Storia

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Testo

FILIPPO II
Mentre si svolgevano le questioni della contro riforma, nella seconda metà del ‘500, iniziarono a delinearsi alcuni episodi che connotarono la storia dell’Europa e la sua formazione.
Ad ogni episodio corrisponde un nome famoso e una nazione in crescita.
Spagna → Filippo II, difensore della fede cattolica
Inghilterra → Elisabetta I, protettrice dei protestanti
Francia → Enrico IV e Maria de’ Medici, sostenitori dello stato e crearono un’alleanza con il
clero cattolico contro i protestanti
SPAGNA E FILIPPO II
La Spagna di Filippo II, diventa la potenza egemone nonostante il declino economico e l’infelice politica estera.
La Spagna possiede varie risorse:
- a livello territoriale (Paesi Bassi, Italia, Colonie Americane);
- a livello economico (stessi paesi citati sopra);
- a livello militare, un esercito permanente forte sulla terra, ma non altrettanto in mare.
Filippo II nasce in Castiglia nel 1527 da Carlo V e, come il padre – che gli lascia parte dell’immenso impero – si proclama difensore della fede cattolica e della controriforma.
Era convinto che l’unità religiosa fosse il presupposto di una base politica; nello stesso tempo s’impegnava a imporre l’ortodossia religiosa [forte rigidità interna].
S’impegnò anche ad aiutare tutte le forze cattoliche contro i protestanti (paesi citati sopra), rafforza il tribunale dell’inquisizione sottoponendolo al suo diretto controllo, introdusse regole restrittive sulla circolazione della cultura.
Filippo II proseguì la sua politica anche nelle colonie e cominciò a perseguitare le persone che secondo lui non avevano sangue puro (ebrei – musulmani – abitanti delle colonie) alcuni dei quali furono costretti ad abbandonare la propria cultura e lingua –vd. x es. Moriscos- arrivò perfino ad espellere dalla Spagna coloro che non erano considerati spagnoli puri.
A differenza del padre, che aveva viaggiato per l’Europa eccetto le colonie, lui rimaneva nel suo studio a leggere le dettagliate relazioni dei suoi funzionari.
Fissò Madrid come capitale Spagnola e fece costruire Escorial, la residenza reale, inoltre accentrò nelle sue mani un potere assoluto e fu soprannominato il re delle scartoffie.
Tuttavia decise che ogni paese del suo regno doveva mantenere i propri ordinamenti e la propria individualità, anche se poi era lui che decideva.
Riusciva a governare i vari domini attraverso vicerè e governatori, ammise il Portogallo dicendo di essere figlio di una principessa portoghese.
Si dedicò a guerre, lusso di corte, si circondò di nobili a corte che contribuivano a portare numerosissime spese, portando così il paese alla Bancarotta. [In 100 anni, 8 Bancarotte]
SISTEMA DI GOVERNO
Filippo II usava le risorse americane solo perché non poteva produrne in patria, consumava di più di quanto produceva e perciò la Spagna diventa dipendente dalle importazioni.
Impiegò troppo capitale per le spese pubbliche (x pagare l’esercito, l’apparato burocratico) per di più manteneva i “nobili parassiti”; gran parte del sistema tributario gravava sui ceti produttivi, favorendo chi non si rendeva utile.
Gran parte della minima produzione Spagnola, viene esportata con prezzi maggiorati.
Funzionari, cortigiani e militari aumentavano rispetto a quello che realmente operavano.
La mentalità della classe dirigente era rimasta antiquata, considerava poco nobile l’attività commerciale, prediligeva l’allevamento sull’agricoltura e aveva pregiudizi su altri tipi di lavoro.
Filippo II cominciò a combattere contro i Turchi e poi a reprimere l’insurrezione nei Paesi Bassi e si scontrò in modo fallimentare contro la Francia e l’Inghilterra.
Nel 1569 conquistò Tunisi, anche se era già stata espugnata 30’anni prima dal padre Carlo V, nel 1570 occupò Cipro, già base commerciale veneziana; si batté contro i Turchi nella Lega Santa promossa dal Papa e si alleò con Venezia ed insieme vinsero nel 1571 la flotta Turca a Lepanto, vittoria che venne celebrata come successo della Cristianità sull’ Islam.
