Storia delle crociate - ricerca

Materie:Appunti
Categoria:Storia

Voto:

2 (2)
Download:639
Data:16.04.2000
Numero di pagine:16
Formato di file:.doc (Microsoft Word)
Download   Anteprima
storia-crociate-ricerca_1.zip (Dimensione: 15.58 Kb)
trucheck.it_storia-delle-crociate--ricerca.doc     48 Kb
readme.txt     59 Bytes


Testo

Di: Cacciami
Della Croce
Landi
Radaelli

S’intendono comunemente con tal nome le guerre combattute dai popoli europei contro i musulmani dal secolo XI al XIV, con l’intento di liberare il santo sepolcro, sotto la bandiera della croce e della direzione del papato.Memorande le imprese di Pisa e Genova in Sardegna, Corsica, Africa, Sicilia, e la riconquista di quest’ultima da parte dei Normanni italiani.Alla metà del secolo XI gli stati arabi sorti intorno al califfato di Baghdad erano stati sopraffatti dai Turchi Selgiuchidi.La battaglia di Manzicerta, nel 1071, diede ai Turchi il possesso dell’Anatolia; di fronte a tale sfasciarsi della potenza araba e bizantina, l’Europa ebbe l’impressione che un terribile periodo d’invasioni si avvicinasse.Gregorio VII pesò allora ad un’azione militare in Asia Minore ed esortò i vari principi a venire in aiuto dell’impero di Costantinopli, per ricacciare i Turchi dalla Palestina e unificare le chiese cristiane sotto la direzione di Roma. La lotta con l’impero distolse Gregorio VII dal progetto; ma esso fu ripreso venti anni dopo da Urbano II.
Prima crociata.- Al concilio di Piacenza, nel marzo del 1095, in seguito alla comparsa di ambasciatori di Alessio I, imperatore di Bisanzio, fu fatto dal papa Urbano II un vivace invito ai presenti di accorrere in Oriente in soccorso dell’impero bizantino.Deus lo vult si gridò e da quel giorno fu adottata la croce rossa sulla spalla destra.Urbano II stabilì i principi fondamentali della crociata: il giuramento di partire fu considerato come inviolabile, sotto pena di scomunica, la chiesa assunse l’impegno di proteggere le famiglie e i beni dei crociati, venne stabilito che la Santa Sede avesse come suo rappresentante nella spedizione Adhelmar de Monteil, vescovo di Puy; fu indetto il ritrovo dei crociati a Costantinopoli. In Francia e in Germania sud-occidentale turbe di uomini, degli stati più bassi, si riunirono attorno a Pietro l’eremita ed ad un Gualtieri detto senza avere.Scesero lungo il Reno e il Danubio avviate a Costantinopoli, di dove, contro i consigli dell’imperatore Alessio vollero attraversare il Bosforo e avanzare verso Nicea, ma, vennero facilmente respinti dai Turchi.Nei vari paesi, i crociati si raccolsero attorno ad alcuni principi: nella regione renana, attorno a Goffredo di Buglione e a suo fratello Baldovino.Altrove, attorno ad alri signori: Ugo di Vermadois, Stefano di Blois, Roberto di Normandia, Roberto di Fiandra; i quali, attraversate le Alpi e raggiunta Brindisi, si diressero per Durazzo e Salonicco. La I crociata fu detta anche dei "pezzenti" perché composta da gente molto povera o contadina, proveniente soprattutto da Francia, Germania e ItaliaVi erano anche donne e bambini. Essi erano disarmati, non avevano né provviste. Alessio I Comneno si accontentò di chiedere ai crociati l’impegno di non devastare le province dell’impero.I crociati, dopo un tentativo di resistenza a queste condizioni fatte da Goffredo di Buglione e poi da Raimondo di Tolosa, finirono col cedere.Il 14 maggio 1097, crociati e Bizantini misero il campo sotto le mura di Nicea che, dopo un mese di resistenza, si arrese all’imperatore Alessio.Il 28 giugno1097, l’esercito latino si addentrò nell’Anatolia. I crociati entrarono nella Siria settentrionale e il 20 ottobre del 1097 erano davanti ad Antiochia.Il 2 giugno del 1098 l’occupazione della città fu compiuta.Stretti dal nemico, estenuati, affamati, i crociati trovarono nel sentimenti religioso sostegno e difesa.Boemondo, che si sentiva già sicuro signore di Antiochia, vide levarsi un terribile competitore in Raimondo, conte di Tolosa, il quale per