Materie: | Appunti |
Categoria: | Storia |
Voto: | 1 (2) |
Download: | 184 |
Data: | 10.12.2001 |
Numero di pagine: | 14 |
Formato di file: | .doc (Microsoft Word) |
Download
Anteprima
sviluppi-politici-europa-secoli-xive-xv_1.zip (Dimensione: 14.07 Kb)
trucheck.it_sviluppi-politici-in-europa-nei-secoli-xive-xv.doc 48.5 Kb
readme.txt 59 Bytes
Testo
Sviluppi politici in Europa nei secoli XIV e XV.
La guerra dei cent’anni
Motivo occasionale della guerra dei cent’anni fu di natura politica: in seguito alla morte di Carlo IV in seguito in Francia avvenne l’estinzione della dinastia capetingia e poi la contesa per la successione fra il sovrano inglese, erede da parte di madre di uno degli ultimi capetingi e i Valois impadronitisi del trono francese con l’appoggio della nobiltà locale.
A complicare la situazione contribuirono ingenti problemi economici infatti nel XIV secolo l’Inghilterra non costituiva ancora una potenza commerciale marittima poiché si basava sull’agricoltura e la pastorizia ma una delle principali ricchezze consisteva nella produzione di lane grezze che poi venivano esportate, in Italia e nelle fiandre, dove venivano in seguito lavorate e ne ricavavano il panno fiammingo.
Ecco perché quando Filippo VI di Valois voleva rimpadronirsi dei territori francesi, appartenenti allora agli inglesi, tentò di impadronirsi delle Fiandre causando la reazione di EdoardoIII d’Inghilterra che con fine intuito politico vietò ai produttori inglesi l’esportazione delle loro lane mettendo così in crisi le industrie fiamminghe. Il risentimento verso il re di Francia da parte della popolazione locale fu immediato:
La prima fase del conflitto “1337-1380”
La guerra che ne derivò si combattè sia per mare, sul quale gli inglesi cominciarono ad avere un peso militare di qualche rilievo, sia per terra, dove Edoardo III meglio equipaggiato e tatticamente più agile per la presenza degli arcieri e per la prima volta l’impiego dell’artiglieria. Ebbe facilmente la meglio nella battaglia di “Crècy” (1346) sulle truppe francesi che pur essendo più numerose avevano armi più antiquate.
Ad aggravare ulteriormente tale situazione, specie dopo l’occupazione inglese nel continente di una preziosa base di operazioni qual era il porto di Calais, contribuirono tra il1346 e il 1360 sia alcune violente agitazioni interne a Parigi e nelle campagne, sia un’infinita serie di rapine e di saccheggi, da parte di truppe mercenarie inoltre un a dilagante epidemia di peste “nera” e una ricorrente carestia naturale retaggio della guerra che nel loro contemporaneo impedì ogni possibilità di resistenza alla Francia.
Si giunse in seguito alla pace di Brètigny nel 1360 nella quale i Francesi si trovarono costretti a pagare un’ingente somma di denaro e a cedere quasi tutte le province dell’Aquitania e altri importanti territori.
La riscossa francese
Il nuovo re di Francia Carlo V il saggio succeduto al padre Giovanni II nel 1394 e rimasto poi al trono fino al 1380, riuscì con fermezza a riprendere in mano la situazione riorganizzando l’esercito e costituendo una flotta. Così riconquistarono gran parte dei territori perduti e ripresero in poco tempo il controllo del paese lasciando agli inglesi soltanto una parte di Bretagna e le tre città di Calais,Bordeaux e Cherbourg.
Si determinarono in questo modo le premesse per un lungo periodo di pace dal 1380 al 1415 dovuto all’equilibrio militare e da alcuni gravissimi avvenimenti politici all’interno dei due paesi.
Mentre in Francia aspre lotte dilaniavano il Paese retto da Carlo VI (1380-1422) e il nuovo re inglese Enrico V (1413-1422) e quest’ultimo pensò di riprendere la guerra con l’appoggio dei Borgognoni, una fazione politica che rivendicava il diritto al trono di Francia.
