La scoperta del Nuovo e del Vecchio continente

Materie:Tema
Categoria:Storia

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Testo

La scoperta del Nuovo e del Vecchio mondo
Dopo aver letto i diversi punti di vista della scoperta del nuovo mondo possiamo giungere alle conclusioni che seguono.
Gli europei guidati da Cristoforo Colombo sbarcarono in America nel 1942. Alcune caratteristiche fisiche degli indios lo colpirono particolarmente. Innanzitutto nessuno portava vestiti ad eccezione delle donne sposate e di alcune altre già maggiorenni. Colombo annota nel suo diario “… andavano nudi come la loro madre li aveva fatti, e così anche le donne, senza alcuna traccia di vergogna”. Ma gli invasori si resero conto anche che questi primitivi non possedevano armi, indice questo di non belligeranza. Il motivo era anche che, forse, non usavano né ferro né altro minerale perche “non adatti a queste cose”. Non ci volle molto per Colombo, a capire la mitezza di tali indigeni. Annotò subito che essi avrebbero dato qualsiasi cosa per il più futile oggetto, qualsiasi indigeno avrebbe dato tutti i suoi averi per un coccio di ceramica o per un pezzetto di vetro rotto.
E’ intuibile la reazione di Colombo nei confronti di questi popoli: in essi non vide persone la cui cultura andasse rispettata o le cui usanze mantenute, ma solo una fonte di ricchezza. Oggi, questo, agli occhi di noi persone moderne, appare ovviamente sbagliato, immorale e malvagio. Ma è comunque necessario vedere un avvenimento accaduto in un tempo passato in virtù dei modi di pensare di quell’epoca. Un esempio chiarificatore: gli antichi romani vengono tutt’ora ricordati per la loro grandezza e incredibile perizia architettonica, militare e politica. Ma erano uomini che uccidevano propri simili nelle arene con i leoni. Tornando a Colombo, egli intravede subito vantaggi per l’Europa (nel caso specifico per il regno di Spagna): la prima cosa alla quale pensa è una conversione in cristiani degli infedeli e all’adeguamento dei loro costumi ad altri più consoni. Si rende subito conto, poi, che potrebbero diventare degli ottimi schiavi; questo, vista la loro sviluppata intelligenza, prestanza fisica e l’abitudine a condizioni di vita “disumane”. Una particolare considerazione va fatta riguardo al fatto che qualsiasi azione buona ma soprattutto qualsiasi azione malvagia veniva fatta in nome della Santissima Trinità. Nonostante la Bibbia dica che tutti gli uomini sono fratelli e figli di Dio, Colombo e i suoi uomini trattano i nativi come oggetti o beni. Egli scrive ai sovrani spagnoli come segue: “Di qui sarebbe possibile inviare, nel nome della Santissima Trinità, un buon numero di schiavi da mettere in vendita insieme a un carico di brasile. … Sarebbe possibile vendere quattro mila schiavi, per un valore di venti milioni e più.” In questo passo è facile intuire il modo di porsi dei “buoni cristiani” europei nei confronti di quelli che saranno chiamati, poi, popoli precolombiani. Una vera e propria imposizione di regole o più in generale di un potere che gli indios accettarono, all’inizio, come caduto dall’alto. Senza alcun diritto gli invasori, quindi, imposte le proprie regole, punivano chi non si atteneva ad esse. Inutile dire che, al contrario di oggi, le pene non volevano essere rieducative: alcuni reati venivano puniti con una pubblica “abbruciatura”. Si noti il carattere pubblico dell’esecuzione: forse tali barbarie volevano essere d’ammonimento per scongiurare eventuali ribellioni.
Abbiamo finora analizzato il problema “Scoperta dell’America” solo dal punto di vista europeo, ma non possiamo dimenticarci che i protagonisti di un invasione sono gli invasori e coloro che sono invasi. Quindi passiamo adesso ad analizzare come i nativi accolsero l’arrivo degli europei.
Volle il caso che lo sbarco degli invasori avvenisse in coincidenza con una profezia indigena la quale prevedeva l’arrivo di dèi potenti che avrebbero “preso possesso delle (tue) reali dimore”. Quindi, quella nave scura appariva come un segno divino, una grande collina in mezzo al mare, presagio di qualcosa che sarebbe dovuto accadere. Come Colombo reputava incredibile la nudità degli indios, allo stesso modo gli indios reputavano strano il modo di vestire di Colombo: essi vedevano gli invasori “imbacuccati …. (il viso) è bianco, bianco come se fosse di calce”, o ancora avevano paura; paura dei colpi di cannone che una volta esplosi “proietta(no) una pioggia di fuoco, spand(ono) all’intorno scintille e il fumo che ne esce è estremamente pestilenziale …”. Quindi, immediatamente, cominciò a regnare il terrore: si parlava di quanto era successo, la gente era triste, aveva paura, i grandi capi come Montezuma trattavano gli ospiti proprio come divinità (i motivi sono quelli appena spiegati). Agli occhi dei nativi, gli europei avrebbero dovuto mangiare quell’oro che tanto bramavano, visto che se ne appropriavano senza ritegno. Quindi la conclusione degli “ospiti” fu quella dell’arrivo di dèi cattivi a causa dei quali si erano diffuse malattie, dolore ma soprattutto la morte. Essi avevano insegnato loro cosa fosse la paura e a “far appassire i fiori”.
Quindi la scoperta dell’America fu di fatto un livellamento sistematico di cultura, istituzioni e più in generale di modi di vivere.
(MATTIA D’ADDA)

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