Riforma Protestante

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Riforma protestante
L'insieme dei movimenti religiosi che nel XVI secolo produssero la frattura della cristianità, dando vita alle Chiese protestanti. Assieme al rinnovamento culturale prodotto dall'Umanesimo e dal Rinascimento, questa storica trasformazione del modo di intendere e vivere l'esperienza religiosa si colloca agli albori della storia moderna dell'Occidente. Benché la Riforma abbia avuto inizio nel XVI secolo, quando Martin Lutero sfidò l'autorità della Chiesa, le sue origini vanno ricondotte a eventi di carattere politico, economico e culturale risalenti ai secoli precedenti.
Le origini della Riforma

Sin dalla rinascita del Sacro romano impero con Ottone I di Sassonia nel 962, papi e imperatori vennero coinvolti in una continua lotta per la supremazia, che creò tra Roma e l'impero germanico un aspro antagonismo, aggravato nei secoli XIV e XV dallo sviluppo del sentimento nazionalista tedesco e dal diffondersi in numerosi paesi europei di un forte scontento per le richieste economiche del clero.
Nel XIV secolo il riformatore inglese John Wycliffe attaccò direttamente il papato, sia criticando il commercio delle indulgenze, i pellegrinaggi e il culto smodato dei santi, sia denunciando la corruzione delle gerarchie ecclesiastiche. Il suo insegnamento si diffuse in Boemia, dove trovò un forte sostenitore in Jan Hus, la cui condanna al rogo per eresia nel 1415 scatenò le guerre hussite. In precedenza, la cosiddetta "cattività avignonese" dei papi e il Grande Scisma avevano già gravemente minato l'autorità della Chiesa, divisa al suo interno tra sostenitori dell'uno o dell'altro papa. Le autorità ecclesiastiche riconoscevano la necessità di una riforma, che venne discussa al concilio di Costanza dal 1414 al 1418, senza però determinare mutamenti decisivi.
L'Umanesimo, la riscoperta della cultura classica, la nascita della filologia e l'esaltazione dei valori mondani, fenomeni che ebbero inizio in Italia nel XV secolo, soppiantarono lo strapotere della filosofia scolastica nelle università e nelle istituzioni culturali europee, privando le autorità ecclesiastiche del monopolio del sapere. L'invenzione della stampa a caratteri mobili accrebbe notevolmente la circolazione di libri e idee in Europa. Umanisti come Erasmo da Rotterdam in Olanda, Tommaso Moro in Inghilterra, Johann Reuchlin in Germania e Jacques Lefèvre d'Etaples in Francia formularono nuovi approcci esegetici alle Scritture.
Nascita della Riforma
La Riforma protestante ebbe inizio in Germania, quando Martin Lutero, nel 1517, pubblicò le sue 95 tesi schierandosi contro il commercio delle indulgenze.

Movimenti nazionali
Germania e la Riforma luterana
Invitato a ritrattare le proprie tesi e a sottomettersi all'autorità della Chiesa, Lutero divenne più intransigente, reclamò una radicale riforma della Chiesa, attaccò il sistema dei sacramenti, affermò che la religione si fonda sulla fede individuale di ciascun credente, illuminata e alimentata dalla Bibbia. Minacciato di scomunica dal papa, Lutero bruciò pubblicamente la bolla di scomunica e con essa un libro di diritto canonico: questo atto di sfida simboleggiava una rottura definitiva con l'istituzione ecclesiastica. Nel tentativo di arginare l'ondata di rivolta, nel 1521 l'imperatore Carlo V convocò Lutero dinanzi alla Dieta di Worms, ordinandogli di ritrattare. Questi rifiutò e venne bandito dall'impero. Per quasi un anno Lutero visse nascosto nel castello di Wartburg, sotto la protezione del principe elettore Federico il Savio, scrivendo opuscoli che esponevano i suoi principi e traducendo il Nuovo Testamento in tedesco. Benché i suoi scritti fossero stati proibiti per editto imperiale, essi vennero venduti pubblicamente, rivelandosi così un potente strumento di propaganda che trasformò le grandi città tedesche in centri di diffusione del luteranesimo.
Il movimento si diffuse rapidamente tra la popolazione e, quando Lutero lasciò il suo ritiro, fu accolto a Wittenberg come un rivoluzionario. La Germania era divisa: i più interessati al mantenimento dell'ordine tradizionale (tra questi l'imperatore, la maggior parte dei principi e l'alto clero) difendevano la Chiesa cattolica, mentre il luteranesimo era sostenuto dai principi tedeschi del Nord, dal basso clero, dai commercianti e da buona parte dei contadini, che accoglievano il cambiamento come occasione per conquistare una maggiore indipendenza, sia nella sfera economica sia in campo religioso.
Lo scontro esplose nel 1524 con l'inizio della guerra dei contadini, un'insurrezione scoppiata in Svizzera e rapidamente diffusasi in quasi tutta la Germania. Il programma dei rivoltosi, ispirato all'insegnamento di Lutero e formulato in termini religiosi, reclamava la liberazione dalla servitù della gleba e da una serie di servizi pretesi dalla nobiltà e dal clero. Lutero negò che le istanze di riforma religiosa potessero essere utilizzate al fine di giustificare il sovvertimento della struttura socioeconomica dell'impero, ma esortò comunque la nobiltà a soddisfare le richieste dei contadini per giungere a una soluzione pacifica del conflitto. Ben presto, però, si schierò contro i contadini e, in un opuscolo del 1525, condannò fermamente la nuova ondata di violenza invitando i principi tedeschi a reprimere senza pietà le rivolte.
I contadini furono sconfitti nel 1525, ma la frattura tra cattolici e protestanti si approfondì. Si raggiunse un compromesso con la Dieta di Spira del 1526, in cui, ai principi tedeschi che lo avessero desiderato, venne riconosciuto il diritto di abbracciare il luteranesimo; durante la seconda Dieta di Spira, convocata tre anni dopo, la maggioranza cattolica abrogò l'accordo, la minoranza luterana protestò contro tale provvedimento e per questo motivo venne definita "protestante"; i primi protestanti furono dunque luterani, e il significato del termine venne poi esteso fino a comprendere tutte le sette cristiane nate in seguito alla rivolta contro l'autorità del papato.
Nel 1530 il riformatore religioso tedesco Melantone tracciò una sintesi conciliante delle tesi luterane, la confessione di Augusta, che fu presentata all'imperatore Carlo V. Questo documento non riconciliò cattolici e luterani, ma rimase la base della Chiesa e del credo luterani. In seguito, una serie di guerre con la Francia e con i turchi impedì a Carlo V di volgere le forze militari contro i luterani, ma nel 1546 l'imperatore, alleatosi col papa e avvalendosi dell'aiuto del duca Maurizio di Sassonia, si scagliò contro la lega di Smalcalda, alleanza difensiva di principi protestanti. Le forze cattoliche furono all'inizio vittoriose; in seguito, però, il duca Maurizio passò al fronte luterano e Carlo V fu obbligato a trattare la pace. La guerra civile religiosa terminò con la pace di Augusta nel 1555. Questa stabiliva che ciascun governante degli stati tedeschi, che ammontavano a circa trecento, scegliesse tra cattolicesimo e luteranesimo, e imponesse ai sudditi la fede scelta. Da allora circa la metà della popolazione tedesca è luterana ed ebbe fine l'unità religiosa dell'Europa occidentale sotto l'autorità del papa.
Svizzera

