Materie: | Appunti |
Categoria: | Storia |
Download: | 332 |
Data: | 21.07.2000 |
Numero di pagine: | 53 |
Formato di file: | .doc (Microsoft Word) |
Download
Anteprima
storia-3a-superiore_1.zip (Dimensione: 40.56 Kb)
trucheck.it_storia-per-la-3a-superiore.doc 208.5 Kb
readme.txt 59 Bytes
Testo
Appunti di storia: classe 3a
Accordo di Melfi: 1059: Il Papa riceveva protezione dai normanni e Roberto il Guiscardo e Riccardo d'Aversa furono nominati vassalli del Papa.(vedi Politica d' Italia nell'XI-XIV sec.).
Adriano I, Papa: 772-95. Papa che chiese aiuto a Carlo Magno (vedi Carlo Magno) quando Desiderio attaccò il ducato di Roma. I Longobardi potevano conquistare Roma in quanto Adriano aveva avuto l'incarico di governatore da Bisanzio e deteneva il potere temporale
Adriano II, Papa: 1061-73. (vedi Anselmo da Baggio).
Adriano IV, Papa: 1154-1159. Incoronò Federico I Barbarossa (vedi Federico I... e Politica d'Italia...).
Agilufo: 590-615. Fondatore, assieme ad Autari, dello Stato longobardo. Gli successe re Rotari.
Albigesi:Eretici (vedi Innocenzo III e Politica di Francia...).
Alboino: Fu il capo dei Longobardi che nel 568-569, portò il suo popolo all'interno dell'Italia. La conquista dei Longobardi è caratterizzazta da 3 aspetti:
1)La conquista longobarda distrusse completamente il vecchio ceto senatoriale, la popolazione romana fu ridotta ai margini del potere
2) L'insediamento dei Longobardi non fu omogeneo nelle varie zone e provocò, anche a livello territoriale delle fratture.
3)Lo stanziamento del nuovo popolo fu attuato da gruppi di guerrieri (farae). Le fare si distribuirono nel territorio e le regioni vennero rette da comandanti di singoli gruppi i dduchi. Le fare irrobustirono le tendenze particolaristiche dei guerrieri longobardi e Alboino e il suo successore Clefi furono assassinati nel 572 e nel 574 dai duchi. Fra il VI e il VII sec. i re lottarono per affermare la propria supremazia su quella dei duchie e per costruire uno Stato di carattere tendenzialmente romano. In seguito, come nel regno franco, anche in questo esercito si vennero a formare dei vassalli armati, i cosiddetti gasindi (gasind) che potenziavano le clientele regie.
Amalasunta: Nel 526 prese il potere alla morte del padre Teodorico che poi passò a suo cugione Teodato che la fece imprigionare.
Anselmo da Baggio:Chiamato poi Papa Alessandro II dal 1061 al 1073 favorisce la riforma della chiesa, appartiene al movimento patarino (vedi Riforma ecclesiastica... e movimento dela pataria).
Aragonesi:(vedi Politica d'Italia...)
Arduino d'Ivrea: Si fece incoronare a Pavia nel 1002 re. Cercò di distruggere il legame tra regno italico e regno tedesco. Fu sconfitto da Enrico II (1002-1024).
Arenga: Asemblea del Popolo intorno al X-XI secolo.
Arialdo: Favorisce la riforma della chiesa (vedi Riforma ecclesiastica nell'XI sec.). Faceva parte del movimento della pataria (vedi Movimento della pataria).
Ariperto I:653-61. Primo re cattolico a salire sul trono (vedi anche Teodolinda). Gli successe re Liutiprando.
Arnaldo da Brescia: Giudicato scismatico da papa Eugenio III nel 1148. Egli predicava proposte di impronta patarina. (vedi Politica d'Italia... e Movimento della pataria)
Astolfo, re:749-56 Successo a Liutiprando, conquistò l'Esacrato e minacciò la stessa Roma (752). Lo combattè Papa Stefano II che chiese aiuto a Pipino il Breve. Astolfo perdette e la chiesa confiscò delle terre al regno longobardo. [vedi Sutri]
Attila: Re degli Unni, morto nel 453.
Autari: 584-90. Fu il vero fondatore, assieme a Agilufo, dello Stato longobardo. Creò una capitale a Pavia (626).
Beda il Venerabile:(672 - 735) Monaco formatosi dall'esperienza di evangelizzazione attuata da Papa Gregorio Magno. Fu un autore di opere didascaliche e storiche di larga diffusione.
Belisario: Fidatissimo collaboratore di Giustiniano I. Avviò nel 535 la riconquista dell'Italia.
Benedetto da Norcia, San -: Grande importanza nella vita religiosa del tempo di Giustinano ebbe il monachesimo che con Benedetto da Norcia , fondatore del monastero di Montecassino) si diffuse ampliamente, grazie alla sua regola. Il monachesimo fu daprima eremitico, ovvero praticato in solitudine e poi cenobitico overo comunità monastiche che facevano una vita comunitaria. La regola di San Benedetto da Norcia era caratterizzata da tre aspetti fondamentali:
a) Il senso della misura: bisognava obbedire all'abate, restare perennamente legati al monastero, condurre una vita equilibrata, senza austerità corporali eccessive.
b) L'importanza attribuita alla lettura e allo studio; L'abbazia erno dunque provviste di biblioteche e scriptorium per la produzione, copiatura e lettura deilibri.
c) L'importanza attribuita al lavoro manuale; Oltra alla preghiera la vita quotidiana doveva essere consacrata al lavoro concepito come forma di ascesi. L'abbazia doveva essere provvista di una proprietà terriera sufficiente per mantenerla indipendente dall'esterno.
Benevento, battaglia di-:1266 Carlo d'Angiò uccise Manfredi (vedi Politica d'Italia...).
Bonifacio, San: San Bonifacio fece una celebre missione durante l'evangelizazione ad opera di Gregorio Magno, in raccordo con la Chiesa romna. Consacro re Pipino il Breve. Questi organizzò il territorio in episcopati che vincolò strettamente al papato. Gli fu affidato l'incarico da Pipino il Breve di convocare un sinodo per la riforman della Chiesa franca che si attuò in numerosi concili a partire dal 742; la disciplina fu restaurata, le diocesi furono risottoposte all'autorità di un metropolita e furono ripristinate le funzioni dei vescovi. Rilevante du l'attenzione dedicata all'istruzione dei monaci e dei chierici che fu posta alla base di tutta la riorganizzazione amministrativa.
Buovines: Avvenne la sconfitta nel 1214 di Ottone e Giovanni da Federico II e Filippo Augusto (vedi Innocenzo III).
Callisto II, Papa: Papa che si accordò con Enrico V (vedi Enrico V) nel concordato di Worms.
Canuto: Re per quasi 20 anni (dal 1030) di Norvegia Danimarca e Inghilterra (vedi Ottone I)
Capitolare di Quierzy-sur-Oise: Carlo il Calvo lascia norme sul governo del regno e relative alla trasmissione di cariche e benefici. Risultato: l'impero si sfalda a vantaggio di poteri locali che nascono dal possesso di castelli o di grandi complessi fondiari.
Carlo: Figlio di Ludovico il Pio (vedi Ludovico).
Carlo d'Angiò e gli Angioini: Si fece incoronare nel 1263 come re di Sicilia (vedi Politica d'Italia...).
Carlo il Grosso: 881-87. Figlio di Ludovico, riuscì a riunire l'impero. nonstante tutto, però, si erano gia venute a formare due aree politiche quella francese e quella tedesca. Importante fu quella tedesca che si estese fino ad Aquisgrana: l'estensione geografica e la forza militare del regno germanico divennero preponderanti.
Carlo Magno: Alla morte di Pipino il Breve (768) ciascuno dei due figli, Carlo e Carlomanno, ebbe un regno e il titolo di rex Francorum. Nel 771 Carlomanno morì e Carlomango potè ricostruire l'unità del regno. Era di aspetto vigoroso, amante dell'equitazione delle armi , della caccia e come un antico romano gli piacevano anche le acque termali e spesso so abbandonava al piacere del nuoto. Carlo era un esempio vivente della sintesi culturale sviluppatasi dall'incontro latino-germanico dopo le invasioni. Energia e tencia caratterizzarono tutta la sua vita e ben presto iniziò la politica espansionistica in tutte le direzioni che si può piassumere in quattro direttrici:
a) Frontiera della Gallia Meridionale: qui combattè contro i Mori o Saraceni e , anche se nel 778 la sua retroguardia fu massacrata a Roncisvalle, riuscì a vincere nell' 801-803.
b) Penisola italica: qui le spedizioni di Pipino e la nascita della dominazione papale avevano reso delicata la posizione del regno longobardo. Quando il re longobardo Desiderio attaccò il ducato di Roma, Papa Adriano I fece appello ai Franchi e Carlo Magno assediò Pavia e la espugnò, tanto che gli fu dato l'appellativo rex lLongobardorum. Con la caduta di Pavia (774) ci fu la scomparsa della dinastia longobarda; il nuovo regno longobardo anche nella nuova costituzione, costituì un regno distinto affidato a Pipino figlio di Carlo. Ci fu uno sviluppo dei rapporti vassallatici che sollecitò una trasformzione dell'esercito simile a quella che si era verificata in Gallia (vedi Pipinidi, dinastia dei).
c) Frontiere settentrionali: la più grave minaccia era costituita dai Sassoni, la lotta occupò Carlo dal 772 all'804, ma alla fine il territorio franco si espanse fino al corso inferiore dell'Elba. In queste regioni si riuscirono a convertire i Sassoni e a a legarli profondamente con l'Europa romano-cattolica, grazie a matrimoni cristiani.
d) Frontiere orientali: I problemi più gravi furono quelli legati alla riconquista della baviera e della guerra con gli Avari. Nel 795-96, Carlo riuscì ad occupare il loro ring (il campo della cinta circolare, sede del loro re) e conquistò un enorme bottino. Accettarono allora la conversione e la pacificazione.
L'impero era dunque un organismo artificioso che teneva insieme popoli diversi legati tra loro solo nel riconoscimento di un unico re e nella fede religiosa. Dunque l'impero carolingio era un'unità divisibile, tanto che nel 814, alla sua morte, Carlo lo spartì tra i suoi tre figli. Fu un caso se pervenne intatto nelle mani di Ludovico il Pio. I Franchi si trovarono a competere con l'ipero bizantino per il controllo dell'Italia e queststo favotì un collegamento tra impero e papato che voleva sostituire la protezione bizantina, ormai inefficiente, con quella carolingia. Così Carlo Magno nel natale dell'800 fu incoronato dal Papa come imperatore e assunse il dovere di tutelare la chiesa di Roma proteggendola con le armi. Ovviamente la restaurazone imperiale non fu ben vista in Oriente, ma si raggiunse un accordo nell'812. La restaurazione imperiale significò un rafforzamento del connubio (unione, alleanza) franco-papale. Il perfezionamento della chiesa franca fu l'intervento centrale dell'imperatore: il clero du sottoposto al controllo imperiale, fu imposta a tutti i monasteri la Regola benedettina, fu reso obbligatorio il pagamento annuo della decima, tassa estesa a tutto l'impero, a favore dei pievi (chiese parrochiali). La riforma non mise in discussione il sistema delle chiese private. La seconda linea d'azione fu il sostegno alle missioni cattoliche non solo limitate ai Sassoni, ma in Oriente si creò una barriera religiosa che creò uno scisma con l'Occidente. Carlo faceva eseguire i suoi ordini per mezzo di capitulari, così chiamati perchè costituiti da brevi articoli (capitula). Il governo centrale era costituito dal palatium (palazzo) cioè dall'imperatore e dal suo seguito, poichè non c'era una capitale fissa (anche se Carlo risiedeva spesso ad Aquisgrana). Ci fu una divisione amministrativa per comitati e, ai confini, per marche (circoscrizioni pubbliche più importanti) che furono affidati a funzionari regi la cui funzione principale era quella di tenere i placiti cioè di amministrare la giustizia. Non si deve però pensare a un ordinamento continuo, distribuito uniformemente su tutto il territorio. Le strutture amministrative erano fragili e allora Carlo pensò di utilizzare come ufficiale regi quei latifondisti che lo avevano seguito nelle imprese vittoriose. Anche l'immunità fu utilizzata come strumento di governo: l'immunitas era un privilegio per cui il conte non poteva esrecitare i placiti su un territorio.Il problema principale della politica carolingia fu quello di instaurare una vita statale e di trasformare i vassalli in una classe dirigente responsabile. Inoltre Carlo fece una riforma monetaria e si occupò dei prezzi delle derrate agricole che i signori compravano a basso prezzo per vendere a altissimo presso (con guadagni anche del 200, 300 %). Vietò lo strozzinaggio e l'usura. Ma tutta la politica carolingia a lungo andare si risolse in un fallimento. Ci fu però la cosiddetta rinascita carolingia, a corte fu istituita un'accademia dove l'istruzione mirava a crreare buoni funzionari e ottimi preti. Furono riorganizzate anche le scuole monastiche, episcopali e presbiterali. Nell'814 Carlo Magno morì e gli successe il figlio Ludovico il Pio.
