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Categoria: | Storia |
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Testo
STORIA MONDIALE
Dopo rivoluzione del 1848-49 si afferma la civiltà industriale ove la borghesia è la classe in ascesa.
Libero scambio con il primato dell’Inghilterra
Positivismo ideologico della borghesia con fede nel progresso illimitato.
La classe operaia guidata da intellettuali ha una ripresa politica.
1864 si fonda la I° internazionale (associazione internazionale lavoratori 1864-76) che raggruppa diverse correnti fra cui Mazzini.
Alcuni dissidi interni all’associazione.
Marx nel 1867 scrive il Capitale dove vi analizza le leggi dello sviluppo capitalistico, lo sfruttamento operaio, la lotta fra borghesi e proletari e teorizza la fine del capitalismo e l’avvento del socialismo. Le leggi della produzione sono per Marx sempre storicamente e socialmente condizionate, quindi mutabili.
1864 la chiesa condanna la civiltà moderna, quindi contro liberalismo borghese, socialismo e comunismo ( il Sillabo di PIO IX ).
1870 la chiesa dichiara l’infallibilità del Papa.
1873 depressione, dopo forte ripresa industriale. Rivoluzione tecnologica e invenzioni, incremento demografico.
Nascono i rapporti banca industria, esportazione capitali nelle colonie.
Passaggio da espansionismo colonialistico a imperialismo.
Classi fondamentali borghesia e proletariato, lo sviluppo capitalistico da un peso sempre maggiore ai ceti medi.
1883 muore Marx
1889 II° internazionale a Parigi dove domina la corrente socialdemocratica.
Fine secolo crisi del positivismo.
In politica nuove tendenze di nazionalismo antidemocratico da un lato e rivoluzionarismo antiriformistico dall’altro.
Beirnstein critica le teorie di Marx e propone una teoria democratico riformista. Lenin lo contesta.
Leone XIII nel 1891 con il Rerum Novarum critica l’egoismo capitalistico, il socialismo e il liberalismo. Si diffonde in Europa la D.C. con divisione fra cattolici moderati e progressisti.
1870 guerra franco-prussiana al 1914 ingresso I°guerra periodo di pace armata.
1874 Inghilterra governo Disraeli (conservatore) crisi irlandese e smacchi coloniali.
1880 governo Gladstone (liberale) riforma elettorale da 3 a 5 milioni di elettori.
1886 Lord Salisbury (conservatore) politica imperialistica.
Difficoltà di sviluppo industriale, malcontento operaio e disoccupazione di massa, nuove organizzazioni sindacali (trade union). Forte avvicinamento al socialismo anche se nella grande maggioranza il movimento operaio inglese fu estraneo al marxismo.1893 partito del lavoro riformista.
Difficoltà nella politica imperialista.
1870-1900 forte spinta imperialista. La perla dell’impero è l’India. 1885 l’India chiede l’indipendenza amministrativa. 1869 apertura canale di Suez abbrevia le rotta indiana Inghilterra controlla il canale, Francia estromessa dalle azioni sul canale.
1906 formazione politica del proletariato britannico Labour Party che ottiene 29 deputati. Finisce così il bipartitismo inglese.
1912-14 viene messo a punto l’Home rule che concede di fatto l’autonomia all’Irlanda.
1910-14 grandi scioperi di molte categorie che però rimasero sempre nelle norme del sindacalismo e non sfociarono mai nell’indirizzo rivoluzionario.
1870 Francia Napoleone sconfitto e proclamazione della repubblica.
1871 maggioranza monarchica potere a Thiers.
1871 problemi fine occupazione prussiana e rivoluzione sociale a Parigi.
Parigi sotto pressione fiscale e non solo proclama la Comune e nonostante i dissidi interni alla stessa riesce ad unificare i poteri legislativi ed esecutivi.
Thiers assedia Parigi con una spietata guerra civile. Thiers diventa presidente della repubblica.
1873 Thiers viene sostituito da MacMahon.
1874 grande vittoria elettorale dei repubblicani che crea i presupposti per una costituzione (1875) che durerà fino al 1940.
1894 affare Dreyfuss che consegna di fatto il governo ai repubblicani democratici e socialisti col governo Waldeck-Rousseau nel 1899.
1880-1914 grande espansione coloniale francese.
Negli anni immediatamente precedenti alla guerra l’asse politico francese andò spostandosi in senso più nazionalista e moderato.
1862 Bismarck si propone di far divenire la Prussia una potenza che riunisce tutto il mondo germanico.
I° guerra con la Danimarca per togliergli 3 regioni vinta velocemente.
II° guerra Austria vinta ma non umiliata.creazione impero austroungarico nei balcani.
III° guerra Francia pretesto cambio di sovrano in Spagna. Bismarck propone un candidato avverso alla Francia che crea i presupposti per la guerra. Guerra lampo che lasciò alla Francia e all’Inghilterra il dominio mediterraneo seppur la Francia fosse assoggettata alla Prussia.
Bismarck è il personaggio di rilievo di questo periodo. Stabilisce 1873 allenza dei tre imperatori Germania Austria Russia.
1875 crisi Russia Austria per il possesso dell’area balcanica.
1878 congresso di Berlino (mediatore Bismarck) suddivisione dei territori balcani, l’alleanza russa austro tedesca entra in crisi.
1879 Bismarck ricuce lo strappo dell’alleanza firmando un trattato dove le potenze si impegnavano ad essere neutrali nel caso in cui una di esse avesse dichiarato guerra ad una 4° nazione, inoltre stringe un patto difesivo con l’impero austroungarico contro la Russia.
1887 Triplice alleanza Germania Austria Italia dove l’Italia ne usciva fortemente rinforzata sia dall’appoggio finanziario dell’Austria con il suo dominio nei balcani sia da quello tedesco che si impegnava ad aiutare militarmente l’Italia.
1887 trattato segreto Germania Russia, fragile.
1894 alleanza Russia Francia, la tela di Bismarck si frantuma.
Germania repressione cattolica, operaia e socialdemocratica di Bismarck che però fallisce. Germanizzazione dei territori polacchi.
1890 Bismarck viene licenziato e viene abolita la legislazione repressiva.
In Germania nel ventennio precedente la guerra si ebbe una crescita enorme dovuta allo stretto rapporto fra industria, finanza, forze armate e monarchia che consentiva al blocco conservatore all’interno e imperialistico verso l’esterno di avere una solidità non riscontrabile in alcun altro paese. Le aspirazioni mondiali tedesche erano prettamente economiche in quanto la classe politica si assoggettava sempre alle richieste ed ai programmi del grande capitale.
1900 Impero Asburgico le spinte nazionali all’inizio del secolo più forti che mai, il tentativo di dare unità intorno alla burocrazia, alle forze armate e alla Corona poggiava su elementi fragili.
I giovani cechi, attorno ai quali ruotavano gli slovacchi.
Gli slavi meridionali attirati verso la Serbia
Ungheria con pretese di indipendenza dall’Austria
1874 Russia agitazione populista fallisce. Frange giovanili si danno al terrorismo.
1881 zar Alessandro III (immobilismo)
1894 ultimo zar Nicola II
penetrazione del marxismo in Russia.
1898 fondazione del partito socialdemocratico russo a base operaia (Lenin)
1900 partito socialdemocratico russo a base contadina.
Accelerazione dello sviluppo industriale ma ristretto a pochi centri.
Penetrazione in Asia e costruzione della Transiberiana.
Rivoluzione russa – 1917 cade la dinastia dei Romanov e scoppia la II° rivoluzione che da di fatto il potere ad una pluralità di forze : alla borghesia, alla piccola borghesia e ad una parte dell’aristocrazia che riconosce la necessità della fine dello zarismo.
La borghesia era però incapace di risolvere i problemi sorti e quindi il divorzio fra borghesia e popolo fu veloce e le masse passarono nelle mani della frangia più radicale dei socialisti, quella bolscevica.
Novembre 1917 III° rivoluzione russa che dette il potere ai comunisti.
In Russia fu l’arretratezza sociale, con un grado modestissimo di industrializzazione, con una campagna pochissimo progredita, che portò alla rivoluzione. Perché in un paese così arretrato fu il proletariato e non la borghesia ad assumere l’eredità del vecchio regime così da portare non ad una repubblica democratica ma bensì ad un regime di dittatura del proletariato.
1900 U.S.A. – all’inizio del secolo sono la maggior potenza.
Vivi contrasti sociali Roosvelt (progressista) vuole un capitalismo più democratico.
IL MONDO ALLA VIGILIA DELLA CRISI DEGLI EQUILIBRI
Dopo il grosso periodo di sviluppo in particolare la lotta andò polarizzandosi fra l’Inghilterra (decelerazione dello sviluppo industriale e commerciale) e Francia da un lato e Germania (dinamismo economico) dall’altro.
Nel quadro della rivalità anglo-tedesca c’era una Francia che mirava a riacquisire l’Alsazia-Lorena e premeva sull’Africa settentrionale scontrandosi con la Germania.
L’Austria aspirava ai Balcani cozzando con la Russia, la quale puntava ad estremo oriente, ricevendo una batosta dall’impero nipponico.
LA PRIMA GUERRA MONDIALE
Crescente militarismo e ininterrotti preparativi in vista di un confronto generale sul campo di battaglia. Il fatto che Germania e Austria avessero un ruolo particolarmente aggressivo e che siano state esse a provocare ad un certo momento la guerra mondiale fu il risultato delle continue disfatte diplomatiche subite principalmente dai tedeschi dopo la formazione dell’Intesa. Quando la guerra scoppiò, l’imperialismo era in Europa un male comune, non vi era nessuna potenza con vocazione pacifista.
La scintilla non ebbe origine in un settore che coinvolgeva direttamente le principali potenze avversarie, ma in Bosnia, dove si trovavano di fronte austriaci e serbi.
28/06/1914 – uccisione dell’erede al trono dell’impero austro-ungarico a Sarajevo. Scintilla che provoca la guerra.
