Storia dell'URSS

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Testo

LA RIVOLUZIONE RUSSA
Quando si parla di rivoluzione russa si intendono due distinte sommosse, contro il regime zarista.
La prima avvenne nel 1905 ad opera di un nuovo regime politico quello Socialista, in quel periodo infatti il popolo era alla miseria più completa gli operai venivano sfruttati nelle industrie mentre i contadini erano costretti alla fame per le dure tassazioni sul macinato imposte dal governo.
Questo primo tentativo non riuscì per la scarsa coesione tra i membri del partito Socialista e permise alle truppe zariste di sconfiggere le truppe Bolsceviche senza troppe difficoltà.
Dopo questo tentativo di sommossa lo Zar promise allo stato l’attuazione di un regime parlamentare, promessa mai più mantenuta, perché i poteri della Duma furono limitati.
L’unica riforma attuata all’epoca fu la riforma agraria che avvantaggiò i grandi proprietari terrieri i “kulak” intanto le proteste operaie venivano represse con la forza.
Ancor prima dell’inizio della I° Guerra Mondiale riprese il movimento rivoluzionario ,intanto incominciò a delinearsi accanto al Bolscevismo un’altra corrente rivoluzionaria il Menscevismo che a differenza della prima aveva carattere pacifista che inseguiva il sogno di libertà credendo nel dialogo e nelle riforme.
Come promotori del Bolscevismo si delinearono Stalin, Trotzkij, Lenin, quest’ultimo disse che il moto rivoluzionario era rincominciato per due motivi ;il primo è per la concentrazione di masse operaie in regioni ben delimitate così da avere masse di operai non troppo distanziate tra loro, il secondo motivo era per la crescente massa di contadini desiderosi di nuovi cambiamenti.
Lenin, aveva l’appoggio di grandi masse popolari che credendo negli ideali di nuovo stato, dove il potere era riposto nelle mani delle masse popolari, perorò la causa fin dai primi giorni di insurrezione.
All’inizio della Guerra la Russia era povera e mal armata ma sotto forti pressioni dello Zar ,anche sotto sconsiglio dei Generali russi che prevedevano una facile sconfitta delle loro armate ,la Russia entrò in guerra.
Alla fine del primo anno di guerra la Russia contava sul campo ben un milione di soldati ,la popolazione era disperata e infervorava nella gente il desiderio di spodestare lo Zar.
Scesero allora in campo i Bolscevichi che portarono alla gente l’idea di una nuova era dove il popolo sarebbe stato l’unico vero padrone dello stato dove riforme e leggi sarebbero state fatte per e con il consenso del popolo.
Nel dicembre del 1916 i rivoluzionari colpirono la monarchia uccidendo il consigliere imperiale Resputin, che fino ad allora aveva guidato con i suoi consigli le decisioni dello Zar.
Intanto i rivoluzionari assieme alla borghesia complottavano per far abdicare lo Zar Nicola II a favore dello Zarevic Alessio e quindi far si che lo stato aprisse gli occhi sui problemi del popolo.
Non si fece in tempo a discutere del problema che l’ 8 marzo (il giorno della festa della donna) le donne e i disoccupati manifestarono in piazza a San Pietroburgo per il trattamento a loro rivolto.
Con più intensità il 9 marzo altre manifestazioni in strada e nelle industrie dove si sentiva odore ormai di sconfitta per il regime Zarista, che a sua volta rimproverò ai reparti Cosacchi per la poca enfasi rivolta nel reprimere le insurrezioni.
Il 10 marzo la situazione precipitò lo zar commissionò ad una armata di 160.000 soldati di sparare sui manifestanti che già dopo tre giorni di insurrezione avevano già preso forza.
L’11 marzo venne commissionato all’armata “Pavlovskij” di sparare il giorno dopo sugli insorti ma nella sera stessa si verificarono i primi ammutinamenti.
Ma l’errore più grave dello Zar, fu quello di pensare in una facile sconfitta degli insorti.
Invece la mattina del 12 marzo le truppe del reggimento Volinskij si ribellarono ai propri comandanti e fraternizzarono con i manifestanti.
Il 13 marzo Pietrogrado allora capitale della Russia venne conquistata assieme a lei vennero assediati e successivamente presi l’Ammiragliato e il Palazzo d’Inverno.
Successivamente si scopri, anche se fu poi smentito dai sovietici , che tra il 12 e il 13 marzo scomparvero quasi tutti i membri del governo.
Dopo di che lo Zar Nicola II abdicò si rifugiò in svizzera ma venne raggiunto da due sicari di Lenin che lo uccisero assieme alla sua famiglia.