Carlomanno: Figlio di Pipino il Breve che prese , alla morte del padre, una porzione di territorio da governare. In seguito alla sua morte, avvenuta nel 771, Calo Magno potè riunire tutti i terreni del regno franco.
Carlo Martello: Succeduto a Pipino di Heristal il re merovingio si trovò a capo dei regni di Austrasia, Neustria e Burgundia. Nel 732 consolidò la sua autorità battendo i musulmani tanto che tutto il popolo franco si abituò a considerare il maggiordomo d'Austrasia come capo effettivo di tutto il regno. Gli successe suo figli Pipino il Breve.
Cesaropapismo: SI affermò a Bisanzio per cui l'imperatore tendeva ad assumere responsabilità e competenze anche in campo spirtuale.
Clefi: Capo dei Longobardi succeduto ad Alboino nel 572 e morto assassinato nel 574 gli successe Autari.
Clemente III: Proclamato Papa da Enrico IV contro Gragorio VII (vedi Gregorio VII).
Clodoveo:Al momento della caduta dell'impero d'Occidente i Franchi erano organizzati in tanti piccoli regni. Assunsero una fisionomia abbastanza unitaria soltanto a partire dal 482, quando il giovane Clodoveo divenne re del principale di questi regni quello di Tournai. Fondò la dinastia merovingia. Colodoveo ampliò i propri domini occupando gran parte della Gallia. Furono i buoni rapporti con l'aristocrazia gallo-romana e soprattutto con l'episcopato cattolico a favorire l'espansione territoriale. Clodoveo si era infatti convertito al cattolicesimo e con lui anche tutto il suo popolo, assicurandosi, sosì, l'appoggio dei vertici sociali del mondo gallo-romano. Nel VI sec i re franchi erano ormai molto diversi dai capi militari dei regni germanici primitivi, anche se concepivano la loro autorità sotto forma del banno (ordine emanato dal re), che però si estendeva tutti gli abitanti dei territori conquistati. Inoltre imponevano con l'eribanno il servizio militare a tutti gli abitanti di condizione libera.Per governare i re franchi imitarono anche le istituzioni romane: si circondarono per esempio di una corte e di una guardia di antitrustoni. Mantennero pure uno schema approssimativo di ordinamento pubblico per ciscoscrizioni (comitati), governati da rappresentanti che il re nominava.
Comune, nascita del: (vedi Sviluppo commercile e urbano ...).
Concilio lateranense, IV:(1215) (vedi Innovenzo III,papa).
Concordato di Worms:(1122) Tra Enrico V e Papa Callisto II secondo cui nella funzione episcopale si distenguevano l'ufficio spirituale che solo la chiesa poteva conferire, dai suoi attributi temporali che solo il re poteva dare.
Congiuntura nel basso medioevo: Per congiuntura si intende non solo la spiegazione economica, ma il cercare di comprendere l'evoluzione. Nei primi anni del Trecento la congiuntura diventa sfavorevole: ciò significa un lungo periodo di difficoltà. Il fattore principlale di questa difficoltà è indubbiamente il sovrappopolamento che crea squilibrio fra popolazione e risorse. Questa crisi è accompagnara da sconvolgimenti nei prezzi che provocano ristrutturazioni agrarie, industriali e commerciali importanti. I fattori principali dello squilibrio fra popolazione e risorse sono tre a cui se ne agiunge una meno importante:
1) La domada di derrate alimentari superava ampiamente la disponibilità complessiva.
2) Vi fu un rapido esaurimento dei suoli recentementi conquistati alla coltivazione con susseguirsi di carestie
3) Il numero dei morti tendeva ad aggravare
LA PESTE è una malattia infettiva acuta, a diffusione tipicamente epidemica, provaocata dal Pasturella pestis, batterio parassita della pulce dei ratti, scopeto nel 1894, nel corso di un'epidemia in estremo Oriente, dal francese J.E. Yersin e, quasi nello stesso periodo, dal giapponese S.T. Kitasato. Dopo una brevissima incubazione (2-3 giorni, molto raramente più di 6), la malattia esordisce bruscamente con febbre altissima, forte cefalea, delirio. Secondo la virulenza del germe ela modalità del contagio puo' assumere tre forme cliniche distinte, conosciute come peste bubbonica, peste polmonare e peste setticemica. I principali sintomi sono: febbre, tremito violento, vomito, forte sete, diarree mattutine, comparsa di macchie cutanee e, il più conosciuto di tutti, il "bubbone",ovvero la tumefazione delle ghiandole linfatiche. La peste bubbonica, in cui il contagio è avvenuto per via cutanea, tramite la pulce, è caratterizzato essenzialmente dall'ingrossamento della stazione linfo-ghiandolare tributaria della zona in cui è avvenuto l'inoculazione: inguinale , se la via di ingresso sono gli arti, ascellare in tutti gli altri casi; l'aumento di volume è notevole e puo' raggiungere le dimensioni di un uovo, giustificando così il termine "bubbone", usato per definire la tumefazione la quale subisce poi un processo disuppurazione, con formazione di ascesso e di apertura dello stesso all'esterno. La forma bubbonica ha un decorso di circa 15 giorni; lasciata a sè si accompagna a una mortalità che nelle epidemie raggiunge e supera il 50%. Quando il germe è particolarmente virulento e nei casi in cui la trasmissione, anzichè attraverso puntrura della pulce, avviene da uomo a uomo, si hanno le forme più gravi: la peste polmonare o la peste setticemica, detta anche peste nera per le manifestazioni emorragiche che determina la cute. Queste ultime forme hanno in genere un decorso brevissimo (3-5 giorni) e una letalità che sfiora il 100%. Anche nella forma bubbonica l'infezione puo' diffondersi secondariamente al sangue e ai polmoni. Malattia di origine antichissima, la peste persiste endemica, con riaccensioni temporanee e piccole epidemie ben localizzate e isolabili, in India e nell'America meridionale (soprattutto in Perù). Propagano l'infezione pestosa i ratti, in particolare il Rattus rattus o ratto comune o ratto nero, e il Rattus norvegicus o ratto delle chiaviche; importanza nettamente minore ha il topolino demenstico (Mus musculus). Il ratto epidemologicamente più pericoloso è oggi il ratto delle chiaviche che, vivendo nelle fogne e nei porti eavendo capacità notatorie ( è dotato di zampe palmate), infesta facilmente le navi e viene quindi trasportato dalle zone dove la peste è endemica. Il passaggio del germe dai ratti infetti all'uomo avviene tramite le pulci della specie Xenopsylla cheopis. Il ruolo epidemologico della pulce è fondamentale; senza di essa la malattia si diffonderebbe con difficoltà anche fra i ratti, che si infettano assai più attraverso la puntura degli insetti che per contagio diretto: lo dimostrano le epizoozie, in cui è sempre più importante ai fini della diffusione l'entità dell'infestazione ambientale delle pulci che non il numero iniziale dei ratti infetti; infatti le condizioni igieniche generali di un agglomerato urbano hanno pertanto importanza decisiva per l'affermarsi o meno delle epidemie umane di peste. Una volta colpito l'uomo, il contagio puo' avvenire per contatto diretto, oppure col trmite di goccioline di saliva (nella forma polmonare) e di indumenti infetti.
CENNI STORICI:
Nelle culture di origine greco-latine con il termine "peste" si designarono, a lungo e genericamente, tutte le malattie epidemiche a carattere letale. I greci, per l'esattezza, usavano la parola loimós, che significa peste, ma anche carestia, poichè non era loro sfuggito che il contagio colpiva più duramente quanti, per il lungo digiuno o l'endemica sottoalimentazione, si trovavano più sprovvisti di difese fisiologiche. I latini, invece, con abitudini meno speculative, scelsero il termine pestis in quanto dipende dalla medesiama radice di peius, quasi a voler indicare con ciò la "peggiore malattia". Così, la "grande peste" ateniese del 429 a.C., descritta da Tucidide ne "La guerra del peloponneso" (cui si sarebbe riferito poi Lucrezio nel celebre passo che chiude il "De rerum natura"), fu probabilmente in realtà un'epidemia di febbre tifoidea o di tifo esantenatico, come risulta sia dalla localizzazione prevalentemente gastroenterica dei suoi sintomi, sia dal collegamento con l'insalubrità dell'acqua potabile, condizioni tipiche, queste, dell'epidemia tifoidea. Nel nome di peste gli antichi accumulavano anche le varie epidemie del mondo animale, specie quelle equine, suine e bovine ( Virgiglio ci ha lasciato un'importante desrizione della peste bovina nel III libro delle "Georgiche"). Dobbiamo a Ippocrate, oltre che a Rufo da Efeso, la prima individuazione e illustrazione del caratteristico "bubbone". Tacito descrisse la peste di Roma nel 66 d.C., Galeno quella "antonina" del II sec. Una vera e propria pandemia di peste in senso specifico fu la " pestis grandularis o inguinaria" comparsa in tutto il mediterraneo nel 542 e desrittta da Procopio da Cesarea, nota come la peste di Giustiniano. Partita dal mercato egizio di Pelusio, si diffuse lungo le vie commerciali raggiungendo Costantinopoli, l'Italia, la Gallia e la Germania. È praticamente impossibile stabilire l'esatta natura clinica delle epidemie che travagliarono il medioevo e quindi determinare l'incidenza della peste rispetto ad altre malattie a diffusione epidemica. Di peste vera e propria si può parlare a proposito dell'epidemia che si abbattè sull'occidente tra il 1347 e il 1350, toccando l'apice nell'estate del 1348: la famosa "morte nera" che trovò in Boccaccio un testimone oculare ("Decameron") e assunse il carattetre di un autentico flagello sociale. Il meccanismo di diffusione del contagio del 1347 costituisce una sorta di modello classico della natura e degli itenerari della peste. L'infezione, endemica in certe zone dell'Asia, si propagò viaggiando lungo le rotte commerciali delle navi che, oltre a trasportare pellicce e cereali, trasporatavano una grande quantità di topi, portatori del contagio. Fu in particolare, dopo la presa da parte dei tartari di Calla, in Criena ( dove si sviluppò un focolaio di peste murina) che il flagello, trasportato dalle navi genovesi, approdò in occidente, dapprima a Messina, da dove si diffuse nell'ottobre del 1347 per la via di Tunisi nel NordAfrica, raggiunge nel frattempo le grandi isole del Mediterraneo Occidentale e la Penisola Iberica per poi risalire, dalla zona costiera, all'inteno e valicare, infine, in più punti, tra il 1348 e il 1349, le Alpi diffondendosi a macchia d' olio nel resto d' Europa, salvo che in alcune zone privilegiate. La crisi economica-sociale dell'Europa trecentesca costituiva un contesto gravemente predisposto al diffondersi dell'epidemia che dilagò mietendo vittime un po' ovunque. Particolarmente colpiti furono i centri urbani dove le pessime condizioni igieniche e la forte concentrazione demografica moltiplicarono l'incidenza del contagio, che falcidiò soprattutto le classi più povere degli artigiani e dei lavoratori industriali. Dai calcoli più recenti risulta, sia pur con incertezza e approssimazione, che la popolazione europea, ascendente alla vigiglia della peste a poco più di 100 milioni, perse in seguito circa 28 milioni di individui, in Italia la popolazione venne dimezzata. Ne conseguirono profondi mutamenti in campo economico e sociale: l'equilibrio tra domande e offerte venne sconvolto, i prezzi e i salari subirono modificazioni rivoluzionarie. Non meno profonde furono le conseguenze della morte nera nel sentimento religioso e nella sensibilità collettiva. La morte divenne la protagonista della meditazione e dell'arte religiosa. Parallelamente al tema della morte si diffuse il tema della penitenza individuale e collettiva, che si rispecchiano nei predicatori del tempo, e che giunse a sfiorare manifestazioni psicopatologiche con i grandi movimenti penitenziali di massa a cominciare dalla rinascita del movimento dei "flagellanti".Insieme coi culti devozionali si diffusero parecchie forme di superstizione, soprattutto legate alla credenza che le stelle e il demonio influenzassero l'insorgere delle epidemie. Tipica forma di isteria collettiva fu quella che portò all'eccidio in massa di ebrei, accusati di aver contribuito alla diffusione della peste. Pur diminuendo la sua virulenza dopo il 1350, la peste non si esaurì, ma si stabilizzò in europa allo stato endemico, ricomparendo quasi ogni anno sotto forma di febbre"stagionale" con più gravi punte verso il 1374 e il 1399. All'offensiva del morbo la scienza medica non seppe opporre rimedi efficaci; tuttavia fin dall'inizio del Quattrocento a Venezia - e poi negli altri grandi porti commerciali - furono imposte misure igieniche e profilattiche quali le quarantene, le disinfezioni, le ispezioni sanitare, la bandiera gialla di riconoscimento per le navi infette e infine il "cordone sanitario" che isolava mediante posti di blocco e di controllo intere zone colpite dal contagio. Ciononostante, nel corso della storia altre importanti epidemie di peste fecero la loro disastrosa comparsa, sia pure in ambiti geografici più circoscritti, puntualmente accompagnata dal rinfocolarsi di pregiudizi e suggestioni magiche con fenomeni di isteria collettiva: nè è un classico esmpio la "caccia agli untori", ritenuti responsabili della diffusione del male, a cui si riferisce Manzoni. Tra le più violente e famose quelle che colpirono Milano nel 1576-77 (la così chiamata " peste di S. Carlo") poi di nuovo Milano tra il 1629 e il 1630 quando la peste ridusse a 1/4 la popolazione della città (Manzoni le dedicò la "Storia della colonna infame" e la celebri pagine dei "Promessi sposi"). L'ultima pandemia europea si verificò negli anni 1663 - 84: Londra ne fu duramente colpita nel 1665 ( descritta di Defoe nel "diario dell'anno della peste"). A partire dalla fine del sec. XVIII la peste cominciò a perdere il carattere pandemico e in Europa si manifestò con focolai d'importanza presto domata e ritirandosi in alcune zone circoscritte della Germania, della Danimarca e della Russia. Nel mediterraneo si mantenne presente nei Balcani, in Siria e in Egitto, dove Bonaparte l'avrebbe ancora trovata alla fine del '700. Ma inaspettatamente alla fine dell'Ottocento si verificò un'ultima pandemia pestilenziale: il morbo colpì la Cina meridionale raggiungendo Hong Kong nel 1894 e l'India nel 1896; via mare il contagio raggiunse l'Egitto (1897), il Giappone, l'Africa orinetale e il Portogallo (1899), l'Australia, gli Stati Uniti e l'Inghilterra nel 1900. Gli esiti di questa pandemia furono lenti a scomaprire: casi di peste si verificarono ancora a Messina e a Taranto nel 1945.