eliminare il rivale, sostenne che si dovesse restituire Antiochia all’imperatore bizantino.La crociata parve fallita: i principi erano incerti sul da farsi; molti ritornavano in Europa.Fu merito di Raimondo di Tolosa aver salvato la spedizione: infatti, come protesta contro le tendenze conquistatrici degli altri principi, riprese da solo il viaggio verso la Città Santa.Raimondo era restio all’avanzata verso Gerusalemme che, era invece caldeggiata da Goffredo di Buglione.Il 7 giugno 1099, i crociati comparvero davanti a Gerusalemme, la città fu presa e tutti i musulmani massacrati.In Europa, intanto, era grande l’entusiasmo per la conquista della Città Santa, si organizzarono spedizioni di rinforzo.Urbano II, nel concilio di Roma dell’aprile 1099, come già in quello di Bari del 1098 esortò i cristiani ad accorrere in Oriente.Una nuova spedizione si ebbe nel 1100, di Italiani, guidati da Anselmo arcivescovo di Milano e dai feudatari lombardi, che ebbero gravi contrasti con l’imperatore Alessio I a Costantinopoli.Più utili furono i soccorsi recati da Genova, Pisa, Venezia; già nel settembre del 1099, una flotta pisana di 120 galee, comandata dall’arcivescovo Daimberto, arrivò a Laodicea.L’Arcivescovo Daimberto diventò anche patriarca di Gerusalemme.Nel 1100, una flotta genovese comparve a Laodicea e appoggiò Baldovino nell’occupazione di Arsuf di Cesarea.
Seconda crociata – la situazione dei quattro stati creati con la prima crociata, Gerusalemme, Antiochia, Edessa, Tripoli, non era facile.Le troppe cupidigie impedivano l’organizzazione di una compatta unità politica.Dall’Europa continuava l’affluenza di pellegrini ma non di crociati.Imad Ad-din zinchi, governatore di Mosul, nel 1144 attaccò la contea di Edessa e, dopo un mese di assedio, si impadronì dell’importante città.Nel 1145 Goffredo, vescovo di Langres, presentò a Luigi VII il progetto di una nuova crociata.Della predicazione fu incaricato S. Bernardo di Chiaravalle, che vinse con la robusta eloquenza ogni opposizione e scetticismo.Luigi VII e Corrado III si affrettarono a trattare con l’imperatore bizantino, Manuele I Comneno, per fare anche questa volta di Costantinopoli la base delle operazioni.I due re procedettero separatamente; primo si mosse Corrado III, scese lungo il Danubio con forse 70000 uomini.I crociati tedeschi raggiunsero il Bosforo, in mezzo a notevoli contrasti con gli elementi slavi e greci, determinati dalla diffidenza bizantina e dalle violenze crociate.Attraversando il Bosforo, i Tedeschi entrarono in territorio turco; ma rimasti senza vettovaglie e incalzati dai Turchi, furono costretti a ritirarsi con gravi perdite.Luigi XII trovò nei Balcani, le popolazioni ancora spaventate dalle rapine dei Tedeschi, ma riuscì lo stesso ad ottenere viveri ed aiuti.A Costantinopoli, fu accolto solennemente da Manuele Comneno: ma anche i rapporti fra questi due monarchi si fecero difficili per l’insistenza di molti consiglieri del re perché, abbandonato il pensiero della crociata, esso si alleasse con Ruggero II di Sicilia e si impadronisse di Costntinopoli, abbattendo l’impero bizantino.Luigi VII rifiutò il progetto e, troncate le beghe con Manuele Comneno,egli visitò Corrado III che si era ammalato dopo il disastro.Nel frattempo i crociati francesi erano arrivati ad Attalia diminuiti di numero e affranti per le fatiche, le privazioni, le epidemie e gli attacchi turchi.Luigi VII progettava di riconquistare Edessa, ma poi rinunciò alla difficile impresa e mosse verso Gerusalemme dove lo accolsero Baldovino III e Corrado III.Nel giugno, i tre monarchi si accordarono per attaccare Damasco.Ma giunti i crociati sotto Damasco il 20 luglio, subito capirono l’impossibilità di una rapida conquista.Luigi VII pensò ancora nel 1150 di ritentare l’impresa di Oriente, sempre con gli occhi fissi su Costantinopoli, col pretesto di farne un caposaldo sicuro della latinità contro gli infedeli.Ma l’ostilità dei feudatari francesi fece fallire ogni progetto.
