La controriforma

Materie:Riassunto
Categoria:Storia
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Testo

Alla diffusione di dottrine protestanti in tutta Europa, Roma reagì con condanne e scomuniche, dando così vita alla Controriforma.
L’evento più rappresentativo della risposta cattolica alla riforma protestante fu il concilio di Trento avvenuto nel 1545 e convocato da papa Paolo III. Il concilio era volto a contrastare le tesi dei protestanti attraverso la repressione di eretici con l’inquisizione, il tribunale ecclesiastico che istituiva processi per eresia spesso sulla base di confessioni estorte tramite torture, oppure tramite l’indice dei libri proibiti, strumento di repressione nel campo culturale, nell’indice venivano indicati tutti i libri il cui contenuto era considerato eretico o sospetto di eresia, furono inclusi oltre ai libri di Lutero e Calvino anche scritti di Erasmo da Rotterdam anche se non aveva mai aderito alla riforma e molte edizioni della Bibbia scritte in volgare.
Dopo il concilio di Trento nascono delle guerre religiose contro eretici, protestanti e ugonotti (protestanti francesi) con lo scopo di creare un’uniformità religiosa. Il più grande sostenitore di queste guerre e Filippo II d’Asburgo, figlio di Carlo V.
La politica interna di Filippo II fu mirata a consolidare l’autorità della monarchia. La tendenza assolutistica e la costruzione di un forte centro decisionale nella capitale spagnola Madrid erano però bilanciate da un compromesso con le aristocrazie locali alle quali viene concessa autonomia.
Un’altra caratteristica della politica di Filippo II fu quella di intervenire costantemente in tutte le guerre di religione che si combattevano in Europa.
Fin dai tempi di crociata della Reconquista il papa diede il potere ai re spagnoli del comando dell’inquisizione, Filippo si avvalse di questo potere per poter dare un’uniformità religiosa alla sua monarchia, così iniziò a perseguitare nono solo i pochi protestanti presenti in Spagna ma anche i musulmani (moriscos) e gli ebrei, entrambi costretti ad abiurare alla propria fede dai re cattolici.
I moriscos però erano sospettati di professare in segreto la loro religione originaria e di alleanza con i turchi. Nel 1568 scoppiò una rivolta da parte dei moriscos che gli spagnoli a fatica sedarono e deportarono i moriscos da Granada in altre città della penisola iberica.
A una forte potenza politica della Spagna non corrispondeva però un’uguale solidità economica, già nel 500 affiorarono problemi come l’insufficienza delle entrate fiscali, Filippo inasprì il prelievo fiscale sottoponendovi anche i possedimenti della chiesa. A sostenere le finanze del sovrano intervennero i prestiti da parte di grandi banchieri, ma per fronteggiare le attese dei creditori Filippo fu costretto a impegnare totalmente i proventi americani della corona, tutto ciò però non fu sufficiente a impedire le frequenti bancarotte. La debolezza economica e finanziaria della corona era ancora più aggravata dalle persecuzioni contro gli ebrei e i musulmani che costituivano la gran parte degli artigiani, mercanti e agricoltori.
Alla morte di Enrico VIII, fondatore dell’anglicanesimo al trono d’Inghilterra salì il figlio Edoardo VI detto il re fanciullo per la sua giovane età, dopo la sua morte a 16 anni ci fu un tentativo di restaurazione del cattolicesimo di cui si rese partecipe Maria I Tudor, la cattolica, figlia di Enrico VIII e Caterina d’Aragona, sposatasi con Filippo II ispirò una spietata persecuzione ai protestanti inglesi, tanto che venne chiamata Maria la sanguinaria.
L’assolutismo e l’anglicanesimo di Enrico VIII furono riprese da Elisabetta I, figlia del re e di Anna Bolena. Durante il suo regno l’Inghilterra un intenso sviluppo economico e culturale.
Anche se non era una fanatica religiosa Elisabetta portò avanti la chiesa anglicana rimettendo in vigore il libro delle preghiere, e con l’atto di supremazia riaffermò al superiorità della corona sulla chiesa inglese.
Dopo la morte di Maria la cattolica Filippo III cercò di sposare Elisabetta ma lei rifiutò sempre di sposarsi per non farsi condizionare dal matrimonio.
La scelta anglicana di Elisabetta, per quanto perseguita con buona dose di tolleranza non suscitò soltanto l’avversione dei cattolici ma anche quella dei calvinisti che non volevano che la chiesa dipendesse dal re.
Elisabetta si avvaleva dell’aiuto di un numero ristretto di consiglieri e ricorreva il meno possibile al parlamento, la regina seppe anche guadagnarsi il consenso dei ceti sociali emergenti attuando una politica di sviluppo economico.
Risale allo stesso periodo l’istituzione della borsa di Londra e l’espansione coloniale con la fondazione nell’America del nord nel 1584 della Virginia e la costituzione nel 1600 della compagnia delle indie.
Nella notte del 24 agosto 1572 avvenne la strage di San Bartolomeo in cui gli ugonotti vennero sterminati. Nel 1598 ci fu l’editto di Nantes, editto in cui si dice che Parigi e i suoi 14 Km circostanti sono cattolici e nel resto del regno vige la libertà religiosa.
La fase di sviluppo del 500 si arrestò dei primi decenni del secolo successivo tanto che si usa parlare del seicento come un periodo di crisi. Colpisce innanzitutto la crisi demografica ed economica in Italia, Spagna e Germania, in paesi come l’Inghilterra e l’Olanda al crisi demografica non colpisce molto e l’economia rimane costante.
All’origine della crisi economica vi fu una caduta della domanda di beni determinata a sua volta dal peggioramento del clima che ebbe come effetto la diminuzione del prodotto agricolo che causò carestie. Le epidemie a loro volta portarono un forte calo della popolazione, fin dagli ultimi decenni del 500 esposero pestilenze a più riprese, celebre è la peste che colpì Milano tra il 1630 e il 1631, peste descritta da Manzoni nei promessi sposi. Un altro fattore di crisi fu la guerra, per alcuni decenni infatti in maggiore o in minore grado tutti i principali paesi europei furono coinvolti nella guerra dei trent’anni.
Un’altra causa di crisi fu il decentramento del mediterraneo perché con la scoperta dei nuovi mondi le rotte commerciali più importanti diventano quelle atlantiche causando la crisi di città marinare come Genova e Venezia.
Nella prima metà del seicento maturò in Europa la rivoluzione scientifica da cui si originarono:
- la scienza moderna (matematico-sperimentale)
- la meccanicistica (una nuova concezione di mondo fisico)
Da queste scoperte arrivò la spinta a rielaborare una nuova filosofia basata su fondamenta più salde di quella precedente. L’immagine del mondo che si affermò con la rivoluzione scientifica affascinò anche molti scrittori e artisti, e fu tra i fattori più grandi della nuova stagione del barocco.
I suoi aspetti principali sono i seguenti:
- Nuovo metodo della ricerca scientifica in campo fisico
- Vi fu un enorme ampliamento nel campo dei fenomeni naturali grazie all’uso del cannocchiale e del microscopio
- Furono elaborati nuovi principi e nuove teorie come l’accelerazione di gravità formulata da Galileo, le leggi di Keplero e la legge newtoniana di gravitazione universale.
- Si fece più stretto il rapporto tra scienza e tecnica
- Si impose una nuova immagine complessiva della realtà, il meccanicismo.

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