TRATTAMENTO:
Oltre alle misure di disinfestazione, di derattizzazione e d'isolamento, la lotta contro la peste comprende le misure generali di lotta contro i ratti, i roditori e le pulci. Denuncia internazionale anche del singolo caso, protezione con maschere del personale che cura le forme polmonari, vaccinazione che è però di breve durata (5- 6 mesi). La terapia si basa sulla streptomicina e sulla tetraciclina.
LA PESTE NEL ROMANZO MANZONIANO I PROMESSI SPOSI:
Nei due capitoli introduttivi (XXXI e XXXII) Manzoni si accosta alla peste con spirito voltairiano. Con grande insistenza Manzoni rivela l'assurda negazione della peste, poi la credenza degli untori. Troppo razionalista per accettare chiaramente questa interpretazione della peste come "flagello di Dio", ma troppo religioso per non sentirne l'angosciosa inesplicabilità, Manzoni si contenta di contestare illuministicamente i pregiudizi sul morbo, fermandosi al momento di trarne una diversa conclusione: a questo punto lascia parlare i fatti, non c'è che da interrogare il volto stravolto delle cose e degli uomini. Che la peste metta a posto molte cose è mostrato in Fermo e Lucia: nel sogno di Don Rodrigo Fra Cristoforo è loquace: " Per li nostri peccati, la peste ! la peste", fortunatamente nei Promessi Sposi è ridotto al silenzio e si limita a ripetere il gesto misterioso, di strana minaccia. Ancora in Fermo e Lucia il Presidente della Sanità si sottomette, pubblicamente e volontariamente, a Padre Felice, e Manzoni non si contiene: "Mirabile spettacolo!" commenta, "ma ci voleva la peste.". Il sogno è momentaneamente realizzato, il potere civile si inchina di buona grazia a quello ecclesiastico, come a rimettere le cose in giusta prospettiva. Nei Promessi Sposi il commento sparisce e Manzoni si limita a chiosare con aria prudente:" Certo, una tale dittatura era uno strano ripiego; strano come le calamità, come i tempi...". Che la peste sia come una scopa, meglio lasciarlo dire a Don Abbondio, perfino Cristoforo è incerto se sia castigo o misericordia, comunque l'intervento divino è innegabile. La peste è quindi segno visibile del male, della corruttibilità universale. Fra i primi colpiti c'è Don Rodrigo. A questo punto Renzo riappare in scena, guarito dalla peste, purificato a suo modo, a riprendere il viaggio; e tutto ciò che avviene lo riporta alla condizione di cometa. Sembra quasi un cavaliere errante, poi Manzoni butta a mare il paragone, prendendosela con i paladini di ogni tempo. Entra in paese, ed ecco l'incontro con Tonio che ormai rassomiglia a Gervaso: la peste è giunta anche lì, sul volto umano, il germe di somiglianza fra i due è stato sviluppato e la metamorfosi compiuta. Ed è alla fine Cristoforo, carne rotta e cadente, voce fioca, cupa , mutata, come tutto il resto, l'antico eroe, destinato alla morte, riapparso per dire qualche cosa prima di sparire nella peste, come è la sorte del vero Cristiano. Coloro che si salvano, Renzo, Lucia o Abbondio, hanno visto a metà, in rapide e convulse illuminazioni; per loro c'è posto a questo mondo. Non per Cristoforo, le cui parole in Fermo e Lucia, eliminate in seguito, mostravano un'autentica disperazione: " Gran Dio! questo flagello non corregge il mondo: è una grandine che percuote la vigna già maledetta: tanti grappoli abbatte; e quei che rimangono, son più tristi, più agresti, più guasti di prima.". Il crollo demografico ebbe conseguenze importanti, aumentarono immendiatamente i salari, favoriti dalla diminuzione di manodopera, i prezzie dei cereali subirono un forte calo, spesso risultò più conveniente dedicarsi all'allevamento, molti villaggi sparirono. L'incremento dei salari dei lavoratori agricoli e la caduta dei prezzi dei cereali misero in serie difficoltà le grandi aziende che si reggevano sulla manodopera salariata. Molto spesso vi era un rifiuto di pagare ai signori fondiari canoni. Tutto ciò favorì un rapido arretramento che favorì il proprietario che poteva aumentare i suoi introiti. Dunque gli stati puntavano sulla rendita fondiaria. Vi fu l'indebitamento dei piccoli propietari e l'accentramento delle terre nelle mani di un solo propietario, solo le regioni montane resistettero all'accaparramento da parte dei cittadini. Lo sfruttamento della terra e degli uomini provocava malcontenti che si potevano tramutare in momenti di tensione. In tutta l'Europa scoppiarono rivolte contadine, queste sfociavano sempre in una serie di repressioni nel sangue, ma le rivolte riuscivano a fermare l'avanzata della reazione signorile. Nel Quattrocento sucesse l'opposto, vi fu un capovolgimento con conseguente ripresa demografica ed economica. Si diede importanza anche alle culture foraggere e commerciali, alcuni campi diventarono aree da pascolo ma le condizioni contadine rimanevano sempre pessime.
Constituzio de feudis: (1037) Emanata da Corrado II (vedi Corrado II il Sadico) il sadico, stabilisce che tutti i benefici, anche quelli mionori possono essere ereditati in linea maschile (vedi anche Famiglia nel XI-XIV sec.). Chiamata anche Constituzio de beneficiis.
Corpus iuris civilis: raccolta del diritto civile. Fu compiuta da Triboniano su incarico di Giustiniano I (vedi Giustiniano I e ance Rinascita della cultura giuridica...).
Corrado II il Salico di Franconia:(1024-1039): Emana un editto nel 1037, la constituzio de feudis (vedi Constituzio de feudis).
Costanza, pace: 1183 per cui i comuni avevano autonomia dall'impero. (vedi Politica d'Italia nell'XI-XIV sec.).
Costanza d'Altavilla: Aveva sposato Enrico VI (vedi Enrico VI).
Costituzioni di Clarendon: 1164, secondo le quali Enrico II Plantageneto mette un controllo permanente della monarchia sul clero d'Inghilterra. (vedi Politica d'Inghilterra-Normandia nell'XI sec.).
Crociate:La chiesa pose il controllo sulla cavalleria e dall'XI secolo iniziò la reconquista cristiana. Le crociate furono un pellegrinaggio armato verso i luoghi santi.
Pre crociata: Nel 1096 si misero in cammino dall Francia, pezzenti avventurieri, fanatici, disperati, contadini, nobili disperati, guidati da Pietro l'Erememita e Gualtiero di Poissy. Questa crociata che fece stagi di ebrei in Renaria, non arrivò alla meta.
1° crociata: Guidata da Ademaro de Monteil partì nel 1097, raggiunsero la palestina. Gerusalemme fu espugnata nel 1099 dapo un difficile assedio. La popolazione ebraica e mussulmana fu interamente masacrata. Dai succesi militari nacquero alcuni principati
2° crociata: Partita dal 1147 al 1149 fu guidata da Luigi VII re di Francia e dall'imperatore Corrado III di Svevia fallì a Damasco. Propaganda di Bernardo di Chiaravalle
3° crociata: Partì dal 1189 al 1192 proclamata da Federico I Barbarossa, Filippo Augusto di Francia e Riccardo I Plantageneto d'Inghilterra detto Cuor di Leone, portò alla ripresa temporanea di Gerusalemme.
4° crociata: Era stata preparata da Enrico VI, ma poi morì e venne portata avanti dal papato. Prima espugnarono zara (1202) per pagare l'imbarco a Venezia. Nel 1204 i crociati elessero come imperatore d'oriente Baldovino di Fiandra e instaurarono un impero larno, mentre i Greci glio opponevano un impero greco. L'occupazione crociata dell'Oriente bizantino non fece altro che approfondire lo scisma provocato da Michele Cerulario nel 1054. Le crociate avevano ormai perso di vista i fini religiosi e si erano secolarizzate.
5°crociata: Guidata da Leopoldo d'Austria, Giovanni di Brienne e Federico II che dal 1217 al 1221 non riuscì a portare risultati pratici.
Desiderio, re: 756-74. Re longobardo che attaccò Papa Adriano I e fu sconfitto da Carlo Magno (vedi CArlo Magno).
Dictatus papae: Proclamato da Gragorio VII, nel quale si esaltò il primato del vescovo di Roma.
Domesday Book: 1086 era un documendo dove si faceva il censimento della popolazione, ed era un documento con la quale il re Guglielmo di Normandia (vedi Guglielmo di Normandia) poteva conoscere diritti, doveri e introiti delle signorie.
Domenico di Gueman:(vedi Innocenzo III, papa).
Donna, condizioni della - nell'XI-XIV sec.: (vedi Famiglia nel XI-XIV sec.)
Enrico I: Re d'inghilterra succeduto a Guglielmo di normandia. Muore nel 1135 e passa il regno ad Enrico II Plantageneto (vedi Enrico II Plantageneto)
Enrico II: (1002-1024).Imperatore tedesco. Sconfisse Arduino d'Ivrea e si fece incoronare re. È importante sottolineare le areee geografiche formatesi in questo periodo:
-L'antica Pannonia è stata occupata dagli Ungari.
-A fianco dell'Ungeria si trovano i Serbi, i Croati e i Bulgari
-A nord del regno ungaro e ad oriente del regno tedesco, fino ai carpazi vi è il regno di Polonia unificato da Mieszko I
-Più ad est del regno di Polonia vi sono alcune tribù slave che occupano la pianura russa e l'Ucraina (vedi Novgorod).
-La Gallia è divisa in Francia e Borgogna.Ugo Capeto formerà la dinastia capetinga.
