Storia della Slovacchia e della Ceca

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Storia della Slovacchia e della Ceca

Crocevia dell'Europa centrale e spartiacque culturale tra l'est e l'ovest del continente, le repubbliche Ceca e Slovacca sono due nazioni moderne con una tradizione di civiltà che affonda le proprie radici nell'humus culturale dell'epoca di Carlo IV e nella riforma religiosa legata alla figura di Jan Hus.
All'indomani della lunga dominazione asburgica esse si trovarono accomunate nella Cecoslovacchia, uno degli Stati nati dalla disgregazione della compagine imperiale e che univa tre regioni legate dalla comune radice slava: Boemia, Moravia e Slovacchia. Dopo la caduta del regime comunista, nel 1989, l'affermarsi di spinte separatiste condusse poi alla scissione dello Stato con la creazione di due diverse entità politiche, la Repubblica Ceca, formata da Boemia e Moravia, e quella Slovacca.
Boemia, Moravia e Slovacchia sono state abitate a partire dal VI secolo a.C. da stirpi di origine celtica, i Boi (da cui il nome "Boemia") e i Cottini, i cui territori nei primi anni dell'era cristiana vennero invasi da due popolazioni di origine germanica, i Marcomanni e i Quadi.
La storia delle tre regioni ha una prima svolta a partire dal VI secolo d.C., quando vi si stabiliscono tribù slave provenienti dai Carpazi, che vengono però assoggettate nel corso del VII secolo da un popolo di origine asiatica, gli Avari. La loro egemonia ha termine nell' 805, con l'intervento di Carlo Magno, che si impadronisce dei loro territori e li rende tributari del regno franco. Nell' anno 830 Mojmir fonda il Ducato di Moravia, del quale facevano parte anche Boemia e Slovacchia, reso poi indipendente dal nipote Rotislao (846-70), il quale avvicina il neonato regno (la "Grande Moravia") a Bisanzio. Egli consente la penetrazione del cristianesimo nei propri territori attraverso l'opera di due missionari cristiani provenienti da Salonicco, i fratelli Costantino - più noto con il nome monastico di Cirillo - e Metodio. I due apostoli macedoni, inviati per bilanciare la pressante influenza occidentale nella regione, giungono in Moravia nell'863 e si dedicano all'evangelizzazione delle popolazioni locali, predicando il nuovo verbo e organizzando la vita cristiana nella locale lingua slava. Essi elaborano addirittura una nuova forma di scrittura, il glagolitico (da glagol, "parola, suono") esemplificato sull'alfabeto greco corsivo e adattato alla fonetica slava, in seguito sostituito dal cirillico, così chiamato in onore appunto di Cirillo.
Nei secoli successivi il parallelo sviluppo di una lingua liturgica e di una letteraria sotto l'egida del cristianesimo costituirà un elemento di forte caratterizzazione e coesione dell'intera area. L'indipendenza della Moravia si perde intorno all' 880, ed essa entra a far parte dei territori boemi, che vedono prevalere la casata dei Premyslidi, i quali riescono a stabilire il proprio dominio sulle altre famiglie di feudatari. Agli inizi del X secolo la Boemia e la Moravia sono esposte alle scorrerie degli ungari, popolo giunto nel Bassopiano pannonico dalle steppe dell'Asia centrale. Nel 935 subisce il martirio il principe cristiano Venceslao, che diventerà poi il santo nazionale boemo, mentre quasi un secolo dopo, nel 1025, il re d'Ungheria Stefano il Santo annette i territori slovacchi, le cui sorti saranno legate a quelle magiare fino alla disgregazione dell'Impero Austroungarico.
