Smith, Owen e Marx: un saggio breve

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Categoria:Storia

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Testo

Saggio breve di storia
Adam Smith è il teorico del pensiero liberista. Secondo Smith il cosmo è retto da leggi comprensibili e organizzate in maniera tale da garantire il benessere dell’uomo. Smith inoltre seguitando il pensiero di Montesquieu, affermava che l’uomo proseguendo verso il proprio bene personale contribuisce a far sì che tutti possano soddisfare le proprie necessità e contribuisce al bene comune. Questa sorta di mano invisibile che permette all’egoismo dei singoli di contribuire alla felicità del prossimo non lascia spazio a interventi statali nell’economia. Lo stato insomma deve astenersi da qualsiasi misura protezionistica per permettere al mercato di essere governato solo dalla legge della domanda e dell’offerta.
Robert Owen è il teorico dell’utopia socialista. Owen riuscì a soli 19 anni a diventare il proprietario del cotonificio di New Lanark. Resosi conto della precaria condizione dei lavoratori, applico alcune riforme in loro tutela come la riduzione dell’orario di lavoro. L’esperienza di New Lanark lo spinse a formulare una teorizzazione di quello che verrà chiamato pensiero socialista. Il suo stato ideale doveva strutturarsi in unità produttive di circa 1200 abitanti ciascuno, nei quali il lavoro, la distribuzione dei beni di prima necessità e lì istruzione dei bambini si sarebbero dovuti svolgere in comune. Questa sua proposta ebbe scarso successo in Inghilterra e quindi fu costretto a partire per l’America dove diede vita a New Harmony, una sorta d’isola socialista all’interno della quale venivano banditi i tre mali più gravi che secondo Owen affliggevano l’umanità: proprietà, religione e matrimoni. L’esperimento di Owen fu un completo fallimento. L’errore nella teoria di Owen sta nel fatto che da un lato si presenta come la soluzione ai grandi problemi del mondo moderno mentre dall’altro finiva per fuggire dalla modernità e guardava più al passato che al presente.
Karl Marx è il teorico del comunismo. Marx a differenza dei suoi contemporanei non voleva criticare la società esistente e sognarne una migliore ma abbattere la prima e costruire materialmente la seconda. Secondo Marx alla base della disuguaglianza degli uomini e delle loro sofferenze stava la proprietà privata che permetteva ad alcuni individui di dominare su altri. Per questo lo stato liberista non era adeguato a eliminare la condizione di oppressione in cui viveva la maggioranza degli uomini. Marx proponeva l’abolizione della proprietà privata e la cessione di ogni bene allo stato. La storia umana per Marx è un processo dinamico: in ogni epoca sono esistite diverse classi sociali in continua lotta fra loro. La ragione della lotta risiede nel fatto che alcuni uomini, nel corso della storia, detenevano la proprietà dei mezzi di produzione e pertanto erano in posizione dominante, mentre gli altri erano sottomessi a questi. Per far si che venga costituita un’uguaglianza reale tra tutti gli uomini, occorre una rivoluzione proletaria volta a conquistare il potere politico. Una volta ottenuto il potere politico si passerà all’abolizione della proprietà privata e dei mezzi di produzione.

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