Sulla base di questo, Tarquato Tasso, venne ispirato a comporre “La Gerusalemme liberata”, poema sulla I crociata del 1581, nella quale si può riscontrare il clima di tensioni religiose della controriforma e della rivincita contro i Turchi.
Nel 1566 i Paesi Bassi si sollevarono contro gli Spagnoli per ragioni politiche, ma soprattutto religiose.
Nel 1579 le province meridionali vengono controllate direttamente dalla Spagna, mentre quelle settentrionali continuarono la lotta per l’indipendenza fino al 1648, dopo 80’anni di guerra.
PROVINCIA
LINGUA
RELIGIONE
CLASSE SOCIALE
P. meridionale
Vallone
Cattolica
Aristocratico
P. settentrionale
Flammingo
Calvinismo
Borghese

A quel tempo le province comprendevano:
• Olanda
• Belgio
• Lussemburgo
• Francia settentrionale (in parte)
Carlo V si era dimostrato rispettoso nei confronti di questa divisione civile – religiosa, mentre il figlio aveva imposto una politica repressiva con forti tasse e riuscì a mandare in bancarotta alcuni banchieri.
Influenzava troppo la politica interna del paese e aveva intrapreso una crociata contro i calvinisti potenziando il tribunale dell’inquisizione; inoltre si fa rilasciare dal Papa un permesso speciale per istituire 15 nuovi episcopati.
Nel 1568, Guglielmo d’Orange, appoggiato dall’Inghilterra e dai borghesi si ribella, supera le antiche rivalità tra i ceti e indice una guerra nazionale contro gli Spagnoli.
Nel 1579, le province meridionali cattoliche (l’attuale Belgio) si sottomettono a Filippo II, mentre le 7 province protestanti si definiscono “PROVINCE UNITE”, fondano l’unione UTRECHT, dopo una tregua di 12 anni si riprese la guerra per trent’anni.
Nel 1648, viene sancita la pace di Westfalia che riconosce l’indipendenza in quella che è l’attuale Olanda.
Nel 1554, Filippo II sposa Maria Tudor, una cattolica, figlia del re Enrico VIII e Caterina d’Aragona.
Maria Tudor si allea con la Spagna per sostenerla nella guerra Franco-Asburgica e tenta di riportare il Paese alla fede cattolica che il padre aveva rifiutato; represse nel sangue molti protestanti e venne soprannominata “Maria la sanguinaria” e perciò gli Inglesi considerarono il cattolicesimo persecutorio e antirazionale poiché legato alla Spagna.
Maria Tudor muore e le succede al trono Elisabetta I, che rifiutando la mano da Filippo II da inizio ad un contenzioso tra Spagna ed Inghilterra.
Gli Spagnoli perdono carichi preziosi sul mare a causa dei famosi corsari Inglesi; Elisabetta I appoggia i Paesi Bassi e fa giustiziare la regina di Scozia Maria Stuart.
Inghilterra e Francia si scontrano per mare, l’”Invincibile Armada” fa naufragio, segnando così la fine di una grande storia.

Mentre l’Europa è scossa dalle guerre di religione, l’Italia conosce un periodo di relativa tranquillità fondato sul governo spagnolo a Milano e Napoli.
Nel Ducato di Milano vi era un governatore, mentre nel regno di Sicilia, Sardegna e Napoli vi era un vicerè, egli inoltre era presente anche nello Stato dei Presidi, piccolo stato ma di grande importanza nell’Italia centrale e fu voluto al tempo da Carlo V.
Nonostante le grandi differenze tra nord e sud Italia, l’economia era depressa un po’ dappertutto per le tasse imposte da Filippo II, tuttavia il Ducato Sabaudo, la Repubblica di Venezia, il Granducato di Toscana e lo Stato della Chiesa mantenevano una loro indipendenza e mantennero la loro vitalità economica, mentre sul piano politico sono potenze essenzialmente Italiane.
