Storia

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Testo

Democrazia di massa, totalitarismo ed Europa.
Società di massa.
Si assiste alla diffusione della società di massa ed alla presa di coscienza da parte degli intellettuali , della nascita di un nuovo modello che , in relazione al salto qualitativo operato dalla seconda Rivoluzione Industriale, fa assumere alle masse un ruolo di enorme importanza nella sfere economica, politica e culturale.
L’emergere di un ceto medio dedito alla distribuzione ed alla organizzazione dei servizi provoca la richiesta da parte delle masse di maggior partecipazione alla vita politica, che si esprime nell’affermazione dei “partiti di massa”.
Questo fenomeno provoca l’estensione della democrazia di massa o, nel caso di un coinvolgimento passivo delle masse, del totalitarismo.
La società di massa determina la trasformazione dei costumi di vita, l’affermazione di strumenti di comunicazione di massa e la nascita della cultura di massa.
Il totalitarismo.
Sono totalitarie quelle società sorte nel primo dopoguerra, in cui lo Stato tende al controllo “totale” di ogni manifestazione proveniente dalla società civile. Ma non solo: a partire dal secondo dopoguerra la nozione di totalitarismo è ampiamente utilizzata anche per definire i regimi comunisti sorti in Europa orientale e nel mondo che in vario modo hanno riproposto il modello staliniano.
Fascismo, nazismo (forza Haider !!!) e stalinismo hanno in comune la volontà di organizzare le masse attraverso un sistema di dominazione autoritario caratterizzato dal monopolio politico fondato su una ideologia onnicomprensiva, gestito da un partito unico di massa guidato da un dittatore, da un sistema di terrore, dal monopolio dei mezzi di comunicazione di massa, dal controllo di tutti gli strumenti di lotta armata e dal controllo dell’ intera economia.
Gli stati democratici.
Essi vedono il rafforzamento dei sindacati, la crescita dell’aiuto pubblico ai meno abbienti, il costituirsi dei servizi sociali e la costruzione di opere di grande utilità.
L’idea di Europa.
La crisi dello stato nazionale: lo stato nazionale è stato fonte in ambito internazionale di grande instabilità e ha favorito la crescente interdipendenza economica tra i diversi stati con l’esigenza di un mercato continentale, se non mondiale.
L’idea di Europa: E’ presente in più concezioni: in un’ottica di “lungo periodo” nell’universalismo cristiano; sul “medio periodo” nell’Illuminismo (Kant e Hamilton) sul “breve periodo” nelle più importanti teorie politiche contemporanee, quale superamento dello stato nazionale.
3 strategie: Il funzionalismo → mira ad ottenere uno sviluppo graduale della cooperazione internazionale in settori limitati, ma via via più importanti delle attività statali, così da arrivare ad uno svuotamento progressivo dello Stato nazionale.
Il confederalismo → mantiene completa sovranità nazionale e su questa base propone la collaborazione internazionale.
Il federalismo → sostiene la necessità di un effettivo trasferimento di sostanziali poteri nazionali ad un organismo internazionale.
L’economia tra le due guerre mondiali: la crisi del 1929
Terminata la prima guerra mondiale le speranze di una rapida ripresa devono attendere alcuni anni prima di realizzarsi in modo comunque diverso da quello auspicato.
Dopo una breve ripresa produttiva nel 1919-1920 una nuova crisi internazionale nel 1921, evidenzia le strutturali difficoltà in cui si dibattono i numerosi paesi ad economia capitalista. Lo scenario economico è decisamente mutato rispetto al 1914 ed è caratterizzato da:
- i debiti di guerra contratti dall’Europa con gli Stati Uniti;
- la rapida accelerazione, durante la guerra, del processo di concentrazione produttiva con l’affermazione di gruppi di enormi dimensioni;
- il crescere del controllo dello Stato sull’economia;
- l’inevitabile inflazione, soprattutto in Germania a causa delle ingenti “riparazioni” di guerra.
Solo a partire dal 1922 avviene la ripresa produttiva. Trainata dagli Stati Uniti, essa si diffonde contraddittoriamente:
- alla supremazia economica degli Stati Uniti non corrisponde l’analoga supremazia finanziaria , ancora detenuta dall’ Inghilterra;
- la fragilità della “triangolazione finanziaria” in cui gli Stati Uniti giocano un ruolo decisivo;
- nel vuoto internazionale di politica economica si muovono i grandi banchieri, i quali operano per stabilizzare il sistema senza però raggiungere la necessaria incisività, se non con esiti addirittura controproducenti.
Tra il 1922 e il 1929 gli Stati Uniti conoscono uno dei più prolungati boom della loro storia. Questa situazione accresce la fiducia nelle capacità della business-comunity.
- A trainare lo sviluppo è la produzione su larga scala dei beni di consumo;
- Nelle aziende più evolute sono applicati i metodi tayloristici di razionalizzazione;
- Le amministrazioni americane ripropongono la tradizionale filosofia del non intervento governativo sull’economia;
- Rilevanti problemi di squilibrio stanno però emergendo; il mancato coinvolgimento di alcuni settori tradizionali, il saturarsi di certi settori di mercato, il venir meno del potere d’acquisto, le speculazioni della Borsa.

Il momento dell’inversione di tendenza avviene nell’ ottobre del 1929. Alla fine di ottobre 1929 si assiste ad una drammatica caduta delle quotazioni della Borsa newyorkese di Wall Street (il “Big crash”), con lo scambio al ribasso di milioni di azioni, provocato dal panico.
Dalla Borsa la crisi si estende al sistema bancario, che segna il fallimento di circa 5.000 banche nordamericane.
Non controllata dal mondo finanziario la crisi dilaga in quello produttivo e della distribuzione: i fallimenti sono inevitabili ed a catena.
La disoccupazione di massa fa la sua drammatica comparsa e con essa la drastica riduzione delle capacità d’acquisto.
I prezzi agricoli crollano e centinaia di migliaia di agricoltori perdono le loro terre; si assiste allo spopolamento delle campagne e alla fuga verso le città.
La crisi US ha immediate ripercussioni internazionali.
Tra gli US e l’Europa viene meno la “triangolazione finanziaria”.
Il crollo è sancito dal fallimento delle grandi banche europee e dai sempre più marcati rimedi protezionistici.
Le risposte !!!
- Il crollo generalizzato dei prezzi delle materie prime agricole e minerarie, più accentuato di quello dei prodotti trasformati, e la forte contrazione degli scambi internazionali infliggono un duro colpo ai paesi specializzati nell’esportazione di prodotti primari verso l’Europa e il Nord-America. E’ il caso dei paesi latino americani, che si orientano verso uno sviluppo sempre più chiuso.
- Nelle economie più sviluppate d’Europa del Nord-America e del Commonwealth, la crisi viene affrontata isolatamente:
• Si accresce la spirale di sfiducia reciproca e di mancanza di coordinamento tra le varie politiche economiche nazionali;
• Dal 1933 in poi crescono le misure protezionistiche destinate ad evolversi in Italia e nella Germania hitleriana nella forma autarchica;
• Mentre ogni nazione cerca di scaricare sugli altri i costi della crisi, all’interno dei vari paesi cresce l’intervento delle burocrazie statali dell’economia.
Germania: le misure economiche del cancelliere Bruning sono una causa aggiuntiva del grave malessere sociale che caratterizza gli ultimi anni della Repubblica di Weimar. Il ritiro dei capitali esteri investiti nel paese e la disoccupazione di massa favorisce gli estremismi del partito nazista (forza Haider !!!).
Italia: il caso italiano segna l’affermazione di una più decisa azione dello Stato fascista nell’economia, fino al varo della politica autarchica. (1934). Controllo statale degli scambi monetari; grandi lavori pubblici; ulteriore concentrazione industriale; creazione dell’ IMI e dell’ IRI; riarmo e aggressività internazionale. (Etiopia).
Francia: la politica economica di Laval è osteggiata dalla mobilitazione tra socialisti e comunisti. Le lotte operaie aprono la strada alla vittoria del Fronte Popolare di Léon Blum (1936). Dopo gli anni trenta la Francia conosce un inizio di ripresa solo nel 1938, ma la situazione internazionale è ormai prossima alla guerra (ministro Daladier).
Gran Bretagna: la classe dirigente inglese sa fronteggiare senza particolari rigidità e “ortodossie” la situazione e il paese è uno di quelli che escono meglio dalla prova della crisi: il governo agisce con tempismo sganciando già nel 1931 la sterlina dalla parità aurea e rinunciando alla tradizione liberista.
Stati Uniti: in un contesto potenzialmente esplosivo Roosvelt propone alla nazione il New Deal, che delinea l’idea di un maggior interessamento delle istituzioni pubbliche alle condizioni di vita del cittadino.
Il New Deal si lega in seguito alle idee politico economiche di Keynes.

1)La politica economica fascista nella sua fase liberista che va dal 1922 al 1926 è caratterizzata innanzitutto dalla diminuzione del personale della pubblica amministrazionee dalla privatizzazione delle aziende recentemente statalizzate, come ad esempio la compagnia dei telefoni e il settore assicurativo. Vi furono poi vantaggi finanziari per i privati, grazie all'abolizione della nominatività dei titoli azionari, all'imposta di successione, all'imposta sul reddito che venne ridotta e infine, attraverso la liberalizzazione dei contratti di locazione, si lasciavano margini più ampi al profitto dei privati. Allo stesso tempo però vi fu una soppressione delle libertà sindacali (diritto di sciopero). Quindi anche se la produzione aumentò, venendo meno la forza di contrattazione, diminuì il valore del salario in termini di potere d'acquisto che portò ad un calo della domanda interna.

2)Nolte è un revisionista e la sua idea è quella di connettere nazismo, bolscevismo e fascismo in un'unica categoria che ne possa spiegare le somiglianze e le interazioni. Secondo lui il nazismo sarebbe solo una reazione al bolscevismo, o meglio, vede nel bolscevismo il modello cui Hitler si ispirò. Inoltre considera l'olocausto come uno dei tanti massacri della storia, non un fatto particolare. Non per questo vuole giustificare i crimini nazisti, ma "storicizzare" questo periodo cercando di far avanzare la comprensione storica del fenomeno al di là degli schemi interpretativi tradizionali.

3)La DC può essere definita un partito interclassista perchè grazie all'appoggio della chiesa ottenne i consensi dei cattolici di ogni ceto sociale, sapeva raccogliere consensi nel mondo imprenditoriale, e attraverso la Coldiretti, ad esempio, intendeva costruire una base di massa tra i lavoratori delle fabbriche e i contadini proprietari. La DC riaffermando la morale cattolica, prometteva di salvaguardare la proprietà, di assicurare la presenza di una corretta iniziativa individuale nel campo della produzione e del lavoro, di limitare il potere dei grandi monopoli e proteggere consumatori e produttori.
Politica estera: adesione all'alleanza atlantica
Economia: sistema misto, settore pubblico sotto il controllo dello stato, settore privato formato da piccole imprese.
CRISI DELLO ZARISMO, RIVOLUZIONE E STALINISMO
Vecchio calendario giuliano, 13 giorni in più
XIX secolo in Russia
1) autodifesa dell'assolutismo e dello zarismo
sostegno dell'aristocrazia, esercito e Chiesa ortodossa
repressione delle opposizioni
2) problema agrario e superamento del feudalesimo nelle campagne
mir, villaggio dell'organizzazione agricola medievale, distribuisce terre, organizza contadini
malcontento nelle campagne
3) espansionismo militare e politica imperialistica in Asia
dagli Urali al Pacifico, fino al Caucaso, carattere multinazionale
1861 Alessandro II - legge che abolisce il servaggio
contadino ha i uso il terreno che deve pagare affitto al proprietario
peggioramento delle condizioni dei contadini, guadagno dei latifondisti
nuovi proprietari medi, kulaki che acquistano le terre a riscatto
Dipendenza economica dall'Occidente - Investimenti del capitale straniero
Sviluppo industriale molto forte, siderurgico e ferrovie
Fronte di antizarista: intellettuali, studenti, borghesia istruita - intellighentzia
Occidentalisti - via europea
Sviluppo capitalistico
Imitazione delle potenze straniere
Slavofili - destra conservatrice
Via nazionale
Mondo rurale, tradizioni contadine, stabilità del popolo
Populismo - organizzazioni feroci, radicale riforma agraria, abolizione dello Stato Sistema di libere comunità federate
Specificità della storia e dello sviluppo russo
Partito elitario di specialisti dell'eversione
Fede nel contadino e nelle sue potenzialità
Alfabetizzare, rendere coscienti i contadini della loro funzione
Aiutare progresso e emancipazione popolare
Socialrivoluzionari
Dostojevskji
Marxismo - distaccati dall'esperienza populista
Valutazione positiva del modo capitalistico, fede nello sviluppo tecnico e produttivo
Necessità della rivoluzione borghese, missione storica di distruzione del feudalesimo
Soggetto rivoluzionario è proletariato(no popolo contadino), agitazioni di massa
Plechanov - decisa crescita del proletariato
1898 a Minsk fondazione del POSDR, partito operaio socialdemocratico russo
Rivista "Iskrà"(scintilla) animata da Lenin(Vladimir Uljanov) e Martov(Jilij Cederbaum)
Contrasti fra loro - bolscevichi, maggioritari, con Lenin
- menscevichi, minoritari, con Martov
Lenin(1870-1924), posizioni politiche vicine a Plechanov
1) assoluta priorità della lotta politica sulle rivendicazioni sindacali
2) partito di un partito di professionisti della politica
3) no spontaneismo politico delle masse
4) elaborazione di una chiara e univoca teoria rivoluzionaria, marxismo
partito monolitico, ideologicamente omogeneo e puro
5) marxismo russo unito al populismo
In Russia è impossibile condurre lotta politica con mass-media e mezzi europei
No menscevichi, no partito unico di massa, pubblico, larga democrazia interna, no fusione partito e sindacato, sviluppo democratico del paese, no corrente occidentalista del marxismo
1900 Congresso di Londra - separazione fra menscevichi e bolscevichi
1901 Rivoluzione
Condizioni pietose del proletariato, malcontento cresce inesorabilmente
Repressione controlla i sindacati
9 gennaio 1905 Gapon comanda il movimento popolare giallo
pacifica processione religiosa a San Pietroburgo
presentare petizione allo zar
davanti al Palazzo d'Inverno esercito apre il fuoco - domenica di sangue -
assurda repressione causa vastissimo movimento di scioperi nelle industrie e rivolte nelle campagne
ondata di disordine e ribellismo sociale
Ampi strati borghesi osteggiano zarismo - partito Costituzionale Democratico - cadetti
Creazione in Russia di un sistema costituzionale moderato
Sviluppo dell'economia e liberalizzazione della vita
Nicola II concede la Duma, organo consultivo su base censitaria di opposizione liberale
Ammutinamento della corazzata Potemkin e esercito rifiuta di sparare
Sciopero generale a San Pietroburgo
Creazione del primo SOVIET(consiglio) dei lavoratori, capo è Trockij
Soviet come organo di governo politico delle masse
Strumento di rivendicazioni economico-sociali
17 ottobre 1905 Nicola II emette un manifesto
1) libertà politiche e civili
2) estensione elettorale della Duma
Borghesia controllata, Duma sottoposta al potere assoluto, funzione solo ornamentale
Dal 1906 al 1911 - Petr Stolypin al governo
Dure repressioni del movimento operaio e tentativi di riforme economiche
Tentativo di modernizzare la sfera economica e produttiva mantenendo assoluto controllo politico
Elezioni della Duma del 1906 - cadetti ottengono maggioranza
Duma anti-zarista, Stolypin la sopprime
Stolypin emana decreti per i contadini che devono appropriarsi delle terre - rafforza kulaki
Riprendono gli scioperi degli industriali, partito marxista ha molta influenza sulle masse
Credibilità del governo cala molto
1914Russia entra nella Prima guerra mondiale
Fragile economia russa e sistema di trasporti non sopporta il peso di una guerra totale
Sistema ferroviario collassa(1917)
Produzione di grano declina, scorte si esauriscono, prezzi crescono, richiesta di prestiti esteri
Impopolarità della guerra
1915 crollo militare, perdita di Galizia, Bucovina e Polonia - scioperi si moltiplicano
Cadetto Miljukov e principe l'Vov - Blocco moderato nella Duma
Opposizione nobiliare allo zarismo
Creazione di un governo borghese moderato
1916 congiura nobiliare contro il monaco Rasputin che governava al posto dello zar
23 febbraio 1917 a San Pietroburgo cominciano i disordini
Creazione di gruppi spontanei che chiedono pane, la fine della guerra e della repressione poliziesca
Reparti della guarnigione di Pietrogrado si uniscono ai manifestanti
Zar ordina repressione violenta, ma cosacchi non possono intervenire e restano neutrali
Sciopero dei ferrovieri blocca l'arrivo di truppe
26 febbraio zar scioglie la Duma
28 febbraio Duma crea un Comitato Provvisorio per ristabilire l'ordine
Soviet popolare elegge Comitato Esecutivo Provvisorio controllato dai menscevichi
Nasce "Izvestia" - giornale del soviet che informa la massa e dà disposizioni
Governo di fatto affiancato a quello legale
Zarismo non ha più sostenitori, nemmeno fra i nobili
Liberali, democratici e moderati considerano estinto lo zarismo
2 marzo1917 Nicola II abdica
Formazione del governo provvisorio, presieduto da L'Vov, ministri del blocco borghese progressista
Russia diventa repubblica, attesa di un'Assemblea Costituente da eleggersi a suffragio universale
Repubblica sopravvive 8 mesi, stato si dissolve, crollo della Russia
Favorevoli alla guerra: - partiti rivoluzionari, marxisti, socialrivoluzionari perché rivoluzione
deve sopravvivere e bisogna combattere imperialismo tedesco
- menscevichi perché democrazia va difesa, richiamo patriottico
Sacrificare aspettative delle masse in favore alle necessità belliche
Sviluppo dell'anarchia e di poteri locali autonomi
4 aprile 1917 Lenin torna dall'esilio in Svizzera grazie all'aiuto tedesco
(Germania vuole il ritiro della Russia)
Necessità di superare il dualismo dei poteri
Prendere il potere eliminando il Governo Provvisorio, consegnando tutto il potere ai soviet
Ritiro russo dalla guerra per difendere i proletari, rivoluzione deve essere internazionale
Terre confiscate a servizio dei soviet locali, grandi proprietà vanno socializzate
Pravda, organo di stampa del partito pubblica le "tesi di aprile"(Stalin accusa di anarchismo)
Distruzione dello stato - "tutto il potere ai soviet"
Potere indiscusso del capo al vertice del partito, morale borghese ripudiata per il fine rivoluzionario
3 giugno 1917 Primo Congresso Panrusso dei soviet a Pietrogrado, bolscevichi in minoranza
18 giugno truppe all'assalto degli austro-tedeschi senza organizzazione
4 luglio accusa ai bolscevichi di essere filo-tedeschi, Lenin costretto all'esilio in Finlandia
Partito bolscevico cresce, arriva alla maggioranza in alcune fabbriche, aumenta la presa sulle masse
3 agosto il congresso clandestino, su invito di Lenin, vota l'insurrezione armata
Distruzione dello Stato e della macchina oppressiva
Dittatura democratica del proletariato e dei contadini
Modello della Comune di Parigi
Riga cade in mano ai tedeschi, disfatta russa
26 agosto generale Kornilov marcia su Pietrogrado, tentativo di colpo di stato
bolscevichi armati difendono in governo provvisorio
2 settembre soviet hanno maggioranza bolscevica
Creazione di un Comitato Militare Rivoluzionario, organizza forza militare "la guardia rossa"
Rivoluzione organizzata per il 24 ottobre, potere dato al Secondo congresso Panrusso
24 ottobre guardie russe occupano i punti nevralgici della capitale senza alcuna vittima
Guarnigione di Pietrogrado si dichiara neutrale, favore ai bolscevichi
25 insorti prendono il Palazzo senza combattere, ministri arrestati, Kerensky fugge
Potere è nelle mani di Lenin
La nascita dell'URSS
Soviet approva due decreti
Decreto sulla pace: invito alle potenze a una pace immediata senza annessioni né contribuzioni
Decreto sulla questione agraria: abolizione della proprietà privata, confisca delle grandi proprietà
Creazione del Consiglio dei Commissari del Popolo, composto da bolscevichi e guidato da Lenin
30 settembre 1917 - 1° costituzione: repubblica federale
soppressione dello sfruttamento
diritti del popolo sfruttato e oppresso
no divisione dei poteri
soppressione della proprietà privata
CCE - congresso generale- rappresentanza legislativa
nomina 19 ministri(potere esec., ammin., giudiz.)