Terza Crociata- L’ora estrema per il regno di Gerusalemme suonò quando le due potenze confinanti islamiche, Siria ed Egitto, si unirono per opera del sultano di Aleppo, Nur ed-din, e del suo generale e successore Saladino. Gli sforzi di re Amalrico I per dominare l’Egitto erano falliti. Scarsa prudenza diede motivo nel 1187 a Saladino di predicare la guerra santa contro gli Europei.Investita Tiberiade, potè a Hittin massacrare l’esercito regio venuto in soccorso da Gerusalemme (5 Luglio). Papa Gregorio VIII ordinò pubbliche preghiere, proclamò una tregua di Dio per 7 anni e predicò per mezzo dei suoi legati la crociata. Anche Federico Barbarossa e il figlio Federico fecero, il voto crociato.I due re di Francia e d’Inghilterra si intesero per una spedizione da farsi di comune accordo nella primavera del 1189; ma Enrico II morì e il figlio e successore Riccardo Cuor di Leone, accettando il progetto, lo fece rinviare al 1190.Barabarossa partì da Ratisbona l’11 Maggio del 1189, con 100.000 uomini. L’inperatore bizantino Isacco II Angelo, intimidito e anche tenuto da certi accordi con Saladino, adottò una resistenza passiva. Alla fine del Marzo 1190, i Tedeschi erano sulla costa asiatica e iniziavano la marcia verso l’Anatolia. Giunti a Iconio, nel Maggio, riuscirono a occupare la città e ad ottenere viveri dal sultano. Solo nel Luglio del 1190 i crociati francesi e inglesi si raccolsero all’appuntamento di Vezelay in Borgogna. Marciarono insieme sino a Lione; ma qui giudicarono utile dividere l’esercito e Filippo di Francia andò a imbarcarsi a Genova. Si ritrovarono a Messina nel Settembre del 1190. Riccardo Cuor di Leone tolse la possibilità di iniziare una vivace offensiva contro Saladino.Enrico VI Aveva infatti preso la croce il 31 Maggio del 1195 a Bari e riconfermato il proposito nella dieta di Worms.
Quarta Crociata- Gli scarsi risultati della III crociata provocarono il fallimento della spedizione progettata da Enrico VI, spiegano come Innocenzo III, riprendesse il progetto di un intervento armato in Oriente. Anche l’imperatore di Costantinopoli fu sollecitato perché appoggiasse le forze occidentali. Il 23 Febbraio 1200 aderirono al giuramento, Baldovino conte di Fiandra e i suoi fratelli Eustachio ed Enrico.Nel Febbraio del 1201 si strinse l’impegno fra Venezia e i rappresentanti dei crociati; il governo veneziano avrebbe tenuto pronte per il 24 Giugno 1202 le navi sufficienti per il trasporto di 4500 cavalieri, 9000 scudieri e 20000 fanti. Nel Maggio del 1201 venne a morte Teobaldo di Champagne. Alessio III Angelo dopo aver sbalzato dal trono il fratello Isacco II nel 1195, era ora insidiato dal fratello e dal nipote Alessio. Angelo decise di portarsi in occidente e nel 1201 riuscì su una nave a fuggire e a giungere ad Ancona. Bonifacio di Monferrato che dopo aver accettato la direzione della crociata stava ritornando in Italia per la via della Germania, ebbe allora le prime sollecitazioni di Alessio Angelo e di Filippo di Svevia affinchè conducesse l’esercito crociato a Costantinopoli.Verso il 20 maggio, fu firmato l’accordo e solennemente annunciata la decisione di andare a Costantinopoli.Il 25 maggio 1203 la flotta partiva finalmente per il Bosforo: il 24 giugno si giunse davanti a Costantinopoli, ma si andò a sbarcare a Calcedonia.Solo dopo il 1°luglio s’iniziarono le operazioni d’attacco.Nella notte del 7 luglio si ebbe in città un rivolgimento politico; Alessio III Angelo fuggì la popolazione riconobbe di nuovo come imperatore Isacco II Angelo.Si iniziò un periodo di aspri rapporti fra Greci e Latini. Nel Gennaio del 1204 un’insurrezione popolare abbatté Isacco II ed Alessio IV e portò al trono il capo del movimento nazionalista, Alessio V Ducas.I crociati assalirono Costantinopoli l’8 aprile, ma l’attacco fallì; lo ripeterono il 12 e questa volta con buon esito.Così la Quarta crociata si chiudeva con un esito ben differente da quello augurato cinque anni prima da Innocenzo III.