Dopo la guerra Franco-Asburgica, anche la Francia attraversò un periodo di crisi sociale, economica e politica, fintanto che il re Enrico IV di Borbone non riesce ad instaurare la pace politico-religiosa.
Purtroppo muore nel 1559 e gli succedono uno dietro a l’altro i suoi figli:
• Francesco II
• Carlo IX
• Enrico III (Enrico di Borbone)
i quali vengono guidati dalla madre Caterina de’Medici.
L’unico che rimane in vita più a lungo degli altri è Enrico III.
Per ciò che concerne le lotte religiose, il calvinismo era dilagato e i loro rappresentanti erano soprannominati “Ugonotti”, sebbene inferiori rispetto ai cattolici, essi ricoprivano importanti cariche a livello politico.
A livello di lotte faziose, Caterina dovette vedersela con due importanti famiglie:
• i Borbone, da parte del marito, che propendevano per il calvinismo ed erano sostenuti dalla nobiltà e da Elisabetta I;
• i Guisa, paladini del cattolicesimo, sostenuti da Filippo II e dal popolo.
Caterina cerca di mantenere una politica d’equilibrio e nel 1562 emanò l’editto di Saint Germani, che garantiva libertà di culto agli Ugonotti.
La famiglia Guisa fece massacrare un gruppo di calvinisti, dando così inizio ad un sanguinoso periodo di 35 anni.
Nel 1572, ci fu la notte di San Bartolomeo, ovvero durante i festeggiamenti nuziali di Enrico III con Margherita di Valois vengono trucidati tutti gli Ugonotti presenti.
Nel 1584, muore l’erede al trono francese, aprendo così il problema della successione a tre persone di nome “Enrico”:
• Enrico III (Enrico di Borbone) → a capo dei protestanti;
• Enrico di Guisa → a capo dei cattolici;
• Enrico di Valois → fratello della sposa di E. di Borbone.
Tale guerra fu ulteriormente complicata dalla presenza di Filippo II che voleva insediare sua figlia Clarabella sul trono francese.
Enrico di Guisa muore per primo, seguito poi da Enrico di Valois, lasciando così Enrico III di Borbone ritornare al trono francese; egli inoltre si converte al cattolicesimo per essere riconosciuto anche dal Papa.
L’INGHILTERRA DI ELISABETTA TUDOR
L’Inghilterra era sempre stata riconosciuta nel suo isolamento sia territoriale che economico; si era espansa tanto sull’oceano Atlantico che Mar Baltico e Mare del Nord aprendo numerosi mercati e centri di scambi, diventando una potenza guidata da sovrani che la portarono alla magnificenza.
Elisabetta I Tudor ne organizza l’equilibrio religioso, la espande economicamente e vince ripetutamente Filippo II.
L’Inghilterra, alleata con la Spagna, partecipa alla guerra Franco-Asburgica, riportandola alla fede cattolica.
Maria Tudor muore giovane e viene sostituita dalla sorella Elisabetta I (figlia di Anna Bolena e Enrico VIII) ed essendo protestante non accettava l’alleanza con il cognato.
Sa che il suo Paese ha bisogno di pace e cerca di evitare guerre, accetta così la tolleranza religiosa, ma per sfuggire all’ingerenza Spagnola e a quella del Papato e favorire i protestanti della classe borghese appoggia i 39 articoli della chiesa anglicana, dopo aver abolito il cattolicesimo con l’atto di supremazia.
Ribadendo le scelte paterne, accetta in modo moderato la riforma, ma non accetta il culto cattolico per cui si creano due correnti:
• i papisti, che non accettavano il rifiuto cattolico;
• i puritani, che erano calvinisti intransigenti, vogliono che la Chiesa si svincoli dal potere politico e diventano anche forti oppositori della monarchia, seguendo la riforma dei presbiteriani.
Infine si è dovuta concentrare sulla “questione Irlandese”, cioè dal XII sec. l’Irlanda era stata assoggettata all’Inghilterra e le condizioni di vita andarono sempre di più peggiorando e aveva relegato gran parte degli irlandesi nelle zone meridionali, meno adatte alle coltivazioni e agli insediamenti.