12 novembre elezioni per l'Assemblea Costituente
Risultati sfavorevoli ai bolscevichi che sciolgono d'autorità l'assemblea
Lenin trova contrasti con le masse popolari e i governi europei spaventati
1) contro la guerra per salvare la rivoluzione
tedeschi avanzano al nord e occupano l'Ucraina
esercito russo ormai in dissoluzione
capitale a Mosca
Lenin ha il sopravvento e inizia trattative con i tedeschi
3 marzo 1918 - pace di Brest-Litowsk - Russia perde la Bielorussia, Ucraina e Baltico
bolscevichi sono contrastati da tutti i partiti
Primavera 1918, problemi della Repubblica:
1) intervento armato delle potenze straniere ai confini
Intesa vuole eliminare potere bolscevico, repubblica democratica che continui la guerra
Europa ha paura di un esempio che fomenti rivolte socialiste
Vaste prospettiva coloniali se URSS si dissolve
Inglesi sbarcano a Nord, governo anti-bolscevico
Giapponesi nel Pacifico
Europei espulsi nel 1919 dalla durissima resistenza bolscevica e dai movimenti socialisti
2) guerra civile
nuovo esercito bolscevico, controrivoluzionario delle
armate bianche, guidate da ex generali zaristi, truppe cosacche, menscevichi, piccoli borghesi
guerriglia continua, insuccesso dei bianchi - non considerano le rivendicazioni dei contadini
no consenso delle masse
terrorismo dei socialrivoluzionari
1919 bolscevichi cacciano dalla Crimea l'esercito di Wrangel, ultimo generale bianco
1920 CEKA - polizia politica bolscevica - reprime la ribellione con metodi violenti e arbitrari
1920 maresciallo Pilsudski dalla Polonia tenta l'invasione della Russia
Armata Rossa sconfigge i polacchi e Lenin ordina l'invasione della Polonia che fallisce
3) ribellioni contadine
ECONOMIA
Condizioni generali dell'economia russa sono disastrose
Crollo della disciplina di fabbrica arresta la macchina produttiva
Inflazione altissima, prezzi alle stelle
Scioperi generali
Stato controlla tutte le branche dell'economia: 1918 statalizzazione della terra e delle industrie
Soppressione del libero mercato
Fiorire del mercato nero
Comunismo di guerra: fino al 1921 guerra spietata condotta da squadre operaie bolsceviche nelle campagne per strappare ai contadini tutto ciò che non sia necessario
Comunismo di guerra produce
1) opposizione contadina al regime
2) si incrina l'alleanza con il popolo
3) si accentua il centralismo politico
4) soviet e organismi locali perdono tutto il potere, dittatura è di un ristretto numero di dirigenti
Bucharin, giovane e importante dirigente del partito portavoce delle opposizioni interne
Politica filo-contadina
Stimolare produzione agricola, ordine sociale e convivenza pacifica
Trockij politica industrialista
Favorire proletariato, migliorare condizioni dei proletari
marzo 1921 - DECIMO CONGRESSO DEL PARTITO
"Nuova Politica Economica" - NEP -
1) superamento del comunismo di guerra
2) liberalizzazione del commercio e dei beni di consumo(contadini coltivano per sé stessi e vendono il surplus)
3) legalizzazione del commercio spicciolo e il mercato nero(cresce potere di piccoli commercianti)
4) sovvenzioni all'industria leggera
5) sistema misto, statale e privato, di produzione
6) "Nazionalismo socialista": edificazione dell'URSS come stato stabile e solido
Fallimento dell'internazionalismo russo - nessun paese europeo sarebbe diventato rivoluzionario
7) proibizione del "frazionismo" - no creazione di correnti stabili in opposizione al partito
8) carattere autoritario del partito, potere è solo nelle mani di Lenin
9) URSS diventa stato totalitario a partito unico
NEP migliora condizioni dei contadini, no proletari
Ricompaiono i beni di consumo
Salari restano bassi e prezzi dei prodotti agricoli crescono: kulaki rafforzano la loro posizione
NEP aiuta la vita delle campagne a scapito delle città - industria pesante in stato di collasso -
Gennaio 1924 Lenin muore di una malattia cerebrale
Spaccatura per la successione: Stalin è capo organizzativo del partito, controllo della burocrazia sovietica mentre Trockij ha potere morale e popolarità
Stalin # Trokij
1) valutazione della situazione politica internazionale e delle prospettive nazionali della rivoluzione
Stalin: socialismo di un paese solo
URSS potenza stabile, industriale e competitiva
Trockij: rivoluzione permanente che rafforzasse proletariato
URSS deve lottare contro capitalismo occidentale
2) giudizio sulla NEP e sulle sue implicazioni di carattere sociale e politico
Stalin e Bucharin: mantenere libero mercato
Legare i contadini allo stato
Proseguire con la NEP e il suo lento, progressivo sviluppo
Alleanza con i contadini
Trockij: critica della NEP che non aiuta i proletari
Industrializzazione accelerata
Collettivizzazione della terra, controllo statale della produzione e della vendita
3) gestione del partito e dello Stato
Stalin: approva Lenin
Trockij: denuncia la gestione autoritaria
Dal 1925 Stalin si afferma ed esclude Trockij dal potere
NEP prosegue
1926 "leva Lenin" - iscrizione massiccia di "gente tranquilla", cerca nel partito stabilità e sicurezza
1927 sconfitta definitiva dell'opposizione di sinistra
1929 espulsione dall'URSS di Trockij, lungo esilio, muore in Messico assassinato da sicari di Stalin
1924-1925 stati europei riconoscono l'URSS
1927 crisi della NEP, crisi totale della Russia
crollo delle riserve di grano
instabilità dei prezzi
città minacciate dalla fame
si spezza l'alleanza fra bolscevichi e contadini
risentimento operaio
NEP rafforza ceti borghesi, kulaki diventano nemici della rivoluzione
XV CONGRESSO DEL PARTITO - dicembre del 1927
- Espulsione degli oppositori dal partito
- Industrializzare il paese senza badare ai costi
- Superare i paesi occidentali sul piano economico
Politica generale di Stalin:
1) Industrializzazione forzata
Piani quinquennali stabiliscono gli aumenti produttivi
Aumentare fabbricazione di mezzi di produzione e di materie prime
Industria pesante
Razionamento dei beni di consumo
Ricorrere a personale straniero specializzato
Sviluppare istruzione tecnica
Disoccupazione scompare
Maggiore produttività (1935 Stachanov, movimento stacanovista, ideologia del lavoro)
Aumento della popolazione delle città
Industrializzazione trasforma economia sovietica, URSS è potenza industriale
2) Collettivizzazione forzata
Piegare agricoltura alle necessità dell'industria
Estendere il controllo statale sulle campagne
Eliminare i kulaki come classe dominante confiscando le terre e i beni
Costringere i contadini ad entrare in unità produttive collettive
Creazione delle SMT (Stazioni di macchine e trattori)
Stato si impadronisce di una parte di raccolto e il resto rimane al contadino
Contadini reagiscono e si ribellano - Stato reprime con il sistema delle confische
1931 Guerra civile contro i kulaki porta al collasso
Eliminazione e deportazione dei ricchi e di kulki che si oppongono al governo
3) eliminazione di ogni opposizione
eliminazione integrale di ogni opposizione a Stalin
espulsioni, soppressioni, falsi processi all'interno del partito
circa 3 milioni di vittime
abolizione della democrazia
4) totalitarismo e culto del capo
censura totale
tutto doveva difendere e esaltare la "patria socialista"
statalizzazione dell'economia, monopolio di sindacati, cultura, mezzi di comunicazione
culto illimitato di Stalin, capo incarna la continuità del progresso, successore di Lenin
Stalin gode dell'appoggio popolare
1936 nuova Costituzione
1) no distinzione di classi sociali, tutti hanno diritto di voto(elezioni pilotate)
2) bandire capitalismo
3) libertà è confermata se concorda con il regime
URSS diventa potenza industriale, si combatte analfabetismo, servizi sanitari, assistenziali e sociali di massa - ma è caratterizzata da terrore, conformismo di massa, dominio della burocrazia, monopolio del potere
IL FASCISMO
Vittoria mutilata, no Dalmazia per i 14 punti di Wilson
1919 Orlando e Sonnino abbandonano la Conferenza di Parigi - polemica
Cause del fascismo:
1) trasformazioni socio-economiche nel primo dopoguerra
evoluzione dell'apparato industriale rafforza ceto imprenditoriale e quello operaio
guerra crea squilibrio sociale e tensione fra ceti sociali
progressivo indebolimento del legame fra classi medie e istituzioni
rafforzamento dell'industria
2) crisi dello stato liberale
stato liberale reazionario non dà risposte concrete, non reagisce alle trasformazioni
piccola e media borghesia oppressa dal pesante carico fiscale
3) nuovo clima ideologico
scontro fra estrema destra e sinistra massimalista
12 settembre 1919 D'Annunzio occupa la città di Fiume(Nitti, al governo, non reagisce)
crisi delle istituzioni
appoggio di truppe ribelli
crisi dei ceti medi
necessità di riconversione a fini pacifici dell'industria
aumento numerico del proletariato industriale
IL BIENNIO ROSSO E L'ASCESA DEL FASCISMO
Società civile non trova risposte politiche alle proprie richieste
movimento cattolico o socialista
1919 trasformazione della realtà politica-economico italiana
continue agitazioni, sviluppo associativo delle masse operaie e contadine
1) sindacati rossi, ispirazione socialista(CGL e FIOM)
2) sindacati bianchi, matrice cattolica(CIL)
Abrogazione definitiva del non expedit, Luigi Sturzo esprime l'opinione dei cattolici
16 novembre 1919 prime elezioni politiche del dopoguerra
Netto declino dei liberali
Grande crescita del partito popolare(cattolici)
Enorme forza del partito socialista
Partito socialista diviso in tre correnti:
1) massimalisti che sono alla dirigenza
2) riformisti, Turati e Treves
3) rivista "Ordine Nuovo", Togliatti, Gramsci, Terracini, legati alla rivoluzione russa
occupazione delle fabbriche e formazione del Partito Comunista Italiano(1921)
Protesta agraria con occupazione delle terra da parte dei braccianti per la mancata riforma
Proprietari terrieri si organizzano autonomamente(spirale di violenza politica, squadre punitrici)
Mussolini si propone alle elezioni con il Movimento dei fasci di combattimento, chiede
1) efficienza dell'Italia contro ogni imperialismo straniero
2) giornata legale di 8 ore di lavoro
3) minimi di paga
4) obbligo di coltivare la terra, altrimenti distribuzione ai reduci di guerra
5) imposta sul capitale a carattere progressivo
6) sequestro dei beni delle congregazioni religiose
7) revisione dei contratti di forniture di guerra
8) rivendicazione della Dalmazia
BIENNIO ROSSO(1919-1920) E SCONFITTA OPERAIA
Nitti dimostra debolezza nella situazione di Fiume
Popolari e socialisti hanno molto peso nella conduzione della vita politica italiana
1921 Congresso del Partito Socialista a Livorno
Ordinovisti, guidati da Gramsci e Bordiga, fondano il Partito Comunista Italiano
1922 Partito Socialista Unitario formato da Turati
1919 serie di scioperi per aumenti salariali
Crisi di governo che passa a Giolitti
Ondata rivoluzionaria, partecipazione attiva dell'Ordine Nuovo(Gramsci e Gobetti)
Agitazioni sindacali, sul fronte padronale cresce l'intransigenza: rifiuto a concedere aumenti salariali al FIOM(metallurgici) - ostruzionismo e occupazione - fenomeno isolato a Torino
Industriali trovano nei fascisti l'unica forza politica che può tenere a bada il movimento operaio
Opposizione al governo si organizza anche nei sindacati fascisti
Violenza squadrista aiutata dalla magistratura per la repressione del movimento operaio e contadino
Giolitti scioglie le camere, al governo Ivanoe Bonomi
1921 nuove elezioni, crescono i popolari
Mussolini inquadra il partito e conferma la sua leadership
1922 caduta del governo di Bonomi per il fallimento della Banca di sconto
Gravissima crisi istituzionale
Luigi Facta compone l'unico governo democratico primo dell'avvento del fascismo, insieme di gruppi politici contro la controffensiva fascista
Debolezza del governo di fronte agli episodi di violenza fascista
31 luglio socialisti e comunisti chiedono il governo
28 ottobre 1922 si svolge la "marcia su Roma"
Vittorio Emanuele III rifiuta di firmare il decreto per lo stato d'assedio
30 ottobre Mussolini ottiene l'incarico di formare il nuovo governo
FASE LEGALITARIA DELLA DITTATURA
1922-1925 fascismo deve consolidarsi al potere attraverso le istituzioni liberali
31 ottobre 1922 Mussolini presenta i ministri al re Vittorio Emanuele III
Creazione del Gran Consiglio del Fascismo, organo direttivo del partito
Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale(1923) organismo paramilitare per
inquadrare le ex-squadre fasciste
1923 Fusione del Partito Fascista con Partito Nazionalista, intellettuali danno ideologia coerente
Partito Popolare critica il governo al Congresso di Torino(aprile 1923), Mussolini costringe alle dimissioni i ministri popolari e agisce per un avvicinamento al Vaticano
1923 Legge Acerbo - partito di maggioranza relativa avrebbe ottenuto i 2/3 dei seggi, l'altro terzo diviso proporzionalmente
1924 indette nuove elezioni
Lista elettorale filo-governativa ha appoggio diretto di Mussolini, Liberali di Salandra e Orlando
Liste di opposizione sono i popolari, socialisti di Turati e Matteotti, massimalisti, liberali di Giolitti)
Atmosfera di violenza e intimidazione, elezioni vinte dal fascismo
30 maggio 1924 Giacomo Matteotti pronuncia alla Camera una denuncia per i metodi illegali
Matteotti viene rapito e assassinato da squadristi, 16 agosto si trova il suo cadavere
Opposizioni si rifiutano di partecipare alla Camera
Mussolini prende direttamente il comando come unico governatore
1922/1926 Economia ancora legata agli schemi tradizionali liberistici
Ministro Alberto De Stefano - compagnia dei telefoni e settore assicurativo tornano privati
sgravio fiscale che tocca l'imposta sul reddito
soppressione delle libertà sindacali, no diritto di sciopero
diminuzione del valore del salario

1925 anno della trasformazione delle istituzioni liberali verso lo stato totalitario
Controllo monolitico del potere
Dibattito culturale fra Giovanni Gentile, intellettuale fascista, e Benedetto Croce
1925 "leggi fascistissime" dopo una serie di attentati a Mussolini
1) Ministri responsabili verso il sovrano e il capo del governo, non più verso il Parlamento
2) 1928 Gran Consiglio del Fascismo sostituisce il Parlamento
3) Mussolini diventa duce che assomma le cariche massime del partito e del governo
4) Dura limitazione del diritto di associazione
5) Capo del governo può sciogliere i partiti dell'opposizione
6) Organizzazione del consenso - scuola, università e organismi paramilitari(Opera Nazionale Balilla che doveva educare i "figli della lupa", "balilla", "avanguardisti" - GUF per gli universitari - GIL gioventù italiana del littorio)
7) Controllo del dissenso - "Tribunale speciale per la difesa dello Stato" e polizia
1928 nuovo sistema elettorale: numero di deputati è di 400, Gran Consiglio del Fascismo sceglie i nominativi, si impedisce opposizione plebiscitaria
24 marzo 1929 lista unica viene approvata
1926/1929 Patti Lateranensi fra Mussolini e cardinale Gasparri
Trattato riconosce una sovranità territoriale della Chiesa
Concordato regola i rapporti fra Stato e Chiesa
religione cattolica è religione di stato
insegnamento della religione nelle scuole italiane
effetti civili del matrimonio religioso
libertà della Chiesa di amministrare i beni ecclesiastici e la nomina dei vescovi
1926 accentuato interventismo statale nell'economia
Ministro Giuseppe Volpi - effetti della crisi del 1929
fissazione del valore della lira rispetto alla sterlina
forte inflazione, diminuzione delle esportazioni
1925 battaglia del grano - innalzamento del dazio sulle importazioni
concentrazione industriale in mano di pochi esponenti
stato partecipa direttamente alla proprietà di industrie e banche
risanamento delle zone paludose
completamento dell'acquedotto pugliese
passaggio verso un'economia industriale
concezione corporativa, ma corporazioni solo rappresentati dello stato
Politica estera - sempre più accentuatamente aggressiva
Necessità di un'espansione territoriale nel Mediterraneo
Problema della disoccupazione(dopo il calo dell'emigrazione verso gli Stati Uniti)
Peggioramento dei rapporti con la Francia
Amicizia con Stati Uniti e Inghilterra
Accordi con Albania, Romania, Bulgaria per discutere l'assetto dei Balcani
1927 appoggio all'Austria contro espansione tedesca
Affermazione dell'imperialismo italiano - politica del riarmo, ricerca di nuovi sbocchi coloniali
1933 appoggio a Hitler nonostante rivalità fra fascismo e nazismo
Italia garante per Austria e Ungheria - Mussolini è "guardia del Brennero"
Accordo con la Francia - stabilità delle frontiere al Nord, Italia contro espansionismo tedesco
1935 Italia si rivolge verso l'Etiopia
Serie di piccoli scontri alla frontiera per giustificare l'intervento
Società delle Nazioni dà piccole sanzioni all'Italia
Propaganda fascista denuncia il carattere barbarico del governo etiope
2 ottobre 1935 dalla Somalia e dall'Eritrea si muovono le truppe italiane
Operazioni militari guidate da Pietro Badoglio e Rodolfo Graziani
Uso di gas asfissianti, bombardamenti selvaggi, guerra totale di carattere terroristico
9 maggio 1936 Etiopia si arrende e italiani vanno al governo etiope, no unione con autoctoni
Dura e sistematica repressione itnerna
Grande consenso in Italia ("oro alla patria"- madri danno le loro fedi)
Disillusione delle speranze create con la conquista dell'Etiopia dà inizio alla crisi del consenso
Intervento italiano e tedesco in Spagna a fianco dei nazionalisti di Franco
Riaffermare interesse sul Mediterraneo
Migliorare i rapporti con la nazione tedesca
21 e 24 ottobre 1936 asse Roma - Berlino
Riconoscimento tedesco della conquista dell'Etiopia
Collaborazione contro il bolscevismo
Difesa di Franco in Spagna
Uscita dell'Italia dalla Società delle Nazioni
6 novembre 1937 Asse Roma - Berlino - Tokyo
Fascismo si avvia in ambito internazionale
Sudditanza nei confronti del nazismo
1939 invasione dell'Albania
Uscire dall'isolazionismo in confronto all'aggressività tedesca
Patto D'Acciaio con Germania
Fascismo perde indipendenza dal nazismo
Collaborazione in caso di guerra
OPPOSIZIONE AL FASCISMO
1) concezione liberale dello stato - Albertini, Giolitti, Nitti
Croce(idealista, concezione giustificatrice della storia, intransigenza morale contro la barbarie fascista e Giovanni Gentile)
2) ispirazione democratica - Amendola, Salvemini, Gobetti
esigenza borghese di aprirsi verso la classe operaia contro fascismo
Rosselli e Lussu fondano il movimento "giustizia e libertà"(1929)
3) partito popolare - Don Sturzo, De Gasperi
4) partito socialista - Turati e Nenni
5) partito comunista - Gramsci e Togliatti
1934 a Parigi popolari, socialisti e comunisti si uniscono contro il fascismo
GERMANIA FRA LE DUE GUERRE
CRISI DEL PRIMO DOPOGUERRA 1918-1923
Collasso dell'esercito e disgregazione del fronte interno, totale incertezza politica
Socialdemocratici USPD partito più forte
Immediata cessazione delle ostilità
Pace senza annessioni e riparazioni
Democratizzare istituzioni(fine dell'assolutismo) - monarchia parlamentare -
Lega di Spartaco SPD matrice rivoluzionaria e bolscevica(Karl Liebknecht e Rosa Luxembourg)
Rivoluzione anticapitalista
Grande forza di attrazione ideale e politica per proletariato
5 ottobre 1918 cancelliere chiede armistizio all'Intesa
Piccola borghesia, intellettuali si rivolgono verso i programmi più radicali
31 ottobre 1918 marina si ammutina - eletto un soviet di soldati e marinai a Kiel
Rivolta si estende per chiedere pace e democrazia
9 novembre 1918 proclamazione della Repubblica Tedesca
Socialisti moderati tolgono potere agli spartachisti
11 novembre firma dell'armistizio
Formazione di un governo provvisorio dei "commissari del popolo"(moderato)
31 dicembre fondazione del partito comunista KPD
Decisione di insorgere, insurrezione bloccata nel sangue
19 gennaio 1919 elezioni
SPD diventa maggiore partito della Germania
Nuova costituzione: Germania diventa REPUBBLICA FEDERALE
17 lander dotati di ampia autonomia
Carattere borghese dello stato, socialisti perdono voti, nasce NSDAP(partito di destra)
1920 nazionalisti tentano colpo di stato
Repubblica guidata dal centro cattolico
1919 trattato di Versailles umilia la Germania, nazionalisti lo usano contro il socialismo
Germania entra in crisi economica per pagare i tributi di guerra
Esplosione dell'inflazione(1 dollaro vale 4200 miliardi di marchi)
Resistenza passiva all'occupazione francese
KPD prende nuovamente importanza, Hitler tenta insurrezione
Comunisti e nazisti fuori legge
"Piano Dawes" aiuti finanziari dagli Stati Uniti
STABILIZZAZIONE 1924-1929
Piano Dawes
1) Germania deve ristrutturare macchina produttiva per reagire alla crisi
2) Bisogna fornire alla Germania dei capitali, investimenti e prestiti agevolati
Economia si riprende velocemente
Ritiro francese dalla ruhr
Disoccupazione diminuisce
Leggi che migliorano le condizioni dei meno abbienti
1925 Congresso a Locarno - alleanza con la Francia
1926 Germania entra nella Società delle Nazioni
1926 Germania ha rapporti militari e politici con la Russia bolscevica
GRANDE DEPRESSIONE 1929-1932
Crollo dell'economia, crisi catastrofica
"Grande coalizione" al governo(SPD, cattolici, Partito Popolare, democratici)
Morte di Stresemann, crollo della democrazia
Disoccupazione cresce enormemente
Produzione industriale fallisce
Radicalizzazione delle opposizioni
1930 governo Muller si dimette - rottura fra comunisti e borghesi -
Bruning al governo, sistema dei decreti toglie potere al Parlamento
Si dimette dopo il rifiuto di un suo decreto
Elezioni danno successo alla NSDAP e KTD, i più radicali e nemici della repubblica-
MOVIMENTO NAZISTA
Molti elementi di continuità fra movimento(anni venti e tenta) e stato nazista(1933-1945)
NSDAP(Partito nazionalsocialista) nasce nell'agosto 1920
- movimento di rifiuto degli esiti della prima guerra mondiale - tradimento di marxisti e pacifisti che avevano sabotato la guerra all'interno del paese
- destra tedesca nazionalista e militarista
- antisocialismo
- frustrazione degli ex-combattenti
- rabbia dei borghesi rovinati dalla guerra
- contro capitalismo e egoismo imprenditoriale
- carattere rivoluzionario
- necessità del corporativismo(no sfruttamento e no lotta di classe)
- viscerale antisemitismo(ebraismo è la causa di tutti i mali)
- crisi di un modello di società democratica e moderna
- Hegel, Nietzsche, Gobineau, Chamberlain, Rosemberg, darwinismo sociale
- concetto centrale di razza, unità spirituale di popolo, mito dell'arianesimo
- elemento centrale dell'ideologia è il capo, il Fuhrer
Adolf Hitler nasce nel 1889, famiglia modesta, tentativo di carriera artistica
Si arruola nel 1915, sviluppo delle idee del nazionalismo e pangermanesimo
Carriera militare
1920 inizia l'attività politica
1924-1927 "Mein Kampf"
1) lotta al liberalismo, disprezzo per la democrazia e per il parlamentarismo
2) lotta al marxismo, no lotta di classe e rivoluzione sociale
3) lotta contro gli ebrei
4) razzismo, compito della razza ariana di purificarsi
5) grande apparato informativo, propagandistico educativo, uso dei mass media
Fino al 1930 NSDAP solo marginale in Baviera e a Monaco
Abbandonare politica dell'avversione violenta
Abbracciare tattica legalitaria
Riorganizzazione delle squadre d'assalto, SA per colpire socialcomunisti
Efficace propaganda per consenso della popolazione: nazione, razza, grandezza tedesca
Joseph Gobbels diventa massimo artefice della propaganda
Assoluta supremazia di Hitler
NSDAP attrae i delusi di tutte le classi sociali, disoccupati e piccolo-borghesi rovinati
1932 elezioni presidenziali
Hindenburg eletto, vecchio maresciallo , voti cattolici e socialdemocratici
Candidatura di Hitler alla cancelleria
37,4% di voti alle elezioni
TERZO REICH
1932 crisi politica delle istituzioni repubblicane
Spaventosa crisi economica
Tensione politica e ideologica, clima da guerra civile fra nazisti e socialcomunisti
Von Papen diventa cancelliere, in appoggio dei grandi agrari e dei circoli reazionari
Mano libera alle SA, usare nazisti come organo di controllo
1932 appoggio totale della grande industria, dell'esercito, degli agrari ai nazisti che devono dare
potere ai borghesi conservatori
Von Papen viene sostituito dal generale Schleicher, rappresentante dell'esercito
Tentativo di collaborazione con i sindacati
Industriali premono per la candidatura di Hitler
Nazismo unisce due fazioni distinte
1) filo-conservatrice, vicina ad Hitler
agganci con industriali e esercito
2) sinistra, rivoluzionaria(Rohm e fratelli Strasser)
sostiene il progetto anti-capitalistico,
molto potere nelle SA formate da sottoproletari, disoccupati e operai
1933 Hitler cerca in tutti i modi la conquista del potere
Propaganda di inaudita violenza per le elezioni(SA, polizia e SS)
Monopolio dell'informazione
Incolpare i comunisti dell'incendio del 27 febbraio, decreto contro le libertà
Hitler ottiene il 44,9% dei voti - maggioranza assoluta -
Opposizione 1)grandi contrasti fra socialisti, comunisti, democratici e marxisti
2)Partito Comunista mantiene organizzazione clandestina
3)circoli di sacerdoti cattolici, soprattutto dopo il 1936
4)lenta opposizione dei generali dell'esercito, gelosi della loro indipendenza
30 gennaio 1933 Hitler al governo
Comincia la "nazificazione" >equiparazione delle istituzioni al governo centrale e alla sua ideologia
Eliminare ogni opposizione
Assoluto monopolio politico, culturale e sociale del partito
Nazismo = Stato > in maniera "legale", con l'assoluta maggioranza di voti
1) Contro ogni opposizione al regime
- creazione di una polizia ausiliaria
- epurazione dell'amministrazione pubblica
- censura
- eliminazione dei sei articoli della Costituzione di Weimar sulle libertà civili e personali
- ondata di terrore diretta contro i nemici dello stato
- scioglimento dei sindacati, soppressione dei partiti
- esilio di professori universitari(Thomas Mann, Freud, Einstein, Fromm,)
- Lager
- 14 luglio NSDAP unico partito legale
2) Emigrazione, soprattutto del ceto intellettuale(Von Braun - missilistica americana)
3) 1933 Chiesa di Roma stringe concordato con Hitler
4) 1933 creazione della Gestapo, speciale polizia segreta controllata da Himmer(capo delle SS)
6) magistratura sotto il controllo del governo
7) il diritto e la legalità sono la volontà del Furher(arbitrio è legge dello Stato)
1934 inizia l'aperto contrasto fra fazione destra di Hitler e sinistra di Rhomm
Generali appoggiano Hitler e chiedono meno potere per le SA
Industriali e conservatori che appoggiano Hitler non sopportano idee rivoluzionarie
21 giugno 1934 Von Blomberg impone a Hitler di scegliere: o il regime si libera dai rivoluzionari
oppure l'esercito assume il potere
30 giugno1934 Hitler decide l'epurazione: "notte dei lunghi coltelli" contro l'ala sinistra del partito
fabbricazione delle prove di un falso complotto contro Hitler da parte dei rivoluzionari
SS assassinano senza processo Rhomm e i capi delle SA(oltre 1000 morti)
2 agosto 1934 Hindenburg muore - Hitler diventa presidente del Reich
Potere del dittatore è illimitato legalmente
Educazione politica e ideologica delle masse, inquadrare popolazione nell'ideologia, controllo totale
Antisemitismo
a) dal gennaio 1933 al settembre 1935
boicottaggio dei negozi ebraici
solo discriminazione economica lavorativa per non impressionare i grandi industriali e Europa in attesa di consolidare il potere
progressiva emarginazione
ebrei esclusi per legge dalle università, dalle cariche pubbliche, dalle radio e dai giornali
violenza su ebrei non punita dalla magistratura
stelle gialle di riconoscimento
b) dal settembre 1935 al novembre 1938
molti ebrei emigrarono(Palestina e USA)
Leggi di Norimberga(sett.1935)- Ebrei dichiarati fuori dalla comunità nazionale
No cittadinanza tedesca
No diritti di fronte allo stato
Razza ebraica considerata Untermenschen ("sotto uomini")
Proibizione di matrimoni misti
Proibizione di frequentazione con ebrei

c) dal novembre 1938
un ebreo uccise a Parigi un diplomatico nazista per protesta contro leggi razziali
Hitler sfrutta l'episodio per organizzare una rappresaglia interna
notte fra 8 e 9 novembre "notte dei cristalli" - centinaia di vetrine di negozi ebraici infrante
locali saccheggiati
ebrei arrestati senza imputazioni
sinagoghe devastate e distrutte
36 vittime e migliaia di feriti
progetto di Hitler della "soluzione finale" - completo annientamento fisico e sterminio
campi di concentramento per oppositori politici si riempiono di ebrei
soprattutto durante la 2° guerra mondiale - campi di sterminio (Auschwitz Treblinka Mathausen)
oltre 7 milioni di morti nei Lager - 6 milioni erano ebrei
Politica economica e sociale
Unico obiettivo è riarmo totale in vista della guerra
Subordinare politica all'economia
Stato comanda alle grandi industrie i tempi e le modalità di produzione
1933 produzione, mercato e consumo sotto il controllo della "corporazione alimentare del Reich" Politica agraria
- ricerca dell'autosufficienza alimentare, comprimere importazioni e favorire produzione interna
ma autarchia mai raggiunta perché popolazione in costante aumento, limitate risorse del suolo e il governo concentra aiuti nell'industria
- no grandi riforme agrarie promesse ai contadini, ma campagne danno consenso
Industria
- eliminazione di ogni sindacato e organizzazioni indipendenti
- assoluta autorità della direzione padronale dell'industria
- 1933 massima concentrazione produttiva possibile
- 1933 obbligo dei trust in diversi settori produttivi
- cartelli per la limitazione della concorrenza, risparmio di risorse, prezzi alti, consolidamento dell'industria pesante
- 1934 creazione dell'Arbeitsfront(Fronte del Lavoro) - ottica corporativistica, comunità superiore al singolo
- efficace controllo dello Stato sui diversi settori dell'industria
- 1934-1935 leggi che impediscono la scelta del lavoro, lavoratore assegnato dalle autorità
- tutta la vita economica viene militarizzata
- appoggio reciproco fra nazismo e industriali
- preparare il paese alla guerra, risorse interne per lo sforzo bellico
- no disoccupazione, enorme deficit, stato paga facendo enormi debiti in vista della guerra e della vittoria
Politica estera
Politica militare
- dal 1933 al 1936 liberare Germania dal trattato di Versailles
piena sovranità nazionale
ritiro della Germania dalla Società delle Nazioni
1935 con un plebiscito SAAR si annette alla Germania(vittoria di Hitler)
- 1937-1939 costruzione di un grande Reich, annessioni territoriali con popoli tedeschi, Anschluss(annessione con l'Austria)
- 1939 carattere imperialistico e dell'espansionismo militare(annessione di Boemia, Moravia, aggressione alla Polonia)
Politica diplomatica
dal 1933 al 1935
- Germania nazista isolata, ma non osteggiata perché ostacolo al diffondersi del comunismo e del bolscevismo
- Ristabilire coscrizione obbligatoria(Francia e Inghilterra si limitano a protestare)
- Cresce il prestigio di Hitler
- Germania boicotta i trattati europei che avrebbero garantito pace e stabilità politica
- 1935 accordo con Gran Bretagna: marina tedesca non può superare il 35% di quella inglese - riconoscere implicitamente il riarmo tedesco
dal 1936
- Hitler tenta il primo "atto di forza" militare: truppe naziste penetrano nella zona smilitarizzata della Renania contro il Trattato di Locarno(1925con la Francia)
Francia sopravvaluta le truppe tedesche e non interviene
chiede aiuto alla Società delle Nazioni
contrasti interni fra destra e sinistra
simpatia degli industriali francesi per il nazismo
Inghilterra non reagisce - ministro Eden agli esteri favorisce Hitler
Hitler sicuro dell'impotenza europea e della non resistenza al nazismo
- Germania si avvicina a Italia e Giappone - Asse Roma-Tokyo-Berlino -
