Materie: | Appunti |
Categoria: | Storia |
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Data: | 08.06.2007 |
Numero di pagine: | 2 |
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Testo
Alexis de Tocqueville
Nacque nel 1805 in una famiglia di vecchia nobiltà feudale normanna, che fu decimata dal Terrore, morì nel 1859 dopo aver viaggiato a lungo in diversi Paesi. Nel periodo Imperiale la sua famiglia conservano un atteggiamento comune a molti sopravvissuti di quegli anni terribili: un ricordo abbellito dell’Ancien Regime, un’incrollabile fedeltà ai Borboni.
Quando compie vent’anni Tocqueville è profondamente colpito e convinto dell’inesorabile tendenza delle nazioni europee verso la democrazia, che già viene applicata negli Stati Uniti. Nel 1839 incomincia la sua carriera politica in parlamento dove si avvicina alla sinistra dinastica ed esalta lo spirito rivoluzionario del 1789. Durante un suo discorso al parlamento disse: “[…] una grande società dove la libertà non esista solo per un partito ma per tutti, dove tutti i sentimenti e tutte le idee possano manifestarsi e offrirsi a turno al buon senso della nazione, dove non vi sia che un diritto e dove questo diritto sia uguale per tutti.”
Tocqueville attacca in questo periodo duramente anche le sue stesse origini, la sua stessa classe aristocratica, che a suo avviso nasceva un tempo da tre elementi: la nascita, la ricchezza e il sapere; ora secondo lui non le rimane che il primo. Oramai non crede più che essa sia una vera aristocrazia, ma piuttosto una casta. In confronto alla nobiltà, il Terzo stato è più di una classe rivale, è un intero popolo. Inoltre Tocqueville pensa che la Francia pur conservando in apparenza una struttura aristocratica sia in realtà già democratizzata; nei costumi egli ritiene che già vi sia una democrazia immaginaria, che fa si che il signore tratti il filosofo o l’uomo di cultura come un suo pari.
In un secondo momento della sua vita Tocqueville sceglie una via diversa, predilige alla carriera politica la cultura, lo scrivere, il ricercare e allora lascia il parlamento e la sua promettente carriera per dedicarsi interamente ai viaggi in diversi Paesi europei, ma non solo, per trovare le cause scatenanti e connesse della Rivoluzione. Il progetto che ha in mente è quello di costruire un’attenta analisi e raccolta di tutti quegli avvenimenti fondamentali dell’epoca precedente e successiva alla Rivoluzione.
Un importante contributo per meglio capire l’epoca storica di cui tanto si interessò Tocqueville è offerto dal viaggio che lo stesso fa fino in America per capire, conoscere e vedere di persona tutte le strutture amministrative ma non solo che gli statunitensi hanno adottato.
Anche lui lungo la sua analisi tende a dividere in due parti la Rivoluzione Francese: la prima, quella lodevole, quella mossa da ideali e valori condivisibili, quella insomma del 1789 e la seconda, quella del terrore, del sangue, della ghigliottina, quella mossa dall’odio e dalla fame di potere, non diversa come già detto, dal dispotismo precedente.
Tocqueville non vide mai però negli avvenimenti del 1789 un mutamento fondamentale della storia francese. Egli era in primo luogo interessato alla continuità della centralizzazione politica e amministrativa che, al di là degli avvenimenti rivoluzionari, legava la Francia moderna a quella dell’Ancien Regime. A suo avviso l’instabilità dei regimi successivi era una conseguenza di questa situazione: se i francesi non erano mai riusciti a fondare uno stato liberale stabile, era perché non riformavano le loro istituzioni in profondità, accontentandosi di “porre la testa della libertà sopra un corpo di schiavo”.