Quinta Crociata- nel 1215, Innocenzo III proclamò la V crociata e il 25 luglio1215, Federico II prese la croce di Aquisgrana, alla presenza dei legati pontifici. Il nuovo papa Onorio III incominciò a sollecitare Federico II e i vari principi per la crociata.Vi era la speranza di ottenere, occupando l’Egitto e il Cairo, il crollo di ogni resistenza in Siria, come era avvenuto in Spagna nel 1212.L’imperatore entrò a Gerusalemme nel 1229 e assunse la corona nel Santo Sepolcro.
Sesta crociata. - Allora Innocenzo IV, nel concilio di Lione del 1245, proclamò l’urgenza di una nuova crociata. Il concilio stabilì le modalità della predicazione, assegnò un ventesimo delle rendite ecclesiastiche, dichiarò i crociati esenti da ogni tributo per tre anni, proibì i tornei sanguinosi. Ma l’Europa rimase fredda, indifferente. Solo si commosse il pio re di Francia, Luigi IX, che già aveva, in uno slancio mistico, dichiarato di voler prendere la croce. Ora, nel 1245, egli rinnovò il voto. Partì da Parigi il 12 giugno 1248, e si imbarcò a Marsiglia. Anzichè rivolgere l’attacco su Alessandria, come alcuni proponevano, il re decise di muovere sul Cairo. Nel dicembre giunse ad al-Mansurah: ma, qui, nuovamente, la crociata fu paralizzata. L’8 febbraio 1250, s’impegnò attraverso ai canali una battaglia vivacissima che, perduta, costrinse i crociati a trincerarsi nell’accampamento. Un tentativo per liberarsi dal blocco e ritirarsi portò a una nuova e più grave sconfitta. Anche il re venne fatto prigioniero coi fratelli suoi (6 aprile).Lunghe trattative avvennero per il riscatto. Sgombrato l’Egitto, i resti dell’esercito furono condotti a San Giovanni d’Acri (maggio 1250). Il re vagheggiava una ripresa d’armi, sebbene i suoi baroni fossero ostili e la madre Bianca di Castiglia lo sollecitasse a tornare. Le richieste di aiuto, che il santo re fece in Europa, non ebbero eco: il papa lottava contro l’imperatore; il re d’Inghilterra proibì ogni predicazione di crociata; nella Francia vi fu un movimento anarcoide, detto dei pastorelli, presto svanito. Quando Luigi IX ebbe notizia della morte della madre, si rassegnò a ritornare in Francia (1254).
Settima crociata. - I Latini di Siria rimasero, dopo la partenza di Luigi IX, con le sole loro poche forze e con le loro rivalità. Ancora una volta, dopo innumerevoli sconfitte e perdite di città, cercò il papato, con Clemente IV, di risvegliare l’entusiasmo religioso. E Luigi IX nuovamente acconsentì a pigliare la croce (24 marzo 1267). V’era però molta freddezza in Francia. Il fratello del re, Carlo I d’Angiò re di Sicilia, pensava piuttosto a una spedizione a Costantinopoli, per risuscitare l’Impero latino. Luigi IX lo costrinse a seguirlo nella crociata. Si tentò questa nella speranza che la conversione di quel principe al cristianesimo potesse procurare alleati e aiuti contro l’Egitto. Ma la speranza si dimostrò illusoria. I nemici rimasero nemici. Divampò, fra i crociati, la peste della quale il 25 agosto moriva lo stesso Luigi IX. Si fece, allora capo della spedizione Carlo d’Angiò. La crociata fu rinviata a tre anni; ma nessuno più se ne occupò. Gregorio X la predicò nel nuovo concilio di Lione del 1274. Tutti si crociarono, Rodolfo d’Asburgo, Carlo d’Angiò, il re d’Aragona, il re di Francia: ma nulla si fece. E senza aiuti, cadevano gli ultimi centri latini di Siria.