internazionale autoritaria e fascista che voleva un nuovo ordine antidemocratico
LA SECONDA GUERRA MONDIALE
Cause:
• aggressività e decisione di Hitler
• Junker(industriali) e nazione tedesca
• Mussolini che ha consentito l'annessione dell'Austria e dato appoggio a Hitler
• Stalin che non comprende la vera natura del nazismo e che lascia l'occupazione della Polonia
• Appeasement delle democrazie occidentali che sottovalutano Hitler(soprattutto Gran Bretagna)
1939-1940 sogno di una guerra lampo che però svanisce con la sconfitta tedesca contro l'Inghilterra
1941 si passa a una guerra di usura
1939-1940 GUERRA LAMPO
1. 1 settembre 1939 - Germania attacca la Polonia in tre settimane
2. 3 settembre 1939 - Francia e Inghilterra dichiarano guerra alla Germania
Francesi e Tedeschi restano in posizione di stallo(drole de guerre)
3. 17 settembre - URSS comincia l'invasione della Polonia orientale
4. inverno 1939-1940 - URSS occupa Lituania, Lettonia, Estonia e attacca la Finlandia
5. aprile 1940 - Germania occupa Danimarca e Norvegia(per accerchiare GB, per le basi navali e
ferro delle miniere)
6. 10 settembre 1940 - Hitler occupa Belgio, Olanda per attaccare la Francia
Francesi e Inglesi si trovano accerchiati
7. 10 giugno 1940 - Mussolini entra in guerra a fianco di Hitler per guerra lampo
attacco immediato alla Francia
8. 14 giugno 1940 - occupazione della Francia divisa in due parti
>Nord sotto la Germania
>Sud sotto il governo collaborazionista di Petain
9. agosto, settembre 1940 - Hitler tenta l'occupazione della Gran Bretagna "guerra d'Inghilterra"
sconfitta della Germania
10. Italia attacca Inglesi a Malta e in Africa
11. Italia attacca Grecia, ma fallisce
12. 27 settembre 1940 Patto Tripartito fra Germania, Italia e Giappone
1941 "GUERRA MONDIALE"
1. aprile - Germania in soccorso delle truppe italiane in Africa e nei Balcani(conquista di Bulgaria,
Grecia e Creta)
2. 22 giugno - Germania invade l'URSS, pensa a un rapido annientamento della potenza nemica,
con l'inverno la guerra lampo diventa guerra d'usura
3. 7 dicembre - Giappone attacca la flotta statunitense di Pearl Harbour
4. 8 dicembre - Stati Uniti e Gran Bretagna dichiarano guerra al Giappone
1942 IL CONFRONTO
1. successi giapponesi, espansione in Cina, Birmania, Thailandia, Malesia, Singapore, Filippine
2. USA reagiscono - vittoria nella "battaglia dell'Atlantico" e in Africa dove i tedeschi perdono il controllo
3. luglio - comincia la battaglia di Stalingrado
1943 LA SVOLTA
1. gennaio - italo-tedeschi abbandonano la Libia
2. maggio - anglo-americani occupa tutto il Nord Africa
3. 2 febbraio - URSS sconfigge Germania nella battaglia di Stalingrado
4. fallimento dell'ARMIR italiana in Russia, totale disfatta e strage, 200.000 uomini, inverno russo
5. giugno - anglo-americani conquistano Pantelleria
10 luglio americani sbarcano in Sicilia e cominciano a risalire l'Italia
6. 25 luglio - Gran Consiglio del Fascismo vota la sfiducia a Mussolini
7. 3 settembre - nuovo governo di Badoglio firma l'armistizio con gli Alleati, esercito allo sbando
tedeschi difendono Italia dalla risalita degli americani, "linea Gustav", resistenza di Cassino, "linea gotica" sugli Appennini tosco-emiliani
8. 23 settembre - Mussolini, liberato dai tedeschi, fonda la Repubblica Sociale Italiana di Salò
1944-1945 la vittoria alleata
1. 4 giugno 1944 - liberazione degli alleati di Roma, sfondamento della linea Gustav
2. 5-6 giugno - apertura in Europa di un secondo fronte: esercito alleato sbarca in Normandia
3. 26 agosto - De Gaulle libera Parigi
4. settembre - Francia e Belgio totalmente liberati
5. 7 marzo 1945 - alleati superano il Reno
6. aprile - Italia è liberata, Romania e Bulgaria si ribellano - Vienna è libera
7. 30 aprile - Armata Rossa entra in Germania e Hitler si suicida
8. 7 maggio 1945 - ammiraglio Donitz firma la resa senza condizioni
9. 6 agosto 1945 - presidente americano Truman decide di usare la bomba atomica contro il
Giappone a Hiroshima
10. 9 agosto 1945 - a Nagasaki
11. agosto 1945 - URSS dichiara guerra al Giappone in Manciuria e Corea
12. 2 settembre 1945 - Giappone firma la resa senza condizioni
Resistenza
Movimenti di opposizione e di liberazione
1) Resistenza è lotta patriottica per la liberazione del territorio nazionale
Francia con De Gaulle
Italia con i partigiani
Jugoslavia con Tito che caccia i tedeschi senza interventi stranieri
2) Resistenza collabora con eserciti alleati, azione di gruppi armati, raccolta di informazioni
3) Resistenza è laboratorio politico
Collaborazionismo
Gruppi che appoggiano i regimi degli invasori
Vidkun Quisling - norvegese filonazista, simbolo del collaborazionismo servile
Opportunismo e interessi nella guerra
PROGETTI E ACCORDI PER LA PACE
Potenze alleate si accordano durante le ostilità sulle soluzioni postbelliche
• 1941 firma di Roosvelt e Churchill della Carta Atlantica
solidarietà ideale fra USA e Gran Bretagna
conflitto è lotta antifascista
no isolazionismo americano
diritto dei popoli all'autodeterminazione
collaborazione commerciale
auspicio di disarmo
USA come guida internazionale
• 1 gennaio 1942 nascita delle Nazioni Unite
26 paesi richiamano i principi della Carta Atlantica
novembre 1943 incontro di Churchill e Roosvelt allargato a Stalin
collaborazione bellica
auspicio di un'organizzazione internazionale di pace
paesi dell'est alleati con l'URSS, no isolamento
divisione della Germania in "zone d'influenza", tutelate dagli alleati
• febbraio 1945 - conferenza di Yalta(Crimea)
URSS entra in guerra contro il Giappone
4 zone di occupazione della Germania (USA, URSS, Gran Bretagna, Francia)
scioglimento dell'esercito tedesco
"denazificazione" del paese
perseguimento dei criminali nazisti
pagamento dei danni di guerra
diritto dei paesi liberati di governarsi autonomamente
costituzione di due diverse aree - occidentale sotto gli USA, orientale sotto il controllo sovietico
• luglio 1945 - Conferenza di Postdam (Berlino)
no smembramento della Germania
Polonia riceve i territori
URSS prende una parte della Prussia
No accordi fra USA e URSS - solidarietà si incrina(anticipo della guerra fredda)
GUERRA TOTALE
Fronte interno e fronte esterno
Conflitto vissuto da tutta la società
1) guerra come evento mondiale
2) guerra tecnologica - esercito, marina e aviazione - nuove armi e nuove tecniche
3) partecipazione di tutta l'economia nell'evento bellico - industrie convertite all'uso bellico
4) coinvolgimento delle popolazioni civili - 50 milioni di morti per le battaglie, bombardamenti indiscriminati, fame, sterminio degli ebrei
5) guerra ideologica - giustificazioni erano ideali ed etiche, utilizzo dei mass media
ITALIA
Impreparazione militare ed economica
Opinione pubblica quasi passiva di fronte all'evento
1939 Italia si dichiara neutrale
Successi tedeschi convincono il Duce a un intervento a fianco della Germania
Attacco contro la Francia, Grecia e inglesi in Africa
Marzo 1943 - clamorosi scioperi scuotono centri industriali del Nord a partire da Torino
Luglio 1943 - alleati sbarcano in Sicilia e occupano Palermo
- monarchia si dissocia da Mussolini e lo fa arrestare, prigione nel Gran Sasso
incarico di un nuovo governo a Badoglio
3 settembre 1943 - Badoglio firma l'Armistizio di Cassibile con gli alleati
- Germania occupa l'Italia del Nord e centrale
12 settembre 1943 - Mussolini viene liberato dai tedeschi e fonda la Repubblica Sociale Italiana
a Salò sul Lago di Garda - ma non ha consenso popolare, né appoggio degli industriali, solo appoggio nazista
- Napoli insorge contro i tedeschi(le "quattro giornate")
13 ottobre 1943 - Italia dichiara guerra alla Germania
situazione ambigua dell'esercito italiano
- Forze antifasciste si organizzano nel CNL(Comitato di Liberazione Nazionale) - pressione su Badoglio per una svolta democratica
Maggio 1944 - Palmiro Togliatti dichiara a Salerno che la questione istituzionale va risolta
solo dopo la vittoria contro il nazifascismo
- governo a Ivanoe Bonomi(antifascista liberale) che lo forma con rappresentanti del CNL. Obbiettivi del governo: 1) defascistizzazione
2) aiuto ai resistenti del Nord
3) autonomia dagli alleati
Giugno 1944 - sede della monarchia segue l'avanzata degli alleati e arriva a Roma
Agosto 1944 - liberazione di Firenze
- ma la marcia delle truppe si ferma alla "linea Gotica" sugli Appennini emiliani
25 aprile 1945 - Milano, Genova e altre città insorgono
- Mussolini fugge in Svizzera, ma viene fermato da un gruppo di partigiani sul Lago di Como
TAPPE PRINCIPALI DELLA RESISTENZA ITALIANA
• Luglio - settembre 1943: - aumento dell'attività dei gruppi antifascisti
- A Roma e Milano si costituisce il CNL(Comitato di Liberazione Nazionale)
• Settembre - dicembre 1943: - azione di bande partigiane al Centro e Nord, scontri con tedeschi
e reparti della Repubblica di Salò
- 19 settembre: a Boves(Cuneo) tedeschi distruggono il paese
- 27-30 settembre: Napoli insorge
• Gennaio - giugno 1944: - scontri fra partigiani e nazisti continuano
- Controllo dei resistenti delle vallate alpine
- Nasce la Prima Repubblica Partigiana a Montefiorino(Modena) che resiste per 45 giorni ai tedeschi
- 23 marzo: a Roma attentato contro 32 soldati tedeschi, per rappresaglia vengono fucilati 355 ostaggi nelle Fosse Ardeatine
- 4 giugno: alleati liberano Roma, formazione del governo Bonomi
- giugno: unificazione militare della resistenza CVL(Corpo volontari libertà)
• Agosto 1944 - marzo 1945: primi e notevoli successi partigiani
- 10 agosto: liberazione di Firenze senza l'aiuto degli Alleati
- CNL locali diventano governi di paese in Val d'Ossola e in Carnia
- 30 settembre: a Marzabotto 1800 persone vengono uccise dai tedeschi
- inverno 1944-1945: momento negativo per la resistenza
• Marzo - aprile 1945: forza degli attacchi partigiani, aumentano aiuti alleati
- 21 aprile: insurrezione di Bologna
- metà aprile: sfondamento della Linea Gotica
- 25 aprile: liberazione di Milano e Genova governa il CLANAI (Alta Italia)
- 26 e 29 aprile: liberazione di Torino
Caduti della resistenza circa 70.000
PARTITI ANTIFASCISTI
Nel CNL erano rappresentate varie fazioni politiche
1) Partito Comunista: partito più preparato con solida organizzazione
Brigate Garibaldi
Lotta al fascismo è in vista di una rivoluzione sociale e politica
1944 Togliatti, tornato dall'URSS, unifica il fronte antifascista(no spaccatura per la questione monarchica)
Desiderio di epurazione da tutti coloro che erano stati coinvolti nel fascismo
2) Partito Socialista: soffre per la presenza di molte tendenze al suo interno
Brigate Matteotti
Alcuni chiedono riforme, altri auspicano lotta di classe
Posizione moderata di Togliatti sulla questione monarchica
3) Partito d'Azione: tradizioni rosselliana, gobettiana, mazziniana(soprattutto in Piemonte)
Giustizia e Libertà
Chiedono radicale rinnovamento dell'Italia, fine della monarchia
No aspetti totalitari del marxismo
Nuova struttura statale fondata sui CNL
4) Democrazia Cristiana: continuazione del Partito Popolare di Don Sturzo
Brigate del Popolo
Mondo cattolico italiano lontano dal duce
Riportare l'Italia al regime democratico monarchico precedente
No rivoluzione
5) Partito Liberale: tradizione giolittiana(Benedetto Croce)
Continuità con l'Italia pre-fascista(fascismo come nera parentesi della storia)
Attività culturale, poca lotta militare
Appoggio della borghesia
6) Democrazia del Lavoro: Bonomi, vicino al Partito d'Azione
Formazioni Autonome(militari, no comando o assimilazione a partiti)
La Sinistra al potere e la crisi di fine secolo
Le caratteristiche della Sinistra
Depretis si impegna a rafforzare la laicità dello stato, introdurre l’obbligatorietà scolastica, allargare il suffragio elettorale, politica meno oppressiva e favorevole al Mezzogiorno, realizzazione di un decentramento amministrativo.
Politica interna
Allargamento dell’istruzione con la legge Coppino del 1877, nuova legge elettorale (allarga al 6,9%), abolizione della tassa sul macinato; politica economica meno liberista ma protezionistica, favorì l’aumento della circolazione monetaria. Depretis diede vita al trasformismo per garantire l’appoggio dell’opposizione = politica basata sulla convenienza delle alleanze più che sul dibattito ideologico → rallenta le capacità gestionali del governo e sfocia nel clientelismo.
Politica estera
Dissidi con la Francia ancora attivi; Triplice alleanza (1882, Germania e Austria - Ungheria) aveva carattere difensivo: in caso uno subisse un’aggressione gli altri due scendevano in guerra. L’Italia voleva reagire all’occupazione francese della Tunisia e accostarsi a potenze conservatrici.
Colonialismo italiano
La sconfitta militare della terza guerra di indipendenza
L’occupazione francese della Tunisia
Il rifiuto di soffocare una rivolta araba in Egitto su invito inglese
I successi coloniali delle potenze europee
Il parlamento e non solo era favorevole all’espansione in Africa. Tutti appoggiano Crispi ma la sconfitta di Adua del 1896 decreta l’inizio della crisi di fine secolo.
Economia e tensioni sociali
Il governo della Sinistra fu più attivo nell’intervento statale e meno esoso nelle tassazioni, danneggiando però i contadini del sud, per mantenere l’agricoltura settentrionale. Introduzione nuove tariffe doganali nel 1887 proteggendo così vasti settori dell’industria e dell’agricoltura ⇒ blocco agrario industriale (latifondisti del sud – industriali del nord) furono danneggiate le colture specializzate; la guerra doganale con la Francia colpì le esportazioni italiani che diminuirono del 40%.
I governi Crispi
Conduzione autoritaria della cosa pubblica e impegno nel colonialismo. Patriottismo giacobino e rinascimentale, nazionalismo, adesione al progresso e alla scienza, laicismo liberale, anticlericalismo radicale, incomprensione socialista. ⇒ la sinistra rafforza la coesione delle forze che la sostengono.
Politica interna
Cumulo di cariche: primo ministro, ministro degli interni e degli esteri. Estese il voto ai maschi 21enni che pagassero 5 lire di imposta annua. Si promulga un nuovo codice penale, si abolisce la pena di morte e si limita la liceità dello sciopero. Pericolo rappresentato dagli oppositori clericali e dalla sinistra estremista (radicali, repubblicani di matrice borghese, socialisti e anarchici). L’anticlericalismo si concretizzò con la rottura dei rapporti tra Stato e Chiesa, perseguibilità delle offese allo stato da parte dei ministri di Dio.
Limitazioni al diritto di associazione, divieto di propaganda anarchica e socialista pena il domicilio coatto e l’ammonizione.
Politica estera
Francofobo, ammiratore di Bismarck, si mosse per accrescere la penetrazione coloniale in Africa. Attuò una vera e propria guerra doganale con la Francia.
I governi Di Rudinì e Giolitti
Nel 1891 Crispi in minoranza abbandona la carica di primo ministro. Di Rudinì forma un governo di Destra (tentativo di comporre il dissidio con la Francia) lo sostituirà Giolitti, meno repressivo. Si diffondo i Fasci Siciliani, movimento popolare ad opera di artigiani e operai, anarchici e socialisti contro i soprusi dei signorotti locali e il fiscalismo statale. Giolitti non interviene e controlla la protesta. Perciò e per lo scandalo della Banca nel quale è implicato, cade il suo primo governo. Crispi gli succede. Instaura lo stato d’assedio per sedare i Fasci, la repressione fu durissima. Crispi presenta leggi anti - anarchiche che limitano la libertà degli oppositori, successivamente scioglie il partito socialista. Lo scontro fra governo e movimento operaio era diventato frontale. La ripresa della politica coloniale fallì.
I socialisti
Penetra in Italia in ritardo a causa del Mazzini, di Bakunin, ma si diffonde lo stesso nel centro nord (scioperi locali); Andrea Costa fonda il PS Rivoluzionario di Romagna. Turati fonda la Lega socialista (esclusi gli anarchici) programma di emancipazione del proletariato.→ riformismo. Nel 1895 nasce il Partito Socialista Italiano (partito dei lavoratori italiani), almeno 10 deputati in parlamento, pubblica l’Avanti!
La crisi di fine secolo
1889: Manifestazioni contro aumento prezzo del pane, morte di Felice Cavallotti appartenente all’estrema, in duello con deputato conservatore. Bava Beccarsi, aprì il fuoco sulla folla addirittura col cannone a Milano (fu decorato dal Re con la gran croce dell’ordine militare di Savoia).
Di Rudinì si dimette, e un militare Pelloux sale al governo = controlli sulla stampa, divieto di sciopero nei servizi pubblici, limitazioni al diritto di associazione. Pelloux indisse nuove elezione nel 1900 ma vide la vittoria dei socialisti; gli succede Saracco. Il 29 luglio 1900 Umberto I è assassinato per mano di Gaetano Cresci, anarchico. Vittorio Emanuele III autorizza Zanardelli al governo con Giolitti agli interni: inizia l’età giolittiana.
La società industriale
4 grandi epoche:
1. 500.000 anni fa, da cacciatore e pescatore nomade, l’homo erectus impara a controllare e ad utilizzare il fuoco.
2. 10.000 anni fa, Rivoluzione neolitica, da società nomade a sedentaria, caccia, pesca, agricoltura ed allevamento. Sfruttamento energia animale e umana degli schiavi. En. Eolica e idrica, aratro, slitta e ruota. Economia dominata da agricoltura e pastorizia (settore primario)
3. fine del Settecento, Rivoluzione industriale, sfruttamento energia meccanica, 1769 prima macchina a vapore James Watt funziona a carbone; 1830 prima ferrovia Liverpool – Manchester. La seconda rivoluzione industriale vede il trionfo del settore secondario dell’economia, le fabbriche cambiano rapidamente la vita dell’uomo.
4. società post-industriale, quella attuale. Il principale settore dell’economia è il terziario ossia tutti i servizi richiesti dalla società.
La seconda rivoluzione industriale
La R.I. dell’Ottocento, a partire dal 1870, subisce un miglioramento qualitativo e viene definita Seconda R.I., caratteristica della prima metà del 900.
1. carattere preminente e trainante della scienza
2. nuove fonti di energia e le conseguenze industriali delle nuove scoperte scientifiche
3. nascita di monopoli, oligopoli e passaggio da capitalismo industriale a capitalismo finanziario.
4. Scientificità nel sistema produttivo: la catena di montaggio.
5. Società di massa; Stato più democratico e presente nell’economia.
1. Dalla seconda metà dell’ottocento la scienza si lega alla tecnica e determina il carattere dello sviluppo. Si moltiplicano le scuole di formazione scientifica per preparare persone in grado di guidare apparati sempre più complessi. La produzione ind si amplia e diversifica in numerosi ambiti.
2. Nuove forme di energia: petrolifera ed elettrica, molti tipi di industria andavano affermandosi (chimica, siderurgica, automobilistica…) e aprono la produzione ai consumi di massa.
3. Concentrazione industriale: motivi che determinano l’impulso di crescita delle dimensioni delle aziende:
• la crisi che domina il periodo tra il 1873 e il 1896, provoca il fallimento delle industrie meno competitive.
• Progressi scientifici e tecnologici richiedono crescenti investimenti ciò provoca il fallimento.
• Le banche per i prestiti si fidano delle industrie che offrono maggiori garanzie di risarcimento.
Cartello: accordo tra le maggiori imprese di un determinato settore in merito alle modalità di vendita (prezzo, volume).
Trust: fusione tra industrie dello stesso ramo produttivo.
Holding: controllo da parte di un’unica società di un gruppo di aziende, tramite la concentrazione di pacchetti azionari ⇒ oligopoli e monopoli.
Dumping: tecnica commerciale per cui si tengono alti i prezzi nel paese d’origine, li si abbassa nei paesi stranieri per rialzarli successivamente, danneggiando la concorrenza fino al fallimento.
• Prevalere del capitalismo finanziario su quello industriale, intersecarsi di interessi tra banche e c.d.a delle industrie tramite passaggi di pacchetti azionari.
Al centro del sistema economico si afferma la borsa; nascita della banca mista (non più distinzione tra banca commerciale, amministrazione capitale dei risparmiatori, e b. d’affari, investimenti industriali) che svolge entrambe le funzioni.
4. la fabbrica si rinnova a causa di uno studio sistematico per una resa sempre più produttiva, caratterizzata da divisione del lavoro e ripetitività meccanica da parte degli operai. Taylor con lo scientific management afferma che è necessario scomporre il più possibile un processo produttivo per fissarne, nei tempi e nei modi, la costruzione. Fissare la remunerazione tramite il cottimo ossia in relazione al lavoro svolto al fine di: migliorare la produzione, abbassare il costo della manodopera non più specializzata e innalzare i salari, in virtù dell’aumento di produzione. Fu Ford a trarre le conseguenze del taylorismo. ⇒ (nella fabbrica) l’estesa applicazione della catena di montaggio; (all’esterno) affermarsi della prima automobile utilitaria (modello T 1908 che provocò la motorizzazione di massa). Fordismo non è solo una teoria organizzativa aziendale ma addirittura la bandiera del mondo imprenditoriale del periodo. Ciò provocò miglioramenti qualitativi e quantitativi della produzione industriale, permettendo l’aumento della capacità di acquisto da parte dei lavoratori e l’avvento dei consumi di massa (a causa della diminuzione dei prezzi e aumento dei salari). La critica socialista sottolineò le contraddizioni: aumento dei ritmi di lavoro, vita lavorativa caratterizzata dalla più assoluta ripetitività.
5. società di massa, moltitudine che popola città sempre più grandi, lavora nelle fabbriche e negli uffici, consuma identici prodotti e fruisce della medesima cultura fornita dai mezzi comunicativi, si serve di riti collettivi. Appaiono nuove figure professionali specializzate.
Lo stato nell’economia: allo stato era chiesto di intervenire con il protezionismo per difendere l’economia nazionale o sostenere l’espansione del capitalismo con una politica imperialista e di espansione coloniale, poiché le grandi aziende identificavano i propri interessi con quelli nazionali. Riguardo al protezionismo: si sollecita una politica di difesa doganale dei confini da parte dei paesi meno evoluti e la tutela dei prodotti agricoli e industriali nazionali. Dal liberismo classico si passa ad un’economia mista per l’interventismo privato e pubblico. All’inizio lo stato si limitò alla presenza legislativa poi si estese addirittura al monopolio fino a mediatore dei conflitti sociali. L’evoluzione in senso democratico si concretizza nell’abbandono del liberismo e liberalismo. Necessitavano altri strumenti per controllare una massa più grande e istruita. Passaggio da stato liberale a liberale-democratico.
Dall’imperialismo alla prima guerra mondiale
Alleanze
Nel 1879 tra Germania e Austria - Ungheria, poi nel 1882 estesa all’Italia e prende il nome di Triplice Alleanza.
Nel 1891 Francia firma un accordo con la Russia e nel 1904 un’intesa cordiale con l’Inghilterra. Gli attriti tra Inghilterra e Germania crescono ma la G. ne esce sostanzialmente sconfitta. Inghilterra e Russia trovano un ulteriore accordo che regola l’influenza sull’area asiatica e nasce così la Triplice Intesa.
La crisi Balcanica
Nei Balcani la tensione interna cresce a causa della volontà di riscatto delle minoranze slave dopo il congresso di Berlino del 1878. La Russia, in seguito alle mosse diplomatiche tedesche, nel 1907 si unisce e forma la triplice intesa; appoggia anche la Lega Balcanica nel 1912 formata da Grecia, Bulgaria, Montenegro e Serbia.
La guerra italo - turca 1912
Nel primo decennio del secolo l’Italia era riuscita a creare tutta una serie di accordi per colonizzare la Tripolitania e la Cirenaica. Nel 1902 Primetti, il ministro degli esteri, firma un accordo con l’Inghilterra e poi Francia che gli riconoscevano l’area libica come zona d’espansione; l’Italia doveva accettare la presenza francese in Marocco. Nel 1909 strinse un accordo con lo zar per cui l’Italia appoggiava l’espansione russa negli stretti; la Russia appoggiava la presenza italiana in Africa settentrionale. Dovevano entrambi contrastare i progetti balcanici dell’Austria. Ma 4 giorni prima Italia e Austria avevano firmato un patto per cui l’Italia sarebbe stata compensata in caso di espansione austriaca nei Balcani con la clausola di non stringere patti simili con altri stati.
Con lo scoppio della seconda crisi marocchina l’Italia dichiara guerra alla Turchia nel 1911, occupando anche le isole di Rodi e del Dodecaneso. Si giunse alla Pace di Losanna (1912) in virtù della quale l’Italia si assicura Tripolitania e Cirenaica e continua l’occupazione di Rodi e del Dodecaneso.
La prima guerra balcanica
La Lega Balcanica appoggiata dalla Russia dichiara guerra alla Turchia (1912) che venne costretta a sottoscrivere la Pace di Londra che prevedeva la spartizione della Macedonia tra Bulgaria, Serbia e Grecia. Questa pace però non soddisfò appieno i membri della Lega riguardo la spartizione dei territori occupati, in quanto la Serbia non era riuscita ad estendersi nell’area conquistata.
La seconda guerra balcanica
Nel 1913 la II guerra b. sfocia dai contrasti tra Serbia e Bulgaria. Si arriva al trattato di Bucarest la Serbia ebbe una parte della Macedonia, la Grecia ottenne le isole dell’Egeo; l’Albania diventa un principato indipendente e la Romania ebbe la Dobrugia.
La Gran Bretagna
Nel 1885 il parlamento non ratificò Home Rule Bill un progetto di autonomia per l’Irlanda proposto da Gladstone. Ai conservatori si unirono diversi esponenti del partito liberale che ne provocarono la scissione ⇒ nasce il gruppo dei liberali unionisti. A guidare la secessione fu Joseph Chamberlain, che appoggiava Gladstone; appoggiava il liberalismo e riteneva sempre più determinante l’intervento dello stato nelle grandi attività collettive umane; contro l’autogoverno irlandese → Chamberlain e gli unionisti erano gli alleati di governo dei conservatori. L’Inghilterra era una solida potenza economica, tuttavia l’agricoltura e l’industria erano inadeguate e invecchiate rispetto alle esigenze della popolazione e agli altri stai capitalisti come la Germania. I conservatori seguivano la linea dell’imperialismo e delle riforme sociali allo scopo di consolidare le basi economiche. I conservatori fallirono invece negli ambiti del protezionismo: il progetto di una unione doganale si scontrava con gli interessi degli industriali sia con il movimento degli operai, che temeva l’aumento dei prezzi.
Keir Hardie nel 1893 fonda l’Indipendent Labour Party che diventa nel 1906 Labour Party e insedia 29 deputati alla Camera dei Comuni. Il ritorno dei liberali al potere fu condizionato da quest’evoluzione della classe operaia; alla vigilia della Prima Guerra mondiale l’Inghilterra aveva compiuto decisivi progressi, ma rimanevo in sospeso la questione irlandese, i primi movimenti indipendentistici nelle colonie, la perdita dell’egemonia economica.
La Francia
Due gravi crisi scuotono la terza repubblica francese: il tentativo di colpo di stato del generale Boulanger e l’affare Dreyfus. Il generale Boulanger, antitedesco, divenne nel1886 ministro della guerra; desiderava un rafforzamento della presidenza attraverso l’elezione plebiscitaria del capo dello stato. Nel 1887 cade il suo ministero e inizia a raccogliere vasti consensi nel collegio elettorale parigino, ma non prende il potere come molti speravano. Accusato di tradimento, nel 1889 vincono le forze repubblicane contro le conservatrici.
Crisi politica legata alla vicenda giudiziaria del capitano ebreo Alfred Dreyfus accusato di spionaggio filo - tedesco e di alto tradimento. L’affaire nasce da un caso di spionaggio militare (Dreyfus avrebbe consegnato ai nemici tedeschi documenti riservato dello stato maggiore)→ processato, condannato e arrestato nel 1984. Nel 1896 i servizi segreti militari scoprirono che il tradimento era opera del maggiore Esterhazy, ma il processo Dreyfus non fu sottoposto a revisione e la questione fu messa a tacere, su ordine dello stato maggiore. Tra il 1897 e il 1899 il caso da giudiziario divenne politico e nacquero 2 opposti schieramenti: militari, clericali e nazionalisti (antidreyfusardi) e repubblicani e socialisti (dreyfusardi). Era questa l’occasione per un confronto politico più generale, tra opposte prospettive politiche. L’Affaire si conclude con la vittoria dei repubblicani: Dreyfus venne riconosciuto innocente e fu riabilitato.
Alle elezioni del 1902 i radicali ottennero un grande successo, a causa delle tracce nell’opinione pubblica dopo l’Affaire. Il nuovo presidente del consiglio si mise all’opera per attuare una piena separazione tra Stato e Chiesa; il suo successore dovette fronteggiare le agitazioni operaie ad opera dei sindacalisti rivoluzionari. Da un lato le agitazioni furono represse, dall’altro fu estesa la legislazione sociale, andando incontro alle richieste dei lavoratori. Salì al potere nel 1914 una coalizione formata da radicali e socialisti.
La Germania
Nel 1890 Bismarck rassegna le proprie dimissioni.
1. Nel 1888 sale al trono Guglielmo II che non andava d’accordo con il vecchio cancelliere. L’imperatore infatti sosteneva l’idea imperiale e la vocazione mondiale del Reich e si sentiva il solo in grado di guidare la Germania al potere. Dal 1890 al 1914 si identifica il periodo con la sua figura→ età Guglielmina.
2. la Germania all’inizio degli anni Novanta era uno dei paesi più industrializzati del mondo, poteva competere con le più vecchie potenze capitalistiche; in Germania parvero concentrarsi tutte le caratteristiche della Seconda Rivoluzione Industriale. Questo sviluppo economico si scontra con la politica dell’equilibrio (sturmer) attuata da Bismarck, tramite le relazioni internazionali, tramite la diplomazia in stile 800, in funziona anti – francese. Perse così il sostegno del blocco sociale che lo aveva appoggiato, in quanto la sua strategia divenne un’utopia del passato.
Dopo le dimissioni, la cancelleria tedesca non ebbe più personalità forti sostenute da vasti consensi e perciò i successori governarono direttamente solo sulle forze politicamente irresponsabili. Durante l’età Guglielmina prevale il blocco agrario – industriale; fallisce ogni ipotesi di parlamentarizzazione del sistema costituzionale, cresce il peso politico dei militari; si afferma il pangermanesimo (imperialismo). Le dimissioni di Bismarck segnano un cambiamento nei modi della gestione dell’equilibrio che si mantiene intatto fino alla prima guerra mondiale.
L’Impero asburgico
Il compromesso del 1867 istituì la duplice monarchia austro ungarica e definì le caratteristiche e le relazioni dell’impero. Esso fu diviso in due parti, Austria e Ungheria attuali, dal fiume Leitha (Cisleithania e Transleithania) che ebbero governi e parlamenti distinti ad eccezione dei ministeri degli esteri, delle finanze e della guerra. Ungheria ebbe n governo parlamentare (responsabile di fronte al parlamento) che garantiva però la preponderanza delle aristocrazie nazionali¸l’Austria ebbe un governo costituzionale ma non parlamentare (poteva agire senza il parlamento) e furono esclusi dal voto i ceti non possidenti. A capo del duplice impero c’era Francesco Giuseppe, capo supremo delle forze armate con diritto di veto sulle leggi e sul parlamento.
Questione nazionale: nascono due partiti di massa, Partito socialdemocratico e Partito cristiano sociale, ma ciò non attenua le divisioni nazionali (sulle divisioni politiche e ideologiche prevalgono le divisioni nazionali). Furono 3 i gruppi del ‘dissenso’:
1. i cechi della Cisleithania.
