L'unione europea

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L’ABC DELL’UNIONE EUROPEA

Gli Stati membri
L’Unione europea (UE) è il risultato di un processo di cooperazione e integrazione cominciato nel 1951 tra sei paesi (Belgio, Germania, Francia, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi).
Dopo quasi cinquant’anni e quattro serie di adesioni (1973: Danimarca, Irlanda e Regno Unito; 1981: Grecia; 1986: Spagna e Portogallo; 1995: Austria, Finlandia e Svezia) l’UE conta oggi quindici stati membri e si prepara ad un quinto allargamento, questa volta verso l’Europa orientale e meridionale.
Gli obiettivi
L’Unione europea ha il compito di organizzare in maniera coerente e solidale i rapporti tra gli Stati membri e i loro popoli.
I grandi obiettivi che persegue sono:
- La promozione del progresso economico e sociale (realizzazione del mercato interno nel 1993, lancio della moneta unica nel 1999);
- L’affermazione dell’identità europea sulla scena internazionale (aiuti umanitari europei ai paesi terzi, politica estera e di sicurezza generale, intervento nella gestione delle crisi internazionali, posizione comune in seno alle organizzazioni internazionali);
- L’instaurazione della cittadinanza europea (che completa la cittadinanza nazionale senza sostituirsi ad essa e conferisce al cittadino europeo un certo numero di diritti civili e politici);
- Lo sviluppo di uno spazio di libertà, di sicurezza e di giustizia (che dipende dal funzionamento del mercato interno e più in particolare dalla libera circolazione delle persone;
- Il mantenimento e lo sviluppo dell’acquis comunitario (l’insieme dei testi giuridici adottati dalle istituzioni europee e i trattati istitutivi).
Le istituzioni
Il buon funzionamento dell’Unione europea è affidato a cinque istituzioni: il Parlamento europeo (eletto dai cittadini degli Stati membri), il Consiglio (che rappresenta i governi degli Stati membri), la Commissione (organo esecutivo e titolare del diritto d’iniziativa legislativa), la Corte di giustizia (che garantisce il rispetto del diritto), la Corte dei conti (che controlla la gestione finanziaria dell’Unione). Tali istituzioni si avvalgono dell’aiuto di altri organi: il Comitato economico e sociale e il Comitato delle regioni (organi consultivi che rappresentano le diverse categorie della vita economica e sociale e delle regioni dell’UE), il mediatore europeo (abilitato a ricevere le denunce dei cittadini dell’Unione nei casi di cattiva amministrazione comunitaria), la Banca europea per gli investimenti, (l’istituzione finanziaria dell’UE), e la Banca centrale europea (responsabile della politica monetaria della zona euro).
I SETTE GIORNI CHIAVE CHE HANNO VISTO NASCERE L’EUROPEA
La costruzione europea è forse il più grande dei progetti storici di questo secolo. Fondato sui valori positivi in cui si riconosce la nostra civiltà tale processo di costruzione, che compie quasi cinquant’anni, ha attraversato momenti di crisi ma ha anche ottenuto grandi risultati.
Il XX secolo si sarà contraddistinto per l’affermazione, e successiva caduta, dei sistemi totalitari. Anche la storia dell’Unione Europea è caratterizzata da momenti importanti, da date simboliche. Sette sono le date che meritano di essere ricordate, poiché hanno visto nascere l’Europa che noi oggi conosciamo e ci introducono nell’Europa di domani.
9 maggio 1950: nasce l’Europa
Nella primavera del 1950 l’Europa è sull’orlo del baratro. La guerra fredda fa gravare la minaccia di un conflitto fra paesi occidentali e paesi dell’est.
Come evitare di rivivere gli errori del passato e come creare le condizioni per una pace duratura fra nemici storici? Il nocciolo della questione erano le relazioni tra Francia e Germania: bisognava stabilire un legame fra i due paesi.
Jean Monnet, forte della sua eccezionale esperienza di negoziatore e uomo di pace, propose al ministro degli Affari estere francese Robert Schuman e al cancelliere tedesco Konrad Adenauer di creare un interesse comune ai due paesi. Tale proposta venne solennemente formulata dalla Francia il 9 maggio 1950 e accolta con fervore dalla Germania, dall’Italia, dai Paesi Bassi, dal Belgio e dal Lussemburgo.
Il trattato che istituisce la prima Comunità Europea, quella del carbone e dell’acciaio (CECA), fu firmato nell’aprile del 1951 e segnò l’inizio dell’Europa delle realizzazioni concrete.
25 marzo 1957: la Comunità Economica Europea
Il piano di Schuman aveva contribuito alla creazione di una Comunità specializzata in due settori decisivi, ma pur sempre limitati. Bisognava correggere la mira e procedere sulla via dell’integrazione. I sei membri della CECA scelsero quindi un lavoro terreno di lancio, in campo economico: la creazione di un mercato comune.
Il trattato di Roma del 25 marzo 1975, che istituisce la CEE, crea delle istituzioni e dei meccanismi decisionali che sono espressione sia degli interessi nazionali sia di una visione comunitaria.
