della Grecia.

Come si giunse a questo?

Il paese, durante il periodo antico delle emigrazioni, era stato conquistato da alcune bellicose tribù dì Dori, che si erano impadroniti della terra e avevano costretto i vinti a lavorarla a loro vantaggio. Con il passare dei secoli, i discendenti di quei primi conquistatori, invece di fondersi con i vinti e di cercare una forma di pacifica convivenza, vollero mantenere immutato il primitivo dominio: formarono così una classe chiusa, detta degli spartiati, una minoranza che, per conservare il potere, dovette sempre vivere con le armi in pugno, come un esercito accampato in un paese nemico. Lo Stato che essi crearono fu una dittatura militare, un governo formato di soldati, che si impose con la violenza brutale e che si sostenne non con le buone leggi, ma con la disciplina più rigorosa e spietata.

Ecco come si viveva nello Stato spartano (secondo le leggi che la tradizione attribuiva a Licurgo, una leggendaria figura di re)

Chi appariva gracile e inadatto a diventare un robusto soldato era gettato in un burrone del monte Taigèto. I bambini robusti rimanevano fino a sette anni in famiglia con la mamma. Poi li prendeva lo Stato, che li restituiva alla libertà soltanto 53 anni più tardi, quando erano già alle soglie della vecchiaia. Riuniti in caserme, questi giovani venivano sottoposti ad un addestramento via via più severo, che li irrobustiva nel corpo e li abituava alla disciplina, all'ubbidienza, all'uso delle armi. Era una vita durissima e rozza. Parlare poco e, quando si parlava, essere brevi, concisi (il termine "laconico" = di poche parole, è di origine spartana); indossare sempre i medesimi abiti, d'estate e d'inverno; mangiare sobriamente e non lamentarsi se il cibo mancava. Perché imparassero ad arrangiarsi ed a fare da sè ì giovani spartani in certi periodi venivano lasciati senza cibo. Costretti a rubacchiare per vivere, nessuno li rimproverava per questo: furti, ruberie, bugie erano considerate virtù se erano poste al servizio dello Stato. Ma chi si faceva scoprire, era picchiato a sangue a colpi di verga, per essersi mostrato poco scaltro.

All'istruzione e alla cultura non si dava alcuna importanza: ai giovani venivano fatte imparare poche poesie a memoria, esaltanti il coraggio in guerra, e qualche canzone militare, per incitare al combattimento. A 20 anni si diventava soldati e si rimaneva soldati fino a 30 facendo vita da caserma. Dopo i 30 anni il cittadino spartano lasciava l'esercito e disponeva di un po' d’ indipendenza personale. Tuttavia poteva sempre essere richiamato sotto le armi, e non gli era permesso recarsi all'estero e neppure lasciare la città dove era obbligato a cenare in mense comuni, per non perdere l'abitudine alla vita di caserma.

Soltanto quando aveva raggiunto l'età di sessant'anni, lo Spartano poteva vivere come meglio credeva. Era questo il momento in cui entrava a far parte della vita politìca e del governo. È facile immaginare che cosa accadeva: questi ex soldati, che non avevano conosciuto altro che una vita di sacrifici e di disciplina durissima, trasformatisi in governanti diventavano capi rigorosissimi ed esigenti, che perpetuavano nelle giovani generazioni i medesimi sistemi di vita e di governo che avevano subito.

E il lavoro?
Agli Spartiati (gli aristocratici) era rigorosamente proibito compiere qualsiasi tipo di lavoro che non fosse l'addestramento militare, la guerra, il governo. Tutte le altre attività, erano riservate al sudditi che dovevano lavorare, ubbidire, tacere: erano gli Iloti e i Perieci.

GLI ILOTI

Erano contadini che coltivavano i campi situati intorno a Sparta, tutti di proprietà degli Spartiati. La loro condizione era tristissima: ridotti in una specie di schiavitù, non potevano lasciare la terra né cambiare mestiere, né allontanarsi. Chi nasceva contadino, contadino doveva restare. Ogni anno, qualunque fosse il raccolto, dovevano consegnare al padrone una quantità fissa di prodotti stabilita dallo Stato. Si racconta che i giovani Spartiati che stavano per diventare soldati erano molto elogiati se, per dare prova della loro violenza, ammazzavano quale Ilota, freddamente senza alcun motivo.

I PERIECI

Erano piccoli agricoltori, proprietari in proprio dei poderetti che si trovavano alla periferia, cioè ai confini dello stato spartano (la parola "perieci" significava appunto "chi sta alla periferia"). Costoro godevano di una maggiore libertà e praticavano anche qualche fortuna di commercio e di artigianato, che era utile ai bisogni degli Spartani. Tuttavia non godevano di nessun diritto politico, cioè non potevano né eleggere né essere eletti alle cariche governative.

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Sparta resto sempre una città di povero aspetto, rustica e disadorna: l'industria e il commercio non presero mai sviluppo. L’ unica attività economica restò sempre l'agricoltura nella sua forma primitiva e servile. Quando fu inventata la moneta, Sparta a differenza delle altre città greche che ne fecero un largo uso per far progredire il commercio, si mostrò ostìle all'invenzione. "La moneta - dissero gli Spartani - farà nascere la corruzione". E proibirono con una legge l'uso dell'oro e dell'argento monetati. L'unica moneta che si coniò a Sparta era di ferro e pesantissima: ciò per scoraggiare i cittadini ad usarla e desiderarla.

L'unico campo in cui Sparta prevalse fu l'esercito; organizzatissimo e formato di uomini disciplinati e valorosi. Bisogna anche dire, però, che quando si trattò di combattere per difendere la patria, tra tutti i greci chi si distinse per coraggio furono gli ATENIESI che, al contrario degli Spartani, amavano sopra ogni cosa la LIBERTA'.

LEGGI CON ATTENZIONE E RISPONDI ALLE DOMANDE:

1. Che tipo di governo esisteva a Sparta?

2. Quale era la vita di un giovane spartano fino ai 20 anni?

3. Ebbero sviluppo o no a Sparta l'istruzione e la cultura?

4. A quale classe o classi veniva affidato il latoro?

5. Quali erano i cittadini che non avevano diritti politici (sia eleggere che di essere eletti) ?

6. Sparta ha lasciato qualcosa di notevole alla civiltà e al progresso umano?

7. In quale unico campo primeggiava Sparta?

8. Per quale motivo Sparta era contraria all'uso della moneta?

9. Ti sarebbe piaciuti vivere a Sparta? E se sì a quale classe sociale avresti voluto appartenere?

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