2. gli slavi della Transleithania.
3. un vasto settore dello stesso gruppo ungherese, volto a determinare l’autonomia del governo di Vienna.
L’opposizione dei cechi al governo austriaco ebbe carattere borghese (la Boemia era una delle regioni più ricche);
l’opposizione degli slavi all’Ungheria: erano questi i più danneggiati dal compromesso, in quanto costituivano una delle nazionalità più forti. La loro posizione fortemente radicale era giustificata dal fatto che la Serbia stava progettando uno stato degli slavi del sud, stretto attorno alla monarchia serba sostenuta dalla Russia.
L’opposizione del partito indipendente ungherese minò ancora di più la struttura a doppio centralismo.
Si prefigurano diverse soluzioni tra cui quelle di un terzo polo, oltre a quello tedesco e magiaro. Tuttavia tutti credevano nell’impero, si trattava solo di correggerlo; quando però nel 1914 i nazionalisti assassinarono Francesco Ferdinando (sostenitore della soluzione del terzo polo), la dissoluzione dell’impero fu segnata; l’attentato di Sarajevo scatenò il conflitto mondiale.
Età giolittiana
È il periodo che va dal 1901 al 1914, grazie alla notevole autorevolezza (diretta o mediata) di Giovanni Giolitti. Un uomo uso ai meccanismi burocratici dell’amministrazione statale, in grado di utilizzarli efficacemente. Nel 1882 dopo l’elezione alla camera milita tra le fila della Sinistra moderata. Ritiene lo sciopero espressione della libera contrattazione economica, accetta le libertà sindacali ma critica il trasformismo in quanto impedisce lo sviluppo di solide maggioranze. Nel 1892 fu presidente del consiglio e dimostrò buone capacità in una situazione generale decisamente difficile. Lo scandalo della Banca Romana ed il ritorno di Crispi sulla scena, provocarono la caduta del suo primo governo. Nel 1901 ministro degli interni, nel 1903 succede a Zanardelli nella presidenza del consiglio fino al 1914. Nei momenti più critici affidava o abbandonava il potere in mano a uomini di fiducia o in mano all’opposizione; ciò per continuare la sua opera e per dimostrare l’incapacità degli avversari. Ritornava nelle scene nel momento più opportuno. Probabilmente anche nel 1914 aveva queste intenzioni ma per la mutata scena politica non era riuscito a ‘rientrare’. Formerà nel 1920 il suo quinto governo. Ispirato al positivismo pragmatico e attento alle trasformazioni politiche ed economiche, Giolitti si propose come realista moderato, grazie ad un’azione di coinvolgimento dei progressisti e dei conservatori, della Destra e della Sinistra e di qualunque forza emergente. Nei confronti dei movimenti di massa, da un lato accetta le richieste compatibili con il suo sistema di potere democratico – liberale (suffragio universale maschile del 1912), dall’altro subordina queste forze al sistema di potere da lui gestito.
Giolitti rivitalizza la funzione del parlamento come luogo dove si mediavano e controllavano le tensioni del paese sotto la sua completa supervisione, ma sviluppò abilmente una politica del doppio volto: apertura al confronto democratico al Nord e intimidazione prefettizia al Sud. Fu in quel periodo che il meridione si stacca dal Paese.
Giolitti ricercava anche una posizione ‘mondiale’ meno schierata con la Triplice Alleanza di cui fa parte (Germania, Austria e Italia) e più aperta al dialogo con gli stati della Triplice Intesa ( Gran Bretagna, Francia, Russia). Così quando la Francia mosse verso l’Africa settentrionale, dichiarò guerra alla Turchia e occupò la Libia.
Il decollo della Rivoluzione Industriale
In Italia il decollo… coincise con l’età giolittiana. Si sviluppò a partire dal 1896 (grande depressione); questa fase di sviluppo peculiare accelerato rispetto alle altre nazioni condizionò la realtà sociale ed economica del Paese (da agricolo il paese diventa agricolo – industriale, e nel 1930 la prod. industriale supera quella agricola). Inoltre la crescita avvenne durante un politica protezionistica, con al nord il grande capitale (industria pesante, siderurgica) e al sud i latifondi. Influente sulla politica industriale fu anche la presenza delle banche miste (come l’esperienza tedesca) che finanziavano le aziende ‘nuove’ dei settori più dinamici, incapaci di autofinanziarsi. Positivi furono gli sviluppi dell’industria meccanica (automobilistica) anche se penalizzata dal costo dell’acciaio nazionale (nascita delle grandi case automobilistiche, FIAT, Alfa Romeo, Lancia…) e produzione di energia idroelettrica. Geograficamente la R.I. si sviluppa nella zona settentrionale occidentale, nel triangolo Milano – Torino - Genova. ⇒ settentrione trainante ed europeo, meridione dipendente e semi – coloniale. Cresce l’importanza della pianura padana e il suo contributo nella produzione complessiva nazionale. Quelli che erano tagliati fuori dall’industria e dall’economia sceglievano la via dell’emigrazione verso gli Stati Uniti (1913, quasi 9x105 partenze).
Dopo il 1907 la crescita economica diminuì in intensità, a causa anche di crisi degli istituti di credito statunitensi; la crisi italiana del 1907 mise in evidenza i limiti: da agricolo il paese era divenuto agricolo industriale e il reddito procapite straniero era dalle 2 alle 3,5 volte più grande rispetto a quello italiano (→ minore potenzialità di consumo del mercato interno); la crescita si manifesta all’interno di un sistema protetto; forte coinvolgimento delle banche miste nella produzione industriale; eccessiva localizzazione al Nord dello sviluppo agricolo capitalista e moderno.
Tale modello fu criticato dai socialisti e dagli esponenti più radicali del liberismo. Anche i meridionalisti si opposero alla politica doganale che favoriva la grande industria e la produzione cerealicola del sud. Secondo i liberisti lo stato doveva favorire nella piccola e media industria, nell’agricoltura moderna, specializzata e finalizzata all’esportazione. il governo faceva notare che il liberismo non poteva rappresentare un’alternativa: si sarebbe verificato un regresso nei confronti delle grandi potenze capitaliste più industrializzate. Ma la politica giolittiana nei confronti del meridione risulta del tutto inadeguata.
Da Zanardelli al secondo e terzo governo Giolitti
Il “doppio volto”
Giolitti riteneva inevitabile che le masse rivendicassero maggiori spazi politici e condizioni di vita più umane e sapeva che era controproducente opporsi a ciò; la borghesia dirigente doveva perciò permettere che le masse si organizzassero essendo così più controllabili e integrarli nelle strutture statali.
Non intervento dello Stato nei confronti del lavoro: agli operai e braccianti era concessa piena libertà di sciopero per motivi economici, allo scopo di non inimicarsi il proletariato lasciando così la contrattazione del prezzo del lavoro interamente alle parti in causa; l’aumento dei salari voleva dire crescita delle capacità d’acquisto e allargamento del mercato interno. Queste erano le proposte del ministro degli interni Zanardelli e Giolitti le attuò. Come conseguenza si ebbe che nella primavera del 1901 aumentò il numero degli scioperi e la tensione, la conflittualità sociale. Gli operai si organizzano in leghe di mestiere e camere di lavoro strappando l’aumento dei salari. Giolitti ordinò che le proteste dei lavoratori non fossero represse ma che i prefetti agissero come mediatori tra le parti.
Nel meridione però i prefetti tenevano tutt’altro atteggiamento: gli scioperi agrari erano repressi nel sangue senza troppe concessioni. L’intervento prefettizio partiva dall’intimidazione e giungeva all’impedimento dei comizi degli oppositori, al broglio elettorale e al clientelismo al fine di procurarsi una massa di parlamentari fidati da manovrare nelle sedute parlamentari.
Giolitti utilizza quindi due criteri nei confronti delle aree in via di sviluppo e in quelle di arretratezza cronica; si serve dei voti del sud ottenuti con il broglio per concretizzare una politica di apertura democratica verso il proletariato organizzato sindacalmente.
La politica economica
L’azione legislativa di Giolitti si fece più incisiva
si era giunti alla scadenza delle concessioni ventennali alle società private che avevano gestito le strade ferrate italiane a partire dal 1885 ⇒ è necessario quindi regolamentare il sistema ferroviario. Le società ferroviarie, in vista della scadenza, preferivano sfruttare a fondo piuttosto che investire ed erano agitate dal p.to di vista sindacale. Giolitti propone la statalizzazione del sistema ferroviario allo scopo di gestire direttamente una così vitale attività e frenare la conflittualità sindacale, in quanto ai dipendenti statali era vietato lo sciopero. Le proteste portarono alla caduta del secondo governo nel marzo 1905. in aprile, grazie a Fortis, il parlamento decreta la statalizzazione. Nel maggio 1906: 3° governo g. durante il quale emana leggi atte a ridurre il deficit statale e rafforzare la moneta. Furono migliorate le norme legislative relative al lavoro femminile e infantile, fissando nuovi limiti di orario e età (12 anni) e costruzione di un sistema pensionistico efficiente ed affidabile.
Nel 1909 Giolitti fu costretto a rassegare le proprie dimissioni poiché non era riuscito a far approvare dal parlamento la proposta di introduzione dell’imposta progressiva.
La politica estera
Strategia di compenetrazione delle alleanze e delle amicizie. Si cercava di situare l’Italia in una posizione più equilibrata e meno schierata esclusivamente con gli imperi centrali. Si intensificarono le relazioni con Gran Bretagna, Francia e Russia, stati diplomaticamente vicini alle Triplice Intesa, rassicurando la fedeltà dell’Italia sugli accordi con Vienna e Berlino (triplice alleanza). Si rasentò più volte il doppio gioco diplomatico. Mentre all’interno cresceva l’influenza nazionalista nell’opinione pubblica, accendendo fermenti irredentistici.
Centralità e pendolarità della politica italiana
Giolitti e il partito socialista
Filippo Turati era il riformista più prestigioso del partito socialista; si rifaceva ad un marxismo positivista evoluzionista, vale a dire che privilegia trasformazioni sociali lente ma progressive ed ineludibili; appoggia le iniziative democratiche di Giolitti al fine di far acquisire al partito socialista nuovi campi d’azione e di riconoscimento senza diventare una pedina della politica giolittiana e rinunciare alla lotta di classe. A destra di Turati si muoveva un gruppo di riformisti ma Turati riuscì ad evitare la frattura convincendoli degli obiettivi comuni. Ma in quel periodo aumenta la consistenza delle minoranze della sinistra massimalista.
1. filone di Enrico Ferri, giornalista, interpreta in modo verbalmente estremistico la Seconda Internazionale e contesta la dirigenza del partito dello Stato Borghese.
2. filone dei sindacalisti rivoluzionari, di Arturo Labriola, fonda il settimanale Avanguardia Socialista. Fusione di elementi della tradizione anarchica e operista con un’analisi critica; attingono ai testi di Sorel che diede vita al modello teorico a cui attinsero i sindacalisti rivoluzionari. Teorizzano, senza alcun compromesso come accadeva tra Giolitti e i riformisti, la necessità per il proletariato di impadronirsi del potere, attraverso l’arma dello sciopero generale.
Nel 1903 Giolitti succede a Zanardelli e invita Turati a far parte del governo; ha 2 obbiettivi: indebolire il fronte socialista (sfruttando il fatto che era diviso al suo interno) e allargare il consenso intorno alla sua maggioranza. Turati ovviamente non accetta. In seguito (Congresso di Bologna 1904) un’alleanza tra Ferri e Labriola portò i massimalisti alla guida del partito. Dopo numerosi eccidi di lavoratori, si proclama il primo sciopero generale della storia italiana (18/20 settembre). Giolitti non interviene e lascia che la protesta si spenga da sola. Addirittura scioglie le Camere e indice nuove elezioni che penalizzano il Partito Socialista e accolse il Partito dei cattolici. A questo punto era chiara la sconfitta della corrente massimalista e perciò di nuovo la corrente riformista riprese la guida del Partito (Congresso di Firenze, 1908). Espulsione di Bissolati, Bonomi e Cabrini (Congresso di Reggio Emilia, 1912) i quali formarono il PSRI (socialista riformista). I riformisti erano indeboliti e in numero esiguo, i massimalisti in numero più consistente, guidati da Mussolini, assunsero una linea dura antigiolittiana e antiparlamentare. A Giolitti sarebbe andato bene un Partito Socialista che assorbisse nel riformismo le spinte rivoluzionarie, ma ciò presupponeva un Paese socialmente ed economicamente più avanzato. Addirittura la politica di Giolitti minò l’equilibrio tra liberali progressisti e socialisti riformisti; il sopravvento dei massimalisti nel 1912 segna la fine di ogni forma di collaborazione, l’inizio di un periodo di crescente conflittualità.
Giolitti e i cattolici
Nelle elezioni del 1904 il peso cattolico si fece sentire; Pio X interviene attuando il non expedit ⇒ i cattolici possono votare i candidati moderati delle liste liberali o presentare la propria candidatura, purché ciò avvenisse in maniera personale, cioè senza formare un gruppo parlamentare. Pio X scioglie nel 1904 l’Opera dei Congressi e condanna l’identificazione tra movimento cattolico e partito cattolico (la tendenza definita di Democrazia Cristiana). La Chiesa ambiva quindi ad un modello di intervento politico secondo il non expedit ma tuttavia schierato sul fronte anti-socialista. Si arriva nel 1913 al Patto Gentiloni. Rimasero delle frange isolate, ispirate all’autonomia politica, secondo la Democrazia Cristiana e contro Giolitti → Luigi Sturzo, che da vita nel 1919 al Partito Popolare Italiano. Giolitti intendeva formare con i cattolici un blocco clerico-moderato con una duplice funzione: contrappeso nei confronti dei socialisti, ma anche completamento dello schieramento socialista a destra dopo il vuoto lasciato dai liberali a sinistra.
Giolitti e l’opposizione di destra
Da destra Giolitti trovò l’opposizione dei conservatori tradizionalisti (Sonnino) e dei nazionalisti. La proposta di Sonnino era del tipo riformista-conservatrice, di impronta meridionalista, agraria e filo-contadina, fondata sull’intervento dei liberali alla ricerca del consenso delle masse contadine, alleggerimento dell’imposta fondiaria. Vuole quindi consolidare la direzione dei partiti, stabilendo rapporti diretti tra partito liberale e massa dei contadini. I conservatori preferirono Giolitti poiché la proposta mancava di basi sociali e Giolitti era già saldamente al potere, forte dell’appoggio cattolico e più abile a moderare le tensioni.
I Nazionalisti invece influenzarono l’opinione pubblica tramite le riviste. Erano critici dei liberali, dei democratici e dei socialisti; incitavano quindi la borghesia a sostituire la lotta di classe alla lotta tra le nazioni, per inserire l’Italia tra le nazioni imperialiste e colonialiste; appoggiavano gli irredentisti, per la liberazione del Trentino e di Trieste.
Data la grande influenza dell’opinione pubblica, Giolitti non può non tenerne conto, per quanto elitaria fosse la proposta e per quanto scontentasse i ceti medi; riprese quindi la politica colonialista con la guerra di Libia del 1911-1912.
Il quarto governo Giolitti
Nel 1909 cade il terzo governo Giolitti, gli succede Sonnino fino al 1910, gli succede fino al 1911 Luzzatti. Nel marzo del 1911 Giolitti forma il suo quarto governo, più spostato a sinistra con l’ingresso di tre ministri radicali. Si concentrò sul suffragio universale e sul monopolio statale delle assicurazioni sulla vita si impegnò anche per la conquista della Libia. Portò avanti i tre progetti con la medesima priorità per ottenere il consenso a dx con la conquista della Libia, a sx con il suffragio universale e garantendo la presenza statale sull’economia con il monopolio assicurativo.
La guerra di Libia
Nel 1881 la Francia estende il suo dominio in Tunisia a scapito dell’Italia; l’Italia si era assicurata l’assenso della Germania, Francia, Inghilterra, Austria, Russia in vista di una possibile occupazione delle province turche (Cirenaica e Tripolitania). Dopo l’occupazione francese del Marocco l’Italia teme che non vengano rispettati i patti e che la Francia si estenda ad Est, precedendo l’Italia. In Italia, i nazionalisti e la Destra, assieme ai cattolici, oltre al sostegno economico di alcuni settori dell’industria, consideravano la Libia una sorta di terra promessa, alternativa all’emigrazione transoceanica. Nel 1911 anche negli ambienti socialisti e sindacalisti erano coinvolti nell’idea. Esigui i dissensi (Salvemini definisce la Libia uno scatolone di sabbia); Giolitti per non scontentare la Destra e i cattolici, senza consultare il parlamento invia l’ultimatum al governo turco e inizia la conquista italiana della Libia. Favorevoli: i nazionalisti, la Destra, i moderati cattolici, i socialisti riformisti (guidati da Labriola e Bissolati); contrari: la maggioranza del partito socialista, i riformisti turatiani, i massimalisti, molti democratici.
Agli inizi la conquista fu facile, in seguito la difficoltà aumentò → gli arabi si scatenano in una vera e propria guerra santa. La guerra si prolungava oltre le aspettative e perciò si cambia fronte: la marina occupa 12 isole dell’Egeo (il Dodecaneso che rimase italiano fino al 1947) strategicamente importanti. La tensione aumenta e il governo turco cede il controllo sulle province Cirenaica e Tripolitania anche se l’Italia aveva già redatto un atto unilaterale affermando la propria sovranità.
Il suffragio universale maschile e le elezioni del 1913
Riforma elettorale di Giolitti ⇒ viene esteso il diritto di voto a tutti i maschi (anche analfabeti con più di 30 anni) con età superiore a 21 anni purché alfabeti e avessero già compiuto il servizio militare. Gli aventi diritto al voto triplicarono (da 3 a 9 milioni). Il voto era esteso alle masse contadine fino ad allora escluse. Giolitti attuò questa decisione per due motivi: perché rientrava nei suoi piani democratici di rappresentatività, e per precedere la Sinistra e togliere un cavallo di battaglia, forte strumento di mobilitazione.
Prima delle elezioni: nel Partito socialista si assiste alle vittoria dei massimalisti nettamente opposti a Giolitti, i riformisti formano il PSRI (partito socialista riformista) e perciò Giolitti è privato di uno dei suoi poli di riferimento fondamentali, essendo il PSRI scarsamente rappresentativo della base socialista.
Il 1913 fu anno di crisi economica che condusse ad un arresto della crescita e problemi occupazionali, accentuarsi del fenomeno migratorio.
La mobilitazione politica delle masse contadine era necessaria visto che gli schieramenti socialisti si avvalevano di una macchina politica più efficiente. Ci si servì allora delle strutture religiose attuando un’alleanza di tipo clerico-moderata. Gentiloni divenne il presidente dell’Unione Elettorale Cattolica, il quale assicurò il voto cattolico in cambio di un patto – patto Gentiloni – secondo cui i candidati liberali si impegnavano ad opporsi a norme anti-clericali come la concessione del divorzio. Questa nuova alleanza fruttò ben 310 deputati (al sud si continuava con tecniche elettorali clientelari e prefettizie). Gli spazi politici di manovra diluiscono e Giolitti non può più servirsi dei socialisti come polo “oscillatorio”; oltretutto pesava nella maggioranza la presenza cattolica; non c’era un governo elastico alle manovre giolittiane. Perciò Giolitti si dimise e indico come successore Antonio Salandra. Il quale non aveva intenzione di essere una pedina di Giolitti e preparargli il suo rientro; affrontò con decisione e fermezza le tensioni e lo scontro sociale. Le agitazioni marchigiane romagnole (settimana rossa) furono represse ricorrendo allo stato d’assedio (100.000 soldati). Il 28 giugno viene assassinato l’erede al trono di Vienna, si mette in moto così la catena che porterà alla prima guerra mondiale.
Partiti, sindacati e questione femminile
I partiti
L’origine dei partiti: dalla rivoluzione inglese del 600, con il formarsi del sistema di rappresentanza parlamentare. Nel 700 durante la Rivoluzione Francese, con l’animarsi dello scontro politico da parte dei club; Repubblica degli Stati Uniti d’America con la contrapposizione tra federalisti e antifederalisti. Finora aggregazioni prepartitiche, solo dopo la rivoluzione industriale (formazione della società di massa e allargamento del suffragio elettorale) i partiti rivestono il significato attuale.
1. organizzazione territorialmente diffusa, capace di collegare centro e periferia, che esista anche dopo la morte del leader originario.
2. volontà di esercitare il potere da solo o in coalizione.
3. ricerca del sostegno popolare elettorale.
L’Ottocento fu caratterizzato da forme ristrette di aggregazioni politiche, partiti di quadri, definiti in base alla loro composizione sociale. Con l’avvento delle masse nascono i partiti di massa (organizzativi = azione dei militanti; elettorali)
I partiti organizzativi di massa
Strutture unite intorno ad un comune indirizzo ideologico, l’esigenza di esprimere la forza politica dei lavoratori. Principalmente le masse operaie dovevano avere coscienza di sé, assumersi le proprie responsabilità in una società industriale, caratteristica dei partiti socialisti. Alla base troviamo le sezioni, cioè i circoli locali; più sezioni davano luogo a Federazioni. Il vertice era costituito dalla direzione centrale. Le cariche del partito erano elettive; struttura oligarchica. La loro esistenza ‘economica’ era garantita dall’opera di riscossione dei funzionari delle quote regolari minime: i partiti socialisti non godevano delle “entrate” elargite da nobili e borghesi. Erano quindi partiti di militanti, completamente opposti ai partiti di quadri, elitari.
I partiti elettorali di massa
È in sintesi il partito proletario; non ha differenze organizzative e strutturali dal partito organizzativo solo ha scopi diversi: devono meglio organizzare il consenso elettorale per permettere agli eletti di ottenere posizioni di potere a livello nazionale e locale (elaborazione di programmi politici). Per 3 motivi la distinzione non è rigida:
1. con il costituirsi dei partiti comunisti e fascisti, si accentuano le differenze: i militanti comunisti si raggruppano in cellule di imprese, sul luogo di lavoro, sono più agili delle sezioni, più facilmente mobilitabili. I fascisti si organizzano in bande armate, secondo tecniche militari, in squadre d’azione; tutto è gerarchico piramidale, esiste un capo; il fine è quello della mobilitazione controrivoluzionaria e della conquista dell’esercizio del potere tramite la violenza armata.
2. manifestarsi di forme intermedie, iscrizione ai sindacati o raggruppamenti socialisti di base. In America i partiti borghesi utilizzano il sistema della macchina: fa di tutto per aumentare il consenso tra tutte le categorie di cittadini
3. la tendenza di tutti i partiti ad accontentare la più larga maggioranza possibile di elettori.
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LA RUSSIA DEL XIX SECOLO E L’OPPOSIZIONE ALLO ZARISMO
La Russia rappresenta per tutto l’Ottocento il culmine del conservatorismo politico e sociale.
- l’autocrazia degli zar si basa sul sostegno dell’aristocrazia, dell’esercito, della chiesa ortodossa, della burocrazia imperiale
- la borghesia mercantile e imprenditoriale, presente esclusivamente nella zona di Mosca e nei porti del Baltico, non detiene alcun potere politico e economico
- largamente predominante resta il mondo rurale: poche migliaia di grandi latifondisti e milioni di contadini, la maggior parte dei quali in condizioni servile
- la politica zarista è volta alla difesa più intransigente di questa struttura di potere: fra il 1840 e il 1855 la Russia conosce 350 rivolte contadine, seguite dall’intervento dell’esercito e dalla repressione nel sangue
- tale situazione costringe i potenziali oppositori a scegliere come forme di lotta quella della cospirazione (società segrete): l’illegalità accentua il radicalismo delle posizione teoriche degli oppositori
I rapporti di proprietà e le condizioni generali nelle campagne sono invariate da alcuni secoli
- milioni di contadini sono legati a grandi latifondisti e allo Stato da obblighi e corvée medioevali
- nelle campagne è ancora vitale il Mir, il villaggio dell’organizzazione agricola medioevale, che assolve tutte le funzioni più importanti della comunità: è un sistema comunistico che mantiene statiche le condizioni dell’agricoltura e impedisce la creazione di differenziazioni sociali tra contadini in un regime di economia di sussistenza
- solo ne 1861 nel clima di cauto riformismo instaurato dallo zar Alessandro II (1811-1881) viene abolito il servaggio: la riforma però ottiene risultati molto diversi da quelli auspicati e determina un peggioramento delle condizioni di vita della maggioranza dei contadini e l’inizio del processo di espulsione di mano d’opera dalle campagne
Nella seconda metà del secolo si avvertono i primi segni della modernità
- Alessandro II imbocca la strada del cauto riformismo dall’alto per prevenire ben più pericolose spinte dal basso: troppa distanza separa l’autocrazia russa dalle potenze occidentali e la stessa arretratezza sociale ed economica ostacola le velleità imperialistiche dello zarismo
- I beneficiari della rivoluzione agricola sono innanzitutto i grandi e i medi proprietari (kulaki). Il settore è ora in grado di intensificare lo sfruttamento dei fondi: l’aumento della produzione agricola si riversa sul mercato europeo (cereali e frumento)
- Dal 1880 si assiste, in alcune zone del paese, ad un notevole processo di industrializzazione e di sviluppo capitalistico: il capitale straniero ha però un ruolo determinante nello sviluppo industriale, al quale si aggiunge quello dello stato che interviene con decisione nel settore e adotta una politica accentuatamente protezionistica
- Tuttavia, se la struttura economica e sociale dell’impero si trasforma lentamente, la struttura dello stato ristagna nel più assoluto immobilismo assumendo caratteri sempre più dispotici
Lo zarismo attua una forte politica imperialista
- l’impero continua ad espandersi per tutto l’ottocento, inglobando le popolazioni stanziate nell’immensa regione compresa tra gli Urali e l’Oceano Pacifico ad Est, mentre l’avanzata verso Sud si sviluppa oltre il Caucaso, in direzione degli stretti a sud-ovest e verso l’Afghanistan a sud-est
- si accentua il carattere plurinazionale dello stato russo: al suo interno convivono decine di etnie diverse e i russi veri e propri costituiscono il 45% della popolazione complessiva
- l’antisemitismo spesso violento, l’ortodossia religiosa, il centralismo statale cementano attorno allo zarismo il sostegno sia dell’aristocrazia e dell’esercito che della burocrazia e della borghesia; tuttavia la maggioranza della popolazione non trae alcun beneficio dall’ampliamento dell’impero e resta indifferente alle fortune dello zarismo
L’opposizione
Il fronte antizarista è piuttosto articolato e solo a partire dagli anni Settanta cresce una decisiva resistenza ideale e politica all’assolutismo. Nerbo di questa opposizione sono gli intellettuali, gli studenti e la piccola borghesia istruita. Inizialmente l’ russa può essere divisa in due gruppi: gli occidentalisti e gli slavofili.
⇒ Gli occidentalisti. Intellettuali progressisti, prospettano una via europea allo sviluppo e prendono a modello le grandi democrazie e il capitalismo occidentale .
Gli slavofili. Intellettuali conservatori, sostengono una via nazionale allo sviluppo, rifuggono il capitalismo e l’ideologia liberale, e idealizzano il mondo rurale, le sue tradizioni e la sua stabilità. Col passare del tempo anche molti occidentalisti abbracciano queste posizioni
⇒ Sulla base della proposta slavista si sviluppano organizzazioni come Terra e Libertà (1876) e Libertà del Popolo, ferocemente antizariste, propugnatrici di una radicale riforma agraria e dell’abolizione dello stato, da sostituire con un sistema di libere comunità federate fra loro. Questo movimento prende il nome di Populismo e non tarda ad imboccare la via della cospirazione e del terrorismo. Gli aderenti a questa corrente assumeranno nel XX secolo il nome di socialrivoluzionari.
⇒ Lo sviluppo dell’industria e le conseguenze sociali che ne derivano spingono nel frattempo alcuni intellettuali radicali ad interessarsi al marxismo. Nel 1883 Plechanov fonda il gruppo di liberazione del lavoro, con il progetto di diffondere il marxismo. Nel 1898 viene fondato il Partito Operaio Socialdemocratico Russo (POSDR), nel quale confluiscono le diverse correnti del socialismo russo (i marxisti ortodossi di Plechanov, i marxisti legali gli economisti, il Bund). I contrasti all’interno del POSDR non tardano a manifestarsi e durante il II Congresso del partito (Londra, 1903) gli ortodossi si spaccano in due parti: i bolscevichi di Lenin e i menscevichi di Martov.
⇒ Le tesi sostenute da Lenin sono così riassumibili: l’assoluta priorità della lotta politica rispetto alle rivendicazioni sindacali; la necessità di un partito di professionisti della politica capace di guidare il proletariato nella lotta allo zarismo; il rifiuto di ogni forma di spontaneismo; l’elaborazione di una chiara e univoca teoria rivoluzionaria che sia lo strumento operativo e ideologico del partito, ovvero il marxismo. Martov e compagni mirano invece ad uno sviluppo democratico del paese e sostengono le istanze liberal-democratiche della debole borghesia russa, nonché l’idea di un partito pubblico di massa.