Il primo movimento riformatore svizzero, contemporaneo alla Riforma tedesca, fu guidato dal pastore svizzero Huldrych Zwingli, divenuto celebre nel 1518 per la sua vigorosa denuncia della vendita delle indulgenze. A Zurigo, dal 1523 al 1525, Zwingli fece abolire quanto restava delle pratiche cultuali e liturgiche cattoliche, mantenendo una versione semplificata della comunione; questi provvedimenti, con i quali la città si separava dalla Chiesa cattolica, vennero adottati legalmente, grazie ai voti del Consiglio cittadino di Zurigo. Altre città svizzere, come Basilea e Berna, adottarono riforme simili; le zone agricole rimasero invece cattoliche dal momento che, come in Germania, l'autorità politica centrale era troppo debole per imporre un'uniformità confessionale e prevenire una guerra civile. Scoppiarono due conflitti di breve durata tra cantoni cattolici e protestanti nel 1529 e nel 1531. Nel secondo, a Kappel, Zwingli venne ucciso. Raggiunta la pace, si consentì a ciascun cantone di scegliere la propria religione.
In seguito, la principale figura di riformatore fu Giovanni Calvino, teologo protestante francese, che, per fuggire le persecuzioni religiose, nel 1536 si stabilì nella repubblica di Ginevra, da poco indipendente. Calvino rese esecutivi i provvedimenti di riforma adottati precedentemente dal concilio di Ginevra ed esercitò una pressione politica in direzione di riforme ulteriori. L'organizzazione calvinista della Chiesa accoglieva elementi di governo rappresentativo: pastori, insegnanti, presbiteri e diaconi erano eletti da membri della comunità. Benché Chiesa e Stato fossero teoricamente separati, essi cooperavano così strettamente che Ginevra era di fatto una teocrazia. Per imporre la disciplina morale Calvino organizzò un Consiglio, composto da pastori e laici, dotato di ampi poteri coattivi sulla comunità. Furono prescritti minuziosamente abbigliamento e comportamento, vietati danza, giochi d'azzardo e altri svaghi; bestemmie e oscenità venivano punite severamente, e chi non si conformava veniva perseguito e persino messo a morte. Per favorire la lettura e la comprensione della Bibbia, a tutti i cittadini veniva impartita almeno un'istruzione elementare. Nel 1559 Calvino fondò a Ginevra un'università, alla quale fu affidata la formazione di pastori e insegnanti. Le grandi doti organizzative di Calvino, la sua influenza sull'educazione e l'ampia circolazione dei suoi scritti furono all'origine delle "Chiese riformate", nome collettivo che designa le Chiese protestanti in Svizzera, Francia e Scozia.

Esiti della Riforma
Malgrado le discrepanze confessionali fra le varie forze rivoluzionarie del XVI secolo, in Europa la Riforma ebbe conseguenze ampiamente omogenee. In generale, il potere e la ricchezza della nobiltà feudale e della gerarchia cattolica passarono alle classi medie e ai monarchi degli stati nazionali. Varie regioni europee raggiunsero l'indipendenza politica e religiosa. Anche in paesi nei quali continuò a prevalere il cattolicesimo (Francia e Belgio), sul terreno politico-culturale si svilupparono l'individualismo e il nazionalismo. L'importanza riconosciuta al giudizio individuale favorì lo sviluppo di governi democratici; l'eliminazione delle tradizionali restrizioni religiose su commercio e operazioni finanziarie aprì la strada alla nascita del capitalismo. Durante la Riforma fecero grandi progressi le lingue e le letterature nazionali per l'ampia diffusione di opere religiose scritte nella lingua locale e non in latino, mentre l'istruzione popolare fu incrementata grazie alle nuove scuole fondate da John Colet in Inghilterra, da Calvino a Ginevra e dai principi protestanti in Germania. Non per questo, tuttavia, scomparve l'intolleranza religiosa, e tutti gli schieramenti continuarono a perseguitarsi l'un l'altro per più di un secolo.

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