Palazzo d'Estate, San Pietroburgo
Una delle 64 fontane del Palazzo d'Estate di San Pietroburgo, commissionato agli inizi del XVIII secolo da Pietro I il Grande, zar di Russia dal 1682 al 1725. L'edificio, seriamente danneggiato durante la seconda guerra mondiale, è stato interamente ricostruito. La statua di Sansone che apre le fauci del leone, al centro della fontana, simboleggia la vittoria di Pietro il Grande su Carlo XII di Svezia nella battaglia di Poltava

I Soviet e Lenin al potere
Venne quindi instaurato un governo provvisorio il C.E.P. (comitato esecutivo provvisorio) composto da un unione di tutti i partiti con una maggioranza di Menscevica che imponevano le loro idee sul gruppo politico questo era facilitato dall’allontanamento sulla scena politica di Lenin che ritornò in un secondo tempo per rivendicare il potere promesso al popolo quindi il popolo vide in Lenin l’unico uomo che si potesse interessarsi ai loro problemi.
Lenin infatti con l’aiuto del popolo riuscì ad insediarsi al Governo fondando i Soviet e cioè diede il potere alle classi operaie, a quelle contadine e a quelle militari.
Dando però il potere alle massa popolari lasciava troppa libertà di scelta e di impresa e quindi Lenin dovette abbandonare la sua politica originaria e dovette modificarla.
Lenin tolse le terre ai Kulak e le diede ai contadini che a loro volta erano costretti a vendere la quasi totalità del raccolto allo stato che poi lo razionava per il popolo , anche le imprese vennero statalizzate e quindi dirette dallo stato che ne decideva l’uso.
Anche in campo politico Lenin fu spietato con gli oppositori che rinchiuse in campi di lavoro forzato o che addirittura uccise.
Importante fu il contributo dato da Trotzkij nel governo di Lenin , egli infatti si occupò della gestione delle Armate Rosse che nel 1920 le dovette guidare contro movimenti insurrezionali avvenuti nel Caucaso e in Ucraina dove si istituirono delle nuove forze armate guidate economicamente dalle potenze occidentali le “Armate bianche” le quali poi vinceranno e costringeranno proprio negli ultimi anni di vita di Lenin a firmare l’adesione ad un nuovo progetto chiamato appunto “Nuova Politica Economica”.
Armata Rossa
L'Armata Rossa fu creata il 28 gennaio 1918 come esercito dell'Unione Sovietica, proclamata dopo la rivoluzione del 1917 sulle spoglie dell'impero russo. Suo primo comandante fu Lev Trotzkij. Venne sciolta nel 1991, in seguito allo smantellamento del regime comunista che l'aveva istituita.
Questo progetto prevedeva una maggiore liberalizzazione delle imprese e dei Soviet.
L’ultimo atto politico del governo di Lenin fu quello di costituire una unione di stati chiamato URSS (Unione, repubbliche, Socialiste, Sovietiche).
Il governo di Stalin
Stalin era di origine Georgiana e la sua famiglia non si poteva certo definirla agiata ,Stalin per cui dovette distinguersi a scuola per ottenere una borsa di studio per andare all’università e diventare qualcuno per mantenere la famiglia.
Tra il 1902 e il 1913 Stalin si distinse come promotore per la lotta contro gli Zar e venne arrestato ed esiliato innumerevoli volte.
La sua carriera politica ebbe inizio nel 1899 quando si iscrisse al Partito operaio socialdemocratico russo e fece opera di propaganda presso i ferrovieri di Tbilisi e fu poi ricercato dalla polizia per attività rivoluzionarie.
Negli ultimi anni della Russia zarista Stalin si impegnò nel partito bolscevico e dando prova di notevoli capacità organizzative: partecipando così agli scioperi del 1908.
Dopo i moti rivoluzionari del febbraio 1917, Stalin ritornò a Pietrogrado, dove assieme a Lev kamanev riprese la direzione della "Pravda", giornale che come diceva il suo nome “Libertà”, si impegnava a dire con chiarezza e trasparenza tutto ciò che accadeva.
Entrambi, all'interno del partito, si dimostrarono favorevoli a una politica di moderazione e di cooperazione con il governo provvisorio appena insediatosi.
Dopo la morte di Lenin, la guida del paese era nelle mani di una troika composta da Stalin, Kamanev, Zinov’ev. All'interno del partito, il principale oppositore di Stalin era Lev Trotzkij che propugnava la teoria della "rivoluzione permanente" contraria a quella staliniana della "costruzione del socialismo in un solo paese". Nel 1927, forte dell'appoggio di Zinov'ev e Kamenev, Stalin riuscì a isolare Trotzkij, ma poco dopo fece un brusco voltafaccia e Trotzkij, Zinov'ev e Kamenev costituirono la cosiddetta "ala di sinistra".
Con un'abile propaganda, illustrando la propria interpretazione dei principi di Lenin, Stalin riuscì a far prevalere le sue posizioni e a sconfiggere i rivali. Tra il 1927 e il 1928 Trotzkij e Zinov'ev vennero espulsi: nel 1929 Stalin era ormai unanimemente riconosciuto come l'unico successore di Lenin e divenne il leader incontrastato dell'Unione Sovietica.
Alla fine degli anni Venti, per risollevare la disastrosa situazione economica del paese, Stalin varò la riforma dei piani quinquennali, che trasformò un paese sostanzialmente agricolo in una grande potenza industriale. Si crearono nuove industrie pesanti, che sfruttarono gli immensi giacimenti minerari della Siberia, vennero fondate migliaia di scuole per preparare nuovi tecnici e debellare la piaga dell'analfabetismo, e si procedette alla collettivizzazione delle campagne con l'istituzione di grandi aziende agricole collettive (kolchoz) e statali (sovchoz); la terra venne espropriata ai contadini e milioni di persone furono obbligate a trasferirsi per coltivare terreni da bonificare o rimasti fino ad allora desertici. Fu così liquidata la classe dei piccoli e medi proprietari terrieri, condizionando l'andamento dell'agricoltura per molti anni a venire.
A metà degli anni Trenta, Stalin iniziò una grande campagna di epurazione politica, nota come "la grande purga": gli arresti e le deportazioni nei campi di lavoro colpirono più di otto milioni di persone accusate di complotto e di deviazionismo ideologico. Gli ex rivali Zinov'ev, Kamenev e Bucharin vennero giudicati con processi sommari e condannati a morte con l'accusa di aver commesso crimini contro lo stato. La vecchia classe dirigente fu di fatto sostituita da uomini nuovi. In tutto il paese si instaurò un clima di terrore, fomentato anche dall'azione della polizia segreta, il KGB.