DAL 1905 ALLA GUERRA MONDIALE
La rivoluzione del 1905
Le inaspettate sconfitte col Giappone (1904-05) innescano la prima grave crisi rivoluzionaria della storia russa:
il basso tenore di vita, il malcontento popolare, la violenta repressione del regime (la domenica di sangue, 9 gennaio 1905) creano le premesse per l’esplosione di un vastissimo movimento di scioperi nelle industrie e di rivolte nelle campagne.
⇒La Russia viene pertanto attraversata da un’ondata di disordine e di ribellismo sociale mai visto. Anche ampi strati borghesi osteggiano apertamente lo zarismo e l’opposizione liberale si organizza nel Partito Costituzionale Democratico (i cadetti), mentre lo stesso esercito è coinvolto nella protesta (l’ammutinamento della Potenkin).
⇒Il culmine del movimento si ha nell’ottobre del 1905 con lo sciopero generale a Pietroburgo e la creazione nella capitale del primo soviet (consiglio) dei lavoratori, a capo del quale viene eletto Trockij.
⇒Un’apparente svolta costituzionale della politica zarista (estensione della base elettorale della Duma e suo diritto di controllo sugli atti del potere legislativo) illude l’opposizione borghese moderata, mentre contro gli operai e contadini viene scatenata una feroce repressione: ben presto il soviet viene soppresso e le dume elette fra il 1905 e il 1907 sono sottoposta all’assoluto controllo dell’autocrazia.
Il 1905 evidenzia alcune conseguenze generali, in particolare nel campo dell’opposizione socialista:
⇒Il movimento rivoluzionario è stato per lo più spontaneo e i partiti socialisti non hanno alcun peso nella direzione degli eventi: è forse la loro incapacità e lo scarso seguito di cui godono ad impedire alla rivoluzione di superare la fase ribellistica.
⇒Gli avvenimenti accelerano la scissione fra bolscevichi e menscevichi. I seguaci di Lenin accusano i menscevichi di collusione con una borghesia soggetta allo zarismo, politicamente inaffidabile e incapace di interpretare alcuna funzione progressiva: in futuro soltanto il proletariato potrà condurre la lotta allo zarismo, alleandosi con i contadini rivoluzionari. Ma i bolscevichi in quel periodo sono una setta minoritaria del movimento socialista.
La politica di Stolypin e la guerra mondiale
Dopo la rivoluzione 1905 e la disfatta russa nella guerra col Giappone, la classe dirigente si trova nella necessità di agire con decisione per rafforzare lo stato sia all’interno nei confronti delle opposizioni sia sul fronte esterno per una ripresa dell’espansione imperialistica.
⇒L’uomo forte del governo diventa Petr Stolypin: dal 1906 al 1911 affronta la crisi interna dell’Impero, alternando le più dure repressioni contro il movimento operaio e i partiti socialisti a criteri di riforma economica, consistenti nel tentativo di rafforzare le proprietà contadine formatesi con la riforma del 1861, appoggiando finanziariamente (crediti e sgravi fiscali) le più produttive sul mercato, lasciando a se stesse quelle più deboli e insufficienti (in maggioranza quelle dei muziki). Fragili vengono considerate anche le unità agricole comunitarie che infatti sono incoraggiate a trasformarsi in proprietà parcellari. La trasformazione capitalista delle campagne alimenta la produzione industriale, che aumenta, dal 1909 al 1913, del 73% rispetto al periodo 1896-1900, mentre gli operai passano da 1.200.000 nel 1890 a 2.900.000 nel 1913. Durante queste trasformazioni, le condizioni di milioni di persone peggiorano, ma questo è implicito in tutte le modernizzazioni, e appaiono contraddittorie le critiche a Stolypin da parte di cadetti e socialrivoluzionari, dato che essi sono per lo sviluppo accelerato della Russia.
⇒Nel frattempo il movimento d’opposizione assume un carattere apertamente politico, l’influenza dei socialrivoluzionari fra le masse contadine continua a crescere ed anche i partiti marxisti (menscevichi) migliorano le loro posizioni fra gli operai; i bolscevichi restano una piccola minoranza che continua a predicare l’alleanza fra il proletariato e i contadini poveri in vista di una generale rivoluzione politica.
⇒La credibilità del governo russo continua a declinare, mentre all’esterno cresce l’aggressività imperialistica soprattutto nell’area balcanica. Nell’estate del 1914 il confronto armato fra le potenze europee esplode: la Russi entra nella guerra mondiale senza aver i gravi problemi sociali e politici che la affliggono, fidando in una rapida vittoria. Dopo un solo anno di guerra le illusioni svaniscono e il crollo del regime diventa una minaccia reale.
⇒Sin dai primi mesi del conflitto appare chiaro che la fragile economia russa non è in grado di sopportare il peso di una guerra totale moderna: i crolli militari, gli scioperi, la radicalizzazione della vita politica interna, il dissolversi del prestigio della corte e della classe dirigente sono il preludio dell’esplosione rivoluzionaria del 1917.
LE RIVOLUZIONI DEL 1917
La rivoluzione democratica di febbraio
- È la rivoluzione politica democratico-borghese tanto attesa dai rivoluzionari marxisti: la Russia diventa una Repubblica (proclamata il 14 settembre) con un Governo Provvisorio detentore del potere sino alla convocazione dell’Assemblea Costituente.
- Molti memorialisti russi sottolineano il carattere spontaneo, popolare e libertario della Rivoluzione di febbraio: né i socialrivoluzionari, né i menscevichi, né tanto meno i bolscevichi si distinguono per aver esercitato una funzione guida negli avvenimenti
- La Repubblica democratica sopravvive otto mesi: in questo breve periodo lo stato e ogni forma tradizionale di potere si dissolvono.
- Il Governo Provvisorio (controllato da cadetti a assimilati, e da un socialrivoluzionario Kerenskji, presieduto dal principe L’Vov) e i soviet (controllati dai partiti rivoluzionari marxisti e socialrivoluzionarie principalmente menscevichi) hanno il compito di preparare l’abdicazione dello zar e gestire il potere. Si crea così un dualismo che rende sempre più vago il concetto stesso di potere e che favorisce posizioni deboli e altalenanti, volte a continuare la guerra e a rimandare le riforme. In un generale clima di anarchia comincia a delinearsi uno scollamento fra i partiti rivoluzionari al governo e la loro base popolare di consenso.
- Nel periodo febbraio-ottobre l’egemonia menscevica, socialdemocratica e socialrivoluzionaria, a causa dell’inconcludenza borghese, passa progressivamente ai bolscevichi.
La rivoluzione bolscevica di ottobre
In ottobre i bolscevichi con un colpo di stato fra i meno cruenti della storia si limitano a raccogliere un potere che nessuno detiene né desidera gestire.
⇒Già nelle Tesi di aprile Lenin sostiene la necessità di superare il dualismo dei poteri (Governo Provvisorio e soviet) per passare subito alla fase socialista della rivoluzione: la nuova parola d’ordine è infatti . In questa fase Lenin coglie gli aspetti essenziali della situazione russa meglio di altri dirigenti socialisti, soprattutto su tre questioni fondamentali: il rifiuto della guerra in sé stessa; l’urgenza del problema agrario; l’indispensabile appoggio dei contadini nella rivoluzione proletaria.

1) Lenin dice ciò che le masse vogliono sentir dire (pace e terra) e il piccolo partito bolscevico aumenta costantemente il proprio seguito popolare. Gli ennesimi fallimenti militari al fronte, la miseria e la dicocupazione, la manifesta impotenza del Governo Provvisorio e il tentativo di colpo di stato di Kornilov spingono i bolscevichi a preparare l’insurrezione armata.
2) Il 24 ottobre, secondo un piano suggerito da Lenin e attuato da Trockij a Antonov-Ovsenko, le Guardie Rosse occupano senza spargimento di sangue i punti nevralgici della capitale.
3) Il Congresso Panrusso dei Soviet, egemonizzato dai bolscevichi, approva immediatamente due decreti: uno sulla pace ed uno sulla questione agraria.
4) Le istituzioni del nuovo stato ed i contenuti ideali e programmatici del potere sovietico prendono forma nella prima Costituzione emanate il 30 novembre 1917: ai diritti del cittadino affermati dai rivoluzionari francesi del 1789 essa contrappone i diritti del popolo sfruttato e oppresso al fine di edificare una società socialista.
5) L’Assemblea Costituente si riunisce il 18 gennaio 1918, ma i bolscevichi constata l’ostilità dell’Assemblea nei loro confronti, la sciolgono d’autorità: Lenin rivendica così il principio della dittatura del proletariato contro la democrazia borghese. La soppressione della Costituente aliena definitivamente ai bolscevichi le simpatie di vasti strati popolari e convince i governi alleati della pericolosità e dell’estremismo del potere sovietico.
6) Nel frattempo la Russia accetta di sottoscrivere la pace imposta dai tedeschi (Bret-Litovsk, 3 marzo 1918): gravi perdite territoriali (Paesi baltici, Bielorussia, Ucraina) e notevoli le ripercussioni interne.
7) Con i soli bolscevichi alla guida della Rivoluzione la repubblica dei Soviet, a partire dalla primavera del 1918, deve parare una duplice minaccia: l’intervento armato delle potenze straniere ai suoi confini (le mire coloniali inglesi, l’occupazione giapponese di Vladivostok, l’invasione dei polacchi di Pilsudski) e la guerra civile contro le armate bianche controrivoluzionarie al suo interno, conclusasi con la sopravvivenza del potere bolscevico soltanto nell’estate del 1920.
LA NASCITA E L’AFFERMAZIONE DELL’URSS
Dal comunismo di guerra alla NEP
Solo all’inizio degli anni Venti la repubblica sovietica si organizza come stato sovrano e indipendente: il primo stato socialista al mondo copre circa un sesto delle terre emerse e conta un decimo della popolazione mondiale, ma le condizioni della sua economia sono, già pessime nel 1917, diventano presto disastrose. Molteplici sono le cause e gli effetti del collasso produttivo:
1) la guerra mondiale, il caos provocato dalle rivoluzioni, la guerra civile
2) il crollo della disciplina di fabbrica, l’inefficiente controllo operaio sull’industria abbandonata o costretta a privarsi dei tecnici e dirigenti (borghesi), gli scioperi generali, il blocco dei servizi sociali
3) il deprezzamento della carta moneta e l’inflazione, gli alti prezzi degli introvabili beni industriali, il deficit dello stato
4) le difficoltà di approvvigionamento e l’interruzione dei rapporti città-campagna
5) l’esaurimento delle scorte, la fame, il fiorire del mercato nero
Si apre così la fase del cosiddetto comunismo di guerra, tra requisizioni e repressioni, attentati terroristici e ribellioni degli oppositori. Il comunismo di guerra continua fino alla primavera del 1921 con effetti deleteri: si sviluppa l’opposizione contadina al regime; si accentua il centralismo politico; si disgrega la classe operaia ormai in fuga dalle città.
⇒ Lenin decide di imprimere un’energica sterzata alla politica economica del paese e la nuova linea si impone nel X Congresso del Partito (marzo 1921); il governo inaugura così la NEP (nuova politica economica) che allenta la presa dello stato sull’economia e inverte la politica dello statalismo integrale iniziata nel 1918. Le idee centrali della NEP sono:
1) il superamento del comunismo di guerra e la liberalizzazione del commercio dei beni di consumo
2) la legalizzazione del commercio spicciolo e del mercato nero
3) le sovvenzioni all’industria leggera e l’attuazione del sistema misto di produzione (statale e privato)
4) la fine del controllo operaio sugli impianti industriali e il ritorno alla direzione individuale nelle fabbriche
La NEP ottiene significativi risultati, favorendo le campagne, i commerci e la piccola industria di beni di consumo, penalizzando però contemporaneamente la grande industria e il proletariato urbano.
⇒ Nel 1921 è ormai chiaro che nessuna rivoluzione avrà luogo nei paesi dell’Europa occidentale: l’internazionalismo rivoluzionario cede in passo al nazionalismo socialista, all’edificazione dell’URSS come stato e alla sua stabilizzazione.
In quest’ottica si comprende quanto sia vitale ripristinare l’alleanza fra campagna e città, fra bolscevichi e contadini.
La NEP risponde a queste esigenze. Il X Congresso prende anche un altro importante provvedimento: la proibizione del frazionismo al fine di accentuare il carattere autoritario del partito. L’URSS diventa così sempre più uno stato totalitario a partito unico, nel quale si rafforza l’influenza di Stalin.
L’ascesa al potere di Stalin
La morte di Lenin (gennaio 1924) dà il via alla lotta per la successione fra i capi bolscevichi: solo il suo grande potere personale ha potuto contenere i contrasti interni e, con la sua morte, cessa ogni possibilità di mediazione fra le due anime del partito, che ha in Stalin e Trockij i propri punti di riferimento:
⇒Trockij:
- internazionalista e teorico della rivoluzione permanente
- critico verso la NEP, accusata di favorire a senso unico gli elementi non proletari (contadini e commercianti) a spese della classe operaia
- si batta per ritrovare la democrazia interna nel partito
⇒Stalin:
- nazionalista e teorico del socialismo in un solo paese
- favorevole alla NEP, al fine di mantenere il libero mercato e legare i contadini allo stato
- burocrate convinto della necessità di una gestione autoritaria del partito
Lo scontro tra i due schieramenti si risolve fin dal 1925 con la netta affermazione di Stalin e l’espulsione dal potere di Trockij e di molti suoi sostenitori. La NEP viene proseguita ed il controllo sul partito e sugli organi statali si fa sempre più assoluto.
⇒ Fra il 1924 e il 1925 l’URSS viene riconosciuto dalla maggior parte dei paesi europei come stato sovrano. Si rafforza pertanto l’idea che il momento rivoluzionario si sia concluso e che si apra una fase di consolidamento dello stato e della società sovietica: il compito immediato della Unione Sovietica stalinista è quindi quello di fare del paese una grande potenza industriale e militare.
⇒ La NEP entra in crisi, accusata di reintrodurre il capitalismo in Unione Sovietica e di rafforzare i ceti da sempre estranei al partito (i medi contadini benestanti, i kulaki, e i commercianti…). Stalin quindi impone una svolta radicale durante il XV Congresso del partito (diecembre 1927) decidendo di industrializzare il paese nel più breve tempo possibile al fine di raggiungere e superare i paesi occidentali anche sul piano economico. Quattro sono gli aspetti della politica generale di Stalin:
- l’industrializzazione forzata
- la collettivizzazione forzata
- l’eliminazione violenta di ogni opposizione
- il rafforzamento del totalitarismo
LA GUERRA CIVILE SPAGNOLA
Tra il 1936 e il 1939, in seguito ad un colpo di stato filo-fascista, la Spagna vive i drammatici eventi della guerra civile che si concluderà dopo una perdita di più di un milione di vite umane, con l’avvento al potere del regime dittatoriale di Francisco Franco. La guerra civile spagnola costituisce una vera e propria prova generale di quella guerra ideologica da lì a poco combattuta a livello planetario nella seconda guerra mondiale.
⇒ Nei primi decenni del 1900 la Spagna arranca sulla via di un processo di modernizzazione lento e incompleto: retta da una monarchia centralista e tradizionalista e da una classe politica conservatrice la Spagna resta un paese contadino, caratterizzato da una situazione agraria decisamente arcaica.
⇒ L’oligarchia fondiaria è strettamente collegata con le altre due istituzioni tradizionali della società spagnola, ovvero l’esercito e la chiesa. Debole e di imprecisa identità politica è la borghesia, mentre è composito e attivo il fronte delle organizzazioni sindacali e dei partiti di sinistra ( la CNT anarchica, il Partito Socialista e la UGT).
⇒ Nel 1923 il re spagnolo Alfonso XIII di Borbone, di fronte all’intensificarsi della crisi sociale, favorisce il colpo di stato e l’instaurarsi di una dittatura del generale Primo de Rivera.
⇒ Le elezioni del 1931 segnano una clamorosa affermazione dei partiti favorevoli alla Repubblica e decretano la fine della Monarchia. Dal 1931 al 1933 il paese è governato da un ministero composto da repubblicani, radicali e socialisti: obiettivi primari sono la laicizzazione della stato e la modernizzazione della nazione in senso capitalistico e democratico-borghese.
⇒ Le forze di destra cominciano ad organizzarsi in forme politicamente più efficaci: nel 1933 nasce la Falange che si ispira al fascismo mussoliniano delle origini e, nello stesso anno, dopo la vittoria elettorale dei vari partiti di destra, si apre il biennio negro dominato dalle forze della reazione. Nel 1934 scoppiano numerose insurrezioni promosse dagli anarchici con l’appoggio dei socialisti e dei comunisti: per contrastare le scelte politiche reazionarie del governo l’eterogeneo fronte delle Sinistre (democratici liberali, autonomisti catalani e baschi, socialisti e comunisti, trockijsti) converge nel Fronte Popolare.
⇒ Unita nel Fronte Popolare la Sinistra vince le elezioni del 1936. Nonostante la moderazione dei dirigenti del Fronte, scontri violenti tra gruppi popolari e falangisti portano il paese in un clima di grande tensione. Nel’estate del 1937 un tentativo di colpo di stato militare fallisce grazie allo spontaneo intervento delle masse popolari. A questo punto decisivo si rivela l’intervento dei nazi-fascisti che aiutano i reparti golpisti guidati da Francisco Franco, il quale riesce ad impadronirsi di tutta la parte occidentale del paese.
⇒ Di fronte al decisivo attacco dei falangisti, il patto internazionale di non-intervento si dimostra un vero e proprio inganno ai danni del legittimo governo della Spagna repubblicana: mentre i governi democratici europei giustificano in base ad esso il loro silenzio, Italia e Germania avviano una politica di massicce forniture militari alle forze franchiste. Solo l’URSS, sotto la copertura dell’Internazionale comunista, interviene in aiuto della Repubblica, mentre decisivo è l’apporto dato dai volontari delle Brigate Internazionali.
⇒ Le truppe franchiste consolidano le loro posizioni nella Spagna occidentale e centrale, la Repubblica mantiene l proprie nella parte orientale e meridionale del paese. La Repubblica guidata dal socialista Largo Caballero vive comunque un’intensa fase di vita politica, caratterizzata da nuove esperienze sociali (fenomeni di autogestione e collettivizzazione delle fabbriche e di terre grazie all’opera di anarchici e trockijsti): le diverse tendenze interne sfociano nel 1937 in un drammatico scontro fra comunisti e anarchici, che si trasforma in una violenta purga anti-anarchica e anti-trockijsta operata dalla polizia comunista.
⇒ Durante l’estate del 1937 la situazione volge al peggio per la Repubblica: con l’appoggio determinante delle forze aeree tedesche e nel più totale isolamento internazionale la Repubblica vive nel 1938 i suoi ultimi drammatici giorni: il generalissimo Franco entra il 28 marzo del 1939 in Madrid e annuncia l’1 aprile la vittoria e l’instaurazione della dittatura.
L’ECONOMIA TRA LE DUE GUERRE MONDIALI: LA CRISI DEL 1929
Terminata la prima guerra mondiale le speranze di una rapida ripresa devono attendere alcuni anni prima di realizzarsi in un modo comunque diverso da quello auspicato.
⇒ Dopo una breve ripresa produttiva nel 1919 – 1920 una nuova crisi internazionale nel 1921, evidenzia le strutturali difficoltà in cui si dibattono i numerosi paesi ad economia capitalista. Lo scenario economico è decisamente mutato rispetto al 1914 ed è caratterizzato da:
• I debiti di guerra contratti dall’Europa con gli Stati Uniti;
• La rapida accelerazione, durante la guerra, del processo di concentrazione produttiva con l’affermazione di gruppi di enormi dimensioni;
• Il crescere del controllo dello Stato sull’economia;
• L’inevitabile inflazione, soprattutto in Germania a causa delle ingenti “riparazioni” di guerra.
Solo a partire dal 1922 avviene la ripresa produttiva. Trainata dagli Stati Uniti, essa si diffonde contraddittoriamente:
• Alla supremazia economica degli Stati Uniti non corrisponde l’analoga supremazia finanziaria, ancora detenuta dall’Inghilterra;
• La fragilità della “triangolazione finanziaria”, in cui gli Stati Uniti giocano un ruolo decisivo;
• Nel vuoto internazionale di politica economica si muovono i grandi banchieri, i quali operano per stabilizzare il sistema senza però raggiungere la necessaria incisività, se non con esiti addirittura controproducenti.
Tra il 1922 e il 1929 gli Stati Uniti conoscono uno dei più prolungati boom della loro storia. Questa situazione accresce la fiducia nelle capacità della business-community ⇒
• A trainare lo sviluppo è la produzione su larga scala di beni di consumo;
• Nelle aziende più evolute sono applicati i metodi tayloristici di razionalizzazione;
• Le amministrazioni americane ripropongono la tradizionale filosofia del non intervento governativo nell’economia;
• Rilevanti problemi di squilibrio stanno però emergendo: il mancato coinvolgimento di alcuni settori tradizionali, il saturarsi di certi settori di mercato, il venir meno del potere d’acquisto, le speculazioni della Borsa.
Il momento dell’inversione di tendenza avviene nell’ottobre del 1929
⇒ Alla fine di ottobre del 1929 si assiste ad una drammatica caduta delle quotazioni della Borsa newyorkese di Wall Street (il “Big Crash”), con lo scambio al ribasso di milioni di azioni, provocato dal panico ⇒ Dalla Borsa la crisi si estende al sistema bancario, che segna il fallimento di circa 5000 banche nordamericane
⇒ Non controllata dal mondo finanziario la crisi dilaga in quello produttivo e della distribuzione: i fallimenti sono inevitabili a catena
⇒ la disoccupazione di massa fa la sua drammatica comparsa e con essa la drastica riduzione delle capacità d’acquisto
⇒ I prezzi agricoli crollano e centinaia di migliaia di agricoltori perdono le loro terre; si assiste allo spopolamento delle campagne e alla fuga verso le città

• La crisi del sistema economico statunitense ha immediate ripercussioni internazionali.
• Tra Stati Uniti ed Europa viene meno la “triangolazione finanziaria”.
• Il crollo è sancito dal fallimento delle grandi banche europee e dai sempre più marcati rimedi protezionistici.
LE RISPOSTE
• Il crollo generalizzato dei prezzi delle materie prime agricole e minerarie, più accentuato di quello dei prodotti trasformati, e la forte contrazione degli scambi internazionali infliggono un duro colpo ai paesi specializzati nell’esportazione di prodotti primari verso l’Europa e il Nord-America. È il caso dei paesi latino-americani, che ora si orientano verso uno sviluppo sempre più chiuso.
• Nelle economie più sviluppate d’Europa, del Nord-America e del Commonwealth, la crisi viene affrontata isolatamente:
• Si accresce la spirale di sfiducia reciproca e di mancanza di coordinamento tra le varie politiche economiche nazionali;
• Dal 1933 in poi crescono le misure protezionistiche destinate ad evolversi in Italia e nella Germania hitleriana nella forma autarchica;
• Mentre ogni nazione cerca di scaricare sugli altri i costi della crisi, all’interno dei vari paesi cresce l’intervento delle burocrazie statali nell’economia.

Germania
Le misure economiche del cancelliere Bruning sono una causa aggiuntiva del grave malessere sociale che caratterizza gli ultimi travagliati anni della Repubblica di Weimar. Il ritiro dei capitali esteri investiti nel paese e la disoccupazione di massa favorisce gli estremismi del partito nazista.
Italia
Il caso italiano segna l’affermarsi di una più decisa azione dello Stato fascista nell’economia, fino al varo della politica autarchica (1934):
• Controllo statale degli scambi monetari;
• Grandi lavori pubblici;
• Ulteriore concentrazione industriale;
• Creazione dell’IMI e dell’IRI;
• Riarmo e aggressività internazionale (Etiopia)
Francia
La politica economica di Laval è osteggiata dalla mobilitazione tra socialisti e comunisti. Le lotte operaie aprono la strada alla vittoria del Fronte popolare di Léon Blum (1936). Dopo gli anni Trenta la Francia conosce un inizio di ripresa solo nel 1938, ma la situazione internazionale è ormai prossima alla guerra. (ministro Daladier).
Gran Bretagna
La classe dirigente inglese sa fronteggiare senza particolari rigidità e “ortodossie” la situazione e il paese è uno di quelli che escono meglio dalla prova della crisi: il governo agisce con tempismo sganciando già nel 1939 la sterlina dalla parità aurea e rinunciando alla tradizione liberista.
Stati Uniti
In un contesto potenzialmente esplosivo Roosevelt propone alla nazione il New Deal, che delinea l’idea di un maggior interessamento delle istituzioni pubbliche alle condizioni di vita del cittadino. Il New Deal si lega in seguito alle idee politico-economiche di Keynes.
