Materie: | Appunti |
Categoria: | Storia |
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Data: | 26.01.2001 |
Numero di pagine: | 3 |
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PENSIERO SOCIALISTA
Il pensiero marxista è anticipato da correnti che si diffondono in Inghilterra e in Francia all’inizio del ‘800. Dopo la rivoluzione industriale punta sull’uguaglianza tra operai ed imprenditori e strettamente legato è il tema della giustizia. Gli autori che anticipano Marx si basano su Platone e l’utopia di Tommaso Moro:
• Owen: pensatore socialista utopista e imprenditore che all’interno della propria fabbrica organizza negozi-cooperative gestite dagli stessi operai con prezzi più bassi e scuole per i figli degli operai concepite secondo una mentalità socialista per coniugare il momento teorico e pratico (teoria ripresa dopo la Rivoluzione Russa). La fabbrica però fallisce perché non regge la concorrenza sul mercato. Owen immaginava una società in cui abolire il denaro che porta solo allo sfruttamento. Da ora in poi si differenziano due tipi di cooperative:
1. Cooperative di consumo: nascono con l’idea di far spendere meno agli operai riducendo i prezzi delle merci limitando i passaggi dal produttore al consumatore.
2. Cooperative di produzione: nascono all’inizio del ‘900 (anche in Romagna) con l’idea di usare i fondi dello Stato per finanziare delle attività.
• Saint-Simon: teorico francese che ebbe una grande influenza sui filosofi positivisti. Non può essere considerato un vero socialista ed utopista anche se denuncia i ritardi della società capitalista, dove il potere è concentrato nelle mani di poche persone (gli aristocratici). Saint-Simon propone allora un’alleanza tra operai ed imprenditori contro gli aristocratici, che pur non lavorando, esercitano un potere giuridico. Fu uno dei primi filosofi che abbracciò la storia secondo una scansione d’epoche:
1. Epoca critica (da Lutero all’‘800): in cui non ci sono valori omogenei.
2. Epoca organica (Medioevo): compatta attorno al valore della Chiesa.
Nel periodo di Saint-Simon si stava aprendo un’epoca organica organizzata attorno al
progresso e alla scienza.
• Faurier: scontento dello sfruttamento degli operai (e delle donne) immagina una società in cui non c’è più lo Stato, fonte d’infelicità. La società dovrebbe essere organizzata in tante piccole comunità (i falansteri) autosufficienti dal punto di vista economico. Il principio cui Faurier ricorre è la parità uomo-donna.
• Blanqui: è il primo socialista a parlare di dittatura del proletariato. Teorizza che per cambiare la società è necessario educare gli operai alla rivoluzione e alla presa del potere per contrastare il nemico naturale.
• Blanc: ritiene che per sanare le piaghe del capitalismo è necessario l’intervento dello Stato (ateliers sociaux) che avrebbero avuto il doppio scopo di combattere la disoccupazione e di soppiantare progressivamente le imprese private.
• Proudhon: determina la nascita dell’anarchismo all’interno del movimento socialista. Nel suo libro “Cos’è la proprietà?” riflette sul concetto di proprietà privata e arriva alla conclusione che può essere un baluardo della libertà, quando è limitata e consente l’esistenza di altre proprietà private, o un furto, quando arriva ad essere un monopolio. Proudhon ritiene che sia possibile evitarlo con la suddivisione di una grande proprietà privata in piccole proprietà autosufficienti dal punto di vista economico ed amministrativo. L’anarchismo di Proudhon consiste nel fatto che lo Stato è solo formale e gli uomini possono guidare se stessi senza il suo aiuto.
Nel libro “Socialismo utopistico e scientifico” Marx rileva le differenze tra il proprio socialismo e quello dei pensatori precedenti che non individuano:
1. nessuna classe sociale che potesse rendere concreto il loro desiderio, che rimane un principio etico individuale;
2. la legge oggettiva, scientifica ed economica che avrebbe portato il capitalismo ad una crisi irreversibile aprendo le porte alla rivoluzione proletaria.
SOCIALISMO/COMUNISMO
I termini socialismo e comunismo sono utilizzati indistintamente nella tradizione del movimento operaio (da Marx alla fine della Seconda Internazionale) e sono distinti a cominciare dalla Rivoluzione Russa (1917) e la Terza Internazionale (nello stesso periodo in cui si afferma il fascismo).
Il termine socialismo indica un progetto di riorganizzazione della società volto ad abolire la proprietà privata e a promuovere in questo modo l’uguaglianza sostanziale, e non solo giuridica. I socialisti hanno una visione riformista della rivoluzione, da attuarsi dall’interno dello stato borghese partecipando alle elezioni.
I comunisti sono più radicali, infatti, ritengono che la violenza sia necessaria dato che la classe borghese non vuole rinunciare al potere. Lo stesso Marx, definitosi comunista, affermò che è necessario abbattere l’apparato statale nelle mani della borghesia verso una società di persone che si autogestiscono (anarchia)
La divisione, in Italia, risale a quando Gramsci fondò il partito comunista.