L’Austria trasformò l’incidente in un pretesto per eliminare la Serbia;
la Germania dette a questo progetto tutto il suo appoggio;
la Russia prese le sue misure militari, in appoggio alla Serbia e proclamò la mobilitazione generale.
1 agosto la Germania dichiara guerra alla Russia;
la Francia mobilita lo stesso giorno;
3 agosto la Germania dichiara guerra alla Francia;
l’Italia si dichiarò neutrale;
4 agosto ultima potenza ad intervenire l’Inghilterra che dichiara guerra alla Germania;
U.S.A. e Giappone si alleano con l’Inghilterra;
all’inizio della guerra, la superiorità degli eserciti degli imperi centrali era notevolissima. L’inizio della guerra parve confermare le previsioni tedesche. Il 4 agosto l’esercito tedesco penetrò in Belgio, che venne travolto, e puntò in direzione di Parigi. Il 3 settembre il governo francese abbandonò Parigi e si trasferì a Bordeaux. L’esercito francese si dispose in trincea sulla Marna e venne ordinata la resistenza ad oltranza. La battaglia sulla Marna permise ai francesi la prima controffensiva. Cominciava così la guerra di logoramento. Alla fine di ottobre gli imperi centrali riuscirono a coinvolgere nel conflitto la Turchia, che costrinse la Russia a dividere le sue forze e consentì agli imperi centrali di assumere il controllo della zona degli stretti. Alla fine del ’14 la guerra aveva assunto il carattere di guerra di trincea. Intanto la flotta britannica metteva in atto il blocco alla Germania, i cui rifornimenti dai paesi neutrali diventarono quanto mai difficili e rischiosi. Nella primavera del ’15 mentre era da poco iniziata l’offensiva dei tedeschi e degli austriaci alla Russia, l’Italia dichiarò guerra all’Austria.
L’Italia che inizialmente si era attenuta al trattato della Triplice, si trovò nonostante la maggioranza del Parlamento e della popolazione fossero contrari alla guerra, ad intervenire a favore dell’intesa.
26 aprile 1915 a Londra venne firmato un trattato che impegnava l’Italia ad entrare in guerra di li ad un mese. L’Italia quindi mandò un ultimatum all’Austria ed il 24 maggio entrò in guerra contro questa.
Il ’15 si chiuse con un bilancio favorevole agli imperi centrali che però, vista l’impossibilità della guerra breve iniziavano a mancare di risorse.
Febbraio 1916 i tedeschi attaccano Verdun, ma i francesi riuscirono a tenere le linee e, con l’aiuto degli inglesi, cominciarono un duro combattimento sul fronte delle Somme. Per la prima volta furono impiegati i carri armati.
I francesi sollecitarono l’aiuto italiano, ma il mancato successo italiano sull’Austria convinse la stessa a vibrare il colpo definitivo all’Italia.
L’Italia chiese aiuto alla Russia che il 4 giugno 1916 passarono all’attacco.
In definitiva anche il ’16 non dette grossi risultati, il che giocava a favore dell’Intesa dotata di più risorse.
Mentre i governi aumentavano le correnti del più acceso nazionalismo e bellicismo, riprendevano vigore il pacifismo umanitario e l’antimperialismo socialista.
1917 guerra sottomarina illimitata e intervento degli USA.
La decisione tedesca della guerra sottomarina porta gli USA ad entrare in guerra.
Sul piano militare il grande avvenimento fu il crollo del fronte russo.
In ottobre l’esercito italiano ebbe una disfatta clamorosa dall’impero austriaco rafforzato da quello tedesco. Il ’17 fu in definitiva, l’anno in cui i campi opposti consolidarono la loro decisione di lottare per la vittoria finale.
1918 la Russia sfiancata dalle lotte interne, fu costretta a firmare la pace coi tedeschi, che ormai potevano concentrarsi sul fronte occidentale.
15 luglio ’18 i tedeschi sferrarono l’ultimo colpo contro la Marna ma fu per loro l’inizio della fine.
Il colpo decisivo all’esercito imperiale ormai disfatto fu dato dagli italiani il 24 ottobre a Vittorio Veneto.
Gli anni ’30 sono caratterizzati dalla politica aggressiva dei regimi dittatoriali e totalitari in vari paesi europei, in particolare in Italia, Germania e Unione Sovietica.
GERMANIA
Due punti fondamentali del programma nazista avevano un’immediata influenza sulla politica estera:
1 – mira espansionistica verso est come dottrina della conquista dello spazio vitale, cioè delle grandi superfici agricole della Polonia, capaci di rendere indipendente l’impero tedesco dal punto di vista alimentare.
2 – necessità di unificare tutte le comunità di lingua e cultura tedesca sparse nell’Europa centrale : era l’idea del PANGERMANESIMO, che aveva profonde radici nel pensiero tedesco.
Per questo Hitler mirava a conquistare Austria, Cecoslovacchia e Polonia.
I dissesti economici della Germania avvantaggiarono le due organizzazioni politiche contrapposte alla repubblica di Weimar : il partito nazista e quello comunista. Lo scontro vide la sconfitta comunista.
Per accelerare l’indebolimento dei partiti democratici Hitler indisse nuove elezioni nel ’33 che si tennero in un clima di terrore.
Hitler ottenne il 44% dei voti e creò così il TERZO REICH.
Il sistema più repressivo instaurato dai nazisti fu il lager.
L’antisemitismo nacque perché gli ebrei formavano una comunità autonoma, dotata di una propria identità e quindi difficilmente integrabile nel progetto totalitario di Hitler. In secondo luogo perché gli ebrei controllavano le banche e i settori più importanti della finanza. In terzo luogo perché gli ebrei formavano l’elitè culturale dell’Europa e della stessa Germania ed erano considerati fomentatori della lotta di classe : Marx era ebreo, così come molti intellettuali tedeschi. A ciò si aggiungano i pregiudizi popolari che volevano gli ebrei come usurai.
’35 LEGGI DI NORIMBERGA – stabilivano che gli ebrei non erano cittadini del Reich e che non potevano sposarsi con cittadini di sangue tedesco.
’38 – venne proibito agli ebrei di esercitare professioni in campo medico, giuridico e finanziario e di frequentare luoghi pubblici.
’38-41 - POGROM, veri e propri bagni di sangue seguiti da deportazioni in massa nei campi di concentramento. L’inizio di questa carneficina coincise con la notte dei cristalli dove in molte città tedesche furono saccheggiati e distrutti negozi ed abitazioni ebree.
UNIONE SOVIETICA
Stalin aveva instaurato una dittatura personale.
Egli elaborò una politica basata su piani quinquennali, che dovevano promuovere lo sviluppo dell’industria sotto il rigido controllo dello stato.
Ottobre ’28 – 1° piano quinquennale – la conseguente crescita accelerata causò gravi squilibri interni, soprattutto a seguito della collettivizzazione dell’agricoltura prevista dai piani.
Negli anni ’30-31 i contadini furono costretti con la forza a formare aziende cooperative, dette Kolchoz, dirette da funzionari statali. L’iniziativa incontrò la netta ostilità dei grossi proprietari terrieri Kulaki, che non intendevano rinunciare ai propri privilegi. Detta ostilità portò i kulaki a bruciare i raccolti ed uccidere il bestiame tanto che in pochi anni il patrimonio zootecnico del paese era dimezzato. Il regime rispose con una repressione brutale deportando in Siberia i kulaki ai lavori forzati e addirittura sterminandoli.
L’apparato repressivo messo in piedi da Stalin eliminò fisicamente i membri del partito a lui avverso. Il clima dittatoriale che regnava in URSS si trasferì anche in Europa.
Alla terza internazionale del ’35 tutte le forze progressiste e democratiche furono esortate ad allearsi per formare dei FRONTI POPOLARI contro il dilagare del nazi-fascismo.
La politica frontista suscitò la reazione dei nazi-fascisti, che intervennero contro le forze democratiche spagnole, dando inizio allo scontro fra due blocchi, quello fascista e quello democratico, che sfociò poi nella 2° guerra mondiale.
LA GUERRA CIVILE SPAGNOLA
In Spagna il regime di tipo fascista aveva suscitato la ferma ostilità della popolazione e il Re fu costretto ad allontanare il dittatore ed indire nuove elezioni. Queste si tennero nel ’31 e assicurarono il successo alle sinistre, anche il Re lasciò il paese, che divenne una repubblica.
’36 – le elezioni decretarono il trionfo delle sinistre coalizzate nel FRONTE POPOLARE. Il nuovo governo elaborò un programma di riforme, che però non impedì un’ondata di odio popolare contro le forze reazionarie; le quali dal canto loro reagirono aggredendo a loro volta contadini ed esponenti di sinistra. Gli scontri si estesero in tutto il paese e degenerarono in guerra civile.
Il generale Franco organizzò la reazione armata contro il governo, valendosi di seguaci chiamati, sul modello fascista, falangisti.
Questo conflitto assunse carattere internazionale nonostante le potenze europee si fossero accordate per non intervenire nella questione spagnola, Mussolini e Hitler appoggiarono apertamente Franco e i suoi falangisti inviando uomini, armi e reparti aerei. Solo la Russia intervenne a favore del governo legittimo, fornendolo di tecnici e di consiglieri militari, ben poca cosa però di fronte agli aiuti portati ai fascisti.
I nazi-fascisti rasero al suolo molte città, prima fra tutte Guernica. La tragedia spagnola colpì le coscienze degli antifascisti di tutto il mondo, che si riunirono nelle brigate internazionali accorrendo in aiuto della repubblica. Dopo tre anni di guerra, nel ’39, Franco conquistò Madrid ed instaurò la dittatura fascista.
GIAPPONE
Nel primo dopoguerra, il Giappone divenne la più grande potenza sia commerciale, sia militare dell’est asiatico.
Si verificò una progressiva militarizzazione della società : l’addestramento alla guerra venne reso obbligatorio nelle scuole superiori e perfino nei villaggi contadini, mentre l’esercito perfezionava mezzi e tecniche militari.
L’espansionismo nipponico si diresse prima di tutto verso la Cina, il cui bimillenario impero era stato sostituito dalla repubblica che creò una guerra civile in Cina.