LA GUERRA FREDDA 1945/1955…
Differenze tra i paesi dell'Occidente e Unione Sovietica
Stalin teme l'aggressione da parte dei paesi europei
1945 elezione di Harry Truman - esplode la rivalità
Discorso del 1947 - Truman vuole Usa al comando delle nazioni occidentali
Usa deve aiutare i paesi a scegliere la propria politica
attraverso aiuti economici e finanziari
Usa preoccupata per l'avvento del comunismo
1948/1952 Programma Marshall - maresciallo Marshall, segretario di Stato,
aiuti per i paesi europei per la ripresa e la ricostruzione postbellica
aiuto economico e finanziario di grande respiro
rifiuto dell'URSS e dei paesi dell'est - rifiuto dell'imperialismo americano
14 miliardi di dollari
1947 Cominform - (Ufficio d'informazione dei partiti comunisti)
Patto di collaborazione politica fra URSS e stati dell'Est(Bulgaria, Cecoslovacchia, Jugoslavia,
Polonia, Romania, Ungheria, Italia)
Coordinare partiti comunisti, come forze antimperialiste e antifasciste
Politica estera espansionistica, guidata dalla reazione americana
Organizzare - misure strategiche militari
- espansione economica
- lotta ideologica
1949 Comecon - (Consiglio di mutua assistenza economica)
Patto di collaborazione economica fra URSS, Bulgaria, Cecoslovacchia, Polonia, Romania,
Ungheria, Albania
Per rendere omogenee le economie dei paesi membri
1949 - Mao Zedong - 1° ottobre - Repubblica Popolare Cinese Imperniata sul mondo contadino organizzato nelle comuni popolari
Conflitto con URSS per i confini e per il controllo del blocco comunista
4 aprile 1949 Patto Atlantico - NATO
Alleanza militare a "difesa del mondo libero"
Aderiscono: USA, Francia, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Canada, Norvegia, Danimarca, Islanda, Portogallo, Italia(Francia si toglie nel '60 - ha già la sua bomba atomica, come Gran Bretagna)
NATO è posta sotto la protezione "dell'ombrello nucleare" americano
Usa impone basi militari in Europa
1955 Patto di Varsavia
Alleanza militare dei paesi dell'Est
Mondo diviso in due blocchi contrapposti:
1) mondo occidentale - USA, economia capitalista, organizzazione politica liberale
2) mondo comunista - URSS, economia statalizzata, organizzazione politica totalitaria
Divisione in zone d'influenza, due blocchi
Scontro sistematico fra potenze - GUERRA FREDDA -
Equilibrio del terrore, paura di una guerra nucleare distruttiva
1949 URSS possiede bomba nucleare
1953 USA e URSS possiedono bomba H all'idrogeno
Conseguenze della Guerra Fredda:
1) corsa agli armamenti
2) incremento spionaggio e controspionaggio
3) provvedimenti politici ed economici per tenersi stretti i paesi alleati
4) corsa allo spazio >1957 URSS - Yuri Gagaryn - primo uomo nello spazio
>1969 USA - Armstrong sulla luna
Divisione in due blocchi non interessa tutta l'Europa:
Svezia e Svizzera restano neutrali
Austria si avvicina al blocco occidentale, ma non entra a farne parte
Albania si mantiene in isolamento nonostante la partecipazione al blocco sovietico
NEUTRALISTI
Stati Uniti e Unione Sovietica tentano di influire anche sulle zone di recente decolonizzazione
• 1946 Nehru - presidente indiano(successore di Gandhi) - sceglie una politica di equidistanza,
- indipendenza dai due blocchi
- esigenza di non essere influenzati nella politica interna o estera
• 1955 - Conferenza di Bandung - nascita di un movimento neutralista internazionale
Partecipano 29 paesi africani e asiatici
- anticolonialismo
- sviluppo economico
- disarmo
- difesa della pace
• Battaglia di TITO - guida della Jugoslavia
Jugoslavia stato comunista e federale, organizzato originalmente
Tito difende il suo paese dall'ingerenza di Stalin ed entra in conflitto con Mosca
Jugoslavia si avvicina ai paesi neutralisti
• 1961 - movimento dei non allineati - a Belgrado
Jugoslavia, Egitto e India e 25 paesi (all'ultima conferenza - 1979 a L'Avana - ce ne saranno 95)
Denuncia dei blocchi che creano solo tensione e minacciano la pace internazionale
Relazioni competitive, ma non aggressive
GRANDE COMPETIZIONE
5 marzo 1946 Churchill pronuncia un discorso
- contro il clima della "cortina di ferro"
1) Berlino - metà della città controllata da potenze occidentali, ma Berlino è tutta in territorio comunista - giugno 1948 russi bloccano l'accesso alla città, americani riforniscono la città-
2) Guerra di Corea - dopo l'affermazione del governo comunista di Mao Zedong(1949) - Corea divisa in due parti lungo il 38° parallelo >Corea del Nord comunista >Corea del Sud americana - 1950 Corea del Nord aggredisce Corea del Sud - 1953 guerra finisce con la riaffermazione della divisione in due parti
1953 - Morte di Stalin crea una fase di disgelo
Nuovo dirigente russo - Nikita Kruscev che vuole risoluzione pacifica dei problemi tra Stati
- Dwight Eisenhower diventa presidente degli Stati Uniti
irrigidire posizione nei confronti della Russia, ma dare attenzione ai segnali di apertura
L'ITALIA DALLA FASE COSTITUENTE AL CENTRO-SINISTRA
LA FASE COSTITUENTE 1945-1948
Governi danno priorità assoluta alla ricostruzione del paese
Rifare quello che era stato distrutto dalle vicende belliche
- città con case, scuole, strade distrutte
- industrie avevano perso l'8% degli impianti
- nel 1945 produzione era 1/3 del 1935
- costo della vita era cresciuto di 23 volte
- generi di sussistenza ridotti a 1/3 del fabbisogno
- disoccupati erano oltre 2 milioni
Rimettere in moto la vita economica
Restituire alla popolazione un'esistenza dignitosa
1) 1946 UNRRA(Amministrazione delle Nazioni Unite per il Soccorso e la Ricostruzione)aiuta Italia
2) Piano Marshall per contenere spesa pubblica e raggiungere pareggio del bilancio, nel 1948 aiuta la DC nella propaganda per le elezioni
3) Aiuto viene dalle rimesse degli emigranti, valute che gli emigranti all'estero spedivano ai parenti rimasti in Italia
Fino al maggio 1947 governi raggruppano tutto il fronte antifascista(DC, comunisti, socialisti, centro-sinistra): - abbandono del modello autarchico fascista
- liberalizzazione dei commerci con l'estero
Linea politica economica di Luigi Einaudi(governatore della Banca d'Italia) che vuole stabilità monetaria, contenimento dell'inflazione, restrizione del credito, favorire esportazioni
Giugno 1945 - primo governo del dopoguerra con Ferruccio Parri, uno dei capi della Resistenza
Governo di DC, Partito Comunista, Socialisti, Liberali, Partito d'Azione, Democratici del Lavoro: sembra che la resistenza sia andata al potere
Governo Parri cade dopo 5 mesi per contrasti interni: unità antifascista dei CNL non regge
Si delineano due schieramenti opposti:
1) DC, ceti medi, borghesia, mondo imprenditoriale, Usa
2) Partito Comunista, classe operaia, proletariato contadino, CGIL, Unione Sovietica
Alta tensione nel paese, rischio di rivoluzione e guerra civile
• Palmiro Togliatti, segretario del PCI (aveva mostrato moderazione alla svolta di Salerno(1944) e collaborazione con il governo Badoglio) - cerca intesa con altri partiti antifascisti
• Pietro Nenni, partito socialista, chiede elezioni a breve termine per l'Assemblea Costituente
• Alcide De Gasperi, Democrazia Cristiana, rimanda elezioni alla primavera del 1946
con De Gasperi la DC sembra l'unico partito che può portare Italia dal fascismo alla democrazia, DC diventa partito interclassista che conquista i cattolici di ogni ceto
cattura consensi nel mondo imprenditoriale
cerca di costruire una base di massa fra i contadini proprietari e i lavoratori(con le ACLI)
soprattutto ceti medi provati dalla guerra e impoveriti dall'inflazione
ostilità al socialismo e al comunismo
riaffermare morale cattolica, salvaguardare la proprietà
assicurare rispetto e protezione, limitare i monopoli
valori del cattolicesimo, democrazia, anticomunismo, libero mercato, difesa della famiglia
10 dicembre 1945 - De Gasperi diventa presidente del Consiglio, governa fino al 1953
Primo cattolico a guidare l'esecutivo dell'Italia
Governo militare alleato passa l'amministrazione delle regioni settentrionali al governo italiano
Portare il paese dalla guerra al voto
Questione della Costituente: scelta istituzionale è data al referendum popolare
Costituente formula e approva la nuova Costituzione
Maggio 1946 - Vittorio Emanuele abdica in favore di Umberto II(re di maggio) per mantenere continuità monarchica
2 giugno 1946 italiani si recano in massa alle urne:
1) scegliere tra monarchia e repubblica, e per eleggere deputati della Costituente
Fronte repubblicano: socialisti, comunisti, Partito d'Azione, Partito Repubblicano, liberali
Per la prima volta suffragio universale, voto anche alle donne
Vince la Repubblica 54% degli elettori
13 giugno Umberto II in esilio in Portogallo
Referendum rivela l'esistenza di due Italie, Nord repubblicano e Sud monarchico
2) eleggere i deputati dell'Assemblea Costituente
affermazione dei tre partiti di massa che raccolgono il 75% dei consensi
DC ottiene 207 seggi
Socialisti di Nenni ottiene 115 seggi
Comunisti ottengono 104 seggi
Presidente della Costituente è socialista Giuseppe Saragat, Enrico de Nicola come capo dello Stato
De Gasperi diventa capo del governo, rafforza presenza democristiana e diminuisce le sinistre
Resta la presenza comunista perché doveva essere firmato il trattato di pace fra URSS e USA e per avere la nuova Costituzione - ma De Gasperi prepara la rottura con il PCI
COSTITUZIONE ITALIANA
Costituente unisce l'intesa di DC, PCI, PSI
Costituzione viene approvata il 22 dicembre 1947
Entra in vigore il 1° gennaio 1948
Costituzione è l'insieme delle leggi dello stato - 139 articoli + 18 disposizioni transitorie -
Costituzione democratica e repubblicana - sovranità del popolo e libere elezioni -
Diritti di libertà - di parola, pensiero, riunione, associazione -
Dimensione sociale di solidarietà e responsabilità
Uguaglianza sostanziale senza discriminazioni - Libertà del bisogno
Stato deve colmare le differenze e rimuovere gli ostacoli per dare a tutti le stesse possibilità
3 beni: istruzione - lavoro - protezione sociale
Cittadino ha diritti, ma anche doveri nei confronti degli altri cittadini e della società
Organi dello stato:
1) Parlamento, potere legislativo - Camera dei Deputati e Senato della Repubblica -
2) Governo, potere esecutivo - Ministri
3) Magistratura, potere giudiziario
4) Presidente della Repubblica, rappresentanza e controllo, garanzia costituzionale
5) Corte Costituzionale - dal 1955 organo che controlla il rispetto della Costituzione
Italia ha governo rappresentativo(italiani delegano rappresentanti eletti a suffragio universale) e parlamentare(stretta collaborazione fra Parlamento e Governo)
CENTRISMO
1946 De Gasperi affronta il problema del trattato di pace a Londra
Italia considerata responsabile per i misfatti del fascismo
1947 firma del trattato - perdita della Venezia Giulia, delle colonie africane, riparazioni da pagare, internazionalizzazione di Trieste -
De Gasperi tende a un rapporto privilegiato con gli USA
Togliatti cerca un rapporto equidistante dalle potenze, ma privilegia chiaramente l'URSS
1947 De Gasperi in visita negli USA - DC unico partito moderato che può arginare i comunisti -
Clima internazionale si scalda - impossibilità per la DC e le sinistre di collaborare - clima estero interferisce con la politica italiana
Maggio 1947 De Gasperi vara un nuovo governo - solo DC fino al 1962 - Centrismo
18 aprile 1948 elezioni politiche
DC ottiene 48,5% dei voti - maggioranza assoluta alla Camera(305 seggi su 574)
"guerra di religione" fra comunismo e anticomunismo
14 luglio 1948 - attentato a Togliatti da parte di un fanatico anticomunista
Rivoluzione sembra imminente, ma dirigenti della sinistra scoraggiano l'insurrezione
Fronte antifascista ormai è spaccato
Governo diventa bipolare, anche se uno dei poli è totalmente escluso
1949 Italia entra nella NATO
Insurrezioni contadine nel Sud(occupazione di terre, episodio di Portella Ginestra)
De Gasperi vara 3 leggi di riforma agraria:
- espropriazione dei latifondi
- redistribuzione ai contadini
1950 Cassa del Mezzogiorno
Ente destinato allo sviluppo del meridione per grandi opere pubbliche e industrializzazione del Sud
In realtà diventa solo un sostegno alle clientele politiche
Incremento del fenomeno dell'emigrazione
1953 De Gasperi fa approvare la legge maggioritaria(chiamata legge truffa dalle sinistre)
Elezioni però non danno il 50% dei voti alla DC - de Gasperi abbandona il Governo
DC deve ampliare la maggioranza parlamentare
1960 Fernando Tambroni - Governo monocolore, ma con la presenza del Movimento Sociale
Protesta popolare per la presenza dell'MS che ha eredità fasciste e governo cade
La guerra fredda (1945-1955)
USA e Unione Sovietica diffidavano l’una dell’altra e dopo la sconfitta del comune nemico nazista era evidente che non potevano continuare a collaborare. Stalin temeva che i paesi capitalisti avrebbero aggredito l’Unione Sovietica e la politica americana cambiò nettamente quando morì Roosevelt (1945). → Eletto Truman.
Secondo Truman (Dottrina Truman) i partiti comunisti europei non si rafforzavano solo grazie al sostegno dell’Unione Sovietica, ma anche a cuasa della grave situazione economica. Gli americani dovevano appoggiare gli anticomunisti e aiutare lìEuropa nella ricostruzione della sua economia.
Truman fece organizzare un grande programma di aiuti per i paesi europei → Piano Marshall (1948).
Nell’ottobre del 1947 i partiti comunisti si associarono nel Cominform, che sostituiva il Comintern e puntava a coordinare la politica dei vari PC.
Nel gennaio del 1949 l’Unione Sovietica promosse la costituzione del Comecon (consorzio di mutua assistenza economica. Sempre nel 1949 Mao Zedong fonda la Repubblica Popolare Conese.
Il 4 aprile 1949 US, Francia, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Canada, Norvegia, Danimarca, Islanda, Portogallo, Italia firmano il Patto Atlantico.
Nel 1955 anche i paesi comunisti si unirono in un’alleanza militare il Patto di Varsavia.
Il mondo era diviso in due blocchi contrapposti: USA contro Unione Sovietica.
La guerra è restata “fredda” a causa dell’equilibrio del terrore che era venuto a crearsi: entrambe le potenze disponevano infatti della bomba atomica e un conflitto avrebbe significato la distruzione del mondo intero.
Nehru per l’India sceglie la politica dell’equidistanza.
L’atto ufficiale di nascita di un movimento neutralista può essere considerata la conferenza di Bandung.
Tra i paesi neutralisti particolarmente attivo fu Tito, alla guida della Jugoslavia: insieme all’Egitto e all’ India fondò nel 1961.
Il 5 marzo 1946 Churchill pronuncia un discorso diventato famoso → parla della “cortina di ferro”.
1. Nasce una crisi che riguarda Berlino: i Russi decidono di bloccare ogni via di accesso alla città, gli americani decidono di rifornire al città per via aerea.
2. Esplode un’altra crisi in Asia, in seguito, Guerra di Corea.
La Corea era stata divisa in Corea del N guidata da un governo comunista e Corea del S alleata degli americani.
Nel 1950 il N aggredisce il S, e intervengono USA e Cina. Alla fine viene riconfermato il confine del 38° parallelo.
Nel 1953 muore Stalin → si insedia Nikita Kruscev (promuove i rapporti pacifici). Si entra in una fase di disgelo tra USA e Unione Sovietica.
Dwight Eisenhower, ufficialmente sostiene di doveri irrigidire la condotta nei confronti dell’URSS, di fatto è attento ai segnali di apertura che provenivano dai russi.
Le Cause:
facendo riferimento ai principali nodi problematici, la critica muove la propria riflessione sul fenomeno ora una ora l’altra delle seguenti osservazioni:
- la Germania e il suo Fuhrer sono responsabili dello scatenamento del conflitto. Non bisogna però trascurare sul piano interno l’appoggio dato a hitler da parte degli junkers (industriali tedeschi), dell’Alto stato maggiore e dell’insieme della nazione tedesca, docilmente coinvolta nell’avventura. Né bisogna dimenticare quei motivi dell’aggressività nazista nati dagli esiti diplomatici della I guerra mondiale.
- è possibile accusare le grandi potenze, e soprattutto l’Inghilterra, di aver attuato quella politica di “pacificazione per mezzo di concessioni” che null’altro ha conseguito di positivo se non il crescere dell’agressività nazista. In certi casi le stesse democrazie occidentali incoraggiano implicitamente l’espansionismo e l’aggressività del fascismo italiano e del nazismo tedesco, o comunque calcolano male il pericolo e non agiscono quando ne hanno la possibilità.
- la responsabilità di Mussolini: campione di conferenze internazionali nelle quali si presenta come salvatore della pace internazionale, permette a hitler di soddisfare le proprie esigenze e di passare all’azione (annessione austria).
- le responsabilità di Stalin: non comprendendo la reale natura del nazismo, favorisce il successo elettorale di Hitler con le direttive antisocialiste impartite ai comunisti tedeschi all’inizio degli anni 30; nel momento decisivo consente, con il patto Ribbentrop-Molotov, l’invasione della Polonia.
L’ANDAMENTO DELLA GUERRA
La Guerra lampo (1939-40)
- Occupazione tedesca della Polonia (1-18 Settembre 1939) e entrata in guerra di Francia e Inghilterra.
- Occupazione sovietica della Polonia orientale, della Lituania, della Lettonia, dell’Estonia, attacco alla Finlandia ( inverno 1939-40)
- aprile 1940 - Germania occupa Danimarca e Norvegia(per accerchiare GB, per le basi navali e
ferro delle miniere)
- 10 settembre 1940 - Hitler occupa Belgio, Olanda per attaccare la Francia
Francesi e Inglesi si trovano accerchiati
- 10 giugno 1940 - Mussolini entra in guerra a fianco di Hitler per guerra lampo
attacco immediato alla Francia
- 14 giugno 1940 - occupazione della Francia divisa in due parti
>Nord sotto la Germania
>Sud sotto il governo collaborazionista di Petain
- agosto, settembre 1940 - Hitler tenta l'occupazione della Gran Bretagna "guerra d'Inghilterra"
la Germania viene sconfitta. Fallisce l’operazione “Leone Marino” e i tedeschi si limitano a bombardare l’inghilterra. Senza poter intervenire in altro modo.
- Italia attacca gli Inglesi a Malta e in Africa dove l’inghilterra aveva delle colonie.
- Italia attacca Grecia, ma fallisce, e la Germania deve andare in aiuto dell’esercito italiano
- 27 settembre 1940 Patto Tripartito fra Germania, Italia e Giappone
1941 "GUERRA MONDIALE"
- aprile - Germania in soccorso delle truppe italiane in Africa e nei Balcani(conquista di Bulgaria,
Grecia e Creta)
- 22 giugno - Germania invade l'URSS, pensa a un rapido annientamento della potenza nemica,
con l'inverno la guerra lampo diventa guerra d'usura
- 7 dicembre - Giappone attacca la flotta statunitense di stanza a Pearl Harbour
- 8 dicembre - Stati Uniti e Gran Bretagna dichiarano guerra al Giappone
1942 IL CONFRONTO
- primi successi giapponesi: espansione in Cina, Birmania, Thailandia, Malesia, Singapore, Filippine
- USA reagiscono - vittoria nella "battaglia dell'Atlantico" dove sconfiggono i tedeschi; in Africa promuovono una forte controffensiva e sconfiggono nuovamente i tedeschi. Battaglia di El Alamein
- luglio - comincia la battaglia di Stalingrado
1943 LA SVOLTA
- gennaio - italo-tedeschi sono costretti ad abbandonare la Libia
- maggio - anglo-americani occupa tutto il Nord Africa
- 2 febbraio - URSS sconfigge Germania nella battaglia di Stalingrado
- fallimento dell'ARMIR italiana in Russia, totale disfatta e strage, 200.000 uomini, inverno russo
- giugno - anglo-americani conquistano Pantelleria inizia la liberazione dell’Italia.
10 luglio americani sbarcano in Sicilia e cominciano a risalire l'Italia
- 25 luglio - Gran Consiglio del Fascismo vota la sfiducia a Mussolini
- 3 settembre - nuovo governo di Badoglio firma l'armistizio con gli Alleati, esercito allo sbando
tedeschi difendono Italia dalla risalita degli americani, "linea Gustav", resistenza di Cassino, "linea gotica" sugli Appennini tosco-emiliani
- 23 settembre - Mussolini, liberato dai tedeschi, fonda la Repubblica Sociale Italiana di Salò
1944-1945 la vittoria alleata
- 4 giugno 1944 - liberazione degli alleati di Roma, sfondamento della linea Gustav
- 5-6 giugno - apertura in Europa di un secondo fronte: esercito alleato sbarca in Normandia
- 26 agosto - De Grulle (capo della resistenza francese) libera Parigi
- settembre - Francia e Belgio totalmente liberati
- 7 marzo 1945 - alleati superano il Reno
- aprile - Italia è liberata, Romania e Bulgaria si ribellano - Vienna è libera
- 30 aprile - Armata Rossa entra in Germania e Hitler si suicida
- 7 maggio 1945 - ammiraglio Donitz firma la resa senza condizioni per la germania
- 6 agosto 1945 - presidente americano Truman decide di usare la bomba atomica contro il
Giappone a Hiroshima
- 9 agosto 1945 - a Nagasaki
- agosto 1945 - URSS dichiara guerra al Giappone in Manciuria e Corea
- 2 settembre 1945 - Giappone firma la resa senza condizioni
Resistenza
Movimenti di opposizione e di liberazione; fu attiva in vari modi :
3) Resistenza è lotta patriottica per la liberazione del territorio nazionale
Francia con De rulle
Italia con i partigiani
Jugoslavia con Tito che caccia i tedeschi senza interventi stranieri
2) Resistenza collabora con eserciti alleati, azione di gruppi armati, raccolta di informazioni
3) Resistenza è laboratorio politico
Collaborazionismo movimento opposto alla resistenza e caratterizzato da :
Gruppi che appoggiano i regimi degli invasori
Vidkun Quisling - norvegese filonazista, simbolo del collaborazionismo servile
Sono spinti unicamente dall’opportunismo e dagli interessi che si possono ricavare dalla guerra
PROGETTI E ACCORDI PER LA PACE
Le potenze alleate si accordano durante le ostilità sulle soluzioni postbelliche
• 1941 firma di Roosvelt e Churchill della Carta Atlantica, comprendeva :
- solidarietà ideale fra USA e Gran Bretagna
- accomunate dal fatto che il conflitto è inteso come lotta antifascista
- stipulato per rompere l’isolazionismo americano
- diritto dei popoli all'autodeterminazione
- collaborazione commerciale
- auspicio di disarmo
- USA come guida internazionale
• 1 gennaio 1942 nascita delle Nazioni Unite
26 paesi richiamano i principi della Carta Atlantica
novembre 1943 incontro di Churchill e Roosvelt allargato a Stalin :
- collaborazione bellica (contro i nemici tedeschi e giapponesi)
- auspicio di un'organizzazione internazionale di pace
- paesi dell'est alleati con l'URSS, no isolamento
- divisione della Germania in "zone d'influenza", tutelate dagli alleati
• febbraio 1945 - conferenza di Yalta(Crimea) dove si stabilisce che: (Churchill, Roosvelt, Stalin)
- URSS entra in guerra contro il Giappone
- 4 zone di occupazione della Germania (USA, URSS, Gran Bretagna, Francia)
- scioglimento dell'esercito tedesco
- "denazificazione" del paese
- perseguimento dei criminali nazisti
- pagamento dei danni di guerra
- diritto dei paesi liberati di governarsi autonomamente
- costituzione di due diverse aree - occidentale sotto gli USA, orientale sotto il controllo sovietico
• luglio 1945 - Conferenza di Postdam (Berlino) si decise:
- di non procedere allo smembramento della Germania
- la Polonia riceve i territori che la germania aveva conquistato.
- URSS prende una parte della Prussia
- No accordi fra USA e URSS – la solidarietà che c’era stata nel combattere il comune nemico si incrina(anticipo della guerra fredda)
GUERRA TOTALE
Comprende sia il Fronte interno che il fronte esterno
Conflitto vissuto da tutta la società
1) guerra come evento mondiale: si è combattuto su 5 continenti con un coinvolgimento di interessi e con una vastità d’azione senza precedenti.