Progetti e tentativi di crociata nei secoli XIV e XV. – A poco a poco, la questione della Terra Santa s’allontana e l’attenzione si concentra sul nuovo Impero turco-osmanico che si forma dall’Anatolia alla Tracia: minaccia più vicina e più grave per l’Europa.Così nel ‘300 numerosi principi si propongono di partire per la crociata; ma pochi mantengono la promessa. I più, ne fanno un pretesto per trarre quattrini dai sudditi. Ci pensava anche Filippo IV di Valois, re di Francia, quando scoppiò la guerra dei Cent’anni. Non meno, naturalmente, i papi. Nel 1308, Clemente V affida ai Cavalieri gerosolimitani il compito di dare la caccia alle navi musulmane nei mari di Levante e ripetutamente proibisce - ma sempre invano -, pena la scomunica, il commercio dei cristiani coi paesi islamici. Nel 1361, Pietro I di Lusignano, re di Cipro, sbarca a Satalia e l’anno dopo viene in Europa a cercare aiuti. Molti principi, fra i quali il re di Francia, giurano di partire: ma nessuno parte, e il 27 giugno 1365 Pietro di Lusignano deve ritornarsene solo. Tuttavia, arditamente sbarca ad Alessandria e la occupa.Sbarca nuovamente, nel 1367, a Tripoli, a Tortosa, a Laodicea, minacciando le relazioni marittime fra Siria ed Egitto. Intanto, Amedeo VI di Savoia, che aveva giurato nel 1364 di portare aiuto all’Impero bizantino, d’accordo con l’Ungheria. Prende terra a Gallipoli e ne ricupera il castello, occupato anni addietro dai Turchi. Ma la spedizione fallisce, essendo l’imperatore bizantino prigioniero di Bulgari.Più grave preoccupazione desta in Europa l’avanzata turca nei Balcani. Nel 1396, un piccolo esercito francese, comandato da Giovanni senza Paura, figlio del duca di Borgogna, va in Ungheria per aiutare re Sigismondo. Ma a Nicopoli, sul Danubio, i crociati sono massacrati o fatti prigionieri dal più forte avversario. Nel 1443, una nuova crociata, diretta dal cardinale Legato Cesarini: Murad è battuto e Sogia occupata. Ma a Varna, grave sconfitta. Intanto, cade Costantinopoli (453) e l’Europa è invasa da una commozione profonda. Callisto III papa, protesta di voler tutto sacrificare, pur di cacciare l’Islãm da Costantinopoli, e il 15 maggio pubblica una bolla per la crociata e ordina la costruzione di una flotta; ma gli stati europei se ne disinteressano. Pio II nel 1459 convoca un congresso di principi a Mantova e pensa all’imperatore, come naturale capo dell’esercito crociato. Ma nel 1462, decide di guidare personalmente la spedizione; fa poi lega con Venezia e con Borgogna, convoca i crociati ad Ancona per la partenza.Tutto invano: nessuno si presenta, e Pio II muore angustiato (15 agosto 1464). Paolo II pensò, poi, di riprendere il progetto; Alessandro VI bandì la crociata il 1° giugno 1500 e diede sussidi all’Ungheria. Alla crociata tornò a pensare Leone X, di fronte all’ingigantire della potenza turca: e si rivolse nel 1516; si passò alla predicazione solenne della crociata. Ma la questione dell’elezione imperiale, nel 1519, fece passare in seconda linea la crociata. Non solo le grandi monarchie d’Europa erano volte ai loro problemi interni e alle loro lotte di predominio europeo, ma anche la Turchia stava per diventare una grande potenza, temuta e, qualche volta, ammirata come un modello di assolutismo.