Seconda fase della guerra
Nel 1415 Enrico V sbarcò in Normandia nella battaglia d Anzicourt e riuscì a infliggere una pesante sconfitta all’esercito francese ottenendo con il trattato di Troyes (1420)oltre ad una consistente parte del territorio ottenne il riconoscimento del diritto al trono di Francia (a danno del figlio Carlo VI) il futuro Carlo VII (1422-1461) rimasto isolato al centro-meridione e incapace di opporre valida resistenza.
GIOVANNA D’ARCO
(1412-1431)
Lei era una giovane contadina francese di diciotto anni che con la sua grande fede in Dio e un ancor più grande senso della patria riuscì a guidare i francesi e ad liberare Orlens assediata da settimane, e a capovolgere la situazione a favore della Francia.
Nel 1429 riuscì a far consacrare re Carlo VII nella cattedrale di Reims da poco rioccupata ma fu catturata l’anno successivo dai Borgognoni e da questi ceduta agli inglesi in cambio di un riscatto.
La giovane venne portata a Rouen come strega ed eretica e inviata al rogo il 30 maggio 1431 accendendo così la speranza di creare scompiglio tra le forze avversarie.
I francesi invece continuarono a lottare con successo riuscendo con il trattato di Arras, stipulato con Filippo di Borgogna, Carlo VII riconobbe l’indipendenza del ducato e riconquista i territori perduti nella guerra ma anche altri territori appartenenti agli inglesi ma geograficamente inglesi.
Così senza firmare alcuna pace ufficiale nel 1453 la guerra poteva considerarsi conclusa e agli Inglesi non restava che la città di Calais tornata poi alla Francia nel 1558.
Da allora la Francia:
• Convalidò la propria coscienza di organismo unitario e sovrano (stat. Nazionale)
• Rafforza le tradizioni di monarchia assoluta
• Recupera i propri territori geografici
• Intensifica la lotta contro i signorotti feudatari
L’Inghilterra:
• Creò una forte e intraprendente borghesia sviluppando la lavorazione della lana e il commercio
• Forma una grossa flotta destinata a costituire una progressiva evoluzione del Paese e potenza marittima
La guerra delle due rose (1455-1485)
Il prestigio della corona inglese rimase gravemente minato dopo due anni dalla conclusione della guerra dei cent’anni.Il paese infatti si trovò ad affrontare una sanguinosa lotta dinastica fra la casa regnante dei Lancaster e quella dei pretendenti duchi di York dando inizio così alla guerra delle due rose in quanto gli stemmi delle due famiglie rivali recavano rispettivamente una rosa rossa (Lancaster) e una bianca (York). Ci fu una lotta senza escluzione di colpi e finì per avere il sopravvento la casa dei Lancaster attraverso il principe Enrico VII Tudor (1485-1509) il quale nel 1485riuscì a impadronirsi del trono grazie alla decisione di unirsi in matrimonio con Elisabetta di York dando così origine alla dinastia dei Tudor che avrebbe governato il paese fino al 1603.
Le due guerre riuscirono ad accrescere in Inghilterra i poteri del Parlamento di fronte a un re sempre più bisognoso di aiuti finanziari e pertanto costretto alla collaborazione a al compromesso favorendo così l’assolutismo regio.Il sovrano divenuto infatti il più grande latifondista del paese si trova in condizione di non dover fare ricorso troppo spesso al Parlamento: ecco perché Enrico VII Tudor in ventiquattro anni di regno finì per convocare il Parlamento sette volte iniziando un governo quasi assoluto.
La Spagna verso l’unificazione
La spagna intorno al 1212 si suddivideva in: il regno del Portogallo, il regno di Castiglia, il regno della piccola Navarra, il regno d’Aragona e il regno di Granada piccola oasi di feconda serenità rimasto l’unico territorio spagnolo nelle mani degli Arabi.
A preparare l’unificazione della Spagna contribuì il matrimonio del 1469 fra Ferdinando d’Aragona e Isabella di Pastiglia, sovrani che con l’appoggio delle Cortes (una specie di Parlamento nel quale si riunivano i rappresentanti del clero e della nobiltà) provvidero a organizzare una più decisiva e vigorosa lotta contro gli Arabi.