Il Giappone approfittò delle difficoltà interne cinesi e ne invase il territorio a più riprese. Queste aggressioni furono condannate dall’ONU, da cui il Giappone decise di ritirarsi.
Nel ’33 Hitler manifestò la volontà di riarmo uscendo dalla Società delle Nazioni.
’34 alcuni nazisti austriaci tentarono il colpo di forza sul governo viennese per annettere l’Austria alla Germania. Le democrazie occidentali tennero un atteggiamento di relativa tolleranza, considerando il nazismo un efficace strumento per arginare il pericolo comunista.
’36 Germania e Italia si legarono nell’asse Roma-Berlino.
’36 Germania strinse il patto contro la 3 internazionale con il Giappone.
’37 Italia aderisce allo stesso patto.
’37 la Germania mirò alla Cecoslovacchia, dove esisteva una forte comunità tedesca.
’38 le truppe tedesche invasero l’Austria, dove un plebiscito popolare approvò l’Anschluss, l’annessione alla Germania.
’38 nella conferenza di Monaco, Francia e Inghilterra concessero l’annessione Ceca alla Germania.
’39 Hitler dopo la Cecoslovacchia si rivolse alla Polonia, ma in questo caso trovò l’ostilità di Francia e Inghilterra.
I successi del Fuhrer avevano entusiasmato Mussolini che nel ’39 invase l’Albania.
PATTO D’ACCIAIO – Germania e Italia si impegnano a schierarsi insieme in caso di guerra.
PATTO RUSSO TEDESCO –
1 settembre 1939 inizia l’aggressione alla Polonia e con essa inizia la seconda guerra mondiale.
SECONDA GUERRA MONDIALE
La guerra finì con la sconfitta degli stati che l’avevano scatenata, dopo quasi 6 anni di lotta totale e circa 50 milioni di morti.
La prima guerra aveva visto immense stragi nei campi di battaglia, il secondo conflitto l’intera popolazione fu coinvolta.
La Germania era, all’inizio della guerra, il paese più forte militarmente in Europa, ma con poche risorse umane : il che spiega perché Hitler puntò tutto sulla guerra lampo.
Gli USA, invece, intervennero riversando una quantità di uomini e materiali assolutamente decisiva.
Le truppe tedesche passarono il confine polacco il 01-09-39, Francia e Inghilterra dichiararono guerra alla Germania mentre l’Italia non intervenne.
Contemporaneamente all’invasione tedesca, le armate sovietiche invasero la Polonia da oriente. Il 19 settembre la Polonia era occupata.
La Russia di Stalin approfittò della situazione per annettere Lettonia, Estonia e Lituania, subito dopo dichiarò guerra alla Finlandia che nel marzo ’40 si arrese.
Sul fronte occidentale, nei primi mesi non accadde nulla: le fortificazioni francesi di confine “la linea Maginot” venivano ritenute inattaccabili.
Aprile ’40 Hitler invase Danimarca e Norvegia, subito dopo invase i Paesi Bassi, paesi neutrali ai quali aveva assicurato l’inviolabilità.
Giugno ’40 i tedeschi entrano a Parigi.
La Francia era sconfitta e Petain firmò l’armistizio con la Germania.
Il paese venne diviso in due : la parte settentrionale passò sotto il controllo tedesco, quella meridionale, con capitale Vichy, fu assegnata a Petain, che vi instaurò un regime fascista e filotedesco, detto per questo collaborazionista.
La maggioranza dei francesi, ostile agli invasori, organizzò la lotta clandestina con l’appoggio del generale DE GAULLE che, rifugiato a Londra, con le trasmissioni di radio Londra, incitava i francesi alla resistenza.
10 giugno ’40 Mussolini dichiarava guerra alla Francia e all’Inghilterra.
Sconfitta la Francia, Hitler cominciò l’offensiva contro l’Inghilterra : gli inglesi ingaggiarono una battaglia aerea senza precedenti, sfruttando i vantaggi di un nuovo dispositivo il Radar.
La Luftwaffe subì gravi perdite e così Hitler dovette rinunciare all’invasione.
27 settembre 1940 Germania, Italia e Giappone firmarono il PATTO TRIPARTITO col quale i paesi si spartivano le aree di egemonia : la Germania si assicurava il controllo dell’Europa continentale, l’Italia quello del Mediterraneo, il Giappone quello dell’Asia.
Per svolgere il ruolo di dominatore del Mediterraneo Mussolini decise di attaccare la Grecia. Le truppe italiane tentarono l’invasione dall’Albania ma vennero subito bloccate dalla resistenza greca e attaccate a loro volta da quelle inglesi via mare. L’intervento tedesco risolse la situazione nel maggio ’41.
Sul fronte africano le truppe dell’Asse erano in contatto diretto con quelle inglesi. I tedeschi comandati da Rommel ingaggiò una guerra, d’intesa con gli italiani, dalle fortune alterne, finchè gli scontri si conclusero nel ’43 a favore degli Alleati, che occuparono progressivamente i possedimenti italiani e tedeschi.
’41 Hitler, nonostante il patto con la Russia, attaccò gli alleati per impadronirsi entro l’inverno delle enormi coltivazioni di grano e degli impianti industriali russi.
Nella campagna contro la Russia circa il 50% delle forze impiegate venne perduto.
Per contenere i danni i russi attuarono un’impresa eccezionale, l’evacuazione di 1960 impianti industriali in un mese e la ricostruzione degli stessi ad est del paese : così, dopo l’iniziale crollo, la Russia riuscì a potenziare il proprio materiale bellico fino a superare quello tedesco. La tattica di logoramento adottata dai russi diede i primi frutti nel corso della battaglia di Mosca, la grande controffensiva sovietica iniziata alla fine del ’41.
L’insuccesso di Mosca segnò il fallimento della tattica di guerra lampo tedesca e l’inizio della guerra di lunga durata, la guerra totale.
Dopo l’appello ad insorgere contro gli invasori lanciato da De Grulle nel ’40 e poi da Stalin nel ’41, anche le potenze alleate capirono che per sconfiggere il nazifascismo si doveva costruire un progetto politico radicalmente nuovo.
Roosvelt e Churchill si incontrarono nel ’41 per elaborare la CARTA ATLANTICA : USA, Inghilterra e Russia stabilirono di non mirare ad alcuna conquista territoriale e di rispettare il diritto dei popoli di scegliere la forma di governo preferita; di garantire la libertà ai paesi conquistati dai nazifascismi, di permettere la libera circolazione delle merci e di bandire l’uso della forza nelle controversie internazionali.
Al momento della stesura della carta gli USA non erano ancora entrati in guerra.
A fine ’41, inaspettatamente, il Giappone attaccò la base americana di Pearl Harbor nelle isole Hawaii costringendo gli americani a partecipare alla guerra.
L’avanzata nipponica in oriente trovò una prima battuta d’arresto nella battaglia del mar dei coralli contro gli americani.
Come la Germania anche il Giappone mirava a battaglie lampo per sfruttare al massimo le risorse degli occupati, istituirono i lavori forzati e i campi di concentramento feroci.
LA SVOLTA
Mentre nel Pacifico infuriava la guerra navale, sul fronte orientale le forze dell’Asse preparavano una potente offensiva contro Stalingrado (’42).
I russi resistettero per 6 mesi e quando scatenarono la controffensiva travolsero gli uomini dell’Asse che presi da freddo, fame e bombardamenti ebbero la peggio.
Gennaio ’43 i tedeschi si arrendono alla Russia.
Nel Pacifico gli americani stavano vincendo contro i giapponesi e gli inglesi stavano avanzando in Africa.
Conquistata la Tunisia per gli Alleati fu facile sbarcare in Sicilia (9-7-43).
A fine luglio venne dichiarata la sfiducia a Mussolini, che fu destituito e fatto imprigionare su ordine del Re Vittorio Emanuele III°.
Il generale Badoglio prese il comando del governo e il 08-09-43 fu siglato l’armistizio.
Temendo l’invasione tedesca il Re e Badoglio si rifugiarono a Brindisi.
Con un colpo di mano i tedeschi liberarono Mussolini il 10 settembre lo portarono in Germania e da li proclamò la fondazione della REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA o REPUBBLICA DI SALO’.
Gli scontri sul territorio italiano trasformarono il paese in un enorme campo di battaglia.
Ottobre 43 gli Alleati conquistano Napoli, già liberata dall’insurrezione popolare.
Per coordinare le attività della guerra partigiana vennero creati i COMITATI DI LIBERAZIONE NAZIONALE, nei quali confluirono tutte le formazioni in lotta.
La guerra partigiana italiana durò 2 anni con 70.000 vittime.
Gennaio ’44 gli alleati arrivarono a Roma.
Intanto il Re aveva abdicato a favore del figlio e al governo era subentrato Bonomi.
L’attacco decisivo contro la Germania scattò il 06 giugno ’44 : 5000 navi sbarcarono le truppe in Normandia, permettendo l’avanzata verso Parigi.
Settembre ’44 la Francia era liberata e il governo fu affidato a De Gaulle.
Progressivamente i territori occupati furono ripresi e la morsa si strinse verso Berlino che fu occupata il 2 maggio 45.
Hitler si suicidò il 30 Aprile.
7 maggio 45 la Germania si arrese.
Mussolini fu catturato dai partigiani e fucilato il 28 Aprile 45.
Il Giappone tentò azioni kamikaze disperate e il presidente USA Truman il 6 agosto 45 e il 9 agosto 45 sganciò l’atomica prima su Hiroshima e poi su Nagasaki con un totale di morti vicino ai 150.000.
2 settembre 45 il Giappone si arrese.
Le potenze vincitrici decisero di processare per delitti contro l’umanità i principali capi nazisti nel processo di Norimberga.
Quanto alla spartizione del territorio tedesco, il clima di diffidenza reciproca tra USA e URSS portò alla spaccatura del paese in 2 stati.