L’importanza storica delle crociate. - Nella storia dell’Europa medievale le crociate significano un momento di decisiva importanza: il momento cioè del risveglio dell’Europa cristiana che, arretrata nei secoli VIII e IX di fronte all’invasione araba, reagisce ora con una violenta offensiva contro l’Oriente musulmano.Fattore decisivo, per tale ripresa, fu senza dubbio alcuno l’elemento religioso; e se è vero che a spingere i crociati verso l’Oriente intervennero anche altri motivi, d’altro genere, non è meno certo che il potente soffio della parola di Dio costituì la molla decisiva, la sola, anzi, che potesse accendere veramente nel cuore delle moltitudini l’entusiasmo necessario per realizzare l’impresa. E se nelle crociate successive, particolarmente nella quarta, il sentimento religioso pare offuscato o addirittura conculcato dall’amor del guadagno, dalla sete di avventura, dall’avidità di dominio di cui i crociati danno prova, nella prima crociata la fede e l’amore in Cristo costituiscono realmente il nocciolo vivo dell’epopea.In ciò Urbano II e i promotori della crociata trovavano fortunatamente il terreno ben predisposto. La riforma cluniacense, soprattutto, aveva, un pò in tutta l’Europa occidentale, irrobustite le coscienze, riacceso l’ardore religioso, temprata la volontà dei fedeli ad un nuovo insegnamento di austerità e di vigoria; e le stesse vicende della lotta per le investiture, esacerbando le passioni, avevano creato un clima morale di sì accesa passionalità, che l’appello ad armarsi per la liberazione del sepolcro di Cristo fu come lo sbocco finale in cui confluì il sentimento religioso, approfondito, rafforzato negli ultimi decenni del secolo: epilogo grandioso di un grandioso movimento di riforma religiosa.Ma il movimento non rappresentava soltanto il trionfo della fede cristiana. Qualche altro fattore, più terreno e, se si vuole, meno puro, interveniva anch’esso a rendere possibile quel vasto esodo di uomini verso le terre di Oriente, che non avrebbe potuto realizzarsi, nemmeno in tempi di appassionata fede, se non si fosse determinato in un’Europa già in netta ripresa economica e politica. L’appello, nel sec. IX o nel X, sarebbe caduto nel vuoto; alla fine del secolo XI trascina le moltitudini. Gli è che di mezzo, c’era stato il risorgere, lento ma continuo, della vita europea. Risorgere del commercio, attraverso le città marinare d’Italia soprattutto, che fa d’altra parte avvertire molto più acutamente il bisogno di assicurarsi le grandi vie di comunicazione mediterranee e di riavvicinarsi all’oriente, ch’e ancora il massimo centro di civiltà e di ricchezza; rapido accrescimento demografico, per cui l’Europa occidentale è piena di cadetti di famiglie feudali in cerca di avventure, di gloria e di dominio; sistemazione politica, infine, più precisa, più chiara: dal 1077 l’Inghilterra è unita sotto il forte potere dei re normanni; dal sesto decennio del secolo i Normanni allargano le loro conquiste nell’Italia meridionale, tentano addirittura l’insediamento nella penisola balcanica; e in Francia il potere regio si afferma.E’ tutto un grandioso processo di riassestamento dell’Europa - morale, politico, economico. L’espressione più tipica di esso diviene la lotta contro l’Islãm, che per tre secoli aveva invece assunto esso l’offensiva e chiusa l’Europa cristiana. Il contrattacco deve ridare respiro e libertà d’azione ai popoli europei, in cui circola come una vita nuova. Genova e Pisa, nel 1015-16, hanno attaccato i Saraceni di Sardegna; nel 1034, i Genovesi s’impadronirono di Bona, sulla costa africana; nel 1062 i Pisani entrano nel porto di Palermo; nel 1087 o 1088 le due grandi città marittime s’impadroniscono di al-Mahdiyyah. Nella penisola iberica, l’offensiva cristiana si fa più continua e decisa: proprio nell’età della prima crociata, si costituisce il regno di Portogallo. Le crociate s’inseriscono così nel movimento generale di avanzamento dell’Europa cristiana verso sud e verso est, costituendone la fase decisiva e clamorosa. Espressione di un mondo ch’è in pieno fermento, che ha sete di vita, di potenza, di ricchezza, esse non possono dunque non recare in sè elementi e fattori a volte apparentemente contraddittori: sincerità religiosa, slancio mistico da un lato, e dall’altro ambizioni personali, sete di guadagno. Non ci si deve quindi stupire, se nel corso del sec. XII i Franchi del regno di Gerusalemme dessero troppe volte gravi esempi di dissolutezza e di avidità; o se la quarta crociata, ben più che atto di fede, riuscisse un’avventura politico-economica, acremente condotta.Tale la genesi