L'Inghilterra elisabettiana: assolutismo e anglicanesimo.

Materie:Riassunto
Categoria:Storia
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Testo

L’Inghilterra elisabettiana: assolutismo e anglicanesimo
• Alla morte di Enrico VIII salì sul trono inglese il figlio Edoardo VI. Alla sua morte, avvenuta a sedici anni nel 1553, si verificò in Inghilterra un tentativo di restauro del cattolicesimo ad opera di Maria I Tudor, La Cattolica, figlia di Enrico VII e di Caterina d’Aragona (sua prima moglie). Sposatasi nel 1554 con Filippo II, Maria ispirò una spietata persecuzione dei protestanti inglesi.
• Le grandi linee del programma assolutistico e anglicano di Enrico VIII furono in seguito riprese da Elisabetta I, figlia del re e di Anna Bolena. Durante il lungo regno di Elisabetta l’Inghilterra visse una stagione di intenso sviluppo economico e culturale, e si affermò come potenza di prima grandezza sulla scena europea e mondiale. La politica religiosa di Elisabetta I fu mirata al definitivo consolidamento dell’anglicanesimo e della piena subordinazione della chiesa al potere monarchico. Nel 1559 con l’Atto di uniformità, Elisabetta rimise in vigore il testo di preghiera che doveva essere utilizzato nei culti della religione anglicana. Nel 1563 con l’Atto di supremazia, riaffermò la superiorità della corona sulla chiesa d’Inghilterra. Ciò le valse la scomunica da parte della chiesa romana.
• Dopo la morte di Maria la Cattolica, Filippo II cercò di prendere in moglie Elisabetta, per mantenere l’Inghilterra legata alla politica spagnola. Ma Elisabetta non accondiscese ed anche in seguito rifiutò sempre di sposarsi, per non farsi condizionare dal matrimonio nell’opera di sovrana. Filippo cominciò così a sostenere progetti mirati a detronizzare la regina.
• Al centro degli intrighi contro Elisabetta si trovava Maria Stuart, regina di scozia dal 1561 in quanto figlia di Maria di Guisa e del re di scozia Giacomo V, figlio della sorella di Enrico VIII. Sulla base di questa discendenza, Maria Stuart avrebbe vantato la precedenza nella successione a Maria La Cattolica rispetto a Elisabetta. Alla morte del padre Giacomo V, salì sul trono di scozia, ma fu più volte accusata di fare gli interessi della Francia, fino ad esser costretta nel 1568 da una rivolta dei calvinisti scozzesi, a scappare in Inghilterra, lasciando il trono al figlio Giacomo. Qui giunta, fu imprigionata per ordine di Elisabetta nella torre di Londra, ed incarcerata, ma col favore degli ambienti cattolici di corte, che la volevano su trono al posto di Elisabetta, seppe sempre complottare contro la sovrana, cercando di dirigere sempre più gruppi dirigenti in senso anticattolico e quindi antispagnolo; finché Maria Stuart non venne giustiziata, nel 1587 dopo la scoperta di un’ennesima trama.
• La scelta anglicana di Elisabetta non suscitò soltanto l’avversione dei cattolici ma anche l’opposizione della variegata comunità protestante, in primo luogo dei seguaci del calvinismo, spesso chiamati puritani perché miravano a realizzare senza compromessi il puro messaggio evangelico. In generale i calvinisti condividevano una concezione “democratica” della chiesa, intesa come “comunità dei fedeli”. Alcuni di essi condividevano l’idea di onorare autonomamente e liberamente Dio, altri credevano in un’organizzazione ecclesiastica unitaria attribuendo agli stessi fedeli il compito di eleggere i propri pastori.
• Il calvinismo puritano aveva la sua roccaforte tra i professori dell’Università di Oxford e molti seguaci tra i deputati della camera dei comuni. Nella camera dei comuni trovavano espressione anche le idee della piccola nobiltà rurale; è presso questi ceti che giocava a loro vantaggio la valorizzazione dell’impiego nel lavoro.
• L’opposizione calvinista dei deputati della camera dei comuni venne neutralizzata da un modo di governare tipicamente assolutistico. Al tempo stesso, la regina Elisabetta seppe anche guadagnarsi il consenso dei ceti sociali emergenti attratti dal calvinismo, attuando una politica di sostegno a favore dello sviluppo economico e all’espansione coloniale, con la fondazione in America del Nord, nel 1584 della Virginia e la costruzione nel 1600 della Compagnia delle Indie. Nel periodo elisabettiano l’Inghilterra si affermò anche come uno dei poli culturali più importanti nell’Europa moderna con William Shakespeare e Francesco Bacone.

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