Lo sviluppo della questione palestinese2

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Testo

Lo sviluppo storico della questione Palestinese.
1939-1951

Continuiamo in questo secondo articolo ad analizzare lo sviluppo storico della questione palestinese, cercando di conciliare, per quanto possibile, brevita' e precisione, impresa evidentemente ardua, soprattutto se si considera la complessita' dell'argomento trattato, che va comunque affrontata se si vuole avere la possibilita' reale di comprendere almeno in parte gli sviluppi odierni.
Come detto alla fine del precedente articolo, consultabile in archivio, nel maggio del 1939 il Governo Britannico constatata la impossibilita' di spartire il territorio palestinese in due parti, sia per motivi logistici che economici e trovatosi di fronte all'impossibilita' di ottenere un qualsiasi tipo di avvicinamento tra Arabi ed Israeliani, decise di pubblicare un "Libro Bianco" nel quale annunciava la creazione, entro 10 anni, di uno Stato Sovrano ed Indipendente di Palestina.
All'interno di questo Stato ci si sarebbe sforzati di far collaborare Arabi ed Ebrei.
Intanto in questi dieci anni si sarebbe dovuto preparare il campo.
In primo luogo sarebbe stata limitata l'immigrazione ebraica, soprattutto nei primi cinque anni, sarebbe poi stata creata, un'Assemblea Costituente, di cui avrebbero fatto parte anche rappresentanti britannici, oltre che chiaramente Arabi ed Ebrei, e soprattutto si sarebbe diviso il futuro Stato di Palestina in tre zone: una in cui l'acquisto della terra per gli Ebrei sarebbe stato completamente vietato, un'altra nella quale sarebbe stato limitato ed infine una terza nella quale sarebbe stato completamente libero.
Gli Ebrei si opposero tenacemente a questo progetto, perche' metteva, evidentemente, in discussione la nascita di quel " focolare nazionale ebraico" promesso loro, diversi anni prima, dalla famosa dichiarazione Balfour. A tal proposito la Histadruth l'organizzazione sionista dei lavoratori pubblico' il 17 aprile1939, un manifesto nel quale invitava tutti gli Ebrei alla resistenza contro qualsiasi tentativo di limitare la creazione di un futuro Stato ebraico.
Va considerato che tutto questo avveniva in un periodo molto particolare, siamo infatti, nel pieno delle persecuzioni razziali messe in atto dal terzo Reich, questo non solo aumentava di molto il numero di Ebrei, che in fuga dall'Europa nazista giungevano nel territorio palestinese, ma dava alla vicenda una risonanza di carattere morale enorme rendendola molto più difficile da gestire.
Con lo scoppio della seconda guerra mondiale la Palestina conosce un periodo di relativa calma, il territorio e' ancora sotto mandato britannico, gli Ebrei decidono pero' in questa fase di sospendere le proteste contro la GBR per concentrare tutti gli sforzi contro il terrore nazista.
I due principali gruppi armati, lo Haganah creato prima ancora del 1919, con lo scopo di difendere i possedimenti ebraici contro gli Arabi e lo Irgun Zwai leumi decisamente piu' violento, creato nel 39 da Daniel Rezie'li con 600 dissidenti dello Haganah, decisero di deporre le armi, soltanto il Gruppo Stern guidato da Abramo Stern (ucciso nel 41) continuo' la lotta contro la GBR rivendicando diversi attentati terroristici in un dei quali fu assassinato, nel 1944 al Cairo, il ministro di Stato britannico Lord Moyne.
Comunque sia, al di la' di episodi isolati riconducibili tutti al gruppo Stern, in questi anni la situazione nei territori palestinesi rimane sostanzialmente tranquilla.
Alla fine del secondo conflitto mondiale pero', in Palestina, dove "convivevano" 1.240.850 Arabi e 553.600 Ebrei, la situazione torno' subito estremamente tesa.
La GBR che gia' da tempo aveva mutato il suo atteggiamento filo-sionista a favore del mondo arabo, rafforzo' il suo convincimento soprattutto in seguito all'assassinio di Lord Moyne , nello stesso tempo di fronte ad una situazione sempre piu' inestricabile il GovernoBritannico decise di dividere le sue responsabilita' sul territorio con gli USA .
Nel novembre del 45 fu cosi' creata una commissione di inchiesta anglo-americana, che dopo un lavoro di alcuni mesi nell'aprile del 46 consegno' un rapporto nel quale si raccomandava l'introduzione in Palestina di 100.000 Ebrei, si sconsigliava la divisione del territorio in due parti una araba l'altra ebraica e si proponeva il mantenimento a tempo indeterminato del mandato britannico, inoltre si consigliava per l'avvenire di lasciare libera l'immigrazione ebraica. In sostanza si chiedeva la abolizione del Libro bianco. Evidentemente, le proposte di questa commissione erano decisamente gradite agli Ebrei, molto meno agli Arabi. Non furono comunque accolte, anche perche' la GBR non aveva nessuna intenzione di prolungare a tempo indeterminato il proprio mandato.