IL SECONDO DOPOGUERRA
La fine della seconda guerra aveva lasciato molta parte del mondo, ma soprattutto Europa, Giappone e certe regioni della Cina, in una situazione disastrosa. Nel 1945 esistevano solo due grandi potente – USA e URSS – seguite a distanza incolmabile dall’Inghilterra. Come la prima guerra aveva portato alla fondazione della Società delle Nazioni, così la seconda vide la nascita di un nuovo organismo, l’ONU organizzazione nazioni unite, il cui statuto venne definitivamente approvato nel 1945. vi aderirono 50 paesi guidati di fatto dalle due superpotenze.
URSS – DEMOCRAZIE POPOLARI –
Giunto il momento della vittoria, il regime staliniano si trovò di fronte a due elementi fondamentali : un’immensa povertà generale del paese e un’immensa potenza militare. Mentre in URSS si compiva la ricostruzione secondo le regole staliniane, nei paesi dell’Europa orientale avvenne la trasformazione dei regimi politici interni in “democrazie popolari”, cioè regimi in cui si doveva realizzare la trasformazione della strutture economiche da capitalistiche a collettivistiche sotto la direzione dei partiti comunisti, appoggiati dalle forze “progressiste”, soggette al dominio di quelli. Questo processo durò dal ’45 al ’48 e fra Oriente ed Occidente calò la “cortina di ferro”. Un caso particolare fu quello della Cecoslovacchia, paese di lunga tradizione democratico-borghese, sviluppato anche economicamente e socialmente. Nelle elezioni del ’46 i comunisti ottennero il 38% dei consensi !!!??? ma intanto crescevano le tensioni fra i partiti della coalizione di governo. I comunisti accusarono le forze borghesi di progettare un PUTSCH e assunsero con la forza il controllo nel governo. Fu questo il “colpo di Praga” che trasformò il paese in una dominazione comunista. Le elezioni del ’48 avvennero a lista unica.
La Jugoslavia, dopo la liberazione, Tito assunse tutto il potere. Le caratteristiche del comunismo slavo erano duplici : la piena volontà di procedere rapidamente in senso socialista, una forte autonomia e una solida base di consenso popolare. Per questo aspetto di insubordinazione alla Russia, nel giugno del ’48 Tito e i comunisti slavi vennero condannati da Stalin come “deviazionisti” e tutti gli altri partiti comunisti appoggiarono la condanna. La Grecia, riconosciuto paese di influenza occidentale, conobbe una resistenza comunista fino al ’48, soppressa poi nel ’49 con l’appoggio USA.
IL DOPOGUERRA NELL’EUROPA OCCIDENTALE
La Germania diventò il paese dove le potenze si trovarono direttamente di fronte. Nell’ottobre del ’49, dopo che gli occidentali avevano dato vita alla RFT nella parte occidentale in Germania, i sovietici tennero a battesimo la DDR.
In Inghilterra Churcill perse clamorosamente le elezioni del ’45. il nuovo governo laburista mise in atto un programma di riforme sociali fra il ’46 e il ’50. tale programma diventò quello di dare vita ad uno stato assistenziale ( WELFARE ). Le difficoltà della ripresa economica, reale ma modesta, consentirono ai conservatori di riprendere il potere nel ’51, Churcill e i conservatori rimasero al potere fino al ’64.
La Francia trovò nel gollismo e nella resistenza la sua continuità con la democrazia precedente l’occupazione nazista. De Grulle assunse la guida del governo provvisorio. I problemi principali erano due : la struttura costituzionale e le linee di politica economica. Le elezioni del ’45 espressero la volontà dei francesi di darsi una nuova costituzione. La Francia avrebbe così avuto la Quarta Repubblica.
LA GUERRA FREDDA E LA NATO
4 Aprile 1949 fu firmato a Washington il PATTO ATLANTICO (NATO), che divenne la struttura militare fondamentale nella guerra fredda con l’URSS. Di notevole importanza assunse la creazione in Europa, con il sostegno USA, della “comunità europea del carbone e dell’acciaio CECA”, a cui aderirono Francia, Germania federale, Italia e il Benelux.
In contrapposizione alla Nato l’URSS fondò il “cominform”, organo per rinsaldare il proprio controllo politico sui partiti comunisti, al quale aderirono URSS, Bulgaria, Ungheria, Polonia, Albania e Germania popolare. Nel ’55 i paesi europei a regime popolare firmarono il “patto di Varsavia.
LA NASCITA DELLA CINA COMUNISTA
In Cina era al comando Chiang Kai-Shek capo dei nazionalisti borghesi, che venne sconfitto dai comunisti guidati da Mao Tse-Tung. Nel ’49, dopo un’aspra guerra civile, le armate rosse sconfissero le truppe di Chiang. L’URSS aveva verso la Cina un atteggiamento contraddittorio : non intendeva favorire la vittoria comunista temendo la rappresaglia americana, né voleva apertamente sostenere Chiang. Nel giugno del ’46, mentre si trascinavano le trattative con Mao in vista di un accordo, Chiang cercò di avviare una campagna di annientamento contro i comunisti, scatenando una guerra civile che si sarebbe conclusa con una completa disfatta dei nazionalisti. Nel ’49 Mao proclamò a Pechino la repubblica popolare cinese ed all’interno vennero prese drastiche misure sociali : nazionalizzazione dell’industria, monopolio di stato per il commercio estero, confisca delle proprietà nobiliari.
Guerra fredda: ed il mondo ebbe paura
“La guerra fredda viene generalmente descritta come un gioco a vincita zero nel quale il punteggio di un giocatore è pari alle perdite dell’altro…Sarebbe però più realistico vedere il sistema della guerra fredda come una macabra danza di morte nella quale i governanti delle superpotenze mobilitano le proprie popolazioni per avere il consenso su misure dure e brutali rivolte contro vittime all’interno di quelle che vengono considerati i rispettivi domini, nei quali stanno progettando i loro progetti.
Appellarsi alla presunta minaccia di un potente nemico globale ha dimostrato essere un utile strumento a questo scopo…Quando gli USA si muovono per rovesciare il governo dell’Iran o del Guatemala o del Cile … lo fanno con il nobile scopo di difendere i popoli liberi dall’imminente minaccia russa .Nello stesso modo l’URSS manda i suoi carri armati a Berlino est , in Ungheria , a Praga …per il più puro dei motivi : difendere il socialismo e la libertà dalle macchinazioni dell’imperialismo americano e delle sue coorti “ .
Il 1945 anno della fine della II guerra mondiale ha segnato l’inizio di un’epoca definita l’età delle super potenze , dominata dalla presenza e dalla concorrenza di due grandi blocchi politico-economico-militari entrambi in grado di distruggere l’avversario e con esso la vita di tutto il pianeta. Fortunatamente lo scontro politico ed ideologico non degenerò mai in un conflitto militare aperto : per questo il dopo guerra viene generalmente denominato come il periodo della guerra fredda .
Gli anni della G.F. sono stati segnati da una tensione continua ,da guerre locali definite “ guerre per delega “, in quanto combattute dagli alleati degli USA e dell’URSS , e dalla corsa agli armamenti .
L’ inizio della G.F. viene fatto risalire alla conferenza di Yalta , dove “ I tre grandi “ Churchill , Roosevelt e Stalin , decisero le sorti del mondo che usciva dalla guerra . In termini brutali ,ci fu una vera e propria spartizione del mondo tra USA e URSS.
I protagonisti della guerra fredda
URSS: L’URSS uscì dalla II guerra mondiale notevolmente provata : 18 milioni di morti , molte città distrutte e tutte le sue regioni europee invase dalla Germania . Riuscì comunque ad affermarsi a livello mondiale grazie alla forza del suo grande esercito ( “ l’armata rossa “ ) , grazie alla ferrea disciplina imposta da Stalin e grazie allo sfruttamento dei territori occupati. Fin dal 1945 , infatti , l’URSS avviò una politica di sfruttamento sistematico dei paesi occupati , volta a ricostruire e accelerare lo sviluppo del sistema industriale sovietico. Vennero quindi imposte pesantissime riparazioni agli ex alleati della Germania ( Ungheria , Romania e Bulgaria ) costretti a cedere risorse finanziarie , derrate agricole , macchinari e mezzi di locomozione. Interi complessi industriali , un tempo controllati dai tedeschi , vennero inoltre smantellati e ricostruiti su territorio russo. Il suo potere derivò inoltre dal grande appoggio di tutti i partiti comunisti del mondo e dalle speranze di indipendenza che essa alimentava in tutti i paesi ancora soggetti al regime coloniale.
In Europa orientale , la massiccia presenza dell’armata rossa anche dopo la fine del conflitto , determinò l’imposizione russa di governi comunisti filo-sovietici ( e di conseguenza l’allontanamento forzato dei dirigenti non comunisti ) e la conseguente collettivizzazione dell’economia.
Nel 1947 così si insediarono governi filo-sovietici in Polonia , Bulgaria , Ungheria e Romania , uniti tutti alla “ madre Russia “ mediante organizzazioni politiche , COMINFORM , economiche , COMECON e militari , Patto di Varsavia.
Il Cominform era una sorta di riedizione della terza Internazionale ( che si era sciolta nel ’43 in omaggio all’alleanza antifascista ) , ed il suo scopo era quello di coordinare l’ azione di tutti i partiti comunisti europei . Fondato nel 1947 dai rappresentanti dei partiti comunisti dei paesi dell’Europa orientale , di Francia ed Italia , Il Cominform divenne lo strumento tipico della contrapposizione tra blocco comunista e blocco occidentale .IL Cominform venne però sciolto nel 1956 con l’avvio della politica di coesistenza pacifica avviata dal leader sovietico Chruscev .
Grazie al COMECON invece, l’URSS si assicurò il controllo delle economie dei paesi da lei occupati. Attraverso il “ consiglio di mutua assistenza economica “ (COMECON) infatti, l‘URSS poté scegliere i processi di produzione dei paesi satelliti in modo tale che questi risultassero complementari a quelli russi. La Russia così conobbe ben presto un rapido sviluppo: nei primi anni del dopoguerra, la crescita produttiva sovietica fu notevole, con incrementi medi del 10 % annuo.