Fra il 1958 e il 1970, la soppressione dei dazi doganali produce effetti spettacolari: il volume del commercio intercomunitario si sestuplica mentre triplica il volume degli scambi della CEE con il resto del mondo. Sull’esempio dei grandi mercati continentali gli operatori economici europei traggono partito dagli effetti dinamizzanti dell’apertura delle frontiere.
Nel 1986, con la firma dell’Atto unico saranno soppresse le ultime restrizioni, di tipo normativo e fiscale, che ritardavano l’attuazione di un autentico mercato interno, totalmente unificato.
20 luglio 1963: Yaoundé, il debutto dell’Europa sulla scena internazionale
Unite le loro sorti sul continente, gli stati fondatori della Comunità Europea firmano, nel 1963, una convenzione con ex colonie africane, con cui garantiscono ai nuovi paesi indipendenti vantaggi commerciali e aiuto finanziario. L’unione Europea è così divenuta la prima fonte internazionale di aiuto pubblico lo sviluppo.
Il 28 novembre 1995, i quindici paesi dell’Unione Europea e dodici paesi costieri del sud del Mediterraneo stabiliscono un rapporto di partenariato finalizzato alla creazione di una zona di libero scambio e alla conclusione di accordi di cooperazione nei settori sociale, culturale e umano.
L’Europa potrà affermarsi come potenza di pace se l’Unione continuerà a favorire la stabilità e lo sviluppo nei grandi complessi regionali che la circondano. Il ruolo da essa svolto negli scambi commerciali e il suo peso economico a livello mondiale ne fanno un partner rispettato nei grandi consessi internazionali, quali l’Organizzazione mondiale per il commercio e l’ONU.
Il trattato sull’Unione europea del 1992 fissa obiettivi e modalità di una politica estera e di sicurezza comune che a termine si tradurrà nella definizione di una politica di difesa comune. Ma il cammino verso l’armonizzazione delle diplomazie e delle politiche di sicurezza dei singoli Stati membri è ancora lungo. Eppure l’unione saprà difendere i propri interessi e contribuire all’organizzazione di un mondo di pace e di giustizia.
1 gennaio 1973: primo ampliamento della Comunità Europea
L’Unione Europea è aperta a tutti i paesi europei che desiderino fare propri gli impegni previsti dai trattati e proseguire obiettivi fondamentali comuni. Due sono i criteri che determinano l’accettazione di una candidatura all’adesione: l’appartenenza al continente europeo e la pratica di tutte le procedure democratiche che caratterizzano una Stato di diritto.
Il 1° gennaio 1973, Danimarca, Irlanda e Regno Unito entrano a far parte della Comunità Europea. È seguito un ampliamento verso sud, durante gli anni Ottanta, a mano a mano che Grecia, Spagna e Portogallo trovano posto nel consesso delle nazioni democratiche. La terza ondata di adesioni, nel 1995, nasce dalla volontà dei paesi dell’Europa scandinava e centrale di aderire a un’Unione che andava consolidando il mercato interno e appariva quale unico polo di stabilità nel continente, dopo il crollo del blocco sovietico.
Suo compito è mantenere un sistema decisionale efficace.
Prossima grande sfida dell’Europa è accogliere i paesi dell’Europa centrale, i paesi balcanici, mediterranei e baltici. Trovare le risorse che consentano a tali paesi di adeguarsi, a livello economico e strutturale, quanto più rapidamente possibile e adattare le istituzioni affinché continuino a operare nell’interesse di un’Unione di oltre venticinque membri, sono i compiti storici che dovranno affrontare, in futuro, gli Stati membri.
7-10 giugno 1979: le prime elezioni dirette a suffragio universale del Parlamento europeo.
Il Parlamento europeo svolge un ruolo fondamentale nell’equilibrio istituzionale della Comunità, in quanto rappresenta i popoli ed è simbolo della natura democratica del progetto europeo.
Il Parlamento esercita altresì il potere legislativo sottoforma di diritto di consultazione in merito ai principali testi comunitari; rappresenta, insieme con il Consiglio dell’Unione, l’autorità di bilancio.
Quanto alla nomina dei parlamentari europei, fino al 1979 essi erano espressione dei parlamenti nazionale, ovvero loro rappresentanti a Strasburgo. Dal 1979, il Parlamento europeo è eletto ogni cinque anni a suffragio universale diretto in tutti i paesi dell’Unione.
Assolutamente rivoluzionaria nella pratica delle relazioni internazionali, è quest’ambizione di creare fra gli Stati membri un legame che consenta loro di gestire interessi e divergenze, applicando queste norme giuridiche e procedure d’arbitrato che accomunano i cittadini di un unico Stato democratico.
La sottile dialettica che da circa cinquant’anni unisce il Consiglio dell’Unione, il Parlamento europeo, la Commissione, e la Corte di Giustizia, è forse la conquista più importante della costruzione comunitaria, e ala sua chiave di successo.
17 febbraio 1986: firma dell’Atto unico europeo

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