-Il regno d'Italia comprende il Po ed il nord D'Italia.
-Il sud Italia è bizantino.
-Venzia, Napoli, Amalfi, Sorrento, Gaeta sono indipendenti.
-Il califfanto di Cordova occupa tutta la parte meridionale della penisola Iberica.
-Il nord iberico è diviso tra i regni di Leon, di Castiglia e di Navarra.
-Nel 1035 la Norvegia diventa indipendente, dopo la caduta di Canuto il Grande (vedi Politica d'Inghilterra-Normandia nell'XI sec.).
-Nel 1042 L'inghilterra diventa indipendente grazie ad Edoardo III dopo la caduta di Canuto il Grande. (vedi Politica d'Inghilterra-Normandia nell'XI sec.)
-La Danimarca resta isolata e non fa più paura all'occidente.
Enrico II Plantageneto:(1154-89) Successo ad Enrico I. (vedi Politica d'Inghilterra-Normandia nell'XI sec.).
Enrico III: (1039-1056) Iniziatore della rifoma ecclesiastica, gli succederà Enrico IV ( vedi riforma ecclesiatica nell'XI sec ed Enrico IV).
Enrico IV:(1056) imperatore che si scontrò contro Gregorio VII (vedi Grgorio VII). Gli successe Enrico V (vedi Enrico V).
Enrico V:(1125) Importante per risolvere i problemi dopo la morte di Gregorio VII fu una proposta di Pasquale II a Enrico V nell'1111 nel compromesso di Sutri (vedi Sutri): il Papa avrebbe restituito tutti i beni e le funzioni pubbliche e l'imperatore avrebbe rinunciato alla investiture. Ma nel 1116 davanti al Concilio lateranense rivendicò alla chiesa il diritto di essere ricca e potente e di usare gli strumenti del mondo per affermare la propria dottrina. Il trionfo di questa linea avvenne nel concordato di Worms (1122) tra Enrico V e Papa Callisto II che concluse la lotta delle investiture. Nella funzione episcopale si distinsero l'ufficio spirituale che solo la chiesa poteva conferire, dai suoi attributi spirituali, l'investitura dei quali spettava al re.
Enrico VI:Era il figlio di Federico Barbarossa ed aveva sposato Costanza d'Altavilla ereditiera del regno di Sicilia. Quando nel 1189 morì Guglielmo II il regno dovette essere conquistato con la forza. Tuttavia il suo impero divenne più vasto e temibile, ma più debole di quello del padre poichè troppo eterogeneo. Per ingraziarsi il papato Enrico VI aveva organizzato una crociata ma la morte lo fermò nel 1197. L'erede al trono federico II non aveva che tre anni. (vedi Federico II).
Eraclio: Imperatore di Bisanzio dal 610 al 641. Fu importante perchè, per difendere l'impero, suddivise il territorio in circoscrizioni (temi). Il tema era un'unità amministrativa a carattere decisamente militare al cui vertice c'era un generale (statega), che esercitava il massimo potere civile e militare. L'impero fu liberato dal gravoso impegno dell'aruolamento di mercenari ed ebbe a disposizione truppe assai più economiche e anche motivate poichè i soldati erano interessati a difendere le terre che gli venivano attribuite. Inoltre la Chiesa fece un poderoso sforzo ponendo i suoi tesori a disposizione dello Stato. Quindi nella lotta tra Bisanzio e i Persiano si verificò un capovolgimento radicale ed Eraclio riuscì a sconfiggere i Persaini. La riforma militare ed amministrativa pose i fondamenti dello Stato bizantino medievale.
Eresie:(vedi Innocenzo III,papa).
Ermengarda: Moglie di Carlo Magno. Lei era longobarda e il marito dovendo fare la guerra contro i longobardi la rimanda a casa (era figlia di Desiderio infatti è chiamata anche Desiderata) ci mostra l'aspetto disumano ed ignobile di Carlo Magno.
Euroasia nel XIII sec.:Il continente euroasatico fu sconvaolto nel XIII secolo dalle conquiste dei mongoli comandati da Gengis-Khan(morto nel 1227). L'impero mongolo, visto la sua grandezza, si divisero in quattro canati (territori governati dal khan). Il merito dei mongoli fu di aver creato uno stato pacifico che favorì i contatti economici e culturali fra l'Europa e l'Asia (si veda per esempio il viaggio di Marco Polo). Nonostante i mongoli avessero una grande esperienza in fatto di governo, un processo si frazioninamento interessò tutti i canati. Al contrario l'occidente seguiva la strada opposta, dell'unificazionione.
Ezio: Generale che nella metà del V sec. tentò, di fronte agli Unni e ai popoli grmanici una politica di alleanza. Questa politica diede buoni risultati e nel 451, con un esercito composto quasi esclusivamente da federati Ezio riuscì a battere Attila ai campi Catalauni.
Famiglia nel XI-XIV sec.: La monogamia e il matrimonio cristiano si affermarono definitivamente in questo periodo. In secondo luogo l'idea di coppia si impone a tutti i livelli della scala sociale. L'organizzazione della parentela è intorno alla linea di discendenza paterna (patrilignaggio). La constituzio de feudis emanata da Corrado II il sadico, secondo cui anche i benefici minori del feudo possono essere ereditati. Questa Constituzio evidenzia molto bene il nesso che lega la conservazione ereditaria dei benefici all'organizzazione in senso patrilineare della famiglia aristocratica. La parentela diventa uno strumento di lotta politica e nascono dunque parentele artificiali che nascono dalla fusione di famiglie aristocratiche. Il principio di prevalenza maschile si scontra con la tradizione germanica deii regali nuziali maschili che scompaiono per dare spazio alla dote. I principali oneri matrimonali ricadono ora sulla sposa. La dote rappresenta la successione anticipata del patrimonio paterno che verrà infatti diviso tra i soli figli. Le condizioni della donna peggiorano, il marito ha diritto di punire la propria moglie anche con la morte. Nella produzione artiglianale il ruolo della donna tende a diminuire.
Federico I di Hohenstaufen detto Barbarossa:(1152-1190)Venne incoronato da papa Adriano IV (vedi Crociate e Politica d'Italia... e Politica di Germania...). Gli successe Enrico VI (vedi Enrico VI).
Federico II:(vedi Innocenzo III, papa e Innocenzo IV,papa). Federico II nacque da Costanza d'Altavilla e Enrico IV il quale morì presto lasciandogli la corona nella tenera età. Dopo la morte di Innocenzo III (1216) Federico provvide a farsi incoronare imperatore in Germania (1220), re dei Romani, re di Sicilia. Promise al papa che l'impero non avrebbe mai attaccato il papato, che sarebbe partito per la V crociata e che avrebbe appoggiato la lotta antiereticale. Egli però non partì subito per la crociata e questo incrinò i rapporti col papato e papa Gregorio IX lo scomunicò nel 1227. Federico II instaurò una autorità regia inflessibile, le Costituzioni di Melfi, nelle quali si rivendicanvano le responsabilità e l'alutorità della vita pubblica, si dimostraroni intolleranti nei confronti delle usurpazioni. tutto il governo dello Stato fu affidato alla Magna Curia e al re. Vi fu una riforma del sistema tributario che mantenne molto elevata la pressione del fisco. In campo culturale vi fu la formazione di una burocrazia capace e fedele creando la scuola siciliana. In campo militare FEderico II dovette affrontare i comuni dell'Italia settentrionale. La lotta era sfociata all'interno delle città tra guelfi, a favore della chiesa, e ghibellini a favore del papato. In questa lotta Federico ebbe la peggio e papa Innocenzo IV lo scomunicò nel 1245. La morte di federico II sfasciò l'unità imperiale (vedi Politica d'Italia...).
Filippo Augusto di Francia: Si allea con Federico II e sconfigge Ottone e Giovanni (vedi Innocenzo III e Federico II).
Francesco d'Assisi, San:(vedi Innocenzo III,papa).
Fondazione di nuovi villaggi nel XI-XIV sec.: (vedi Lo sviluppo delle campagne ...).
Gerberto d'Aurillac: Chiamato anche Papa Silvestro II dal 999. Educò in giovinezza Ottone III.
Giovanni Gualberto: Favorisc la riforma della chiesa (vedi Riforma ecclesiastica nell'XI sec.)
Giovanni Senza Terra: Aveva preso il regno a scapito di RIccardo Cuor di Leone (vedi Innocenzo III e Riccardo I plantageneto... e Politica d'Inghilterra)
Giustiniano I: Imperatore di Bisanzio (527-565) succeduto a Giustino I. La Chiesa di Roma trovò in Giustiniano non soltanto un protettore, ma un capo estremamente fermo che ne fece una fedele collaboratrice; tuttavia non era facile perchè se si accontentavano Egitto e Siria scoppiavano disordini a Costantinopoli, avversi al monofisismo, e viceversa: la politica religiosa di Giustiniano, infatti, fallì e le tensioni aumentarono.Giustinano si alleò con il papato poichè questa era una condizione necessaria all'attuazione di un grandioso progetto per la riconquista dell'Occidente. L'imperatore intendeva infatti restaurare l'impero universale di Roma. In parallelo c'era la volontà dell'episcopato di fare del cattolicesimo una religione universale e, di conseguenza, combattere contro i germani, di religione ariana, significava lottare per l'affermazione del cristianesimo. Inoltre le guerre di riconquista furono effettuate appoggiandosi a gruppi di latifondisti e ai gruppi di mercanti interessati al commercio internazionale.. A fare le spese dell'espansionismo di Bisanzio fu dapprima il regno vandalo rioccupato fra il 533 e il 534. Il recupero dell'Italia fu avviato nel 535 (guerra graco-gotica) da Belisario, fidatissimo collaboratore di Giustiniano. Il regno goto non era fragile come quello vandalo e abbatterlo non fu facile tanto che la guerra greco-gotica durò circa 20 anni e l'Italia fu rioccupata da un altro generale Narsete. Le grandi conquiste di Giustiniano furono concluse da una spedizione in Spagna che strappò ai Visigoti la parte sudrientale della penisola iberica (554). Il Mediterraneo tornò ad essere un mare interna all'impero. La restaurazione imperiale significò anche restaurazione degli antichi rapporti sociali. Le riconquiste dal punto di vista economico furono realizzabili grazie a:
a) Riscossione regolare delle imposte; la forte pressione fiscale indebolì i contadini e i piccoli possessori e facilitò l'estendersi dei latifondisti.
b) Centralizzazione e potenziamento della burocrazia; Giustiniano non riuscì a realizzare un rinnovamento radicale; continuò a persistere la separazione tra potere militare e potere civile.
c) Rioganizzazione totale della legislazione; L'opera più importante di Giustiniano fu il Corpus iuris civilis ( vedi Rinascita della cultura giuridica...) che comprendeva:
1) Le istituzioni, concepite come un trattato di diritto che furono destinate all'insegnamento del diritto nelle scuole
2) Il codice vero e proprio, ovvero la raccolta di tutti gli editti imperiali in vigore a partire dall'età di Adriano
3) Le pandette, raccolta dei pareri delle sentenze die più autorevoli giuristi romani
4) Le novelle, cioè le leggi promulgate dallo stesso Giustiniano
Il Corpus iuris civilis fu alla base della legislazione bizantina per quasi un millenno e soprettutto influenzò moltissimo tutta la legislazione europea.
Giustino I: 518-527Imperatore a Bisanzio che tornò ad una politica intansigente contro i cristani d'Egitto e di Siria. Emanò severe misure contro la dissidenza religiosa che prococarono in Italia (vedi Teodorico) tensioni tra i Goti ariani e i cattolici.
Gregorio Magno, Papa -: Papa Gregorio Magno (590-604) assicurò la difesa militare di Roma e riorganizzò l'amministrazione della città i cui funzionari tradizionali (prefectus urbi e il prefetto dell'annona) sparirono: la loro funzione passò nelle mai del Papa. Iniziò nel 595 il tentativo di evangelizzare tutta la Britannia. Inviò appunto un gruppo di monaci benedettini, guidati dall'abate Agostino che inziarono l'opera di evangelizzazione, portata a termine da monaci celti poco dopo la metà del VII sec. Ecco glia aspetti fondamentali del processo di evangelizzazione britannico:
a) Grazie a Gregorio Magno il monachesimo benedettino diventò uno strumento di evangelizzazione.
b) Viene mostrata la grande abilità dei monaci nel diffondere la religione cattolica nelle campagne . La predicazione avveniva dietro precise istruzioni del pontefice.
c) Ci fu la fusione della dedizione benedettina al papato con la zelo missionario dei monaci irlandesi.
d) Il territorio anglosassone fu suddiviso in diocesi e a capo di ogni diocesi fu posto un vescovo che era pure abate di un monastero. In questa esperienza nacquero la cultura dei monaci celebri ( vedi Beda il Venerabile) e i drappelli di monaci che lasciarono la Britannia per evangelizzare nel continente. (Vedi anche Bonifacio, San). L'importanza storica del monachesimo anglosassone era nella sua capacità di influire fortemente sugli orientamenti religiosi e sulle strutture ecclesiastiche del continente.