Il Patto di Varsavia fu invece la risposta sovietica all’ingresso nella Nato della Germania Federale. Esso si configurò come organizzazione militare dei paesi comunisti dell’Europa orientale e conferì alla Russia il comando di tutte le forze militari dei paesi contraenti il trattato.
Il patto di Varsavia si sciolse soltanto nel 1991 in seguito al crollo dei regimi comunisti nell’Europa orientale.
USA: Gli USA uscirono dalla II guerra mondiale addirittura rafforzati; essi non avevano, infatti, conosciuto né occupazione straniera né bombardamenti e la loro capacità produttiva era notevolmente aumentata dato lo sforzo fatto per rifornire di armi e di ogni altra merce i propri soldati in guerra.
Alla fine della guerra gli USA si ritrovarono con la più potente marina e aviazione militare del mondo e la sua supremazia militare era garantita dal possesso della bomba atomica.
Anche nel campo economico la supremazia degli USA era indiscutibile, con la conferenza di Breton Woods del 1944 infatti , poiché gli USA possedevano i due terzi delle riserve aurifere mondiali ed era necessaria la ricostruzione di un sistema monetario internazionale efficiente e stabile per la ripresa della crescita degli scambi internazionali , fu deciso che di tutte le monete internazionali , solo il dollaro avrebbe mantenuto la convertibilità in oro diventando così la moneta chiave del sistema. Gli scambi e i pagamenti internazionali sarebbero stati effettuati unicamente in dollari e la valuta americana sarebbe divenuta moneta di riserva in sostituzione dell’oro.
Vennero inoltre create due nuove istituzioni economiche internazionali : la Banca Mondiale ed il Fondo Monetario Internazionale con lo scopo di agevolare con prestiti lo sviluppo dei paesi più arretrati . Queste istituzioni , nate per essere “super partes“ dipendono però principalmente dai finanziamenti USA e sono quindi largamente influenzati dalla politica di Washington .
Agli occhi degli americani il fallimento delle democrazie europee , la nascita dei regimi fascisti , dei vari nazionalismi e della stessa catastrofe bellica erano il frutto della mancata risoluzione dei problemi finanziari creati dalla I guerra mondiale . Solo l’ affermazione della libertà di commercio su scala mondiale e lo sviluppo della cooperazione internazionale avrebbero potuto assicurare la pace e la democrazia . Gli USA si proclamarono allora promotori di quest‘ideale e lo dimostrarono attuando il cosiddetto “ Piano Marshall “ .
Il Piano Marshall consisteva nella concessione agli stati europei di prestiti a basso interesse o a fondo perduto , nella fornitura di massicci aiuti in beni alimentari e materie prime e soprattutto nel rinnovamento tecnico delle imprese europee attraverso l’introduzione di macchinari , tecnologie e tecniche di produzione più moderne .
Il piano Marshall che all’inizio era piuttosto vago assunse ben presto dimensioni considerevoli : dal 1948 ( anno del suo inizio ) al 1957 ( anno della conclusione ) esso portò allo stanziamento di ben 13 miliardi di dollari . Esso d’altra parte permise agli USA di influenzare la condotta economico-finanziaria dei paesi assistiti e di favorire gli investimenti esteri americani .
IL piano Marshall inoltre , creando un forte legame tra USA e Europa occidentale , si poneva come forte baluardo contro le mire espansionistiche sovietiche in Europa . Fu per questo dunque che quando gli americani offrirono i loro aiuti anche a Cecoslovacchia e Polonia , fu lo stesso Stalin ad intervenire e ad imporre ai governi di Varsavia e di Praga di rifiutare l’offerta americana .
La solidarietà politica tra Usa ed Europa si riaffermò poi nel 1949 con l’alleanza politico-militare del Patto Atlantico che ebbe il suo strumento bellico nella NATO ( North Atlantic treaty Organization ) .La Nato era una alleanza con dichiarato carattere difensivo , ma il suo sorgere confermò comunque una netta divisione dell’Europa occidentale da quella orientale. Questa divisione fu confermata nel 1955 quando i paesi del blocco comunista opposero alla NATO una loro alleanza militare , IL Patto di Varsavia , che istituiva a Mosca il comando supremo delle forze armate di tutti i paesi a lei alleati. Era dunque calata quella “ cortina di ferro “ di cui Churchill aveva parlato già nel 1946.
I “non allineati”
Non tutte le nazioni però avevano accettato di allinearsi con uno dei due blocchi e avevano preferito restare neutrali e conservare i propri orientamenti tradizionali nella politica estera e le proprie strutture e istituzioni di governo.
Tra i “ non allineati “ europei il più importante fu la Yugoslavia di Tito che nel 1948 , vista la scarsa presenza dell‘armata rossa sul suo territorio , arrivò ad una rottura definitiva con l’URSS per quanto riguardava le relazioni economiche e militari , aderendo invece al piano Marshall e intensificando gli scambi con l ‘ occidente . Si proclamò quindi repubblica federale e concesse ampie autonomie alle sue sei regioni . In questo modo dunque , La Yugoslavia si pose come cuscinetto neutrale tra Est ed Ovest . Nel 1955 inoltre , a Bandung, ci fu una conferenza tra i vari paesi afro-asiatici non allineati , i quali proclamarono la volontà di essere ormai soggetti attivi e non più oggetti di azioni politiche e la possibilità di una pacifica convivenza tra sistemi politici e sociali diversi .
L’ONU
Di matrice soprattutto americana, fu anche l’ispirazione di base dell’organizzazione delle nazioni unite –ONU-, creata nella conferenza di S.Francisco in sostituzione della screditata Società delle Nazioni, con l’obbiettivo di salvare le generazioni future dal “flagello della guerra” e di impiegare “strumenti internazionali per promuovere il progresso economico e sociale di tutti i popoli”.
Con l’evolversi del processo di contrapposizione dei due blocchi, l’ONU restò schiacciata dallo scontro tra USA e URSS ed il suo potere venne notevolmente ridimensionato. In molte delle più spinose questioni internazionali, l’ONU venne sistematicamente scavalcata dalle decisioni delle grandi potenze.
La politica del terrore e la corsa agli armamenti
Nel 1945 il primato atomico americano finì. Fu proprio questo infatti, l’anno in cui l’URSS riuscì a costruire la sua prima bomba atomica.
LA fine del monopolio atomico americano colse di sorpresa i governi occidentali e mutò radicalmente le prospettive delle relazioni internazionali.
Improvvisamente lo scontro ideologico e politico sembrò potersi trasformare in un aperto conflitto nucleare.
Tutti, a Ovest come ad Est, avevano la sensazione di una imminente catastrofe e ciò rendeva ancora più difficile i rapporti tra i due blocchi.
Le tecnologie cui si era arrivati da ambo le parti, infatti, erano tali da potersi annientare istantaneamente a vicenda.
Paradossalmente però, la consapevolezza dell’enormità del potenziale distruttivo delle armi accumulate da ambo le parti, impedì di fatto lo scoppio di un conflitto nucleare aperto. Tale fenomeno prese il nome di politica della “ deterrenza “.
Nel 1952 intanto, gli USA riconquistarono la supremazia nucleare con la costruzione della prima “ bomba H “, la bomba all’idrogeno, che aveva una potenza distruttiva mille volte superiore a quella della bomba di Hiroshima.
Pochi mesi dopo i sovietici ottennero gli stessi risultati.
Nessuno dei due paesi aveva però interesse a combattere una guerra nucleare sul proprio territorio e perciò un eventuale scontro diretto si sarebbe potuto svolgere soltanto in Europa, vista la sua posizione strategica e viste le ancora insufficienti tecnologie per il trasporto delle bombe di cui disponevano i due blocchi.
Conseguenza di questo fu il fatto che i paesi europei membri della NATO affidarono a Washington ogni decisione sulla loro difesa.
La corsa agli armamenti era ormai cominciata.
Sia USA che URSS cominciarono a investire gran parte dei loro capitali nella ricerca e nella costruzione di armi sempre più nuove e più potenti.
Gli USA ,comunque, mantennero sempre una certa superiorità tecnologica, superiorità che venne seriamente minacciata nel 1957 con la messa in orbita da parte dei sovietici dello “ Sputnik “ .
Lo Sputnik era il primo satellite artificiale in orbita attorno alla terra , ma la sua importanza, agli occhi degli occidentali, consisteva soprattutto nel fatto che ora i sovietici avrebbero potuto disporre di propulsori in grado di lanciare missili dal suolo russo direttamente sul territorio americano.
In risposta allo Sputnik gli USA lanciarono nel 1958 il loro primo satellite orbitale : l’ Explorer.
Nel 1961 seguirono all’Explorer i primi missili intercontinentali americani : gli Atlas , cui si aggiunsero poi i primi sottomarini a propulsione nucleare, non intercettabili ed in grado di restare in immersione per parecchi mesi, percorrendo migliaia di chilometri.
Dal ’45 agli anni ’90, sono state costruite più di 130 mila testate nucleari , 75 mila dagli americani, 55 mila dai russi.
Secondo una stima pubblicata nel 1995 nel “ Bullettin of the atomic scientists’ “, gli USA da soli hanno speso dal 1940 ad oggi circa 3900 miliardi di dollari per i loro programmi nucleari. L’URSS probabilmente spese una cifra confrontabile il che, insieme con le spese delle potenze nucleari “minori” ( Francia, Gran Bretagna, Cina, Israele, India e Pakistan ), porta la spesa complessiva a qualcosa nell’ordine dei 9000 miliardi di dollari ( equivalente a nove volte il PIL annuo attuale italiano ).
Un esempio significativo della distorsione economica e sociale prodotta dalla corsa agli armamenti è stata la creazione in Russia di intere città chiuse al mondo esterno e dedicate alla produzione di materiale fissile e di altri prodotti per le armi nucleari. La popolazione totale di queste città chiuse ha superato le 700 mila unità.