Il 31 luglio del 46 Herbert Morrison su suggerimento di un gruppo di esperti presento' alla Camera dei Comuni un suo piano, secondo il quale la Palestina doveva essere divisa in 4 zone : una provincia araba, una provincia ebraica, il distretto di Gerusalemme, che sarebbe rimasto sotto l'amministrazione internazionale e il distretto del Negev, queste quattro zone, pur godendo ognuna di una larga autonomia, avrebbero costituito un unico Stato. Il Negev in particolare sarebbe stato amministrato da un proprio governo autonomo, sotto la diretta influenza inglese.
Il piano Morrison era evidentemente funzionale agli interessi britannici. La GBR infatti nel 46 aveva firmato un trattato di alleanza con la Transgiordania, a sua volta ex mandato britannico, ora con l'eventuale controllo diretto del Negev situato anche esso come la Transgiordania a sud della Palestina, la GBR avrebbe avuto la possibilita' di controllare direttamente il canale di Suez. Il piano Morrison trovo' la ferma resistenza ebraica l'Irgun e il gruppo Stern moltiplicarono gli attentati riuscendo anche a colpire la sede del GovernoPalestinese all'Hotel King David.
Il Governo Inglese decise allora di convocare, nel settembre del 46, a Londra i rappresentanti degli Stati Arabi e dell'Agenzia ebraica riunendoli in una conferenza alla quale pero', questi rifiutarono di partecipare ufficialmente.
Di fronte alla assoluta impossibilita' di trovare una soluzione la GBR decise di sottoporre la questione palestinese all'Assemblea generale delle Nazioni Unite, che nell'aprile del 47 costitui' una commissione di inchiesta denominata U.N.S.C.O.P . La commissione era composta da i rappresentanti di undici Nazioni (Australia, Canada, Cecoslovacchia, Guatemala, Jugoslavia ,India, Iran, Uruguay, Peru', Paesi Bassi, Svezia).Il rapporto della commissione, firmato solo da sette membri su undici, proponeva di costituire due Stati separati uno Ebraico, l'altro Arabo e di internazionalizzare Gerusalemme. I due Stati sarebbero divenuti indipendenti dopo gli ultimi due anni di mandato britannico. Questo progetto rispetto al piano Morrison favoriva decisamente gli Ebrei, infatti attribuiva al futuro Stato Ebraico gran parte del Negev, la cui superficie era quasi un terzo di quella dell'intera Palestina, il che avrebbe permesso il libero sviluppo dell'immigrazione ebraica.
Il progetto fu discusso dal 16 settembre al 29 novembre 1947, durante la seconda sessione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, tenutasi a New York , e alla fine fu accettato con 33 voti a favore contro 13 contrari e 10 astensioni.
Va sottolineato che votarono contro tutti e sette gli Stati Arabi piu' la Turchia, l'Afganistan, il Pakistan, l'India, Cuba e Grecia, a favore invece sia l'U.R.S.S. che gli USA, la Gran Bretagna si astenne. Subito dopo l'approvazione fu creata una commissione di cinque membri con l'incarico di assicurare l'attuazione del piano.
Da parte sua la GBR annuncio' che avrebbe messo fine al suo mandato il 15 maggio 1948, a nove anni dalla pubblicazione del Libro bianco.
Gli Arabi erano assolutamente contrari al piano approvato alle Nazioni Unite e di fronte al fatto compiuto decisero l'intervento militare.
La forza effettiva degli Arabi era pero' limitata, l'unico Paese che poteva contare su un'organizzazione militare moderna era la Transgiordania il cui esercito era guidato da un'inglese Glubb Pascia', inoltre esistevano divergenze profonde all'interno del fronte arabo: le forze di liberazione della Palestina erano truppe reclutate sul posto, guidate da Fauzi Kaukgi e dipendenti dal Gran Mufti' di Gerusalemme, il quale chiedeva e lottava per l'indipendenza della Palestina, la Transgiordania invece mirava ad annettere la Palestina araba, mentre l'Egitto da parte sua ambiva a conquistare una parte del Negev e Giaffa. Un fronte composito dunque poco coeso e male organizzato.
Gli Ebrei al contrario potevano contare su un'ottima organizzazione: la Haganah era perfettamente equipaggiata con armi americane e cecoslovacche e contava su 70.000 uomini ben addestrati, ai quali si aggiungevano i circa 6.000 dell'Irgun.
