Materie: | Tema |
Categoria: | Storia |
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Testo
Quali ritieni essere i momenti fondamentali del rapporto tra chiesa e potere politico tra il 313 e il 1122?
Costantino fu l’ultimo grande imperatore romano. Durante il suo regno l’impero romano era già sulla via della caduta ma comunque Costantino cercò di attuare una riorganizzazione della sociètà, ma per effettuare ciò che si era prefissato aveva bisogno di una nuova classe dirigente: puntò sui Cristiani. Essi erano ben organizzati, si stavano sempre più espandendo e avevano dei seguaci anche nella classe dei mercanti. Per avere il loro appoggio,l’Imperatore nel 313 emanò un editto che concedeva la libertà di culto ai cristiani. In più nel 325 vi fu il primo concilio ecumenico a Nicea.
Da questo momento in poi l’autorità della chiesa sarebbe andata via via aumentando. Infatti nel 380 l’imperatore Teodosio emanò l’editto di Tessalonica che proclamava il cristianesimo religione ufficiale dell’impero.
Nel 712 salì al trono dei longobardi Liutprando che si servì dell’alleanza del papa per fronteggiare i bizantini e i franchi. Infatti l’autorità del papa permetteva, e permette tutt’ora, di avere molte più adesioni nell’esercito da parte della popolazione, che crede di combattere per sacri ideali religiosi. Da liutprando inoltre,la chiesa, ottenne un piccolo terreno presso Sutri. Probabilmente ottenuto anche grazie al vuoto di potere che si era formato nella penisola italica, il territorio del Privilegium Petri (“patrimonio di San Pietro”) andava rafforzando il potere temporale che stava acquisendo la Chiesa.
I rapporti tra chiesa d’occidente e impero bizantino divennero sempre più labili durante il pontificato di Gregorio I. Infatti in occidente la chiesa rivendicava una posizione autonoma rispetto allo stato mentre in oriente il patriarca di Costantinopoli veniva vagliato dall’imperatore. Quando poi la Chiesa d’oriente cominciò ad appoggiare l’iconoclastia il distacco divenne anche di natura teologica. Dopo, infatti, la lotta iconoclasta i rapporti tra occidente e oriente si fecero pressoché inesistenti.
Rimanendo in occidente, le relazioni tra stato e Chiesa e il potere politico di quest’ultima andavano continuamente aumentando. Il 25 dicembre 800 Carlo magno, re dei franchi, fu incoronato da papa Leone III imperatore dei romani e istituì il Sacro Romano impero. È probabile che lo stesso papa di sua iniziativa decise di incoronare l’Imperatore: in questo modo aveva la completa indipendenza da bisanzio e dimostrava che il potere deriva direttamente da Dio e che per questo serve il consenso del papa. Tutta Europa si interrogava quindi se era la teocrazia o il potere temporale a prevalere. Inoltre essendo il feudalesimo ancora attivo e struttura portante dell’impero, spesso accadeva che il feudo diventasse di proprietà di un clericale, affidandogli un potere temporale. Questo divenne un serio problema quando nei secoli IX e X vi fu il fenomeno d’incastellimento. Il feudalesimo infatti portò alla disgregazione dell’impero in quanto a mano a mano i feudi divennero ereditari (capitolare di Quierzy, 877). Quindi si andavano formando tanti piccoli centri autonomi a discapito del potere centrale. Per fermare l’irrequietezza dei feudatari che acquisivano sempre più potere Ottone I decise di assegnare i feudi solo a vescovi e abati in modo da evitare una discendenza diretta, ma non durò molto perché nel 1037 Corrado II emanò la Costitutio de feudis che dava il diritto d’ereditarietà anche ai valvassalli minori.. In più Ottone emanò il privilegium othonis che riconosceva le terre al papato ma che l’elezione del papa doveva essere posta sotto tutela dell’imperatore. Fino a quando papa Niccolò II emanò un decreto che annullava la privilegium othonis, anche approfittando del vuoto del potere che regnava in Italia.
Nei secoli X e XI vescovati e abbazie venivano spesso assegnate solo per motivazioni politiche e territoriali in quanto più facile ricevere feudi, spesso anche dietro pagamento. Questa pratica veniva detta simonia. Un’altra attività che c fa vedere come il clero era ormai corrotto, è il concubinato in modo che poi i figli di uomini di chiesa diventassero anche loro tali o che almeno ereditassero i loro beni che altrimenti sarebbero passati allo stato.
Durante questi secoli vediamo anche la lotta per le investiture , atto con cui veniva assegnata una carica. In questo caso potere spirituale e secolare coincidono ma ognuno riteneva di avere il diritto di procedere in modo autonomo. Fino a che nel 1075 Gregorio VII vietò che i vescovi fossero investiti da parte dell’imperatore e lo scomunicò attenendosi alla dictatus papae. Lo scontro armato fra papa a imperatore fu inevitabile. Fino a quando nel 1122 il papa Callisto II e l’omperatore Enrico V giunsero ad un accordo: con il concordato di Worms si stabilì che i vescovi e gli abati sarebbero stati eletti dagli ecclesiastici mentre l’imperatore sarebbe stato eletto in Germania. Così si riuscì a definire un distacco tra il clero e il potere laico dell’imperatore.