“ Le armi nucleari costituiscono dunque un fenomeno unico nella storia dell’umanità : mai così tante energie sono state dedicate allo sviluppo, alla produzione e all’installazione di sistemi d’arma che, per circa 50 anni sono stati solo accumulati senza mai essere utilizzati.”
Il Mondo tra spie e “ caccia alle streghe “
A est come a ovest, la propaganda politica anticomunista da una parte, dall’altra la condanna del capitalismo di cui si prevedeva il prossimo declino, assunse una posizione di grande rilievo.
In entrambi i blocchi , paure irrazionali e cecità politica sfiorarono il fanatismo.
Problemi interni al blocco occidentale :
Ad Ovest, e soprattutto negli USA , potenti interessi industriali premevano affinché le spese militari fossero incrementate.
Al nome del senatore americano McCarthy, sono legate pesanti misure repressive che portarono all’estromissione dal pubblico impiego tutti i sospetti simpatizzanti comunisti ( una vera “caccia alle streghe“) e alla repressione delle minoranze, a partire dai neri, potenzialmente sovversive. Per alcuni anni fu addirittura vietata la proiezione dei film di Chaplin rei di tendenze filo comuniste. Tale fenomeno prese appunto il nome di “ Maccartismo “. Quasi ad emblema di quegli anni, è rimasta la condanna a morte e l’esecuzione di due innocenti, i coniugi Rosenberg, accusati di spionaggio a favore dei sovietici.
In Germania occidentale inoltre, gli alleati abbandonarono ben presto i loro programmi di denazificazione e adottarono una silenziosa politica di reintegrazione degli ex collaboratori del regime nazista in modo tale da poterne sfruttare le conoscenze contro il nuovo pericolo comunista.
Un caso eclatante fu l’accoglienza che gli americani riservarono all’ingegner Werner von Braun, l’inventore dei famigerati V2, i missili con i quali Hitler aveva bombardato Londra durante la II guerra mondiale.
Nel caso in cui inoltre, partiti comunisti o comunque filo sovietici fossero saliti al potere nei paesi del blocco occidentale, gli americani avrebbero provveduto al sabotaggio di tale governo ( mediante organizzazioni di spionaggio come la Cia ) avvalendosi anche, se necessario, dell’uso delle armi ( come accadde ad esempio a Panama ). In Germania il partito comunista venne posto fuorilegge, mentre in Gran Bretagna, Francia e Italia i partiti comunisti presero il sopravvento.
Problemi interni al blocco comunista:
Nel blocco orientale, i partiti comunisti, persino laddove erano in maggioranza, mortificarono la loro egemonia imprigionandola in forme di governo autoritarie, povere di dialettica politica, criminalizzando le manifestazioni di dissenso, dietro le quali si sospettava l’esistenza di trame destabilizzatrici “capitaliste”.
Per quasi un decennio, si sgranò un’interminabile serie di processi contro oppositori interni veri o presunti tali, non di rado le confessioni estorte a vittime innocenti furono funzionali alla lotta politica, interna agli apparati politici comunisti.
Ogni tentativo di riforma fu duramente represso .
Fulgido esempio ne furono gli scontri avvenuti a Budapest nel 1956.
Le frange comuniste più democratiche, attraverso l’insurrezione popolare, riuscirono ad imporre un nuovo governo guidato da Imra Nagiy, il quale si staccò dal patto di Varsavia proclamando la neutralità dell’Ungheria.
Le truppe sovietiche presenti sul territorio furono costrette ad uscire dai confini ungheresi.
Cogliendo il pretesto dell’incapacità del Governo Nagiy di far fronte ai tentativi di controrivoluzione in atto, Kadar, Segretario del Partito, egli pure antistalinista ed inizialmente favorevole a Nagiy, costituì un nuovo governo; una delle prime misure fu la richiesta di intervento delle truppe del Patto di Varsavia che soffocarono nella violenza il tentativo di liberalizzazione del socialismo ungherese.
Nel 1968 inoltre ci fu la famosa “primavera di Praga”
“Non erano la Cina di Mao né la Cuba di Castro, i modelli e i simboli che mobilitarono le masse cecoslovacche, ma il maturo convincimento che era necessario andare avanti nell’umanizzazione della società: questo era l’aneddoto bruscamente interrotto dopo il 1968; combattevano per mettere l’uomo al centro della Società e non certo interessi del capitale o del partito”.
Tutto cominciò nel gennaio del ’68 quando il nuovo segretario del Partito Comunista Dubcek cercò di rinnovare il sistema economico e politico del suo Paese. Egli si proponeva di affermare un socialismo più aperto rispetto agli altri socialismi dell’epoca. C’era voglia di giustizia, libertà e democrazia e per questo si accettò la presenza di nuovi partiti e si incentivò la libertà di stampa e di opinione.
Grazie a questo nuovo socialismo dal volto più umano la Cecoslovacchia conobbe un periodo di grande fermento intellettuale, anche se le proposte governative non vollero mai mettere in discussione la posizione del Paese all’interno del Sistema Sovietico.
L’URSS però preoccupata degli effetti contagiosi che questa nuova situazione avrebbe potuto portare negli altri Paesi del blocco, decise di inviare in Cecoslovacchia le proprie truppe.
Il 21 agosto del ’68 truppe sovietiche entrarono a Praga, arrestarono prima e isolarono politicamente poi, dirigenti del Governo e gran parte degli intellettuali che lo avevano appoggiato. Reinstallarono poi un Governo comunista di stampo tradizionale.
Questa azione contribuì ulteriormente all’appannamento dell’immagine dell’URSS. Essa infatti venne duramente contestata da gran parte dei partiti comunisti del mondo.
La politica estera dei due blocchi
Il fenomeno della “deterrenza” ebbe come conseguenza lo spostamento in zone periferiche della conflittualità che esisteva tra i due blocchi.
Iniziò così, alla fine degli anni ’40 una serie interminabile di conflitti locali dietro i quali si collocavano più o meno visibilmente le due superpotenze.
La guerra di Corea
Uno dei conflitti che più fece restare il mondo col fiato sospeso fu la guerra in Corea. La Corea era divisa, a livello del 38° parallelo, tra un nord legato geograficamente, economicamente e politicamente a URSS e Cina e un sud proiettato verso il non lontano Giappone e area fondamentale per la strategia militare americana.
Nel giugno del 1950, le forze nord coreane armate dai sovietici invasero il sud del paese.
Di fronte a quella che appariva una clamorosa conferma delle mire espansionistiche sovietiche, gli USA reagirono inviando in Corea un forte contingente militare mascherato sotto la bandiera dell’ONU.
Gli americani riuscirono a respingere i nord coreani e a oltrepassare addirittura il 38° parallelo.
A questo punto però, sentendosi minacciata, intervenne nel conflitto anche la Cina di Mao in difesa dei comunisti, inviando un massiccio corpo di “volontari”. Le forze comuniste riuscirono così a rientrare nuovamente nei territori del sud.
Le forze americane, sotto il comando del generale Mc Arthur, furono tentate di usare nuovamente la bomba atomica, ma per il timore di un conflitto mondiale nucleare non se ne fece nulla.
Nell’aprile del ’51 Truman accettò di aprire le trattative con la Corea del Nord. I negoziati si trascinarono a lungo concludendosi solo nel ’53 con il ritorno alla situazione precedente alla guerra ( confine lungo il 38° parallelo ).
Con la guerra di Corea, gli USA accrebbero la loro sensibilità verso le minacce espansionistiche sovietiche nel Pacifico e rafforzarono quindi i legami militari con i loro alleati asiatici ed europei.
La crisi di Cuba
All’inizio del 1959, un movimento rivoluzionario guidato da Fidel Castro ed Ernesto “Che” Guevara, poneva fine alla dittatura di Fulgenico Batista, sostenuta dagli americani. Il progetto di Castro si proponeva una politica di riforme di stampo popolare ma le ostilità dimostrate dagli USA nei confronti della rivoluzione, spinsero Cuba a stringere rapporti sempre più stretti con la lontana Russia.
Il I dicembre ’61 Cuba si dichiarò repubblica democratica socialista.
La Russia diventò il principale partner economico di Cuba e tutte le imprese dell’isola vennero nazionalizzate.
All’inizio del suo incarico, il presidente americano Kennedy tentò di soffocare il regime socialista cubano sia boicottandolo economicamente ( l’embargo contro Cuba è ancora in vigore ) sia appoggiando i gruppi di esuli anti-castristi che tentarono nel 1961 di sbarcare nella “baia dei porci” per raggiungere l’Avana e rovesciare il regime castrista.
L’azione però fallì miseramente soprattutto grazie al mancato appoggio del popolo agli anti-rivoluzionari.
Nella tensione così creatasi, si inserì l’Urss che non solo offrì ai cubani assistenza economica e militare, ma iniziò l’installazione sull’isola di basi per il lancio di missili nucleari. Gli USA scoprirono ciò solo nel ’62 e Kennedy ordinò subito un blocco navale attorno a Cuba per impedire che navi russe raggiungessero l’isola.
Per sei terribili giorni ( 16-21 ottobre )il mondo fu nuovamente vicino ad un conflitto atomico ma alla fine il primo ministro russo Krusciov cedette e si accordò con Kennedy per il ritiro dei missili in cambio dell’impegno americano a non invadere l’isola.
Vietnam : “una sporca guerra”
Una delle conseguenze della II guerra mondiale fu l’emancipazione dei popoli colonizzati. Gli anni fra il 1947 e il 1962, videro compiersi, spesso con violenti contrasti, la dissoluzione degli imperi coloniali di Gran Bretagna, Francia, Belgio e Olanda.
In particolare l’Indocina, dove movimento di liberazione guidato dal capo comunista Ho-Chi-Minh si oppose al ritorno della Francia dopo la fine della guerra, la lotta fu dura e sanguinosa.
Il conflitto che ne seguì si protrasse per otto anni ( ‘46-‘54 ) e alla fine la Francia dovette abbandonare le sue colonie in Asia.
L’Indocina venne smembrata tra gli stati di Laos, Cambogia e Vietnam.
