Rivoluzione russa e stalinismo

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Testo

L’inizio della rivoluzione russa
Il merito dell'uccisione dello zar Alessandro II nel 1881 fu rivendicato pubblicamente dalla "Narodnaja Volja" (Volontа-Libertа popolare) che annunciт che se il successore avesse seguito la stessa linea politica, le azioni terroristiche sarebbero continuate.
Il cambiamento ci fu, ma contrario alle aspettative dei rivoluzionari.
Alessandro III infatti era molto piщ reazionario di suo padre e scatenт una nuova ondata di repressione, rimanendo segregato nella sua fortezza per sfuggire agli attentati. Data la mancanza di alternative, la via della violenza e del terrorismo rappresentт lo sbocco naturale del pensiero degli "intellettuali" che erano a capo dell'alta borghesia e della nobiltа.
Tuttavia, la rivoluzione industriale, che aveva portato con sй un nuovo meccanismo economico permise la nascita di un governo con metodi di azione politica diversi, un governo socialista.
Lenin e il socialismo marxista
Il primo partito marxista venne fondato in Svizzera nel 1883 dal russo Plechanov, ma ebbe scarso seguito e scarsa influenza, sino al 1898 quando nacque il partito socialdemocratico russo, sul modello di quello tedesco.
Durante il periodo di diffusione di queste nuove idee marxiste nacque nel 1902 il partito socialista rivoluzionario.
I socialdemocratici, seguendo la falsariga dei tedeschi, puntarono decisamente agli interessi degli operai e all'attuazione di nuove riforme; tutto ciт non fu tuttavia possibile a causa dell'oggettiva situazione della Russia.
Al congresso del 1903 , il gruppo capeggiato da Vladimir Ilic Ulijanov, conosciuto come Lenin, si impose con soli due voti di maggioranza, che si dimostrarono tuttavia sufficienti per operare una svolta decisiva.
I suoi seguaci, i bolscevichi, erano in aperta contrapposizione con i menscevichi di Martov. Secondo Lenin il partito non doveva trasformarsi in un partito di massa (menscevichi), ma doveva essere costituito da rivoluzionari di professione. Negli anni seguenti la spaccatura tra i due gruppi si approfondм, portando alla loro definitiva divisione e alla nascita di due partiti marxisti in contrapposizione.
La rivoluzione del 1905
Frattanto in Russia erano andate crescendo le tensioni e il malcontento, sfociati nel massacro del 1905, nella famosa "domenica del sangue", quando una folla guidata da un prete ortodosso, il pope Gabon, intenzionata a presentare un programma di riforme costituzionali, fu abbattuta per ordine dello stesso zar Nicola II, figlio di Alessandro III. Il monarca, di infima qualitа e di dubbie capacitа, fu spesso influenzato nelle sue scelte dalla moglie e dai monaci che presiedevano la corte. Il massacro, oltre a suscitare un ondata di scandalo e di conseguenti scioperi, favorм la nascita dei soviet, costituzione di comitati operai di fabbrica.
I capi socialisti, rifugiatisi nell'Europa occidentale, furono presi alla sprovvista e quando Trotzki potй organizzare nella capitale un soviet e Lenin giunse in Russia per scatenare la rivoluzione, era troppo tardi.
Coloro che non riuscirono a fuggire per la seconda volta furono sottoposti a feroci massacri.
Nel 1906 lo zar convocт un'assemblea nazionale, sulla base del parlamento occidentale, la Duma, che fu presto sciolta, mentre venivano riesumati gli antichi sistemi oppressivi, costringendo i sindacati a operare nella clandestinitа.
Frattanto Lenin e compagni meditavano sulla lezione del 1905 e discutevano la possibilitа di trasformare un conflitto in rivoluzione democratica.
Crollo della Russia zarista
Durante la prima guerra mondiale si ebbe il crollo militare della Russia, che aveva subito grandissime perdite umane ed economiche.
Molto gravi furono le ripercussioni interne e la situazione si fece sempre piщ critica fino a diventare insostenibile. Il malcontento maggiore lo aveva suscitato la campagna militare fallita in nome di un regime che essi stessi odiavano.
Nel 1917 si ebbero vari episodi di ammutinamento, scioperi, che portarono la tensione ad un punto tale che lo zar Nicola II fu costretto ad abdicare in favore del fratello, granduca Michele, che a sua volta abdicт mentre il problema di un nuovo assetto governativo veniva rimandato ad una futura assemblea costituente.
Il potere provvisorio del principe L'vov era contrastato dal Soviet nato a San Pietroburgo: mentre il primo incitava ad una strenua resistenza, il secondo favoriva la pace e la rivoluzione sociale.
Nel luglio 1917 al governo L'vov succedette un nuovo governo provvisorio presieduto dal socialista moderato Aleksander Kerenskij, nella ricerca di un accordo tra il Soviet di San Pietroburgo e il Comitato esecutivo dei moderati.