2) guerra tecnologica - esercito, marina e aviazione - nuove armi e nuove tecniche. È una guerra tecnologica che vede la partecipazione all’evento bellico dell’economia nel suo complesso. - industrie convertite all'uso bellico
3) è una guerra ideologica per la quale i contendenti avanzano opposte giustificazioni di carattere ideale ed etico, grazie anche al coinvolgimento dei moderni mezzi di comunicazione di massa
4) coinvolgimento delle popolazioni civili - 50 milioni di morti per le battaglie, bombardamenti indiscriminati, fame, sterminio degli ebrei
ITALIA
Impreparazione militare ed economica
Opinione pubblica quasi passiva di fronte all'evento
1939 Italia si dichiara neutrale
Successi tedeschi convincono il Duce a un intervento a fianco della Germania
Attacco contro la Francia, Grecia e inglesi in Africa
Marzo 1943 - clamorosi scioperi scuotono centri industriali del Nord a partire da Torino
Luglio 1943 - alleati sbarcano in Sicilia e occupano Palermo
- monarchia si dissocia da Mussolini e lo fa arrestare, prigione nel Gran Sasso
incarico di un nuovo governo affidato a Badoglio
3 settembre 1943 - Badoglio firma l'Armistizio di Cassibile con gli alleati
- Germania occupa l'Italia del Nord e centrale
12 settembre 1943 - Mussolini viene liberato dai tedeschi e fonda la Repubblica Sociale Italiana
a Salò sul Lago di Garda - ma non ha consenso popolare, né appoggio degli industriali, solo appoggio nazista
- Napoli insorge contro i tedeschi(le "quattro giornate")
13 ottobre 1943 - Italia dichiara guerra alla Germania
situazione ambigua dell'esercito italiano
- Forze antifasciste si organizzano nel CNL(Comitato di Liberazione Nazionale) - pressione su Badoglio per una svolta democratica
Maggio 1944 - Palmiro Togliatti dichiara a Salerno che la questione istituzionale va risolta
solo dopo la vittoria contro il nazifascismo
- governo a Ivanoe Bonomi(antifascista liberale) che lo forma con rappresentanti del CNL. Obbiettivi del governo: 1) defascistizzazione
2) aiuto ai resistenti del Nord
3) autonomia dagli alleati
Giugno 1944 - sede della monarchia segue l'avanzata degli alleati e arriva a Roma
Agosto 1944 - liberazione di Firenze
- ma la marcia delle truppe si ferma alla "linea Gotica" sugli Appennini emiliani
25 aprile 1945 - Milano, Genova e altre città insorgono
- Mussolini fugge in Svizzera, ma viene fermato da un gruppo di partigiani sul Lago di Como
TAPPE PRINCIPALI DELLA RESISTENZA ITALIANA
• Luglio - settembre 1943: - aumento dell'attività dei gruppi antifascisti
- A Roma e Milano si costituisce il CNL(Comitato di Liberazione Nazionale)
• Settembre - dicembre 1943: - azione di bande partigiane al Centro e Nord, scontri con tedeschi
e reparti della Repubblica di Salò
- 19 settembre: a Boves(Cuneo) tedeschi distruggono il paese
- 27-30 settembre: Napoli insorge
• Gennaio - giugno 1944: - scontri fra partigiani e nazisti continuano
- Controllo dei resistenti delle vallate alpine
- Nasce la Prima Repubblica Partigiana a Montefiorino(Modena) che resiste per 45 giorni ai tedeschi
- 23 marzo: a Roma attentato contro 32 soldati tedeschi, per rappresaglia vengono fucilati 355 ostaggi nelle Fosse Ardeatine
- 4 giugno: alleati liberano Roma, formazione del governo Bonomi
- giugno: unificazione militare della resistenza CVL(Corpo volontari libertà)
• Agosto 1944 - marzo 1945: primi e notevoli successi partigiani
- 10 agosto: liberazione di Firenze senza l'aiuto degli Alleati
- CNL locali diventano governi di paese in Val d'Ossola e in Carnia
- 30 settembre: a Marzabotto 1800 persone vengono uccise dai tedeschi
- inverno 1944-1945: momento negativo per la resistenza
• Marzo - aprile 1945: forza degli attacchi partigiani, aumentano aiuti alleati
- 21 aprile: insurrezione di Bologna
- metà aprile: sfondamento della Linea Gotica
- 25 aprile: liberazione di Milano e Genova governa il CLANAI (Alta Italia)
- 26 e 29 aprile: liberazione di Torino
Caduti della resistenza circa 70.000
PARTITI ANTIFASCISTI
Nel CNL erano rappresentate varie fazioni politiche
1) Partito Comunista: partito più preparato con solida organizzazione
Brigate Garibaldi (bande partigiane comuniste)
Lotta al fascismo è in vista di una rivoluzione sociale e politica
1944 Togliatti, tornato dall'URSS, unifica il fronte antifascista(no spaccatura per la questione monarchica)
Desiderio di epurazione da tutti coloro che erano stati coinvolti nel fascismo
2) Partito Socialista: soffre per la presenza di molte tendenze al suo interno
Brigate Matteotti (bande partigiane socialiste)
Alcuni chiedono riforme, altri auspicano lotta di classe
Posizione moderata di Togliatti sulla questione monarchica
3) Partito d'Azione: tradizioni rosselliana, gobettiana, mazziniana(soprattutto in Piemonte)
Giustizia e Libertà (bande partigiane )
Chiedono radicale rinnovamento dell'Italia, fine della monarchia
No aspetti totalitari del marxismo
Nuova struttura statale fondata sui CNL
4) Democrazia Cristiana: continuazione del Partito Popolare di Don Sturzo
Brigate del Popolo
Mondo cattolico italiano lontano dal duce
Riportare l'Italia al regime democratico monarchico precedente
No rivoluzione
5) Partito Liberale: tradizione giolittiana(Benedetto Croce)
Continuità con l'Italia pre-fascista(fascismo come nera parentesi della storia)
Attività culturale, poca lotta militare
Appoggio della borghesia
6) Democrazia del Lavoro: Bonomi, vicino al Partito d'Azione
Formazioni Autonome(militari, no comando o assimilazione a partiti)
IL NOVECENTO
LA SOCIETA' INDUSTRIALE
I rivoluzione industriale - Inghilterra e Francia -1770/1830
II RIVOLUZIONE INDUSTRIALE - mondo occidentale(USA e Europa) - 1870-1914
1.funzione trainante della scienza
formazione di scuole scientifiche
apertura di laboratori e centri di ricerca
2.nuove fonti di energia(elettricità e petrolio)
3.monopoli, oligopoli, capitalismo finanziario
fenomeno della concentrazione industriale
crescita delle dimensioni delle aziende
1. crisi del 1873 e 1896 fallimento delle industrie meno competitive
2. progetti di rinnovamento richiedono grandi investimenti
- cartello, accordo fra industrie dello stesso settore
- trust, fusione di industrie dello stesso ramo
- holding, controllo da parte di un'unica società, di un gruppo di aziende
- dumping, mantenere i prezzi alti nel paese d'origine e bassi in un altro, sbaragliare la concorrenza e poi rialzare i prezzi
- capitalismo finanziario, centro del sistema economico è la borsa
- sistema della banca mista, fusione delle banche commerciali (investimenti a breve termine) con quelle d'affari (investimenti a lungo termine), banche diventano fondamentali nello sviluppo economico
4.efficienza della scientificità nel sistema produttivo, resa della catena di montaggio
taylorismo(collaborazione, scienza nel processo produttivo)
Henry Ford(ricerca della standardizzazione, prima automobile utilitaria"T", consumi di massa, disumane condizioni di lavoro, ripetitività)
5.società di massa, nascita di un popolo di città, sviluppo dei media
6.coinvolgimento dello Stato nell'economia
protezionismo per difendere l'economia nazionale
politica imperialista per espandere il capitale
economia mista, iniziativa privata e pubblica: stato interviene nell'ambito legislativo
stato prende potere nelle imprese pubbliche
tendenza all'evoluzione in senso democratico, massa sempre più istruita e partecipe
DALL'IMPERIALISMO ALLA PRIMA GUERRA MONDIALE
1879 alleanza Germania e Austria 1891 alleanza Francia e Russia
1882 anche Italia 1904 intesa Francia e Inghilterra
Triplice Alleanza 1907 accordo commerciale Russia e Inghilterra
Triplice Intesa
CRISI BALCANICA
Volontà di riscatto delle minoranze slave per l'annessione all'Austria della Bosnia
Germania cerca di estendere dominio diplomatico sulla Russia, costringerla a riconoscere la Bosnia
dominio commerciale con la ferrovia Berlino - Teheran
Russia sostiene i movimenti nazionalistici slavi
Controlla espansione bulgara sugli stretti
Tensione con l'Austria
1912 Lega Balcanica - Grecia, Bulgaria, Montenegro, Serbia -
Guerra italo-turca 1912
Italia vuole Libia, Tripolitania e Cirenaica
1902 accordo con Inghilterra e Francia(accettazione dell'Italia in Libia, Francia in Marocco)
1909 accordo con Russia(Russia negli stretti, contrastare i progetti dell'Austria)
1911 Italia dichiara guerra alla Turchia, occupa le isole del Dodecaneso e di Rodi
Pace di Losanna, Italia ottiene la Libia(scatolone di sabbia)
Prima guerra balcanica 1912
Lega balcanica e Russia contro Turchia
1913, Pace di Londra, divisione della Macedonia fra Bulgaria, Serbia e Grecia
Bulgaria ottiene Tracia (accesso al Mar Nero)
Grecia ottiene Creta
Serbia non si espande per opposizione dell'Austria
Impero turco perde i territori europei

Seconda guerra balcanica, 1913
All'interno della Lega Balcanica
Serbia, Turchia, Grecia, Romania contro Bulgaria
1913, Trattato di Bucarest, Serbia ottiene una parte della Macedonia
Grecia ottiene isole dell'Egeo
Romania ottiene la Dobrugia
Costituzione dell'Albania(no sbocco sul mare per la Serbia)
GRAN BRETAGNA
1880-1885 quinquennio liberale
1885 rifiuto del Parlamento di ratificare un Home Rule Bill per l'indipendenza dell'Irlanda
Joseph Chamberlain nascono i liberali unionisti 1. contro indipendenza irlandese
2. no anti-statalismo
3. raccogliere consensi di massa
alleati dei governo del partito conservatore
Economia:
- potenza commerciale mondiale(anche se protezionismo delle altre potenze)
- agricoltura inadeguata ai bisogni della massa
- struttura industriale invecchiata
1886-1906 conservatori al governo
consolidare le basi economiche 1. imperialismo
2. riforme sociali
3. protezionismo che fallisce
1896 Keir Hardy fonda l'Indipendent Labour Party
1906 Labour Party, nascita di rappresentanza politica della classe operaia
1906 ritorno dei liberali al potere
Periodo di riforme
Questioni rimaste - colonie che chiedono indipendenza
- questione dell'Irlanda
- crisi economica e commerciale
FRANCIA
III Repubblica dal 1875
Tentativo di colpo di stato del generale Boulanger
Chiede rafforzamento del potere del presidente, elezione plebiscitaria del capo dello stato
1887 cade il suo ministero della difesa
1889 accoglie consensi nel collegio di Parigi, ma non ha il coraggio di entrare nella vita politica
1889 elezioni con successo repubblicano
1891 Boulanger fugge e si toglie la vita
1889/1897 equilibrio politico
1894 Vicenda giudiziaria di Alfred Dreyfus
Accusa di spionaggio filotedesco e di alto tradimento
Stato maggiore si oppone alla revisione del processo per l'innocenza di Dreyfus
1897-1899 caso diventa politico, non solo giudiziario
militari, clericali, nazionalisti contro Dreyfus
repubblicani, socialisti, intellettuali(Émile Zola) a favore di Dreyfus
1. confronto fra schieramenti politici generali
2. forze conservatrici si oppongono allo sviluppo sociale e democratico
3. antisemitismo
4. nazionalismo esasperato
5. tensione fra repubblica e esercito
1899 vittoria dei repubblicani, Dreyfus dichiarato innocente
governo repubblicano Waldeck-Rousseau
GERMANIA
1890 Bismarck si dimette per
1. Contrasti personali con l'imperatore Guglielmo II(1888) - sostiene idea imperiale e vocazione mondiale del Reich, vuole guidare in prima persona la Germania, regime personale "età guglielmina"
2. Crisi economica - Germani a molto industrializzata, sviluppo rapidissimo in contrasto con la politica dell'equilibrio di Bismarck, nasce volontà di egemonia sugli stati europei e no diplomazia, manca appoggio del blocco sociale che l'aveva sostenuto
3. Insuccesso della lotta contro la socialdemocrazia - kulturkampf
Dopo Bismarck cancelleria non ha potere, governano i circoli militari e gli uomini di corte
Tra 1890-1914 a) prevalere del blocco agrario industriale
b) fallimento di ipotesi parlamentari
a) crescita del potere dei militari, legati al kaiser
b) ideologie imperialistiche, pangermanesimo
c) paralisi dello schieramento liberale
d) scissione dell'unica forza democratica, socialdemocrazia(14% dell'elettorato)
Caduta di Bismarck provoca cambiamento nei modi di gestione dell'equilibrio interno
IMPERO ASBURGICO
1867 compromesso Austro-Ungarico
- duplice monarchia
- Francesco Giuseppe è imperatore e re d'Ungheria
- imperatore ha controllo forze militari, diritto di approvare leggi e sciogliere le camere
Impero diviso in due parti separate dal fiume Leitha
Governi e parlamenti distinti, solo ministero degli esteri, della guerra, delle finanze in comune
1. Austria o Cisleitania - governo costituzionale non parlamentare, parlamento ha potere effettivo solo per bilanci e politica commerciale, sistema elettorale esclude i ceti non possidenti
2. Ungheria o Transleitania - governo parlamentare, suffragio solo per le aristocrazie nazionali
Fondazione del partito socialdemocratico(1889) e Partito cristiano sociale (1887)
1907 suffragio universale in Austria
Lacerazioni esistenti persistono
Questione nazionale diventa motivo dominante:
a) gruppo ceco dell'Austria sottomesso ai tedeschi - Boemia e Moravia, zone ricche dell'impero, forte sviluppo industriale e commerciale, ribellione ha carattere borghese
b) gruppo slavo in Ungheria sottomesso ai magiari - serbi e croati con annessione della Bosnia Erzegovina(1908), atteggiamento radicale dei nazionalisti slavi per la figura dei della Serbia indipendente, ipotesi di un grande stato degli Slavi del Sud intorno alla Serbia e alla Russia
Francesco Ferdinando arciduca vuole la costituzioni di un "terzo polo", slavo
c) gruppo ungherese insoddisfatto dell'Ausgleich, vuole autonomia da Vienna - gruppo di Ferenc Kossut contro l'Austria, precarietà della doppia monarchia
1914 attentato di Sarajevo nazionalisti slavi assassinano Francesco Ferdinando
GIAPPONE
Politica imperialista si scontra con le mire espansionistiche russe in Manciuria e sul Pacifico
1887 Russia costruisce la ferrovia transiberiana, unire Russia europea a Vladivostock
consolida la posizione in Manciuria, base militare a Port Arthur
Guerra russo-giapponese 1904
Giappone e Russia hanno contrasti per il controllo dell'area nordoccidentale della Cina che interessava anche la Corea
1904 Giappone attacca Port Arthur
1905 sconfitta dei russi a Mukden e della flotta russa nello stretto di Tsushima(dopo la circumnavigazione dell'Africa)
1905 pace di Portsmouth, mediazione di Roosvelt
Giappone ottiene il protettorato della Corea e della Manciuria
Port Arthur
Penisola di Liaodong
Metà dell'isola di Sakhalin
Un paese non occidentale acquista potere militare sul piano mondiale
Nessun paese può attuare politica espansionistica autonomamente
STATI UNITI
Politica di stampo imperialista
1888 annessione delle Hawaii
1889 annessione di una parte delle isole Samoa
Guerra ispano-americana 1898
Stati Uniti intervengono a Cuba, aiuto agli anti-spagnoli contro il dominio della madrepatria
1898 Trattato di Parigi
Stati Uniti ottengono possedimenti spagnoli delle Filippine
Nuove Ebridi e Guam
Protettorato su Cuba con la possibilità di intervento americano nel governo
1903 Stati Uniti fomentano i gruppi rivoluzionari colombiani a staccarsi da Panama(petrolio)
Protettorato statunitense su Panama, controllo sul canale di Panama nel 1916
Stati Uniti hanno egemonia sull'intera zona centromeridionale americana "impero in casa"
1) controllo diretto dei territori, progetto panamericano
2) imposizione di un'egemonia informale, pressione sui governi, sostegno a guerriglie, mantenere controllo soprattutto economico
Stati Uniti vogliono egemonia economica in Cina, ottenere sbocchi per esportazioni utilizzando i porti cinesi - scontri con Russia e Giappone -
"diplomazia del dollaro" formalmente difendere diritti e autonomia del Celeste Impero
in realtà favorire la presenza americana
Stati Uniti cercano egemonia informale in Messico
Neutralità che sfocia nel sostegno a alcune fazioni messicane in lotta fra loro: bande di Francisco "Pancho" Villa(e armate di Francisco Madero, bande contadine dei Emiliano Zapata) che si armano e si organizzano in territorio statunitense per sconfiggere il dittatore Porfirio Diaz
1911 Dittatura di Huerta e di Francisco Madero, ma non cambia la situazione
Zapata e Villa riprendono attività rivoluzionaria appoggiati dai contadini che chiedono terre
1915 Stati Uniti appoggiano i costituzionalisti con Venustiano Carranza e Alvaro Obregòn, per un paese capitalista
Governo di Carranza, Obregòn e poi Calles
1) principi di democrazia politica e giustizia sociale: laicità della scuola, progetto di riforma agraria, controllo sulle compagnie straniere
2) aspetti populistici: presidente con ampi poteri, sindacato non autonomo dal governo, un solo partito ufficiale
3) militari e chiesa cattolica in posizione marginale, chiesa deve rinunciare ai privilegi
Repubblica messicana subordinata al capitale statunitense che può operare liberamente per l'estrazione del petrolio
1929 crisi e crollo del sistema messicano
1934-1940 al potere Làzaro Càrdena
riconquista il consenso popolare: riforma agraria
moderno capitalismo nazionale con intervento dello stato
azione petrolifera di stato
ma ancora regime autoritario: monopolio politico dell'unico partito al potere
manipolazione della partecipazione popolare alla politica
MOVIMENTI DI LIBERAZIONE NAZIONALE
Aggressività imperialista produce profondi contraccolpi nelle aree dominate
Congo viene sfruttato brutalmente dal dominio belga
In India viene introdotta la monocoltura
1) sfruttamento intensivo delle piantagioni di riso, cotone e cereali che provoca l'inaridimento dei terreni e la carestia
2) abbandono delle attività artigianali tradizionali - (dipendenza totale dalla madrepatria) -
3) costruzione linee ferroviarie modificano l'ambiente naturale
4) sconvolgimento dell'organizzazione economica dei paesi
5) distruzione della tradizionale struttura politica delle etnie indigene
Stati imperialisti si servono di governi reazionari oppure fomentano le rivalità fra gruppi
Africa: movimenti indipendentisti ed autonomisti nascono in tutti i paesi colonizzati, componenti sociali e di matrice religiosa, capi spirituali - rivolte sono sempre localizzate, mai significato sovranazionale -
1839-1847 Algeria: Abd-el-Kader lotta contro la Francia in nome della guerra santa
1881 Egitto: rivolta guidata da Arabi Pascià contro Inglesi e Ottomani
1881-1885 Sudan e Sierra Leone: contro Inglesi, gruppi dervisci guidati da un capo religioso
1896 Africa Meridionale: contro Inglesi che espropriavano territori ricchi di oro e pietre preziose
1904-1906 Africa Orientale: rivolta Maji-Maji contro Germania che impone la coltura del cotone
1906-1909 Persia: rivolta contro lo scià appoggiato da Inglesi e Russia
Primi anni '900: Marocco, lotta armata contro Francia e Spagna, repressione di Pétain
1925-1931 Libia: gruppo dei Senussi in rivolta contro Italia, repressione del generale Graziani
In Asia i movimenti anti-imperialisti hanno significato politico di autonomia e indipendenza
L'ETÀ GIOLITTIANA 1901/1914
Giovanni Giolitti(1842-1928) nasce a Mondovì -Cuneo- famiglia di funzionari dell'ambiente rurale
Carriera burocratica, impieghi statali nelle finanze
Collaboratore di Quintino Sella(Destra Storica)
Nei governi Depretis, valutare copertura finanziaria delle leggi
1882 elezione della Camera, Giolitti milita fra le fila della Sinistra Moderata
apertura nei confronti delle libertà sindacali
sciopero come espressione della libera contrattazione economica
critico del trasformismo, ma poi lo utilizza
1892 diventa presidente del consiglio
- scandalo della Banca Romana, torna Crispi
- sanguinosa repressione dei Fasci siciliani
Finisce il suo primo governo
1900 diventa ministro degli interni(presidente è Zanardelli)
1903 diventa presidente del consiglio
1903-1905 e poi lascia il potere a Fortis, di sua fiducia
1906-1909 e poi lascia la il potere a Luzzatti, suo collaboratore e a Sonnino, suo avversario
1911-1914
Tecnica di Giolitti era lasciare il potere nelle mani di sostenitori o avversari nei momenti di crisi
Continuare in modo coperto la propria opera
Dimostrare l'incapacità dell'opposizione
1914 lascia il potere a Salandra, ma situazioni si modificano e non può tornare al potere subito
1920-1928 quinto governo
Giolitti rappresenta l'alternativa democratica ai provvedimenti reazionari di fine Ottocento
positivismo pragmatico, attenzione alle trasformazione economica e politica, realista moderato, oscillazione pendolare fra spinte progressiste e conservatrici
Politica interna:
1) accetta le richieste democratiche di sindacati, partito socialista e organizzazioni cattoliche
2) 1912 suffragio universale maschile
3) rivitalizzare funzione del Parlamento
4) politica del "doppio volto": apertura al confronto democratico al nord
intimidazioni al sud(tradizione prefettizia)
aumenta il distacco del sud dal nord
Politica estera:
1) collocazione dell'Italia meno schierata con Triplice Alleanza, più apertura al dialogo con l'Intesa
2) equilibrio è minacciato dalla Francia in Marocco
Guerra alla Turchia(1911-1912)
Occupazione della Libia
DECOLLO DELLA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
Sviluppo accelerato: superamento crisi del 1896
tasso di crescita annuo più elevato di tutta l'Europa, cala nel 1908
1) paese agricolo diventa agricolo-industriale
2) politica protezionistica
3) influenza delle banche miste sulla scelta di politica industriale, consentono fondi per attività nuove in settori più dinamici
4) crescita squilibrata della siderurgia
5) sviluppo dell'industria meccanica, ma alto costo dell'acciaio nazionale
6) produzione di energia idroelettrica
7) aumento del valore dei titoli quotati in Borsa
8) convergenze di interessi fra capitale del Nord e latifondi del Sud
9) eccessiva localizzazione al Nord dello sviluppo moderno
Progresso nel: Nord-Ovest, triangolo industriale: Milano - Torino - Genova(…)
Pianura Padana , migliori tecniche produttive, tariffe protezionistiche sui cereali
10) grande divergenza fra settore Nord trainante europeo e il meridione dipendente e semi-coloniale
11) 1913 massimo storico di emigrazione verso gli Stati Uniti
capitali degli emigrati inviati in investimenti nel settore industriale
1907 Italia crescita era troppo intensa e sbilanciata
crisi internazionale per lo sviluppo troppo rapido - Stati Uniti fallimento di istituti di credito
1907 polemica fra liberisti: rinuncia a incentivare grande industria e cerealicoltura
attenzione a piccole imprese, piccola e media industria
agricoltura moderna, specializzata, finalizzata all'esportazione
e governo: grande industria e latifondi - sostenere il ritmo europeo di esportazioni
Giolitti non riesce a risolvere il problema
Solo alcune iniziative - centro siderurgico Bagnoli
- acquedotto pugliese
Giolitti - non intervento dello stato nei conflitti di lavoro, borghesia illuminata deve organizzare
- libertà di sciopero agli operai
- lasciare alla libera contrattazione tra le parti per determinare il prezzo della forza lavoro
- aumento dei salari è crescita della capacità d'acquisto, allargamento del mercato interno
primavera 1901ondata di scioperi nelle campagne(Pianura Padana)
crescita della conflittualità sociale
successo dei lavoratori che ottengono
prefetti devono essere mediatori fra le parti - al nord prefetti non intervengono
- al sud scioperi repressi nel sangue
1900-1904 prevale la linea riformista più moderata di Turati nel Partito Socialista
DOPPIO VOLTO 1) Sud - intervento prefettizio
intimidazioni, impedimento dei comizi, arresto, brogli elettorali
clientelismo degli "ascari" da manovrare in Parlamento
cronica arretratezza
voti ottenuti in modo corrotto e autoritario
2) Nord - libertà di sciopero
apertura democratica e sociale
proletariato organizzato politicamente e sindacalmente
Gaetano Salvemini denuncia Giolitti come "ministro della malavita"
1904 elezioni con presenza di alcuni cattolici(superamento del non expedit)
esito sfavorevole per i socialisti
1905 scadenza delle concessioni ventennali alle società private che avevano gestito le ferrovie
no nuovi investimenti
no nuove iniziative
marzo 1905 Giolitti statalizza le ferrovie (governo Fortis)
- gestire un'attività fondamentale per il paese
- frenare la conflittualità sindacale(dipendenti pubblici no sciopero)
1906 Giolitti torna per il suo terzo governo
1) Emanazione di leggi economiche ed economico-sociali per la riduzione del deficit statale e rafforzamento della lira
2) Legislazione per avvicinare le condizioni dei lavoratori italiani a quelle europee
Regolazione lavoro infantile e femminile
Limite d'età a 12 anni
Costruzione di un sistema pensionistico
Politica estera
a. compenetrazione delle alleanze e delle amicizie
b. collocare Italia in posizione equilibrata e meno schierata con imperi centrali
a. intensificazione delle relazioni con Francia, Inghilterra e Russia
b. accordi segreti che rasentano il doppio gioco
c. influenza nazionalista italiana - dimostrazioni in Trentino e in Friuli contro occupazione
austriaca
- trust siderurgico spinge per espansionismo coloniale
Elezioni marzo1909 - incremento dei radicali, repubblicani e socialisti
- rafforzamento dei cattolici nelle liste liberali
Dicembre 1909 per la questione tributaria Giolitti deve dimettersi
OPPOSIZIONE DEL PARTITO SOCIALISTA
1900 Congresso a Roma del Partito Socialista - vincono i riformisti evitando la frattura -
Riformisti - Filippo Turati(1857-1932)
Marxismo nell'ottica del positivismo evoluzionista
Trasformazioni sociali lente, ma progressive
Appoggio condizionato alle proposte democratiche di Giolitti, ma senza rinuncia alla lotta
Programma minimo è la preparazione per quello massimo
Bissolati, Bonomi, Cabrini per abbandonare propositi rivoluzionari
Nuclei operai sindacali nel contesto dello Stato liberale
Revisionismo di Bernstein
Pragmatismo del laburismo inglese
Massimalisti - Enrico Ferri(1856-1929)
Direttore della rivista Avanti!
Interpretazione estremista della Seconda Internazionale
No cedimenti di fronte allo Stato Borghese
Arturo Labriola(1873-1959)
Fondazione del settimanale Avanguardia Socialista a Milano
Fusione eclettica di elementi anarchici e operaisti
Analisi critica del meridionalismo liberista e della borghesia parassita
Influenza del pensiero di Sorel - proletariato deve impadronirsi del potere
Azione autonoma, volontaristica e violenta
Arma dello sciopero generale
1901 Giolitti invita Turati a far parte del governo
Giolitti vuole indebolire gli avversari sfruttando le divisioni interne del Partito Socialista
allargare il consenso alla sua maggioranza
Turati rifiuta per non spaccare il partito
1904 Congresso di Bologna del Partito Socialista
Vittoria dei massimalisti - alleanza fra Ferri e Labriola
18/20 SETTEMBRE 1904 PRIMO SCIOPERO GENERALE DELLA STORIA ITALIANA
Giolitti lascia che la protesta si estingua da sola
Scioglie le camere
Nuove elezioni che penalizzano Partito Socialista
Aumento della presenza cattolica
1908 Congresso di Firenze del Partito Socialista
Sindacalisti rivoluzionari vengono espulsi
CGL(1906 Confederazione Generale del Lavoro) - no localismo - si schiera su posizioni riformiste
1912 Congresso di Reggio Emilia del Partito Socialista
Espulsione della parte riformista di Bissolati, Bonomi e Cabrini che fondano il PSRI (Riformista)
Massimalisti, guidati da Mussolini, Lerda, Serrati, Lazzari
Linea dura anti-parlamentare e anti-giolittiana
Turati resta emarginato
Giolitti vuole un Partito Socialista che assorbe le spinte rivoluzionarie nel compromesso riformista
Ma politica giolittiana agisce al contrario e equilibrio fra riformisti e massimalisti è molto fragile
Fino al 1907 c'è equilibrio - fase accelerata della Rivoluzione Industriale
1912 massimalisti prendono il sopravvento - tramonto della collaborazione, conflittualità -
OPPOSIZIONE DEI CATTOLICI
1904elezioni danno peso ai cattolici
Pio X attenua il non expedit - cattolici votano per i candidati moderati in liste liberali
- cattolici non possono formare un gruppo parlamentare
- no partito della Democrazia Cristiana
- no Opera dei Congressi
Necessità di un modello di intervento politico che consentisse di frenare il fronte socialista
1902 cauta apertura alla partecipazione parlamentare
1909 alleanza con i liberali
1913 Patto Gentiloni
Luigi Sturzo(1871-1959) sacerdote siciliano
Autonomia politica dalla DC
Opposizione al governo di Giolitti
1919 fonda il PPI partito popolare italiano, partito dei cattolici
Giolitti vuole intervento dei cattolici
formazione del "blocco clerico-moderato"
contrappeso nei confronti dei socialisti
completare lo schieramento conservatore di destra
OPPOSIZIONE DI DESTRA
Esponenti conservatori più tradizionalisti e nazionalisti
Sidney Sonnino, grande proprietario terriero toscano
Azione riformista-conservatrice di impronta meridionalista
Diretto intervento dei liberali
Concorrenza con socialisti e cattolici
Consenso delle masse contadine
Politica tributaria favorevole ai proprietari terrieri - alleggerimento dell'imposta fondiaria -
Politica priva di basi sociali
Giolitti ha appoggio dei cattolici, è in grado di moderare le forti tensioni ideologiche e sociali
Nazionalisti, D'Annunzio e Marinetti, riviste Il Regno, Il Leonardo
Critica dei liberali dei democratici e dei socialisti
Incitare la borghesia a liberarsi dal positivismo e dalle illusioni sociali
Sostituire la lotta di classe con la lotta fra nazioni
Italia fra potenze coloniali
Idee degli irredentisti (liberazione del Trentino e di Trieste, espansione nell'Adriatico)
Giolitti si serve dell'appoggio di questa fazione elitaria
manifestazione di un grande capitale
riassunto del malcontento dei ceti medi
1909 cade il terzo governo di Giolitti
Governano Sonnino e Luttazzi
1911 torna Giolitti con un governo più a sinistra, con tre ministri radicali
1) suffragio universale
2) monopolio statale delle assicurazioni sulla vita e sulle pensioni
3) conquista della Libia
Guerra di Libia
1881 Italia perde la Tunisia della Francia
1887 assenso delle potenze europee per avere influenza sulla Turchia
1910 campagna politica che proponeva la Libia come terra promessa (invece "scatolone di sabbia")
1911 governo Giolitti, senza il parere del Parlamento, decide di attaccare la Libia
favorevoli: nazionalisti
destra conservatrice
moderati e cattolici
socialisti riformisti
contrari: Salvemini
maggioranza del partito socialista
riformisti di Turati
massimalisti
democratici
Rapida conquista dei centri costieri
In seguito guerra ha esiti difficili per la guerriglia turca a carattere tribale e religioso - guerra santa -
Italia conquista isole dell'Egeo - Dodecaneso (italiano fino al 1947, mai più restituite alla Turchia)
1912 Trattato di Losanna
Italia ottiene Tripolitania e Cirenaica, solo nella fascia costiera
Suffragio universale maschile
Diritto di voto a tutti i cittadini maschi, anche analfabeti dopo i 30 anni, alfabeti dopo i 21
Diritto di voto alle masse contadine
- allargamento e consolidamento delle istituzioni democratico rappresentative
- togliere alla sinistra un cavallo di battaglia
- voto contadino in funzione conservatrice
ottobre 1913 prime elezioni a suffragio universale maschile
1913 crisi del partito socialista - vittoria massimalisti e fondazione del PSRI(socialista, riformista)
crisi economica - arresto della crescita produttiva e problemi occupazionali
- aumento delle migrazioni in America
Giolitti ha paura delle masse e del partito socialista
amplia alleanza con i cattolici (strutture religiose) contro il diffondersi del socialismo
1913 Patto Gentiloni con Ottorino Gentiloni
Giolitti deve impegnarsi a proibire leggi anti-clericali in materia di insegnamento e di legislazione civile
Provoca una rottura nello schieramento liberale, manca una stabile maggioranza
1914 Giolitti si dimette
Al governo Antonio Salandra - rappresentante degli agrari pugliesi, ma anche industriali del nord
I Interpretazione energica e autoritaria dello stato
Rafforzamento dei poteri dell'esecutivo
Scontri sociali e tensioni risolte con il pugno di ferro
Giugno 1914 "settimana rossa" - stato d'assedio in Romagna e nelle Marche
PARTITI
Dal latino "partire" - dividere -
Nascono con 1) la rivoluzione inglese del Seicento - sistema di rappresentanza parlamentare
2) la rivoluzione francese - scontro politico dei club
3) formazione Stati Uniti d'America - contrapposizione fra federalisti e antifederalisti
4) Rivoluzione industriale - formazione della società di massa, allargamento del suffragio elettorale
a. organizzazione territorialmente diffusa, comunicazione fra centro e periferia che dura più della vita dei fondatori
b. volontà di esercitare il potere locale e centrale
c. ricerca del sostegno popolare
Partiti di quadri - partiti dei notabili, partiti di comitato, di rappresentanza individuale
Partiti di massa - organizzativi strutture stabili con un unico indirizzo ideologico e programmatico
° esprimere le forze politiche dei lavoratori, preparare le masse ad avere coscienza di sé
° elaborati dai partiti socialisti
° divisione in sezioni, federazioni, direzione centrale
° cariche elettive, assunzione di funzionari stipendiati dal partito e quote regolari minime per tutti gli iscritti
° partiti di militanti, presenza attiva nella società
- elettorali destra borghese che non ha bisogno di inquadrare le masse
° no finalità alternative al regime conservatore
° organizzazione in sezioni, federazioni come partiti di massa
° rispondere alle esigenze del maggior numero di elettori, anche eterogenei
SINDACATI
Volontà di migliorare la condizione dei lavoratori
Organismi rappresentativi, in grado di contrapporsi e di frenare l'aggressività degli imprenditori
Strumento di lotta è lo sciopero(risposta padronale è la serrata generale)
1) marxisti > corrispondono all'ideologia politica, trasmissione fra partito e le masse
2) riformisti > autonomia dai partiti(trade unions inglesi), migliorare con gradualità
3) cristiano-sociali > corporazioni, armonia fra datori di lavoro e proletari, verticalità
4) anarco-rivoluzionari > azione rivoluzionaria e violenta, sciopero generale
5) fascisti > non ammette sciopero, corporativo, autoritarismo nelle fabbriche, interessi industriali
LA PRIMA GUERRA MONDIALE 1914/1918
Cause storico-politiche - Immagine della "lunga miccia" accesa da tempo
Instabilità degli stati europei: Impero austro-ungarico 10 nazionalità in lotta
Germania in espansione, nazionalismo
Francia in attrito per Alsazia e Lorena
Turchia in tensione per i Balcani
Inghilterra in crisi economica e minacciata dagli altri stati
Cause economiche - ricerca di nuovi territori dove esportare prodotti, politica imperialistica
Cause militari - aggressività militare, ampliamento eserciti
Cause socio-culturali - nazionalismo appoggiato dal popolo, superiorità della propria nazione
Incomprensione delle teorie di Darwin, dell'evoluzione delle nazioni
Liberazione delle energie dei giovani
SCOPPIO DELLA GUERRA
1) 28 giugno 1914 - assassinio dell'Arciduca d'Austria Francesco Ferdinando
Reazione austriaca è un ultimatum alla Serbia(volontà di aggressione dell'Austria, rilancio della politica estera, no mediazione proposta dall'Inghilterra)
Serbia non accetta
28 luglio Austria dichiara guerra alla Serbia
2) Russia proclama mobilitazione generale
Germania e Francia entrano in guerra
Schieramenti: Germania Gran Bretagna
Austria Francia
Turchia Russia
Bulgaria Italia, Romania, USA
(Giappone, Portogallo, Grecia, Cina)
Guerra è totale - fronte interno, organizzazione economica, scientifica, tecnica, burocratica
fronte esterno, novità tecniche e militari
Guerra di trincea di logoramento
Italia - opinione pubblica profondamente divisa
1914 Governo Salandra proclama neutralità
schieramenti contrapposti
interventisti di destra - nazionalisti: violenza è vitalità nazionale
irredentisti: liberazione si Trento e Trieste
destra conservatrice anti-giolittiana: Italia deve affermarsi in Europa
cattolici conservatori: rispettare patto con imperi centrali
piccola borghesia - industria pesante
interventisti di sinistra - democratici: intervento con Intesa, potenze democratiche
repubblicani irredentisti: finalità geopolitiche, quarta guerra d'indipendenza
frange socialiste riformiste e rivoluzionarie
neutralisti - maggioranza della popolazione
maggioranza dei parlamentari: ottenere Trento e Trieste in cambio del non-intevento
socialisti: guerra è solo scontro di capitalismi, danni per i proletari
cattolici: Benedetto XV, ma poi implicito consenso
1915 Patto di Londra - con l'Intesa, se vittoria Italia avrebbe ottenuto Trento, Trieste, Sud Tirolo, Istria(no Fiume), Dalmazia, Albania, Dodecaneso, Adalia
1915 manifestazioni a favore dell'intervento, Mussolini e D'Annunzio
24 maggio 1915 guerra all'Austria - Ungheria
agosto 1916 guerra alla Germania
PRIMA FASE 1914-1915
1) Germania occupa Lussemburgo, Belgio e arriva a 35km da Parigi
Piano Schlieffen - Germania attacca Francia per impedire accerchiamento - fallisce sul fiume Marna
Guerra di trincea, formazione del fronte occidentale, per 800 km dalle Fiandre alla Svizzera
2) Russia attacca la Prussia
3) Turchia entra in guerra in appoggio agli stati centrali
Apertura dei fronti russo-turco e anglo-turco
4) Germania e Austria tentano forte offensiva contro la Russia
5) Maggio 1915 Italia entra in guerra con l'Intesa
SECONDA FASE 1915-1916
1) Preminenza degli Imperi Centrali, Germania occupa zone industrializzate francesi e belghe
Entrata in guerra della Bulgaria con l'Alleanza
1) gennaio 1916 caduta della Serbia
2) Inghilterra ha predominio sui mari, Germania rafforza la sua flotta
3) Italia ha esercito fresco, ma disorganizzato
Generale è Luigi Cadorna(brutalità della sua disciplina)
Attacco agli austriaci sull'Isonzo
4) battaglia di Verdun(21 febbraio/21 luglio 1916) fra francesi e tedeschi
5) battaglia della Somme(22 giugno) fra inglesi e tedeschi per disimpegnarli da Verdun
6) Austria attua "Strafexpedition" - spedizione punitiva - contro gli italiani traditori dell'Alleanza
Ma non sfondano il fronte, guerra di trincea
7) successo russo contro l'esercito asburgico
8) blocco economico attuato dalla Gran Bretagna
9) guerra sottomarina tedesca, battaglia dello Jutland contro flotta inglese
1916 situazione di stallo generale, alleati mantengono aree strategiche
Romania invasa dalle truppe austro-tedesche e bulgare
Turchia allo stremo per le rivolte interne dell'Arabia
Italia, cade il governo Salandra
Austria, succede l'imperatore Carlo I, chiede pace separata che viene rifiutata
Movimento socialista in opposizione alla guerra "guerra alla guerra", solo per capitalisti
1915 conferenza internazionale a Zimmerwald, Svizzera
"proletari di tutti i paesi, unitevi!" - tesi bolscevica: rovesciamento guerra in rivoluzione socialista
TERZA FASE 1917-1918
1) guerra sottomarina totale
2) reazione degli Stati Uniti che entrano in guerra con l'Intesa
presidente Wilson, interessi degli industriali, difesa dei capitali ceduti a Francia e Inghilterra, difesa della democrazia, rompere isolazionismo di Monroe
3) pace di Brest-Litovsk fra Russia e Germania, cessione ai tedeschi della Polonia
4) 24 ottobre 1917 sfondamento fronte italiano a Caporetto, per condizioni militari e strategiche, e per cause generali e sociali di deterioramento dei rapporti fra la truppa italiana
nuovo fronte sul Piave, nuovo generale Armando Diaz più comprensivo
5) annuncio del papa Benedetto XV per la pace
6) Germania sconfitta dai franco-britannici: seconda battaglia della Marna e battaglia di Amiens
7) Bulgaria si arrende all'esercito franco-serbo
8) Austria sconfitta a Vittorio Veneto dagli italiani, Carlo I abdica e si proclama la repubblica
9) indipendenza di Ungheria, Cecoslovacchia, Jugoslavia
10) Turchia si arrende
11) 9 novembre 1918 Berlino proclama la repubblica
18 gennaio 1919 a Parigi - riunione delle 32 nazioni vincitrici
USA - Wilson - 14 punti: libertà di commercio, no protezionismo
riduzione degli armamenti
società delle nazioni
spartire territori secondo le nazionalità
America controllo sull'Europa
Francia - Clamenceau - Francia in posizione dominante in Europa
annientare la Germania: forti indennità di guerra, controllo politico-militare, perdita delle colonie
Gran Bretagna - Lloyd George - no eccessivo rafforzamento della Francia
Supremazia impero inglese, eliminazione flotta tedesca
mantenimento delle colonie nonostante Wilson
Italia - Vittorio Emanuele Orlando - ingrandimenti territoriali, rispetto del patto di Londra
No compensi promessi, solo Trento e Trieste, vittoria mutilata
(1920 Trattato di Rapallo, Giolitti accetta indipendenza di Fiume)
28 giugno 1919 - Patto di Versailles con Germania
Alsazia e Lorena alla Francia
Territori alla Danimarca e alla Polonia(corridoio di Danzica)
Perdita di territori balcanici
Perdita delle colonie
Flotta e esercito ridotti
Indennità di guerra
Fornire materie prime ai paesi vincitori a basso prezzo
10 settembre 1919 - Trattato di St. Germain con Austria
Perde 7/8 del suo territorio
Scompare impero asburgico
1 agosto 1920 - Trattato di Sèvres con Turchia
Territori alla Grecia e all'Arabia
1920 Società delle Nazioni a Ginevra
Stati Uniti non partecipano, Congresso boccia la proposta di Wilson
Conseguenze della guerra:
- crisi demografica(epidemia di influenza spagnola)
- grossi debiti con USA, inflazione e disoccupazione
- potenziamento delle industrie pesanti
- massiccio ingresso dello Stato nella vita economica
- importanza dei sindacati
- presenza massiccia delle donne nel mondo del lavoro
Le interpretazioni del fascismo
1. matrice liberale ⇒ Croce
Linee di tendenza fondamentali: 2. matrice democratico-radicale ⇒Rosselli,
Gobetti, Salvemini
3. matrice marxista⇒Tasca, Gramsci, Tranfaglia
1. secondo Croce il fascismo è una malattia morale: da una definizione universalistica/hegeliana⇒ il fascismo è il destino dell’Italia.
