Storia dell'Islam

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Categoria:Storia

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Testo

La diffusione dell’Islam dal 632
La nascita dell’Islam fu l’evento più importante della storia mondiale, nel millennio che intercorse tra la caduta dell’impero romano e l’èra delle grandi scoperte. La missione storica del suo fondatore Maometto, nato nel 570 alla Mecca, fu quella di riunire le tribù arabe disperse intorno ad una nuova religione monoteistica. Il messaggio del profeta suscitò agli inizi l’ostilità da parte degli Arabi conservatori e soprattutto da parte degli abitanti della Mecca che vedevano minacciati i loro culti. Nel 622 Maometto fu costretto ad emigrare e qui gli storici considerano il vero inizio dell’era islamica. Infatti, con la vittoria di Badr (624) Maometto confermò la popolarità di cui godeva e dopo 8 anni ritornò alla Mecca da trionfatore. Alla sua morte, nel 632, la sua autorità era riconosciuta in tutta l’Hegiaz (regione che si affacciava sul mar Rosso) e la nuova religione molto velocemente diffondendosi nella regione mesapotanica e oltre. Nella storia della grande espansione islamica oltre alla spinta del nuovo slancio religioso vi era anche il prevalere della collaudata combattività dei conquistatori arabi. L’avanzata iniziale fu favorita dalla decadenza sia dell’impero romano che dell’impero persiano, entrambi lacerati da conflitti interni e di dissensi religiosi. Il primo califfo, successore di Maometto in due anni completò la sottomissione dell’Arabia e entrò in Palestina, il secondo avanzò fino a Damasco e con la vittoria decisiva nella battaglia dello Yarmuk (636) sugli eserciti bizantini di Eraclio ebbe inizio la penetrazione araba verso oriente fino all’Eufrate e al Tigri, e verso occidente nell’Asia Minore. Mentre occupavano la Persia contemporaneamente le forze arabe si riversarono in Egitto, occupando Alessandria (643), e penetrarono nella Pirenaica. Grazie a queste due ultime conquiste l’Islam era ormai anche una potenza marittima avendo in mano i cantieri navali della città Egiziana, così le truppe arabe passarono lo Stretto di Gibilterra e occuparono la Spagna, dove si fermarono perché furono sconfitti dai Franchi dopo che cercarono di raggiungere la pianura di Tolosa. Verso oriente gli arabi continuarono la loro avanzata e dopo la sottomissione della Persia, si aprirono così il cammino verso l’Asia centrale e l’India. Se la sovranità araba rimase limitata alle regioni settentrionali dell’India, la nuova religione raggiunse anche l’India meridionale, dove i mercanti musulmani la diffusero tra gli Indù. Inizialmente l’islamismo non mirava a fare nuovi seguaci. Maometto rispettava il giudaismo e il cristianesimo e considerava Abramo e Gesù come suoi predecessori; gli ebrei e i cristiani furono liberi di praticare i loro culti purché pagassero le tasse richieste. Con l’avvento di una nuova dinastia la capitale Damasco fu sostituita da Baghdad, fondata nel 762, e il potere passò dalla minoranza araba conquistatrice alle classi professionali e mercantili non arabe; ci furono evoluzioni nello stato e nella società e numerosissime furono le conversioni alla religione musulmana. Dopo circa un secolo, l’unità dell’impero incominciò a vacillare, infatti all’inizio del x secolo i califfi abbasidi, nonostante ogni sforzo, non riuscivano più a mantenere la coesione politica del mondo musulmano; governatori locali e comandanti militari andavano conquistando sempre maggiore autonomia al punto che presero il potere e si insediarono nella capitale Baghdad. Le basi stesse della società cominciarono a scricchiolare e si indebolirono, si manifestavano insofferenze sociali ed economiche nonché divergenze di opinione circa l’interpretazione ortodossa della dottrina islamica. Nasceva così l’era delle dinastie separate, il gruppo maggiore i Sanniti, riteneva che l’autorità del profeta fosse stata trasmessa ai califfi che lo succedettero, mentre gli Scii affermavano che era passata al marito della figlia di Maometto e da lui agli iman, capi spirituali dell’Islam. Dopo continui ribaltamenti, invasioni di altri popoli e dissidi interni, l’Islam perse molte terre tra cui la Spagna, la Sicilia, il Marocco… e i veri centri della civiltà musulmana si erano spostati più a est, in Persia, o più a ovest lungo la valle del Nilo. Fra le due regioni le differenze erano profonde: l’Occidente islamico conservava le tradizioni giuridiche, letterarie, mistiche, che erano state degli arabi ma aveva perso ogni creatività; l’oriente invece, con la mediazione persiana, dava vita a una splendida fioritura poetica, architettonica e miniaturistica.

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