Tesina sul fascismo

Materie:Tesina
Categoria:Storia

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Testo

Il primo dopo guerra e la prima situazione civile ed economica in Italia
In Italia la fine del primo conflitto mondiale determinò una serie di convulsioni politiche che provocarono il tramonto del vecchio regime liberale,incapace di gestire gli immensi problemi economici e sociali imposta dalla trasformazione del dopo guerra.
Dal punto di vista economico,il fragile capitalismo Italiano andò incontro a una crisi gravissima: Gran parte delle aziende,infatti,erano cresciute smisuratamente grazie alle commesse statali. Finita la guerra occorreva riconvertire l’apparato produttivo,tutto ciò avvenne in presenza di tassi elevati di disoccupazione e di inflazione.
Durante gli anni della guerra i maggiori gruppi industriali sollecitati dalle esigenze belliche che imponevano ritmi produttivi accelerati avevano assunto una grande quantità di manodopera. Fiat,adempio passò da 4.300 a 40.000 dipendenti.
Parallelamente anche le banche si inserirono sempre più profondamente nel sistema produttivo. L’intervento dello stato che era il maggior committente delle industrie fini per provocare una distorsione alle strutture portanti del mercato,poiché esso gonfiò artificialmente la domanda di beni,sollecitando una crescita parallela dell’offerta.
Con la fine della guerra questa grande richiesta di beni cessò e cosi i maggiori apparati industriali entrarono in crisi. In italia non esisteva un mercato interno che riuscisse ad assorbire i beni in eccesso questo perché I salari degli operai erano i più bassi d’Europa quindi il popolo Italiano si trovava in difficoltà ad acquistare i prodotti dell’industria.
Tutto questo portò a un inevitabile serie di colossali licenziamenti,soprattutto nei settori: Metallurgico,tessile e meccanico.
Altro gravissimo problema fu l’inflazione alla quale fece seguito la svalutazione della lira: Nel 1919 un dollaro valeva ben 13 lire,e l’anno seguente 28.Poiche dalla America giungevano in Italia prodotti essenziali per l’economia nazionale,come il granturco,il carbone ecc,gli effetti sulla bilancia commerciale furono dirompenti.
La principale conseguenza di tutta questa situazione furono il numero sempre più crescente degli scioperi infatti; tra il 1918 e il 1920 si registrarono più di 3.500 azioni di protesta operaia. Gli scioperi non ebbero solo valenza sindacale(aumento dei salari,diminuzione oraria del lavoro)ma ebbero pure una valenza politica: Si guardava alla Russia sovietica per costruire uno stato socialista pure in Italia.
D’altra parte in seno al partito socialista prevalse la corrente massimalista ,ovvero rivoluzionaria. Quest’ultima trionfò nel settembre del 1918 al 15°congresso del partito;la rivoluzione sembrava ormai imminente. I dati del tempo ci dicono che i prezzi erano in continua ascesa(inflazione),mentre i salari crescevano a ritmo significatamene più lento;questo valse soprattutto per i ceti piccolo-borgesi:Impiegati statali,piccoli risparmiatori e professionisti.
Se gli operai riuscirono ad opporre un efficace azione di contrasto alla crisi,attuando una serie consistente di scioperi i ceti piccolo-boeghesi non riuscivano difendere sul piano sindacale i propi salari,ciò fece crescere in essi un senso di frustrazione e ostilita contro gli operai,non a caso costruiranno l’humus su cui crescerà al Fascismo.
Il culmine delle proteste operaie venne raggiunto nel 1920 quando molte fabbriche vennero occupate,infatti la protesta coinvolse 400.000 addetti dell’industria i quali ragirono alla serrata dei padroni impadronendosi dei macchinari e gestendo in proprio i processi produttivi. La fine del primo conflitto mondiale provocò anche profondo cambiamenti dal punto di vista sociale in fatti alle 10milioni di vittime provocate dalla guerra si aggiunsero le vittime provocate dalle malattie epidemiche, conseguenza delle privazioni alimentari e igeniche imposte dal conflitto appena concluso.
Durante la guerra la grande borghesia e gli affaristi riuscirono a crearsi una grande ricchezza economica e dalle classi sociali inferiori cominciò a nascere un odio verso le classi più agiate ma non solo i malumori popolari cominciarono a verificarsi anche verso la classe politica le cui riforme non diedero i risultati sperati.
La guerra aveva determinato profondi mutamenti nella società infatti aveva sottolineato il decisivo contributo femminile alla vita del paese nei settori più diversi: dalla produzione industriale all’assistenza sanitaria,dall’insegnamento all’impiego della pubblica amministrazione e alla guida di migliaia aziende artigianali e agricole.
I soldati che tornavano dal fronte tornavano con una mentalità completamente modificata grazie alle esperienza vissute,erano,più solidali più disponibili al confronto e con la speranza di una maggiore giustizia sociale.
Sorprendendo governi e diplomatici dell’anteguerra le grandi masse di cittadini irruppero sulla scena politica. Dopo essere stai impiegati per anni nelle trincee essi tornarono con l’intenzione di far sentire la loro voce nelle scelte politiche fondamentali.
Casse Sociale
Tendenza Politica
Operai dell’industria,braccianti agricoli e salariati
Partiti socialisti e formazioni anarchiche

Ceti Intermedi: Piccoli proprietari terrieri e piccoli borghesi
Associazioni che rivendicano il superamento dei tradizionali ordinamenti istituzionali
Grandi proprietari industriali e agrari,antica aristrocazia,gerarchi militari,quadri superiori delle burocrazie statali

Area della conservazione
Sulla società europea del tempo si impose lo stile di vita americano come un modello trionfante di benessere e di progresso,infatti la società del tempo acquisi molte mode e abitudini degli americani come: Il whisky,la musica jazz ecc che diventarono per la gioventù dl tempo simbolo di modernita.

La nascita del Fascismo
Il Fascismo non nasce improvvisamente, ma è frutto di una maturazione nella coscienza della Nazione. Nel dopoguerra l’Italia è in pieno caos in tutti i settori, sconvolta da catene di scioperi e di violenze, ferita dalla «pace tradita» e dalla «vittoria mutilata», impotente di fronte ai reduci scherniti ed umiliati. In quello scenario, Benito Mussolini ed i centocinquanta (arditi, interventisti, sindacalisti, futuristi, repubblicani) di piazza San Sepolcro a Milano intuiscono il pericolo e chiamano a raccolta il popolo tradito.

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