Sotto Elisabetta I economicamente, gli Irlandesi furono tassati e afflitti, religiosamente furono obbligati a convertirsi all’anglicanesimo e le poche loro terre vennero distribuite tra i coloni Inglesi.
Nel 1581, Elisabetta I fece perseguitare circa trentamila persone e aveva perseguito alla confisca dei Beni della Chiesa (come fece anche suo padre) favorendo la nascita di un ceto di proprietari terrieri che dovevano sostenere la monarchia; essi vennero soprannominati gli Jeomen, ovvero i piccoli proprietari terrieri non nobili, in parte membri della jentry, ovvero di quella classe di proprietari della piccola nobiltà terriera.
Con Elisabetta I, si apre una nuova mentalità economica che intendeva trarre profitto dalla terra anche con il lavoro a domicilio, i contadini lavoravano nelle loro terre e producevano un certo quantitativo di merci che poi vendevano allo Stato, loro stessi si occupavano del commercio, consegnavano le materie prime ai lavoranti, ritiravano il prodotto semilavorato e si occupavano di finirlo.
Incrementò le recinzioni “enclosures”, recintò le terre comuni,incentivò l’allevamento ovino e cominciò a tassare fortemente quelli ritenuti già poveri, non accettava vagabondi e mendicanti; inoltre si diede senza dubbio al commercio coloniale e fondò compagnie commerciali come la Compagnia delle Indie Orientali.
Le lotte per affermare o rovesciare l’assolutismo furono sempre accompagnate da riflessioni di filosofi1, letterati2 e intellettuali3.
Questi studiosi analizzarono il rapporto esistente tra il sovrano e il suddito, stato e cittadino.
Filosofi e letterati affermano che in base alla legge di natura, tutti gli uomini nascono liberi e possiedono diritti naturali e irrinunciabili.
John Locke, filosofo inglese, scrisse fino al ‘600 e inizio ‘700, avendo affermato che: creature della stessa specie e nate senza distinzione devono essere uguali fra loro e non essere dipendenti o soggette ad altre, essendo tutti gli uomini naturalmente liberi, uguali e indipendenti…nessuno può essere sottomesso al potere politico senza consenso.
Questo pensiero è alla base del sistema liberale dello Stato che deve garantire che i diritti naturali si realizzino nella società (=popolo, gruppo sociale) il quale detiene la sovranità, cioè il diritto di governare per mezzo di un rappresentante.
Il diritto di governare viene concesso attraverso un contratto (=un consenso, il voto) sociale; naturalmente l’istituzione pubblica deve garantire il bene di tutti.
Mornai disse: “dal momento che i sovrani vengono eletti dal popolo, il popolo è più importante del re; colui che è eletto da qualcuno o che riceve una caraica da un altro è meno importante di chi gliel’ha conferita (…) perciò il re esiste per mezzo del popolo”.
LA GUERRA DEI TRENT’ANNI
INTRODUZIONE E CONDIZIONI DELL’EUROPA
• Prima dello scoppio di questa guerra l’Europa è stata travagliata da conflitti anche a sfondo religioso, guerre, carestie ed epidemie (cfr. Peste)
• Dal 1618 al 1648 si è parlato di “secolo di ferro”, un’età molto particolare che confluisce nel lungo e tormentato conflitto durato appunto trent’anni.
• Nella prima parte del ‘600, continua il rafforzamento dello Stato e accanto al sovrano emerge la figura del primo ministro, dotato di ampi poteri e artefice della politica.
• Si sviluppa la cosiddetta “aristocrazia di toga”, cioè una classe sociale che traeva la propria nobiltà dall’esercizio degli impieghi pubblici e amministrativi e inoltre si distingueva dall’ “aristocrazia di spada” basata, invece, sui titoli feudali; vi era anche il “partito dei devoti”, ovvero un gruppo politico che sosteneva l’alleanza tra re e clero cattolico contro i protestanti.
