Preistoria

Materie:Appunti
Categoria:Storia

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PREISTORIA

Il periodo che precede i tempi storici, ovvero anteriore alle prime testimonianze e documentazioni scritte.

La nozione dell'esistenza di una remota età della pietra era già presente allo spirito degli antichi filosofi, ma la natura dei primitivi strumenti litici era sconosciuta e le asce di pietra levigata — peraltro ancora in uso nei tempi omerici in molti paesi europei — passavano come prodotti dei fulmini, credenza che cominciò a essere smantellata soltanto dai naturalisti della fine del XVI sec. Anche quando andarono diffondendosi le nozioni di geologia stratigrafica, di cui il danese Nicola Stenon aveva dato le basi alla fine del XVII sec., ci si atteneva al quadro della Genesi attribuendo alla Terra un'età di non più di 6.000 anni. Dopo gli studi di Linneo e di Buffon e più tardi di Cuvier, prese un crescente sviluppo l'idea della remota antichità dell'uomo e della sua contemporaneità con i mammiferi di specie estinte. Si deve a C. J. Thomsen, in Danimarca, l'aver stabilito la successione delle età della pietra, del bronzo e del ferro e al francese Boucher de Crèvecoeur de Perthes di aver dimostrato, a seguito del ritrovamento di manufatti litici umani associati, nel medesimo strato di terreno, con resti di fauna scomparsa, la presenza dell'uomo già in tempi molto remoti. Dalla seconda metà del XIX sec. la scienza che si occupa delle ricerche preistoriche prese un crescente graduale sviluppo per merito di molti cultori, tra cui si distinsero in Francia E. Lartet, G. de Mortillet, Piette, Cartailhac e, più tardi, Boule, Vaufrey, Peyrony, Breuil, mentre in Italia si devono ricordare i nomi di Pigorini, di Rellini, di Quagliati e, più tardi, di Blanc, di Battaglia, della Laviosa Zambotti, seguiti da una valida schiera di studiosi. Dopo la seconda guerra mondiale gli studi preistorici presero nuovo vigore e le ricerche si perfezionarono anche con l'introduzione di nuove tecniche e il contributo di altre discipline, tra cui la paleontologia, la geologia, la fisica terrestre, la pedologia, la chimica, l'etnologia.

Cronologia
In mancanza di testimonianze scritte, lo studio del lontano passato si basa essenzialmente sull'esame e sull'interpretazione dei resti materiali che si rinvengono nel terreno e sulla ricostruzione ideale di taluni avvenimenti naturali verificatisi nei secoli che hanno preceduto i tempi moderni. Su questi fondamenti la paletnologia si è assunta l'impegno di stabilire anche una cronologia, che può essere assoluta, se si propone di determinare in numero di anni la data dei vari avvenimenti preistorici, e relativa quando si prefigge invece di considerare l'ordine di precedenza con cui i fatti preistorici si sono succeduti nel tempo. Per il primo ordine di ricerche i metodi usati sono quello della dendrocronologia, quello delle varve, quello del fluoro e quello del radiocarbonio o carbonio 14, nonché l'applicazione della cosiddetta curva di Milankovic. Per la cronologia relativa i metodi possono valersi delle basi geologiche, con lo studio della variazione dei ghiacciai o del livello dei mari o degli specchi d'acqua continentali, delle basi petrografiche con lo studio della granulometria, degli strati stalagmitici e con analisi pedologiche, delle basi paleontologiche, con lo studio della fauna e della flora dei tempi passati e infine con l'aiuto dei metodi dell'archeologia che, dall'esame delle stratigrafie dei giacimenti preistorici contenenti i resti dell'attività umana, ha distinto vari periodi, dal paleolitico, il più antico, a un periodo di transizione o mesolitico, al neolitico e alle tre età dei metalli, del rame, del bronzo e del ferro.

