Storia russa 17 AL 21

Materie:Riassunto
Categoria:Storia

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Testo

La rivoluzione del 1917 fonda le sue radici nell’incapacità della monarchia zarista e della sua classe dirigente di riformare in sistema sociale e politico attraversato da spinte al rinnovamento e da secolari ritardi.Il più organico tentativo di riformare una società ancora basata sul modello feudale si deve al primo ministro Stolypin.Ad una spietata repressione contro i contadini e i socialrevoluzionisti affiancò la creazione di una proprietà privata contadina diffusa rompendo il sistema del mir e lo sviluppo dell’industrializzazione.Se modesti furono i successi della riforma agraria,molto più fortuna ebbe in campo industriale he vide la nascita di un ceto medio urbano e di una classe operaia,concentrata ancora nella zone industriale del paese ma che con i suoi soviet aveva fatto maturare una coscienza politica.Tuttavia mancava alle sue riforme qualche sforzo per migliorare le condizioni degli operari poiché una scelta autoritaria e conservatrice poteva avere successo se affiancata da una politica sociale favorevole agli operai.Le forze politiche operanti prima della rivoluzione erano:il patito cadetto,principale partito della borghesia russa su posizioni monarchico-costituzionali che però contava pochi esponenti dato la ristrettezza della classe sociale(voleva riforme alla Stoplyn). Partito socialista rivoluzionario che nel 17 aveva più seguito popolare;non hanno una linea marxista,essendo eredi del populismo propugnavano riforme agrarie(terre ai contadini)e utilizzava l’arma del terrorismo politico. Dopo il 17 si scisse un sue ali:di destra favorevole al governo provvisorio e di sinistra,per un periodo alleati ai bolscevichi. Partito operaio socialdemocratico corrente menscevica che per quanto riguarda l’organizzazione del partito volevano un partito di massa e in disaccordo con Lenin sostenevano che l’instaurazione del socialismo sarebbe stato possibile dopo una fase capitalistica-borghese,dei passaggi intermedi su modello occidentale. I bolscevichi che approvarono le tesi di Lenin sull’organizzazione del partito e sulla strategia politica. Inizialmente rappresentavano una minoranza,salvo forte adesione tra gli intellettuali e la classe operaia,ma fu nel corso della rivoluzione che acquisirono un forte potere.Volevano rivoltare lo zarismo ad ogni costo contro qualsiasi teoria.
L’autocrazia russa si mostrò incapace di riformare il sistema e si rimangiò tutte le promesse di libertà civili e il parlamento democratico perse tuta la sua autorità. Perse ogni rapporto anche con l’Intelligencija, i ceti intellettuali più avanzati del paese ,il quale non aveva più un orientamento preciso. Lo Zar Nicola II per reprimere le spinte autonomistiche delle molte nazionalità dell’impero accentuò la russificazione delle altre nazionalità soprattutto ucraini e bielorussi. La sconfitta umiliante con il Giappone del 1904-03 alimentò lo sciovinismo grande russo:nacquero movimenti di estrema destra che praticavano un nazionalismo aggressivo e antisemita. L’antisemitismo diffuso e virulento nella società russa sia presso l’ élite sia nella campagna(pogrom,sommesse antiebraiche) venne rinfocolato come estremo tentativo di rinsaldare presso il popolo la figura dello zar.
Rivoluzione di febbraio: all’inizio del 17 il governo zarista era ormai sull’orlo del crollo che risultò rapido e rovinoso. La rivoluzione si inserisce in un contesto sociale molto difficile e precario dove società russa veniva disgregandosi sotto i colpi delle sconfitte militari e della crisi economica. Nella stessa corte,nelle gerarchie militari e nella chiese ortosio venivano meno l’appoggio allo zar che non ne voleva sapere del blocco progressista proposto dai liberali. In questo clima si inserì la dirompente protesta popolare spontanea,incominciata a Pietrogrado il 20 febbr.In pochi giorni uno sciopero generale paralizzò completamente la capitale:lo zar ordinò di sciogliere le manifestazioni e decretò lo stato di assedio ma le truppe fraternizzarono con gli scioperanti. La defezione dell’eserciTo e la mobilitazione della classe operai furono elementi molto importanti. Sotto la pressione dei liberali lo zar decise di abdicare in favore del fratello che a sua volta rifiutò il trono.Il regime zarista era così crollato e la repubblica verrà proclamata ufficialmente solo all’inizio di settembre.