Infatti in seguito ad un durissimo scontro tra Aragona/Castiglia e i Granada (1481-1492) furono definitivamente cacciati dalla penisola. Un ulteriore passo verso l’unificazione fu compiuto nel 1515 con l’annessione dell’alta Navarra e di qui il consecutivo lento ma progressivo processo di restaurazione dell’autorità regia agevolato dalla Chiesa cattolica che svolse un compito molto importante per favorire il rangiungimento dell’unita nazionale della Spagna.
L’Europa centrale e settentrionale
In contemporanea nella zona centro-settentrionale dell’Europa era presente il Sacro Romano Impero Germanico suddiviso in una miriade di piccoli Stati solo di nome dipendenti dall’imperatore.
Particolarmente attiva e intraprendente si dimostrò la città di Lubecca che faceva parte delle libere città Baltiche. Lubecca fu fondata nel 1143 e dotata di particolari privilegi nel 1185 dall’imperatore Federico Barbarossa; poi fu dichiarata città libera e imperiale da Federico II che ne favorì lo sviluppo commerciale che le avrebbe permesso di conquistare il monopolio dei traffici con il Baltico e l’Europa del nord con la formazione di scali marittimi in Norvegia,Svezia,a Danzica e nella Russia occidentale. Tale situazione fu favorita dalla presenza di un consiglio oligarchico formato dalle più importanti famiglie mercantili che controllavano la città.
In seguito però Lubecca come tutte le città baltiche costituirono una lega autonoma a carattere militare e commerciale che assunse poi il nome di Hansa (termine tedesco che significa associazione mercantile). Le città della lega anseatica svolgevano in pratica compiti simili a quelli svolti dalle città italiane del Mediterraneo ma riuscirono a stare lontano da conflitti interni; fino allo scontro nel XV secolo quando dovettero scontrarsi con l’Olanda. La colonizzazione anseatica trovò un valido alleato nei Cavalieri teutonici che era un ordine cavalleresco fondato in Terrasanta ai tempi delle Crociate. Successivamente Federico II ,nel 1226 , gli concesse di insediarsi in quella parte del territorio prussiano che i Portaspada (altro ordine cavalleresco) avevano da poco reso fertile. Essi erano monaci e guerrieri al tempo stesso e quella parte di territorio fu dichiarata un regno vassallo del papa.
Nel 1242 il duca Aleksandr Nevskij riuscì a sconfiggere l’espansionismo dei cavalleria che non riuscirono ad insediarsi nella Russia settentrionale. In questo momento fu importante l’unione fra Polonia e Lituania che dopo aver formato un unico e forte stato riuscirono ad impadronirsi di tutti i territori colonizzati dai teutonici ad eccezione della poverissima Prussica orientale diventata comunque loro vassalla. Nel resto dell’Europa intanto continuavano ad emergere molte giovani nazioni le quali prive di vantaggi derivanti dalla rivoluzione intellettuale, tecnica e commerciale dell’ Occidente legavano la loro fortuna a figure eccezionali di sovrani o a combinazioni matrimoniali.
Gli stati Scandinavi
All’estremo nord si consolidarono gli stati : Danimarca, Svezia e Norvegia. Svezia e Norvegia erano in continuo contrasto e quasi estranei a una politica europea poiché incapaci di organizzarsi in uno stato monarchico a causa della massiccia presenza di potenti signori locali mentre la Danimarca riuscì ad entrare nel circuito della civiltà continentale.
Mentre ad oriente Polonia, Ungheria , Lituania e Boemia ebbero una posizione di rilievo e si spinsero sino alle rive del Mar Baltico, del Mar Egeo e del Mar Nero.
Solo la Polonia era diventata una grande potenza dopo che nel 1386 si era unita in unico regno con la Lituania sotto l’antica dinastia degli Jagelloni che rimasero al potere fino al 1572.
Al tempo di Ladislao II Jagellone (1386-1343) il primo sovrano del nuovo potente regno, si aprì un lungo periodo di pace e di espansione culturale, nel corso del quale visse e operò Niccolò Copernico (1473- 1543) uno dei massimi artefici della civiltà europea moderna.