• Alcuni sovrani come Enrico IV di Borbone si fecero immortalare in una serie di quadri di Rubens, oppure in alcuni saggio critici (x es. quelli di Voltaire) per sembrare saggi e generosi nei confronti del popolo.
• Sta di fatto comunque che il ‘600 è un secolo di crisi, caratterizzato da un profondo malessere politico, sociale ed economico in tutta Europa, anche se qualcuno come Cartesio e Galileo Galilei fondarono la scienza moderna e porranno le basi del rinnovamento della visione del mondo che si accompagna però alla critica del principio di autorità e alla valorizzazione del metodo geometrico matematico.
I fattori di crisi sono:
• l’epidemia pestilenziale (cfr. “I Promessi Sposi” di A. Manzoni)
• ristagno della produzione agricola e le relative carestie
• superfici coltivabili ristrette, tecnologia scarsa e fattore, non meno importante, si era abbassata notevolmente la temperatura media europea “piccola glaciazione”
• demografia stagnante, cioè la dimensione della popolazione europea rimaneva costante, dovuto anche al protarsi delle guerre, delle carestie e dell’epidemie. La crisi del settore manifatturiero e commerciale portò alla caduta dei prezzi, ma ciò era dovuto alla stagnazione demografica, al declino della produzione e al protarsi delle guerre.
Le risposte alla crisi:
• ricerca di un’evoluzione culturale e scientifica in tutti i campi del sapere;
• la rifeudalizzazione, cioè tendenza al recupero della rendita terriera come fonte primaria di guadagno;
• nell’Europa centro-settentrionale, l’agricoltura viene modernizzata e viene rinnovata la produzione manifatturiera e commerciale.
Il secolo ‘600, indicato come “secolo di ferro” per vari motivi economici, politici e sociali si aggravò dal 1618 al 1668, si scontrano numerosi eserciti in quella che viene definita la “guerra dei trent’anni”; essi sono i conflitti più lunghi e sanguinosi della storia.
Nella prima parte del ‘600 emerge la figura del primo ministro (Cardinale di Richelieu), egli possedeva ampi poteri ed era artefice della politica del suo Paese.
Proprio la Francia esce da un periodo di guerre civili, e con Enrico VIII la situazione diventa più serena in quanto riorganizza lo Stato, risanando l’economia, favorendo agricoltura e artigianato, riducendo le tasse e facendo in modo che le cariche pubbliche divenissero ereditarie attraverso una speciale tassa che si dava allo Stato.
Nominò dei funzionari del regno come dei professionisti appartenenti o all’ “aristocrazia di toga” o all’ “aristocrazia di spada”; quando morì salì al trono Luigi XIII che però aveva solo 9 anni, quindi la madre Maria de’ Medici diventa reggente.
Ella era la seconda moglie di Enrico IV, cugina di Caterina de’ Medici, era Italiana e cattolica, ed è contraria alla politica antiasburgica e al “partito dei devoti” (alleanza re-clero), così decise di allearsi con la Spagna e l’Austria anche se ovviamente gli Ugonotti e gli aristocratici si opposero.
Nel 1615, viene dichiarato maggiorenne Luigi XIII, a soli 14 anni, e come prima cosa allontana la madre dal trono di Francia, mentre scelse al suo fianco la figura del Cardinale di Richelieu (1585 – 1642).
Prese la carica nel 1624 e accentrò tutto il potere nelle proprie mani ed egli viene ricordato principalmente per:
• la politica antiasburgica che adottò;
• aver indebolito l’aristocrazia, restaurando così l’autorità monarchica;
• aver smantellato l’organizzazione politico-militare degli Ugonotti con i quali scende in guerra;
• aver cercato di risanare la situazione economica imponendo nuove tasse e per ciò dovette affrontare tre rivolte popolari a distanza di tre anni l’una dall’altra (1630-1633).
PREMESSA
• In Spagna, alla crisi sociale ed economica che Filippo III non riesce a controllare ne consegue l’imminente decadenza; anche se viene ricordata per “Il siglo de’ oro” (il secolo d’oro), che consisteva nelle ricchezze culturali e artistiche di autori come Cervantes con “Don Chisciotte” o come El Greco o ancora come Velasquèz.