DOPPIO POTERE:la rivoluzione di febbraio fu spontanea,rapida e poco contrastata tuttavia si apriva n periodo difficoltoso e arduo da gestire. Due furono i principali problemi che si delinearono nel lasso di tempo postrivoluzionario:chi dovesse tenere le redini del potere e quali decisioni sarebbero state prese in merito alla guerra(oltre al problema sempre aperto della riforma agraria).
Si vedrà come Lenin sappia dare risposte a questi dubbi poiché uomo dalle idee chiare e dall’atteggiamento spregiudicato. Si venne a creare di fatto un doppio potere: il governo provvisorio,emanazione della duma,guidato dal principe ed egemonizzato dai cadetti(liberali) e il soviet di Pietrogrado,egemonizzato dai socialrevoluzionisti e menscevichi,ovvero da rappresentati aletti dal basso.Il primo costituiva per cosi dire il governo ufficiale mentre il secondo quelle più vero e sentito,quello delle masse.Governo provvisorio e soviet esprimevano programmi contrastanti.Per i primi l’obiettivo era quello di condurre la rivoluzione ad un esito costituzionale parlamentare di tipo occidentale e in questo senso presero subito dei provvedimenti. I menscevichi,più progressisti,convinti che la prospettiva socialista non fosse immediatamente attuabile intendevano dare alla rivoluzione un carattere democratico,stimolato da forze socialiste e dai soviet. I socialisti rivoluzionari puntavano invece alla risoluzione della questione agraria,ovvero volevano l’assegnazione alla comunità rurali delle terre appartenenti ai grandi proprietari e al demanio pubblico. Sulla questione bellica entrambi i gruppi ritenevano che si dovesse arrivare ad una pace fra tutti i belligeranti escludendo l’idea di una pace separata:si ha così un atteggiamento difensista e di fatto gli uomini rimangono al fronte mentre la popolazione voleva la cessazione del conflitto. Di fatto si celava un vuoto di potere dato che entrambi i governi non erano in grado di controllare l’ondata rivoluzionaria che si stava diffondendo in gran parte spontaneamente e lo stato si venne frammentando in una serie di micropoteri su base locale a cui vanno sommate le organizzazioni delle varie nazionalità(rada ucraina).Il malcontento si iffuse ovunque tra i soldati che chiedevano la fine del conflitto,gli operai migliori condizioni di lavoro e i contadini la distribuzione delle terre.
Lenin e le tesi. Con le tesi di aprile Lenin impresse una svolta decisiva al corso della rivoluzione e con le quali prese le redini del potere. Lenin iniziò la sua opposizione al governo provvisorio quando si trovava ancora in esilio in Svizzera e grazie all’aiuto dei Tedeschi(i quali ricavavano enormi vantaggi dal suo rimpatrio,come la concentrazione dell’attenzione del governo sulle questioni interne e quindi un via libera sui campi di battaglia)ritornò in Russia,dove sosteneva essere possibile una rivoluzione socialista russa sui cui passi avrebbero dovuto muoversi tutte le altre nazionalità mondiali. Tale convinzione era in contrapposizione con le teorie di Marx,infatti una rivoluzione socialista nasce come opposizione ad un regime capitalistico-borghese, ma anche con l’opinione diffusa presso tutti i gruppi rivoluzionari che il crollo dello zarismo aveva originato una rivoluzione di tipo borghese. Nelle sue tesi presentate al parlamento propose di rompere il governo attuale e di attribuire il potere agli organismi consigliari(soviet),di stringere un alleanza con i contadini tramite una riforma agraria e di porre fine alla guerra,anche senza il consenso degli alleati.
Kerenskij e i bolscevichi:il ministero della guerra fu affidato al social rivoluzionario Kerenskij che venne così ad occupare un ruolo strategico sulla scena politica in quanto membro del governo e del soviet di Pietrogrado. In opposizione ufficialmente i bolscevichi erano in minoranza mentre accresceva la loro popolarità tra le masse grazie alle parole d’ordine della riforma agraria e della pace. Ci fu una vera e propria bolscevizzazione della protesta dei soldati destinata ad avere grande importanza al seguito. La guerra di fatto continuava in uno stato di grande disorganizzazione e di perdita di autorità sulle truppe. Kerenskij lanciò un offensiva avventata e impopolare in Galizia,in nome di una rivoluzione patriottica e dello spirito nazionalistico. Si risolse però in un tragico fallimento,alimentando l’ostilità degli stessi soldati verso il governo provvisorio.