Da segnalare anche il miglioramento dei patrimonium sancti Petri estesissime proprietà fondiarie della chiesa. Tali complessi fondiari erano chiamati massae ed erano diretti da conductores ed erano raggruppati in patrimonia che era affidato alla direzione di un rectores a cui i conductores rispondevano dei canoni doviìuti dai coloni della loro massa. Nell'Italia bizantina del Centro e del Nord, il potere sfuggì al controllo imperiale e si concentrò nelle mani dei grandi proprietari e sopreattutto dei pontefici.
Gregorio VII, Papa:(1073-85) (vedi Ildebrando di Soana). Nel documento Dictatus papae, esalttò ulteriolmente il primato vescovile di Roma, e si scontrò contro Enrico IV. Gragorio VII giunse nel 1075 a proibire a ogni potestà secolare di dare un vescovado agli arcivescovi. Per Enrico accettate il decreto equivaleva a rinunciare al controllo delle signorie ecclesiastiche e continuò nelle sue prerogative. Ma Gregorio VII, nel Dictatus papae, dichiarò di aver la facoltà di deporre l'imperatore. Enrico replicò decretando la deposizione del Papa, ma Grgorio la scomunicò. In germania l'aristocrazia si staccò dall'imperatore che ritenne prudente arrendersi e si umiliò davanti al Papa che si era rifugiato nel castello di Canossa. Nel 1077 Gregorio gli tolse la scomunica. Enrico riprese la lotta contro il papato e Gregorio lo scomunicò di nuovo con tale asprezza che parte dell'episcopato tedesco si riavvicinò all'imperatore. Enrico spodestò Gragorio e proclamò Papa Clemente III. Gregorio VII venne imprigionato e liberato dai Normanni di Roberto il Guiscardo. Morì nel 1085 a Salerno. (vedi Enrico V).
Gregorio IX, papa: Nel 1227 scomunicò Federico II (vedi Federico II)
Guelfi e Ghibellini:(vedi Politica di Germania...) In Germania stavano a significare i sostenitori dei duchi di baviera (Guelfi da Welf, Svevi, nome del capostipite di una casa) e della casa degli Hohenstaufen (Ghibellini, da Waibling, Sassoni, nome di un castello svevo). In Italia i Guelfi non sostenevano l'imperatore, e i Ghibellini lo sostenevano. I guelfi si divisero in bianchi che non volevano la supremazia del papa, e i neri che accettavano la supremazia del papa.
Guglielmo II: Ultimo re normanno di Sicilia. Il regno, alla sua morte nel 1189, passò ad Enrico VI (vedi Enrico VI).
Guglielmo di Normandia:(1066-87). Re d'Inghilterra che fondo il regno su basi feudali. Fu lui a redarre il Domesday Book (vedi Domesday Book e Ricostruzione politica nell'XI-XIV sec.).
Hospitalitas, sistema dell': Insediamento definitivo dei soldati germani su una parte delle terre dei proprietari romani che perdevano un terzo o due terzi dei loro possedimenti.
Innocenzo III, papa: (1198-1216). Innocenzo III voleva sottomettere l'autorità imperiale al papato. Bisogna ricordare che la curia papale disponeva di un efficente apparato amministrativo, che aveva un funzionamento esemplare. contemporaneamente il papa aveva preso in mano l'amministrazione civile della città e dei dintorni di Roma. Funzionari e amministratori germanici furono sostituiti con funzionari pontifici. Per espandere la sua politica ierocratica, utilizzò largamente il legame feudale. Il papa aveva avuto alcuni omaggi feudali dal re d'Aragona, Portogallo e Bulgaria, nonchè da Giovanni Senza Terra (1199-1216). grazie alla morte di Enrico VI (vedi Enrico VI) potè rivendicare la tutela di Federico II. L'influenza di Innocenzo III era randissima cosicchè aveva prima fatto eleggere come imperatore Ottone IV di Brunschwick, poi nel 1210 Federico II. Questi si alleò con Filippo Augusto di Francia e sconfissero assieme Ottone e il suo alleato Giovanni Senza Terra a Bouvines il 27 luglio 1214. Il progetto ierocratico di Innocenzo III non potè essere realizzato e dopo la sua morte Federico II fece risorgere l'impero. Nel IV concilio lateranense Innocenzo nel 1215 si stabilì che bisognava recuperare la Terra Santa e riformare la chiesa in funzione antiereticale. Il problema delle eresie era un grave problema e Innocenzo cercava di introdurre nell'istituzione ecclesiastica nuopve forze. Era riuscito a recuperare gli Umiliati (conducevano vita povera e praticavano il lavoro manuale), i Valdesi che furono utilizzati nella lotta ereticale. Il progetto antiereticale di Innocenzo III si basava su due punti fondamentali, la repressione e la creazione di un nuovo corpo di predicatori che imitavano la povertà di Cristo e combattere così gli eretici con le stesse armi. Questi ordini furono detti mendicanti e i più importanti furono due quello francescano e quello domenicano. Francesco d'Assis era figlio di un ricco mercante di Assisi e diffondeva un messaggio di povertà e di carità. Questo ordine diventò ben presto numeroso. L'altro ordine, quello dei domenicani, venne fondato da Domenico di Guzman, canonico della cattedrale di Osma in castiglia. La sua regola si basava sull'adozione della semplicità e della povertà come l'ideale cataro. Riscosse molto successo e i suoi adepti si moltiplicarono. Dopo il papato di Innocenzo III le eresie erano diminuite , ma quella catara di Linguadoca resisteva alle persecuzioni. Gli Albigesi furono massacrati nel 1209, ma l'eresia non si spense e ci volle l'intervento di Luigi VIII re di Francia perchè si ottenessero dei risultati. Da questo momento la crociata divenne strumento di lotta antiereticale. L'inquisizione veniva utilizzata per scovare gli eretici e per perseguirli. La lotta contro gli eretici continuò anche con papa Innocenzo IV.
Innocenzo IV, papa: (1243-54) Continuò la lotta antiereticale chiedendo la collaborazione di Federico II (vedi Federico II). La lotta venne affidata ai domenicani e si autorizzò l'uso della tortura. Le eresie continuarono per tutto il Trecento, ma in forma clandestina e di poca importanza.
Irnerio: (morto nel 1125) Fondò una scula di glossatori (vedi Rinascita della cultura giuridica...).
Ildebrando di Soana: chiamato poi Papa Gragorio VII che fu uno dei più grandi capi nella lotta contro l'impero.
L'incremento demografico nel XI-XIV sec.: (vedi Lo sviluppo delle campagne ...).
La nascita delle signorie locali: (vedi Lo sviluppo delle campagne...).
La crescita delle comunità rurali: (vedi Lo sviluppo delle campagne ...).
Lega lombarda: (vedi Politica d'Italia nell'XI-XIV sec.) Vinse a Legnano nel 1176 contro Federico Barbarossa.
Leone III l'Isaurico: Fece un contrasto con Liutiprando sul culto delle immagini (iconoclastia) (vedi Sutri).
Liber iudiciorum: Unificazione delle leggi romane e germaniche, attuate da re Recesvindo, nel regno visigoto.
Liutprando, re:712-44. Successo ad Ariperto I si sforzò di attuare una politica difensiva nel conflitto tra papato e Longobardi. Gli andò contro Leone III l'Isaurico sull'iconoclastia (culto delle immagini). Gli successe Astolfo. (vedi Sutri)
Lotario: Figlio di Ludovico il Pio (vedi Ludovico).
Lo sviluppo delle campagne tra l'XI e il XIV sec.: In questi secoli vi è una grande espansione economica resa possibile da una larga disponibilità di terre. Questo è un dato importante in quanto l'agricoltura continua ad essere il settore di basa di tutta l'economia ed è fonte di ricchezza e potere. Il punto-chiave per capire a fondo questo periodo è costituito dal legame tra sviluppo demografico e uno sfruttamento più intenso della terra grazie all'utilizzo di nuovi strumenti come l'aratro a versoio, la rotazione triennale dei campi, l'erpicatura (si frantumano le zolle di terra dopo l'aratura) e il collare di spalla rigido per i cavalli. L'attrezzatura agricola si trasforma grazie anche all'utilizzo del ferro. Ben più importante è però l'opera di dissodamento di terre incolte, tento che sono proprio i signori a esortare i contadini affinchè estendano le coltivazioni. Associato al dissodamento delle terre è un processo di creazione di nuovi villaggi che spesso sono il frutto di un lavoro collettivo. Grande importanza ebbe per la colonnizzazione della Germania Orientale, voluta dai nobili che vedevano un incremento di rendita. Nonostante la larga diffusione dei villaggi vi è anche l'incremento delle abitazioni rurali isolate. Questo è l'inizio di un processo di dispersione che, nonostante fino al XIV sec. rimarrà limitato, si accentuerà fino a diventare un fenomeno di larga diffusione. Alla base del dissodamento e della creazione di nuovi villaggi vi stà un incremento demografico (vedi Domesday Book per incremento demografico in Inghilterra) che stimola la produzione e la commercializzazione dei prodotti agricoli. L'incremento non era omogeneo in tutte le aree, nonstante ciò, fino al XIV sec. le campagne dell'Occidente risultarono sovrappopolate fenomeno che era accompagnato dall'aggravamento della povertà contadina. Contemporaneamente all'allegeimento dei servizi dovuti dai contadini al signore in quanto proprietario fondiario si ha la nascita delle signorie locali o di "banno". I domini loci erano quei signori che avevano usurpato diritti pubbilici , avevano cioè imposto la loro protezione ai villaggi rurali. Possedendo il diritto di banno (vedi Clodoveo) i signori potevano vantare il diritto giudiziario ed economico. Icontadini non restarono passivi, si organizzarono difatti in comunità rurali parzialmente autonome rispetto ai signori. Questa resistenza diede origine ad un movimento di affrancamento. I signiri dovettero limitare il proprio dominio. Questa lotta non distrusse nessuno dei due ceti, ma li mutò profondamente cosicchè riuscirono a far concivere i propri interessi. Importante fu la proclamazione del diritto di vendere le terre che erano soltanto in godimento. Le terre soggette al pagamento si avvicinavano sempre più all'allodio cioè alla proprità piena. Naturalmente il predomino economico delle città sulle aree agricole circostanti favorì l'accrescimento dell'usura da parte dei mercanti che prestavano i soldi ai contadini, che in caso di mancata restituzione perdevano i propri campi. Questo però portò anche, in seguto a ribellioni, un miglioramento giuridico per le comunità rurali.
Ludovico: Figlio di Ludovico il Pio che nell'840 gli successe. Stipulò un giuramento a Strsburgo (842) con uno dei suoi fratelli Carlo e combattrerono con Lotario che nell'843 (trattato di Verdun) dovette arrendersi. Alla sua more gli successe il figlio Carlo il Grosso che riuscì a ricostruire l'unità imperiale.
Ludovico il Pio: Successe a Carlo Magno nell'814. Ludovico decise di lassciare l'impero al primogenito Lotario, ma si scatenarono guerre fratricide. Morì nell'840 e gli anni che seguirono la sua morte definirono invece nell'impero carolingio grandi areee politico geografiche che avrebbero avuto in seguito notevole importanza. Gli successero i suoi 3 figli: Ludovico, Lotario, Carlo.
Manfredi: Nel 1258 si fece incoronare re di Sicilia (vedi Politica dItalia...).