• All’antica frammentazione politica dell’impero (tra il XII e XIV se.) nell’area tedesca con varie realtà politiche controllate dai Principi elettori, si aggiunse la frammentazione religiosa ratificata dalla pace di Augusta dopo il conflitto franco-asburgico, perciò l’impero ora è lacerato tra diverse religioni e diversi Principi che si oppongono al potere dei rispettivi sovrani.
• Nel 1609, le “Province Unite” si chiameranno Olanda che conquista l’autonomia dalla Spagna e una volta acquisita una forma di governo repubblicano, permette la tolleranza religiosa. A livello economico, nel 1602, si creò la Compagnia Olandese delle Indie Orientali (con tratta Asia-Africa) e dal 1621 si creò la Compagnia Olandese delle Indie Occidentali (con tratta America-Asia) ed infine nel 1626 gli Olandesi fondano New York.
GUERRA
La guerra dei trent’anni comincia come guerra religiosa, infatti era nata una Lega evangelica sostenuta dalla Francia, nonostante fosse un paese cattolico, perché essa vede in questa alleanza una funzione antiasburgica; mentre per la Germania è una guerra di religione perché va contro i principi cattolici tedeschi guidati dal Principe di Baviera e sostenuti dalla Spagna si costituisce così una guerra politica a causa di probabili espansioni territoriali.
Infatti la Boemia (di religione protestante) si schiera contro il dominio cattolico assolutistico degli Asburgo, ma soprattutto per cause politiche ed economiche.
STATO
SI ALLEA CON:
CONTRO:
Francia
Lega evangelica (Germania)
Austria
Spagna
Principi tedeschi cattolici
Austria
Boemia
Nessuno
Austria
Austria
/
Francia - Spagna – Boemia
FASI BELLICHE
1618: defenestrazione di Praga
L’Imperatore di Boemia, Mattia (protestante) si era opposto a suo fratello Rodolfo (cattolico) che aveva assunto la sua stessa carica, per motivi di potere e religiosi; dato che Mattia era senza discendenti cede al cugino Ferdinando la corona di Boemia, ma poiché Ferdinando era cattolico si dovette convertire forzatamente al protestantesimo, ma rifiutò di rispettare la libertà di culto che il cugino Rodolfo aveva precedentemente concesso.
Nel 1618, una folla di delegati Boemi entrò nel palazzo reale di Praga e gettò dalla finestra due rappresentanti del re e organizzarono sia un governo che un esercito contro l’Austria: da qui inizia l’atroce guerra.
Una volta defenestrati i rappresentanti del re, organizzarono un governo per muovere guerra contro gli Asburgo.
1616 – 1623: PRIMA FASE DELLA GUERRA (FASE BOEMA)
Le forze protestanti della Boemia vengono sconfitte dalle forze cattoliche, ovvero le forze dell’Impero, della Lega Cattolica e della Spagna.
All’interno di questa fase si possono considerare alcune tappe salienti:
• Ferdinando, cugino al quale Mattia cedette la corona, prosegue la campagna di cattolicizzazione della Boemia, i nobili non lo riconoscono come re e gli oppongono un principe elettore che era calvinista; da qui scaturisce una guerra interna alla Boemia, tra cattolici e protestanti.
• Nel 1620, la parte cattolica delle due contendenti infligge ai protestanti una memorabile sconfitta durante la cosiddetta “battaglia della montagna bianca”; inoltre Ferdinando impose il cattolicesimo e confiscò le terre ai protestanti e le svende ad avventurieri provenienti dalla Spagna, Germania, Italia… Tra questi, un nobile boemo, Alberto Von Wallnstein se ne appropriò più di tutti e finanziò un potente esercito a favore dell’Impero.
• Questa volta le forze cattoliche conquistano una regione alleata con la Boemia e occupano la Valtellina [zona strategica del Ducato di Milano], soprattutto con l’intervento della Spagna. (cfr. “I Promessi Sposi”)
1625 – 1629: SECONDA FASE DELLA GUERRA (FASE DANESE)
Il teatro della guerra si sposta e le forze cattoliche (Impero e Spagna) vincono ancora una volta le forze protestanti che questa volta hanno il loro punto di forza in Danimarca. Essa era sostenuta dalla Francia, Inghilterra e Paesi Bassi.