e il carattere delle crociate. Quanto al loro effetto, chi si limitasse allo scopo dichiarato e voluto - la riconquista della terra di Cristo - dovrebbe parlare di fallimento: la contea di Edessa non dura nemmeno cinquant’anni, il regno di Gerusalemme nemmeno un secolo; Antiochia finisce per cadere anch’essa in mano dei Turchi; e vani riescono i disperati appelli che i pontefici periodicamente rivolgono all’Europa cristiana, nel corso di tre secoli. Ma proprio perchè le crociate rappresentavano ben più che non un movimento per la conquista della sola Terra Santa - e fosse pure questo il miraggio presente all’immaginazione dei guerrieri crociati - proprio per questo un tale giudizio sarebbe del tutto errato.In realtà, le crociate ridiedero agli stati dell’Occidente europeo la supremazia del Mediterraneo, per quattro secoli, e cioè fino al nuovo contrattacco musulmano ad opera dei Turchi nei secoli XV-XVI; fecero con ciò del Mediterraneo nuovamente quel grande centro di scambi - il massimo centro economico del mondo allora conosciuto - ch’esso era stato nell’antichità greco-romana e che non era più stato dopo l’invasione araba; e permisero alle più audaci e attive comunità cittadine mediterranee (Venezia, Genova) di sviluppare ampiamente il loro traffico con l’Oriente e di farsi così intermediarie fra Oriente e Occidente, con un inestimabile accrescimento di potenza e di ricchezza. La quarta crociata è, sotto questo rispetto, la più significativa fra tutte; quella che più d’ogni altra mette allo scoperto, non puramente gli egoismi e gli interessi personali dei crociati, ma ben più il carattere espansionistico - con parola moderna si potrebbe dire imperialistico - delle spedizioni.Furono anzi tali gli effetti delle crociate sulla vita, e in primo luogo sulla vita economica europea, da indurre più di uno studioso a vedere in esse la causa, l’origine del Rinascimento europeo.Tale rapporto da causa ad effetto è inammissibile: basti ricordare quel che s’è detto più sopra, che cioè le crociate sono esse stesse un frutto, il primo grande frutto, della rinascita, di cui erano pur sintomo.Specialmente nel campo economico. La prosperità e la potenza di Genova e di Venezia e di Pisa ricevettero un incremento fortissimo: le tre città avevano ottenuto dai capi crociati, sin dal 1100-1101, notevoli privilegi che assicuravano loro l’assoluto predominio commerciale nel Levante; più tardi la quarta crociata creò ai Veneziani un impero coloniale grandioso. E Genova invia i suoi mercanti nel Mar Nero; sfonda stabilimenti commerciali sulle coste di esso; s’insedia in Costantinopoli, dopo il crollo dell’impero latino d’Oriente (v. Genova; Venezia). Così dal Levante ritornano a giungere in copia all’Europa - come ai tempi di Roma - i prodotti dell’Asia: cresce il lusso, cresce la circolazione monetaria, crescono l’industria, l’attività commerciale delle città dell’interno, a loro volta trascinate nel nuovo ampio giro d’affari. Città della valle padana, della Francia meridionale, della valle renana riceveranno così un nuovo potente impulso a maggiore attività, per effetto dell’allargarsi del campo d’azione del commercio europeo. Di più, i rinnovati contatti con l’Oriente inciteranno i più arditi tra i mercanti italiani a marciare ancor più verso l’interno del continente asiatico, a scoprire nuovi paesi, nuovi mercati. Marco Polo nella Cina è, in certo senso, il prosecutore dei crociati di Siria e di Palestina.Un simile allargarsi d’orizzonte per gli Europei non poteva naturalmente rimanere senza effetti sulla vita culturale e morale. E’ vero che il forte influsso della civiltà araba sul pensiero europeo dei secoli XII—XIII non può essere fatto risalire esclusivamente alle crociate: basti pensare che la corte di Federico II di Svezia - tipica per le sue tendenze favorevoli alla cultura orientale - è corte di un regno di cui buona parte - la Sicilia - aveva subito direttamente e per lungo tempo il dominio arabo; che l’influsso arabo sull’Europa occidentale aveva, già prima, potuto effondersi dalla Spagna musulmana. Pur tuttavia, è indubbio che il diretto contatto con l’Oriente contribuì a render più efficace e più profonda l’impronta della civiltà musulmana su quella dell’Occidente europeo. Le tracce di simile influsso sono evidenti: si ricorsi, ad es., qual posto occupa nella letteratura italiana delle origini di Saladino.

Esempio



  


  1. Assunta maccariello

    Sto cercando una unità' didattica sotto forma di lezione da impartire ad alunni di scuola media con verifica in itinere ,tabella di valutazione,verifica finale ,sulle crociate