società di massa

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Testo

“La società di massa”
(SINTESI DELLA LEZIONE DEL PROF. GILI)

L’espressione società di massa è ormai assai diffusa e usata in modo generico per indicare la società industriale contemporanea.
Vediamo innanzitutto i significati che questa espressione indica nel senso comune:
1) innanzitutto c’è una nozione di quantità, di numerosità: la massa implica milioni di persone, riunite prevalentemente nella grande città: molti uomini vivono l’uni accanto all’altro, urtandosi ma senza avere nulla in comune. La massa ci ricorda la folla degli stadi o dei centro commerciale, oppure il grande pubblico televisivo anonimo di milioni di persone.
2) In secondo luogo c’è un’idea qualitativa: i rapporti umani sono concepiti con un alone negativo, con una sottolineatura di estraneità, di superficialità dei rapporti, di nevrosi.

Ma nella sociologia che cosa si intende? La sociologia ci dà diverse immagini: le diverse tesi illustrano caratteristiche diverse della società di massa. Vediamo ora le principali:

1) Società burocratizzata (Max Weber).
La burocrazia è un principio di organizzazione del lavoro sociale, caratterizzata da:
➢ Rigida gerarchia delle responsabilità e del potere, in una struttura piramidale (impiegato-capoufficio-superiore)
➢ Definizione scritta dei compiti e delle funzioni sulla base di norme ben chiare e ben stabilite
➢ Universalismo e spersonalizzazione: tutti sono trattati in modo uguale sulla base di criteri uniformi, senza rapporti personali. E’ la forma più efficiente quando si devono gestire rapporti di migliaia di persone.
Gran parte della nostra vita è inserita in una catena burocratica con criteri giusti, indifferenti alla mia particolarità. La persona ricava l’idea che di fronte alle grandi organizzazioni lei non conta. La burocrazia tiene conto di tutti ma non di ognuno. Ognuno si sente un numero, un tassello di un grande meccanismo. Anche nel passato c’erano nuclei di burocrazia (Egitto-Roma) ma la novità del nostro tempo è che tutta la vita è inquadrata in questa cornice. In questo processo fra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento ci sono stati passaggi cruciali:
• Eserciti di massa (pensiamo solo all’uniforme: il principio della burocrazia è l’uniformità ]
• Grande industria
• Stato come grande organizzazione che controlla, che misura, che censisce. Non è più lo stato minimo dell’epoca liberale ma uno stato che svolge moltissime funzioni (istruzione, previdenza).

2) Declino delle forme di vita comunitarie (Arendt. Fromm)
Quali sono le caratteristiche delle comunità?
• Gli individui hanno rapporti interpersonali diretti e continui
• Condividono un forte senso di appartenenza, un senso del “noi”, con relazioni affettive e coinvolgenti.
Vi sono tre tipo di legami comunitari: di sangue (famiglia- parentela), di luogo (vicinato, villaggio),
ideali, basate sul con-senso (comunità religiose, sette ecc.)

Le società del passato erano ricche di tessuto comunitario, le società moderne condannano le persone a rapporti impersonali, astratti, frettolosi. Abbiamo cioè il fenomeno della atomizzazione.
La società è composta di un pulviscolo di persone separate, divise, che non hanno più un luogo a cui fare riferimento. Questa atomizzazione viene vista come condizione per l’avvento del totalitarismo. Il totalitarismo non è uguale a semplice repressione o propaganda, ma cioè una ragione più profonda: è una risposta aberrante a un senso di solitudine. Questa situazione è stata creata in particolare dalla prima guerra mondiale che ha prodotto una lacerazione del tessuto della società, in cui i valori tradizionali non tengono più, così come non funzionano più le appartenenze di ceto o di classe ( questo fenomeno coinvolge particolarmente il ceto medio) generando un senso di insicurezza. Il totalitarismo allora è stato il modo per ritrovare un senso di appartenenza: il partito totalitario vuole il tuo cervello, le tue emozioni, chiede di essere una risposta totale al bisogno umano. Il totalitarismo risponde a un lacerante bisogno di appartenenza, permette di immergersi in una sorta di “grande io”, in una unità profonda.: l’individuo si unisce col tutto politicamente organizzato.
Queste teorie sono interessanti anche oggi. L’atomizzazione è un carattere endemico, normale delle società contemporanee, che appaiono deboli dal punto di vista dei rapporti umani.

3. Società eterodiretta (David Riesmann)
L’individuo diventa sempre meno capace di darsi delle mete e raggiungerle, di azioni proprie. Per fare questo ci vorrebbe un forte senso dell’io, possibile solo in un individuo storicamente determinato come l’imprenditore del primo capitalismo: ora questo modello non è più funzionale. Oggi c’è un altro tipo umano: colui che ricava il proprio modello guardando continuamente gli altri, in modo mimetico, imitativo. E’ dotato di un radar con cui si sintonizza sulle aspettative della maggioranza. Questa è la personalità più adatta ad una società consumistica, il cui imperativo categorico è consumare sempre di più. I sociologi parlano di ricerca delle differenze minime: quest’uomo guarda gli altri ma nello stesso tempo ricerca ciò che gli permette di distinguersi. Anche nella famiglia uno è educato in questo modo (i genitori non hanno più un modello da proporre), anche la scuola funziona per creare il tipo eterodiretto, per insegnare la capacità di comperare, la socializzazione. Evidentemente protagonisti di questa società eterodiretta sono i mass media, i “moderni narratori di storie”, che rappresentano il grande socializzatore, il grande educatore (anche le altre agenzie educative si ispirano sempre più ai mass media), che si impongono, permeano, entrano, subdolamente. L’elemento comune è l’educazione del consumatore: l’espressione personale si declina nei prodotti.

4. Approccio positivo (Edward Shils e Daniel Bell)
Con la società di massa le grandi masse non sono più escluse, entrano nel centro della società, cioé prendono parte alle istituzioni sociali e ai meccanismi di condivisione dei valori. In questa prospettiva di tipo liberale si pone l’accento sull’elemento della democratizzazione, che vede:
• Estensione a tutti dei diritti civili e politici, con l’idea della pari dignità di ogni uomo: tutti concorrono col voto alla formazione del potere politico.
• Estensione del benessere
• Istruzione diffusa e accesso alla cultura. I mass media concorrono a creare un villaggio globale, planetario.

In poche parole questo approccio rovescia la prospettiva degli altri.

Conclusioni
Quale approccio è più realistico? Ognuno rivela degli aspetti della società di oggi ma diventa meno accettabile quando si pretende esclusivo. I vari aspetti sono tutti facce della stessa medaglia. L’interesse sta nel loro insieme, nell’aver messo in luce il crescere delle ambivalenze.

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