Periodizzazione
Si suole suddividere il paleolitico in tre fasi: il paleolitico inferiore, quello più antico, il paleolitico medio, quello di mezzo, e il paleolitico superiore, quello più recente. Il paleolitico inferiore abbraccia gran parte dell'era quaternaria comprendendo quindi numerose variazioni climatiche: nel suo assieme tuttavia esso comporta una flora temperata. In esso vissero animali ormai scomparsi, quali l'Elephas meridionalis, l'Elephas antiquus, il Rhinoceros etruscus, il Rhinoceros mercki. A quel periodo così arcaico vanno attribuiti vari resti fossili della più primitiva umanità, comprendenti, sotto il nome globale di protoantropi, vari individui, quali i pitecantropi di Giava, i sinantropi di Pechino, gli atlantropi dell'Algeria e, in Europa, l'uomo di Heidelberg, rappresentato da un unico reperto, la cosiddetta mandibola di Mauer. Gli strumenti assegnabili a questo periodo appartengono alle culture dei ciottoli scheggiati (pebble culture, cultura abbevilliana, cultura clactoniana, cultura acheuleana). Verso l'ultimo terzo del pleistocene ha inizio il paleolitico medio, la cui durata, che può essere valutata in circa 200.000 anni, abbraccia l'ultimo periodo temperato prima della nostra era e la prima parte dell'ultima glaciazione. Alla fauna della precedente fase venne ad aggiungersi quella di altri mammiferi tra cui Equus caballus, Bison priscus, Bos primigenius, Rangifer tarandus, Cervus elaphus, Ursus spelaeus e altri. Appaiono in questa fase i cosiddetti paleantropi, di cui i più noti sono gli uomini di Neandertal. La tecnica di scheggiatura degli strumenti litici subisce un notevole perfezionamento dando vita a punte e raschiatoi abilmente ritoccati, che vengono assegnati alle culture levalloisiana e musteriana in Europa e Asia occidentale, e ateriana nell'Africa Settentrionale. All'inizio della seconda fase della glaciazione Würm, verso il 35000 a.C., ha inizio il paleolitico superiore, che termina con la fine del periodo glaciale verso l'8000 a.C. Il clima è caratterizzato da lunghi periodi secchi. La maggior parte della fauna è costituita da cavalli, bisonti, buoi e, in talune zone, dalle renne, pur essendo frequenti anche il leone, l'Ursus spelaeus, il mammut e il rinoceronte lanuto. Il tipo fisico degli uomini di questa fase è ormai vicino a quello degli uomini attuali; si conoscono numerose variazioni razziali, tra cui quella di Combe Capelle, di Cro-Magnon, di Chancelade, di Predmost. Un decisivo perfezionamento presenta la litotecnica, che con abili ritocchi ottiene, da lame e lamette di roccia, manufatti differenziati destinati a usi diversi, quali i coltellini, i raschiatoi, i bulini, i perforatori. Notevole anche la lavorazione dell'osso, del corno e dell'avorio, da cui si ottengono fiocine, zagaglie, propulsori, spatole. Le culture hanno una diffusione più o meno ampia e prendono varie denominazioni a seconda della predominanza di determinati strumenti litici: gli aggruppamenti principali sono l'aurignaziano, il perigordiano, il gravettiano, il solutreano, il magdaleniano e, in Africa, il capsiano. Col paleolitico superiore prende vita l'arte, che si manifesta sia con oggetti d'uso comune o rituale decorati con intagli e incisioni, sia con pitture e incisioni rupestri, soprattutto sulle pareti delle grotte, rappresentanti specialmente figure di animali costituenti la selvaggina abituale. Al paleolitico fa seguito un breve periodo di transizione detto mesolitico, che corrisponde al passaggio del clima da quello pleistocenico a quello attuale, alla fine del quale comincia e subito si sviluppa prodigiosamente il neolitico, che comporta radicali mutamenti nell'economia delle popolazioni, presso le quali la caccia e la raccolta dei frutti spontanei del suolo vengono quasi integralmente soppiantate dall'agricoltura e dall'allevamento del bestiame. La tecnica della lavorazione della pietra produce strumenti levigati e accuratissime punte di freccia e di lancia. Nasce la ceramica con cui si producono innumerevoli recipienti per la conservazione delle derrate e la cottura delle vivande. Le fibre animali e vegetali vengono utilizzate nella tessitura e lo sviluppo dei trasporti, specialmente via mare e lungo i fiumi e i laghi, consente lo scambio di prodotti anche tra popolazioni molto distanti tra loro. Verso il 2500 a.C. appare in Europa occidentale il primo metallo, il rame, che l'uomo fuse con lo stagno, ottenendo così il bronzo. Con l'età del bronzo si entra ormai nella protostoria.

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