Maometto: La predicazione di Maometto ebbe inizio nel 610 alla Mecca; Maometto parlava in nome di Allah, una divinità meccana che egli presentava come il Dio unico. Il messaggio da trasmettere era semplice: Allah, creatore di tutto, è infinitamente buono e potente; l'uomo deve essegli riconoscente e si deve sottomettere. Il castigo eterno spetta a chiunque non si sottometta e non si purifichi donando parte delle loro ricchezze ai poveri. Il nuovo messaggio religioso non intendeva scardinare i pilastri della società araba, ciò nonostante l'Islam andava incontro alla diffuse aspettative di una società migliore, e penetrava soprattutto tra gli artigiani, gli schiavi e gli operai che erano disprezzati e sfruttati dall'aristocrazia. Maometto incontrò così l'opposizione dei Quraysh, una famiglia aristocratica molto ricca. La comunità maomettana fu fatta oggetto di persecuzione tento che nel 622 Maometto abbandonò la mecca e si trasferì a Yatrib: fu questa la famosa ègira che segnò l'inizio dell'era musulmana. Qui Maometto da predicatore disprezzato divenne capo onorato della città di adozione. Nel 630 Maometto rientra nella città con il suo esercito senza colpo ferire e si impossessa della Kaaba distuggendovi i numerosi idoli. Il profeta aveva sovrapposto la propria autorità, temporale oltre che religiosa, alle diverse tribù. Maometto morì nel 632.
Maurizio: Imperatore di Bisanzio tra il 582 e il 602. Raggruppò nelle due luogotenenze militari di Ravenna e di Cartagine , qunato rimaneva delle province d'Italia e d'Africa e ne affidò l'amministazione agli esarcati che dovevano provvedere alla difesa con milizie locali. La concentrazione di tutti i poteri nelle mani dei capi militari divenne la base del sistema dei temi adottato da Eraclio.
Melfi:Città in cui ci fu l'Accordo di Melfi (vedi Accordo di Melfi) e le Costituzioni di Melfi (vedi Federico II).
Mieszko I: Estende il regno di Polonia fino ai Carpazi.
Monofisiti: Cristiani eretici che dunque non seguono l'insegnamento della Chiesa. Ritenevano che Gesù Cristo avesse una sola natura quella divina. Non fu accettata dalla Chiesa poichè significava dire che la passione era stata una scenenggiata.
Movimento della Pataria: Fondato da Arialdo, ne faceva parte anche Anselmo da Baggio, che era un'iniziativa per lo più popolare per la fiforma della chiesa nell'XI sec. (vedi Riforma ecclesiastica nell'XI sec.)
Narsete: Generale si Giustiniano I che intorno al 550 riconquistò l'Italia.
Nicolò II: Nel 1059 nel concilio lateranense decretò che il Papa fosse eletto dai cardianali ( vedi Riforma ecclsiatica nell'XI sec.)
Normanni: Popolo che nel x sec. fa incursioni in Europa (vedi Ottone I). Sarà decisivo nella lotta tra papato e impero dal 1059 (vedi Riforma ecclesiatica nell'XI sec.).
Novgorod: Nucleo urbano di Rjurik, uno scandinavo. Suo figlio Oleg (879-912) si impadronisce di Kiev a danno dei Variaghi e Kiev diventa sede della nuova dinastia. Vladimiro il Grande gli succederà. (vedi anche Sviluppo commerciale e urbano...).
Odoacre:Imperatore eletto nel 476, eletto dalle genti germaniche in Italia. Era di origine scira e la sua salita al potere significava il tramonto dell'autorità imperiale in Occidente. Sostenuto dall'esercito Odoacre stabilì buoni rapporti con l'aristocraza senatori. Odoacre riconobbe come unico imperatore qullo d'Oriente e collaborò con la burocrazia di Ravenna esrcitando nella calma la dittatura militare. Quello di Odoacre non fu quindi un regime sovvvertitore né a livello sociale né a livello politico -amministrativo. Esso anzi seguì sostanzialmente il modello di convivenza tra il potere militare germanico e il predominio economico del ceto senatorio.
Ottone I di Sassonia:(936-73) Dal dissolversi dell'impero carolingio nasce un mondo nuovo poichè l'aristocrazia non è più interessata all'unità. Inoltre vi sono numerose invasioni da parte dei Mori, delgli Ungari e dei saraceni che favorirono la moltiplicazione dei castelli. Dunque si ha uno sviluppo signorile e il dissolversi dell'autorità statale. La caratterista fondamentale del x secolo sono dunque le invasioni saracene che intorno la 902 avevano conquistato la Sicilia, arrivando fino a Frassineto nel' 890. Questo popolo essendo navigatore faceva rapide incursioni e si ritirava poichè l'impero non aveva una flotta. Solo quando nel 973 venne espugnata la fortezza di Frassineto e le città marinare di Pisa e Venezia misero in fuga la flotta saracena la pace venne ritrovata. Ma tra il 898 e il 955 gli Ungari minacciano l'Europa centrale ( arrivando fino ai Pirenei). Vennero sconfitti da Ottone I nel 955 a Lechfeld. Si insediarono definitivamente in Pannonia, l'attuale Ungheria. Dal nord arrivarono le invasioni normanne. I vichinghi conquistarono un'area geografica vastissima: arrivarono difatti fino al mar Nero e al mar Caspio entrando in contatto con Bisanzio e con il mondo musulmano. Conquistarono tutta la Scozia e l'Irlanda, asud le incursioni arrivarono fino alle coste della Spagna e dell'Italia. I normanni superarono presto la fase del saccheggio e della ricerca del bottino , pretendendo il pagamento di tributi. Nel 911 Il capo vichingo Rollone ottiene lo stanziamento presso le foci della Senna con l'obbligo di difenderla. 50 anni dopo i duchi governeranno un ampio territorio con un sistema di relazioni vassalatico. In Inghilterra i Vichinghi governano quasi i due terzi dell'isola. Un re danse Sven si impadronisce del potere e lo passerà al proprio figlio Canuto re per quasi 20 anni della Norvagia, Danimarca, Inghilterra (dal 1030). I conflitti interni e le incursioni facilitano il disgregarsi dell'impero; inoltre si ha una moltiplicazione dei castelli utilizzati per imporre il potere signorile. In aggiunta nell'875-877 Carlo il Calvo con il Capitolare di Quierzy-sur-Oise, impone alcune regole relative al governo del regno e alla tresmissione di carichi e benefici. In un primo momento il titolo imperiale passa nelle mani di alcuni sovrani italici. Con Berengrario II d'Ivrea il regno entrò in crisi e il potere passò nelle mani dei re di Germania. Il primo ad entrarne in possesso fu Ottone I di Sassonia che scese nel 451 a Pavia dove si fece incoronare re e nel 962 imperatore. Il regno germanico si basava sull'appoggio della chiesa tedesca e su rapporti di parentela tanto che alcuni vescovi divennero veri e propri signori territoriali grazie ala protezioe dell'impero. Ottone I sottrasse nel 692 con il privilegium Othonis l'elezione del Papa all'aristocrazia e la pose sotto il proprio controllo. Gli successe il figlio Ottone II nel 973.
Ottone II:(973-83) Figlio di Ottone I non riuscì ad arrestare il processo di disgregazione dello Stato.Gli successe Ottone III.
Ottone III: (983-1002). Essendo in tenera età prese il potere la madre, Teofano. Ottone II cercava di restaurare l'impero cristiano, che egli voleva guidato dal Papa e dall'imperatore. Fu educato da Gerberto d'Aurillac che venne eletto Papa (Silvestro II). Ottone morì dopo 22 anni senza lasciare eredi e il marchese Arduino d'Ivrea cercò di succedergli.
Ottone IV di Brunschwick:Imperatore fino al 1210 che venne sconfitto da Federico II (vedi Innocenzo III e Federico II).
Pasquale II, Papa:(1099-1117) (vedi Enrico V) propose il compromesso di Sutri (vedi compromesso di Sutri).
Piacenza, assemblea o dieta:(vedi Politica d'Italia nell'XI-XIV sec.) (1154). Proclamata da Federico I per ribadire gli obblighi vassallatici dei signori d'Italia nei confronti dell'imperatore.
Pier D'Amiani: Favorisc la riforma della cheisa (vedi Riforma ecclesiatica nell'XI sec.)
Pipini, dinastia dei: (vedi Pipino e figli) I pipini riuscirino a legare a sé, mediante distribuzione di terre, un'importante clientela vassallatica. Ai tempi di Carlo Martello il vecchio esercito popolare era in crisi; per garantire il reclutamento dei cavalieri si cercò di legarli al potere politivo mediante un rapporto di fedeltà militare, il vassallaggio. Era vassallo di un re o di qualche potente cavaliere chi si obbligava, sotto giuramento, a prestare un servizio in armi, ricompensato con un beneficio, ovvero con una concessione di terre in godimento per tutta la durata del servizio stesso. L'esercito fu così integrato dalla forza dei guerrieri legati da un patto di vassalaggio. Da sottolineare che le terre date in concessione da Carlo erano della Chiesa e dunque furono i grandi patrimoni della Chiesa a fare la fortuna dei Pipinidi. Il vassallaggio consentì ai Pipinidi di costruire una potente clientela militare, che fu alla base di un grandioso processo di espansione militare in Europa
Pipino di Heristal: Maggiordomo d' Austrasia che si assicurò la Neustria nel 687 e divenne l'unico maestro di palazzo dei regni di Austrasia, Neustria, Burgundia. Alla sua morte(714) il regno passò al figlio Carlo Martello.
Pipino il Breve: Succeduto a Carlo Martello nel 741. Per impadronirsi della corona si fece aiutare da Papa Zaccaria, che era in rotta con Bisanzio e cercava un nuovo protettore in Occidente. Pipino si fece eleggere re da un'assemblea di grandi e si fece consacrare da un vescovo, San Bonifacio (vedi Bonifacio, San). La consacrazione di Pipino fondò la monarchia franca su nuove basi. Il potere regio riceveva un carattere sacro che si aggiungva all'antica nozione germanica del regno concepito come patrimonio di una dinastia. La nuova dinastia fu quella dei pipinidi. Pipino il breve condusse una campagna antilongobarda allenadosi con Papa Stefano II (vedi Stefano II, Papa).
Politica di Francia nell'XI-XIV sec.:(vedi Ricostruzione della politica...) In Francia regnava la frantumazione politica, ma i Capetingi (vedi Ugo Capeto) riuscirono a restare sul trono, dedicando grande attenzione al loro patrimonio familiare e soprattutto impegnandosi a creare una rete di relazioni feudali molto solida. Per evitare conflitti di successione i re incoronavano prima della loro morte il successore. La monarchia inoltre appoggiiò anche la borghesia che si esprimeva nel movimento comunale. Il progetto di formare un solido regno nell'Italia meridionale (vedi Politica d'Italia...) fu realizzato in rancia dalla dinastia capetinga fondata da Ugo Capeto. Importante fu la battaglia di Bouvines (vedi Innocenzo III) che legò definitivamente tutta la parte settentrionale orientale e occidentale della Francia. La parte meridionale venne conquistata quando ci fu la crociata contro gli albigesi (vedi Innocenzo III). Federico Il bello potenziò il sistema fiscale facedo pagare le imposte anche alla chiesa. L'amministrazione pubblica e l'esercito vennero potenziati. Nacque un conflitto tra regno e sacerdozio. Filippo per combattere il papato fece sostenere dai suoi giuristi l'indipendenza del potere temporale. Con l'aiuto dei Colonna, una faniglia romana, l'imperatore fece arrestare Bonifacio VIII nel 1303.
Politica di Germania nell'XI-XIV sec.:(vedi Ricostruzione della politica...). L'autorità imperiale si era indebolita e alla morte di Enrico V iniziarono lotte dinatiche tra i ghibellini, sostenitori della casa di Hohenstaufen (da Waibling un castello svevo) e tra guelfi, sostenitori dei duchi di baviera (da Welf, il nome del capostipite della casa). Per ottenere il sostegno dei gregoriani gli Hohenstaufen persero il controllo delle signorie ecclesiatiche. La situazione muto profondamente quando salì sul trono Federico I d'Hohenstaufen detto Barbarossa che volle restaurare l'autorità regia. Egli discese in Italia per essere proclamato imperatore e per riconquistare il potere regio. (vedi Politica d'Italia nell'XI-XIV sec.).
