Vita comune nel medioevo: tema di storia

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Testo

Vita comune nel Medioevo

Città e villaggi

In seguito alle invasioni barbariche e alla caduta dell’impero Romano d’Occidente, le città erano in uno stato disastroso:lasciate in rovina dalle razzie, infestate dai briganti e dalle malattie.
Gli abitanti di molte città abbandonarono le loro case per rifugiarsi nei boschi, costruendo le loro nuove abitazioni e fondando così nuovi villaggi, liberi o intorno al castello di un ricco proprietario terriero per trovare protezione.
I villaggi costruiti intorno ai castelli entrarono presto a far parte della fortezza stessa. Vennero costruite mura difensive che chiusero i villaggi assieme al castello, bloccando i contadini che divennero schiavi del nobile del castello (incastellamento).
Tutti gli edifici che facevano parte dei villaggi, erano costruiti con i materiali che si potevano trovare in natura: pietre, legno, fango e tutto ciò che si poteva trovare per fissare il tutto (come lo sterco degli animali).
I villaggi erano composti dalle case dei contadini (che a loro volta erano suddivise in più parti), e in alcuni casi c’era anche una piccola chiesa. Le case dei contadini erano divise in più edifici all’interno di un unico recinto: era presente una struttura centrale dove si consumavano i pasti e si riuniva la famiglia (composta da pochi elementi, padre, madre e i figli che, una volta adulti, abbandonavano la casa dei genitori per costruirsene una propria); c’era un forno all’esterno, un altro edificio adibito a magazzino o stalla e la latrina della famiglia; tutti gli edifici avevano il pavimento in terra battuta e non sempre avevano finestre.

Contadini e signori
I contadini, “vittime” dell’incastellamento, erano soggetti a tantissime tasse, restrizioni e obblighi verso il signore, ma nemmeno i villaggi che erano fuori dalle mura dei castelli potevano esentarsi dalle tasse dei signori vicini.
La selvaggina migliore era intoccabile per i poveri abitanti del villaggio, che dovevano accontentarsi di ciò che il signore lasciava loro; per poter pescare dovevano pagare una tassa, inoltre, in alcuni periodi dell’anno, erano obbligati a lavorare per il signore senza essere pagati (corvées).
La vita dei contadini era quindi molto dura anche perché non erano soltanto vittime dei briganti, ma anche delle razzie dei vari signori che erano continuamente in lotta tra di loro.
Date le continue battaglie, la vita dei nobili si basava fondamentalmente sulle abilità di combattimento; parte dei divertimenti dei nobili, erano infatti una sorta di allenamento: la caccia affinava l’abilità con l’arco e la capacità di tenere agguati. Poi si allenavano con la spada.
I nobili, quando non guerreggiavano tra di loro, organizzavano dei giochi: solitamente duelli fra i loro campioni o gare di abilità con le armi.
Ma i signori dei castelli non vivevano di sole battaglie, visto che nelle loro fortezze si tenevano ricchi banchetti allietati dai giullari o dai cantastorie. Portate di selvaggina, pesce e prodotti provenienti da terre lontane erano sempre presenti sulle tavole; purtroppo però, questi alimenti non erano sempre freschi, infatti carne avariata e pesce marcio erano coperti di spezie per nascondere il fetore, e le intossicazioni alimentari non erano rare.
Anche i contadini facevano i banchetti durante le feste paesane, che erano numerose.
I contadini non potevano svolgere la loro attività agricola durante l’inverno e, a parte raccogliere i frutti dalle foreste e cacciare i pochi animali permessi, restava molto tempo libero. Questo tempo veniva “ammazzato” dai giorni di festa che spesso c’erano nei villaggi, ai quali partecipavano i mercanti provenienti dalle città o dai paesi lontani.
Se non c’erano feste, i punti di ritrovo erano le osterie e le taverne, dove i contadini si ritrovavano per bere birra, che dato l’alto contenuto di zuccheri, dava loro energia.

Il lavoro
Come detto in precedenza, la vita dei contadini era molto dura e il loro mestiere serviva solo al loro sostentamento; l’utilizzo di nuove scoperte in ambito agricolo, tuttavia, rese il mestiere di contadino più produttivo. Un nuovo tipo di aratro, un nuovo giogo per gli animali da traino (che riduceva la fatica dell’animale) e la rotazione triennale dei campi (il campo veniva diviso in tre parti, due utilizzate per diverse colture e uno incolto), aiutarono i contadini ad ottenere un surpluss di prodotti che poterono iniziare a vendere.
I contadini non erano gli unici poveri, infatti nelle città le botteghe degli artigiani necessitavano di garzoni, che avevano i compiti più pesanti e faticosi per un salario molto basso; senza contare i senzatetto e i mendicanti, che vagavano per le strade.
Sopra ai contadini c’era una nuova classe sociale, formata da coloro che maneggiavano direttamente il denaro, e che potevano comprare il potere, diventando persino più potenti dei nobili:i borghesi.
I borghesi comprendevano gli artigiani più ricchi, i banchieri e i mercanti, tutte persone importanti nella società medievale. Gli artigiani producevano tutti gli oggetti di largo consumo, i banchieri maneggiavano il denaro di tutti e i mercanti viaggiavano di città in città portando prodotti di ogni genere.
La vita dei mercanti era molto rischiosa, innanzitutto per le vie pericolose che dovevano attraversare (agguati di briganti o animali selvatici), poi per il rischio di no riuscire a vendere i prodotti e tornare indietro . ma se tutto andava bene e il mercante riusciva a vendere i suo prodotti, poteva nascere un commercio che avrebbe reso il mercante ricchissimo.
Questo successo derivante unicamente dalle scelte del mercante, diede a questi viaggiatori una forma di indipendenza e una grande fiducia in se stessi, allontanandoli così dalla religione e dalla politica.
I mercanti si unirono in seguito in gilde, allo scopo di essere difesi e organizzarono delle fiere nelle città più importanti, dove scambi e vendite aiutarono la ripresa dei collegamenti tra città, oltre alla ricostruzione delle stesse.

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