Dopo la morte di Venceslao, avvenuta nel 935, il regno di Boemia si riconosce vassallo dell'Impero, condizione che durerà fino alla fine del secolo successivo, quando il principe Bratislao verrà innalzato al trono dall'imperatore Enrico IV (1086). A partire dalla metà del secolo successivo, con l'applicazione del principio di primogenitura, la Boemia sarà governata stabilmente dalla dinastia dei Premyslidi, che con Ladislao II e poi con Ottocaro I inizierà una politica di espansione territoriale proseguita da Ottocaro II, eletto nel 1253, il quale porta all'apogeo la potenza boema. In questo periodo si stabiliscono legami duraturi con il mondo germanico e inizia quella fase di penetrazione dei mercanti tedeschi che avrà notevoli ripercussioni sullo sviluppo socioeconomico boemo, segnandone istituzioni e costumi. Ottocaro II ottiene via via l'Alta e la Bassa Austria, la Stiria, la Carinzia, parte della Slovacchia e la Carniola, e nel 1273 concorre all'elezione imperiale. In questo ruolo gli viene però preferito Rodolfo d'Asburgo, contro il quale egli entra in una guerra che gli sarà fatale, cadendo nel 1278 durante la battaglia di Marchfeld. La dinastia dei Premyslidi si estingue nel 1306, con la morte dei Venceslao II, e il trono viene assegnato dalla nobiltà a Giovanni di Lussemburgo, figlio dell'imperatore Enrico VII, sposato a una esponente della dinastia Premyslide. Dalla loro unione nasce Carlo, uomo dotato di notevole personalità e spessore politico, il quale nel 1355, dopo un'intesa con la Curia Romana e con i principi elettori, viene incoronato imperatore con il nome di Carlo IV. Egli si adopera per rafforzare l'autorità imperiale promulgando la Bolla d'Oro, una nuova costituzione che stabilirà per oltre quattro secoli l'ordinamento del Sacro Romano Impero. Fino alla sua morte, nel 1378, Carlo farà della Boemia il fulcro della sua potenza, dedicandosi a una politica patrimoniale in favore della propria dinastia con l'acquisizione di nuovi territori (Palatinato, Slesia, Lusazia e Brandeburgo). Rafforza inoltre il legame con la Moravia e incoraggiando i commerci, che aprono in Boemia un periodo di prosperità e vedono Praga - la città dove egli risiede - diventare un noto vitale per le comunicazioni europee. Nel 1348 viene fondata l'università che ancora oggi porta il suo nome (Universitas Carolina), un'istituzione che eleva Praga a centro intellettuale di livello internazionale, frequentato da personalità di grande prestigio (tra le quali anche Petrarca): il ponte Carlo sulla Moldava, simbolo della città e del suo splendore, testimonia ancora oggi la potenza raggiunta dalla Boemia nella seconda metà del Trecento.
Nel 1373 sale sul trono di Boemia il figlio di Carlo IV, Venceslao IV - fratello del re d'Ungheria, Sigismondo di Lussemburgo - il quale regna fino al 1419 imponendo un governo dispotico che apre un conflitto destinato a indebolire la solidità della compagine statale, minata anche da altri e più gravi turbamenti. Sotto il suo regno la Boemia vive infatti una grave crisi religiosa, legata alla figura e alla protesta di Jan Hus (1370-1415), un professore di teologia che fa di Praga il centro di diffusione delle sue idee di riforma ispirate alla predicazione dell'inglese Wycliff, deciso oppositore della gerarchia ecclesiastica. Scomunicato nel 1411 per le sue posizioni, Hus trova seguaci soprattutto presso i contadini e i ceti più umili: nel 1414 viene costretto a presentarsi al Concilio di Costanza, davanti al quale si rifiuta di modificare le proprie posizioni, finendo sul rogo il 6 luglio 1415. Il suo martirio e la messa al bando degli Hussiti provocano in Boemia una serie di sanguinose sollevazioni che si trasformano nel 1419 - alla morte di Venceslao - in una vera e propria guerra allorché Sigismondo pretende e ottiene la corona boema. In occasione del Concilio, Sigismondo, re di Germania e considerato de facto imperatore, aveva infatti munito il riformatore boemo di un lasciapassare che avrebbe dovuto garantire la sicurezza della sua persona, cosa che in realtà non fu. La sua contestata ascesa al trono riunisce così la Boemia alla Slovacchia, che faceva già parte del Regno di Ungheria, contribuendo allo sviluppo di intense relazioni religiose e culturali tra i due paesi slavi e cementandone l'identità nazionale. Dopo un decennio di guerre, con le Compattate di Praga (1433) il Concilio di Basilea raggiunge un compromesso tra la chiesa di Roma e gli utraquisti, l'ala moderata degli hussiti, espressione del clero e della nobiltà. Essi sconfiggono i taboriti - l'ala intransigente, sostenuta dalle classi più umili - nella battaglia di Lipan (1434) e riconoscono come re Sigismondo (1436), avviando il paese verso l'uscita dall'isolamento culturale e politico nel quale si era nel frattempo trovato.