Politica d' Inghilterra-Normandia nell'XI-XIV sec.:(vedi Ricostruzione della politica...) In Inghilterra da immediatamente dopo lo sgretolamento imperiale di Canuto il Grande e la presa di potere nel 1042 da parte di Edoardo III il confessore (vedi Enrico II) che passò il potere alla sua morte nel 1066 a Guglielmo di Normandia, vi fu la ricostruzione politica riorganizzando il regno su basi feudali. Questa politica di rafforzamento dell'autorità monarchica, proseguita da Enrico I (morto nel 1135) fece della monarchia anglo-normanna la più solida di tutte. Dopo la morte di Enrico I e dopo una guerra civile per la mancanza di eredi maschi il trono pervenne nelle mani di Enrico II Plantageneto. Il re si trovò a dover ristabilire l'ordine e la pace e a riordinare il settore amministrativo. Il governo divise la sua corte in sezioni specializzate, ma così l'episcopato si oppose, poichè aveva usurpato i diritti che il nuovo re ora reclamava. Nel 1164 con le costituzioni di Clarendon Enrico II pose freno alle usurpazioni e stabilì un controllo permanente della monarchia sul clero d'Inghilterra, suscitando l'opposizione di Thomas Becket, arcivescovo di Canterbury, che venne assassinato nel 1170 e da cui il prestigio di Enrico ne uscì gravemente compromesso. Alla morte di Enrico II Plantageneto(1189) successe Riccardo Cuor di Leone che preso com'era dalle crociate non mise quasi mai piede in Inghilterra. (vedi Politica d'Italia... per espansioni normanne). L'autorità di Giovanni Senza Terra (1199-1216) fu fortemente scossa dalla sconfitta di Bouvines. I baroni e i borghesi ne approfittarono per far firmare a Enrico III Plantageneto (1216-1272) la Magna charta libertatum con cui si riconosceva l'autonomia dei comuni inglesi e il pagamento dei sussidi e delle imposte solo se queste fossero state decise dal comune consenso del regno. La corte del re possedeva un'amministrazione centrale e uffici specializzati era "aiutata" dal Consiglio, supremo organo giudizioario. Di questo consiglio protevano far parte tutti i nobili anche piccoli e i borghesi.
Politica d' Italia nell'XI-XIV sec.:(vedi Ricostruzione della politica...) Gruppi di guerrieri normanni nell'Italia meridionale avevano incominciato l'espansione nell'Xi secolo. Un mecenario normanno ottenne una porzione del ducato di Napoli, qualche anno più tardi cadde nelle mani dei Normanni, Melfi da cui partì l'espansione veso la Calabria da parte di Roberto il Guiscardo e Riccardo d'Aversa. Questi si scontroò contro Papa Leone IX che fu sconfitto. Si giunse poi nel 1059 all'accordo di Melfi: in cambio dell'appoggio normanno al Papa, Riccardo d'Aversa e Roberto il Guiscardo furono riconosciuti vassalli del Papa. Roma potè così strappare l'Italia meridionale dalle mani di Bisanzio. Fu però Ruggero II (1113-1154) a impadronirsi di tutte le terre che i Normanni possedettero (Calabria, Puglia, Sicilia). fu incoronato nel Natale del 1130. La zona comprendeva diverse situazioni politiche ed i Normanni dovettero dimostrarsi tolleranti ed energici. Il potere normanno si basò su una concezione monarchica di ispirazone orientale con creazioni di leggi per il regno. Il governo era basato su una aristocrazia laica e la città du messa ai margini della vita politica. Inoltre l'esistenza del regno normanno che riduceva l'attività piratesca sbloccò definitivamente il becino occidentale del Mediterraneo. In Italia Settentrionale l'imperatore Enrico V aveva perso ogni possibilità di esercitare il potere regio in Italia, poichè non poteva più intervenire nell'elezione episcopale e poichè vi era una forte autonomia delle città comunali. Questa situazione si verificò anche nell'Italia centrale dove a Roma si emanò nel 1143 la renovatio Senatus per allontanare la città dal Papa; Si istituiva una magistratura di stampo comunale per cui il senato era controllato da optimates. Nelle tensioni del papato si era insinuata anche quella della predicazione di Arnaldo da Brescia, giudicato scismatico da papa Eugenio III nel 1148. Egli predicava proposte di impronta patarina. Federico I (vedi anche Crociate) potè trovare facilmente appoggi, nelle città lombarde minori, nella giovane scuola dei giuristi e nello stesso papa. Federico scese in Italia Preso pacenza ribadì nel 1154 gli obblighi che i signori avevano nei confronti dell'imperatore, ristabilì l'autonomia papale, fu incoronato da Papa Adriano IV, Arnaldo da Brescia fu imiccato, bruciato e le sue ceneri sparse nel Tevere. Nacque un'alleanza tra potere ecclesiastico e potere civile in funzione antiereticale e antisovversiva. Federicò incontrò opposizioni come quella di Milano che venne assediata e si arrese. In una assemblea a Roncaglia nel 1158 convocò tutti i giuristi e si fece elencare i suoi diritti come imperatore. A questa Definitio regalium seguì una Constitutio pacis che proibì le gerre private. Nel 1162 Milano di nuovo si oppose e Federico la incendiò e la distrusse. I comuni lombardi allora si riunirono in una Lega lombarda: lo scontro definitivo avvenne nel maggio del 1176 e l'imperatore venne sconfitto dalla Lega lombarda a Legnano. L'accordo con i comuni venne stabilito con la pace di Costanza nel 1183, che segnò un notevole passo indietro dell'autorità monarchica rispetto alle diete (assemblea) di Roncaglia. Tra papato e chiesa si instaurò un nuovo rapporto con cui l'imperatore poteva influenzare le scelte dei vescovi, ma in cambio offriva aiuto contro le eresie. Il tentativo di crare un Stato nuovo era fallito. Nell'italia meridionale alla morte di Federico II successe Manfredi nel 1258 che segui la tradizione politica sveva. Il papato però si avvalse dei suoi diritti di alta sovranità sul regno di Sicilia e così investì nel 1263 Carlo D'Angiò. Carlo d'Angiò aiutato dai papi attaccò e sconfisse nel 1266 Manfredi e lo uccise nella battaglia di Benevento. Carlo cercò di creare un vasto impero marittimo, sostenne quindi Baldovino (vedi Crociate), godendo così dell'appoggio di Venezia. Tuttavia in Italia nacquero forze antiangioine che miancciarono l'autorità imperiale. Il regno di Sicilia era concepito come una macchina fiscale e a palermo scoppiò la rivolta del vespro nel 1282. Carlo d'Angiò chiese aiuto a Pietro III d'Aragona. Gli Angioini cercarono in tutti i modi di riprendersi la Sicilia e nacque la guerra del Vespro che si protrasse dal 1282 al 1302. La Sicilia fu affidata a Federico fratello di Giacomo II d'Aragona. Gli aragonesi estesero così il loro dominio.
Politica nell'XI-XIV sec.: (vedi Ricostruzione della politica... o Politica di Francia/Italia...)
Politica iberica nell'XIII sec.: La penisola iberica era divisa nei due regni Di castiglia e D'Aragona (vedi Politica d'Italia...) a cui si aggiungevano a occidente il Portogallo e a settentrione il piccolo regno di Navarra. Ben presto in Spagna si diffuse il diritto romano, la base per riaffermare le prerogative della corona. Non mancarono neanche i prograessi delle cortes, ovvero delle assemblee di rappresentanti della nobiltà, del clero, e della borghesia, che votavano e regolavano la riscossione di certe imposte e facevano da contrappeso alla crescita del potere monarchico. I regni iberici non erano vicini al raggiungimento di uno stato come quello francese
Privilegium Othonis: 962 Ottone I sottraeva l'elezione papale all'aristocrazia ponendola sotto il proprio controllo.
Recaredo, re: 586-601 Re dei visigoti che portò il suo popolo alla conversione al cristrianesimo. L'aspetto più caratteristico della monarchia cattolica dei Visigoti fu però il posto raggiunto nell'organizzazione del regno dai Concili di Toledo: i vescovi e i re emanavano norme aventi finalità religios e politica. (vedi Recesvindo, re).
Recesvindo, re: 637-72. (vedi Recaredo, re) Altra importante riforma visigota fu la fusione dell'aristocrazia romano-iberica con quella visigota. L'espressione più chiara fu l'unità giuridica del regno attuata da re Recesvindo con il suo Liber iudiciorum. Il liber iudiciorum si ispirava sia al diritto romano, valido per i Romano-iberici, sia al diritto germanico, valido per i Visigoti. Tuttavia il regno visigoto cadde nel 711 quando i mussulmani inbvadono definitivamente la penisola.
Riccardo I Plantageneto detto Cuor di Leone: (successo a Enrico II Plantageneto nel 1189 regnò fino al 1199, ma non mise mai piede in Inghilterra perchè era preso dalle Crociate (vedi Crociate) (vedi Giovanni Senza Terra).
Riccardo d'Aversa:( vedi Politica d' Italia nell'XI-XIV sec.).
Ricostruzione della politica nell'XI-XIV sec.: In questo periodo nascono le signorie locali ed i comuni. Allora i re e i maggiori principi territoriali ceracarono di rafforzare la propria autorità o facendo nascere una solida rete feudali grazie a legami anche di parentela, o utilizzando funzionari amovibili (che si possono muovere), o curando l'amministrazione del potere regio. Le difficoltà maggiori nascono con la nascita, appunto, dei comuni poichè si viene ad instairare una lotta tra comune e impero poichè i primi hanno esautorato ogni potere pubblico e stanno imponendo alle signorie locali e alle cittadine circostanti un'autorità di tipo statale. La società del tempo era tripartita infatti vi erano gli oratores (chi prega), bellatores (chi difende) laboratores (chi lavora). La classe che era in massima parte era quella dei laboratores, costituita dai contadini, le cui condizioni giuridiche si stavano unificando ma le cui condizioni economiche si stavano aggravando. Negli oratores era possibilie distinguere i chiesrici e i monaci. L'ordine ecclesiastico era un vero e proprio ceto a parte con le proprie leggi, tradizioni e gerarchia. I milites erano invece i guerrieri che furono definiti cavalieri. Questo ordine chiamato cavalleresco ebbe origine dall'avvicinamento ideologico fra i possessori di castelli e i cavalieri ad essi subordinanti, poichè l'imortanza della investitura e consegna delle armi era diventata sempre più importante e poichè vi fu l'abolizione anche per i cavalieri più umili del titolo di dominus per cui tutti potevano essere cavalieri. (vedi Politica di Francia/ Italia/ Germania/ Inghilterra-Normandia nell'XI-XIV sec.).
Riforma ecclesiastica nell'XI sec.: La riforma della chiesa avviata nell'XI secolo mirava a moralizzare la vita del clero, implicando un violento urto contro l'impero per escludere i laici dal governo delle chiese. Questa riforma si svolge parallelamente alla trasformazione papale in una monarchaia. I laici svolgono un ruolo sempre meno importante, l'unico grande settore aperto è quello della guerra contro gli infedeli. Il disordine della chiesa nasceva dal commercio delle chiese private e dei patrimoni ecclesiatici. Difatti c'era la clericalizzazione delle ricchezze, per cui i singoli membri del clero tendevano a disporre in proprio dei beni della chiesa. Inoltre gli ecclesiastici dovevano pagare per ottenere le loro nomine, e in ultimo vi fu la diffusione del matrimonio e del concubinato dei preti. Questa linea di comportamento sucitava proteste e fermenti di rinnovamento. I sostenitori della riforma erano i monaci del monastero di Cluny, in Italia vi furono eremi e cenobi che favorirono la riforma, ricordiamo le predicazioni di Romualdo di Ravenna, Pier Damiani, Giovanni Gualberto, Arialdo e Anselmo da Baggio (gli ultimi due sono del movimento della pataria (vedi)). Poi vi furono numerose iniziative popolari tra le quali il movimento della pataria. Nel 1039 sale al potere imperiale Enrico III che intendeva restaurare la vita ecclesiastica. Egli sottrasse perciò il papato all'influenza aristocratica e insediò sul trono prima Clemente II e poi Leone IX. Così facendo Enrico III pose Roma al centro del movimento riformatore. Da quel momento i papi fecero grandi concili di riforma, tra i quali quello di Reimise nel 1049 dove venivano condannati i matrimoni e i concubinaggi. L'indipendenza ecclesiastica dal regno era collegata con la supremazia sull'impero che poi sfocierà in lotte tra papato e impero iniziata nel 1059 alla morte di Enrico III. Nicolò II decretò che la disegnazione del Papa doveva aver luogo a roma e doveva essere riservata ai cardianli. Il papato non poteva portare avanti un contasto contro l'impreo da solo e allora nel 1059 a Melfi Nicolò II si accordò con i Normanni. Nella lotta tra papato e impero la grande personalità è Gragorio VII (vedi Gragorio VII).