Il 15 maggio del 1948 appena partiti gli Inglesi lo Stato di Israele si proclamo' indipendente, subito riconosciuto da U.R.S.S. e U.S.A, contemporaneamente le truppe arabe penetrarono in Palestina. Inizio' cosi' il primo conflitto militare tra Arabi e Israeliani.. Le operazioni militari intervallate da alcune tregue durarono dal 16 maggio 1948 al 25 gennaio 1949 e terminarono con la firma di diversi armistizi, tutti conclusi a Rodi: il primo con l'Egitto nel febbraio del 49, poi con il Libano a marzo, con la Transgiordania ad aprile e la Siria a luglio, sempre dello stesso anno. La vittoria Israeliana era evidente, tra i Paesi Arabi l'unico a guadagnare qualcosa fu la Transgiordania che, a seguito molto probabilmente di un accordo segreto con Israele, occupo' la maggior parte della Palestina araba e la parte vecchia di Gerusalemme, mentre la parte nuova fu occupata dagli Ebrei.Durante le operazioni militari le Nazioni Unite portarono avanti un'intensa opera diplomatica nel tentativo di farle cessare al piu' presto. Il 21 maggio del 1948 fu nominato un primo mediatore il conte Bernadotte, assassinato poco dopo .
Il suo successore l'americano Ralph Bunche, nel settembre del '48, sottopose all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite un nuovo piano sensibilmente diverso da quello approvato nel '47. Bunche infatti, proponeva che il Negev fosse destinato alla zona araba, il piano per essere approvato doveva necessariamente essere appoggiato dagli USA .
Il Dipartimento di Stato in un primo momento sembro' essere favorevole, gli Stati Uniti erano pero' in piena campagna elettorale, nessuno dei candidati, Truman compreso, voleva rischiare di inimicarsi la potente e numerosa comunita' ebraica, cosi' nonostante le pressioni effettuate dalle compagnie petrolifere che avevano tutto l'interesse a proteggere gli Arabi, il progetto non ebbe l'appoggio del Governo Americano e fini' per arenarsi.
Si decise allora di confermare il piano del '47, introducendo alcune modifiche di frontiere favorevoli agli Ebrei. Israele ottenne cosi' un successo pieno che fu rafforzato piu' tardi dall'ammissione alle Nazioni Unite (11 maggio '49) .
E' fondamentale ricordare che il 9 dicembre sempre del '48, a guerra ancora in corso, fu votata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite una risoluzione che prevedeva l'internazionalizzazione di Gerusalemme divisa allora tra Ebrei e Transgiordani, per tutta risposta il 14 di dicembre '48 il Governo Israeliano non tenendo in nessun conto la decisione dell'ONU dichiaro' che il suo parlamento sarebbe stato installato a Gerusalemme dichiarandola capitale dello stato di Israele.
Due giorni dopo il 16 Re Abdullah contro il volere della Lega Araba annette' la Palestina araba alla Transgiordania dando allo Stato cosi' costituito il nome di Giordania hascemita, l'annessione fu poi ratificata nel '50 dal Parlamento Giordano, composto da membri in numero uguale della Transgiordania e della Palestina araba le due parti del nuovo Stato.
La Lega Araba accetto' lo stato di fatto, solo il gran Mufti' di Gerusalemme protesto' dichiarando che si trattava dello sterminio del Popolo Palestinese in Terra Santa, GBR riconobbe il nuovo Stato di Giordania creato attraverso la fusione di Transgiordania e Palestina araba.
Piu' tardi nel 1951 a Parigi si tenne una conferenza di riconciliazione, con nessun risultato tangibile, le delegazioni arabe ed israeliane vi presero parte separatamente. Gli Israeliani puntavano a concludere patti di non aggressione con i Paesi Arabi vicini in modo da garantire lo status quo e quindi le conquiste territoriali effettuate, mentre gli Arabi insistevano sulla questione dei profughi rifiutandosi di firmare qualsiasi accordo.
Riguardo ai profughi Israele accettava il rimpatrio solo di un numero limitato di essi tale da non sovvertire l'ordine interno. In effetti uno dei problemi principali che avrebbe da ora in avanti fino ai nostri giorni caratterizzato la questione palestinese e' proprio il problema dei profughi palestinesi.
Allontanati dalle proprie case in seguito alla avanzata territoriale di Israele durante la guerra, non avevano assolutamente la possibilita' di provvedere alla propria sussistenza. Israele come detto non era disposto a farne rientrare piu' di 100.000 sul proprio territorio a fronte di un numero complessivo che variava tra i 700.000 e il milione. L'unica soluzione praticabile sembrava essere il loro assorbimento negli altri Paesi Arabi, la qual cosa implicava pero' uno sviluppo economico di tali Paesi tale da poter sopportare il loro assorbimento, prospettiva, in quel periodo, di difficile attuazione . Per far fronte ad una situazione oggettivamente drammatica nacque l'United Nations Relief and Work Agency for Palestine Refugees che non ebbe pero' altro compito oltre a quello di distribuire razioni alimentari, evidentemente poca cosa.
Israele divenne,ovviamente, in questi anni il centro dell'immigrazione ebraica, tra il 48 e il 50 giunsero ben 510.000 immigranti provenienti soprattutto dall'Europa e dal mondo arabo, addirittura la comunita' ebraica dello Yemen 44.600 persone si trasferi' completamente .Il GovernoIsraeliano incentivava l'arrivo di immigranti ebraici e per i tre anni seguenti al 1950 contava di farne arrivare almeno altri 600.000.

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