Alla morte di Sigismondo (1437) l'estinzione della dinastia dei Lussemburgo porta sul trono boemo il genero Alberto II d'Austria, già re di Ungheria e imperatore dal 1437 con il nome di Alberto V d'Asburgo. Alla sua morte (1439) segue un periodo di interregno dominato dalla figura di Giorgio di Podebrady, capo degli utraquisti - l'ala moderata degli hussiti - il quale nel 1448 conquista Praga, nel 1452 viene nominato reggente e nel 1458 sale sul trono. Egli cerca una riconciliazione con Roma, ma viene scomunicato e deve anche difendersi dal genero Mattia Corvino, re di Ungheria, il quale occupa la Moravia. Nel 1471, alla sua morte, gli Ordini boemi eleggono suo successore un principe cattolico polacco, Vladislao Jagellone (1471-1516), già re di Ungheria, che inaugura il governo di questa dinastia sulla Boemia e riconcilia il paese con Roma e il resto dell'Europa. Una politica condotta anche dal suo successore, il cattolico Luigi II, il quale si trova a dover fronteggiare il pericolo rappresentato dall'avanzata dei turchi, che lo sconfiggono nella battaglia di Mohács, nella quale perde la vita (1526). Il compito di difendere l'Occidente dalla minaccia ottomana passa quindi all'Austria, che ottiene i regni di Boemia e di Ungheria nella persona dell'arciduca Ferdinando, fratello dell'imperatore Carlo V, il quale instaura una politica accentratrice mirante a indebolire la nobiltà feudataria locale e ad assicurare alla propria casata il diritto di successione alla corona boema, puntando alla riconciliazione tra cattolici e protestanti. Ai contrasti sul piano politico si aggiungono infatti anche quelli religiosi, perché la maggioranza dei boemi non professa la religione cattolica, mentre la posizione degli Asburgo è rigidamente confessionale e controriformistica. Alla morte di Ferdinando (1564) il figlio Massimiliano II instaura un clima di tolleranza nei confronti dei protestanti, mentre il suo successore Rodolfo II (1576-1611), sofferente di una malattia mentale che porta alla sua destituzione nel 1607, intraprende un intenso processo di cattolicizzazione che provoca la formazione di due schieramenti contrapposti, l'Unione Evangelica (protestante) e la Lega Santa (cattolica). Nel 1617 l'ascesa al trono di Ferdinando II, campione della Controriforma, avvia una politica di repressione che sfocia di lì a poco nella sanguinosa ed estenuante guerra dei Trent'Anni (1618-48), iniziata come lotta religiosa fra stati cattolici e protestanti e trasformatasi poi in conflitto per l'egemonia in Europa.
Gran parte della guerra dei Trent'Anni si tiene sul territorio boemo, il cui esercito, espressione di una nobiltà contraria alla politica imperiale e schierata con la fazione riformistica, viene sbaragliato nella battaglia della Montagna Bianca (1620), vicino a Praga. A questa sconfitta segue lo smantellamento della società boema con la decimazione della classe nobiliare - sostituita da una nobiltà di origine straniera - e l'imposizione del cattolicesimo.
Questo avvenimento, paralizza la vita economica e culturale del paese, segna una grave battuta d'arresto nello sviluppo della Boemia, aggravata dalla rinuncia agli ideali di indipendenza e dalla nuova situazione politica creata dalla Costituzione del 1627, con la quale essa diventa dominio ereditario della casa d'Austria. Una sottomissione confermata poi dalla pace di Westfalia (1648), che lega ancor di più il destino boemo a quello asburgico.
Nel corso del Seicento Praga e la Boemia assistono alla definitiva affermazione della Controriforma, che si esprime anche in architettura con il trionfo del Barocco, lo stile che uniforma il volto delle città dell'Impero. Il lungo periodo di "oscurità" nel quale il paese si viene a trovare è destinato a durare fino alla seconda metà del Settecento, con le riforme illuministiche di Maria Teresa (1740-80) e di suo figlio Giuseppe II, che affiancò la madre a partire dal 1765 e governò fino al 1790. Il riformismo giuseppino, pur accentuando il processo di germanizzazione della Boemia e limitando ulteriormente i suoi già esigui margini di autonomia, ne favorisce tuttavia la rinascita economica e culturale grazie a una politica sensibile ai bisogni delle classi più umili e alla creazione di scuole e università, che rilanciano la vita intellettuale del paese.
La prima metà dell'Ottocento vede svilupparsi in Boemia e in Slovacchia un movimento indipendentista e liberale a carattere politico e letterario che ricerca il seme della propria identità nazionale nella lontane origini slave e nell'affermazione della dignità della propria lingua. Lo storico František Palacký (1798-1876) in Boemia e il patriota Ljudovit Štúr (1815-56) in Slovacchia coagulano attorno a sé le aspirazioni autonomistiche dei due paesi, i cui legami si rinsaldano per far fronte comune contro austriaci e magiari. Nel 1848 il congresso di Praga chiede l'autonomia entro un impero federale, ma questa aspirazione viene vanificata dal fallimento della rivoluzione scoppiata in tutta Europa.
L'ascesa al trono del giovane Francesco Giuseppe segna l'inizio di una forte politica centralistica e l'abbandono di pur timide riforme in chiave austro-slava. Il nuovo Stato unitario è però destinato a confrontarsi con le altre potenze europee e soprattutto con la nuova realtà militare prussiana, che nel 1866 sconfigge l'Austria a Sadowa, mettendo in crisi l'assolutismo monarchico e inducendo l'imperatore ad allargare le basi dello Stato trasformandolo in Impero "Austroungarico" (1867). L'Ungheria vede così elevare l'elemento magiaro allo stesso rango di quello austriaco, mentre la Boemia allenta i propri contatti con la Slovacchia e viene legata ancora di più all'Austria. Dopo mezzo secolo di lotta per il riconoscimento della propria autonomia, al dissolversi dell'Impero Austroungarico Boemia e Slovacchia si riuniscono nella Cecoslovacchia grazie anche all'opera di Tomáš Garrigue Masaryk (1850-1937), che riesce a far riconoscere alle due nazioni il diritto a costituirsi in uno Stato indipendente. Di questa nuova formazione entra a far parte anche la Moravia, che aveva da sempre condiviso le sorti della Boemia.

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