I Tappa → la vittoria delle forze cattoliche sulla Boemia, mette in allarme il re luterano di
Danimarca, il quale temeva di rimanere schiacciato dalle forze che stavano
diventando più forti, così sostenuta dalla Francia, dichiara guerra all’Austria.
II Tappa → il Wallnstein, sbaraglia il re di Danimarca
III Tappa → gli Asburgo e la Spagna conquistano la città di Breda in territorio olandese
IV Tappa → Pace di Lubecca: le terre occupate dai protestanti dopo il 1592 devono essere
restituite, ma alcuni nobili protestanti non accettarono questa clausola.
1630 – 1635: TERZA FASE DELLA GUERRA (FASE SVEDESE)
Questa fase si sviluppa in Svezia e viene appoggiata dalla Francia, contro la Spagna e l’Impero che la sconfiggono.
Il re di Svezia, Gustavo Adolfo, di tradizione luterana e di forti ambizioni espansionistiche, voleva instaurare una sorta di commercio per i minerali estratti dal sottosuolo.
Il cardinale Richelieu, interessato a questa politica svedese scende a patti con il re e riescono insieme a riportare clamorose vittorie nelle battaglie che si susseguono, anche grazie all’innovazioni militari, che faranno scuola in tutta Europa.
Il re svedese muore sul campo e lascia il trono a sua figlia Cristina di Svezia, inoltre Wallnstein viene incolpato di tradimento e nel 1634 l’Imperatore austriaco lo fa assassinare.
Nel 1635, viene stipulata la Pace di Praga, il re Ferdinando di Boemia si riconcilia con i principi protestanti e applica “l’editto di restituzione”.
1635 – 1648: QUARTA FASE DELLA GUERRA (FASE FRANCESE)
L’impero e la Spagna vengono sconfitti da Francia, Svezia e Paesi Bassi.
I Tappa → la Francia entra materialmente in guerra contro la Lega cattolica, che in quel momento
vedeva la Spagna avvantaggiata e proprio per questo risentiva però di difficili
condizioni economiche, perciò subisce una grave sconfitta nell’Ardenne ad opera
della Francia.
II Tappa → Ferdinando III, che aveva sostituito il padre, a causa di altre sconfitta e a causa del
vantaggio Francese e Svedese chiede ed ottiene la trattativa di pace.
1644 – 1648: FINE DELLA GUERRA E RELATIVE CONSEGUENZE
A) Pace di Westfalia, si articola in una serie di trattati firmati periodicamente;
B) Impero e Spagna sono sconfitte ad opera di Francia, Svezia e Paesi Bassi;
C) La Francia si afferma come massima potenza Europea, la Spagna ormai è deceduta ed inoltre
l’Impero deve riorganizzarsi a livello territoriale e la popolazione è ridotta di circa ⅓.
L’impero deve riorganizzarsi internamente; non si contano i gravi atti di saccheggio e
ritorsione. Gran parte dei territori della Boemia e dell’Impero sono divisi in staterelli
autonomi.
D) La Svezia ottiene la regione della Pomeriana (Germania settentrionale), le “Province Unite”
ovvero l’Olanda ottengono la loro indipendenza dalla Spagna.
E) Viene confermato e ampliato il principio “cuius regio, eius religio” (Vd. La Pace di Augusta).
Viene ammesso il Calvinismo tra le confessioni religiose e si da il permesso alle persone di
migrare nei territori dove si professa la propria religione.
F) La Francia, inoltre controlla Alsazia e Lorena (al confine tra la Francia e la Germania) e sulle tre
città di Netz, Toull e Verdun (ottenute con la Pace di Cateau-Cambresis) tuttavia rimane
aperto il conflitto con la Spagna che si concluderà solo nel 1659, a quel tempo il cardinale si
si chiamava Mazzarino.

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