Quest’ultimo venne ulteriormente diviso tra Vietnam del nord, retto da un regime comunista, e Vietnam del sud, governato da un regime dittatoriale sostenuto dagli USA.
Dopo il 1954 la situazione tra i due Vietnam si fece molto tesa.
Nel sud tra ’57 e ’59, si organizzò un movimento di guerriglia - i “Vietcong” - contro la dittatura, guerriglia che venne appoggiata dal governo comunista del nord ( e quindi anche da URSS e Cina ).
Ne nacque una sanguinosa guerra civile in breve tempo complicata dall’intervento militare degli USA nel sud del paese.
Nonostante l’impiego di ingenti forze terrestri e aeree ( specialmente durante la presidenza Jhonson ), gli americani non riuscirono a risolvere il conflitto con la forza e la lotta si trascinò per anni, fino al 1974 quando, in seguito ad una grande offensiva lanciata dai nord vietnamiti, l’intero paese cadde nelle mani dei comunisti.
Il conflitto, che alla fine si risolse dunque con la sconfitta degli americani, aveva conosciuto, durante tutto il periodo del suo svolgimento, una fortissima opposizione da parte dell’opinione pubblica sia di sinistra che di destra.
I motivi della guerra, infatti, secondo l’opinione pubblica non erano sufficienti a spiegare gli altissimi costi economici ma soprattutto umani del conflitto. Senza contare poi che essa apparve a molti come una guerra ingiusta (“una sporca guerra”) perché contraria al diritto di auto determinazione dei popoli.
Gli uomini della coesistenza pacifica
Tre uomini, soprattutto, diedero consistenza alle prospettive di coesistenza pacifica tra i regimi di tipo borghese e di tipo comunista: il sovietico Kruscev, il neo presidente americano Kennedy e Giovanni XXIII papa dal 1958.
Nel 1953 Stalin era morto e con la sua morte iniziarono a dissolversi, pur tra numerose contraddizioni, quel clima cupo, quella rigidità burocratica, quella pesantezza ideologica che avevano connotato la politica del segretario generale del PCUS ( partito comunista russo ).
Kruscev impresse una vigorosa spinta alla politica di riapertura e delle riforme.
In quegli anni il Cremlino avviò una certa decentralizzazione delle decisioni economiche, privilegiò lo sviluppo dell’industria produttrice di beni di consumo rispetto a quella pesante.
In sostanza, Kruscev volle interpretare il confronto tra i due blocchi soprattutto in chiave di competizione economica fra i due sistemi: la vittoria sarebbe andata a quella capace di assicurare al popolo il più alto grado di benessere e di giustizia sociale.
Kruscev ebbe anche il coraggio di denunciare al mondo intero, durante il XX congresso del PCUS del ’56 gli errori e i crimini commessi dal suo predecessore Stalin:” Compagni! Il culto della personalità ha causato la diffusione di principi errati nel lavoro del partito e nell’attività economica, ha portato alla violazione delle regole della democrazia interna al partito e dei soviet …,a deviazioni di ogni sorta che dissimulavano le lacune e coprivano la verità”.Grazie a Kruscev il clima culturale in URSS si fece più vivace.
John Fitzgerald Kennedy, successore di Eisenhower, fu il più giovane presidente degli USA e fu anche il primo cattolico a entrare alla Casa Bianca.
In politica interna, Kennedy avviò un forte incremento della spesa pubblica destinata in parte a programmi sociali, in parte alle esplorazioni spaziali e in parte alla reintegrazione raziale di quegli stati del sud che ancora praticavano forme di discriminazione contro i neri.
La politica estera di Kennedy fu caratterizzata da una linea ambivalente, da una parte vi fu un atteggiamento di apertura e disponibilità al confronto dialettico con l’URSS, dall’altra però rimase una ferrea intransigenza per quanto riguardava gli interessi americani nel mondo.
La questione di Cuba fu un chiaro esempio di questo nuovo clima che seppur teso si risolse col ritorno al dialogo.
Giovanni XXIII, papa dal 1958, ebbe il merito di rinnovare l’atteggiamento sociale e la politica internazionale della chiesa e favorì, col Concilio Vaticano II, il riavvicinamento delle varie religioni che si richiamavano alla predicazione cristiana. Con l’enciclica “Pacem in terris” egli sostenne nel 1963 “l’imprescindibile necessità della pace per il cammino illuminato e costruttivo della civiltà umana”.
Il problema della Germania
Quando la II guerra mondiale finì, la Germania era ridotta da un enorme campo di macerie. I tedeschi erano come paralizzati dall’incubo del passato e dalle insicurezze del futuro, sarebbero stati i vincitori della guerra a decidere il loro futuro.La volontà delle potenze vincitrici era di impedire alla Germania, una volta per sempre, di diventare nuovamente una forza politica ed economica che potesse trascinare il mondo in un'altra guerra mondiale. Il primo compromesso cui esse arrivarono perciò fu di dividere la Germania in quattro zone occupate ed amministrate da americani, russi, inglesi e francesi.
L’URSS cominciò immediatamente a ricostruire la Germania secondo i suoi piani di “riparazione”.
Gli americani invece, cominciarono ad organizzare aiuti per la Germania secondo il piano Marshall, affinché questa potesse diventare l’avamposto USA contro l’Unione Sovietica.
Anche la Germania diventò quindi oggetto della guerra fredda e non ebbe né la forza né la possibilità di sottrarsi alla dominazione e alla concorrenza delle due superpotenze.
La vita quotidiana dei tedeschi era dominata dalla fame e dalla miseria, i soldi avevano perso qualsiasi valore ed i prezzi non si calcolavano più in marchi ma in sigarette americane. Per rafforzare economicamente i territori tedeschi da loro controllati, americani, inglesi e francesi decisero di sorpresa di introdurvi una nuova moneta: il nuovo Marco.
Le potenze occidentali però non si erano accordate con l’amministrazione russa riguardo alla nuova valuta tedesca.
In risposta a ciò, i russi, bloccarono ogni accesso alla parte occidentale di Berlino controllata dagli ex alleati.
Per dieci mesi gli occidentali organizzarono allora un ponte aereo per rifornire Berlino ovest di viveri e beni di prima necessità.
Alla fine i sovietici si arresero, ma avevano perso più di una battaglia: gli USA ora erano diventati i garanti della sicurezza mondiale mentre i sovietici cominciarono a perdere le simpatie internazionali nei loro confronti.
Il blocco di Berlino fu il colpo di grazia per chi sperava ancora nell’unità della Germania. Pochi mesi dopo la fine del blocco, furono creati due stati tedeschi: la Repubblica Federale (RFT) ad ovest e la Repubblica Democratica (DDR) ad est. La divisione era il prezzo che la Germania doveva pagare per aver scatenato la più grande guerra che l’umanità avesse mai visto.
Nel corso degli anni ’50 la Germania Ovest conobbe un fortissimo boom economico, mentre la parte orientale faceva molta fatica a riprendersi.
Per tutti gli anni ’50 quindi centinaia di migliaia di persone, specialmente giovani tecnici e laureati fuggirono dall’Est all’Ovest aumentando così le difficoltà economiche della DDR.
Nelle prime ore del 13 agosto del ’61, le unità armate della DDR interruppero tutti i collegamenti tra le due Berlino e costruirono un muro insuperabile che attraversava tutta la città.
Non solo a Berlino, ma in tutta la Germania, il confine diventò una trappola mortale. I soldati ricevettero l’ordine di sparare su tutti quelli che cercavano di attraversare il confine. Negli anni a venire quest’ultimo venne attrezzato con macchinari sempre più terrificanti: mine antiuomo, filo spinato con corrente ad alta tensione ed addirittura impianti che sparavano automaticamente su tutto ciò che si muoveva attorno a loro.
La costruzione del muro, che diventò ben presto il simbolo della guerra fredda, destò grande scalpore ovunque ma le reazioni del mondo politico tedesco ed internazionale furono molto strane.
La costruzione del muro dopotutto era vista come una soluzione brutta ma tutto sommato accettabile, vista la situazione creatasi a Berlino, che negli anni precedenti era diventata sempre più instabile e pericolosa.
Quell’anno 1989 fu un anno drammatico
I cambiamenti democratici, le piccole rivoluzioni nell’ economia e nella politica in Polonia, in Ungheria e nell’URSS riempivano ogni giorno i giornali di tutta Europa, una notizia sensazionale dall’Europa dell’ est seguiva l’ altra, solo nella DDR il tempo sembrava essersi fermato. Visto che il tentativo di lasciare la DDR in direzione ovest equivaleva ancora ad un suicidio, la gente si inventò un’altra strada.
All’improvviso Praga, Varsavia e Budapest diventarono le città più amate da molta gente della DDR, non per la bellezza dei loro monumenti ma perchè qualcuno aveva capito che le ambasciate della Germania Federale in queste città, erano il territorio occidentale più facilmente accessibile.
Ma il colpo decisivo all’esistenza della DDR avveniva anche questa volta in un modo del tutto insolito e inaspettato.
L’ Ungheria, che era forse il paese più avanzato per quanto riguarda le riforme democratiche fece un passo che doveva portare in soli due mesi alla caduta del muro di Berlino.
Il 10 settembre aprì i suoi confini con l’Austria.
Decine di migliaia di tedeschi dell’est erano già affluiti in Ungheria nei giorni precedenti in attesa di questo evento, e le immagini della gente che, ancora incredula e piangente, assisteva alla rimozione del filo spinato tra Ungheria e Austria fecero il giro del mondo.
Il governo della DDR aveva disperatamente cercato di impedire questa decisione, ma la prospettiva di una migliore collaborazione con l’ovest, era per gli ungheresi era più importante della solidarietà ideologica con la DDR.
Nell’ottobre del 1989 gli eventi nella DDR precipitarono. Sotto la pressione delle manifestazioni di massa e del flusso sempre crescente di persone che lasciavano il paese, molte amministrazioni comunali si sciolsero e furono sostituite da organi ai quali partecipavano per la prima volta anche gruppi di opposizione.