Inizialmente i bolscevichi non fecero parte nй del Soviet nй del Governo, ma l'evolvere della situazione era sotto lo sguardo attento di Lenin che ne coglieva gli elementi rivoluzionari. Egli era deciso ad attuare una sola rivoluzione, sia proletaria sia borghese.
Lenin era rientrato in Russia nell'aprile del 1917 attraverso la Germania e la Svezia su un vagone blindato con l'aiuto delle autoritа tedesche, che avevano interesse a favorire il crollo della Russia.
Il governo provvisorio non potй fare nulla perт sulla rivolta dei contadini che avevano dissolto l'esercito. Cosм i leninisti, assunto il potere della maggior parte dei Soviet, sferrarono il colpo decisivo su un governo giunto all'ultimo stadio: nella notte tra il 6 e il 7 dicembre venne attuato il colpo di stato, preparato dal Comitato militare dei Soviet, guidato da Trotzki. Nel giro di pochi giorni la Russia venne posta sotto il controllo dei Soviet. In dicembre Trotzki, incaricato della Difesa e degli Affari Esteri,, iniziт i negoziati con la Germania e firmт il trattato di Brest-Litovsk, con il quale dichiarava l'armistizio della Russia e rinunciava alla Finlandia, all'Ucraina, alla Lituania e ad altri numerosi Paesi.
Le elezioni che si erano svolte nel novembre, rivelatisi piuttosto deludenti per Lenin, furono annullate da Lenin nel 1918 e lo stesso Lenin avviт il processo di rivoluzione.
Tuttavia il freddo realismo di Lenin non fece orecchie da mercante di fronte all'incipiente povertа della nazione e tentт di risolvere il tutto con un piano economico che ripristinava in parte la proprietа privata, la NEP.
Stalin
Per quanto nel 1924, alla morte di Lenin, il regime fosse pienamente consolidato, rimaneva la necessitа di difendere la rivoluzione di un Paese ancora arretrato e affiancato da potenze ostili, che non poteva contare su una base solida quale la popolazione operaia, ancora in minoranza rispetto ai contadini, non storicamente preparati ad un nuovo regime.
Nacque giocoforza un movimento che sosteneva la persuasione armata del popolo a trasformarsi da contadino in operaio. Sorsero grandi spaccature nel partito comunista: Trotzki e Stalin testimoniavano questo clima di tensione. L'uno contro l'altro, il primo sosteneva la "rivoluzione industriale permanente" e il secondo il "comunismo in solo Paese".
Nell'assidua lotta fra i due leader ebbe il sopravvento Stalin, che in seguito fece uccidere Trotzki. I risultati non si fecero attendere e furono compiuti enormi progressi in campo economico-sociale.
Tuttavia l'accentrarsi del potere nelle mani di Stalin, accentuato da una politica repressiva e totalitaria, acuм il malcontento in un Paese come la Russia che aveva modificato, con il processo di industrializzazione, la propria fisionomia. Infine tutte le energie economiche furono assorbite dalla seconda guerra mondiale.
Kruscev e Kennedy
Il clima di guerra fredda che caratterizzт la storia del primo decennio del dopoguerra accentuт la divisione tra Europa occidentale ed Europa Orientale e influenzт la politica interna degli stessi Paesi europei e della Russia. L'anticomunismo americano non aveva risparmiato nessun Paese dell'Europa occidentale e raggiunse l'apice negli Stati Uniti negli anni '50, mentre si legiferava contro eventuali infiltrazioni comuniste nel Paese. La guerra di Corea, un momentaneo scontro che vide di fronte USA e URSS, ne и un esempio lampante. La Russia possedeva un patrimonio bellico smisurato, comprese le nuovissime tecnologie portate dalla scienza e , per dichiarare la propria presunta egemonia, i Russi impiantarono basi militari a Cuba.
Il clima migliorт solo verso la fine degli anni '50, grazie a Nikita Kruscev.
Nel 1959 aprм un processo di "destalinizzazione" e questa nuova linea politica contribuм non poco ad allentare le tensioni nei rapporti con l'Occidente.
Alla politica della "guerra fredda" si sostituм quella della "coesistenza pacifica", che, giа avviata da Eisenhower, fu perseguita con maggior energia da J.F. Kennedy.
I Paesi che nella seconda guerra mondiale erano stati occupati dal Giappone si ponevano ora al centro della scena politica, influenzati dal regime comunista. L'Europa perde la sua centralitа, non essendo piщ il Paese di maggior rilevanza economica.

Tuttavia andavano allentandosi i rigidi rapporti fra est e ovest, fra Patto di Varsavia e Stati Uniti e i Paesi neutrali non allineati. Il ritiro di Adenauer, cancelliere dalle idee poco aperte, favorм il dialogo con l'est.

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