2. Salamini : meridionale, difende le regioni del sud
Gobetti : intellettuale laico di Torino [costretto all’esilio a Parigi]
Rosselli: impegnato nella politica contro il fascismo
Essi hanno in comune l’idea che il fascismo sia una malattia, una conseguenza negativa di una storia d’Italia , che non ha saputo sviluppare una classe media che riuscisse ad opporsi a questo regime assolutista⇒ i pochi rappresentanti della classe media in Italia, invece, favoriscono il fascismo. Questi intellettuali ricordano la Storia d’Italia, unita da troppo poco tempo (1861): il Nostro è un paese prevalentemente agricolo [mancata industrializzazione] ⇒il fascismo è un movimento che si sviluppa nelle nostre campagne.
3. Matrice marxista : Tasca [scrive “nascita ed avvento del fascismo”] e Gramsci:_ secondo loro il fascismo è una conseguenza diretta del Capitalismo. Risente di una certa parzialità, d'altronde anche gli USA hanno un sistema capitalistico, ma non fascista.
4. De Felice : revisionista [maggior esponente del revisionismo storico è Nolte]. Anni ’70, mette in discussione le interpretazioni storiografiche del passato [“Intervista sul fascismo”]: egli non giustifica il fascismo, ma non crede che lo si debba condannare in blocco⇒ suscita molte polemiche [es. Tranfaglia dice che De Felice mistifica la storia]
Nolte: il revisionismo nella concezione storiografica del nazismo
Nella Germania degli anni ’80, si è andata sviluppando una corrente storiografica che ha preso il nome di revisionismo. I suoi maggiori esponenti sono Hilderbrand, Hillgruber e Nolte, ed essi hanno cercato di “storicizzare” il nazismo, rapportandolo al bolscevismo ed al fascismo, cercando, quindi, di spiegarne le somiglianze e le filiazioni. E. Nolte vede nel bolscevismo il “modello” a cui Hitler si ispirò e ritiene che l’Olocausto, con tutto ciò di cui è formato, deportazioni di massa, torture, campi di concentramento, non sia altro che una pagina nella storia dei massacri che ha caratterizzato il nostro secolo, come, ad es. il terrore bianco. Tuttavia, ciò non significa affatto che Nolte tenda a giustificare il nazismo, ma solo che vuole un’interpretazione che superi i tradizionali schemi interpretativi.
Storiografia sulla Resistenza
Resistenza sotto accusa ?
De Felice è in antitesi rispetto agli altri storici. La Resistenza è rappresentata come un movimento importantissimo che ha coinvolto dal basso migliaia di persone. La Repubblica Italiana è “figlia” anche della Resistenza, poiché la nostra Costituzione, in molti punti, rivela quegli ideali che hanno portato questi uomini a combattere contro i Tedeschi e Mussolini. È in corso comunque una revisione sulla Resistenza, che non è più vista di sole luci, ma anche con numerose ombre. [p.315]. Pavone, pur essendo uno storico di sinistra, modifica alcuni concetti di fondo, e parlando di una guerra civile, riconosce una certa dignità anche all’avversario. La R. si è poi tramutata attraverso le costituzioni dell’Italia repubblicana .
La Prima Repubblica viene fondata sugli ideali della resistenza⇒partitocrazia, consociativo, lottizzare. Il tema è quindi scottante ed ancor oggi attuale, e di conseguenza, anche ogni ricorrenza, rispolvera antichi problemi e questioni. Pavone parla di un’Italia divisa, ma non insanabilmente, cercando di superare quella conflittualità che non fa andare avanti nella ricerca storiografica. Taglio molto esistenziale, richiama Sartre e Kierkegaard. Dopo l’8 settembre, gli uomini furono costretti a decidere, ecco perché la frase di Sartre, “mai siamo stati tanto liberi, come sotto l’occupazione tedesca” , così paradossale, è altrettanto emblematica. La resistenza diviene quindi una sorte di ribellione, di rivolta, contro il potere dell’uomo sull’uomo, una riaffermazione dell’antico principio che il potere non deve averla vinta sulla virtù. Ecco perché, secondo Pavone la Resistenza non è importante perché ha prodotto la Costituzione, ma perché alla base c’è una scelta di libertà, di ideali. Nonostante questo , P. da la dignità delle armi, anche a coloro che hanno deciso di combattere per la Repubblica di Salò, anche se nella loro scelta, è mancata la lucidità e la libertà.
R. de Felice [pag. 320] : P. ha fatto un libro interessante, ma ripropone l’analisi della storiografia di sx.
Dialogo Rusconi, De Felice [pag. 322]. De Felice, dal punto di vista ideologico, a livello di verità, ci è stata presentata una discontinuità tra Italia fascista ed Italia repubblicana, ma a livello dei ceti medi, non è cambiato niente: i medici, gli avvocati, che prima erano fascisti, con la caduta della dittatura, sono diventati repubblicani. C’è stata una sorte di patteggiamento .
1. partitocrazia
2. consociativismo già presenti in potenza nella resistenza.
Segni di crisi.
1810, ultimo momento di gloria per Napoleone. Divorzia da Giuseppina (sterile), sposa Maria Luisa, figlia di Francesco I, che gli da un figlio.
In Italia, la semplificazione geografico-politica non serve ad una ripresa economica locale:
- i “contribuenti” sono gravati da una pesante tassazione, e dal blocco continentale.
- Non riscuote grandi favori il reclutamento di massa, che toglie tutte le forze giovani del paese.
L’ introduzione del Codice, l’ abolizione della schiavitù contadina, l’ espropriazione dei beni ecclesiastici ed il controllo sui membri della Chiesa locale furono importanti per l’ evoluzione dell’ Impero, ma tolsero a Bonaparte i favori delle classi sociali che incidevano sulle decisioni politiche.
A completare la situazione intervennero nel territorio francese i decreti restrittivi circa la libertà di opinione, che limitavano la diffusione di quanto ritenuto lesivo dell’ immagine dell’ imperatore.
Dalla campagna di Russia a Waterloo.
Il colpo decisivo all’ impero di Napoleone, arriva dalla Russia. Alla Russia pesava l’ alleanza con i francesi, per il mancato appoggio nella guerra contro i Turchi, per la preferenza accordata alla principessa austriaca, e per l’ alto costo economico del blocco contro la Gran Bretagna.
Lo Zar nel 1810 abbandona il blocco continentale ed impone dei dazi sulle merci francesi.
Inizia la disastrosa campagna di Russia, muoiono 500.000 dei 600.000 francesi inviati verso Mosca.
Tutta l’ Europa comincia a manifestare avversione per il predominio francese. Si comincia quindi a delineare la VI coalizione che infligge una pesante sconfitta a Napoleone a Lipsia (1813).
L’ intero sistema napoleonico vacilla: le potenze della coalizione si preparano ad ottenere il massimo vantaggio dalla situazione. Lord Castlereagh sostiene finanziariamente la guerra contro la Francia. Il 31 marzo 1814 gli eserciti della coalizione entrano a Parigi, dove Talleyrand depone Napoleone e restituisce il trono ai Borboni.
- A Napoleone viene riconosciuta la sovranità dell’ isola d’ Elba, dove viene confinato.
- La Francia torna ai confini del 1792.
- La nuova impostazione sarà decisa a Vienna nel 1814.
Napoleone non demorde e cerca di riconquistare il potere, con l’ appoggio dell’ esercito rientra a Parigi. Sperava che i contrasti tra gli stati del Congresso potessero aiutarlo. La coalizione lo sconfigge invece a Waterloo (1815). Bonaparte viene deportato a Sant’Elena dove muore il 5 maggio 1821. Era finita l’ età napoleonica.
Il congresso di Vienna.
L’ “ordine” europeo, era stato sconvolto dalla Rivoluzione, inoltre anche l’ economia, soprattutto agricola stava stabilendo le basi per un rapido mutamento attraverso la Rivoluzione industriale inglese.
Prima pace di Parigi (1814) - la Francia mantiene l’ integrità territoriale, ritornando ai confini del 1792, sotto la dinastia dei Borboni.
Un ritorno al passato era impossibile, era necessario definire le questioni legate alle frontiere, risolvere le dispute diplomatiche.
Il Congresso offrì anche il pretesto per molti festeggiamenti che attirarono a Vienna un folla di principi, aristocratici, turisti, mendicanti, spie, borseggiatori...
Nonostante l’ atmosfera molto “settecentesca”, furono molti i risultati politici e strategici.
Seconda Pace di Parigi (1815) - Dopo aver sconfitto Napoleone si decide per la non umiliazione della Francia, che ottiene però condizioni meno favorevoli rispetto alla pace del 1814.
Deve ritornare alle frontiere del 1790, pagare 700.000.000 di franchi di indennizzo, sopportare una temporanea occupazione militare e la costituzione con il compito di vigilanza di una quadruplice alleanza (Inghilterra, Prussia, Russia, Austria).
STREGHE E MAGIA AI NOSTRI GIORNI
Nella Storia le streghe sono state uno dei capro espiatori della xenofobia, ovvero odio e timore nei confronti di tutto ciò che é straniero e inspiegabile, e degli odii causati da superstizioni della società occidentale. C’é da dire che la parola strega in inglese deriva dall’antico anglosassone Wisse, ovvero il Saggio dei villaggi Europei nell’Alto MedioEvo. La figura del Saggio era di solito rappresentata da una persona anziana, uomo o donna, che per esperienza e fede aiutava i suoi compaesani nelle questioni di tutti i giorni, per questo gli veniva affidato spesso il ruolo di giudice in dispute di poco conto. Da tener conto che, avendo vissuto tutta la sua vita nei campi, quindi a stretto contatto con la Natura, era particolarmente abile a carpirne i segni, come l’imminente arrivo di un temporale o il periodo più propizio per la semina e la raccolta; conosceva molto bene, soprattutto se era una donna, le proprietà di erbe e radici, che usava per curare le malattie del popolo. Erano quindi dottori, meteorologi, psicologi, perché riuscivano a capire la gente e a dare il giusto consiglio, le donne molto spesso erano levatrici. Nella loro semplicità non intendevano fare del male a nessuno o avere potere politico nel villaggio, solamente aiutavano i bisognosi.
Purtroppo, nel tardo Medio Evo, a causa di carestie e soprattutto delle epidemie di peste dilaganti in tutta Europa nel 14° secolo, la gente iniziò a dare la colpa di tutti i malanni a questi Saggi e a chiamarli streghe e stregoni, ma non solo: altri obiettivi molto facili da colpire sono stati anche gli Ebrei, considerati untori, e gli Eretici. Assistiamo inoltre a una demonizzazione di queste 3 categorie: ovvero, si insinua che abbiano fatto patti col diavolo e con demoni dell’inferno, solo per guadagnare potere e fare del male e che la peste era solo colpa loro. Per questa demonizzazione, queste tre categorie di persone furono perseguitate a lungo, soprattutto dalla Chiesa. La persecuzione degli Ebrei é continuata sino al nostro 20° secolo. La persecuzione degli eretici, (cristiani con opinioni non ortodosse) messa in atto dall’Inquisizione, pose le basi per giustificare le guerre di religione nel periodo post-Riforma. Anche le streghe hanno avuto il loro olocausto. Nei secoli 16° e 17° migliaia di persone innocenti furono bruciate vive alla stregua di streghe: chiunque che in un qualsiasi periodo della sua vita avesse mostrato una qualsiasi relazione alla saggezza popolare di cui ho già parlato o alla medicina, doveva temere di essere accusato di avere fatto un patto col diavolo.
Perché questo? La Chiesa, sempre più interessata la materiale che allo spirituale, tentava di mantenere il prezioso potere che aveva acquistato nel tempo, ovvero il comando sulle coscienze della gente come strumento di controllo, che i re hanno sempre tentato di combattere.
Al giorno d’oggi nessuno pensa che le streghe possano ancora esistere. Invece esistono ma non come le possiamo pensare noi, che volano su una scopa, vecchie e brutte. Inoltre, cosa più impensabile, anche gli uomini possono essere streghe. Sono tutte persone comuni che sicuramente non hanno fatto nessun patto col diavolo e che si sono poste una questione fondamentale: “chi ha il diritto di decidere come e in cosa io devo credere?”. La scelta di a quale religione una persona debba appartenere non deve mai essere decisa dalla religione, ma dalla persona stessa. Nessuno, secondo la filosofia di vita delle streghe deve essere forzato nell’adorare in un modo che non sente come proprio, che lo spaventa. Ognuno deve servire la propria divinità come e nei modi che gli sembrano migliori, in pratica, camminare per la propria strada.
Lo scopo di questo viaggio spirituale é quello di cercare una propria personale connessione col Divino, senza intermediari, come può essere la Chiesa. Basti pensare che per un cristiano, cattolico protestante ortodosso che sia, la connessione col Divino si identifica con Gesù Cristo. C’é da dire che aderire alla Craft non significa non poter essere cristiano, solamente la propria connessione col divino viene esplicitata in un modo diverso, in quanto la religione non é altro che un insieme di pratiche e rituali che usiamo per spiegare e vivere la nostra spiritualità e fede.
Le caratteristiche principali che accomunano un po’ tutte le streghe sono 3 e assolutamente non vincolanti (anche perché una persona può avere queste 3 caratteristiche e non volersi mai chiamare strega) e sono:
1) Misticismo Naturale
2) Spiritualità volta al femminismo
3) Ritualizzazione dello psiche.
1) Misticismo Naturale
Molti moderni cristiani hanno una visione Deista (totalmente trascendente, con nessuna relazione con la Natura) di Dio, però con la convinzione che Dio intervenga qualche volta nel mondo sotto forma di miracoli.
Ma esiste un altro modo di comprendere la relazione del Divino con la Natura: Esso non é né fuori né al di là della Natura, ma dentro, attorno, dietro di essa. Viene chiamata visione Immanente di Dio. Un’estremizzazione di questa visione é data dal Panteismo, che identifica Dio con la Natura, escludendo qualsiasi trascendentismo e dicendo quindi che Dio non é in tutte le cose, ma é tutte le cose.
É possibile tuttavia intendere che Dio é sia trascendente che immanente, cioè intendere Dio come dentro la Natura e al tempo stesso come il suo Creatore. Questo tipo di visione é il Panenteismo.
Ed é a quest’ultima visione che appartengono la maggioranza delle streghe, per le quali la loro relazione con la Natura é un aspetto vitale delle loro connessione con Dio, poiché infatti la Natura diventa rivelazione sacramento o icona del Divino.
Nella Storia, altri aderenti al misticismo naturale furono Bruno, Telesio e molti altri aderenti al Naturalismo rinascimentale
che subirono le persecuzioni dell’Inquisizione .
Ciò che esplica la connessione alla Natura é la particolare attenzione che un mistico pone ai cicli fondamentali della Natura, ovvero, quello del giorno, del mese (cioè delle fasi della luna), dell’anno (calcolato in base ad equinozi e solstizi).
La luna in particolare con le sue fasi é un ricordo costante del ciclo della vita che continua, oltre ad essere un simbolo del Divino, tradizione che deriva dagli antichi culti celtici. La meditazione viene utilizzata per ampliare e approfondire la connessione col Divino: non viene intesa come completo isolamento, ma anzi, come immersione nella vita comune, parte essa stessa della Natura. Anche la cristianità ha avuto i suoi mistici: Ildegarda di Bingen, badessa benedettina tedesca, Eckhart, filosofo mistico domenicano tedesco e il più grande di tutti, Francesco d’Assisi.
2) Spiritualità volta al femminismo.
Si tratta semplicemente nel considerare Dio non più al maschile con attributi maschili, ma invece al femminile, come una Dea. Molti cristiani e anche molte streghe però, vanno al di là di questi banali problemi causati dalle ristrettezze del linguaggio, e pensano a Dio come comprendente ambo i sessi. Facendo riferimento alla bibbia, si nota come Dio abbia creato sia l’uomo sia la donna a propria immagine e somiglianza. Per questo molte streghe preferiscono riferirsi Dio come il Divino.
Questa possibilità, di riferirsi al Divino al femminile, cioè come Madre invece di Padre, é stata considerata accettabile anche dal Papa in questo periodo.
Anche Lutero, il fondatore del Protestantesimo, non aveva timore di pensare allo SS in termini femminili. Purtroppo questo viene spesso dimenticato poiché la sua terminologia viene tradotta con termini maschili nelle varie altre lingue.
(la seconda persona della trinità ha acquisito il maschile quando ha preso sembianze umane).
La concezione di Dio infine, va oltre il mono- e il poli-teismo, in quanto per una strega tutti gli Dei e tutte le Dee sono manifestazioni di un unica entità. L’Uno che é molti.
3) Ritualizzazione della psiche.
É un modo di estrinsecare la propria religiosità molto collegato al misticismo naturale é il comprendere una connessione tra sé stessi e il resto dell’universo, ovvero tra micro e macro cosmo. Per le streghe quindi esiste una continuità tra il mondo per così dire interno e quello esterno. Ovvero, come teorizzò Teofrasto Paracelso, una persona può conoscere l’Universo, cercando di comprendere totalmente la propria anima o psiche alla greca.
Per una strega, il rapportarsi all’Universo é solamente un modo per facilitare la propria connessione col Divino.
Cercare dei rituali che provengano dal profondo di noi stessi: se camminare in una foresta mi può aiutare a comprendere meglio me stesso in rapporto a Dio ecco che quest’azione diventa un rituale.
La Chiesa, che condanna ogni pratica magica, possiede una varietà infinita di rituali: il segno della croce, le candele, l’Eucarestia, l’alzare le mani al cielo nella preghiera, l’invocazione dei santi e dei defunti, sono tutti rituali che facilitano il rapporto tra il cristiano e Dio.
Ildegarda di Bingen era convinta che se noi siamo fatti a immagine e somiglianza del Divino e il Divino é Creatore, allora siamo fatti per essere creatori noi stessi: questa teoria é base per la spiritualità creazionistica, ovvero il misticismo naturale per un cristiano.
Ma veniamo al punto più importante: la magia. C’é da dire innanzi che il termine inglese Magic é stato modificato in Magick, per distinguerlo dai banali trucchi per prestigiatori. La Magia, secondo Ildegarda, é il creare la nostra realtà esplorando l’Universo esterno attraverso il nostro profondo io. Quest’opinione assieme all’importanza dell’io fu ripresa dallo psicologo svizzero Carl Jung, seguace di Freud, secondo cui oltre all’inconscio individuale esisterebbe anche un inconscio collettivo ancestrale, di cui i sogni sarebbero manifestazione e prova della sua presenza. Noi quindi esteriorizziamo simboli del sogno, del nostro inconscio, nel mondo reale attraverso rituali, in questo senso creiamo la nostra realtà, avvicinandoci alla Verità assoluta, al Divino.
Una ritualizzazione dell’inconscio é per esempio mettere una mano sul cuore salutando la bandiera o ascoltando l’inno nazionale. Questi rituali esprimono le nostre realtà interiori, per questo in un certo senso creiamo la nostra realtà. Il nostro pensare quindi, cambia la realtà.
Difatti ci sono due modi fondamentali per esplorare l’inconscio: attraverso i sogni e attraverso la meditazione. Un obiettivo particolare della meditazione é arrivare ad un Viaggio Astrale, chiamato anche Immaginazione attiva. Vi é mai capitato di leggere un libro d’avventura e ad un certo punto essere così immersi nella storia da non vedere più le lettere, ma solamente la scena descritta? In quel momento avete eliminato qualsiasi interferenza dei vostri sensi, vi siete staccati dal mondo esterno per vivere solamente in quello interno del vostro inconscio. Questo é, semplificando molto, il Viaggio Astrale. Attraverso il Viaggio Astrale si esplora il proprio inconscio: ciò che si scopre lo si esteriorizza in rituali che cambiano il mondo intorno a noi (come la bandiera→patriottismo→guerre).
Quando si prega perché qualcosa avvenga, non si sta cercando qualcosa che cambi la realtà proveniente da un dialogo profondo del nostro io con Dio? E accendendo una candela non si sta cercando di facilitare e dare forza alla nostra preghiera? Ciò che cambia é che il cristiano intende come Magia, lo SS che opera nel mondo.
Questa é la magia, una preghiera più un rito.
Mentre per un mago la magia é solamente una scienza, per la strega essa é un’arte dello spirito, parte della propria connessione col Divino, con la Natura, col nostro Vero Io.
Carl Jung analizzando i vari simboli provenienti dall’inconscio ne ha trovati di molto ricorrenti in varie epoche e luoghi: per esempio il cerchio come simbolo per il Divino (es. nella grecia=perfezione assoluta), oppure il 4 come simbolo del Divino (Natura=4 elementi). Teorizzò un inconscio collettivo proprio dall’universalità di simboli come questi.
L’unico obiettivo di una strega é, quindi, attraverso rituali magici, rendere più salda e profonda la propria connessione col Divino. Le uniche cose che sono proibite espressamente dalla Bibbia, sono la Negromanzia e il causare del male, andando quindi contro il volere di Dio. La famosa frase biblica “Thou shalt not suffer a Witch to live” viene erroneamente tradotta dall’ebraico antico con “non devi permettere a una strega di vivere”: infatti nell’antichità, come si può ricavare da alcuni episodi della Bibbia, per strega si intendeva una negromante ammaliatrice, ingannatrice, incantatrice, seduttrice, avvelenatrice, che usava le sue abilità per fare del male e per proprio vantaggio.
Francesco Bottaro 4A
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