Il dopo Stalin
Da Kruscev a Gorbacev
Dopo la morte di Stalin ,avvenuta nel 1953, prese il potere
Nikita Kruscev che per primo contestò la dura politica del governo staliniano e che alla sua morte avviò il periodo di destalinizzazione per ricostituire un governo totalmente diverso.
In quel periodo Russia si riavvicinò agli Stati Uniti , questo fu facilitato anche dalla salita al governo di Kennedy che assieme a Kruscev
avviò una serie di riforme che avvicinarono le due super potenze e diedero fine alla politica di armamenti , uno dei primi raggiungimenti politici avvenuti in quel periodo fu il trattato firmato a Mosca nel 1963 , con il quale le due superpotenze si impegnavano a metter fine agli esperimenti atomici nella atmosfera.
Il periodo si attuò in una vera e propria coesistenza pacifica che fu vista con disdegno dai vecchi comunisti che dopo la morte di Kennedy, avvenuta a Dallas nel 1963, presero il comando del governo con un colpo di stato.
La direzione del governo andò Leonid Breznev che instaurò un governo di tipo staliniano e affermò per un’ennesima volta una stretta alleanza fra ceto politico, forze armate e apparato industriale.
La burocrazia, era sempre più chiusa in sé stessa per difendere i propri privilegi, mentre controllava ogni aspetto della vita politica, sociale ed economica del paese.
La tecnica e la scienza era a servizio della armate esperimenti e ricerche erano fatte praticamente solo per l’apparato militare i beni di consumo erano pochi e quelli che c’erano venivano dati dal governo, si era arrivati al punto che il popolo non era autorizzato neanche a prendere un qualsiasi capo di abbigliamento se non era strettamente necessario o se non era consentito dal governo.
A tutto questo si aggiungeva a causa dell’arretratezza dei macchinari un sistema agricolo scarsamente produttivo e consuetamente colpito da carestie ormai sconosciute nei paesi occidentali .
Alla fine del 22 anno di governo di Breznev (1964-1982) egli morì lasciando uno stato forte nell’immaginario del mondo ma in realtà lasciò uno stato nel completo sfacelo al tracollo economico.
Al suo posto nel 1985 si insediò al governo Mikail Gorbacev che aveva un’idea politica riassumibile in due parole diventate famose nella storia; “glasnost” e “perestroica” che dal russo possono essere tradotte in trasparenza degli atti politici e ricostruzione della vita economica politica del paese.
Fu abolita la censura preventiva di libri e riviste , molti testi che fino ad allora erano proibiti vennero tradotti e pubblicati.
Vennero liberati dai campi di lavoro o dagli ospedali psichiatrici dove venivano rinchiusi i dissidenti politici che criticavano i vari dittatori.
Il governo garanti una maggiore libertà di opignone o di impresa così da favorire una rinascita economica a modello di quella occidentale .
L’impresa di Gorbacev fu molto importante perché permise alla cittadinanza di votare liberamente per la prima volta .

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