La Boemia
Diventò grande potenza nel corso del secolo XIII soprattutto a opera del re Ottocaro II (1253-1278) il quale ambì alla corona imperiale, anche se senza alcun successo. Essa faceva parte del Sacro Romano Impero e veniva perciò ad aggirarsi attorno alla cultura tedesca pur essendo di origine ceca dando origine così a continui contrasti fra le due etnie che tentarono continuamente di avere il sopravvento sull’altra come durante la guerra Hussita ( Jan Hus predicava per una chiesa povera e spirituale e fu condannato a morte che non soffocò le idee da lui predicate ma contribuì a mitizzare la sua figura facendone un campione della riforma e del diritto nazionale boemo. Infatti la ricca aristocrazia tedesca era in continuo contrasto con la massa della popolazione boema con un consecutivo aggravamento della situazione fino a raggiungere nel 1420 la lotta fra boemi e tedeschi. Ebbe inizio così la guerra Hussita che dopo una serie di violenze e distruzioni giunse a conclusione nel 1436 con il riconoscimento dell’autonomia della Boemia pur se inserita nell’orbita dell’Impero.)
La Russia e l’invasione dei Tartari
La Russia era composta da un insieme di principati detti Rus’ fondati dai Varieghi, pirati mercanti di origine norvegese chiamati Rosy dagli Slavi già residenti in quell’area.
Nell’882 Oleg il condottiero variego fece di Kiev la sua capitale e iniziò una politica di espansione territoriale e di vantaggiosi accordi con Bisanzio.
Il principato di Kiev raggiunse il suo massimo splendore grazie a Vladimiro (980-1015) convertito al cristianesimo ortodosso, i suoi figli non riuscirono però a mantenere unito il principato che si trovò smembrato di fronte alla potenza dei Tartari dei quali era stato vassallo.
Nel frattempo cominciava ad emergere il principato di Moscovita fondato nel XIII secolo da Daniele figlio del Duca Aleksandr Nevskij che aveva fermato la minaccia dei Cavalieri Teutonici nel 1242.
I tartari o mongoli erano popolazioni nomadi che provenivano dall’Asia settentrionale, dalle zone vicine al lago Bajkal, essi erano esperti di metallurgia e infatti erano temibili per le loro guerre veloci e violente per il perfezionato uso della cavalleria.
Grazie a Temugin (1155-1227) meglio conosciuto come Gengis Khan (re universale) raggiunsero l’unità spinti dall’esigenza di trovare nuovi pascoli a causa dell’aumento demografico . Fondarono un vasto impero che andava dai monti Urali alle coste della Cina sull’oceano Pacifico e dal principato di Moscovia alla città di Kiev da essi conquistata nel 1420.
I Mongoli raggiunsero la Polonia dove a Liegnitz il 9 Aprile 1241 sconfissero sebbene con difficoltà l’esercito cristiano formato da polacchi, cechi e cavalieri Teutonici. Arrivarono fino a Vienna e in seguito raggiunsero il confine del Friuli in Italia.
Improvvisamente però tornarono indietro,forse a causa della morte del sovrano e della necessità dei capi di partecipare all’elezione del successore.
Alla morte di Mongka il vastissimo impero si divise nel 1260 in vari stati, il più occidentale era conosciuto come Khamato (terra del Khan) dell’Orda d’oro retto da una dinastia di origine mongola con capitale Saray sul Volga, della quale divennero tributari tra il XIII XV secolo molti Paesi.
Infine si insediarono in Cina sotto la guida di Kubilay (1260-194) il nipote di Gengis Khan. I mongoli vennero fermati a oriente dal Giappone che per due volte respinse l’attacco, e i Mamelucchi i musulmani d’Egitto li respinsero a occidente che nemmeno una crociata che si unì insieme ai mongoli riuscì a battere.