VERSO LA RIVOLUZIONE DI OTTOBRE in questo clima ingovernabile cresceva il numero di soldati che disertavano e ritornavano alle campagne dove i socialrivoluzionari con la promessa della riforma agraria non riuscivano più a tenere a bada il movimento dei contadini. Mentre la popolarità dei bolscevichi cresceva sempre più i contadini presero di mira i grandi proprietari e le loro terre con saccheggi ed uccisioni. La situazione in città sull’orlo della fame non era diversa:gli operai rivendicavano i loro diritti nelle fabbriche e all’inizio di luglio la tensione giunse al culmine con un movimento insurrezionale appoggiato dai bolscevichi. Il governo in risposta reagì con provvedimenti nei confronti di questi i quali dovettero ritornare alla clandestinità e il governo fu preso da Kerenskij. Atto di svolta si ebbe con il fallito colpo di stato di Kornilov;mentre i Tedeschi occupavano Riga e minacciavano la capitale la situazione interna andava aggravandosi:da una parte le forze controrivoluzionarie andavano organizzandosi dall’altra i cadetti esigevano una politica dura per ristabilire l’ordine del paese. In agosto il generale Kornilov comandante supremo dell’esercito tentò un colpo di stato marciando su Pietrogrado ma fu bloccato da Kerenskij dai soviet e dai bolscevichi mentre i liberali che avevano appoggiato l’azione del comandante risultarono screditati.La società si ritrovava così disgregata e la situazione era ormai in mano ai bolscevichi.
RIVOLUZIONE OTTOBRE Lenin rientrato in patria convinse il comitato centrale bolscevica ad appoggiare la sua linea politica;egli ebbe l’appoggio di due importanti leader bolscevichi Trockij(padre delle armate rosse) presidente del soviet di Pietrogrado e Stalin,uomo ancora n ombra redattore capo del giornale bolscevico.Si formò così un comitato militare rivoluzionario che nel giro di una notte occupò i centri nevralgici della città e conquistarono il palazzo d’inverno sede del governo provvisorio.Nonostante il piano fosse noto essi incontrarono scarsa resistenza a testimonianza del crollo ormai completo del governo e si costituì un governo rivoluzionario bolscevico al quale in seguito aderiranno anche i socialrivoluzionari di sinistra.I primi provvedimenti più importanti furono la nazionalizzazone delle banche,la consegna della gestione delle fabbriche agli operai delegati,l’avvio immediato di trattative di pace.Per accaparrarsi subito il conseso popolare rfu emesso il decreto sulla terra che confiscava le terre di proprietà della chiese e dei grandi proprietari e dava ai soviet il compito di distribuirle fra i contdini.Lenin oprò subito in modo tale da ridurre al minimo l’opposizione:fu creata una polizia politica la Ceka e limitata la libertà i stampa.Nel novembre ritennero le attese elezioni per l’assemblea costituente a suffragio universale;come previsto i bolscevichi pur avendo accresciuto la loro popolarità si ritrovarono in netta minoranza e temendo che l’assemblea dominata dai socialrivoluzionari fosse una inaccia la sciolse il giorno seguente con la forza.Questa svolta a carattere autoritario nella concezione leniniana rientrava a far parte della DITTATURA DEL PROLETARIATOfase necessaria pee giungere ad una società comunista.Anche per questioni di propaganda Lenin adoperò tutte le sue forze per ottenere una pace separata,incontrando le opposizioni degli stessi bolscevichi.Nel marzo del 18 il governo sovietico firmò il trattato di Brast-Litovsk accettando delle condizioni atroci ed umilianti(cessione dei territori polacchi,lettonia,Estonia,Finlandia,ucraina).
Terza riv.guerra civile e comunismo di guerra(fino al 23)Dopo l’umilianto trattato per giungere alla pace e lo scioglimento dell’assemblea costituente le reazioni all’interno del paese antibolsceviche da gruppi stessi che avevano partecipato alla rivoluzione di febbraio crebbero(mensc. E socialriv.)