Quando la sera del 9 novembre un portavoce del governo della DDR annunciò una riforma molto ampia della legge sui viaggi all’estero, la gente di Berlino est la interpretò a modo suo: il muro doveva sparire. Migliaia di persone stavano all’est davanti al muro, ancora sorvegliato dai soldati, ma migliaia di persone stavano aspettando anche dall’altra parte del muro, all’ovest, con ansia e preoccupazione. Nell’incredibile confusione di quella notte, qualcuno ,e ancora oggi non si sa esattamente chi sia stato, aveva dato l’ordine ai soldati di ritirarsi e, tra lacrime ed abbracci, migliaia di persone dall’est e dall’ovest, scavalcando il muro, si incontravano per la prima volta dopo quarant’anni. Il muro era caduto ma esistevano ancora due stati tedeschi, due stati con sistemi economici e politici completamente diversi. Tutta l’organizzazione della vita pubblica era diversa. Adesso la libertà tanto a lungo desiderata c’era, mancava però il benessere e la gente dell’est non voleva più aspettare: infatti, dopo la caduta del muro il flusso dall’est all’ovest non diminuì, ma anzi aumentò. Dopo le prime elezioni nel marzo 1990 la DDR aveva finalmente un governo democraticamente legittimato, ma la fiducia nel proprio stato stava scendendo a zero. Si diffondeva uno stato di quasi anarchia e l’economia stava crollando verticalmente. Nella DDR cominciò a regnare il caos. Dopo pochi mesi la riunificazione non era più una possibilità, ma una necessità, era diventata l’unico modo per fermare il degrado dell’est. Ma riunire due stati non è così facile e nel caso della Germania si doveva considerare anche il fatto che la DDR faceva ancora parte di un sistema di sicurezza militare e di un’alleanza con l’Unione Sovietica e che anche la Germania Federale a questo riguardo non poteva agire senza il consenso degli ex-alleati della Seconda Guerra Mondiale. Questo rendeva la riunificazione un problema non solo nazionale ma internazionale e solo dopo trattative non facili tra USA, URSS, Francia e Gran Bretagna e dopo il “sì” definitivo di Gorbaciov, la strada per la riunificazione era libera. Il 3 ottobre del 1990, i due stati non furono riuniti, ma uno dei due stati, cioè la DDR, si auto scioglieva e le regioni della DDR furono annesse in blocco alla Repubblica Federale.
Nessun politico dell’ovest può reclamare alcun merito concreto per quanto riguarda gli eventi che portarono alla riunificazione. Gli unici politici che in un certo modo hanno contribuito a iniziare o ad accelerare il processo della riunificazione della Germania erano Gorbaciov, che con la sua politica ha reso possibile tutto quello che successe, e il governo dell’Ungheria, che nell’agosto dell’89 prese la coraggiosa decisione di aprire i confini con l’Austria e con ciò diede inizio a una valanga inarrestabile che portò in pochissimo tempo alla caduta del muro di Berlino.
“Vento di cambiamenti” in URSS
Il ventennio che va dal 1965 al 1985, in Unione Sovietica, fu un periodo di conservatorismo politico di "stagnazione", come dirà poi Michail Gorbaciov, vi era una situazione di totale immobilità. A partire da Breznev si erano tenuti orientamenti rigidamente conservatori, perchè c'era la convinzione che il sistema sovietico non fosse riformabile. La crisi dell'URSS ed il suo indebolimento sulla scena internazionale erano così evidenti che, il 12 marzo 1985, M.Gorbaciov fu nominato Segretario Generale del PCUS con il compito preciso di portare una ventata di rinnovamento al sistema. Pertanto, una volta insediatosi, sulla base di una situazione che richiedeva soluzioni immediate e radicali, decise che era necessario uno sforzo a livello nazionale: bisognava cambiare il regime di accumulo ed il metodo di controllo economico, si doveva raccogliere la sfida estera, liberare l'economia e la società dagli strascichi dello stalinismo,e del peso del sistema amministrativo istituito negli anni '30. La riforma doveva arrivare dall'alto. Il gruppo dirigente lanciò quindi tre parole d'ordine: GLASNOST (trasparenza); USKORENIE (accelerazione), appello ad un'accelerazione dello sviluppo economico; infine PERESTROJKA (ristrutturazione), che avrebbe portato alla destrutturazione ed alla trasformazione del sistema sovietico. I concetti che si nascondevano dietro le tre parole non erano nuovi; "quello che appare nuovissimo e inedito è però il tentativo di coniugare simultaneamente, per la prima volta all'interno dell'universo comunista, la perestrojka con la glasnost: ovvero il riformismo economico, che il primo dei due termini auspica e promette, con la liberalizzazione politica e civile alla quale il secondo più ambiguamente allude. La rivoluzione di Gorbaciov cominciò da quella che, ancora oggi, rappresenta la maggiore acquisizione dall'epoca di Stalin, ovvero la libertà di espressione. Diventava perciò possibile avere ragione sul Partito, la cui parola cessava di essere verità assoluta. La censura centralizzata iniziò ad indebolirsi nel 1986, per ridurre il suo ruolo al controllo delle informazioni sui segreti di stato. A partire dal 1989 venne permessa anche la critica su Lenin. Questa trasparenza non aveva però portato a miglioramenti concreti delle condizioni di vita. Dal punto di vista economico gli anni della gestione Gorbaciov sono stati disastrosi, infatti il livello di vita dei sovietici è andato sempre peggiorando, togliendo credibilità agli occhi della popolazione alle numerose riforme economiche ed al nuovo dispositivo giuridico. La perestrojka sconvolse un'economia basata su coercizione e corruzione, inoltre la mancata creazione di istituzioni giuridiche affidabili che fossero in grado di garantire il diritto di proprietà e la stipulazione di contratti regolari, che assicurassero la soluzione di contenziosi e l'esecuzione delle decisioni, impedivano l'instaurazione del libero mercato. Nonostante la rottura con i meccanismi dell'economia pianificata degli anni '30, la "ristrutturazione" non seppe fornire nuove regole del gioco, nè proporre ai lavoratori nuove motivazioni.
I cambiamenti in politica estera attuati da M.Gorbaciov sono particolarmente interessanti. Nel suo "Perestrojka, il nuovo pensiero per il nostro paese e per il mondo", il Segretario teorizzava un nuovo pensiero considerando i tre mondi (capitalista, socialista e terzomondista) integrati ed interdipendenti tra di loro, nessuno poteva prevalere sull'altro con mezzi militari: "Nel mondo contemporaneo, interdipendente e sempre più omogeneo, è impossibile il progresso di una società isolata dai processi mondiali per chiusura di frontiere e per barriere ideologiche. Ciò riguarda tutte le società, comprese quelle socialiste."(Gorbaciov). Lo scopo della nuova politica estera era di ridurre la corsa agli armamenti, i cui costi erano diventati insostenibili per l'URSS, oltre che ottenere crediti da parte dell'Occidente finalizzati alla modernizzazione del paese. Furono quindi definite tre linee d'azione fondamentali: l'attenuazione della tensione Est-Ovest attraverso un disarmo negoziato con gli Stati Uniti e la risoluzione dei conflitti regionali; l'intensificazione degli scambi commerciali con l'estero; il riconoscimento dello status quo nel mondo intero senza più privilegiare gli stati marxisti-leninisti. Gorbaciov riuscì ad imporre la propria personalità sulla scena internazionale. La rinnovata politica estera dell'Unione Sovietica, indirizzata verso la pacificazione, fu sottolineata dal consenso accordato alla riunificazione della Germania ed alla posizione assunta durante la Guerra del Golfo.
L’URSS dopo il crollo del muro di Berlino
I cambiamenti apportati dalla glasnost e dalla perestojka di M.Gorbaciov ebbero una grande influenza sui rapporti tra l'URSS ed i suoi paesi satelliti. La volontà di confinare la "ristrutturazione" del sistema socialista esclusivamente all’interno delle Repubbliche Sovietiche si scontrò con forti problemi economici e soprattutto politici, determinati dall'incerto consenso popolare che reggeva i paesi comunisti dell'Europa Orientale. L'URSS dovette rivedere in maniera radicale i propri rapporti con i paesi dell'Est, che, a causa della crisi economica degli ultimi anni, erano diventati un peso per la sua economia. Questi cambiamenti superavano di gran lunga i piani della perestrojka. I sei paesi che componevano il blocco socialista (Polonia, RDT, Cecoslovacchia, Ungheria, Romania e Bulgaria) assunsero posizioni differenti nei confronti delle riforme di Gorbaciov. Da un lato Polonia ed Ungheria dove governo e società erano determinati ad appoggiare il leader del Cremlino, sapendo che le riforme sarebbero andate ben oltre quelle tentate in Unione Sovietica. Dal lato opposto vi erano i governi di Cecoslovacchia, Romania, Bulgaria e RDT, che senza il consenso popolare, avevano deciso di contrastare la perestrojka e tutte le eventuali riforme che potevano mettere in pericolo la stabilità del loro sistema socialista. Conseguentemente alle elezioni sovietiche del 1989 esplosero rivolte in quasi tutti i paesi del blocco comunista, infatti ora che la patria del socialismo si avviava a diventare un paese democratico, i regimi dittatoriali non avevano più ragion d'essere all'interno del blocco. A partire dal "crollo del muro di Berlino" le azioni di protesta nei paesi dell'Europa Orientale si moltiplicarono, accelerando il moto riformatore. In Cecoslovacchia un forte movimento di protesta, in seguito alle numerose manifestazioni, presentò un piano riformatore che il Partito fu costretto a prendere in considerazione per cercare di salvare la situazione. Alla fine del dicembre del 1989 V.Havel diventò il presidente della Repubblica Cecoslovacca. A Bucarest la rivolta invece fu molto violenta e portò alla fucilazione del leader N.Ceausescu e di sua moglie, mentre a Sofia il Presidente bulgaro T.Zikov era costretto a dare le dimissioni. La velocità degli avvenimenti superò ogni previsione e M.Gorbaciov perse ogni controllo delle riforme nell'Europa Orientale e perfino all'interno del "suo" paese.