I terribili,crudeli e selvaggi mongoli non si dimostrarono tali con le popolazioni sottomesse riuscendo ad assorbirne culture civiltà, usi e costumi riuscendo ad instaurare un lungo periodo di pace definita pax mongolica . Ad essi si aggiunse la civiltà cristiana che aveva come sovrano del tempo un mitico “Prete Gianni”, sovrano tartaro convertito al cristianesimo disposto alla lotta ai musulmani. Il principe Ivan III (1462-1504) liberò il principato di Moscovita dal dominio mongolo; egli genero dell’imperatore Bisanzio si ritenne unico rappresentante della cristianità in Oriente e attribuì alla capitale Mosca il titolo di “Terza Roma” non per caso poi i sovrani russi acquisirono il titolo di zar (dal latino Caesar) e perseguirono una politica di espansione in direzione dei territori Balcani (Mar Nero e Mediterraneo).
L’Impero Ottomano
Nel’oriente europeo a opera dei Turchi ottomani causarono profonde trasformazioni; cosiddetti da Othman I (1301-1326) fondatore del loro impero. Essi si convertirono all’islamismo e avevano preso il posto dei turchi selgiùchidi, gli stessi contro i quali si scontrarono tutti i cristiani. Grazie allo sviluppo militare e all’organizzazione politica essi erano riusciti in tempi relativamente brevia espandersi verso occidente circondando da ogni parte l’Impero Bizantino, al quale sottrassero tutti i territori dell’Asia Minore; poi prendendo di mira tutti i territori al di là dei Dardanelli. Con questa strategia gli permise nel 1354 di raggiungere e superare lo stretto e di insediarsi nella penisola di Gallipoli (oggi Gelibolu) e quindi nel territorio europeo.
Poi sotto il comando di Bayazi’d (1389-1403) soprannominato Yildirim (il fulmine) conquistarono la Bosnia-Erzegovina, la Serbia, il Montenegro, la Bulgaria e la Valacchia raggiungendo così i confini dell’Ungheria. Tutti questi territori furono trasformati in Stati vassalli (1396) e solo molto più tardi incorporato nell’Impero (1459).
Nel 1402 si ebbe una battuta d’arresto nell’avanzata ottomana per merito del mongolo Timur Leng (Timur lo zoppo) detto comunemente Tamerlano (1336-1405) un fanatico condottiero musulmano che con i suoi successi militari sconvolse per 35 anni tutta l’Asia anteriore sconfiggendo a Ankara lo stesso Bayzi’d bloccandone la spinta espansionistica.
Favoriti dalla morte di Tamerlano (1405) e dalla rapida scomparsa del suo impero gli Ottomani ebbero tempo e modo non solo di riprendersi ma anche di dare inizio a una nuova serie di campagne offensive ai danni dell’Occidente soprattutto per iniziativa del sultano Maometto II (1430-1481) detto poi Fatih, il conquistatore, che il 29 maggio 1453 riuscì a occupare Costantinopoli e a porre fine alla millenaria esistenza dell’Impero Bizantino il cui sovrano Costantino XII trovò la morte sul campo.La presenza turca nel Mediterraneo costrinse Venezia,la Spagna,il Portogallo e l’Inghilterra a cercare un’altra via per le spezie.
L’Italia nel XV secolo
La ripresa economica e il nuova assetto politico
IL 400 in Italia è caratterizzato da una netta distinzione tra la prima e la seconda metà del secolo. --Nella prima ebbe inizio il dissolversi di quelle condizioni politica economica che tanto avevano reso precaria la vita delle popolazioni.
-Nella seconda si manifestarono i primi segni del movimento di ripresa economica, destinato a raggiungere il suo culmine nel corso del secolo seguente e si definirono le condizioni di quell’assetto territoriale e politico che sarebbe poi rimasto sostanzialmente immutato fino all’inizio dell’Ottocento.
La crescita demografica influì notevolmente alla ripresa economica che interessò l’Europa intera fra il 1450 e il 1550 che finì per incidere profondamente sia sulla richiesta dei beni agricoli di largo consumo sia sullo sviluppo e sul potenziamento dell’attività cittadina che proprio grazie alla vitalità delle campagne poteva contare sulla richiesta di prodotti artigianali.
