Materie: | Appunti |
Categoria: | Storia |
Voto: | 2.5 (2) |
Download: | 114 |
Data: | 11.07.2007 |
Numero di pagine: | 6 |
Formato di file: | .doc (Microsoft Word) |
Download
Anteprima
israele-decolonizzazione_1.zip (Dimensione: 8.9 Kb)
trucheck.it_israele-e-decolonizzazione.doc 36.5 Kb
readme.txt 59 Bytes
Testo
4 IL CONFLITTO FRA ISDRAELE E PAESI ARABI
il conflitto che oppone arabi palestinesi ed ebrei isdraeliani ha come posta in gioco il territorio dell’antica Palestina stretto tra la penisola del Sinai e della Giordania.
Nel 1947 l’Onu approva un piano di spartizione del territorio palestinese che prevede la creazione di due stati uno ebraico e uno arabo e l’internalizzazione del territorio di Gerusalemme posto sotto il controllo dell’Onu.
La proposta è approvata dagli ebrei e sostenuta dal governo sovietico e americano ma è però respinta dagli arabi (egitto Iraq Siria Libano…)
Nel maggio del 1948 il consiglio nazionale ebraico preseduto dai David Ben Gurion proclama la nascita dello stato d’Israele, la lega araba reagisce subito ma le sue truppe vengono fermate dall’esercito israeliano che allarga il territorio dello stato ebraico aggiungendo la parte occidentale di Gerusalemme.
Nel giugno del 1949 un accordo bilaterale prevede l’assegnazione della regione a ovest del giordano alla Giordania,la fascia di Gaza all’Egitto e il resto del territorio allo stato di Israele.
Nel 1956 gli israeliani occupano l’intera penisola del Sinai per assicurarsi la navigabilità del canale di Suez.
Il conflitto a cui erano interessati anche i governi di Londra e di Parigi si conclude con la restituzione della penisola del Sinai all’Egitto in cambio dell’apertura del canale alle navi israeliane.
Nel 1967 Israele ottiene l’appoggio del governo statunitense gli arabi sono sostenuti dall’urss.
In seguito a continui attacchi ai villaggi israeliani Israele attacca la Siria.
Poco settimana dopo Egitto Giordania e Iraq concludono un patto di alleanza e mobilitano parte delle loro truppe verso il Sinai. Israele con un improvviso raid aereo distrugge l’aviazione egiziana costringendo dopo solo sei giorni i paesi arabi ad accettare pesanti condizioni di pace:l’Egitto deve rinunciare al Sinai, la Siria al Golan la Giordania alle regioni a ovest del giordano.
Nell’ottobre del 1973 scoppia un ulteriore conflitto tra Israele e i paesi arabi.
Per porre fine agli insediamenti israeliani Egitto e Siria colpiscono le regioni del canale di Suez e del Golan nel giorni del Kippur massima festività ebraica. Il governo di Tel Aviv decide di sottoscrivere gli accordi proposti dall’onu e dalla due superpotenze che prevedono ritiri parziali degli israeliani dal Sinai.
I paesi arabi si schierano con l’Egitto e la Siria e contro il mondo occidentale e riducono le esportazioni di petrolio.
Accordi Camp David: settembre 1978 sottoscritti grazie alla mediazione del presidente statunitense Carter tra il primo ministro israeliano Beghin e il presidente egiziano Sadat: essi prevedono cessione del Sinai all’Egitto, autonomia di Gaza e della Cisgiordania e la creazione di uno stato palestinese.
5 IL FONDAMENTALISMO ISLAMICO NELLE AREE DECOLONIZZANTE
dopo la seconda guerra mondiale la Libia viene posta sotto l’amministrazione franco-inglese.
Il 24 dicembre del 1951 diventa uno stato indipendente retto da Idris che costituisce il regno federale in Libia che comprende le tre province: Tripolitania Pirenaica, Fezzan.
Il governo di Idris ha molti problemi socio-economici e il primo settembre 1969 viene realizzato un colpo di stato dal colonnello Gheddafi che proclama la nascita della repubblica.
L’Iraq non ottiene una vera e propria indipendenza ma passa dall’influenza inglese a quella americana.
Il 14 luglio 1958 un colpo di stato militare guidato dal generale Kassem elimina la famiglia reale e instaura una repubblica.
A partire dal 1963 quando viene assassinato il generale Kassem il principale partito del paese il Baath di ispirazione laica e socialista è diviso tra una corrente moderata e filo-nasseriana e una corrente
estremista e autoritaria.
Nel 1979 Saddam Hussein massimo esponente del Baath prende il potere e instaura una dittatura personale che porta al conflitto nel 1980 con l’Iran per la conquista della zona tra Tigri ed Eufrate, il conflitto termina nel 1988 con pesante perdite da entrambe le parti e senza modificazione del territorio.
Saddam allora punta al Kuwait occupato per ragioni economiche nel 1990, allora l’Onu per fermare Saddam impone l’embargo totale nei confronti dell’Iraq e l’azione militare guidata dagli americani che nel 1991 entrano nel Kuwait e costringono l’esercito iracheno a ritirasi.
Gheddaffi e Saddam si presentano come interpreti fedeli e rigorosi dell’insegnamento del corano.