Rinascita della cultura giuridica e il recupero del diritto romano nell'XI-XIV sec.: I prograssi della cultura giuridica furono numerosi. Lo studio si orientava in due direzioni, lo studio del diritto romano e del diritto canonico. Per lo studio del diritto romano grande importanza ebbe il ritrovamento dei testi autentici del Corpus iuris civilis (vedi Corpus iuris civilis). A Bologna Inerio fondò una scuola di glossatori che spiegavano la raccolta giuridica di Giustiniano (vedi Giustiniano) con note (glosse) al testo. Per le norme ecclesiastiche è rimasto invece il decretum l'opera in cui Graziano raccolse i canoni emanati da chiese e concili.
Risveglio della cultura nell'XI-XIV sec.:(vedi anche Rinascita della cultura giuridica...) Se la città diventa il centro commerciale più importante allora anche la cultura si trasferisce. L'intellettuale non è dunque un uomo di chiesa, ma è un laico. Nell'Xi secolo le scuole erano ancora episcopali dove si insegnavano le sette arti liberali, il trivi e il quadrivio, secondo il programma carolingio (vedi Carlo Magno). Nel corso dell'XI secolo le scuole monastiche declinarono e le città si sostituirono ai monasteri. Molto importante fu l'avanzata dell'insegnamento della dialettica. Avvenne dunque una rivoluzione scolastica. Nel 1179 il III concilio lateranense stabilì che si dessero benefici ai maestri e agli scolari poveri; inoltretutti gli studiosi idonei potevano ottenere la licentia docendi. Un'istituzione del tutto nuova fu l'università che nacquero come associazioni di maestri che poi diventarono punto di riferimento per i laici, anche se l'istruzione universitaria era posta sotto il controllo papale. La cultura scritta si diffuse essenzialmente in due ceti sociali, quello cavalleresco e quello borghese. Dove invece l'istruzione penetrava a fatica era nel mondo contadino. La cultura prodotta nelle città finì per orientare anche il sistema di vita delle popolazioni rurali attraverso mediazioni di persone colte come notai funzionari e preti.
Roberto il Guiscardo:( vedi Politica d' Italia nell'XI-XIV sec.).
Rollone: Re normanno che nel 911 si stanzia alle foci della Senna (vedi Ottone I)
Romualdo di Ravenna, san: Favorisce la riforma ecclesiastica (vedi Riforma ecclesiastica nell'XI sec.).
Roncaglia, dieta o assemblea:(vedi Politica d'Italia nell'XI-XIV sec.). Proclamata da Federico II nel 1158 in cui si elencavano i diritti dell'imperatore.
Rotari, re:636-52 Re dei longobardi successo ad Agilufo. Proclamò nel 643 l'editto di Rotari che intendeva assoggettare anche i duchi all'autorità del re. Inoltre pose per iscritto le tradizioni longobarde e anche elementi di diritto romano. Eliminò la faida (vendetta privata) e inserì il guidrigildo, ovvero un risarcimento in denaro. Egli intendeva sostituire alla giustizia privata una giustizia amministrata dallo Stato e garantita dal re.
Ruggero II:(1113-1154) Fu incoronato nel 1130 come re di Sicila, Calabria e Puglie ( vedi Politica d' Italia nell'XI-XIV sec.).
Silvesto II, Papa: dal 999 (Vedi Geberto d'Aurillac)
Stefano II, Papa: 752-47. Prese il papato ai danni di Papa Leone III. Fece una lotta contro Astolfo e per vincere chiese aiuto a Pipino il Breve, debitore dell'aiuto prestatogli dal papato nel colpo di Stato che aveva abbattuto la dinastia merovingia. Pipino si obbligò solennemente a un intervento antilongobardo e condusse due spedizioni successive in Italia, in seguito alle quali Astolfo dovette cedere un certo numero di territori al papato. Nacque così , in funzione antilongobarda la dominazione politoco territoriale pontificia.
Sutri: Primo possedimento terriero legittimo della chiesa. Nel compromesso di Sutri nel 1111 tra Pasquale II e Enrico V si stabiliva che il Papa avrebbe reso i beni e le funzioni pubbluche e l'imperatore avrebbe rinunciato alle investiture.
Sven: Re danese che si impossessa della Danimarca (vedi Ottone I).
Sviluppo commerciale ed urbano (nascita dei comuni e comuni nel XIII sec.) nell'XI-XIV sec.: La città di questo periodo fu innanzitutto un centro di produzione artigianale e di scambi e potè svilupparsi grazie all'aumento della produzione agricola. Lo sviluppo urbano portò tre grandi conseguenze:
a) Incremento e specializzazione crescente dell'artigianato, soprattutto per quanto riguarda l'industria (capacità di fare e risolvere problemi) tessile
b) Si utilizzò sempre più l'energia idraulica.
c) Vi fu l'aumento della popolazione urbana.
Sviluppatesi demograficamente le città divennero centro di consumo, ma anche centro di commercio internazionale. Grande importanza ebbero le città che si trovavano sulla costa come Genova, Pisa, Amalfi e Venezia che poterono vantare un fiorente comeercio con l'Oriente. Un altro grande bacino commerciale era costituito dal mar del Nord. In questa area si affermò la lega anseatica, un'associazione economica-politica di alcune città. L'asse Londra-Bruges-Lubecca-Novgorod divenne rotta fondamentale dell'Europa settentrionale. Via terra i commerci internazionali erano assicurati dai mercati itineranti che declinaro nel Duecento sostituiti da quelli sedentari. Conseguentemente all'intenso sviluppo commerciale crebbe la richiesta di deanro che avesse un valore reale. SI arrivò così alla coniazione di monete d'oro. Si ricorse sempre più a operazioni di credito che diedero origine alle banche, poichè i trasporti di grossi quantitativi di monete era pericoloso e l'utilizzo delle banche offriva garanzie. Vi fu la diffusione dei prestiti a interesse che la chiesa vietò. Conseguentemente nacquero associazioni commerciali e finanziarie. I due principali tipi di associazione erano la commenda, i finanziatori mettevano a disposizione il capitale che veniva fatto fruttare con il commercio internazionale grazie ad un mercante che riceveva ¼ del ricavo, e la compagnia, i soci lavoravano e fornivano capitale che veniva poi diviso allo scoglimento della compagnia. In tutto questo periodo però venne marcato sempre più il differenziamento sociale, favorito dalla formazione della borghesia, una classe sociale che era specializzata nel commercio e nell'artigianato. Questa nuova classe si mise subito a controllo della produzione. Già dall'inizio i grandi commercianti si erano riuniti in leghe, e in seguito anche gli artigiani si riunirono tra loro formando delle corporazioni che controllavano la produzione. Guidata dai mercanti la borghesia tentava di impadronirsi del protere cittadino entrando in conflitto con il ceto dell'aristocrazia militare. Tutti questi ceti vivenano nel comune un insieme di nuclei urbani. I comuni ebbero carattere prevalentemente borghese che ereditò così una parte dei poteri di banno (vedi Coldoveo) e diventò una signoria collettiva. L'evoluzione dei comuni non fu tuttavia omogenea. In Italia il comune urbano non nacque tuttavia per iniziativa tuttavia della sola borghesia ma anche per iniziativa dei milites. La classe aristocratica ebbe ancora un posto rilevante. La struttura sociale aristocratica era divisa in consorterie, gruppi di famiglie che si alleavano per combatterne altre. Inoltre il comune italiano ampliò la propria dominazione territoriale sottomenttendo le signorie locali e conquistando il contado. Tuttavia le istituzoni interne erano instabili difatti si possono distinguere tre fasi, quella consolare (societas militum) in cui i comuni erano retti da un gruppo di consoli; la seconda fase prende il nome di podestarile dove un magistrato unico governava la città. All'inizio era un forestiero perchè si credeva fosse estraneo alle lotte interne. In uktimo si trova la fase popolare (societas populi) dove il regime era caratterizzato dall'egemonia della borghesia cittadina che veniva allora chiamata popolo.
Nel XIII secolo gli aspetti tipici del comune erano questi:
a) Una affermazione di una stirpe signorile potente soprattutto nel contado. L'esercizio del potere è stabile e si bloccano i conflitti interni (come a Verona).
b) L'affermazione signorile può nascere, come a Milano, dalla trasformazione delle cariche più rappresentative degli organismi di popolo
c) In altre città come Firenze l'evoluzione fu lenta e faticosa le "arti" furono la condizione di potere a partire dalla metà del XIII sec. Le arti erano sette quelle maggiori (setaioli, lanaioli, cambiatori, pellicciai, giudici e notai), cinque quelle medie, e nove quelle minori.
Nel 1282 si instaurera come supremo organo politico l'arte maggiore a cui si aggiungerà l'arte media.
Teodato: Cugino di Amalasunta che prese il potere dopo averla fatta imprigionare.
Teodolinda: Moglie di Autari prima e di Agilufo poi. fu ariana e fu l'esempio più chiaro di contatto tra corte, di tradizione ariana, con il mondo romano e cattolico. Questo favorì una struttura più unitaria del potere politico longobardo. Tuttavia i Longobardi trovavano nell'arianesimo un mezzo per riaffermare la propria identità culturale. Fu soltanto verso la metà dell'VIII sec. che salì al trono un re cattolico, Ariperto I.
Teodora:Moglie e consiliera di Giustiniano I. Accordò ai monofisiti nuova protezione e evangelizzò i popoli cristiani del Danubio e del Mar Nero.
Teodorico:La politica di Odoacre anticipò sostanzialmente quella di Teodorico il ra goto che nel 489 condusse dal medio Danubio all'Italia gli Ostrogoti. Odoacre fu battuto e abbandonato dall'aristocrazia senatoria che riteneva il nuovo re più disponibile all'incontro tra potere latifondista e potere militare (493). Lo stanziamento avvenne secondo il sistema dell'hospitalitas. I goti costituivano una mioranza, ma armata, i Romani, al contrario, una comunità distinta e si venne dunque a formare un parallelismo tra le due società. Il legame tra queste due società era garantito dall'imperatore. Gli iteressi dell'aristocrazia senatoria furono rispettati e illustri e colti rappresentanti di questa classe ricoprirono posti importantissimi nell'amministrazione civili. Ma fu sul terreno religioso che la politica di Teodorico entrò in crisi, tanto che si formarono tensioni tra i Goti ariani e i cattolici.Teodorico morì nel 526. Il potere passò nelle mani della figlia Amalasunta.
Teofano: Pricipessa bizantina che sposò Ottone II e alla sua morte prese il potere finchè Ottone III non fu educato.
Thomas Becket: Arcivescovo di Canterbury, che venne assassinato nel 1170 e a causa del quale il prestigio di Enrico ne uscì gravemente compromesso. Si era opposto alle Costituzioni di Clarendon (vedi Costituzioni di Clarendon e Politica d'Inghilterra...).
Trattato di Verdun:(843). (vedi Ludovico).
Triboniano: Redasse il Corpus iuris civilis (vedi Corpu Iuris Civilis).
Ugo Capeto: Nel 987 divenne re di Francia e fondò la dinastia capetinga (vedi Enrico II e Ricostruzione politica nel XI-XIV sec. e Politica di Francia...).
Umiliati:(vedi Innocenzo III,papa) Erano eretici che avevano una vita povera e praticavano il lavoro manuale.
Ungari: Popolo che Nel x sec. fa incursioni in Europa (vedi Otttone I)
Unni: Popolo che nella metà del V sec.minacciarono la Francia. Questo popolo non era più un popolo di pastori, ma, al contrario, era un popolo di predatori, guidati da un despota, Attila. Il loro impero non aveva una solida struttura amministrativa e pollitica ed era indebolito dalla grande dispersione della loro potenza militare. Non avendo capacità produttive proprie, doveva continuare a procurasi sempre nuovi beni con la guerra e con l'imposizione dei tributi. Questo colosso dai piedi d'argilla nel 451 fu vinto da Ezio ai campi Catalauni. L'anno successivo fu la stessa Italia ad essere minciata, ma gli Unni , dopo aver devastato Aquileia, i cui abitanti si erano rifugiati nelle isole della laguna formando il primo nucleo di Venezia, trovarono sul mincio Papa Leone I. Temendo un attacco di Bisanzio ai domini orientali Attila si ritirò e, quando nel 453 morì, l'impero Unno si sfasciò.
Valdesi:(vedi Innocenzo III) Erano eretici.
Vespro, rivolta e guerra del -:(vedi Politica d'Italia...).
Vladimiro il Grande:(980-1015) Re di Kiev che sposerà una principessa bizantina per espandere i suoi domini. Naturalmente si convertirà al cristainesimo. Il contatto con la pianura russa avverrà dunque grazie a Bisanzio e ciò segna per secoli il distacco dall'Occidente.