Il pericolo maggiore per il Partito Comunista(bolscevico)russo veniva dalle armate controrivoluzionarie bianche(così chiamate per il colore della divisa dell’esercito zarista)organizzate d ex ufficiali dello zar;questi in Ucraina e nelle zone del Don imposero le loro dittature militari grazie all’appoggio delle potenze occidentali che temevano una russia sovietizzata.Per tre anni dall’ultima rivoluzione una spietata guerra civile infuriò nel paese.Del “terrore bianco” e del “terrore rosso” fece le spese soprattutto la popolazione locale e contadina che dovettero pagare con vite umane e cn le proprie risorse economiche.Non ci fu una un conflitto a livello nazionale bensì un enormità di scontri a locali che lasciav dietro di se solo sangue e distruzione.Si colloca in questa situazione di tensione l’uccisone dell’intera famiglia Romano vista come simbolo dell’antico potere.I bolscevichi si mossero con un azione totalmente antidemocratica utilizzando misure drastiche di ordine militare,economico e politico.Risultò decisiva la costituzione dell’Armata Rossa,organizzata da Trockij e caratterizzata da rigida disciplina e di fedeltà alla rivoluzione inoltre in ogni reparto erano presento commissari politici,veri motivatori psicologici.Per quanto riguarda la politica i bianchi non seppero altro che imporre le loro dittature e la prospettiva di un ritorno al passato.Dopo la pace di Riga(1921)con la Polonia,contro cui dovette combattere ‘armata rossa,venne tracciato il confine geografico e consentì nel 22 la nascita del nuovo stato:l’Unione delle repubbliche socialiste soivietiche i cui confini ricalcavano quelli del vecchi impero zarista ad eccezione delle repubbliche baltiche e della Finlandia.
COMUNISMO DI GUERRADopo la rivoluzione del 17 il governo bolscevico aveva ereditato un economia distrutta ed aveva perso nei mesi successivi il controllo dei territori più ricchi a causa di moti nazionalistici ed indipendentistici o per la cessione di questi nella trattativa per la pace.I bolscevichi per fronteggiare questa difficile situazione scelsero per una rapida accelerazione del processo di abolizione della proprietà privata e del libero mercato.Il cosiddetto comunismo di guerra,motivato con la necissià di assicurare i rifornimenti all’esercito e alle popolazioni urbane,in una situazione di penuria alimentare,portò con se la nazionalizzazione delle iprese,la statalizzazione del commercio interno e l’attuazione di una rigida disciplina del lavoro.Nelle campagne fu decisa la requisizione forzata di tutto il grano eccedente le pure necessità di sopravvivenza.Squadre di operai armati e di contadini poveri vennero organizzati per garantire l’osservanza del decreto che colpì soprattutto i kulaki.DITTATURA PARTITO COMUNISTA Di fatto venne instaurata una vera e propria dittatura mentre tutte le altre organizzazioni politiche furono messe fuori legge;il partito assunse un ruolo assoluto,accentrò nelle sue mani tutto il potere escludendo i soviet e il ruolo dei sindacati identificandosi progressivamente con le strutture dello stato.La polizia politica Ceka assnse dimensioni sempre più vaste e poteri maggiori sotto il comando di Dzerzinskij.Attraverso questa fu attuato un vero e proprio regime di terrore con arresti e fucilazioni di presenti sabotatori.
L’unione sovietica uscì dalla guerra civile in una situazine economia ben più grave di quella zarista precedente.I contadini ragirono alle confische delle loro terre ridcendo la produzione e aggravando la situazione maggiormente;ci fu un ritorno al mercato nero e la rete di commerci era così esili che si ritornò ad una forma di commercio naturale basato sul baratto.Le città si spopolarono e vennero meno le stesse strutture sociali.Una grave frattura si era aperta tra il governo comunista e la popolazione;il govero reprimette con la forza qualsiasi tentativo di ribellione scioperi e manifestazioni si accesero in tutte le città simbolica è la ribellione della base navale di Kronstadt sul Mer Baltico dove gli stessi marinai che erano stati in prima fila nei moti rivoluzionari,si rivoltarono contro il governo comunista chiedendo il ripristino dei soviet(simbolo per i rivoluzionari della libertà popolare) e la democratizzazione della vita politica.

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