Durante la guerra del golfo Saddam definisce grande satana la coalizione occidentale e in particolare l’america e invita tutti i mussulmani alla guerra santa contro gli occidentali.
Occupato dall’urss nella seconda guerra mondiale l’Iran viene liberata nel maggio del 1946; il timore di un ritorno dell’unione sovietica spinge i governi iraniani ad avvicinarsi al blocco anglo-americano.
Nel 1951 il governo retto da Mossadeq fa approvare in parlamento la nazionalizzazione dell’industria petrolifica.
Questo proveddimento provoca la reazione degli inglesi e degli americani, nel 1953 infatti i servizi segreti americano organizzano un colpo di stato che porta al potere Pahalavi.
Nel 1979 scoppia la rivoluzione islamica perché viene proclamata la repubblica della quale assumo il controllo Khomeini il suo governo dello stato iraniano vuole l’assoluta chiusura con l’esterno in particolare con l’occidente.
Nel 1989 dopo la morte di Khomeini la politica iraniana è dominata da due frazioni:
la prima sostenuta dal successore di Khomeini, Khamanei fautrice di una politica pragmatica nelle questioni interne ed esterne.
La seconda sostenuta dal clero rigido e conservatore è legata all’idea di esportare la rivoluzione iraniana nel mondo.
Nelle elezioni del 1997 ha vinto la prima con Kaatami come presidente, esponente della corrente moderata.
Oggi l’Iran è uno stato modellato sulla teocrazia assoluta.
6 L’INDIPENDENZA DELL’AFRICA SETTENTRIONALE
di fronte ai movimenti d’indipendenza del Marocco della Tunisia e dell’Algeria i coloni francesi reagiscono con iniziative repressive e proposte di moderate aperture.
Nel 1954 gli indipendentisti tunisini guidati dal comandante supremo ottengono il riconoscimento dell’autonomia e due anni dopo l’indipendenza.
Nel 1956 il movimento indipendentista marocchino appoggiato dal sultano Muhammad V. ottiene la piena indipendenza.
Il processo dell’Algeria fu più lungo e cruento che ha come protagonista il fronte di liberazione nazionale (fln) guidato da Ben Bella, per reprimere la guerriglia il governo di Parigi non esita a inviare militari a ordinare reclusioni di milioni di arabi in villaggi controllati.
Da gennaio al luglio del 1957 le azioni terroristiche e repressive sconvolgono la città di Algeri dove i francesi riportano faticosamente l’ordine. La violenza francese porta l’opinione pubblica a solidarizzare con le vittime e a sollecitare l’indipendenza all’Algeria.
Nel 1958 una crisi di governo riporta al potere il generale francese de Graulle,aveva trattative con il fnl e reprime con durezza le azioni terroristiche della destra colonialista guidata dall’oas.
Nel 1962 a Evian sigla con il governo rivoluzionario algerino un accordo che prevede l’indipendenza della colonia.
7 L’AMERICA LATINA FRA POPULISMO E DITTATURE
le compagnie commercia nord-americane avevano forti interessi nell’america latina che si è liberata dal dominio coloniale sin dai primi dell’ottocento.
In Messico invece la rivoluzione arriva soltanto nel 1910 che favorisce la creazione di governi liberali che difendono l’economia nazionale dai nord-americani.
Le grandi compagnie commerciali americane instaurano in america latina forme di sfruttamento delle risorse anche in argentina e in brasile.
Anche dal punto di vista politico l’america latina subisce condizionamenti da parte degli americani del nord.
In Cile ad esempio il governo statunitense sostiene le forze della destra reazionaria che si oppongono al governo socialista instaurato nel 1970 dal presidente Salvador Allende che aveva avviato un progetto di riforme economiche e sociali.
L’ 11 settembre 1973 un gruppo di militari agli ordini del generale Pinochet assaltano il palazzo presidenziale della Moncloa dove Alleande muore e instaurano una pesante dittatura che elimina gli oppositori.
Nel 1990 si conclude la dittatura in Cile e verrà ripristinata la democrazia.
A Cuba invece gli americani non riescono a porre fine al regime comunista instaurato da fidel Castro.
Dopo anni di guerriglia (1953-1958) organizzata e condotta con che Guevara, fidel castro è riuscito ad abbattere la dittatura di batista che salvaguardava gli interessi del capitalismo americano.
Gli Usa vedono minacciati i loro interessi da una riforma agraria che sottrae il monopolio del commercio dello zucchero prodotto nell’isola.
L’urss interviene a favore di Cuba acquistando ad un prezzo elevato lo zucchero cubano.
Per porre fine al governo di Castro gli stati uniti daranno appoggio a un tentativo insurrezionale di un gruppo di fuoriusciti cubani addestrati in florida che sbarcano nel 1961 nella baia dei porci.
Il governo cubano appoggia il perù,il brasile,la colombia,il Venezuela le azioni di guerriglia anticolonialista.
Il populismo è una forma di regime che si forma in alcuni stati. Alcuni leader come il brasiliano Vargas e l’argentino Peron danno vita a regimi sostenuti da un ampio consenso popolare, che però non attuano spesso le riforme promesse, non affrontano la questione agraria.