Ebbe a determinarsi dalla seconda metà del XV secolo una nuova fase di espansione per l’economia italiana, dal punto di vista politico si verificarono profonde trasformazioni :
1. La decadenza delle istituzioni comunali in seguito all’evoluzione delle Signorie in Principati
2. La crisi del ducato di Milano dopo la morte di Gian Galeazzo Visconti e la riorganizzazione da parte del figlio Filippo Maria, il quale grazie a una notevole abilità politica riuscì a instaurare un aggressivo espansionismo. Alla morte di Filippo Maria passò dalla gestione dei Visconti a quella degli Sforza.
3. L’inserimento fra le potenze regionali italiane perseguito con sempre maggiore decisione da Venezia che come già successo nel XIV secolo si spinse verso la terraferma; contribuirono i Visconti che spinti fin oltre Padova insidiavano i commerci della Serenissima in secondo luogo la conquista di Costantinopoli da parte dei Turchi ottomani nel 1453 i quali con l’avanzamento nelle regioni dei balcani e nelle zone dell’Adriatico dove Venezia aveva le basi di appoggio per i suoi più redditizi commerci.
4. La caotica situazione morale e politica dello stato della Chiesa dovuta al protrarsi della rivalità e delle lotte tra le famiglie della nobiltà romana e al particolarismo signorile ancora in atto nei territori pontifici specie nella Romagna e nelle marche nonostante l’opera del cardinale Albornoz. In tale situazione infierì il diffuso malcostume del nepotismo, ossia di quella politica intrapresa da molti pontefici a esclusivo vantaggio della propria famiglia divenuta particolarmente presente nella seconda metà del secolo.
5. La nascita intorno alla metà del secolo di una politica basata sull’equilibrio fra i cinque stati regionali maggiori “ducato di Firenze,repubblica di Venezia, repubblica di Firenze, Stato della Chiesa, regno di Napoli”.
La trasformazione da Signoria a Principato
L’esempio di Gian Galeazzo Visconti che ottenne dall’imperatore il titolo di duca era stato elevato al rango di Principe di sangue, venne infatti seguito nel corso del secolo da parte di tutti i maggiori esponenti della politica italiana in virtù anche della possibilità di ottenere tale riconoscimento da parte del papa e dell’imperatore dietro pagamento di una forte somma di denaro.
Il popolo perdeva così il diritto di investire autorità il signore dato che nel principato la nomina dipendeva dall’alto e dando origine così al formarsi di una monarchia vera e propria separando il principe dal popolo e rendendo il primo, membro di una dinastia ereditaria. Fu coinvolta così anche la classe nobiliare la quale al pari di quella popolare perse autonomia trovandosi costretta a rinunciare all’incisivo ruolo politico fino allora esercitato.
Questo mutamento istituzionale fu favorito dalla diffusione delle compagnie di ventura.
L’esercito con il quale i Comuni avevano vinto nel corso del secolo precedente le milizie germaniche del Barbarossa era costituito da tutti i cittadini atti alle armi. Nel caso di guerre lunghe il Comune pagava un capitano di ventura o condottiero che prendeva a condotta un certo numero di professionisti delle armi (a pagamento).I signori favorirono l’allontanamento dei cittadini dalle armi così con la scomparsa dell’esercito cittadino il comune si trovò disarmato di fronte al signore sempre disposto ad usare a proprio vantaggio i reparti militari mercenari al servizio della città.
Le prime compagnie di ventura già presenti in Italia nella seconda metà del XIII secolo si erano fatte sempre più forti e numerose nel corso del XIV secolo al seguito degli imperatori germanici. Esse erano al comando di capitani tristemente famosi come il tedesco Guarnirei di Urslingen , il provenzale Montreal d’Alborno noto sotto nome di Fra Moriale e l’inglese John Hakwood detto Giovanni Acuto che terrorizzavano città e campagne in Italia.Il primo condottiero italiano fu Alberico da Barbiano che educò alla sua scuola altri illustri capitani i cui nomi riempirono la storia del XV secolo.
I condottieri sempre al servizio di chi li pagava meglio e spesso in lotta fra loro per avidità di guadagno consideravano la guerra come un’insostituibile fonte di guadagno, pronti anche al tradimento nel caso di offerte maggiori a parte degli avversari di chi li aveva assoldati.